MANAGEMENT AZIENDALE E BENESSERE ANIMALE NELL ALLEVAMENTO OVINO

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1 MANAGEMENT AZIENDALE E BENESSERE ANIMALE NELL ALLEVAMENTO OVINO 7a MOSTRA NAZIONALE OVINI DI RAZZA SARDA Macomer maggio 2011 Antonio Pazzona Dipartimento Ingegneria del Territorio Università degli Studi di Sassari

2 Il problema del benessere animale Seppure tardivamente si registra una presa d atto che condizioni ambientali non ottimali favoriscono lo sviluppo di patologie e peggiorano la quantità e la qualità delle produzioni. La presenza in allevamento di strutture e impianti che consentono un agevole gestione dei capi rappresenta un fattore fondamentale per il benessere animale. Antonio Pazzona - Dipartimento Ingegneria del Territorio, Territorio, Università Università degli Studi di Sassari

3 Il problema del benessere animale Caratteristiche corretta della stabulazione: ¾costante accesso all alimento e all acqua ¾area di riposo confortevole e asciutta ¾spazio sufficiente per il normale comportamento della specie ¾spazio sufficiente per allontanarsi dagli animali dominanti (aspetto di scarso rilievo per gli ovini) Ovile olandese in legno di faggio Antonio Pazzona - Dipartimento Ingegneria del Territorio, Territorio, Università Università degli Studi di Sassari

4 Il problema del benessere animale Mungitura operazione critica in tema di benessere animale Antonio Pazzona - Dipartimento Ingegneria del Territorio, Territorio, Università Università degli Studi di Sassari

5 Temperatura e umidità ambientale elevata (Fonte Sevi et al., 2001) Comfort termico essenziale per il benessere animale, tuttavia poco curato da tecnici ed allevatori Temperature critiche (alterazione del metabolismo) 30 C (periodi di tempo prolungati) 35 C (brevi periodi di tempo) Umidità relativa elevata (alterazione del metabolismo) 75-80% (periodi di tempo prolungati) 80% (brevi periodi di tempo) Valori massimi consigliati: Temperatura 25 C C U.R. 70%

6 Temperatura ambientale elevata Inconvenienti aumento del respiro e della temperatura rettale riduzione risposta immunitaria alterazione bilancio minerale (riduzione Mg, K, Ca, P) riduzione produzione lattea, caseina e grasso (soprattutto AG a catena lunga ed insaturi) peggioramento qualità igienico-sanitaria del latte (neutrofili, stafilococchi, pseudomonadacee, coliformi) peggioramento attitudine casearia del latte (riduzione Ca-P, accentuata attività della plasmina)

7 Strategie per la riduzione delle alte temperature ambientali disponibilità di ombra nelle ore diurne e raffrescamento notturno per convezione per eliminare i gas prodotti dalle deiezioni. turni di alimentazione adeguati (pasti al tardo pomeriggio) e localizzazione delle mangiatoie in zone ombreggiate. aumento concentrazione energetica dieta abbassando il rapporto foraggio/concentrato (meno calore in fase digestiva). aumento della somministrazione di vitamine (soprattutto A ed E).

8 Strategie per la riduzione delle alte temperature ambientali aumento della somministrazione di proteine ad elevato by-pass ruminale per fronteggiare riduzione di efficienza funzionale del rumine. Pensare anche alla somministrazione di lieviti. aumento somministrazione di elementi minerali (soprattutto Ca, Na, K) poco assorbiti o persi con urina e sudore. disponibilità di acqua fresca e di buona qualità sotto il profilo del contenuto in sali.

9 Temperatura ambientale bassa Meno rilevante l impatto negativo delle basse temperature sulle produzioni: evento raro nelle aree di allevamento degli ovini interviene nella fase iniziale della lattazione dove i capi sono adeguatamente alimentati Temperatura minima consigliata 5 C

10 Ventilazione estiva (Fonte Sevi et al., 2002) Valori suggeriti 65 m 3 /h per capo (velocità aria = 0,5-1 m/s; cicli di ventilazione durante la parte centrale della giornata (h 10-18) con finalità di raffrescamento ed alla fine della nottata (h 5-6) con finalità di di rimozione gas nocivi (NH 3 CO 2 ) e di deumidificazione dell aria Ventilazione inadeguata 40 m 3 /h per capo o Carica batterica latte (b. mesofili) o Produzione lattea (-10%) o Attitudine alla coagulazione o Efficienza alimentare (-11%)

11 Ventilazione invernale Valori suggeriti 45 m 3 /h.capo (velocità aria = 1 m/s) con finalità di controllo umidità dell aria, dei gas nocivi e del particolato atmosferico Ventilazione inadeguata 25 m 3 /h.capo o NH 3 e CO 2 nell aria (+35% e +82% rispettivamente) o Coliformi totali (+ 45%) o Produzione lattea (-6%) o Caseina (-5%) o Attitudine alla coagulazione Ventilazione inadeguata 70 m 3 /h.capo Valori utilizzati dai progettisti 25 m 3 /h.capo o Polveri totali e respirabili (+89%)

12 Densità di allevamento (Fonte Sevi et al., 2001) Valori suggeriti Pecore da latte 1,5-2,0 m2/capo Densità inadeguate (< 1,5 m2/capo) Carica microbica aria (b. mesofili e coliformi) o Conta cellule somatiche o Carica microbica latte (b. mesofili, psicrotrofi coliformi fecali) o Incidenza mastiti subcliniche o Produzione lattea (-8%) o Caseina (-11%) o Attitudine alla coagulazione o Antonio Pazzona - Dipartimento Ingegneria del Territorio, Territorio, Università Università degli Studi di Sassari

13 Densità di allevamento Valori utilizzati per la progettazione (m 2 /capo) Valori consigliati per benessere animale (m 2 /capo) Pecora da latte 1,0-1,2 1,2 1,5-2,0 Agnelle da rimonta 0,8-0,9 0,9 1,2-1,5 1,5 Agnelli da giorni 0,5-0,6 0,6 0,8-1,0 Allevamento biologico 1,5 m 2 /pecora. Il 23% delle aziende biologiche italiane allevano piccoli ruminanti

14 Volumetria ambientale (Fonte Sevi et al., 2001) Valori suggeriti = 7 m 3 /capo (superficie/capo = 2 m 2 ; altezza ricovero = 3,5 m) Cubature inadeguate (< 5.7 m 3 /capo) o Umidità relativa o Carica microbica dell aria (stafilococchi) o Conta cellule somatiche o Carica microbica del latte (b. psicrotrofi) o Incidenza mastiti subcliniche o Produzione lattea (-15%) o Caseina (-5%)

15 Volumetria ambientale Influenza della volumetria sulla qualità del latte ovino Bassa 4,5 m 3 /capo Media 5,6 m 3 /capo Alta 7,3 m 3 /capo Latte (g/giorno) CCS (x1000/ml) Campioni positivi esame batteriologico (%) 17,0 9,5 4,7 Sevi et al., 2001

16 Management della lettiera Management della lettiera inadeguato incidenza mastiti caratteristiche igienico-sanitarie attitudine casearia del latte benessere degli animali Strumenti di controllo impiego di ammendanti (paraformaldeide, bentonite, perfosfato) con azione batteriostatica, assorbente, antidegradativa monitoraggio periodico delle condizioni di stalla (polverosità, odori, umidità, condensa) per programmare intervalli di rimozione della lettiera

17 Management della lettiera Management della lettiera corretto Aggiunta di adeguati quantitativi di paglia con frequenza settimanale o bisettimanale in funzione del periodo climatico. Mediamente 0,2-0,3 0,3 kg/capo per giorno. Completa rimozione della lettiera almeno 3 volte all anno con disinfezione e disinfestazione del locale (Gastaldo e Rossi, 2007)

18 Qualità dell aria Un aria soffocante, nonché bruciore agli occhi e alle mucose delle prime vie aeree sono indice di cattive condizioni climatiche nei locali di stabulazione (Ufficio Federale di Veterinaria di Berna) Temperature elevate: decomposizione/fermentazione delle deiezioni Umidità relativa elevata: moltiplicazione di batteri, muffe e lieviti Umidità relativa bassa: formazione e sospensione delle polveri Ventilazione ridotta: non allontana gas nocivi e polveri Ventilazione eccessiva: formazione e sospensione delle polveri Management errato della lettiera: tempi di rimozione troppo lunghi, mancato uso di ammendanti causano moltiplicazione batterica (stafilococchi e streptococchi) e produzione gas nocivi

19 Qualità dell aria Assunzione azotati eccessiva: producono aumento del volume delle feci, aumento dell escrezione urinaria di azoto e delle concentrazioni di NH 3 e H 2 S nell aria. Densità di allevamento eccessiva: aumenta la quantità di deiezioni per unità di superficie e la loro decomposizione/fermentazione per effetto del maggior calpestamento. Cubatura insufficiente: favorisce l aumento dell U.R. e la formazione di condensa con aumento della carica batterica nella lettiera, sulle superfici, nell aria.

20 Intensità luminosa Gli animali custoditi nei fabbricati non devono essere tenuti costantemente al buio o esposti a illuminazione artificiale senza un adeguato periodo di riposo. Se la luce naturale disponibile è insufficiente a soddisfare esigenze comportamentali e fisiologiche degli animali, occorre prevedere un adeguata illuminazione artificiale (Dlgs 46/2001) L intensità luminosa di giorno deve essere di almeno 15 lux che per l uomo significa una luce appena sufficiente per leggere o scrivere a lungo (Ufficio Federale di Veterinaria di Berna, 2003) In sala di mungitura l illuminazione l ottimale per l operatore è considerata pari a 200 lux!

21 Effetto della tosatura sul benessere animale Prove condotte su pecore di razza Comisana in periodo primaverile con temperature di C (Casamassima et al., 2009). Forme di allevamento: Pascolo (ore 9-17) e rientro in ovile Stabulazione fissa

22 Effetto della tosatura sul benessere animale Parametri ematici Nessuna variazione significativa, forse a causa delle temperature miti e della buona alimentazione. Produzione di latte Calo medio nei 4 giorni successivi alla tosatura: - 7,11% Picco di perdita al 3 giorno dalla tosatura: - 13,0% Produzione normale al 5 giorno dalla tosatura: Qualità del latte Proteine: nessuna variazione significativa Grasso: - calo nel giorno successivo alla tosatura: -10,6% - produzione normale al 2 giorno dalla tosatura Lattosio: nessuna variazione significativa Urea: nessuna variazione significativa

23 Indicatori benessere animale L aumento di cellule somatiche è un indicatore di malessere animale. Il Comitato Scientifico del Simposio Internazionale Cellule somatiche e qualità del latte dei piccoli ruminanti ha proposto come obiettivo a termine, una soglia unica di cell/ml (Rosati, 2005). Relazione fra cellule somatiche e produzione di latte in pecore di razza Sarda (Pulina et al., 2005) CCS (x1.000/ml) Media latte (g/giorno) Produzione (litri/anno) Produzione (% sulla classe migliore) , , , ,0

24 Mungitura meccanica benessere animale Efficienza Efficienza mungitrice mungitrice (regolazione (regolazione e manutenzione) manutenzione) Vuoto Vuoto stabile stabile Benessere animale Tecnica Tecnica mungitura mungitura Mungitura Mungitura a Basso Basso vuoto vuoto

25 Norme UNI ISO 5707:2007 e UNI 11008:2002 Impianti per la mungitura meccanica: Costruzioni e prestazioni Elevate fluttuazioni di vuoto sono percepite dagli animali come sensazioni dolorose Le norme vigenti prescrivono cadute di vuoto nel vaso terminale del latte NON superiori a 2 kpa nel corso della mungitura, compresa l eventuale caduta dei prendicapezzoli

26 Fluttuazioni del vuoto nel circuito dell aria Vuoto stabile Vuoto non stabile Vuoto non stabile Vuoto non stabile

27 VUOTO OPERATIVO: effetti sulla mungitura Cellule somatiche Congestione capezzolo Ipercheratosi Latte di ripasso Il vuoto viene aumentato per mascherare i difetti dell impianto.

28 VUOTO ELEVATO: effetti sulla mammella Arrossamenti con inizio edema Capezzoli congestionati L applicazione del vuoto provoca: Il blocco quasi totale della circolazione sanguigna il repentino raffreddamento del capezzolo, in particolare nella punta e nell anello alla base del capezzolo; il ripristino della normale temperatura avviene dopo circa 4 minuti un forte innalzamento della frequenza cardiaca

29 Tipologie impiantistiche in Sardegna Impianti installati in Italia Stimati impianti, di cui circa in Sardegna Tipologie impiantistiche più diffuse linea alta: 24 poste, 6 prendicapezzoli (70% circa degli impianti) linea bassa: 24 poste, 12 prendicapezzoli (60% circa degli impianti) Stacco automatico dei gruppi prendicapezzoli Il 2,7% degli impianti a lattodotto è dotato di stacco automatico, prevale il dispositivo a tempo rispetto a quello a flusso Dispositivo d interruzione d automatica del vuoto Il 20% degli impianti a lattodotto è dotato del dispositivo di interruzione automatica del vuoto: gli ingressi d aria nell applicazione dei gruppi passa da l/min a l/min.

30 Tipologie impiantistiche in Sardegna impianti % gregge Secchio e bidone ,6 190 Carrello Lattodotto Rotativo TOTALE alto medio basso ,7 13,1 1,6 67,0 0,0 100, (Fonte: LAORE Sardegna, 2010) impianti % gregge Secchio e bidone 65 2,5 201 Carrello Lattodotto Rotativo TOTALE alto medio basso ,4 7,8 0,4 84,9 0,0 100, (Fonte: Pazzona et al., 2003)

31 Vuoto di mungitura: situazione in Sardegna impianti % Vuoto di mungitura (kpa) media , ,2 93 3,4 41,4 100,0 TOTALE ,0 (Fonte: LAORE Sardegna, 2010) impianti % Vuoto di mungitura (kpa) media , , ,4 42,4 100,0 TOTALE ,0 (Fonte: Pazzona et al., 2003)

32 Vuoto di mungitura Riduzione del vuoto di mungitura La riduzione del vuoto operativo registrata nell ultimo decennio (da 42.4 a 41.4) appare del tutto insufficiente a garantire il benessere animale. Appare evidente l importanza di operare ad un livello di vuoto quanto più possibile basso, compatibilmente con la necessità di non prolungare in misura apprezzabile la durata della mungitura. Come indicazione generale, negli impianti in linea bassa e in buone condizioni di funzionamento, si può operare con un vuoto di kpa senza apportare modifiche alla mungitrice. La riduzione del vuoto di mungitura porterebbe in breve tempo ad una significativa riduzione del tenore di cellule somatiche nel latte.

33 Mungitura a basso vuoto (28 kpa) Basso vuoto (28 kpa) Vuoto standard (42 kpa) Differenza del tempo di mungitura 10 secondi/capo P28 = 166 capi/h.uomo P42 = 173 capi/h.uomo

34 Routine di mungitura Operazioni preliminari Convogliamento e cattura degli animali Verifica primi spruzzi di latte (rarissimo) Lavaggio e asciugatura dei capezzoli (rarissimo) Mungitura meccanica Applicazione dei prendicapezzoli (6 gruppi/addetto) Sgocciolatura meccanica o ripasso a macchina (eventuale) Rimozione gruppi prendicapezzoli Operazioni finali Registrazione del latte prodotto (rarissimo) Disinfezione dei capezzoli (rarissimo)

35 OVINI Parametri operativi lattodotto basso Vuoto mungitura kpa Pulsazione 120 cicli/min; 60% cicli/min; 50% CAPRINI Vuoto mungitura kpa Pulsazione 90 cicli/min; 60% cicli/min; 50%

36 Allevamenti misti: ovini e caprini Cooperativa allevatori Domus De Maria Gruppo capre Gruppo pecore Vasi misuratori aziendali Commutatore per la frequenza di pulsazione

37 Gruppo prendicapezzoli TUBO LUNGO DEL LATTE TUBO CORTO DEL LATTE ø interno 10 mm - 44% flutt. vuoto

38 Gruppo prendicapezzoli STACCHI A TEMPO E A FLUSSO (70 ml/s) Antonio Pazzona - Dipartimento Ingegneria del Territorio, Territorio, Università Università degli Studi di Sassari

39 Gruppo prendicapezzoli INTERRUZIONE AUTOMATICA DEL VUOTO Applicazione e posa dei gruppi Senza automatismo ingressi aria l/min Con automatismo ingressi aria l/min

40 Prototipo mungitrice a basso vuoto (28 kpa) Fluttuazioni del vuoto nel lattodotto 34 kpa 42 kpa 24 kpa 28 kpa

41 Formazione dei mungitori L allevatore attribuisce scarsa importanza all igiene degli impianti di mungitura e di refrigerazione del latte La formazione dei mungitori ed il controllo della qualità del processo di mungitura hanno un influenza sulla sanità della mammella maggiore di marginali adeguamenti dell impianto di mungitura

42 Tecnica di mungitura Fenomeno dell impatto Sgocciolatura meccanica Attacco gruppi Il meccanismo dell impatto aggrava le conseguenze di una scarsa igiene della cute del capezzolo Antonio Pazzona - Dipartimento Ingegneria del Territorio, Territorio, Università Università degli Studi di Sassari

43 Penetrazione dei germi nel capezzolo L errato uso della mungitrice facilita la moltiplicazione dei batteri sulla punta del capezzolo Le lesioni indotte dall impianto sono facilmente colonizzate dai patogeni La contaminazione è il primo passo verso l infezione intramammaria Capezzolo sano Capezzolo lesionato

44 Igiene del capezzolo Disinfezione dopo la mungitura importante metodo di prevenzione delle mastiti Post-dipping Assicura la copertura totale del capezzolo. Se la soluzione viene contaminata deve essere sostituita previa accurata pulizia della coppetta. Importante: la coppetta deve essere adatta alle dimensioni del capezzolo

45 Igiene del capezzolo Disinfezione dopo la mungitura importante metodo di prevenzione delle mastiti Spray Considerato più pratico e veloce del dipping. E richiesta maggiore attenzione da parte dell operatore. Con lo spray si utilizza più soluzione rispetto al dipping.

46 Igiene Domanda: da chi ti fermeresti a mangiare? Gavino Salvatore

47 Natura dei depositi Depositi molli Residui di latte = lavaggio giornaliero insufficiente Goccioline d acqua sulle pareti = superficie grassa

48 Natura dei depositi Depositi duri Minerali dall acqua e dal latte = lavaggio acido insufficiente Depositi metallici e argillosi = lavaggio acido insufficiente NON esagerare con i lavaggi acidi!!!

49 Natura dei depositi Depositi tenaci Il deposito anziano è il più difficile da asportare Lo sporco aderisce più tenacemente alle superfici in gomma e in plastica usurate o porose

50 Manutenzione guaine superficie della guaina dopo due stagioni di mungitura

51 Manutenzione regolatore del vuoto Regolatore sporco Sensore sporco Antonio Pazzona - Dipartimento Ingegneria del Territorio, Territorio, Università Università degli Studi di Sassari

52 Manutenzione regolatore del vuoto Impianto con 12 gruppi prendicapezzoli Il regolatore fa entrare circa 1000 l/min di aria, pari a 60 m 3 /ora. In una sala pulita il pulviscolo presente nell aria è di 0,02 g/m 3 In un mese nei filtri si accumulano 180 grammi di pulviscolo

53 Mungitura manuale e qualità del latte (Fonte ARA Sardegna, 2003) Aziende controllate Carica microbica totale (n/ml) Cellule somatiche (n/ml)

54 Mungitura meccanica e qualità del latte (Fonte ARA Sardegna, 2003) Aziende controllate Carica microbica totale (n/ml) (- 22%) Cellule somatiche (n/ml) (- 8%) Antonio Pazzona - Dipartimento Ingegneria del Territorio, Territorio, Università Università degli Studi di Sassari

55 Mungitura meccanica con pagamento del latte a qualità (Fonte ARA Sardegna, 2003) Aziende controllate Carica microbica totale (n/ml) (- 40%) Cellule somatiche (n/ml) (- 11%)

56 Grazie!

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