I l bel tempo dello scorso

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1 Controllo dei flussi migratori: la presenza della Marina Militare I l bel tempo dello scorso mese di agosto e la serie di alte pressioni sul mediterraneo centrale, hanno favorito il flusso di extracomunitari nordafricani via mare verso l Italia. Diversi sono stati, da parte della Marina Militare, gli avvistamenti e gli interventi a favore di natanti che facevano rotta verso le coste e le isole italiane. Da tanti anni, la Marina Militare è impegnata nell'ambito dell'attività di controllo dei flussi migratori con l impiego di mezzi navali ed aerei che forniscono un indispensabile contributo alle attività marittime e alla tutela della salvaguardia della vita umana in mare nel rispetto delle leggi del nostro governo e del diritto internazionale. Per raggiungere tali obiettivi la Marina Militare impiega sia le corvette che i pattugliatori appartenenti al Comando per le Forze di Pattugliamento (Comforpat) della base navale di Augusta. Le navi si alternano in mare per garantire il controllo del traffico mercantile nazionale ed internazionale. Nell ambito di tale attività il pattugliatore Spica è stato impegnato in attività di presenza e sorveglianza nell area del Mediterraneo centro-meridionale, a seguito di segnalazione ricevuta dal Maritime Rescue Coordianation Centre (MRCC) di Roma. Il concorso di nave Spica e del suo equipaggio, è stato richiesto più volte: una prima volta avvistando con l elicottero di bordo, un AB 212, un barcone con un centinaio di persone che si trovava a largo di Lampedusa. Questo avvistamento ha permesso, con il coordinamento della guardia costiera di Palermo, l intervento delle motovedette della guardia costiera di Lampedusa e della guardia di Finanza che hanno condotto Gommone con migranti, ripresi dall elicottero di bordo di Nave Spica; nelle altre immagini: foto di repertorio dell Unità. nel porto di Lampedusa, 126 migranti tra i quali donne e bambini. Un secondo intervento è stato prestato quando l elicottero di bordo ha localizzato nell area di ricerca e soccorso maltese, a circa 70 miglia a sud ovest dell Isola di Malta, un gommone alla deriva con circa 80 migranti. Nave Spica ha raggiunto in breve tempo il punto segnalato dall elicottero; giunta in area ha verificato la situazione in atto e le condizioni del personale a bordo del gommone, pronta a dare assistenza ad eventuali naufraghi bisognosi di soccorso. L MRCC di Roma ha contemporaneamente informato le competenti autorità maltesi, che hanno dato disposizioni affinché i migranti venissero recuperati e successivamente sbarcati a La Valletta. Durante le delicate operazioni di affiancamento e trasbordo effettuate dalla motovedetta maltese, nave Spica è rimasta a disposizione per fornire qualsiasi forma di supporto, con i propri team marinaresco e sanitario e con l elicottero imbarcato. Anche in questa occasione, tutta l attività, aiutata anche dalle buone condizioni meteo marine, si è svolta senza inconvenienti a conferma della efficacia delle esercitazioni congiunte che si svolgono periodicamente tra la nostra Marina e le forze Armate maltesi. Alessandro Busonero n 2 3

2 Nave Scirocco protagonista in Tanzania Durante la sosta a Dar Es Salaam nave Scirocco, nell ambito dell iniziativa internazionale Africa Partnership Station, ha collaborato con la Marina tanzaniana tenendo una serie di corsi tematici a favore degli ufficiali africani N ave Scirocco, a metà agosto, al temine dell operazione Eunavfor Atalanta, ha effettuato una sosta nel porto di Dar Es Salaam in Tanzania dove ha condotto un attività di Maritime Capacity Building (MCB) nell ambito dell iniziativa Africa Partership Station (APS) e di collaborazione bilaterale Italia Tanzania. L Africa Partnership Station (APS) è un'iniziativa internazionale sviluppata dagli Stati Uniti d America, in particolare dalla United States Naval Forces Europe-Africa, che opera in collaborazione con partner statunitensi e internazionali. Lo scopo è quello di migliorare la sicurezza marittima e la sicurezza in Africa, come parte del programma di sicurezza del Comando Africa degli Stati Uniti di cooperazione. APS, è un programma strategico volto a sviluppare le competenze, l'esperienza e la professionalità dei militari africani e della guardia costiera. Questo tipo di attività riveste una grande importanza per uno stato come la Tanzania la cui Marina sta tentando di focalizzare la propria attenzione sul pattugliamento costiero per il controllo della pesca e dei siti estrattivi offshore. In questo contesto, e nella visione di una più ampia collaborazione tra Italia e Tanzania, ufficiali, sottufficiali e marinai di nave Scirocco hanno tenuto una serie di corsi divisi in moduli tematici e di diverso livello di difficoltà: dall introduzione all utilizzo dei computer, alle esercitazioni di difesa passiva, primo soccorso e tecniche di perquisizione (curate dal team del Reggimento San Marco), passando per lezioni di carteggio, maritime domain awareness e introduzione all anti-ied (Improvised Explosive Device) a cura degli specialisti EOD del Gruppo Operativo Subacquei imbarcati. L alternanza tra lezioni teoriche e moduli pratici ha consentito di massimizzare i risultati ottenuti, garantendo sempre un alto livello di coinvolgimento e partecipazione da parte dei militari in formazione. Le lezioni teoriche si sono tenute presso la Naval School della Marina della Tanzania, mentre le esercitazioni pratiche si sono svolte a bordo dello Scirocco. Questa settimana di addestramento non ha soltanto riscontrato grande successo tra i giovani ufficiali in formazione, ma ha anche consentito a coloro che sono stati chiamati a presentare le lezioni di entrare in contatto con l ospitalità dei colleghi tanzani, di conoscerne una piccola parte della loro cultura così diversa da quella occidentale e così affascinante. Senza dubbio questa esperienza ha portato ad un mutuo arricchimento sia professionale che umano. Ai colleghi tanzani un sincero in bocca al lupo per il proseguo della loro carriera, un grandissimo grazie alla Tanzania per la calorosa accoglienza e vento in poppa a nave Scirocco dopo lunghi e intensi mesi di attività fuori area. Giacomo Persi Paoli n Nell ambito della missione Eunavfor-Atalanta lo Scirocco non ha voluto far mancare la solidarietà del personale della Marina Militare a chi è meno fortunato di noi C anti in lingua swaili, tamburelli e balli in abiti colorati africani, è stato questo il modo in cui i bambini dell asilo materno delle Missionarie di Carità d Ivrea e del Gruppo di fanciulli del Movimento dell Infanzia missionaria Giovanni Paolo II di Dar Es Salaam ci hanno voluto comunicare il loro Asante Sana : Grazie! Ad accogliere un gruppo rappresentativo dell equipaggio di nave Scirocco, le Suore di Carità di Ivrea, presenti in Tanzania dagli anni 60, che insieme all educazione delle giovani generazioni tanzaniane assicurano la presenza di un dispensario in cui, con amorevole cura e instancabile sollecitudine, offrono visite gratuite pediatriche e ginecologiche, organizzano centri d ascolto per i malati di aids, campagne di prevenzione alla diffusione del virus e uno sportello del dispensario al quale ogni giorni si affacciano cir- 4 5

3 ca duecento ammalati di ogni età per ricevere medicinali salva vita: antibiotici, antipiretici, antimalarici, latte pediatrico e quanto può sollevare o salvare una vita. Una presenza silenziosa e costante, composta da cinque Suore tanzaniane, una keniota e una italiana. I più colpiti sono i bambini, gli anziani, le donne incinte. Qui ognuno fa quello che può, ma lo fa con tutto il cuore. Ogni medicina è preziosa, spesso non basta alle esigenze di tutti i pazienti che ne hanno bisogno: i malati vengono da Dar Es Salaam, ma anche dai villaggi del territorio circostante, l entroterra, spesso dopo giorni di cammino, a volte dopo troppo tempo, così che quel male che un giorno poteva essere curato con facilità può diventare irreparabile. Tra gli altri sguardi ci colpisce quello preoccupato di una giovane madre con la sua piccola di sette mesi: lei è venuta a ritirare l antivirale per l AIDS e una suora cerca di convincerla a fare il test per la sua bambina. I suoi occhi si riempiono di lacrime: Non voglio sapere se la mia bambina è ammalata, se lo fosse, potrei morirne dice. È questo il modo in cui si esorcizza la paura qui in Tanzania, a volte è meglio non sapere che conoscere in anticipo un epilogo tragico quasi certo. È la speranza che qualcosa si può fare, che non tutto è perduto, il grande messaggio che le Suore ogni giorno regalano insieme a quei medicinali così importanti: una stretta di mano, un abbraccio materno: non li fa sentire soli. A questa opera nave Scirocco ha pensato di dare il proprio contributo, sapendo di andare in Kenya e Tanzania. Prima della partenza, da Taranto, i membri dell equipaggio, singole famiglie, parrocchie, farmacisti e ogni singolo membro della Marina Militare coinvolto e sensibilizzato dai cappellani di Taranto, monsignor Renato Pizzigallo, il cappellano di Comforal e il cappellano imbarcato su nave Scirocco, con il beneplacito e l interessamento di tutta la catena di comando, hanno messo insieme ciò che sembrava essere necessario, ciò che in Italia non facciamo mancare ai nostri figli, e che in questa terra purtroppo non è scontato, e che ancora di più qui è fondamentale per vivere. Così raccolti circa sessanta scatoloni di medicinali e latte pediatrico, imbarcato tutto, siamo partiti. Tanto altro materiale, è rimasto a terra per mancanza di spazio; ma ci ha pensato il San Giusto a farsi carico del trasporto del materiale rimanente, insieme a tanto altro. L itinerario, però, si sa, cambia spesso in una operazione antipirateria e, ad un certo punto, il Kenya e la Tanzania non sono più previste e le medicine rischiano di scadere. È grazie alla disponibilità di un altra nave della Forza Navale Europea che dirige verso Dar Es Salaam, l unità francese Marne, che possiamo far trasportare il nostro prezioso dono dal Golfo di Aden alla Tanzania. E l Ambasciata d Italia in Tanzania ci ha permesso di convogliare tutto quanto avevamo raccolto alle Suore d Ivrea. La sollecitudine dell Ambasciata italiana permette di farsi carico del materiale e portarlo al dispensario delle Suore, a Kawe. A loro la telefonata dell Ambasciata: Abbiamo ricevuto da una nave italiana delle medicine per voi, possono esservi utili?. Forse si aspettano qualche scatola all arrivo delle centinaia di medicine la gioia delle Suore è indescrivibile: saltano e piangono per quel dono piovuto dal Cielo. Non sanno chi ringraziare, ma il loro cuore e la loro preghiera sa di doversi rivolgere al popolo italiano, che tra mille difficoltà economiche hanno pensato ai loro bimbi. Suor Valeria Rizzo, 74 anni italiana, in Africa da 46, ha passato due giorni a tradurre i foglietti illustrativi delle medicine dall italiano al swaili, per le suore tanzaniane. Quando ci ha raccontato della loro gioia avremmo voluto vederle saltare e ringraziare quando hanno avuto quel dono, solo per renderci conto di quanto un gesto d amore può essere importante per chi lo fa più che per chi lo riceve. Non per inorgoglirci, ma per rafforzare la convinzione che vale sempre la pena dare quel poco che si ha, per salvare qualcuno, e sigillare nel cuore la motivazione per continuare a farlo. A fine luglio nuovo itinerario: nave Scirocco, per un cambio di programma inatteso, dirige verso la Tanzania per adempiere un impegno istituzionale. Così, tra le attività ufficiali, possiamo conoscere quelle Suore a cui erano arrivati i nostri aiuti. Il 17 Agosto siamo stati ospiti dalle Missionarie: l accoglienza è stata quella di una festa per persone importanti ma non eravamo solo noi marinai di nave Scirocco ad essere accolti, in noi, veniva accolta ogni persona che ha contribuito a quella raccolta miracolosa. Forse le Suore ci avevano sentito, hanno intuito che avremmo voluto essere lì con loro all arrivo delle medicine, forse, avrebbero voluto anche loro che noi fossimo stati presenti in quel momento e allora quello stesso ballo, quella stessa gioia hanno voluto che a raccontarlo, a rappresentarlo fossero stati i loro bimbi. I bambini hanno cantato una canzone composta appositamente per l occasione: Abbiamo visto da lontano arrivare una Nave e l abbiamo salutata, ma questa nave aveva tante finestre e l equipaggio c era dentro ci ha visti e ha ricambiato il saluto. Ci hanno ringraziato perché l Italia ha visto, si è accorta delle loro difficoltà, forse, semplicemente, ci siamo ricordati che avremmo potuto fare qualcosa e non abbiamo esitato a farla. Sabato 18 Agosto mandiamo circa 1000 buste di latte fresco, che le suore distribuiscono ai bambini e alle famiglie. È ancora festa! Suor Valeria vuole ringraziarci. Domenica 19, il comandante dello Scirocco, capitano di fregata Riccardo Marchiò vuole salutare le Suore. Lo accolgono e lo salutano, non solo ricambiando il suo sorriso sereno e sorpreso, ma idealmente, in lui, abbracciano l Italia, la Marina, dicono il loro grazie commosso per quei gesti fraterni che le hanno sorprese. Una foto fatta dal gruppo dell equipaggio in posa con i bimbi dell Asilo, con una dedica e firma del comandante, è un piccolo presente di nave Scirocco ad memoriam dell evento. Ma ciò che rimane nel cuore è la gioia e la profonda gratitudine di quelle Suore, come bambine che ricevono un regalo importante il regalo più grande però era per noi. Quel calore e quella gioia rimane dentro di noi, e non crediamo di poterlo esprimere fino infondo con le parole. Quella festa ci ha fatto assaporare non solo il loro grazie ma l essere uniti da un filo invisibile ma resistente, che lega ogni uomo in ogni parte del mondo. Noi quel filo lo abbiamo visto, vorremmo renderlo visibile a tutti, affinché non si spezzi, ma si rafforzi, si concretizzi, nel continuare a costruire un ponte ideale che abbiamo gettato con l Africa, e che arricchisce anche noi. Asante Sana Tanzania! Don Vincenzo Caiazzo n 6 7

4 GOLFO DI ADEN 1 Un dhow è una grande imbarcazione in legno, tipica del Golfo di Aden e del bacino occidentale dell Oceano Indiano, usata per trasportare merci di varia natura. È la colonna portante del cabotaggio locale. 2 Tra i compiti di Atalanta, oltre al contrasto alla pirateria, c è anche quello di scortare le navi del World Food Programme (Wfp) e della missione dell Unione africana in Somalia (Amisom), ed il contrasto dell attività di pesca illegale. Un giorno di ordinaria antipirateria EH-101 prossimo al decollo per seguire l'azione del gommone del Rotterdam. L elicottero della fregata francese La Fayette si leva in volo alle prime luci dell alba. La sua missione è raggiungere un dhow 1 che si trova ad una cinquantina di miglia a prora della nave, sorvolarlo ed investigarlo. Il La Fayette fa parte della Forza navale europea (Eunavfor) dislocata nel Golfo di Aden e nell Oceano Indiano occidentale nell ambito dell operazione anti-pirateria Atalanta 2. Un operazione a bandiera Ue, il cui quartier generale operativo si trova a Northwood, in Inghilterra ed è al comando dell ammiraglio di divisione inglese Duncan Potts. Il comando in mare della task force, invece, ruota ogni quattro mesi tra le nazioni dell Unione europea. Dallo scorso sei agosto, e fino a dicembre, il comandante della task force di Eunavfor è il contrammiraglio Enrico Credendino, imbarcato sul San Giusto, flagship e sede del suo staff. È da qui, che ha inoltrato alla fregata francese l ordine di cercare il dhow ed investigarlo. Il motivo è che esiste il fondato sospetto che sia in mano ai pirati. Il sospetto, non la certezza. Quando si lavora in mare, in un area molto grande, si deve sfruttare ogni possibile informazione utile, condividerla con gli altri attori presenti in area e valorizzarla - spiega il capitano di fregata Giuseppe Aletta, capo del nucleo di Eunavfor che si occupa della condotta delle operazioni È fondamentale, però, un accurata verifica delle informazioni in nostro possesso. Nel Golfo di Aden transitano ogni anno mercantili ed un grande numero di dhow e di piccole imbarcazioni da pesca. I falsi allarmi sono all ordine del giorno e noi dobbiamo evitare di disperdere forze ed energie. L elicottero del La Fayette, sorvolando il dhow, appura che è effettivamente stato sequestrato. Nel frattempo la fregata francese serra le distanze, recupera l elicottero e, qualche ora dopo, raggiunge il dhow. Dei pirati, però, non c è traccia. Falso allarme? No. Lo conferma l equipaggio del dhow: i ripetuti sorvoli dell elicottero francese hanno innervosito i pirati, che si sono sentiti braccati ed hanno preferito abbandonare la preda e mettersi in fuga, dileguandosi a bordo di un secondo dhow, piratato anch esso. La ricerca ricomincia. Non si hanno notizie su questo secondo dhow ed il Golfo di Aden è un vasto braccio di mare che si distende tra la Somalia e la penisola araba. Una ricerca casuale sarebbe inutile. Occorre, invece, coordinare i mezzi a disposizione. Il La Fayette viene lasciato a scortare il primo dhow fino all ingresso in acque sicure, mentre nella ricerca del secondo dhow viene mandata la fregata tedesca Sachsen, anch essa parte della Forza navale europea, ed un aereo da pattugliamento a lungo raggio specializzato in ricerca e riconoscimento marittimo (MPRA), te- desco anch esso ed anch esso in forza ad Eunavfor. È proprio l aereo tedesco ad individuare l imbarcazione ricercata, permettendo così al Sachsen di raggiungerla al termine di un inseguimento durato un intero giorno. La notte si avvicina, il Sachsen si mantiene a distanza di sicurezza, rimandando ogni azione al mattino seguente. In gergo si parla di ombreggiamento, un inseguimento discreto. Con l alba, sulla scena giunge anche il San Giusto. La prima cosa da fare è capire le intenzioni dei pirati, il loro stato d animo, tenerli sotto pressione ma non innervosirli troppo: hanno già più volte minacciato i membri dell equipaggio del dhow. Dal San Giusto si leva in volo un elicottero, un AB212 del nucleo lotta anfibia; un altro, un EH101, è pronto a fare altrettanto. La cosa importante, in questo tipo di missioni, è mantenersi ad una distanza dal contatto che, se da un lato ci consente di controllare la situazione a bordo e di assicurarci che all equipaggio del dhow non venga torto un capello, dall altro permette all elicottero di restare a distanza di sicurezza da un eventuale reazione dei pirati spiega il tenente di vascello Max Cè, pilota di AB212 del nucleo lotta Il boading team del Rotterdam in procinto di salire sul secondo dhow. anfibia, più di tremila ore volate in quasi tutti i teatri operativi ed in ogni condizione. Ci vuole una grande concentrazione e devi dimenticarti del caldo, della stanchezza e pensare solo alla missione. C è un altra importante forza anti- pirateria, nel Golfo di Aden, appartenente all operazione Nato-Ocean Shield, che lavora in coordinamento costante con Atalanta. La flagship di Ocean Shield, la nave anfibia olandese Rotterdam, raggiunge il Sachsen ed il San Giusto e si unisce a loro. Disloca sei mezzi anfibi in mare e li interpone tra la costa somala (ormai in vista) ed il dhow, impedendogli così di poter giungere la battigia e di ricevere aiuti da terra. Il comandante Prima imbarcazione scortata dalla Fregata La Fayette. dell Ocean Shield, il commodoro olandese Ben Bekkering, dispone dei suoi mezzi in costante coordinamento e comunità d intenti con l ammiraglio Credendino. Le intenzioni dei pirati sono chiare. Il loro scopo è giungere in prossimità della costa somala e mettersi in salvo, magari ricevendo l aiuto di un mezzo partito da terra. L azione di interdizione e disturbo del Rotterdam, però, porta alla resa dei pirati. Il dhow si ferma, i marines olandesi salgono a bordo e li fermano, mentre intorno il San Giusto con i suoi elicotteri, il Sachsen ed il Rotterdam controllano la situazione. Trasbordati sulla nave olandese, i pirati sono detenuti in attesa di essere trasferiti nei Paesi Bassi ed essere sottoposti a regolare processo. Il dhow, invece, viene riconsegnato al legittimo equipaggio ed alla libera navigazione. Raccontano, i sequestrati, di essere partiti da Dubai e di essere stati sequestrati al largo delle coste dell Oman. Cioè a molte centinaia di miglia dalla Somalia. Alla comparsa del 8 9

5 fenomeno il bacino di azione dei pirati somali era di poche centinaia di miglia al largo delle coste somale e lungo il golfo di Aden. spiega ancora il comandante Aletta - Oggi l area interessata si è molto estesa, tanto che attualmente il bacino di azione dei pirati somali arriva a lambire le coste dell India e si spinge fino allo stretto di Hormuz, porta di ingresso del Golfo Persico. Nel complesso, un area grande quanto l intera Europa continentale. E proprio l Europa rischia di subire, indirettamente, i più grossi danni economici dal fenomeno della pirateria. Le navi mercantili in transito annualmente attraverso il Golfo di Aden, infatti, sono quasi tutte dirette verso porti europei. Una media di tra queste, poi, battono bandiera italiana. Ciò significa che, ogni giorno, almeno 4 mercantili italiani attraversano questo tratto di mare, con picchi fino a 10 navi al giorno. Come spiegato dal comandante in capo della Squadra navale, l ammiraglio di squadra Giuseppe de Giorgi, nel corso di una recente audizione 3 La Combined Maritime Forces (Cmf) è una Forza navale multinazionale cui partecipano Australia, Francia, Germania, Italia, Pakistan, Canada, Danimarca, Turchia, Stati Uniti d America e Regno Unito, oltre a numerosi altri Paesi. Lo scopo della Cmf è quello di combattere il terrorismo internazionale, prevenire atti di pirateria in mare e contrastare traffici illegali via mare. 4 Gli indipendent deployers sono delle task force navali che scortano i mercantili di proprio interesse nazionale lungo l Irtc (International Reccomanded Transit Corridor), ovvero un corridoio di transito lungo il Golfo di Aden, istituito col fine di proteggere i mercantili in transito. I principali independent deployers in area sono: Cina, Russia, India, Giappone e Corea del Sud. Tra questi e le anti-pirateria presenti in area (Eunavfor-Atalanta e Nato-Ocean Shield) c è una continua collaborazione finalizzata però alla sola protezione dei mercantili in transito, senza integrazione in ambito di contrasto alla pirateria. Decision breefing dello staff di EU NAVFOR. al Senato: Per quanto riguarda l'italia, l'effetto immediato della pirateria sulle rotte battute dalle navi mercantili è lo spostamento delle linee di traffico. Già si registra infatti, al riguardo, un iniziale spostamento dal Mar Rosso e dal Mar Mediterraneo all'oceano Atlantico, con la circumnavigazione dell'africa. Qualora la pirateria non dovesse essere debellata, tale spostamento delle linee di traffico darebbe luogo ad una anemizzazione dei traffici nel Mediterraneo (che diventerebbe un lago deserto) e in Italia in particolare, nei principali porti di Gioia Tauro, Genova, Livorno e Trieste, ed avrebbe un effetto devastante sulle prospettive di lavoro e di sviluppo economico dei porti nazionali a favore dei porti africani atlantici e del nord Europa, con ripercussioni molto gravi sull'economia nazionale. Le statistiche degli ultimi due anni dimostrano che c è stato un sensibile calo del numero di attacchi sventati grazie alla presenza di Forze come Atalanta, Ocean Shield, la Combined Maritime Forces 3 ed altri attori indipendenti operanti in maniera autonoma 4 ; anche l assunzione, da parte dei mercantili, di misure di sicurezza, quali l imbarco di team di protezione e sicurezza ha contribuito a rendere meno efficace l azione dei pirati. Tuttavia, come afferma il contrammiraglio Enrico Credendino, non c è alcuna evidenza del fatto che la pirateria sia stata sconfitta. La cosa davvero importante è mantenere un elevato livello di prontezza, senza minimamente abbassare la guardia, ora che i numeri sembrano darci ragione. Il contrasto alla pirateria in mare, così come la protezione delle navi del World Food Programme e di Amisom, sono nostre priorità assolute e tali dovranno rimanere fino a quando la situazione in Somalia non si sarà stabilizzata da un punto di vista sociale e politico. Il dhow liberato ed il sole si sono ritirati dietro l orizzonte, in direzioni opposte. Le tre navi, silenziosamente, hanno ripreso il mare anche loro, ognuna in maniera indipendente ma non casuale. Il monsone concede una tregua, sembra una notte tranquilla. Domattina un altro elicottero si leverà in volo? Valerio Magliola n Military Advisor Team: una nuova sfida per il San Marco AFGHANISTAN V entuno leoni del San Marco dallo scorso aprile, quali Military Advisor Team (MAT) nell ambito della missione Nato ISAF, sono dislocati in Afghanistan nel distretto di Farah con lo scopo di supportare embedded a livello battaglione (Kandak) l Afghan National Army (ANA). Il compito principale del MAT è l advising dell esercito afgano nella pianificazione e condotta delle operazioni sul terreno e il supporto in termini di comando e controllo, supporto di fuoco aereo ed evacuazione medica. Il Evacuazione medica con elicottero. L arco d ingresso a Quali nau, capolugo del distretto del Gulistan, dono del Reggimento San Marco durante il periodo agosto-febbraio 2011, attualmente presidiato da soldati dell ANA. difficile compito dei MAT diviene sempre più focale nel periodo di transizione della missione Nato ISAF in Afghanistan che nel prossimo futuro, vedrà una progressiva riduzione delle forze di manovra Nato sul territorio, in seguito alle consolidate capacità di controllo e sicurezza del territorio delle forze afgane. Il team di advisor, quotidianamente a contatto con l ANA, necessita sia di una solida preparazione professionale e approfondita conoscenza culturale del paese, sia di una spiccata e paziente capacità di relazione umana con i colleghi afgani. Li supporta, li assiste, li consiglia e talvolta impara da loro, un compito impegnativo ma motivo di grande soddisfazione. Bere un chai (the) afgano, mangiare il loro cibo seduti comodamente a terra, rispettare le loro tradizioni, combattere insieme a loro diviene quanto mai necessario per l assolvimento della missione. Ma chi è l ANA: L ANA è un esercito moderno che combatte con i valori di un esercito del passato. Il Comandante afgano è un leader di altri tempi, si espone al nemico, dimostra sempre la sua presenza alla truppa, dorme in postazione con una radio ed una bandiera, prega e ostenta ai propri uomini che è un buon mussulmano, guida gli ufficiali e gli uomini direttamente sul terreno durante i combattimenti. Dialoga con i talebani la sera con le radio portatili, li sfida a attività operativa 10 11

6 Gulistan - operazione Shrimps Net, un evacuazione medica a seguito di un esplosione non controllata di un ordigno improvvisato. parole e ricorda che loro sono fratelli afgani, li esorta ad abbandonare le armi e di supportare il Governo, la legge e l autorità. E sempre presente quando si presta soccorso ai feriti, li accarezza come se fossero propri figli, Li segue fino all imbarco sull elicottero, si preoccupa che la salma dei soldati caduti in combattimento sia consegnata ai familiari come la religione mussulmana prevede. E orgoglioso ed indipendente, difficilmente accetta troppi consigli, specie di fronte ai suoi uomini, non gradisce di essere contraddetto e criticato, ma ha anche consapevolezza del supporto che la forza Nato può dare e ricerca l approvazione delle sue azioni di comando e delle scelte tattiche. Durante il mandato del military advisor team della Marina italiana (marzo/ottobre), sono state svolte diverse tipologie di attività in supporto all A- NA, dal quotidiano pattugliamento per il controllo del territorio, consegna di materiali e assistenza medica in collaborazione con le forze di manovra Nato, a operazioni cinetiche allo scopo di ridurre la capacità offensiva dei movimenti di talebani ostili al Governo afgano e alle forze di coalizione. Tra le molteplici operazioni svolte in questo periodo spicca l operazione Shrimp s net (rete per gamberi). Tale operazione si è svolta nel mese di luglio nella famigerata valle del Gulistan, la valle dei fiori, punto di massima espansione dell area operativa del contingente nazionale italiano dal settembre 2010, nella quale negli ultimi due anni hanno perso la vita sei soldati italiani. Nell area d operazione sono stati impegnati per 20 giorni circa 800 soldati dell esercito afgano con i loro advisor in stretta collaborazione con le forze Nato terrestri e aeree. La Shrimp s net ha permesso di ridurre la capacità offensiva delle forze ostili in zona, di stabilire libertà di movimento lungo le vie di comunicazione e di trasferire la base avanzata di Fob Ice dalle forze Nato all esercito afgano. L operazione Shrimps Net è ormai iniziata gli advisor italiani consultano la carta topografica con l acting commander ANA dell operazione in Gulistan, vice comandante della seconda Brigata ANA. Il Kandak mentorizzato dal MAT I della Marina italiana, è ormai in grado di operare in piena autonomia, con un livello di preparazione e professionalità elevato, a dimostrazione dell efficace e fondamentale ruolo svolto dai team del San Marco fino ad oggi. Ma l impegno non finisce qui, infatti al prossimo team advisor della Forza da sbarco verrà assegnato un nuovo battaglione di fanteria afgana; per i nostri Leoni si prospetta una nuova sfida piena di difficoltà ma sicuramente ricca di soddisfazioni. Alessandro Nulli n Attività estiva del 74º Gruppo Navale Si è concluso il tirocinio navale e di manovra (Tir.n.e.ma.) a favore degli aspiranti guardiamarina dell Accademia Navale di Livorno LA SPEZIA L annuale tirocinio navale, come è consuetudine da molti anni, si è svolto nel porto e nel golfo di La Spezia a bordo delle unità classe Aragosta, del 74 Gruppo navale di addestramento (Comgrupnavadd 74). Durante le tre settimane gli aspiranti guardiamarina del corso Sirius della terza classe dei ruoli normali dell Accademia si sono cimentati nelle manovre necessarie al conseguimento della guardia in plancia di livello basico. L intera attività è stata articolata in un periodo di lezioni teoriche, conferenze, uscite giornaliere in mare e imbarchi su unità minori a seconda della disponibilità delle stesse, consentendo ai frequentatori di prendere dimestichezza con il difficile ruolo che detiene colui che è chiamato a gestire e coordinare la plancia e a familiarizzare con le principali manovre in acque portuali e cinematiche. Gli aspiranti sono stati divisi in tre team che, ruotando periodicamente a bordo delle unità, hanno operato nelle acque prospicienti il seno di La Spezia affinando le conoscenze teoriche di navigazione e manovra acquisite durante l addestramento annuale in Accademia. Il programma ha anche previsto un uscita presso Marina di Carrara con successivo rientro nel porto di La Spezia nelle ore notturne, al fine di effettuare una navigazione ed un ormeggio in condizioni di minore visibilità. Nel corso del Tir.n.e.ma. sono state effettuate diverse manovre, dall esercitazione di uomo a mare alle avarie al timone, dagli ormeggi di fianco e di punta alla fonda e alla presa di boa, fino ad arrivare alle manovre cinematiche in formazione. Ciascun aspirante è riuscito così ad incrementare notevolmente le proprie conoscenze e le proprie capacità di manovra, sviluppando il prezioso occhio cinematico che nei prossimi anni, a bordo delle unità maggiori della Squadra navale, sarà fondamentale per svolgere correttamente il proprio lavoro. Durante il periodo di tirocinio gli aspiranti hanno anche potuto condividere con gli equipaggi un evento significativo, il compleanno di nave Murena che il primo agosto ha celebrato i 55 anni dalla data del suo varo avvenuto presso i Cantieri navali di Marina di Carrara. Ad maiora! attività operativa Bartolomeo Mazza n 12 13

7 C è un altra Concordia il cacciamine Vieste l ha trovata!! C ontatto sonar su rilevamento due-zero-zero, distanza 160 metri. Sono le 10:24 del 4 luglio, e nave Vieste acquisisce un contatto sonar. Gli operatori capiscono da subito che non si tratta del solito eco simile a mina, ma qualcosa di molto più grande correlabile ad uno scafo affondato. Il relitto è adagiato su un fondale di 40 metri e da una prima analisi risulta essere lungo circa 35 metri e largo 6. Per acquisire maggiori informazioni, arriva il momento di impiegare l Auv (Autonomous underwater vehicle) Remus 100, un sidescan sonar totalmente autonomo capace di operare fino a 100 metri di profondità ed in grado di acquisire mappature del fondale ad altissima risoluzione. La prima missione del Remus dura un ora e mezza e i contorni del relitto diventano molto più nitidi. Dallo studio della mappatura e dell'ombra proiettata dal relitto si ha conferma della presenza di tre boccaporti in coperta già visibili anche al sonar, e si evince che giace parzialmente adagiato sul suo lato sinistro. E dotato di una gru sul suo castello a proravia del primo boccaporto e si vedono le linee curve delle "anche" tipiche del naviglio di fine 800. Guardando la sua prora quasi verticale e il giardinetto di poppa a balconcino non si hanno dubbi sulla natura della nave e sulla sua tipica linea di nave a vapore. Per procedere all identificazione ottica viene allora deciso di impiegare il veicolo pluto Gigas. Bastano pochi minuti al veicolo filoguidato del Vieste, capace di raggiungere fondali di 600 metri, per arrivare sul relitto a soli 40 metri. Il Gigas è dotato di una telecamera che permette di osservare i fondali in tempo reale, con una autonomia di gran lunga superiore a quella di un operatore sub. Quando sul contatto, però, ci si accorge che la visibilità subacquea è pessima, il mare grosso dei giorni precedenti ha creato molta sospensione, e Il cacciamine Vieste in navigazione; sotto: immagine del relitto rilevata dal sonar. quello che si riesce a distinguere sono solo delle reti impigliate nelle sovrastrutture del relitto. Dopo avere recuperato il Gigas a bordo, si decide quindi di effettuare una seconda missione con il Remus 100, programmandolo in modo tale da immergersi ad una quota più Immagine del relitto del Concordia vicina al relitto così da acquisire ulteriori e più dettagliati particolari. Con la seconda missione del Remus, si è ormai certi che si possa trattare di un imbarcazione da trasporto e vengono avviate ricerche per scoprire di quale nave possa trattarsi! Si preparano i subacquei per un immersione che possa consentire di identificare il relitto scoperto. La curiosità è tanta e l'interesse storico pone molte domande: cosa trasportava? Da dove veniva e dove andava? Quale è stata la dinamica dell'affondamento? E soprattutto, ci sono state delle vittime? Purtroppo però si è fatto tardi!! Il sole non è sufficientemente alto sull'orizzonte per agevolare la penetrazione della luce sul fondo e si decide di rimandare l'immersione sub all'indomani mattina. In attesa dell immersione, vengono esperite le prime ricerche e, grazie al supporto del Mine Warfare Data Center, si pensa che potrebbe trattarsi di un mototrasporto costiero affondato da un mina il 1 ottobre 1945 proprio in prossimità della zona in cui sta operando il Vieste. Stando a fonti storiche, infatti, si ha notizia dell esistenza di un piroscafo, costruito in Inghilterra nel 1892, adibito a trasporto mercantile e acquistato dall armatore italiano Licciardello che lo ha iscritto con il numero 142 nel compartimento marittimo di Catania. Durante il secondo conflitto mondiale venne affondato una prima volta a Formia per mano dei tedeschi il 12 Settembre 1943; successivamente recuperato, venne adibito a piccolo cabotaggio costiero e pesca. Ironia della sorte, dopo il primo affondamento del 1943 sembra fosse stato ribattezzato Concordia. Chi l avrebbe mai detto..! Il 1 Ottobre 1945, mentre si trovava in navigazione al largo dell isola del Tino, urtò contro una mina e affondò. "Stand-by, stand-by... fondo! Gommone da Vieste, il miraglio è sul fondo ad 1 mt di distanza dalla poppa del relitto." Sono le 11:05 del 5 luglio, quando conclusa la guida con miraglio i palombari imbarcati sono pronti ad immergersi sul relitto armati di fotocamera e videocamera subacquee per effettuare foto e riprese. Gli operatori cominciano la discesa, sapendo che qualsiasi dettaglio ripreso sarà importante, qualsiasi informazione sarà utile a strappare agli abissi un pezzo di storia. Questa volta la visibilità è di gran lunga migliore e le riprese permettono di fare un tuffo nel passato. Non siamo gli unici visitatori presenti sul posto, ma una folta fauna subacquea popola il Concordia. Quello che appare agli occhi ed agli obiettivi dei sub è un relitto in buono stato di conservazione, adagiato su un fondale fangoso, avvolto da vegetazione e reti, ma con le sovrastrutture ancora intatte, con bitte e boccaporti in bella mostra. Il Immagine del AUV Remus 100 tempo per gli operatori sta ormai scadendo e devono tornare in superficie. Il mare e la vegetazione continueranno a custodire e conservare questa Concordia. Nessuno poteva immaginare che la mina che la fece affondare nel lontano 1945 l avrebbe strappata ad una sicura demolizione e resa immortale! Ma forse un nome che nasconde un tragico destino, ha voluto che il Vieste facesse riemergere questa storia a poche miglia di distanza da un altra Concordia tristemente assai più nota! Francesco Maiorana n 14 15

8 Campagna fari in alto Adriatico attività operativa C on il rientro di nave Ponza ad Ancona, si è conclusa la Campagna Fari dell'alto Adriatico, un'attività inquadrata nelle attività istituzionali di Forza Armata e svolta sotto la responsabilità del Servizio dei Fari e del Segnalamento Marittimo, che opera nel settore degli ausili per la navigazione a favore di tutti i naviganti che transitano nelle acque prospicienti le coste italiane e nei porti di interesse nazionale. Iniziata il 10 luglio con il trasferimento dell'unità navale nell'arsenale di Venezia per l'imbarco dei materiali necessari allo svolgimento della missione, la campagna fari di luglio, è stata la prima sotto la gestione del nuovo comandante di Marifari Venezia, il capitano di fregata Giuseppe Caporizzi. Il 17 luglio, nelle acque antistanti l'ingresso del porto Lido di Venezia, sono entrate nel vivo le operazioni che hanno visto collaborare nave Ponza, al comando del tenente di vascello Francesco Vittorio Trizza, i subacquei del Nucleo SDAI (Sminamento e Difesa Anti-mezzi Insidiosi) di Ancona ed i tecnici faristi di Marifari Venezia. Nella prima giornata di lavoro è stata riposizionata la meda bianca e rossa di segnalamento all'inizio del canale di ingresso per il porto Lido di Venezia (4169 E.F: ); a termine attività l'unità si è trasferita per le operazioni del giorno successivo durante le quali è stato eseguito il riposizionamento della meda verde delimitante il lato destro del canale di ingresso nel porto di Venezia Malamocco (4136 E.F.). Nella stessa giornata i subacquei hanno svolto il controllo dello stato delle mede di segnalamento nell'area e, proprio durante tale controllo, è stata riscontrata l'apertura del maniglione e la quasi totale disconnessione tra la meda rossa galleggiante che delimita il lato sinistro dell'ingresso (4135 E.F.) ed il masso di cemento che la tiene ferma sul fondo: il rischio di sgancio totale ha reso necessario programmare un immediato intervento di salpamento, ripristino collegamento e riposizionamento della meda. Nella mattina del giorno successivo infatti si è proceduto all'intervento che in breve ha consentito di ripristinare l'efficienza e sicurezza del segnalamento. Ter minato lo sbarco del personale farista e dei subacquei l'unità ha volto la prora verso le acque prospicienti il porto di Trieste per iniziare al tramonto il controllo notturno di efficienza dei segnalamenti fino al porto di Ravenna, dove ha fatto ingresso nella mattina di venerdì. La collaborazione della Capitaneria di Ravenna e del locale personale Farista hanno permesso di ultimare le operazioni logistiche e di imbarco materiali necessarie allo svolgimento della sosta ed alla ripresa delle operazioni all'inizio della settimana successiva. Tuttavia le avverse, quanto inusuali per il periodo, condimeteo del week-end e dei primi giorni della settimana hanno determinato uno slittamento per la ripresa delle operazioni ma nello stesso tempo hanno consentito all'equipaggio di approfittare di una piacevole sosta nell'accogliente località di Marina di Ravenna. Con il migliorare delle condizioni metereologiche il 25 luglio è stato possibile completare le operazioni di posizionamento della meda utile a segnalare il punto di imbarco pilota per l'ingresso nel porto di Ravenna, che era mancante ormai da diversi mesi. Nel trasferimento verso il porto di Ancona, dopo il consueto ammaina bandiera solenne dell'ultimo giorno di navigazione, con il trascorrere del crepuscolo ed il sopraggiungere dell'oscurità è stato portato a termine il controllo dei segnalamenti costieri fino ad Ancona dove, all'arrivo in banchina nelle prime ore del mattino, non è mancata la calorosa accoglienza del personale del locale Ufficio porto e del Rimorchiatore Portuale 119. Al termine dell'attività rimane la soddisfazione di aver svolto con professionalità e serenità un servizio che, seppure non sia sempre in primo piano, costituisce un continuo ed indispensabile supporto alla gente di mare, così come recita il motto delle Unità MTF (Moto Trasporto Fari) della classe Ponza : Lumina Pro Salute Nautae. Francesco Vittorio Trizza n 16 17

9 Successo delle forze navali militari presenti in Oceano Indiano Calano gli attacchi di pirateria Gli attacchi di pirateria nel Golfo di Aden e della Somalia, tra gennaio e giugno di quest anno sono diminuiti, scendendo ai livelli del Questo è quanto afferma l`international Maritime Bureau (IMB), che come indicato nel proprio sito: is a membership organisation tasked with combating all forms of commercial crime con sede nel Regno Unito. L IMB International Maritime Bureau, è un organizzazione no-profit, nata nel 1981 impegnata nella prevenzione della frode commerciale e degli illeciti (trade finance) nel trasporto marittimo; è di fatto un punto di riferimento per il commercio internazionale, per l'industria marittima e per le imprese che operano nel settore del trasporto merci. L'IMB gestisce anche il IMB Piracy Reporting Centre, che si dedica alla soppressione della pirateria e dei sequestri delle navi mercantili. Ogni tre mesi l IMB monitora l andamento degli attacchi di pirateria avvenuti in mare nel mondo. Il resoconto del 30 giugno è stato di 177 attacchi (alcuni riusciti e altri tentati o sventati); i dati mostrano che 80 navi sono state abbordate e 20 dirottate (con un numero totale di 334 marinai appartenenti agli equipaggi, presi in ostaggio e almeno 4 rimasti vittime della violenza dei pirati. Nel primo semestre del 2011 erano stati 266. Per trovare un numero di attacchi così basso e simile a quello del semestre da poco concluso si deve tornare indietro al Tale trend negativo è la prova tangibile di come le forze navali militari internazionali messe a disposizioni dai singoli Stati possano contrastare il fenomeno della pirateria che negli ultimi anni è divenuto una vera e propria emergenza mondiale. In questo periodo, il vice comando della Forza Navale Europea (Eunavfor) è assegnato all Italia, al contrammiraglio Gualtiero Mattesi e l impegno che l Italia ha messo in mare continua con il comando della Task Force 465 dell Eunavfor, impegnata in Oceano Indiano nell operazione anti-pirateria Atalanta con il contrammiraglio Enrico Credendino. Molto indicativi sono i dati che riguardano gli atti di pirateria Immagini di repertorio che ritraggono la presenza della Marina Militare impegnata nel contrasto del fenomeno della pirateria marittima; a sinistra: foto di repertorio, il capitano di fregata Giachino, all epoca comandante della fregata Scirocco, stringe la mano al comandante del dhow Saad-1, liberato dai pirati nel avvenuti nella zona di mare prospiciente la Somalia, luogo dove partono la maggior parte degli attacchi. Nel primo semestre 2012 ci sono stati 69 assalti di pirati somali, (contro i 163 del primo semestre 2011) che hanno portato al sequestro di 11 navi e 218 uomini appartenenti ai rispettivi equipaggi, 44 dei quali sono a terra in luoghi sconosciuti. La pressione che esercitano le forze navali con la loro costante presenza si è dimostrata un efficacie strumento di contrasto. E quanto afferma il direttore dell IMB Pottengal Mukundan, che ribadisce come «i pirati della Somalia coprono una vasta area: sud del Mar Rosso, Golfo di Aden, Golfo di Oman, Mar Arabico e Bacino Somalo, incombendo su tutte le rotte nell area nord ovest dell Oceano Indiano. Le azioni navali giocano un ruolo essenziale nel contrastare le azioni dei pirati. Non c è alternativa alla continua presenza delle navi militari CURIOSITA I pirati moderni hanno imparato il galateo del business: grande è stato lo stupore di un armatore che si è visto recapitare, qualche settimana fa, una lettera intestata Jamal`s pirate action group (J.p.a.g.) con la quale la società annunciava il sequestro della nave dell`armatore e che dava istruzioni per il riscatto - tratto dal Il SOLE 24 Ore di Raoul De Forcade. nella zona in questione». Da non sottovalutare comunque altre aree del mondo dove l IMB ha registrato un incremento degli attacchi di pirateria come: il Golfo di Guinea, l Indonesia e la Nigeria. All Africa comunque il triste primato (dato riferito al primo semestre 2012) degli attacchi: 110, mentre segue in graduatoria il sud est asiatico con 43 attacchi, il sub continente indiano con 10, l America con 9 e il Far East con 5. L IMB ha stilato, inoltre una graduatoria che raccoglie la tipologia delle navi assalite dai pirati: portarinfuse, chimichiere, portacontainer, petroliere, prodotti raffinati, general cargo, rimorchiatore, battelli supporto piattaforme, dhow, pescherecci, mercantili Ro-Ro ecc. di Alessandro Busonero n 18 19

10 SNMCMG2 Gruppo Navale di Contromisure Mine della NATO Nave Viareggio Operazione Strade Sicure/Strade Pulite Operazione di sorveglianza a siti sensibili sul territorio nazionale in concorso alle Forze di Polizia Personale Reggimento San Marco Le Operazioni ISAF Afghanistan Assistenza militare alle Forze Armate afgane e stabilizzazione dell Afghanistan Personale RSM, GOI Operazione Costant Vigilance Operazioni Nazionali di difesa e Sicurezza Marittima presenza e sorveglianza Navi Comandante Cigala Fulgosi, Sirio, Spica Personale RSM, MPA BR-1150 Atlantic, SH-3D, AB 212, EH-101 Operazione Cirene Attività di cooperazione militare Italia-Libia Personale della Marina Militare (1 Ufficiale - 1 Sottufficiale) M.F.O. SINAI Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10 Navi Esploratore, Sentinella, Vedetta Personale RSM Campagne d Istruzione Nave Vespucci Mar Mediterraneo-Oceano Atlantico- Canale della Manica Nave Palinuro Mar Mediterraneo Centro/Occidentale Nave Capricia Mar Mediterraneo Nave Stella Polare Mar Mediterraneo Nave Orsa Maggiore Mar Mediterraneo Nave Corsaro II Mar Mediterraneo Campagne Idrografiche Nave Magnaghi Mar Tirreno Nave Aretusa Mar Tirreno Nave Galatea Mar Tirreno Operazione Atalanta Operazione EU di contrasto alla pirateria in acque somale Nav San Giusto

11 Vigilia di partenza per nave San Giusto Chiamata ad offrontare la missione operativa di antipirateria I l periodo che precede la partenza di una nave per una missione operativa è sempre un momento particolare e molto delicato, in cui in pochi giorni è necessario preparare l unità navale affinché possa affrontare nel migliore dei modi ed in piena efficienza un lungo periodo lontano dalle Basi logistiche nazionali. È questo un momento in cui le componenti logistiche della Marina Militare vengono chiamate a dare il meglio di sé; gli Arsenali, le Direzioni di Supporto Diretto (DSD), le Direzioni di Supporto Staccate fanno sforzi enormi e mettono in campo tutte le proprie competenze tecniche, per poter permettere alla nave di ben figurare nella missione assegnata. Capacità, motivazioni e professionalità sono la chiave del successo in queste delicate attività e le maestranze arsenalizie tirano fuori il meglio di sè, per supportare adeguatamente lo strumento navale della Forza Armata. È una gara contro il tempo in cui uomini e donne, militari e civili, in una compagine unica ed operosa, danno prova di coesione e di dedizione all Istituzione a cui appartengono. È quanto accaduto di recente per nave San Giusto chiamata ad affrontare una lunga e difficile missione operativa di antipirateria a guida europea l Operazione Atalanta, dopo un breve periodo di sosta nella base di Brindisi, rientrando da un altro impegnativo ed estenuante periodo addestrativo che l ha vista partecipare alla Mare Aperto - Amphex Quest ultima esercitazione ha messo a dura prova il San Giusto, provocando parecchie e laceranti ferite sia al sistema di combattimento che agli impianti/apparecchiature del sistema nave. Il tempo disponibile per approntare l unità è stato relativamente breve (meno 22 Nave San Giusto ormeggiata nel porto di Brindisi. di un mese) e le cose da fare tante, ma la volontà, la voglia di ben figurare ed il grande senso di responsabilità evidenziato da parte di tutto il personale, militare e civile, della SS- SD di Brindisi, costantemente sostenuto e assistito sia dalla DLS che dalla DSD di Marinarsen Taranto, hanno fatto sì che ancora una volta il prodigio del tutto, bene e subito accadesse. Anche in questa occasione, l appassionata attenzione che il personale della SSSD di Brindisi dedica alle nostre navi, una cura che fa essere sempre efficienti anche le più datate, ha fatto sì che nave San Giusto fosse pronta a rispondere all appuntamento con una missione così importante. Giulio Ingordo n

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