CORSO DI IGIENE LIVELLI DI PREVENZIONE

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA DIPARTIMENTO DI SANITA PUBBLICA, MEDICINA SPERIMENTALE E FORENSE SEZIONE DI IGIENE CORSO DI IGIENE LIVELLI DI PREVENZIONE Docente: Prof.ssa Marisa Arpesella Anno Accademico: 2013/2014

2 PREVENZIONE La Prevenzione è un insieme di attività, interventi ed opere attuate con il fine prioritario di promuovere e conservare lo stato di benessere ed evitare l insorgenza delle malattie. INDIVIDUALE COLLETTIVA

3 La Prevenzione prevede 3 livelli di intervento: Primaria Prevention of occurence Secondaria Prevention of progression Terziaria Prevention of complications

4 INTERVENTI DI PREVENZIONE AI DIVERSI LIVELLI LIVELLI DI PREVENZIONE DESTINATARI TIPOLOGIA DEGLI INTERVENTI OBIETTIVI CONSEGUIBILI EFFETTI EPIDEMIOLOGICI PRIMARIO Soggetti non malati o presunti sani * Immissione di fattori + di benessere * Sottrazione e/o neutralizzazione di fattori di malattia * Potenziamento della salute * Prevenzione delle malattie Riduzione dell Incidenza Nuovi casi SECONDARIO Malati sconosciuti Diagnosi precoce e adeguato trattamento di malattie in stadio preclinico/asinto matico TERZIARIO Malati conclamati Mantenimento equilibrio metabolico e funzionale Guarigione della malattia e/o aumento della sopravvivenza * Aumento della sopravvivenza * Prevenzione delle complicanze Riduzione della Prevalenza Casi * Riduzione della Letalità * Aumento della Prevalenza

5 PREVENZIONE PRIMARIA La Prevenzione primaria consiste nell individuazione dei fattori di rischio che possono generare l insorgenza della malattia e nella loro riduzione o eliminazione fattori di Rischio elementi che possono favorire l insorgenza di malattie (componenti genetiche ambientali fattori nocivi ambienti di lavoro- stili di vita errati) Si attua attraverso l educazione sanitaria e una corretta informazione.

6 PREVENZIONE SECONDARIA La Prevenzione secondaria consente la presuntiva identificazione di una malattia in fase iniziale o di una condizione particolarmente a rischio seguita da un immediato intervento terapeutico per interromperne o comunque rallentarne il decorso. screening test, esame, o altra procedura di rapido e semplice impiego, ad elevata sensibilità e specificità

7 PREVENZIONE TERZIARIA La Prevenzione terziaria interviene sulle complicanze di una malattia già in atto ed irreversibile mediante l attuazione di tutte le misure di ordine medico, sociale e psicologico atte a ridurre danni ed invalidità.

8 PREVENZIONE TERZIARIA Controllo periodico e cura delle malattie croniche Riduzione della sofferenza Ricerca della creazione di condizioni di vita il più possibile vicina a quella degli individui sani Miglioramento della qualità della vita Allungamento del periodo di sopravvivenza

9 PREVENZIONE TERZIARIA MALATTIA CRONICA DEFINIZIONE : Patologia non trasmissibile, il cui esito è per lo più invalidante o letale LE PIU IMPORTANTI : Cardiovascolari, Tumori maligni, Broncopneumopatie croniche, Diabete mellito Nel 2005 sono state responsabili di 35 milioni di morti nel mondo, il doppio rispetto alle morti per malattie infettive, perinatali e da malnutrizione. TENDENZA : a livello mondiale viene stimato per il 2015: - un incremento del 17% della mortalità per malattie croniche - un calo del 3% della mortalità per malattie infettive

10 PREVENZIONE TERZIARIA MALATTIA CRONICA MALATTIE CARDIOVASCOLARI 30% TUMORI 13% MALATTIE RESPIRATORIE CRONICHE 7% DIABETE 2% ALTRE MALATTIE CRONICHE 9%

11 MOTIVAZIONI CHE RENDONO NECESSARIA E ATTUALE LA PREVENZIONE NEL TERZO MILLENNIO EPIDEMIOLOGICHE DEMOGRAFICHE SOCIO- ECONOMICHE

12 MOTIVAZIONI DI ORDINE EPIDEMIOLOGICO A SUPPORTO DELLA NECESSITÀ ED ATTUALITÀ DELLA PREVENZIONE Modificazioni intervenute nella patologia prevalente Loro effetti sulla durata e sulla prognosi delle malattie e sul bisogno di assistenza

13 MOTIVAZIONI DEMOGRAFICHE: Variazioni nella struttura del ciclo della vita Prolungamento della fase adolescenziale Maggiore esposizione ai rischi comportamentali Aumento delle patologie connesse alla sessualità Estensione post-lavorativa Maggiore esposizione ai fattori di rischio ambientali e comportamentali con conseguente aumento della incidenza di: malattie, disabilità, handicaps

14 MODIFICAZIONI DI ORDINE SOCIO- ECONOMICO E CULTURALE E prevedibile per il prossimo futuro una società caratterizzata da: Anzianità demografica (matura) Multirazziale Altamente differenziata e competitiva Libertaria con spiccato grado di soggettività Esigente nella difesa dei propri diritti Con forti aspettative sulla qualità della vita

15 STRUMENTI UTILIZZABILI NELLE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE: PER RIASSUMERE Interventi tecnici sofisticati Pratiche sanitarie semplici Norme di buon senso

16 PERCHÉ SI ATTUA POCO LA PREVENZIONE? Da parte dei singoli: perché non c e sufficiente motivazione e non è adeguatamente organizzata; Da parte degli amministratori pubblici: perché non comporta successi a breve termine; Da parte degli operatori sanitari: perché è ancora troppo carente la formazione in tal senso e soprattutto perchè non rende economicamente. Da parte delle istituzioni: perché è insufficiente o addirittura inesistente l interattività fra i Soggetti deputati alla prevenzione e quelli che pianificano lo sviluppo ed infine: PERCHE SONO ANCORA TROPPO MODESTE LE RISORSE DESTINATE ALLA PREVENZIONE!!!

17 Contatti: Dott.ssa Isabella Ruggeri

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