I TEMPI DELLA PREVENZIONE. AA MEDICINA SOCIALE Prof.ssa Valeriani Federica

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1 I TEMPI DELLA PREVENZIONE AA MEDICINA SOCIALE Prof.ssa Valeriani Federica

2 Chi? I determinanti sociali rappresentano una nuova prospettiva con cui si pensa al futuro e si modifica il presente e l Assistente Sociale è uno, ma solo uno, dei protagonisti agenti di cambiamento.

3 Come si può agire e perché? Il Codice Deontologico dell Assistente Sociale, approvato il 17 Luglio 2009 dal Consiglio Nazionale, prevede in diversi articoli il ruolo e la responsabilità di questa figura professionale riguardo il tema della coesione e soprattutto della promozione e stimolazione di iniziative atte a ridurre discriminazioni ed emarginazioni.

4 Nel Titolo IV, trattante la responsabilità dell Assistente Sociale nei confronti della società Art.33: L assistente sociale deve contribuire a promuovere una cultura della solidarietà e della sussidiarietà, favorendo o promuovendo iniziative di partecipazione volte a costruire un tessuto sociale accogliente e rispettoso dei diritti di tutti; in particolare riconosce la famiglia nelle sue diverse forme ed espressioni come luogo privilegiato di relazioni stabili e significative per la persona e la sostiene quale risorsa primaria

5 Con il termine prevenzione si può intendere ogni attività messa in opera per evitare che all'azione sugli individui degli agenti eziologici o dei fattori di rischio faccia seguito la perdita della salute o la diminuzione del suo livello. Gli interventi di prevenzione rivestono un importanza strategica per la tutela della salute nella popolazione, anche e soprattutto in positivo, ossia dal punto di vista della promozione della salute e della acquisizione consapevole e appropriata di stili di vita corretti.

6 I TRE TEMPI DELLA PREVENZIONE Prevenzione primaria o eziologico-ambientale Prevenzione secondaria o patogenetico-clinica Prevenzione terziaria o riabilitativo sociale

7 Prevenzione primaria o eziologico-ambientale La prevenzione primaria o eziologico ambientale si rivolge alla popolazione sana e mira ad impedire l insorgenza di nuovi casi di malattia, agendo sulle cause ed i fattori di rischio presenti nell ambiente, e cui la popolazione si trova esposta. Un intervento di prevenzione primaria produce una diminuzione del tasso di incidenza della malattia. Tasso di incidenza = N di nuovi casi di malattia nel periodo t N di soggetti nella popolazione nel periodo t Tasso di prevalenza = N casi presenti al tempo t N soggetti nella popolazione al tempo t

8 Prevenzione primaria o eziologico-ambientale STRUMENTI Vaccinazioni per le malattie infettive Interventi di bonifica ambientale Disinfezione - Disinfestazione Educazione sanitaria

9 Prevenzione delle malattie infettive misure di controllo nei confronti dei microrganismi, dell individuo 1. Distruzione dei microrganismi patogeni con attività di bonifica ambientale (disinfezione, sterilizzazione, disinfestazione) 2. Limitazione della diffusione dei microrganismi patogeni (notifica del caso, inchiesta epidemiologica, accertamento diagnostico, isolamento) 3. Rafforzamento delle difese dell individuo (vaccinazione)

10 Disinfezione: intervento finalizzato a distruggere o ridurre la carica di microrganismi patogeni. Disinfestazione: intervento mirato all eliminazione di metazoi dannosi (es. perché vettori di malattie). Sterilizzazione: intervento finalizzato a distruggere qualsiasi forma di vita presente in un ambiente, materiale, superficie.

11 Prevenzione delle malattie infettive misure di controllo nei confronti dei microrganismi, dell individuo Distruzione dei microrganismi patogeni con attività di bonifica ambientale (disinfezione, sterilizzazione, disinfestazione) Limitazione della diffusione dei microrganismi patogeni (notifica del caso, inchiesta epidemiologica, accertamento diagnostico, isolamento) Rafforzamento delle difese dell individuo (vaccinazione)

12 NOTIFICA (denuncia) Un medico, nell esercizio della sua professione, viene a conoscenza di un caso di malattia infettiva e diffusiva o sospetta di esserlo, pericolosa per la salute pubblica, è obbligato a notificarla tempestivamente all autorità sanitaria competente DM 15/12/1990 Malattie divise per classi nella notifica Sistema Informativo delle Malattie Infettive (SIMI)

13 Classi di rischio Le malattie infettive e diffusive soggette a notifica obbligatoria sono classificate in base alla:. rilevanza epidemiologica e sociale;. gravità, letalità, costo economico e sociale;. frequenza;. possibilità di intervento (profilassi, terapia, educazione alla salute);. interesse sul piano nazionale ed internazionale. Vi sono cinque classi di notifica: - Classe I: malattie per le quali è richiesta la segnalazione immediata come per il botulismo, il colera, la febbre gialla. Segnalazione del medico entro le dodici ore dal sospetto. - Classe II: malattie rilevanti perché ad alta frequenza e/o passibili di interventi di controllo come ad esempio le epatiti, le meningiti. Segnalazione del medico entro le 48 ore dall'osservazione. - Classe III: malattie per le quali sono richieste particolari documentazioni e notifiche differenziate ( AIDS, TBC, malaria, lebbra). - Classe IV: malattie per le quali alla segnalazione del singolo caso da parte del medico, deve seguire la segnalazione della USL alla regione solo quando si verificano focolai epidemiciaggregazione spazio-temporale di due o più casi (scabbia, tossinfezioni alimentari, pediculosi, dermatofitosi). Segnalazione del medico entro le 24 ore dall'osservazione. - Classe V: malattie non comprese nelle classi precedenti e zoonosi.

14 Prevenzione delle malattie infettive misure di controllo nei confronti dei microrganismi, dell individuo Distruzione dei microrganismi patogeni con attività di bonifica ambientale (disinfezione, sterilizzazione, disinfestazione) Limitazione della diffusione dei microrganismi patogeni (notifica del caso, inchiesta epidemiologica,accertamento diagnostico, isolamento) Rafforzamento delle difese dell individuo (vaccinazione)

15 Prevenzione secondaria o patogenetico-clinica si pone come obiettivo l individuazione dei soggetti a rischio di sviluppare una determinata patologia e ad impedirne la manifestazione clinica e/o le sequele. Essa consiste essenzialmente nella diagnosi precoce della malattia che deve essere seguita da un intervento adeguato. Quanto più un intervento di prevenzione secondaria è efficace tanto più si avrà un miglioramento della qualità della vita ed una riduzione della mortalità. La prevenzione secondaria, non rimuovendo le cause di malattia e non evitando di conseguenza l insorgenza di nuovi casi, a differenza della prevenzione eziologico ambientale, non ha alcun effetto di riduzione sull incidenza.

16 Prevenzione secondaria o patogenetico-clinica STRUMENTI Screening (Pap-test, colonscopia, mammografia) Un programma di screening consiste nell'applicazione di un test semplice, economico e sicuro ad una popolazione sana con lo scopo di identificare e classificare i soggetti sulla base della probabilità di essere affetti dalla patologia oggetto dello screening. Il test di screening deve essere accettabile, valido, innocuo, efficiente, sensibile, specifico ed economico.

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18 Human Papilloma Virus And Cancer, HIV Discoveries Recognized In 2008 Nobel Prize In Physiology Or Medicine

19 Dall infezione al cancro Il Papillomavirus umano è un virus molto comune, tanto che, secondo una stima, il 75% degli individui viene infettato nel corso della vita. Si trasmette soprattutto attraverso i rapporti sessuali, ma per contrarre l infezione può bastare un semplice contatto nell area genitale. In natura ne esistono oltre 120 tipi diversi, in grado di aggredire la parete del collo dell utero e produrre differenti tipi di alterazioni: alcuni sono responsabili di lesioni benigne (ad esempio i condilomi), altri producono, invece, lesioni in grado di evolvere in cancro. Circa il 70% di tutte le lesioni pretumorali sono attribuibili a due tipi di papillomavirus (il 16 e il 18), mentre quasi il 90% dei condilomi è causato dai tipi 6 e 11. Non tutte le infezioni da HPV producono lesioni che poi possono evolvere in cancro. Anzi, la maggior parte di esse (circa l 80%) è temporanea e regredisce spontaneamente. Soltanto quelle che diventano croniche (una minoranza) possono trasformarsi nell arco di 7-15 anni in una lesione tumorale.

20 Prevenzione terziaria o riabilitativo sociale La prevenzione terziaria o riabilitativo sociale è quella più tardiva nel continuum salute-malattia. E rivolta alla popolazione già malata con l obiettivo di impedire o ridurre l invalidità derivante dalla malattia stessa favorendone il recupero e il reinserimento sociale e familiare. Si identifica in larga misura con la applicazione di strumenti medicoriabilitativi, o socio-assistenziali attuati al fine di ottenere il massimo recupero funzionale dopo che la malattia è guarita o si è stabilizzata. Esempi comprendono interventi di rieducazione e mantenimento motorio nel post-infartuato, nel politraumatizzato, nei soggetti affetti da disabilità anche congenite.

21 Prevenzione delle malattie multifattoriali Malattie cronico-degenerative: Decorso prolungato Progressiva degenerazione dei tessuti Non si risolvono spontaneamente Eziologia: complessa rete di fattori rischio (modello multifattoriale)

22 Prevenzione delle malattie multifattoriali Malattie cardiovascolari (ipertensione) Malattie dismetaboliche (diabete) Neoplasie Disturbi respiratori cronici Malattie mentali

23 Prevenzione delle malattie multifattoriali Genetica (familiarità) Malattia Alimentazione, Tabagismo, Alcolismo, Stupefacenti Sedentarietà e altri stili di vita

24 Prevenzione delle malattie multifattoriali La prevenzione è a più livelli: educazione ai corretti stili di vita screening (diagnosi precoce) azioni riabilitative dopo la diagnosi e/o l evento acuto

25 PROMOZIONE vs PREVENZIONE Come promuovere la salute? Chi può agire per il raggiungimento di questo obiettivo?

26 Promozione della salute Processo che permette alle persone di esercitare controllo sulla propria salute e di migliorarla (OMS, Carta di Ottawa, 1986) Un insieme di azioni in ambito sociale, educativo e politico tese ad aumentare la consapevolezza pubblica della salute ed a promuovere stili di vita individuali salubri ed idonee azioni comunitarie atte all ottenimento di un ambiente e di sistemi economici e sociali orientati alla salute ed al benessere (OMS)

27 Come promuovere la salute? L approccio intersettoriale e la cooperazione tra i vari aspetti di una società consentono la promozione di un diffuso miglioramento dello stato di salute della popolazione Non è responsabilità esclusiva del settore sanitario La salute in tutte le politiche

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