Rappresentazione grafica dei rischi interferenziali in un cantiere temporaneo
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- Mirella Franceschini
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1 Rappresentazione grafica dei rischi interferenziali in un cantiere temporaneo Da sempre, per chi ha il compito di occuparsi di sicurezza all interno di un cantiere, risulta cosa non facile riuscire a trasmettere i contenuti anche minimi, di un Piano di Sicurezza e di Coordinamento (denominato P.S.C.) in una forma semplice e comprensibile a tutti i lavoratori. I fattori di criticità sono molteplici in materia di comunicazione e non riconoscibili completamente se l estensore si basa solo ed esclusivamente sui mezzi conosciuti, sia sotto il profilo tecnico che legislativo. Tutto questo porta, nella maggiore parte dei casi ad evidenti incomprensioni in materia di tutela della salute e della sicurezza, tra gli attori principali (il coordinatore alla sicurezza e le maestranze del cantiere) del cantiere. E determinante in questi casi la maturità scientifica del professionista, in particolare l individuazione di un metodo, collaudato nel tempo e, per sua natura, suscettibile di variazioni o modifiche che agevoli l apprendimento dei contenuti e delle definizioni proprie del P.S.C. Il fine è quello di rendere chiare e tangibili tutte quelle azioni organizzative ed operative atte a prevenire gli infortuni sul lavoro. La legge in materia, (D.lgs. 81/2008 m. e c. dal D.lgs. 106/2009) ci aiuta a stabilire i contenuti minimi non esaustivi di un P.S.C, e a tracciare quelle misure generali di tutela specifiche per quel cantiere, ma non basta è compito e responsabilità del coordinatore alla sicurezza in fase di progettazione realizzare un modello specifico sui rischi interferenziali che sia sostanzialmente e concretamente attuabile e comprensibile da tutti gli addetti ai lavori. Il compito è soggettivo e, ad oggi, non esiste un unico manuale di riferimento, ma tante esperienze che durante l esercizio della professione ci aiutano a comprendere e migliorare questo importante processo informativo e formativo. Ogni elaborato grafico acquista una identità specifica, una sorta di carta d identità propria di ogni singolo cantiere. Nei luoghi di lavoro, negli spazi, che determinano le aree operative all interno di un cantiere temporaneo, durante l esercizio di più mansioni (muratore, elettricista, carpentiere e falegname) non possono essere
2 valutati superficialmente i rischi interferenziali, ovvi o simili ad altri cantieri solo perché vengono effettuate lavorazioni con mezzi analoghi. L ambiente i lavoratori, il grado di informazione e formazione delle maestranze, in ogni cantiere sono diversi, non esiste ad oggi un codice comportamentale antropico privo di differenze in materia di valutazione del rischio. Solo una valutazione preventiva del Coordinatore, dei comportamenti dei lavoratori durante le lavorazioni in corso d opera e la conoscenza di altri fattori che ne determinano l azione operativa, può aiutare a definire un elaborato grafico attendibile ( non legato al caso) con il quale i lavoratori apprendono le disposizioni in materia di tutela della salute e della sicurezza nel cantiere. Tav. n.0 esempio pianta di cantiere - dispositivi di sicurezza
3 Denominatore comune di partenza per tutti i cantiere è l esecuzione della planimetria di cantiere dei dispositivi di sicurezza (Tav.0) che si intendono applicare, secondo quanto sancito nel P.S.C. prima dell inizio dei lavori. Tav. n.1legenda dei dispositivi e degli apprestamenti di sicurezza individuale e collettiva. Da questa base tecnico/semantica inizia il nostro studio di approfondimento in qualità di Coordinatori applicando il metodo del confronto parallelo: SCHEMA il progetto dell opera /sta/ alle mansioni per realizzarla /come/ L informazione e la formazione del lavoratore /stanno/ ai mezzi e strumenti che usa Tenendo presente che le variabili principali, che incidono in misura non uniforme, nel contesto del ragionamento in essere, sono generate dai seguenti fattori non esaustivi: 1 Luogo di lavoro - spazio di movimento - contesto interno ed esterno; 2 Livello tecnologico - conoscenza ed aggiornamento dei mezzi tecnici; 3 Grado di Idoneità tecnica delle imprese che operano; 4 Interferenze conosciute - interferenze probabili e/o determinate da cause esterne al cantiere ( al momento non prevedibili ma possibili in rapporto al grado di conoscenza scientifica e storica che abbiamo del rischio ); 5 Grado di collaborazione e cooperazione tra lavoratori e ditte (e/o lavoratori autonomi) che operano all interno del cantiere;
4 6 Realtà temporale (in essere) del cantiere durante tutte le fasi delle lavorazioni, compreso l ingresso sporadico di eventuali fornitori, professionisti, automezzi ecc. 7 Cronoprogramma delle opere da eseguire in rapporto alla data di inizio e fine dei lavori; 8 Lavoratori extracomunitari e lavoratori di età non omogenea (es. 18 anni e 50/60 anni); 9 Presenza di un capo cantiere e/o di un responsabile del cantiere; 10 Incidenza stagionale, in quale periodo si effettuano i lavori (estateinverno ecc.) 11 Altri secondo la natura e le caratteristiche del cantiere; ci rendiamo conto della difficoltà da parte del Coordinatore di stabilire una pianificazione logica, attendibile sostenibile e di facile comprensione, finalizzata alla prevenzione dei rischi durante le lavorazioni. Il problema diventa ancora più complesso se in un solo elaborato grafico vogliamo illustrare e trasmettere a tutti i lavoratori l eventualità di subire un danno allo scopo di prevenire il rischio. Tav. n.2 Grafico di MAB Possiamo definire genericamente questo grafico come la carta d identità dei rischi
5 Questa tavola grafica da installare all ingresso di ogni cantiere permette ad ogni lavoratore di interagire con le disposizioni descritte ed illustrate dal Coordinatore nel P.S.C. e di confrontarsi con gli altri lavoratori. Il tutto come mezzo visibile di cooperazione e collaborazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei cantieri, che dovrebbe stimolare nei lavoratori l attenzione e la consapevolezza delle loro azioni durante le lavorazioni. Nel merito sono evidenti i periodi di maggiore rischio per i lavoratori. Tav. n.3 Particolare - Grafico di MAB Se conosciamo le sovrapposizioni delle lavorazioni, siamo in grado di diminuire o addirittura di eliminare i rischi, quando ragionevolmente
6 risulta possibile, possiamo dare così inizio ad una prevenzione concreta, non solo descrittiva, ma di azione. Basata sulla volontà di movimento non casuale, di ogni lavoratore, all interno del cantiere temporaneo. Massima libertà di svolgere la mansione assegnata ma contemporaneamente, massimo rispetto delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Tav. n.4 Particolare - Grafico di MAB La celerità e l evidenza di percepire in tempo un rischio significa avere il tempo di riflettere prima di fare o di indicare un azione che potrebbe causarti o causare ad altri danni spesso irreparabili. Oggi qualsiasi opera è possibile ricostruirla la vita di un essere umano, una volta distrutta No! La Morte di un lavoratore nel 2011 non può essere considerata come una fatalità un evento dettato dal destino ancor peggio un fattore causale probabilistico scaturito da un analisi matematica nella quale molti colleghi negli anni passati si trinceravano. Origine di un insegnamento didattico ormai superato nelle università italiane, anche se non estinto del tutto. In virtù di questa evoluzione di coscienza e cultura in materia di sicurezza dobbiamo tutti fare uno sforzo per sconfiggere l ignoranza di chi attualmente sta rielaborando in maniera sconsiderata e priva di ogni tipo di prevenzione il caporalato.
7 Conosciamo la possibilità di eventuali rischi interferenziali durante le lavorazioni, per cui non possiamo accettare un tributo fisico durante il lavoro, abbiamo l obbligo ed il compito in qualità di Coordinatori alla sicurezza di prevenirlo. In ragione di ciò dobbiamo riuscire a coinvolgere i lavoratori a capire in uno spazio di tempo minimo l importanza di mantenersi in salute all interno di un cantiere. La tavola successiva (Tav. n.5 ed ultima) può suscitare per alcuni reazioni forse discordanti. Tav. n.5 Particolare - Grafico di MAB Il fine non è quello di suggestionare o peggio impaurire i lavoratori, ma al contrario, quello di far prendere loro coscienza dei rischi e la concreta certezza di prevenirli. E sempre bene insegnare un sano principio ai futuri Coordinatori alla sicurezza: - come al tempo della terra e del legno, così anche oggi, nell era dei robot e dei materiali altamente tecnologici, il lavoro non giustifica mai la morte di un essere umano. Massimo Bonechi Architetto - Membro del consiglio direttivo AIAS Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza. Foto:
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