IL MELO N 6 del 11 agosto 2016

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1 IL MELO N 6 del 11 agosto 2016 Fase fenologica Anche se la stagione si presenta con un ritardo di circa 7 giorni rispetto alla media, è iniziata la raccolta delle varietà più precoci sulle piante giovani. Per varietà del gruppo Gala i primi stacchi avranno probabilmente inizio nella seconda metà di agosto, mentre le altre cultivar sono ancora nella fase di ingrossamento dei frutti inizio maturazione. La difesa estiva dalla ticchiolatura Per quanto riguarda la difesa contro questo patogeno, la stagione 2016 è risultata relativamente tranquilla: dopo una serie di infezioni primarie ad inizio stagione e fino alla metà di maggio (la più grave sviluppatasi verso la metà di aprile), le stesse si sono praticamente esaurite alla fine dello stesso mese per il completo esaurimento delle spore rilasciabili da parte degli pseudoteci svernanti. Nei meleti dove sono state efficacemente controllate le infezioni primarie e che quindi risultano praticamente esenti dal patogeno, in questo periodo è sufficiente ripristinare le coperture impiegando prodotti di contatto come captano, dithianon o trifloxistrobin, ad intervalli cadenzati sulla base degli eventi atmosferici (questi prodotti si possono considerare dilavati dopo circa 40 mm di pioggia). Nei meleti dove invece si possono osservare macchie recenti di ticchiolatura (si può considerare tollerabile una soglia rappresentata da circa un 2% di germogli infettati) è necessario, specie sulle

2 varietà maggiormente sensibili alle infezioni secondarie del patogeno (soprattutto Morgenduft, Golden delicious e Pink lady), ridurre gli intervalli tra i trattamenti a giorni. Attenzione, soprattutto per le varietà del gruppo Gala, ai tempi di carenza dei prodotti utilizzati. Carpocapsa Anche se attualmente è in corso il volo degli adulti della seconda generazione della carpocapsa, le catture in generale non risultano molto elevate e non ovunque è quindi consigliato il trattamento insetticida (anche in considerazione che durante le operazioni di dirado non si sono osservati grandi infestazioni larvali sui frutti); si consiglia pertanto di prestare attenzione a quanto indicato dai bollettini locali. E buona cosa effettuare accurati controlli anche nei frutteti sottoposti a confusione sessuale nei quali si sono evidenziati problemi nelle passate stagioni. Qualora si rendesse necessario intervenire, utilizzare prodotti ad azione adulticida come quelli indicati nella sottostante tabella, ponendo particolare attenzione all alternanza con quelli precedentemente impiegati (specie per quanto riguarda il meccanismo d azione) in un ottica anti-resistenza, nonché al rispetto del tempo di carenza, che in alcuni casi può risultare troppo lungo per le varietà più precoci. Principio attivo Gruppo chimico Sito/meccanismo di azione Classificazione MoA Tempo di carenza Spinosad Spinosoidi Sistema nervoso 5 7 giorni Fosmet Fosforganici Sistema nervoso 1b 28 Emamectina Avermectine Cellule nervose 6 7 giorni Ammesso contro Carpocapsa - Cidia Carpocapsa - Cidia Carpocapsa - Cidia Si ricorda che il Regolamento CE 60/2016 del 19 gennaio 2016 ha abbassato il residuo massimo ammesso su mele per il clorpirifos etile da 0,5 a 0,01 ppm, a partire dal 10 agosto Pertanto l impiego di tale principio attivo, pur essendo anche inserito nei disciplinari regionali di difesa integrata, NON risulta consigliato per i trattamenti estivi. Gli scopazzi del melo Durante l estate risultano maggiormente evidenti i sintomi della malattia denominata Scopazzi del melo o Apple proliferation-ap : si tratta di una patologia causata da un fitoplasma, microrganismi unicellulari senza parete considerati una forma intermedia tra i virus ed i batteri, in grado di

3 sopravvivere solo all interno delle piante (solitamente nel floema, cioè nei vasi che trasportano la linfa elaborata) o negli insetti che fungono da loro vettore. Le moderne tecniche di biologia molecolare hanno permesso di individuare come agente della malattia un fitoplasma del gruppo genetico 16SrX-A, denominato Candidatus Phytoplasma mali (Seemuller & Schneider), del quale sono stati recentemente segnalati diversi sottotipi, geneticamente diversi ma molto strettamente correlati. La sintomatologia più caratteristica della malattia è rappresentata da un affastellamento della vegetazione causata dalla partenza anticipata delle gemme laterali dormienti, che dà origine alle classiche scope. Altri sintomi, derivanti da scompensi ormonali e nel trasporto della linfa elaborata derivanti dalla presenza del patogeno all interno della pianta, sono rappresentati da un germogliamento anticipato in primavera, colorazione rossastre delle foglie in anticipo rispetto alla normale senescenza, presenza di stipole fogliari di dimensioni abnormi, produzione di frutti più piccoli rispetto a quelli delle piante sane, fioriture fuori stagione. Generalmente una pianta di melo, in assenza delle classiche scope, viene considerata ammalata quando sono presenti almeno due dei suddetti sintomi. Tra le cultivar di melo più sensibili ad AP sono da segnalare Golden Delicious, Renetta del Canada, Granny Smith, Jonathan e le varietà del gruppo delle Delicious rosse, nonché alcune varietà di melo resistenti alla ticchiolatura quali Florina, Prima e Priscilla. Al momento non sono note varietà di melo coltivate dotate di caratteristiche di resistenza verso AP, ma in futuro qualche speranza di ottenere varietà resistenti potrebbe derivare da incroci con la cv. Antonowka, originaria dal nord-est europeo, riportata come resistente verso questo fitoplasma. Sensibili ad AP possono essere anche i portinnesti. La diffusione della malattia avviene principalmente per mezzo di insetti vettori, soprattutto le psille Cacopsylla picta e Cacopsylla melanoneura; entrambe le specie svernano come adulti al di fuori dei meleti, principalmente su piante di conifere, per rientrare all inizio della primavera negli stessi per

4 nutrirsi, riprodursi ed ovideporre, compiendo un unica generazione all anno. Ulteriori vie di trasmissione della malattia sono rappresentati dagli innesti con materiale infetto e dall anastomosi radicale (fusione tra radici) tra piante vicine. La difesa, essendo impossibili trattamenti diretti per il controllo del patogeno, si basa essenzialmente su misure volte ad impedire l insediamento dello stesso nel frutteto o almeno a ritardarne il più possibile la diffusione: utilizzare per i nuovi impianti solamente astoni certificati esenti dal patogeno, dotati di Passaporto delle piante ; estirpo delle piante ammalate, cercando di rimuovere il più possibile anche gli apparati radicali per evitare fenomeni di anastomosi tra i residui e le radici delle nuove piante; trattamenti insetticidi precoci ad inizio stagione per il controllo dei vettori, da effettuarsi non appena viene rilevato il rientro dalle zone di svenamento nei meleti degli adulti di psilla. In Italia con D.M. del 23 febbraio 2006 è stata prescritta la lotta obbligatoria contro gli scopazzi del melo: ai sensi di tale decreto, praticamente tutte le aree melicole lombarde sono state classificate come zone di insediamento, cioè aree nelle quali la diffusione della patologia è tale da renderne ormai impossibile l eradicazione. In queste aree gli interventi di estirpo delle piante ammalate e i trattamenti insetticidi contro i vettori sono consigliati, ma non obbligatori. Nuove avversità Anche negli areali melicoli lombardi si comincia ad osservare la presenza della cimice asiatica Halyomorpha halys. Si tratta di una cimice di dimensioni ragguardevoli (circa 1 cm di lunghezza, e forma abbastanza squadrata), appartenente alla famiglia dei Pentatomidi che, originaria della Cina e altri paesi asiatici, è stata recentemente introdotta in Europa ed in Italia. Dal modenese, area della prima segnalazione nel 2012, si è successivamente diffusa progressivamente in altre zone, da dove stanno provenendo segnalazioni di danni anche ingenti (anche il % di frutta non commerciabile). La

5 specie è altamente polifaga (circa 300 piante ospiti, dalle piante ornamentali a quelle da frutto), sta attualmente causando danni soprattutto su pesche (Cuneese) e su pere (Modenese, ma anche Oltrepó mantovano), ma non disdegna neanche le mele, sulle quali a seguito delle punture di nutrizione con il lungo rostro, è in grado di causare deformazioni superficiali e aree butterate sotto la buccia. La diffusione di questa specie è oggetto di monitoraggio da parte degli organi preposti, ma si invitano comunque tutti i frutticoltori a segnalare al Servizio Fitosanitario Regionale o agli enti locali di assistenza tecnica la presenza di eventuali esemplari in aree ancora non colpite, al fine di permetterne una precoce individuazione. In Valtellina, in alcuni meleti con varietà del gruppo Gala, sono stati recentemente ritrovati frutti con sintomi di marciume del cuore: si tratta di un particolare fenomeno di marcescenza che si sviluppa dall interno del frutto, di colorazione bruno-rossastra e nettamente separabile dalla parte sana della polpa, inizialmente senza particolari sintomi esterni. L unica anomalia osservabile esternamente è rappresentata da una precoce maturazione, dovuta allo sviluppo da parte del frutto di etilene endogeno come risposta all attacco del patogeno. Analisi di laboratorio hanno individuato come agenti causali di questo particolare marciume alcuni funghi del genere Fusarium spp., confermando che si tratta della stessa tipologia di alterazione segnalata qualche anno fa in Trentino Alto Adige sulle cv. Renetta del Canada, Fuji e Gala. Vengono colpite tutte quelle varietà che presentano il tubo calicino aperto: in condizioni di elevate umidità e prolungate bagnature fra la piena fioritura e la post-fioritura, questo può essere colonizzato dai patogeni, che rimangono poi latenti fino a quando a seguito dell inizio del processo di maturazione si creano le condizioni per un loro sviluppo. Eventuali petali che a fine fioritura rimangono intrappolati nella cavità calicina costituiscono un terreno nutritivo in grado di favorire la penetrazione fungina; il fenomeno può inoltre essere accentuato da una forte spinta vegetativa in post-fioritura o a seguito di un trattamento con prodotti ormonali per il miglioramento della forma del frutto. Dal momento che, una volta penetrati, i patogeni non sono più controllabili con i prodotti fungicidi, l unico intervento possibile è il posizionamento, nei frutteti nei quali si è manifestata questa alterazione nella stagione precedente, di qualche trattamento contro la ticchiolatura con Fluazinam, principio attivo che sembra essere dotato di un azione collaterale nei confronti dei marciumi della cavità calicina e del cuore. Allo scodo di ridurre l inoculo presente nel frutteto, risulta inoltre utile l eliminazione di eventuali frutti mummificati rimasti sulla pianta o sul

6 terreno dopo la raccolta, in quanto gli stessi rappresentano un importante fonte di conservazione e proliferazione del patogeno. Andamento meteorologico Per le informazioni agrometeorologiche e le previsioni meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all interno del sito istituzionale di ARPA Lombardia: (aggiornato ogni martedì); ne/default.aspx (aggiornato tutti i giorni alle tranne la domenica). A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con ARPA Lombardia

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