FAME DI PANE E DI FUTURO EMERGENZA CORNO D AFRICA

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1 FAME DI PANE E DI FUTURO EMERGENZA CORNO D AFRICA L impegno di Caritas Italiana per la popolazione colpita dalla crisi alimentare nel Corno d Africa nel 2011 Aggiornamento al 1 maggio 2012

2 Il contesto Le popolazioni del Corno d Africa, sono da decenni tra coloro che al mondo soffrono maggiormente l insicurezza alimentare a causa del continuo crescere dell aridità del suolo, della frequenza delle siccità, della dipendenza alimentare dall esterno e di un economia paralizzata da conflitti e ingiustizie sociali. La grave siccità che ha attraversato, a partire dall autunno 2010, la zona del Corno d Africa, unitamente ad altri fattori quali il conflitto in Somalia, l innalzamento dei prezzi dei beni alimentari, la debolezza cronica delle popolazioni vittime da decenni di un impoverimento strutturale, hanno provocato una crisi alimentare che ha colpito l 80% della popolazione, dedita prevalentemente alla pastorizia e all agricoltura. Sono oltre 13 milioni le vittime della carestia: 4 milioni in Somalia, 4,5 milioni in Kenya, 4,5 milioni in Etiopia, in Gibuti ed un numero imprecisato negli altri paesi dell area. La crisi si è aggravata a partire dall estate 2011, causando la morte di decine di migliaia di persone metà delle quali sotto i cinque anni d età e centinaia di migliaia di profughi e di sfollati, soprattutto somali. Il campo profughi di Dadaab, il più esteso al mondo, al confine tra Kenya e Somalia, è arrivato ad accogliere oltre persone. Oltre ai territori maggiormente colpiti Somalia, Kenya, Etiopia e Gibuti la crisi ha toccato anche altri paesi dell Africa orientale tra cui il Sudan e il Sud Sudan aggravando una situazione già precaria a causa della povertà endemica in cui versano le popolazioni di questi paesi. L instabilità politica ed i conflitti precedenti e conseguenti la divisione del Sudan, avvenuta nel luglio 2011, hanno causato decine di migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati. Le cause della crisi Una crisi prevista e purtroppo ampiamente prevenibile che, a causa dell indifferenza del mondo (soprattutto degli stati più ricchi), che si è mosso in modo estremamente lento, ha provocato una catastrofe umanitaria. Di fatto, la comunità internazionale si è mobilitata in modo significativo solo dopo gli appelli del Santo Padre a luglio L arrivo delle piogge, a partire dalla prima metà di novembre 2011, ha accresciuto la disponibilità d acqua in molte aree del Corno d Africa, con effetti positivi sul lavoro agricolo e i pascoli. In alcune zone però, l aridità del terreno era tale da non poter assorbire le piogge, di conseguenza si sono verificati effetti disastrosi come allagamenti e diffusione di malattie. Il carattere cronico della vulnerabilità e i tempi necessari per i nuovi raccolti e il ripristino degli allevamenti, nonché l incertezza sull effettiva regolarità delle piogge nel 2012, fanno prevedere una situazione critica ancora per molti mesi. Le cause strutturali della crisi dipendono da fattori politici ed economici. Innanzitutto manca una politica di sviluppo realmente favorevole alla maggioranza della popolazione, pastori e contadini, rispettosa della tradizionale capacità di queste popolazioni di utilizzare in modo efficace, sostenibile e pacifico le limitate risorse ambientali. Ciò ha condotto nel corso degli anni ad un estrema dipendenza dall estero per l approvvigionamento di beni alimentari e allo sfruttamento indiscriminato della terra spesso da parte di investitori stranieri. Di conseguenza è aumentata la vulnerabilità della popolazione dinnanzi all innalzamento del livello e della variabilità dei prezzi dei beni alimentari fissati sui mercati internazionali. Inoltre, la deforestazione e il riscaldamento globale del pianeta negli ultimi decenni hanno indotto un aumento della frequenza delle siccità e quindi un deterioramento della capacità di reazione del terreno e delle popolazioni che vi vivono. 1

3 Il caso della Somalia Tra le principali cause dell emergenza umanitaria vi è il conflitto in Somalia, vittima da due decenni di uno stato di anarchia e violenza diffusa. Proprio in Somalia il livello di malnutrizione ha raggiunto il massimo spingendo la FAO a dichiarare lo stato di carestia e provocando lo spostamento di oltre persone che hanno varcato le frontiere con l Etiopia e soprattutto con il Kenya. Un altro flusso, tuttora incessante, avviene in direzione della capitale Mogadiscio, dove una parvenza di stabilità governativa fa sperare nella possibilità di trovare viveri. Da ottobre 2011 la situazione della sicurezza si è aggravata ulteriormente con l avvio di una vera e propria guerra tra le milizie Shabaab e le truppe del Kenya appoggiate dall Unione Africana che hanno invaso la Somalia. Le azioni militari sono ancora in corso ed hanno provocato un ulteriore ostacolo agli interventi di assistenza alla popolazione. A Mogadiscio gli aiuti arrivano, ma la loro distribuzione è irregolare, a causa dei continui scontri tra milizie e truppe. La situazione generale è quindi ancora molto tesa nelle regioni centrali e, nelle aree controllate dagli Shabaab, non è consentito operare alle organizzazioni straniere. Anche in Kenya, nelle aree di confine, gli aiuti sono divenuti molto difficili ed è stato bloccato l accesso a nuovi profughi nel campo di Dadaab. L impegno di Caritas Italiana Caritas Italiana si è mobilitata sin dalle prime fasi della crisi, rispondendo tempestivamente alle richieste di aiuto delle Caritas dei paesi colpiti e ai ripetuti appelli del Santo Padre. Il 18 luglio 2011 Caritas Italiana ha stanziato i primi euro, e il 29 dello stesso mese la Presidenza della CEI, che aveva già messo a disposizione di euro, ha indetto una colletta nazionale a sostegno delle popolazioni colpite dalla siccità, indicando il 18 settembre 2011 come data per una raccolta straordinaria in tutte le parrocchie d Italia. L impegno di Caritas Italiana si è sviluppato in due stadi. Un primo e immediato momento durante il quale grazie alle prime offerte ricevute sono stati appoggiati i piani di risposta alla crisi lanciati tra agosto e l inizio di settembre 2011 dalle Caritas nazionali di Kenya, Somalia, Etiopia, e Gibuti. Un secondo stadio dove, oltre a sostenere la seconda fase dei piani di risposta della rete Caritas di questi paesi, orientati alla riabilitazione e alla prevenzione, si è contribuito a progetti di realtà diversificate in coordinamento con le Caritas nazionali. In questa fase gli interventi hanno un orizzonte di medio periodo e si concentrano su ambiti plurimi, con un attenzione anche ai paesi colpiti in modo meno diretto dalla crisi, ma ugualmente in situazione molto precaria, come il Sudan e il Sud Sudan. Viste le cause della crisi e il suo carattere strutturale, è stato necessario non limitarsi ad interventi esclusivamente d urgenza nel breve periodo, ma puntare sin dall inizio ad azioni che nel medio lungo periodo favorissero lo sviluppo delle risorse delle comunità locali, al fine di renderle maggiormente resistenti a minacce future e capaci di liberarsi dalla dipendenza degli aiuti umanitari esterni. Inoltre, i criteri di fondo che hanno ispirato l azione di Caritas Italiana, condivisi con le Caritas nazionali locali, sono stati i seguenti: avere una speciale attenzione per le fasce più vulnerabili della popolazione, soprattutto i bambini, le donne, i disabili, gli anziani; curare in modo particolare il coordinamento delle risorse, riconoscendo e sostenendo il ruolo delle Caritas nazionali dei paesi colpiti per massimizzare l efficienza e l efficacia degli aiuti, consentendo anche alle comunità meno visibili da un punto di vista mediatico, ma ugualmente sofferenti, di poter essere aiutate secondo il bisogno; mantenere un approccio d area, considerando i bisogni complessivi dei paesi coinvolti e delle influenze reciproche; sostenere il rafforzamento organizzativo dei partner locali, soprattutto delle Caritas nazionali e diocesane, per accrescerne la capacità di intervento, di coordinamento e di lobby e advocacy per agire sulla cause strutturali della crisi; 2

4 comunicare la crisi alle comunità italiane con un attenzione alle cause e alle connessioni con i fenomeni globali cambiamento climatico, utilizzo e distribuzione delle risorse, commercio delle armi per indurre ad una riflessione sugli stili di vita e sulle scelte politiche collegate. Le azioni messe in campo riguardano principalmente i settori dell aiuto d urgenza, soprattutto per l assistenza alimentare, dell accesso all acqua, della sanità, delle attività di riabilitazione, dello sviluppo agricolo e dell allevamento. 1. L aiuto d urgenza consiste prevalentemente in interventi nel breve periodo destinati ad alleviare le sofferenze legate alla carestia, attraverso la distribuzione gratuita di generi alimentari e acqua, la riattivazione di fonti di acqua, la fornitura di acqua tramite autobotti e di kit per la potabilizzazione, l accesso gratuito alle cure sanitarie di base. Particolare attenzione è dedicata ai bambini, alle donne incinte e in allattamento, ai malati e ai disabili. Nello specifico vengono distribuite razioni alimentari standard altamente nutritive che contengono cereali, legumi e olio capaci di soddisfare il fabbisogno calorico giornaliero. In ambito sanitario oltre alla somministrazione di medicinali necessari per il trattamento della malnutrizione, vengono fornite e riabilitate attrezzature e strutture sanitarie e svolti corsi di formazione per il personale delle Caritas locali. Sono stati utilizzati con successo i metodi food for work e cash for work, ovvero pagamenti in cibo e denaro in cambio di prestazioni lavorative, oltre che la vendita di generi alimentari a prezzi sovvenzionati per le famiglie con risorse, ma non completamente autosufficienti. Entrambi i metodi food for work e cash for work hanno permesso la costruzione e riabilitazione di varie opere utili per il trasporto degli aiuti e l accesso ai mercati e strutture per la raccolta e il mantenimento dell acqua. Il metodo cash for work permette inoltre ai beneficiari di rendersi indipendenti nell acquisto del cibo, in alcuni casi disponibile nei mercati ma a prezzi inaccessibili. Particolare attenzione è stata dedicata ai profughi e sfollati ospitati nel campo di Kambioos/Dadaab (Kenya), il più grande al mondo, che accoglie complessivamente rifugiati. Caritas, attraverso la presenza di Catholic Relief Services (Caritas degli Stati Uniti) si è concentrata soprattutto nell ambito sanitario. In particolare profughi somali, hanno beneficiato della distribuzione mensile di sapone per la pulizia della persona e kit igienico sanitari; della costruzione di latrine, docce, lavabi, riserve d acqua e della gestione dei rifiuti solidi, oltre ad attività di sensibilizzazione e formazione sugli stessi temi. 2. L accesso all acqua. Come per l assistenza alimentare gli interventi si differenziano a seconda dei beneficiari e delle possibilità offerte dal contesto: la riabilitazione di pozzi e sistemi di distribuzione esistenti (dove possibile questa tipologia è la preferita); la costruzione di nuovi pozzi e fonti di acqua; la realizzazione di sistemi di distribuzione; la fornitura di strumenti per la conservazione dell acqua, sia a livello comunitario che individuale/familiare. 3

5 3. In ambito sanitario i principali interventi a carattere riabilitativo sono: costruzione o riabilitazione di strutture sanitarie; fornitura di alimenti, medicinali e attrezzature, a strutture sanitarie esistenti sia della Chiesa che pubbliche; formazione del personale medico e paramedico. Particolare attenzione è dedicata ai servizi in favore di fasce vulnerabili, quali i bambini sotto i 5 anni e i disabili. 4. Nell ambito della riabilitazione, dello sviluppo e della prevenzione, al fine di rendere le popolazioni più resistenti alle carestie e maggiormente indipendenti dagli aiuti esterni, i progetti prevedono interventi nel medio periodo per favorire l agricoltura e l allevamento. Tali azioni sono finalizzate alla protezione e ricapitalizzazione dei mezzi di sussistenza, come i capi di bestiame e le scorte di cibo e sementi; corsi di formazione sull agricoltura e sulla gestione delle risorse idriche; la distribuzione di utensili per la raccolta d acqua. Nello specifico vengono distribuiti sementi più resistenti alla siccità e diversi tipi di capi di bestiame ai quali viene assicurato il sostegno veterinario. Una particolare attenzione è data alla promozione socio economica delle donne. 5. Infine si sono appoggiati progetti di reintegrazione sociale di soggetti vulnerabili la cui condizione si è aggravata a causa della crisi. Si tratta prevalentemente di progetti di alfabetizzazione e inserimento lavorativo di minori di strada, detenuti ed altre categorie particolarmente svantaggiate. Caritas Italiana è tuttora attiva e, dalle prime fasi della crisi al 1 maggio 2012, per la realizzazione di 35 progetti ha messo a disposizione euro , pari al 64 % della somma finora raccolta per l emergenza Corno d Africa. Per il futuro Caritas Italiana intende proseguire l impegno in favore delle popolazioni del Corno d Africa con programmi di medio/lungo termine supportando la Chiesa locale, tramite la rete Caritas, nella sua azione socio pastorale. In particolare si sosterranno processi di rafforzamento delle Caritas nazionali e diocesane dei paesi dell area colpita e programmi di prevenzione, riabilitazione, sviluppo, sanitari e in favore della pace e della riconciliazione. 4

6 Progetti in loco sostenuti da Caritas Italiana Riepilogo per paesi Paese Fondi allocati Importo progetti (euro) finanziati (euro) % Somalia ,88% Kenya ,84% Etiopia ,80% Gibuti ,11% Altri paesi dell area e attività trasversali ,37% Totale ,00% Riepilogo per ambito Ambito Nr. Importo progetti Progetti finanziati (euro) % Emergenza ,19% Idrico ,04% Sanitario ,44% Socio economico, prevenzione (agricoltura, allevamento) ,50% Sociale (educazione, ) ,05% Attività trasversali (gestione, animazione, comunicazione,..) ,78% Totale ,00% Gibuti Gibuti 5,11% 5,11% Altri paesi e Altri paesi e attività attività trasversali trasversali 14,37% 14,37% Somalia Somalia 25,88% 25,88% Etiopia Etiopia 20,80% 20,80% Kenya Kenya 33,84% 33,84% Socioeconomico/ Socioeconomico/ prevenzione prevenzione 21,50% 21,50% Sanitario Sanitario 4,44% 4,44% Sociale Sociale 3,05% 3,05% Attività Attività trasversali trasversali 0,78% 0,78% Idrico Idrico 13,04% 13,04% Emergenza Emergenza 57,19% 57,19% 5

7 Dettaglio per paese Somalia Località Descrizione sintetica Importo progetti finanziati (euro) Mogadiscio Progetti di emergenza, viveri e assistenza sanitaria Progetti socio-economici per la riabilitazione dell agricoltura, Mogadiscio conservazione dell acqua e miglioramento della sanità Progetti socio-economici: assistenza sanitaria a donne, microcredito, Mogadiscio assistenza sanitaria Progetto idrico per il miglioramento dei sistemi di irrigazione nella regione Mogadiscio del Basso Shebeli Progetto socio-economico per lo sviluppo delle oasi nel Puntland (nord Mogadiscio Somalia) Progetto socio economico per la lotta contro la povertà: riqualificazione del Mogadiscio settore agricolo nel Puntland (nord Somalia) Progetto igienico-sanitario per aiuti d'urgenza e riabilitazione, per i rifugiati Dadaab (Kenya) * somali nel campo di Dadaab in Kenya * L intervento è classificato nella tabella della Somalia in quanto totalmente in favore di profughi somali nel campo al confine tra Kenya e Somalia Kenya Località Descrizione sintetica Importo progetti finanziati (euro) Tutte le diocesi Piano di risposta nazionale all emergenza, prima fase d urgenza Nairobi Nairobi Maralal Progetto di emergenza per l assistenza alimentare, sanitaria e il supporto all agricoltura e all allevamento Progetto sanitario per la costruzione del reparto di maternità per il parto e la salute neo-natale nelle periferie di Nairobi Costruzione pozzi e riabilitazione acquedotto per le comunità Samburu Isiolo Progetto idrico per la trivellazione di pozzi, e la riabilitazione agricola Nairobi Distretto di Wajir Maralal Distretto di Marigat Meru e Isiolo Progetto sociale per il supporto medico, nutrizionale e sociale degli orfani e bambini di strada, nelle periferie di Nairobi Progetto sanitario per il supporto medico alla popolazione vulnerabile, e la promozione di cliniche mobili e dell agricoltura comunitaria. Progetto socio-economico per lo sviluppo di agricoltura comunitaria in favore delle fasce vulnerabili a Makima Progetto socio-economico per la prevenzione di nuove crisi alimentari attraverso il recupero del territorio e lo sviluppo di attività agricole compatibili Progetto idrico per l accesso all acqua pulita e miglioramento dei servizi igienici in area rurale Tutte le diocesi Piano di risposta nazionale all emergenza, seconda fase di riabilitazione Etiopia Località Descrizione sintetica Importo progetti finanziati (euro) Tutte le Diocesi Piano di risposta nazionale all emergenza, prima fase d urgenza Harare Jimma Bonga e Soddo Territori di Siraro, Halaba, Badewacho Progetto d emergenza a favore dei profughi per il miglioramento nutrizionale, e accesso alle fonti idriche Progetto idrico-sanitario per il miglioramento dell accesso e gestione delle fonti idriche delle comunità rurali Progetto idrico-agricolo per il miglioramento della produzione agricola e accesso alle infrastrutture idriche in area rurale Tutte le Diocesi Piano di risposta nazionale all emergenza, seconda fase di riabilitazione

8 Gibuti Località Descrizione sintetica Importo progetti finanziati (euro) Gibuti Piano di risposta all emergenza, viveri e medicinali Gibuti Progetto sociale per l alfabetizzazione di ragazzi/e che hanno abbandonato la scuola Gibuti Progetto idrico per il miglioramento dell accesso all acqua Gibuti Progetto sanitario per la cura dei bambini di strada Inoltre, in continuità con programmi precedenti alla crisi, si sono sostenuti interventi in altri paesi dell area quali Eritrea, Sud Sudan e Nord Sudan. In particolare in Eritrea si è appoggiato un progetto volto a migliorare le condizioni di salute delle madri e dei loro bambini e ad accrescere la produzione di cibo da parte delle famiglie. In Sud Sudan e Nord Sudan si é contribuito a progetti di aiuto d urgenza in favore degli sfollati e ad interventi in ambito agricolo e idrico. I fondi raccolti da Caritas Italiana In data 29 luglio 2011 la Conferenza Episcopale Italiana ha emesso il seguente comunicato indicendo una Colletta Nazionale: Come ribadito dal Santo Padre nel suo accorato appello affinché Non manchi a queste popolazioni sofferenti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà", l immane tragedia interroga le nostre coscienze e chiama tutti alla solidarietà per venire incontro ai bisogni più immediati e per aiutare le popolazioni a riprendere le attività necessarie al loro sostentamento. La Presidenza della CEI ha disposto immediatamente lo stanziamento di un milione di euro e Caritas Italiana di euro. Consapevole della eccezionale gravità della carestia, la Presidenza della CEI indice anche una colletta nazionale. Domenica 18 settembre 2011 in tutte le chiese d Italia si terrà una raccolta straordinaria a sostegno delle popolazioni colpite dalla siccità. Le offerte raccolte dovranno essere integralmente inviate con sollecitudine a Caritas Italiana Le offerte pervenute a Caritas Italiana, a tutto il 20 aprile 2012, ammontano a euro Per ulteriori approfondimenti Caritas Italiana Ufficio Africa / Ufficio Medio Oriente e Nord Africa Via Aurelia Roma Tel /242 mail: africa@caritasitaliana.it 7

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