Tipologie forestali e relative norme di taglio I boschi del Parco del Roccolo

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1 LA TUTELA DEI BOSCHI Aspetti forestali e paesistici i Piano di Assestamento forestale Piano di Indirizzo Forestale Tipologie forestali e relative norme di taglio I boschi del Parco del Roccolo Dott.ssa Serena Marranini Settore Agricoltura Provincia di Milano Corso dif formazione per guardie ecologiche volontarie Parco del Roccolo, 31 marzo-7 aprile 2009

2 Piano di assestamento forestale Deriva da un obbligo di legge (1923) di pianificazione delle foreste pubbliche attraverso un piano economico. Sono dei veri e propri piani di gestione che avevano prima finalità produttive, e cioè con l obbiettivo di ottenere dal bosco un prodotto annuo massimo e costante. Oggi le finalità di un piano di assestamento sono diverse con l importanza delle diverse funzioni sociali del bosco: turismo, caccia, attività ricreative, protezione natura, difesa del paesaggio.

3 Definizione di Piano di Assestamento Forestale art. 47, comma 5, l.r. 31/2008 Le proprietà silvo -pastorali, singole o associate, possono essere gestite in base a piani di assestamento forestale a carattere aziendale, anche in versione semplificata per i boschi che svolgono prevalentemente funzioni diverse da quella produttiva. Il piano di assestamento forestale ha come principale obbiettivo p p p l'esame del patrimonio boschivo e la definizione degli interventi da effettuare per la sua corretta gestione

4 Le particelle forestali o particelle assestamentali

5 E l unità fondamentale dei piani di assestamento. La divisone in particelle serve per localizzare, quantificare e classificare il bosco in parti omogenee. Ogni particella sarà omogenea per: altitudine, specie dominante e sistema selvicolturale. Ogni particella viene cartografata, evidenziata con segni di vernice, schedata e attribuita ad una classe economica. Le particelle hanno dimensioni minime molto diverse: da mq a mq.

6 Cos è il turno E l età dell abbattimento che corrisponde alla maturità del soprassuolo. Per esempio, per un ceduo di robinia il turno è di 10 anni.

7 Il Piano di Indirizzo Forestale P.I.F. Art. 47, comma 1, l.r. 31/2008 Sono predisposti da province, comunità montane, ed enti gestori dei parchi allo scopo di valorizzare le risorse silvo- pastorali. Individuano gli obbiettivi strategici del settore forestale e indicano gli indirizzi di intervento e i criteri generali di realizzazione, nonché le previsioni di spesa.

8 Il PIF della Provincia di Milano E stato approvato o nel In coerenza con i piani territoriali provinciali, dei piani paesaggistici, dei piani di bacino e della pianificazione dei parchi regionali. Gli strumenti urbanistici dei comuni, (PRG, PGT), recepiscono i contenuti del PIF e dei piani di assestamento forestali. Art. 48, l.r. 31/2008

9 Quadro d unione Tavole carta tecnica regionale scala 1:

10 Il Parco del Roccolo

11

12 Le tipologie forestali Le tipologie forestali derivano dalla pratica di classificare i boschi in raggruppamenti, (tipi forestali), accomunati da caratteristiche rilevanti per poter essere utilizzate in campo professionale, (dalle perizie alla pianificazione). Sono state classificate a livello regionale da: Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Lombardia, PA Trento.

13 I tipi forestali della regione Lombardia, (2003), sono distinti per: substrato,caratteri geobotanici, regione forestale, altitudine e posizione. Ogni tipo forestale è descritto nelle seguenti caratteristiche: - Composizione i specifica - Alterazioni antropiche - Tendenze dinamiche naturali - Rinnovazione naturale - Stato vegetativo - Attuale gestione - Struttura - Problematiche colturali

14 Le tipologie forestali in provincia di Milano Ci sono 16 tipologie forestali, e 3 classificazioni di soprassuoli ad alto livello di disturbo antropico per cui non inquadrabili nelle classiche tipologie forestali, (formazioni antropogene, formazioni aspecifiche, formazioni non classificate)

15 Le tipologie forestali nel Parco del Roccolo Robinieto misto Robinieto i puro Formazioni di ciliegio tardivo Formazioni aspecifiche Querco - carpineto dell alta pianura

16

17 Robinia - robinia i pseudoacacia-

18 Robinia - robinia i pseudoacacia-

19 Robinia - robinia pseudoacacia-

20 Ciliegio tardivo - Prunus serotina-

21 Ciliegio a grappoli - Prunus padus-

22 Farnia - Quercus robur-

23 Farnia o Rovere? - Quercus robur, Quercus petraea-

24 Le specie esotiche a carattere infestante art. l.r.31/2008; allegato B del r.r. r n Ailanto o albero del paradiso, Ailanthus altissima Ciliegio tardivo o ciliegio nero americano, Prunus serotina Acero bianco americano, Acer negundo Art.30, r.r n , NFR eliminazione delle specie esotiche acarattere infestante t Il taglio e l estirpazione esclusivamente manuale o con mezzi manuali è permesso tuttott l anno senza denuncia di taglio. E obbligatoria la rinnovazione artificiale nel caso in cui, a seguito dell estirpazione, si formino aree prive dei vegetazione di superficie superiore a 400 mq.

25 Acero negundo

26 Ailanto

27 ailanto o frassino maggiore (Fraxinus excelsior)?

28 Norme Forestali Regionali e tipologie forestali Art. 39 Norme per gli interventi in fustaia 1. Le fustaie possono essere utilizzate mediante tagli successivi oppure mediante taglio saltuario o, nei casi permessi, mediante taglio a raso a strisce. Le modalità di taglio sono in funzione della struttura tt del bosco. 4. Il taglio a raso delle fustaie è vietato laddove le tecniche selvicolturali non siano finalizzate alla rinnovazione naturale, salvo i casi diversi previsti dai piani di indirizzo forestale e dai piani i di assestamento t redatti dtti e approvati secondo i criteri i dll della gestione forestale sostenibile di cui all articolo 11, comma 12, della l.r. 27/2004. Il taglio a raso delle fustaie può essere realizzato solo a strisce, con le modalità di cui ai commi 6 e 7 e per interventi la cui istanza è accompagnata dal progetto di taglio, di cui all articolo articolo 14, o dalla relazione di taglio, di cui all articolo 15.

29 Il Il taglio a raso è comunque vietato nei tipi forestali appartenenti alle seguenti categorie tipologiche: a) carpineti; b) querceti di farnia, di rovere o di cerro; c) querco carpineti; d) formazioni particolari, quali saliceti, formazioni di pioppo, pp maggiociondolo, olivello e sorbi; e) alneti, ossia formazioni di ontani; f) aceri-frassineti i ie aceri-tiglieti; ili i g) faggete; h) betuleti; i) mughete; j) piceo-faggeti; k) abieteti; l) peccete, fatta eccezione per le peccete di sostituzione ove è permesso.

30 Art. 40 Norme per gli interventi nei cedui 1. I cedui invecchiati, ossia quelli con età superiore a quarant anni, ai fini del presente regolamento, sono assimilati alle fustaie; i castagneti sono considerati cedui fino a ottanta anni. 2. Il taglio a ceduo semplice, ossia senza rilascio di matricine, è permesso nei corileti, negli alneti di ontano verde, nei robinieti puri, nelle formazioni di ciliegio tardivo e nelle altre formazioni di esotiche infestanti, su una superficie massima di tre ettari, non contigua, distanti almeno cento metri da altre già utilizzate nei tre anni precedenti. È ammessa deroga esclusivamente in caso di utilizzazioni per uso civico, previa autorizzazione dell ente forestale ai sensi degli articoli 6, 7 e 8.

31 Art. 40 Norme per gli interventi nei cedui 3. Il taglio del ceduo con rilascio di matricine o riserve è permesso su una superficie massima di trenta ettari, non contigua, distanti almeno duecento metri da altre già utilizzate nei tre anni precedenti e di superficie superiore a dieci ettari. 4. È obbligatorio il rilascio di tutte le riserve di specie autoctone eventualmente presenti nei robinieti, nelle formazioni di ciliegio tardivo e di altre esotiche infestanti e, nei limiti previsti per le matricine, nei castagneti e nelle faggete. Le riserve in faggete e castagneti possono essere tagliate, in occasione di una ceduazione, ad un età tà pari al doppio dlt del turno minimo. ii Le riserve nei robinieti, nelle formazioni di ciliegio tardivo e di altre esotiche infestanti possono essere tagliate solo in caso di deperimento o morte.

32 Art. 40 Norme per gli interventi nei cedui 5. È obbligatorio i rilasciare i almeno cinquanta matricine ii ad ettaro scelte tra piante d alto fusto o polloni ben conformati o portanti cancri ipovirulenti nei seguenti tipi o categorie forestali: a) castagneti; b) robinieti misti; c) alneti di ontano bianco o nero; d) orno-ostrieti e carpineti; e) saliceti e formazioni di pioppi. 6. È obbligatorio rilasciare almeno novanta matricine ad ettaro scelte fra piante d alto fusto o polloni ben conformati nei seguenti tipi o categorie forestali: a) querceti, querco-carpineti; b) faggete; c) altre formazioni di latifoglie autoctone. 7. Le matricine possono essere distribuite sull intera superficie della tagliata oppure rilasciate a gruppi di massimo dieci individui. I gruppi sono distribuiti sull intera superficie della tagliata.

33 Art. 41 Periodicità dei tagli 3. Nelle fustaie, in caso di tagli successivi, il turno, ossia il periodo tra due tagli di sementazione, non può essere inferiore a: a) novanta anni per le faggete, gli abieteti, i querceti di farnia, di rovere o di cerro e i querco -carpineti; b) ottanta anni per le peccete e i piceo-faggeti; i c) cinquanta anni per gli aceri-frassineti e gli aceri-tiglieti, gli alneti di ontano bianco e nero; d) quello previsto al comma 2 per il taglio a raso aumentato di dieci anni nei restanti casi. 5. Il turno minimo previsto nei cedui è di: a) tre anni nelle formazioni di ciliegio tardivo e di altre esotiche infestanti; b) sei anni nei corileti e nei saliceti; c) dieci anni nei robinieti puri e nelle formazioni di pioppo; d) quindici anni nei castagneti, nei querceti di roverella e di cerro e negli ornoostrieti; e) venti anni nei robinieti misti, nei querco-carpineti e carpineti, nei querceti di f i li l ti ll f t i lt f i i d

34 Art. 24 Alberi da destinare all invecchiamento a tempo indefinito 1. Ai fini del mantenimento e dell incremento della biodiversità, sia nelle fustaie che nei cedui, sono obbligatori i l individuazione id i e il rilascio i per l invecchiamento indefinito it di almeno un albero ogni duemilacinquecento metri quadrati, o loro frazione, di bosco soggetto a utilizzazione. Gli alberi possono essere rilasciati a gruppi. L obbligo del rilascio sussiste anche nel caso di taglio a raso delle fustaie o dei cedui. 2. Gli alberi rilasciati sono contrassegnati a cura dell utilizzatore con un bollo di vernice gialla indelebile o mediante apposito contrassegno con numerazione progressiva fornito dall ente forestale. 3.Gli alberi rilasciati hanno tutte le seguenti caratteristiche: a) essere in buone condizioni vegetative; sono tollerate piccole cavità, che non compromettano la stabilità della pianta, utilizzate o utilizzabili come tane o rifugio da specie animali; b) avere un buon portamento ed essere piante dominanti; c) essere nate da seme o, in mancanza, essere polloni ben conformati e affrancati; a) essere di buon aspetto paesaggistico. 4. Gli alberi rilasciati non possono essere tagliati e, in caso di morte, devono essere sostituiti in occasione della successiva utilizzazione. 5. Gli alberi rilasciati sono conteggiati nel novero delle matricine e delle riserve.

35 LINK UTILI - Provincia di Milano Regione Lombardia agricoltura foreste e territorio normativa forestale 0&action=Documento Denuncia di taglio boschi 8&SezioneId=0&codTipol=1 - Riconoscimento piante

36 "Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce t insegneranno le cose che nessun maestro ti dirà San Bernardo da Chiaravalle Grazie per l attenzione

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