SECONDO PERIODO RICERCA SULLA CHIAREZZA DEI PRINCIPI DELLA TEOLOGIA NATURALE E DELLA MORALE (1764)

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1 IMMANUEL KANT PREMESSE Tutta la filosofia successiva a Kant fece riferimento a lui. Fu il grande promotore dell idealismo. Esso era partito da Cartesio, aveva attraversato l empirismo, aveva riguardato in parte Leibnitz. C era, quindi, un idealismo che partiva da un analisi ontologica (Leibnitz) e uno che partiva da una di tipo empirico (Berkeley). Con Kant l idealismo raggiunse livelli altissimi, al punto che tutta la riflessione successiva sarà idealista. Kant si riconosceva come un filosofo illuminista, leggeva gli illuministi, aveva contatti con loro. Essendo di Koenisberg, era un illuminista tedesco e la filosofia si arricchì notevolmente di termini e cultura tedeschi. Kant era considerato dagli storiografi un Giano bifronte perché era un filosofo che si riconosceva nell Illuminismo (anche se non nella maniera dei francesi) ma era caro anche al Romanticismo, che aveva in antipatia il potere indiscriminato della ragione e favoriva la sensazione l emozione. Nel 1874 Kant pubblicò un libro intitolato Was is Aufkälrung? Aufkälrung voleva dire Illuminismo. Per Kant, l Illuminismo era l uscita dallo stato di minorità che egli doveva imputare a sé stesso ; tuttavia, lo stato di minorità, per Kant, non era imputabile ad altri (come pensavano gli illuministi). La minorità era l incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro a causa della mancanza di coraggio di farlo. Conoscere richiedeva un atto di coraggio e uno sforzo mentale; seguire la tradizione o aderire a qualcosa di già fatto/detto era più facile. L Illuminismo Kantiano, insomma, era un po diverso. Kant non fece quella mega critica alla Chiesa; tuttavia, anche per Kant, bisognava dissipare la nube del pregiudizio. BIOGRAFIA Nacque a Koenisberg e fece il precettore e poi il professore universitario. Studiò sui manuali di Christian Wolf; ebbe una formazione leibniziana e scolastica ma si documentava sugli illuministi e su Hume, che aveva definito il suo grande precettore. Il Trattato sulla natura umana di Hume lo aveva stimolato alla ricerca filosofica. Nacque e crebbe in una famiglia pietista. [Pietismo: era una corrente caratterizzata da una forte etica, da un rigorismo morale, antidogmatismo. L antidogmatismo era la convinzione che la religione era un rapporto tra l uomo e Dio e non nel credere o professare idee. Essere cristiani non voleva dire fare opere o credere a idee ma dare importanza alla sua coscienza] Con Kant la filosofia tornò nel mondo universitario. Kant ottenne la cattedra on una tesi per la libera docenza: Dissertazione del 70 (titolo provvisorio). Successivamente Kant ebbe contatti con i rivoluzionari e gli illuministi francesi. Era molto affascinato dalle Rivoluzioni, intese come cambiamenti che stimolavano la voglia umana di combattere contro il dispotismo. Era un uomo metodico.

2 IMPEGNO FILOSOFICO Kant pensava che la sua fosse un epoca critica, ovvero della critica, in cui erano entrate in crisi tutte le metafisiche del passato. La parola critica deriva κρινω. La filosofia doveva giudicare il vero e il falso abbandonando il pregiudizio e il dogmatismo. Kant non volle solo porre una questione di metodo ma volle analizzare le condizioni per la conoscenza. Hume diceva che si dovesse analizzare il soggetto conoscente, aveva ridimensionato il potere conoscitivo, aveva attuato una rivoluzione epistemologica contro il razionalismo cartesiano. Kant, tuttavia, volle riscattare la filosofia da esiti scettici ma volle tracciare comunque i limiti della ragione. Nella tradizione la ragione era diventata giudice; Kant volle che fosse giudice ma allo stesso tempo imputato. Doveva non solo giudicare ma anche partire da un analisi di sé stessa, rendersi conto cosa si poteva conoscere e fino a che punto. Kant volle portare avanti una filosofia che indagasse i limiti entro cui l uomo conosceva. Il progetto Kantiano era anche un approccio trascendentale con la filosofia: era il filosofo della trascendenza, portava avanti una filosofia basata sul cogito, sul pensiero, sull io. CLASSIFICAZIONE DELLE OPERE -Opere del primo periodo (fino alla Dissertazione del 70 ): prevale l interesse per le scienze naturali; Kant riteneva che il grande contributo provenisse dalla scienza. -Opere del secondo periodo (dagli anni 60 fino al 1780; è inclusa la Dissertazione del 70 ): Kant abbandona la scienza e abbraccia la filosofia. Si avvicina all empirismo inglese, sviluppa una filosofia critica. -Opere del terzo periodo (dal 1781): è chiamato anche Periodo critico. Pubblica le opere maggiori: Critica della ragion pura, Critica della ragion pratica e Critica del giudizio. PRIMO PERIODO Kant affronta temi scientifici e cosmologici. Scrisse Storia universale e la teoria dei cieli, in cui affronta cosmologia copernicana e di Newton. Scrisse anche I terremoti, a seguito del terremoto di Lisbona, Studiò anche i venti. Scrisse Sull ottimismo (tematica già affrontata da Rousseau e Voltaire). Anche Kant, infatti, si lasciò prendere da considerazioni di teodicea e sostenne la tesi leibniziana sulla presenza del male nel mondo: quest ultimo era la combinazione migliore dei possibili.

3 SECONDO PERIODO RICERCA SULLA CHIAREZZA DEI PRINCIPI DELLA TEOLOGIA NATURALE E DELLA MORALE (1764) Kant intende ricercare la chiarezza dei suddetti principi. Si vuole porre una questione di metodo. Si chiese, infatti, se la filosofia fino al suo tempo era stata chiara, se era stata condivisa da altri ecc Il problema, nuovamente, risiedeva nel metodo. La filosofia doveva rivestirsi dei principi e della chiarezza della matematica. Chiarisce la visione costruttivistica della matematica. Essa era, dunque, una scienza apriorica: essa non derivava dell esperienza ma era strutturata dalla nostra mente che, a sua volta, aveva una struttura matematica; la mente poteva cogliere i principi matematici e li conosceva. La matematica aveva oggetti semplici e sinteticità delle definizioni. Per questo la matematica era chiara ed efficace. Pertanto, lo stesso metodo conoscitivo doveva essere condiviso dalla filosofia. La metafisica, invece, aveva oggetti complessi, definizioni indimostrate e contorte. La matematica era una scienza sintetica, la metafisica era analitica. L UNICO ARGOMENTO POSSIBILE PER LA DIMOSTRAZIONE DELL ESISTENZA DI DIO (1763) Sostenne un unico argomento per dimostrare l esistenza di Dio. Sosteneva, infatti, che tutte le prove precedentemente addotte avessero l errore logico della prova a priori: essa concepiva l esistenza come un predicato che veniva attribuito a Dio che, in quanto essere infinito, non aveva privazioni (quindi aveva anche l esistenza). In realtà, i giudizi predicativi sono attribuzioni di predicati ad un soggetto. I giudizi di esistenza, però, non sono giudizi predicativi perché non attribuiscono un predicato ad un soggetto ma collegano un concetto nella mente con una realtà esterna ad essa. Pertanto, per dimostrare l esistenza di Dio bisognava collegare il pensiero di Dio nella mente con qualcosa di esterno; si poteva dire che esisteva il pensiero di Dio ma non l esistenza di Dio. L esistenza si ricavava dall esperienza, non dall essenza. L unica dimostrazione, quindi, è quella di ragion sufficiente (tutto ha una causa e, pertanto, ci deve essere una causa prima). Nel periodo critico abbandonerà anche questa argomentazione SOGNI DI UN VISIONARIO CHIARITI DAI SOGNI DI UN METAFISICO (1766) Qui Kant analizza i vaneggiamenti di un visionario a seguito dell incontro con un indovino e confronta le considerazioni di un visionario con quelle di un metafisico; come il visionario credeva di essere in contatto con il mondo del sovrannaturale, così il metafisico credeva di vedere oltre l esperienza. Era necessario imparare a fare filosofia, non imparare la filosofia. Non andava eliminata completamente la metafisica o le sue domande sull ontologia. Bisognava eliminare la metafisica trascendentale (che precludeva, cioè, l esperienza). Per Kant si doveva fare una metafisica che utilizzava il metodo scientifico, che esperiva la realtà e faceva leggi. L unica metafisica possibile era quella naturale. Kant esalta l empirismo e denigra il razionalismo e tutte le cose che esistevano fuori dall esperienza non potevano essere dimostrate. L uomo era portato spontaneamente a ricercare oltre il naturale.

4 DE MVNDI SENSIBILIS ATQVE INTELLEGIBILIS FORMA ET PRINCIPIIS (1770) Qui Kant calca la tradizione leibniziana. Leibnitz aveva distinto tra conoscenza sensibile e intellegibile: la vera conoscenza era quella intellegibile, attiva. Kant distingue tra fenomeni e noumeni di conoscenze: -conoscenza fenomenica: deriva dalla ricettività del soggetto e ha come oggetto il fenomeno (ciò che appare ai sensi) -conoscenza noumenica: analizza la cosa come è, non come appare. Nella dissertazione dice che l uomo conosce fenomenicamente e poi va all essenza dell oggetto tramite la mente. Kant analizza anche la questione spazio-tempo. Per Kant l uomo percepisce i fenomeni attraverso il senso esterno (lo spazio) e attraverso quello interno (il tempo). Kant, dunque, presenta una analisi spaziotemporale soggettiva, come pertenente al soggetto che conosce. Lo spazio e il tempo sono strutture della sensibilità, sono soggettivi (pertengono al soggetto) e universali (tutti gli uomini filtrano le informazioni allo stesso modo). La conoscenza fenomenica non è chiara, quella noumenica sì. TERZO PERIODO (CRITICO) Kant continua a proseguire nel suo progetto, ovvero, portare avanti una filosofia critica attraverso un approccio trascendentale secondo l ermeneutica della finitudine. [Ermeneutica della finitudine: Kant voleva proporre una filosofia critica e recuperava l atteggiamento di giudizio e di critica nei confronti della metafisica, già avviato dagli empiristi. L empirismo aveva criticato le metafisiche e il razionalismo dicendo che aveva visto nell approccio razionalista, un approccio inadeguato dal momento che riteneva che la ragione poteva conoscere tutto interamente. Quindi, Kant, volendo fare una filosofia critica, volle recuperare quella stessa critica degli empiristi: bisognava tenere conto dei limiti della ragione umana. L ermeneutica della finitudine è, dunque, la volontà di tener conto dei limiti dell intelletto; vuol dire avere la consapevolezza che la ragione umana è finita, limitata, con dei confini che non si possono superare. Questo metodo filosofico dell ermeneutica della finitudine era secondo un approccio trascendentale, secondo l Ich thanke. L io penso deve sottintendere a tutte le mie rappresentazioni. [Trascendente: ha a che vedere con l approccio metafisico, con la volontà di andare a conoscere l oggetto come esso è. Trascendentale: approccio che parte dall io penso; esso trascendeva la natura noumenica dell oggetto] Nel periodo critico, Kant si chiese se la metafisica, l etica e l estetica erano possibili in quanto scienze. Infatti, in questo periodo portò avanti il progetto di una metafisica razionale (Critica della ragion pura), entro i limiti dell intelletto, non trascendente ma

5 trascendentale, etica razionale (Critica della ragion pratica) e un estetica razionale (Critica del giudizio). Kant fu uno dei primi a dare valore al Trattato sulla natura umana di Hume. Egli aveva demolito la metafisica trascendente, il concetto di sostanza, di qualità, causa-effetto, tutte le categorie fondamentali della filosofia aristotelica. Nel Trattato, però, Hume aveva demolito anche l etica perché era giunto a dire che la ragione non consentiva di distinguere il giusto dallo sbagliato; l unico modo per etichettare il bene e il male era valutare ciò che era successo nella storia. Tuttavia, Kant, di fronte all argomentazione demolitrice di Hume, ne riconobbe l efficacia e la necessità ma non volle fermarsi lì, agli esiti scettici di Hume; volle costruire una metafisica in quanto scienza, della natura, simile alla scienza newtoniana. Anche dal punto di vista etico Kant non volle fermarsi all utilitarismo e al relativismo di Hume. Lo stesso per l estetica. FONDAZIONE DI UNA METAFISICA COME SCIENZA Kant aveva pubblicato la Critica della ragion pura nel Tuttavia, l opera era molto difficile e nel 1783 pubblicò un altro saggio: Prolegomeni ad ogni metafisica futura che voglia presentarsi come scienza. Con questa opera Kant volle gettare le basi di una nuova metafisica che volesse essere scientifica e non un puro vaneggiamento. Kant volle sostenere che non si poteva prescindere dalla metafisica e neanche si poteva accettare la metafisica trascendente. L unica metafisica futura era quella scientifica. Sostenne che quella metafisica che voleva studiare il mondo come era in sé stesso lo indagava noumenicamente e ciò era impossibile perché l uomo non aveva strumenti per potersi dare delle risposte. Si poteva, invece, rispondere a come un soggetto vedeva un oggetto, alle domande di una metafisica fenomenica. L approccio che Kant adottò per la rifondazione di una metafisica scientifica e fenomenica era trascendentale. Esso, tuttavia, non trascurava l oggetto perché metteva lo metteva a tema ma non nella sua natura noumenica. Tale approccio doveva essere possibile a priori: l uomo aveva un io penso che gli permetteva di conoscere; non contava solo l oggetto ma anche le strutture aprioriche, ovvero come il soggetto lo vedeva. Questo approccio poneva sempre in essere una relazione tra soggetto e oggetto. Il secondo non esisteva mai da solo indipendentemente dal soggetto (come invece sosteneva la metafisica classica nella adeguatio ad rem) né la struttura della mente poteva fare a meno dell esperienza. C era una relazione tra le strutture aprioriche della mente del soggetto e il fenomeno dell oggetto. Kant non aveva un idealismo ontologico ma empirico. Kant non voleva dire che l essere non esisteva (o cos era il mondo) ma voleva concentrarsi su come l intelletto percepiva il mondo. Questo intelletto, però, era innato (anche se Kant utilizzava il termine puro o a priori). L intelletto, dunque, aveva strutture pure, aprioriche attraverso cui percepiva e conosceva il mondo.

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