P.A.T. Relazione geologica. COMUNE DI BRENZONE Provincia di Verona. Consulenze specialistiche. Progettisti

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1 COMUNE DI BRENZONE Provincia di Verona P.A.T. Elaborato Scala Relazione geologica Progettisti Arch. Nicola Grazi Arch. Elena Ballini Arch. Davide Longhi Collaboratori Dott. Pianf. Terr. Salvatore Arena Consulenze specialistiche Geologia compatibilità idraulica e sismica: Dott. Geol. Enrico Nucci Dott.Geol. Lorena Benedetti Dott. Ing. Alessia Canteri Valutazione Ambientale Strategica (VAS): Dott. pianif. terr. Salvatore Arena Analisi Agronomica e Valutazione di Incidenza (VINCA): Dott. Agron. Forest. Manuel Cavazza Quadro Conoscitivo: Ing. Luca Guarino IL SINDACO Avv. Rinaldo Sartori Responsabile sett. Urb. Geom. Luciano Beghini DICEMBRE 2013

2 Relazione GEOLOGICA 2 INDICE 1 PREMESSA CARTA LITOLOGICA - tema INQUADRAMENTO GEOLOGICO - STRATIGRAFICO ELABORAZIONE DELLA CARTA LITOLOGICA PERMEABILITÀ CARTA IDROGEOLOGICA tema IDROLOGIA DI SUPERFICIE ACQUE SOTTERRANEE ELABORAZIONE DELLA CARTA IDROGEOLOGICA CARTA GEOMORFOLOGICA tema INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ELABORAZIONE DELLA CARTA GEOMORFOLOGICA ASSETTO TETTONICO E SISMICITÀ LOCALE ASSETTO TETTONICO - STRUTTURALE SISMICITÀ LOCALE FRAGILITÀ DERIVANTI DALL ANALISI GEOLOGICA COMPATIBILITÀ GEOLOGICA COMPATIBILITÀ SISMICA AREE SOGGETTE A DISSESTO IDROGEOLOGICO BIBLIOGRAFIA ALLEGATI AL TESTO ALLEGATO 1: RACCOLTA INDAGINI DI REPERTORIO

3 Relazione GEOLOGICA 3 Codice di Rif.: SA08060 Verona, Luglio 2013 revisione Dicembre PREMESSA Nell ambito del procedimento di redazione del Piano di Assetto del Territorio del Comune di Brenzone, conformemente a quanto indicato dalla L. R. 23 aprile 2004, n.11 Norme per il governo del territorio, le attività a carattere geologico possono essere distinte in due fasi: QUADRO CONOSCITIVO PROGETTO. Il QUADRO CONOSCITIVO, Art.10 L.R. 11/2004, è il sistema integrato delle informazioni e dei dati necessari alla comprensione delle tematiche svolte dagli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica e si compone di dati ed informazioni già in possesso dell amministrazione comunale, di dati presenti nei livelli di pianificazione superiore (provinciale e regionale), di dati in possesso di altri Enti e di nuove informazioni acquisite ed elaborate nella fase di formazione del Piano. La formazione del quadro conoscitivo è consistita nella costruzione di un catalogo di informazioni suddivise in ambiti tematici denominati Matrici, suddivise a loro volta in livelli sempre più specifici: i Temi e sottotemi definiti Classi, comprensivi di Banche dati associate. Nello specifico per la Matrice SUOLO E SOTTOSUOLO è prevista la compilazione dei seguenti temi e classi: Gruppo c - QUADRO CONOSCITIVO Matrice c05 - Suolo e Sottosuolo Tema 0501-Litologia Classi: Litologia del substrato ; Materiali della copertura colluviale ed eluviale ; Materiali degli accumuli di frana ; Materiali alluvionali, morenici fluvioglaciali, lacustri, palustri e litorali ; Punti di indagine geognostica e geofisica. Tema 0502-Idrogeologia Classi: Idrologia di superficie e Acque sotterranee. Tema 0503-Geomorfologia Classi: Forme strutturali e vulcaniche ; Forme di versante dovute alla gravità ; Forme fluviali, fluvioglaciali e di versante dovute al dilavamento ; Forme carsiche ; Forme glaciali e crionivali ; Forme artificiali.

4 Relazione GEOLOGICA 4 Il PROGETTO rappresenta il riesame degli elementi dei temi del Quadro Conoscitivo e si esplica nella predisposizione dei seguenti temi e classi: Gruppo b - PROGETTO Matrice b01 - Vincoli della pianificazione territoriale Tema b Vincoli Classe: Vincolo Matrice b02 - Invarianti Tema b0201 Invarianti di natura geologica Classe: Invarianti di natura geologica Matrice b03 - Fragilità Tema b Compatibilità geologica Classe: Compatibilità geologica Tema b0302 Aree a dissesto idrogeologico Classe: Aree a dissesto idrogeologico Tutti i dati sono stati elaborati mediante l utilizzo del software ArcMap 10, sono stati forniti in formato di interscambio esri shape e sono stati organizzati in classi (file *.shp) distinte in base alla tipologia della primitiva geometrica (punto, linea, area), in riferimento agli Atti di Indirizzo relativi alla L.R. 11/2004. Per la definizione delle diverse voci dei sottotemi del Quadro Conoscitivo e per la restituzione grafica dei contenuti si è fatto riferimento al documento Grafie Unificate per gli strumenti urbanistici comunali di cui alla D.G.R. n. 615/1996. In tal modo sono stati prodotti e forniti in formato cartaceo alla scala 1: i seguenti elaborati grafici: CARTOGRAFIA QUADRO CONOSCITIVO Matrice c05 - Suolo e Sottosuolo CARTA LITOLOGICA CARTA IDROGEOLOGICA CARTA GEOMORFOLOGICA

5 Relazione GEOLOGICA 5 I vincoli e le invarianti dovuti ad elementi di natura geologica, geomorfologica ed idrogeologica saranno inseriti rispettivamente negli elaborati di progetto: CARTOGRAFIA DI PROGETTO Matrice b01 - Vincoli della pianificazione territoriale Tema b0107 Elaborati 1 Classe: Elaborato 1: Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale Matrice b02 - Invarianti Tema b0207 Elaborati 2 Classe: Elaborato 2: Carta delle Invarianti La Compatibilità geologica ed il Dissesto idrogeologico saranno parte integrante del terzo elaborato di progetto: Matrice b03 - Fragilità Tema b0307 Elaborati 3 Classe: Elaborato 3: Carta delle Fragilità Per la matrice Suolo e Sottosuolo e i relativi temi sviluppati, nonché per le elaborazioni di progetto quali vincoli, invarianti e fragilità sono stati redatti i metadati riferiti ai livelli informativi utilizzando la maschera di compilazione, standard ISO Ver 4.3 febbraio 2011, in formato.xls fornita dalla Regione Veneto. I metadati sono dei documenti di identificazione e descrizione del contenuto di un insieme di dati che descrivono in maniera inequivocabile le informazioni temporali, qualitative, spaziali e gestionali di ciascun livello. Nella presente relazione di accompagnamento alle tavole, viene descritto il contesto geologico, geomorfologico ed idrogeologico in cui si inserisce il territorio comunale di Brenzone per poi passare di volta in volta ad illustrare nel dettaglio i temi delle carte di analisi del Quadro Conoscitivo. Per ogni tematismo sviluppato verranno indicati la fonte del dato nonché le metodologie utilizzate e le scelte operate in fase di analisi e verifica dei dati raccolti. Successivamente, vengono esposti i risultati derivanti dall elaborazione delle carte di Progetto che rappresentano la sintesi di quanto esposto nelle tavole precedenti ed una traduzione degli elementi analizzati in termini operativi di pianificazione.

6 Relazione GEOLOGICA 6 2 CARTA LITOLOGICA - tema 0501 La Carta Litologica deriva dall analisi del tema c Litologia e dei suoi relativi sottotemi. Le voci di legenda derivano dal documento Grafie Unificate per gli strumenti urbanistici comunali di cui alla D.G.R. n. 615/1996. In tale documento le unità del substrato vengono classificate in riferimento alla compattezza, al grado di fratturazione dell ammasso roccioso, al grado di alterazione, alla presenza di alternanze di materiali a diverso grado di resistenza o coesione, alla tessitura e al grado di cementazione delle singole formazioni. I materiali sciolti sono classificati in riferimento al processo di messa in posto del deposito o dell accumulo, allo stato di addensamento e alla tessitura dei materiali costituenti. I dati elaborati sono stati restituiti in formato *.shp nelle seguenti classi: c _cartalitologicaa.shp (aree); c _cartalitologicap.shp (punti). 2.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO - STRATIGRAFICO Il territorio del Comune di Brenzone è posto sul versante occidentale della dorsale del Monte Baldo che si sviluppa in direzione NE-SO parallelamente al ramo stretto del lago di Garda. Il Monte Baldo è costituito essenzialmente da una piega anticlinale asimmetrica con asse a direzione NNE-SSO e con la convessità disposta verso l'alto. La sua origine è legata primariamente alle intense spinte compressive del Miocene, generatesi in seguito alla collisione, avvenuta nel Cretaceo superiore, tra la placca africana e la placca euroasiatica e, secondariamente, ai movimenti connessi all'intrusione del plutone dell'adamello che determinò lo scollamento dal basamento delle Prealpi Bresciane verso ESE. Queste spinte, esercitate per milioni di anni quasi esclusivamente su rocce calcaree relativamente plastiche secondo una direzione approssimativamente ONO/ESE, si sono espresse in una sequenza di pieghe anticlinali e sinclinali di raccordo tra cui le principali sono quelle del Monte Baldo.

7 Relazione GEOLOGICA 7 A contrastare il progressivo sollevamento della catena contribuirono l'erosione operata dagli agenti esogeni (in particolare i corsi d'acqua ed i ghiacciai) e il coricamento verso est dell'anticlinale, che determinò il parziale crollo della stessa e lo svilupparsi di faglie transpressive a direzione NNE/SSO (giudicariensi). Inoltre, in seguito a variazioni nell'entità e nelle direzioni delle forze compressive, nelle fasi finali dell'orogenesi alpina, avvenne una modifica del regime dinamico delle Alpi Meridionali ed in particolare dell'area lessineo - trentina. Questo evento si tradusse nella fratturazione secondo linee tettoniche a direzione NO/SE (scledensi) dell'area dell'anticlinale, impossibilitata a reagire in modo plastico alle nuove sollecitazioni. In definitiva, quello che si osserva è la presenza di un'anticlinale scoperchiata dall'erosione, svincolata, in alcuni punti, dal proprio asse da movimenti tettonici che non rientrano più nello schema compressivo originario. Fig. 1. La struttura geologica dell area Baldo - Garda. (Quattro itinerari naturalistici nel veronese occidentale Giovanni Albertini) Pur con qualche eccezione, la caratteristica principale del versante occidentale del Monte Baldo è rappresentata da una sostanziale coincidenza tra l'inclinazione degli strati e la pendenza del versante, al punto tale da poter considerare il profilo del fianco occidentale del Monte Baldo come superficie di strato e quindi forma strutturale. In generale, gli strati hanno direzione parallela alla linea di costa del lago (NNE-SSO), inclinazione variabile tra i 20 ed i 60 gradi ed immersione che forma un angolo azimutale compreso tra 295 e 355 : giacitura che determina una situazione a franapoggio generalmente pari o poco più inclinata del versante. Su tale forma strutturale trovano luogo una serie di depositi incoerenti o pseudocoerenti di origine glaciale ed in minor parte fluvioglaciale, che a tratti riducono parzialmente la pendenza del versante, rendendone più dolce il profilo. Risulta inoltre importante sottolineare che l acclività molto elevata del fianco baldense con versanti estremamente impervi, predispongono il verificarsi di fenomeni gravitativi.

8 Relazione GEOLOGICA 8 Le formazioni rocciose che costituiscono la catena del Monte Baldo appartengono alla Serie stratigrafica Veneta e coprono un intervallo di tempo geologico compreso fra il Triassico ed il Miocene. Con riferimento alla figura seguente di seguito verrà esposta una breve descrizione delle litologie affioranti nell area del Comune di Brenzone procedendo dalle formazioni più antiche alle più recenti in accordo con le ultime recensioni scientifiche, tra cui Castellarin et alii, 2006 e APAT, Fig. 2. Colonna cronostratigrafica delle formazioni dei Monti Lessini (da Roghi & Romano ).

9 Relazione GEOLOGICA 9 DOLOMIA PRINCIPALE (TRIASSICO SUPERIORE: CARNICO SUPERIORE - RETICO) La Dolomia Principale è costituita da calcareniti ben stratificate con abbondante presenza di alghe incrostanti formanti dei tappeti algali di ambiente tipicamente intertidale; l'aspetto è, talora, saccaroide con colore giallo - rosa tendente al grigio. Le rocce che compongono la Dolomia Principale sono caratterizzate da composizione e contenuto fossilifero tipico di un ambiente marino poco profondo con sviluppo di piattaforme carbonatiche dove la dolomitizzazione è primaria. Il passaggio alla Formazione dei Calcari Grigi sovrastante è graduale e la dolomitizzazione probabilmente si spinge all'interno della formazione liassica. In questo caso si tratta di una dolomia giallastra, friabile posta in alternanza a calcari grigi integri. La Dolomia Principale si presenta come una successione fittamente stratificata, in cui il ripetersi ciclico e modulato dei suoi diversi strati rocciosi da origine ad una Formazione molto spessa (nel gergo geologico molto potente ), raggiungendo e superando a volte i 1000 metri di spessore. Dal punto di vista geotecnico si tratta di una successione rocciosa che, avendo subito una processo di dolomitizzazione primaria intensa, si presenta in strati metrici e molto competenti. Nell'area in esame compare esclusivamente nel nucleo dell'anticlinale alle quote più elevate con uno spessore di circa 400 m. I principali affioramenti si trovano lungo il limite orientale del territorio in esame da poco sotto la località Buso delle Taccole fino a Sud-Ovest della località Bocchette di Coal Santo. GRUPPO DEI CALCARI GRIGI (GIURASSICO INFERIORE: HETTANGIANO - PLEINSBACHIANO) Si tratta principalmente di calcareniti grossolane o calcari massicci di colore nocciola, talora tendenti al grigio, molto ricchi di bioclasti e frammenti, con intercalazioni oolitiche. In particolare la formazione al tetto è costituita da un corpo massiccio di calcari oolitici ( Calcare oolitico di Massone ) che presentano tipiche stratificazioni incrociate. Si tratta di depositi che contengono abbondanti alghe incrostanti e lamellibranchi che testimoniano una sedimentazione tipica di scogliera, in acque basse e ossigenate con notevole energia, ambiente che permise la formazione delle barre oolitiche all'interno e soprattutto alla sommità della formazione. Nell ambito del Progetto CARG (Cartografia Geologica in scala 1:50.000) di competenza dell Agenzia per la Protezione dell'ambiente e per i servizi Tecnici (APAT), è stata recentemente rivista la classificazione dei Calcari Grigi ed in particolare nei fogli n 59 Tione di Trento e n 80 Riva del Garda, i Calcari Grigi sono stati recentemente elevati al rango di Gruppo all interno del quale vengono distinte quattro formazioni in base ai caratteri litologici, alle associazioni di facies e alle reciproche relazioni geometriche delle successioni interne al Gruppo.

10 Relazione GEOLOGICA 10 Le nuove formazioni corrispondono ai membri utilizzati in precedenza e all oolite di Massone un tempo considerata distinta dagli stessi. In particolare il Gruppo dei Calcari Grigi viene suddiviso nelle seguenti formazioni riconosciute in tutto il Sudalpino: Formazione di Monte Zugna (membro inferiore): calcari grigio chiaro fino a biancastri prevalentemente micritici bioturbati con intercalazioni di peliti rossastre e verdi alla base che passano a calcari stromatolitici e a calcari micritici scuri nodulari nella parte superiore. Limite inferiore graduale sulla Dolomia Principale attraverso una fascia dolomitizzata. Spessore 150 m. Calcare oolitico di Loppio (membro medio): calcari oolitico - intraclastici grossolani di colorazione biancastra o grigio-chiara con rare laminazioni incrociate in strati da medi a spessi. Limite inferiore graduale rapido su Formazione di Rotzo. Spessore m. Formazione di Rotzo (membro di Rotzo): calcari bioclastici da grigio chiaro a bruno organizzati in sequenze di spessore variabile (da metrico a decametrico). La parte inferiore della successione contiene marne grigio verdi e talora argille scure laminate. La parte superiore è caratterizzata dai tipici banchi a lamellibranchi gregari (es: Lithiotis). Limite inferiore paraconcordante o discordante sul Calcare oolitico di Loppio. Spessore 150 m. Calcare oolitico di Massone (oolite di Massone): calcari oolitici con stratificazione o laminazione incrociata a piccola scala. Le ooliti, oncoidi e botroidi, sono generalmente predominanti rispetto ai bioclasti e spesso esclusive. In corrispondenza del margine occidentale della Piattaforma di Trento dove risulta inserito il M. Baldo, il Gruppo dei Calcari Grigi è ricoperto dall Oolite di San Vigilio o dai calcari marnosi della formazione del Tofino (Ex Formazione di Tenno). Nel territorio comunale di Brenzone tale unità rocciosa affiora per uno spessore di circa 350 m e gli affioramenti principali sono localizzati parallelamente alla linea di cresta a ridosso della Dolomia Principale. In particolare si trovano sul fondo della parte topograficamente più elevata delle profonde incisioni denominate Vallone di Boazzo e Vallone dei Trovai. In riferimento ai Quaderni del Servizio Geologico d Italia, si tratta dell ultimo membro corrispondente al Calcare oolitico di Massone caratterizzato dalle tipiche stratificazioni incrociate e dalla presenza di abbondati alghe incrostanti e lamellibranchi che testimoniano una sedimentazione tipica di scogliera, in acque basse e ossigenate con notevole energia, ambiente che permise la formazione delle stesse barre oolitiche. Nel territorio considerato la stratificazione è regolare e piuttosto massiva caratterizzata da banchi metrici continui e giunti di strato chiusi.

11 Relazione GEOLOGICA 11 FORMAZIONE DI TOFINO (GIURASSICO INFERIORE MEDIO: TOARCIANO - BAJOCIANO) Formazione di mare relativamente profondo divisa in quattro membri (Membro del Torrente Duina, Membro di Val degli Inferni, Membro di Malga Tenera e Membro di Bocchetta Slavazi). La successione stratigrafica di tale formazione risulta costituita da calcari micritici fortemente selciferi e da alternanze ritmiche di lamine e straterelli millimetrici e centimetrici di micriti e spicole di spugna con rari radiolari e di biocalcareniti e calcisiltiti di trasporto torbido, intervallati da interstrati marnosi di color grigio cenere. Nella parte inferiore dell unità tali sequenze si trovano sottoforma di ammassi caotici di origine gravitativa e corpi lenticolari metrici ( m) associati a slumpings. All interno del territorio considerato affiora il Membro di Bocchetta Slavazi che include tutta la Formazione di Tenno (temine decaduto). Tale formazione costituisce gran parte del territorio tra cui le porzioni basse del versante tra Assenza e Magugnano mentre tra Magugnano e Salto coinvolge le porzioni alte del versante per effetto di una faglia trasversale alla costa del lago che ha comportato la dislocazione degli strati. Si tratta di una formazione spesso fittamente stratificata e caratterizzata da interposizioni tenere che la rendono particolarmente soggetta ad erosione selettiva. Inoltre si rinviene spesso intensamente fratturata. FORMAZIONE DELL'OOLITE DI S. VIGILIO (GIURASSICO INFERIORE MEDIO: TOARCIANO AALENIANO INFERIORE) Si tratta di una formazione costituita da bancate di calcari oolitici di colore bianco grigio o rosa giallastro. Le ooliti, tipiche di un ambiente deposizionale ad alta energia, sono costituite da piccole sfere di calcite prodotte dalla continua agitazione delle correnti marine. A questa unità appartengono anche rocce ricche di coralli che molto spesso, attraverso l erosione selettiva, vengono messi in risalto. Abbondante è anche la presenza di fossili ed in particolare di articoli di Crinoidi, cioè di piccole piastre di calcite dalla sezione a stella, e di Echinodermi. Oltre ai coralli e crinoidi, contiene ammoniti, brachiopodi, gasteropodi e bivalvi. Il tetto dell Oolite di San Vigilio è marcato da livelli condensati e hard-ground ferriferi che testimoniano la mancanza di molte pagine di storia raccontata dalle rocce. Dal punto di vista nomenclaturale, inserita assieme alla Formazione di Tenno all interno del Gruppo di San Vigilio (Barbujani et al., 1986), attualmente è ritornata ad essere considerata una Formazione a se stante (Avanzini e Masetti, 2004). La stratificazione è discontinua ed i giunti di strato hanno andamento irregolare con distanza media tra di loro di circa m fino eccezionalmente a 2 3 m. La potenza stimata è di circa 135 m. Le facies oolitiche rappresentano, da un punto di vista paleoambientale, la ricostruzione del margine della Piattaforma Trentina risalito a profondità minori rispetto a quelle testimoniate dalla precedente formazione. Essa infatti rappresenta un ambiente di acqua poco profonda, ma con una grande energia ambientale (moto ondoso).

12 Relazione GEOLOGICA 12 All interno del territorio di Brenzone tale formazione si rinviene soprattutto nella parte bassa, a ridosso dei fabbricati e va a costituire le scarpate rocciose interessate dai fenomeni di crollo evidenziati dal P.A.I. - Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico del Fiume Po. ROSSO AMMONITICO VERONESE (GIURASSICO MEDIO SUPERIORE: BAJOCIANO SUPERIORE TITONIANO) Si tratta di depositi della potenza locale di circa 35 m, costituiti da calcari nodulari rosei o rossi ad Ammoniti. La grana è molto fine e gli strati presentano spessori variabili tra 0.5 e 2 m. La deposizione del Rosso Ammonitico Veronese testimonia il definitivo sprofondamento della piattaforma connesso ai fenomeni distensivi su scala continentale del Giurassico medio-superiore. Tale formazione generalmente si può suddividere in tre distinte unità: Il Rosso Ammonitico Inferiore (Bajociano superiore Calloviano inferiore): ha una potenza piuttosto variabile, mediamente compresa tra 7-8 metri, ed è costituito da banchi massicci di calcari più o meno nodulari di colore variabile dal rosa, al rosso, al giallo ma anche al bianco-verdastro, con caratteristici fenomeni di condensazione, subsoluzione, ecc.. Il Rosso Ammonitico Intermedio: interposto fra il Rosso Ammonitico Inferiore e quello Superiore, si tratta di un orizzonte di 5-8 metri di spessore presente solo localmente e con caratteristiche variabili. Questa litofacies è caratterizzata da una stratificazione molto fitta, per lo più planare, e dalla presenza di selce. A causa della stratificazione sottile e regolare, il Rosso Ammonitico Intermedio risulta particolarmente erodibile e quindi risulta quasi sempre mascherato dalla copertura erbosa. Il Rosso Ammonitico Superiore (Oxfordiano medio-superiore Titoniano superiore): ha una potenza di metri e può, in genere, essere distinto in due orizzonti: uno basale più massiccio con faune dell Oxfordiano medio e superiore, ed uno superiore con stratificazione fittamente lastrolare e spiccatamente nodulare con Ammoniti del Kimmeridgiano e del Titoniano basale. Verso il tetto della formazione si assiste ad una graduale diminuzione della nodularità, il calcare aumenta in compattezza, assumendo la caratteristica frattura concoide dei calcari a grana molto fine. Caratterizzato complessivamente da strati calcarei dalle buone caratteristiche di resistenza, il Rosso Ammonitico determina sempre delle significative evidenze morfologiche sui versanti. Tale formazione si rinviene nella parte alta del territorio comunale al confine con il comune di Malcesine ed in particolare lungo il Vajo della Scaletta.

13 Relazione GEOLOGICA 13 MAIOLICA (GIURASSICO SUPERIORE P.P.- CRETACEO INFERIORE: TITONIANO - APTIANO INFERIORE) Un tempo denominata con il termine dei cavatori Biancone, la Maiolica è costituita in prevalenza da calcari micritici biancastri, marroncini o grigi, con numerose intercalazioni di marne, argilliti scure e strati silicoclastici molto fini, ricchi in sostanza organica nella porzione superiore dell unità. La selce, di colore variabile dal rosato al grigio ed al nero, è presente in noduli, lenti e strati. La stratificazione indistinta al letto, in prossimità del limite con il Rosso Ammonitico, diventa successivamente piano-parallela con distanza tra i giunti di circa cm. Il colore varia da roseo alla base a bianco grigio verso l'alto; caratteristica peculiare è la presenza della tipica frattura concoide. La sedimentazione è caratteristica di ambiente pelagico e di profondità più elevata rispetto a quella del Rosso Ammonitico. La parte più superficiale, contraddistinta da una composizione spiccatamente marnosa, presenta scarse caratteristiche geomeccaniche di resistenza ed assume un comportamento prevalentemente plastico di tipo plicativo. Dotata di caratteristiche geomeccaniche di grado nettamente inferiore alle formazioni geologiche sottostanti (Gruppo dei Calcari Grigi, Formazione dell Oolite di San Vigilio e Formazione del Rosso Ammonitico Veronese), tale unità determina la formazione di morfologie dolci ed arrotondate coperte da prati. La formazione nell ambito della serie veneta raggiunge una potenza massima di 150 m. Malgrado ciò nel comune di Brenzone gli affioramenti di Maiolica sono molto limitati e localizzati in una fascia compresa tra la Valle Mezzana e la Valle delle Nogare dove conservano uno spessore di circa 30 m. Sul substrato roccioso trovano luogo una serie di depositi incoerenti o pseudocoerenti che a tratti riducono parzialmente la pendenza del versante, rendendone più dolce il profilo. Si tratta di depositi legati alle principali dinamiche esogene che hanno interessato il territorio baldense (azione dei ghiacciai, dei corsi d acqua, processi gravitativi, ecc. I depositi presenti nel territorio di Brenzone possono essere suddivisi in due Sintemi : SINTEMA DEL GARDA (PLEISTOCENE SUPERIORE) Si tratta di sedimenti di età prevalentemente würmiana legati a cicli di deposizione di tipo glaciale e fluvioglaciale caratterizzati da elementi calcarei, spigolosi, a granulometria eterogenea e da elementi poligenici arrotondati, immersi caoticamente in una matrice sabbioso-limosa. Localizzati soprattutto nelle aree a mezza costa e sommitali del versante, gli affioramenti risultano distribuiti secondo linee parallele al lago ed a quote diverse con esempi particolarmente significativi nella porzione a sud di Magugnano intorno a quota 600 m s.l.m., a quota 250 m. s.l.m. ed a quota 100 m s.l.m., nonché lungo il pianoro di località Prada a circa 1000 m s.l.m..

14 Relazione GEOLOGICA 14 Tali affioramenti evidenziano la complessità delle dinamiche glaciali e post glaciali: dapprima, infatti, il versante fu soggetto all'ablazione glaciale, alla modellazione ed all accumulo di materiale detritico a varie quote per effetto dell'alternarsi di fasi di avanzamento e di ritiro glaciale, in seguito, dopo il ritiro definitivo dei ghiacci, si attivarono fenomeni erosivi di tipo gravitativo, crioclastici e fluviali ed al contempo ebbero inizio i cicli di deposizione - erosione di tipo costiero regolati dalle variazioni di livello del lago di Garda. SINTEMA POSTGLACIALE ALPINO (PLEISTOCENE SUPERIORE - OLOCENE) In questa unità sono contenuti i sedimenti più recenti depositatisi dopo il ritiro dei ghiacciai in conseguenza dei processi morfogenetici presenti nel territorio, in condizioni climatiche abbastanza simili a quelle attuali. Essa comprende depositi di versante, depositi di frana, sedimenti alluvionali e lacustri. La superficie di discontinuità sommitale, corrisponde quasi sempre alla superficie topografica ed è caratterizzata dalla presenza di un suolo più o meno sviluppato. Depositi gravitativi: si tratta prevalentemente di materiale detritico proveniente dal disfacimento degli affioramenti rocciosi presenti nelle porzioni superiori del versante e accumulati per gravità al piede degli stessi. In particolare si riconoscono due tipologie di fenomeni: il fenomeno di crollo e il fenomeno di scorrimento. Per quanto riguarda la prima tipologia si tratta di eventi puntuali che consistono nel distacco improvviso di elementi di roccia disposti su pareti molto ripide o scarpate; nel secondo caso invece si tratta di eventi di carattere più massivo che si verificano a causa dell orientamento sfavorevole degli strati, disposti a franapoggio nel momento in cui viene a mancare l attrito lungo le superfici di discontinuità. Le prime sono costituite da blocchi spigolosi talora di grandi dimensioni e ghiaie, prevalentemente a supporto clastico, localmente a supporto di matrice limosa. I clasti sono di natura carbonatica di provenienza locale; nell insieme appaiono accatastati in maniera estremamente caotica. La seconda tipologia non è rappresentata da un vero e proprio corpo di frana ma da una serie di elementi di roccia che scivolano lungo le superfici di strato e si accumulano lungo di essa. Nel territorio di Brenzone questi fenomeni sono abbastanza diffusi ma piuttosto puntuali e di piccole dimensioni. Si tratta in generale di zone di distacco attive o quiescenti, in parte stabilizzate in quanto ricoperte a tratti da vegetazione arborea e arbustiva. Si rinvengono in particolare due situazioni, segnalate anche dall Inventario dei fenomeni franosi I.F.F.I., una situata a monte di Castello di Brenzone (frana di scorrimento) e una lungo la Valle dei Trovai (frana di crollo). Altre aree soggette a fenomeni di crollo sono segnalate dal P.A.I. nelle località di Marniga e Salto - Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico del Fiume Po.

15 Relazione GEOLOGICA 15 Depositi di conoide Questi depositi sono costituiti da alluvioni recenti date da elementi sciolti e gradati e talora cementati, a prevalente composizione ghiaioso - sabbiosa con occasionali ciottoli e trovanti. Nell ambito del territorio comunale di Brenzone si fa riferimento, in particolare, ai due coni di deiezione, in parte sovrapposti, presenti nell'area di costa compresa tra le località di Pozzo, Sommavilla e Assenza, formati dall azione dei torrenti che scendono verso il lago dalla Val di Brigne e dalla Val Mezzana al margine con in Comune di Malcesine. I torrenti che si originano durante gli eventi piovosi possiedono un elevata energia di erosione e di trasporto grazie alla grande quantità d acqua che raccolgono ed all elevata pendenza del loro alveo. Fortemente erosivi nei tratti iniziali del loro corso sono in grado di trasportare grandi quantità di materiale e di depositarlo in corrispondenza della sponda lacustre, ove le pendenze si attenuano, o nel lago stesso. Tali conoidi, che si sviluppano per un certo tratto anche nel lago, presentano una morfologia dolce nettamente in contrasto con il profilo del versante baldense. Tale circostanza ha favorito, nel corso degli anni un intensa urbanizzazione di queste aree. Depositi colluviali Si tratta di depositi costituiti da elementi detritici calcarei sciolti provenienti dall erosione dei versanti ad opera delle acque di dilavamento o trasportati dai corsi d acqua, in genere a granulometria relativamente fine ghiaioso sabbiosa. Tali depositi si rinvengono in particolare in località Caminala a monte dell abitato di Salto. Depositi di spiaggia misti a detrito Sono dei depositi costituiti da alternanze di frammenti lapidei eterogenei di diametro decimetrico, talora arrotondati e ghiaie modellate dall'azione lacustre e successivamente depositate al di sopra dell'attuale linea di spiaggia. Queste ultime vanno a costituire delle intercalazioni stratificate e gradate all'interno di depositi colluviali sciolti provenienti dall erosione dei versanti e trasportati dai corsi d acqua. Nel comune di Brenzone troviamo depositi di spiaggia misti a detrito lungo tutta la costa del lago per un massimo di circa m dalla sponda in corrispondenza di Castelletto e di Borago.

16 Relazione GEOLOGICA ELABORAZIONE DELLA CARTA LITOLOGICA Nel seguente paragrafo sono descritti i dati e le fonti reperiti per l elaborazione della Carta Litologica ed è illustrata la metodologia di analisi e di elaborazione che ha portato alla redazione della stessa seguendo le voci di legenda derivanti dal documento Grafie Unificate per gli strumenti urbanistici comunali di cui alla D.G.R. n. 615/1996. La tipologia di dati e le fonti utilizzate sono descritti prendendo in analisi ad una ad una le voci presenti nella legenda ed analizzando di volta in volta il processo di elaborazione svolto. L elaborazione del tema della permeabilità è stata eseguita mediante l assegnazione delle classi di permeabilità alle unità individuate all interno delle relative tabelle di attributi. Per un approfondimento riguardo questa proprietà dei terreni si rimanda al paragrafo 2.3. LITOLOGIA DEL SUBSTRATO L-SUB-03 ROCCE COMPATTE STRATIFICATE Sono state associate a questa voce le formazioni geologiche del Rosso Ammonitico Veronese, dell Oolite di San Vigilio, dei Calcari Grigi e della Dolomia Principale. L-SUB-05 ROCCE COMPATTE PREVALENTI ALTERNATE A STRATI O INTERPOSIZIONI TENERE Sono state associate a questa voce le formazioni geologiche della Maiolica e di Tofino (ex formazione di Tenno). L-SUB-09 GIACITURA DEGLI STRATI All interno del sottotema Litologia del Substrato si riporta inoltre la giacitura degli strati. FONTE DEL DATO: CARTA GEOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE E RILIEVI IN SITO ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando gli elementi riportati sulla carta Geologica del P.R.G.. di Brenzone. Pertanto si è reso necessario la georeferenziazione della carta geologica e la digitalizzazione dei temi di interesse. I dati acquisiti sono stati poi oggetto di rielaborazione e di interpretazione ai sensi della D.G.R. n. 615/1996 ed in relazione al rilievo svolto.

17 Relazione GEOLOGICA 17 MATERIALI DELLA COPERTURA DETRITICA COLLUVIALE ED ELUVIALE L-DET-01 MATERIALI DELLA COPERTURA DETRITICA ELUVIALE E/O COLLUVIALE POCO ADDENSATI E COSTITUITI DA ELEMENTI GRANULARI SABBIOSO-GHIAIOSI IN LIMITATA MATRICE LIMO- SABBIOSA MISTI A DEPOSITI DI SPIAGGIA PREVALENTEMENTE GHIAIOSI Sono stati associati a questa voce i depositi colluviali rinvenuti in corrispondenza di località Caminala (a monte dell abitato di Salto a sud del territorio). Si è ritenuto di utilizzare solo il simbolo L-DET-01, che non fornisce informazioni riguardanti lo spessore dei materiali, piuttosto che il simbolo L-DET-02 (riferito a materiali dello stesso tipo, ma con spessori maggiori di 3 metri) in quanto non si possiedono informazioni stratigrafiche precise da cui poter ricavare un'analisi sugli spessori delle coltri. L-DET-07 MATERIALI SCIOLTI PER ACCUMULO DETRITICO DI FALDA A PEZZATURA GROSSOLANA PREVALENTE DERIVANTI DA GLACIALISMO LOCALE (CRIOCLASTISMO ED ABLAZIONE) Sono stati associati a questa voce i depositi caotici di materiali calcarei spigolosi e granulometricamente eterogenei dovuti a glacialismo locale: crioclastismo ed ablazione. Questi sono presenti all interno dei circhi glaciali. Si è ritenuto di utilizzare solo il simbolo L- DET-07, che non fornisce informazioni riguardanti lo spessore dei materiali, piuttosto che il simbolo L-DET-08 (riferito a materiali dello stesso tipo, ma con spessori maggiori di 3 metri) in quanto non si possiedono informazioni stratigrafiche sistematiche e omogeneamente distribuite sul territorio da cui poter ricavare un'analisi sugli spessori delle coltri. FONTE DEL DATO: CARTA GEOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE E RILIEVI IN SITO ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le aree riportate sulla carta Geologica del P.R.G. di Brenzone. Pertanto si è reso necessario la georeferenziazione della carta geologica e la digitalizzazione dei temi di interesse. Successivamente i dati di repertorio sono stati verificati e aggiornati secondo quanto rilevato in sito. MATERIALI DEGLI ACCUMULI DI FRANA L-FRA-01 MATERIALI SCIOLTI PER ACCUMULO DI FRANA PER COLATA O PER SCORRIMENTO; A PREVALENTE MATRICE FINE ARGILLOSA TALORA INGLOBANTE INCLUSI LAPIDEI Sono stati associati a questa voce gli accumuli di frana definiti dall Inventario dei Fenomeni Franosi d Italia (I.F.F.I.). Si è ritenuto di utilizzare solo il simbolo L-FRA- 01 che non fornisce informazioni riguardanti lo spessore dei materiali, piuttosto che il simbolo L-FRA-02 (riferito a materiali dello stesso tipo, ma con spessori maggiori di 3 metri) in quanto non si possiedono informazioni stratigrafiche sistematiche e omogeneamente distribuite sul territorio da cui poter ricavare un'analisi sugli spessori delle coltri.

18 Relazione GEOLOGICA 18 L-FRA-04 MATERIALI SCIOLTI PER ACCUMULO DI FRANA PER CROLLO E COLATA DI DETRITI; ABBONDANTE FRAZIONE LAPIDEA IN MATRICE FINE SCARSA O ASSENTE Sono stati associati a questa voce gli accumuli di frana definiti dall Inventario dei Fenomeni Franosi d Italia (I.F.F.I.). Si è ritenuto di utilizzare solo il simbolo L-FRA- 04, che non fornisce informazioni riguardanti lo spessore dei materiali, piuttosto che il simbolo L-FRA-05 (riferito a materiali dello stesso tipo, ma con spessori maggiori di 3 metri) in quanto non si possiedono informazioni stratigrafiche sistematiche e omogeneamente distribuite sul territorio da cui poter ricavare un'analisi sugli spessori delle coltri. FONTE DEL DATO: INVENTARIO DEI FENOMENI FRANOSI D ITALIA (I.F.F.I.). ELABORAZIONE DEL DATO: Importazione dei file in formato *.shp. MATERIALI ALLUVIONALI, MORENICI, FLUVIOGLACIALI L-ALL-02 MATERIALI A TESSITURA ETEROGENEA DEI DEPOSITI DI CONOIDE DI DEIEZIONE TORRENTIZIA Sono stati associati a questa voce i depositi di conoide presenti tra le località di Pozzo, Sommavilla e Assenza per una profondità massima dalla linea di costa pari a circa 500 m. L-ALL-06 MATERIALI DI ACCUMULO FLUVIOGLACIALE O MORENICO A TESSITURA PREVALENTEMENTE SABBIOSA Sono stati associati a questa voce i depositi di spiaggia misti a detrito a prevalente matrice fine presenti tra la costa del lago per un massimo di circa m dalla sponda in corrispondenza di Castelletto e di Borago. L-ALL-08 MATERIALI DI ACCUMULO FLUVIOGLACIALE O MORENICO GROSSOLANI IN MATRICE FINE SABBIOSA Sono stati associati a questa voce i depositi morenici di età prevalentemente würmiana localizzati soprattutto nelle aree a mezza costa e sommitali del versante. FONTE DEL DATO: CARTA GEOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le aree riportate sulla carta Geologica del P.R.G. di Brenzone. Pertanto si è reso necessario la georeferenziazione della carta geologica e la digitalizzazione dei temi di interesse.

19 Relazione GEOLOGICA 19 PUNTI DI INDAGINE GEOGNOSTICA E GEOFISICA L-IND-01 PROVA PENETROMETRICA Sono state ubicate 9 prove penetrometriche che derivano da relazioni geologicotecniche provenienti dall archivio comunale. L-IND-02 SONDAGGIO Sono stati ubicati 3 sondaggi a carotaggio continuo di cui uno effettuato per la redazione di una relazione geologico-tecnica proveniente dall archivio comunale e altri due appartenenti all archivio delle indagini puntuali dell ISPRA. L-IND-03 TRINCEA ESPLORATIVA Sono state ubicate 5 trincee esplorative realizzate per la redazione di una relazione geologico-tecnica proveniente dall archivio comunale e da alcuni lavori svolti dallo Studio Nucci & Associati nel territorio comunale e porzioni limitrofe. L-IND-05 PROSPEZIONE SISMICA Sono state ubicate 12 prospezioni sismiche effettuate per la redazione di relazioni geologico-tecniche provenienti dall archivio comunale e da alcuni lavori svolti dallo Studio Nucci & associati nel territorio comunale e porzioni limitrofe. L L-IND-06 ALTRO Sono state associate a questo simbolo le prove di laboratorio tra cui l analisi granulometrica realizzata su campioni prelevati in corrispondenza del sondaggio L- IND-02 (indagine n 5) e la prova Point Load test eseguita su un campioni di roccia prelevati da un affioramento roccioso in località Prada (indagine n 31). FONTE DEL DATO: CARTA GEOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE, CATALOGO INDAGINI PUNTUALI ISPRA E RELAZIONI GEOLOGICHE DA ARCHIVIO COMUNINALE. ELABORAZIONE DEL DATO: è stata effettuata la raccolta, la catalogazione e la georeferenziazione di tutte le informazioni stratigrafiche puntuali, derivanti soprattutto da relazioni geologico tecniche fornite dal Comune di Brenzone. Sono state catalogate indagini penetrometriche, sondaggi, trincee, prospezioni sismiche; ad ognuna è stato associato un numero progressivo. Quasi tutte le indagini raccolte sono ubicate nei settori più popolati del territorio comunale pertanto si dispongono prevalentemente lungo la fascia costiera. Le indagini di repertorio del comune sono state inoltre integrate con alcune indagini puntuali presenti nel Catalogo ISPRA e con alcune prospezioni sismiche eseguite dallo Studio Nucci & Associati lungo la costa del lago. Pur rimandando all ALLEGATO 1 (Raccolta indagini) in calce alla presente relazione per una consultazione dettagliata dei dati raccolti, si riportano alle pagine seguenti delle tabelle riassuntive contenti le informazioni principali di ognuna indagine.

20 Relazione GEOLOGICA 20 Indagine n 1 PROVA PENETROMETRICA DINAMICA PESANTE Profondità (m da p.c.) Litologia Vs (m/s) γ (t/m 3 ) Località: Re Profondità: -8,7 m da p.c. 0,0 1,5 Limo sabbioso 96 1, ,5 2,7 Ghiaia sabbiosa e ciottoli 166 2, ,7 5,7 Sabbia limosa 147 1, ,7 7,2 Ghiaia limoso - sabbiosa 189 1, Dr (%) φ ( ) 7,2 8,4 Ghiaia limoso sabbiosa argillosa e ciottoli 223 2, ,4 8,7 Ghiaia e ciottoli/substrato roccioso 253 2, note: falda assente all esecuzione delle prove. Indagine n 2 PROVA PENETROMETRICA DINAMICA PESANTE Profondità (m da p.c.) Litologia Vs (m/s) γ (t/m 3 ) Località: Re Profondità: -4,8 m da p.c. 0,0 3,0 Limo sabbioso 100 1, ,0 3,9 Ghiaia limoso - sabbiosa 165 1, Dr (%) φ ( ) 4,0 4,5 Ghiaia limoso sabbiosa argillosa e ciottoli 205 2, ,5 4,8 Ghiaia e ciottoli/substrato roccioso 224 2, note: falda assente all esecuzione delle prove. Indagine n 3 PROVA PENETROMETRICA DINAMICA PESANTE Profondità (m da p.c.) Litologia Vs (m/s) γ (t/m 3 ) Località: Castelletto Profondità: -1,8 m da p.c. 0,0 0,6 Limo sabbioso 73 1, ,6 1,5 Ghiaia limoso - sabbiosa 127 2, ,5 1,8 Ghiaia e ciottoli/substrato roccioso 182 2, note: falda assente all esecuzione delle prove. Indagine n 4 PROVA PENETROMETRICA DINAMICA PESANTE Profondità (m da p.c.) Litologia Vs (m/s) γ (t/m 3 ) Dr (%) φ ( ) Località: Castelletto Profondità: -3,3 m da p.c. 0,0 0,9 Limo sabbioso 85 1, ,9 1,2 Ghiaia limoso - sabbiosa 133 2, Dr (%) φ ( ) 1,2 1,8 Ghiaia limoso sabbiosa argillosa e ciottoli 160 2, ,8 2,7 Ghiaia limoso - sabbiosa 148 2, ,7 3,0 Ghiaia limoso sabbiosa argillosa e ciottoli 182 2, ,0 3,3 Ghiaia e ciottoli/substrato roccioso 207 2, note: falda assente all esecuzione delle prove.

21 Relazione GEOLOGICA 21 Indagine n 5 SONDAGGIO A CAROTAGGIO CONTINUO con prelievo di campioni e prove NSPT Località: Castelletto Profondità: - 15,0 m da p.c. Prof. (m da p.c.) Litologia Prove SPT (prof. m da p.c.) Valori N SPT Vs (m/s) γ (g/cm 3 ) φ ( ) c (Kg/cm 2 ) Campioni mimanegg. 0,5 2,0 Ghiaie sabbiose con limo , ,05* C2 2,0 3,0 Ghiaia, ciottoli e sabbia medio fine in matrice limosa. 2,0 2, , ,05* - 3,0 4,0 4,0 7,5 7,5 8,2 Ghiaia, grossi ciottoli e sabbia. Ghiaia e sabbia con argilla. Ghiaia e ciottoli/substrato roccioso , ,05* - 4,5 4, , ,05 C1 7,75 7, , ,05* - 8,2 15,0 Ghiaia, ciottoli e sabbia medio fine in matrice limosa. 10,50 10,95 note: - falda assente all esecuzione del sondaggio; - * pseudocoesione. Indagine n 6 > , ,05* - Località: Castelletto ANALISI GRANULOMETRICA Campione: C1. Profondità (m da p.c.) Classificazione A.G.I. Ghiaia (%) Sabbia (%) Limo e argilla (%) 4,70 5,00 Ghiaia sabbiosa 65,72 24,81 9,47 Indagine n 7 Località: Castelletto di Brenzone ANALISI GRANULOMETRICA Campione: C2. Profondità (m da p.c.) Classificazione A.G.I. Ghiaia (%) Sabbia (%) Limo e argilla (%) 1,40 1,70 Ghiaia sabbiosa 56,98 23,71 19,31 Indagine n 8 PROVA PENETROMETRICA DINAMICA LEGGERA Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 1,2 Sabbia limosa con ghiaia e ciottoli (morenico). Località: Magugnano Profondità: - 1,3 m da p.c. 1,2 1,3 Morenico addensato/substrato fratturato Indagine n 9 PROVA PENETROMETRICA DINAMICA LEGGERA Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 1,1 Sabbia limosa con ghiaia e ciottoli (morenico). Località: Magugnano Profondità: - 1,5 m da p.c. 1,1 1,5 Morenico addensato/substrato fratturato

22 Relazione GEOLOGICA 22 Indagine n 10 PROVA PENETROMETRICA DINAMICA LEGGERA Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 0,8 Sabbia limosa con ghiaia e ciottoli (morenico). Località: Magugnano Profondità: - 1,1 m da p.c. 0,8 1,1 Morenico addensato/substrato fratturato Indagine n 11 PROVA PENETROMETRICA DINAMICA LEGGERA Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 0,9 Sabbia limosa con ghiaia e ciottoli (morenico). Località: Magugnano Profondità: - 1,4 m da p.c. 0,9 1,4 Morenico addensato/substrato fratturato Indagine n 12 PROVA SISMICA A RIFRAZIONE Spessore medio (m) Litologia Località: Magugnano Profondità: - 7,0 m da p.c. Vp (m/s) 0,5 Riporto di terreno naturale 363 5,4 Roccia calcarea fratturata Roccia calcarea sana 4078 note - profondità del bedrock: 6,0 6,5 m da p.c.. Indagine n 13 PROVA SISMICA A RIFRAZIONE Spessore medio (m) Litologia Località: Magugnano Profondità: - 7,0 m da p.c. Vp (m/s) 1,15 Riporto di terreno naturale 270,35 2,5 Roccia calcarea fratturata 2046,50 - Roccia calcarea sana 4051,75 note - profondità del bedrock: 3,5 4,0 m da p.c.. Indagine n 14 PROVA SISMICA A RIFRAZIONE Profondità media (m da p.c.) Litologia Località: Magugnano Profondità: - 7,0 m da p.c. Vp (m/s) 1,25 Riporto di terreno naturale 254,37 2,8 Roccia calcarea fratturata 2046,50 - Roccia calcarea sana 4167,37 note - profondità del bedrock: 3,0 5,0 m da p.c..

23 Relazione GEOLOGICA 23 Indagine n 15 PROVA PENETROMETRICA DINAMICA PESANTE Profondità (m da p.c.) Litologia γ (t/m 3 ) Località: Borago Profondità: -2,0 m da p.c. Cu (kg/cm 3 ) 0,0 0,3 Sedimenti coesivi 1,57 0,59-0,3 1,2 Sedimenti incoerenti 1,65-29,2 1,2 1,7 Sedimenti incoerenti 1,85-30,97 1,7 2,0 Sedimenti incoerenti 2,19-37,92 note: falda assente all esecuzione della prova. φ ( ) Indagine n 16 PROVE SISMICHE NAKAMURA n 1 6 Spessore medio (m) Litologia 1,4 Copertura Località: Borago 5,4 Morenico - Roccia note - profondità del bedrock: 3,5 9,0 m da p.c.. Indagine n 17 TRINCEA ESPLORATIVA Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 0,3 Terreno vegetale. Località: Assenza Profondità: - 4,5 m da p.c. 0,0 1,1 Detrito si versante costituito da frammenti calcarei monolitologici bianchi, in scarsa matrice sabbiosa biancastra. Deposito leggermente cementato. 1,1 4,5 Ghiaie grossolane in matrice sabbioso - limosa scarsa con ciottoli. note - pareti dello scavo: generano locali scavernamenti in corrispondenza delle ghiaie più pulite; - falda: non rilevata ma fondo scavo leggermente umido; - angolo di mucchio: Indagine n 18 TRINCEA ESPLORATIVA note Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 2,5 Ghiaie medio - grosse in matrice sabbioso limosa con ciottoli. 2,5 3,7 Località: Assenza Profondità: - 3,7 m da p.c. Detrito si versante costituito da frammenti calcarei monolitologici bianchi, in scarsa matrice sabbiosa biancastra. Deposito leggermente cementato. - pareti dello scavo: rimangono abbastanza stabili; - falda: -3,5 m dal piano campagna; - angolo di mucchio: 30.

24 Relazione GEOLOGICA 24 Indagine n 19 TRINCEA ESPLORATIVA Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 0,80 Terreno vegetale misto a ghiaia. Località: Assenza Profondità: - 2,5 m da p.c. note 0,80 2,0 Ghiaie pulite con ciottoli. 2,0 2,5 Ghiaia media in scarsa matrice sabbiosa. - pareti dello scavo: non mantengono la verticalità; - falda: -2,1 m dal piano campagna; - angolo di mucchio: 30. Indagine n 20 TRINCEA ESPLORATIVA note Profondità (m da p.c.) Litologia Località: Assenza Profondità: - 5,5 m da p.c. 0,0 1,0 Detrito di versante costituito da grossi ciottoli e frammenti calcarei bianchi. 1,0 5,5 Ghiaie con ciottoli in matrice sabbioso limosa con qualche lente limo argillosa. - pareti dello scavo: rimangono abbastanza stabili; - falda: non rilevata; - angolo di mucchio: 30. Indagine n 21 PROVA SISMICA A RIFRAZIONE E ReMi Spessore medio (m) Litologia Vs (m/s) Località: Scalette 2,0 3,0 Strato soffice costituito da depositi di copertura Sedimenti molto addensati saturi o strato di alterazione del substrato roccioso Substrato roccioso 1000 note - profondità del bedrock: : 3,0 4,0 m da p.c.. Indagine n 22 PROVA SISMICA A RIFRAZIONE E ReMi Spessore medio (m) Litologia Vs (m/s) Località: Porto 1,5 2,0 2,5 5,5 Strato soffice costituito da depositi di copertura Sedimenti molto addensati saturi o strato di alterazione del substrato roccioso Substrato roccioso 1000 note - profondità del bedrock: : 2,0 4,0 m da p.c..

25 Relazione GEOLOGICA 25 Indagine n 23 PROVA SISMICA A RIFRAZIONE E ReMi Spessore medio (m) note 1,0 3,0 Litologia Strato soffice costituito da depositi di copertura Sedimenti molto addensati saturi o strato di alterazione del substrato roccioso Località: Magugnano Vs (m/s) - Substrato roccioso profondità del bedrock: : 1,0 4,0 m da p.c.. Indagine n 24 PROVA SISMICA A RIFRAZIONE E ReMi Spessore medio (m) note 1,5 4,5 Litologia Strato soffice costituito da depositi di copertura Sedimenti molto addensati saturi o strato di alterazione del substrato roccioso Località: Magugnano Vs (m/s) - Substrato roccioso profondità del bedrock: 5,0 m da p.c.. Indagine n 25 PROVA SISMICA ReMi E NAKAMURA Spessore medio (m) note 5,0 Litologia Terreni superficiali sciolti a densità crescente con la profondità Vs (m/s) Substrato roccioso profondità del bedrock: 5.0 m da p.c.. Indagine n 26 PROVA SISMICA ReMi E NAKAMURA Spessore medio (m) note Litologia Località: Borago Località: Sommavilla (Malcesine) Vs (m/s) 2,4 Terreno riportato ,6 Suolo molto addensato Substrato alterato Substrato calcareo > profondità del bedrock: 25.0 m da p.c..

26 Relazione GEOLOGICA 26 Indagine n 27 TRINCEA ESPLORATIVA note Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 0,3 Terreno vegetale 1,0 5,5 Ghiaia sabbiosa debolmente argillosa - falda: non presente. Indagine n 28 SONDAGGIO A CAROTAGGIO CONTINUO note Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 10,0 Copertura morenica. Località: Sommavilla (Malcesine) Profondità: - 1,0 m da p.c. Località: Scalette Profondità: - 75 m da p.c. 10,0 58,0 Calcari oolitici giallastri con noduli di selce e giunti di stratificazione marnosi. 58,0 75,0 Calcari Grigi di Noriglio. - falda: livello statico a 12,0 m da p.c.; Indagine n 29 SONDAGGIO A CAROTAGGIO CONTINUO note Profondità (m da p.c.) Litologia 0,0 100,0 Calcare compatto. - falda: non presente; Indagine n 30 PROVA SISMICA A RIFRAZIONE note Profondità (m da p.c.) Litologia Vp (m/s) Località: Todari Profondità: m da p.c. Località: Prada Profondità: m da p.c. 0,0 6,0 Terreno sciolto superficiale, areato Vs (m/s) 6,0 15,0 Terreno consolidato profondità del bedrock: > 15,0 m da p.c.. Indagine n 31 POINT LOAD TEST Litologia Coesione (kpa) Località: Prada Profondità: affioramenti rocciosi Calari Oolitici di San Vigilio Indagine n 32 PROVA SISMICA A RIFRAZIONE, ReMi E NAKAMURA Spessore medio (m) note Litologia Vs (m/s) 3,0 Materiali di copertura 240 4,0 Livello molto rigido Bedrock profondità del bedrock: 7,0 8,0 m da p.c.. φ ( ) Località: Campo

27 Relazione GEOLOGICA PERMEABILITÀ La permeabilità rappresenta la capacità dei terreni e delle formazioni rocciose di consentire l infiltrazione e la circolazione idrica nel sottosuolo. Nei depositi sciolti la permeabilità è legata al grado di porosità ed alla intercomunicabilità dei vuoti. Si parla in tal caso di permeabilità primaria. Nel caso delle formazioni litoidi invece la permeabilità è legata al grado di fessurazione degli ammassi rocciosi e, nel caso specifico delle rocce carbonatiche, anche al grado di carsismo. È evidente pertanto che la permeabilità è strettamente dipendente dalle caratteristiche litologiche dei terreni. L elaborazione del tema della permeabilità, come sopra descritto, è stata eseguita mediante l assegnazione delle classi di permeabilità alle unità individuate nella carta litologica. La caratteristica della permeabilità del suolo è quindi riportata come attributo all'interno del data base associato al file.shp c _cartalitologicaa. In tal senso, non si è trattato di una pura trasposizione della carta litologica in termini di permeabilità, ma di una rielaborazione critica che ha comunque dovuto tener conto delle classi di permeabilità previste dalle specifiche tecniche. Le classi di permeabilità codificate sono le seguenti: CLASSE DESCRIZIONE PERMEABILITÀ 01 rocce molto permeabili per fessurazione e carsismo (K > 1 cm/s) 02 rocce mediamente permeabili per fessurazione (K = cm/s) 03 rocce poco permeabili per fessurazione (K = cm/s) 04 rocce praticamente impermeabili (K < 10-6 cm/s) 1A depositi molto permeabili per porosità (K > 1 cm/s) 2A depositi mediamente permeabili per porosità (K = cm/s) 3A depositi poco permeabili per porosità (K = cm/s) 4A depositi praticamente impermeabili (K < 10-6 cm/s)

28 Relazione GEOLOGICA 28 Il Comune di Brenzone è interessato dalla presenza di due gruppi idrogeologici: i litotipi rocciosi; i depositi sciolti. In particolare come si è visto nelle pagine precedenti i litotipi rocciosi, che caratterizzano la maggior parte del territorio, possono essere suddivisi in due tipologie: rocce calcaree compatte e rocce calcaree con interstrati marnosi. Le prime comprendenti alla Dolomia Principale, ai Calcari Grigi di Noriglio, all Oolite di San Vigilio ed al Rosso Ammonitico sono caratterizzate da permeabilità per fratturazione e carsismo piuttosto alta mentre nelle seconde, formazione di Tofino (ex formazione di Tenno) e della Maiolica, la permeabilità è legata all esistenza degli strati marnosi meno permeabili. I depositi sciolti sono presenti lungo la costa del lago ed a macchie lungo il versante. La loro permeabilità varia in funzione del grado di porosità legato alla quantità di matrice presente. In particolare si riscontra una permeabilità alta per i depositi sciolti di spiaggia fino ad una permeabilità scarsa dei depositi morenici consolidati. Di seguito vengono riportate due tabelle di conversione fra le unità litotecniche inserite nella carta litologica e le classi di permeabilità attribuite. LITOTIPI ROCCIOSI CLASSE DI PERMEABILITÀ COEFFICIENTE LITOTIPI LITOLOGIA Rosso Ammonitico Veronese 01 Rocce molto permeabili per fessurazione e carsismo K > 1 cm/s L-SUB-03 Calcari oolitici di San Vigilio Gruppo dei Calcari Grigi Dolomia Principale 02 Rocce mediamente permeabili per fessurazione K = cm/s L-SUB-05 Maiolica Formazione di Tofino (ex Formazione di Tenno) DEPOSITI SCIOLTI CLASSE DI PERMEABILITÀ COEFFICIENTE LITOTIPI LITOLOGIA L-ALL-02 Depositi di conoide 1A Depositi molto permeabili per porosità K > 1 cm/s L-ALL-06 Depositi lacustri a prevalente matrice sabbiosa 2A Depositi mediamente permeabili per porosità 3A Depositi poco permeabili per porosità K = cm/s K = cm/s L-DET-07 Depositi detritici di falda L-DET-01 Depositi detritici eluviali e/o colluviali L-ALL-08 Depositi morenici grossolani

29 Relazione GEOLOGICA 29 In relazione a tale corrispondenza, è possibile quindi suddividere il territorio comunale in quattro gruppi idrogeologici caratterizzati dallo stesso grado di permeabilità. GRUPPO IDROGEOLOGICO CLASSE GRUPPO A: permeabilità alta, bassa capacità di deflusso superficiale, notevole 01 1A conducibilità idrica; GRUPPO B: permeabilità medio-alta, conducibilità idrica media; 02 2A GRUPPO C: permeabilità medio-bassa, conducibilità idrica bassa. 3A Fig. 3. Carta delle Permeabilità. LEGENDA Gruppi idrogeologici: Gruppo A - Litotipi molto permeabili per porosità e/o fratturazione e carsismo. Gruppo B - Litotipi mediamente permeabili per porosità e/o fratturazione e carsismo. Gruppo C - Litotipi poco permeabili per porosità e/o fratturazione e carsismo.

30 Relazione GEOLOGICA 30 3 CARTA IDROGEOLOGICA tema 0502 La Carta Idrogeologica deriva dall analisi del tema c0502-idrogeologia e dei suoi relativi sottotemi; le voci di legenda derivano dal documento Grafie Unificate per gli strumenti urbanistici comunali di cui alla D.G.R. n. 615/1996. In tale documento le voci di legenda interessano sia temi puramente idrogeologici, come la soggiacenza del livello di falda e la presenza di pozzi, sia temi riguardanti l idrologia di superficie, come la rappresentazione dell idrografia superficiale, la presenza di bacini lacustri, sorgenti, ecc.. I dati elaborati sono stati restituiti in formato *.shp nelle seguenti classi: c _cartaidrogeologicaa.shp (aree); c _cartaidrogeological.shp (linee); c _cartaidrogeologicap.shp (punti). Nello sviluppo del tema dell idrogeologia è stato distinto l ambito dell idrogeologia di superficie da quello delle acque sotterranee. 3.1 IDROLOGIA DI SUPERFICIE In generale si osserva una diretta corrispondenza tra assetto geologico morfologico e reticolo idrografico. Le caratteristiche morfologiche e strutturali del versante, determinano, infatti, lo sviluppo di una rete idrografica caratterizzata da una serie di incisioni più o meno accentuate, orientate prevalentemente lungo la massima pendenza del versante e quindi disposte in direzione grosso modo est ovest (perpendicolare alla linea di costa del Lago di Garda). La continuità della dorsale monoclinalica del Baldo viene quindi interrotta dalla presenza di una serie di incisioni, più o meno accentuate, lungo le quali si imposta la rete idrografica. Con riferimento a quanto sopra esposto, nella figura a pagina seguente vengono riportate le principali valli che solcano il versante baldense temporaneamente percorse da corsi d acqua. Inoltre, sempre con riferimento alla figura seguente si evidenzia che dal un punto di vista delle caratteristiche idrografiche il territorio comunale si può suddividere in due ambiti differenti che si distinguono anche dal punto di vista litologico e geomorfologico: Area meridionale Area settentrionale

31 Relazione GEOLOGICA 31 Area settentrionale Area meridionale Fig. 4. Valli che solcano il versante baldense nel Comune di Brenzone e suddivisione in ambiti diversi per geologia, morfologia ed idrografia. Area meridionale: In questa fascia di versante, compresa tra la località Salto a sud e Marniga a nord, si osservano inclinazioni complessivamente omogenee pari a circa 25. Questo assetto favorisce il deflusso delle acque superficiali attraverso una serie di valli poco profonde piuttosto rettilinee, nelle quali le acque di ruscellamento si incanalano e con elevata velocità di scorrimento raggiungono la sponda del Lago in breve tempo. Tuttavia questo settore risulta interrotto a mezzacosta da un gradino morfologico che collega località Prada con Baito Scale nei pressi della Valle dei Trovai. Vista la presenza di depositi glaciali in quota, si tratta probabilemente di una scarpata di origine glaciale formatasi per l intensa azione erosiva del ghiacciaio. Area settentrionale. In questo tratto di territorio, fascia compresa tra le località Marniga e Assenza, il versante, a partire dalle creste di Col Santo fino a Punta Telegrafo e Cima delle Taccole, scende inizialmente con andamento sub-verticale per poi diventare meno inclinato a causa di un cambio litologico. Tale morfologia, dovuta al passaggio da calcari e dolomie compatte a calcari oolitici meno consistenti, ha favorito nella parte alta la formazione di un reticolo idrografico costituito da rami poco incisi che alle quote inferiori confluiscono entro valli molto profonde dove assumono i caratteri di veri e propri canyons fluvio carsici o forre. Ne deriva che il deflusso superficiale risulta prevalentemente concentrato lungo canaloni che raccolgono tutte le acque di ruscellamento provenienti da piccoli bacini a monte e si restringono verso un unica incisione molto profonda.

32 Relazione GEOLOGICA 32 In generale, sia le sorgenti sia la circolazione idrica superficiale sono generalmente condizionati dalla piovosità stagionale e dalle precipitazioni meteoriche. Il regime dei corsi d acqua è di tipo torrentizio: le incisioni vallive raccolgono ingenti quantità d acqua durante gli eventi piovosi ma ritornano rapidamente asciutte poco dopo il termine delle precipitazioni. I torrenti che si originano in questi frangenti possiedono un elevata energia di erosione e di trasporto grazie alla grande quantità d acqua che raccolgono ed all elevata pendenza del loro alveo. Come già accennato, si tratta di corsi d acqua fortemente erosivi soprattutto nei tratti iniziali e sono in grado di trasportare grandi quantità di materiale in corrispondenza della sponda lacustre formando i corpi di conoide. La combinazione dell azione erosiva dei torrenti e del carsismo determina la formazione delle valli profonde dell area settentrionale ( forre ). Ciò è dovuto alle proprietà geomeccaniche delle rocce carbonatiche in grado di sostenere versanti ripidi e pareti elevate, alla mancanza di significativi affluenti laterali ed al modesto ruscellamento dai versanti. In conclusione, quindi, la combinazione di processi di tipo fluviale e di tipo carsico determina una buona definizione del reticolo idrografico che si accompagna, però, ad una evidente scarsità di acque superficiali. CORSI D ACQUA TEMPORANEI Concordemente con quanto sopra esposto sulle caratteristiche generali delle rete idrografica, tutti i corsi d acqua presenti nel territorio comunale di Brenzone sono stati codificati come temporanei. Di seguito si elencano le principali valli percorse da corsi d acqua che solcano il versante baldense presenti nelle aree settentrionale e meridionale. Nell area meridionale, proseguendo da Sud verso Nord, lungo la sponda gardesana si incontrano la Val Cottarella, la Val del Salto, la Val Quadri e la Val Verga. A Castelletto di Brenzone sbocca la Val di Senaga che prosegue in quota fino a Prada ed un po più a nord la Val di Fies che raggiunge Val Vaccara; infine tra Campo e Marniga scende la Valle Madonna dell Aiuto. Nell area settentrionale, a partire da Marniga, le valli principali sono la Valle dei Trovai che si collega con il circo delle Buse, la Valle di Boazzo o delle Nogare che raggiunge il circo doppio del Telegrafo, la Valle Mezzana che separa la pala del Forcellin ed infine la Valle del Torrente che segna il limite settentrionale del comune ed il cui sbocco arriva al grande conoide di Assenza.

33 Relazione GEOLOGICA 33 LAGO DI GARDA Il Lago di Garda rappresenta il più grande dei laghi prealpini italiani, copre una superficie di circa 370 km 2 ed occupa tutta la parte occidentale del comune di Brenzone. Il bacino è fiancheggiato ad Est dalla dorsale del Monte Baldo e ad Ovest dalle Alpi Bresciane, mentre sul lato meridionale è orlato dall anfiteatro delle colline moreniche gardesane. Brenzone Fig. 5. Immagine satellitare del lago di Garda (Google Earth). La conca che occupa il lago è costituita da una stretta depressione, posta trasversalmente alla catena alpina, la cui genesi è riconducibile all azione erosiva fluviale ed in particolare glaciale operata su di una depressione di origine tettonica. La sua formazione ebbe inizio col declinare dell epoca glaciale dopo la fase di ritiro dei ghiacciai. NW Brenzone Gargnano SE Fig. 6. Modello schematico di una sezione trasversale del lago di Garda all altezza di Gargnano dedotta da dati sismici dove l = depositi lacustri e m = depositi morenici. (Quattro itinerari naturalistici nel veronese occidentale Giovanni Albertini)

34 Relazione GEOLOGICA 34 La profondità massima del lago è di 346 m e si trova nella parte valliva di fronte a Magugnano. La profondità minima lontano dalle sponde è di 4 m, al Pal del Vò. Il livello medio delle acque è posto a 65 metri sopra il livello del mare e subisce variazioni stagionali relativamente limitate rispetto agli altri grandi laghi prealpini. Il fiume Sarca ed il fiume Mincio sono rispettivamente l immissario e l emissario; la forte differenza di portata fra i due porta a supporre che il bacino lacustre fruisca anche di notevoli alimentazioni sotterranee tramite sorgenti carsiche subacquee. Nella tabella sinottica riportata di seguito, vengono indicati i principali dati morfometrici del lago. DATI MORFOLOGICI DEL LAGO DI GARDA Superficie 369,98 Km 2 Lunghezza costa 158,40 Km Lunghezza massima 51,60 Km Larghezza massima 17,20 Km Profondità massima 346,00 m. Profondità media 133,30 m. Volume 49,00 Km 3 Altitudine media dello specchio d acqua 65 m.s.l.m. Portata emissario (Mincio) 58,4 m 3 /sec Superficie del bacino imbrifero Km 2 Tra il 1930 e il 1960, gradatamente, il lago di Garda cessò di essere un invaso naturale per assumere il carattere di serbatoio artificiale, regolabile dall'uomo. Ciò fu dovuto alla costruzione, a monte, degli impianti idroelettrici di Molveno, Ledro e Valvestino, ma soprattutto alla costruzione dello sbarramento di Salionze sul fiume Mincio, a valle, e, in parte, anche alla realizzazione della gigantesca galleria, cosiddetta scolmatrice, Mori - Torbole che mise il fiume Adige in comunicazione con il Garda. Lo sbarramento di Salionze, entrato in funzione nel 1960, consentendo di dosare il deflusso delle acque attraverso l'emissario, rese indispensabile una regolamentazione sia in ordine alle quantità di acqua prelevabili nei diversi periodi dell'anno, sia in ordine ai livelli minimi e massimi di sicurezza da osservare in ciascun periodo sotto il duplice profilo idraulico ed ecologico.

35 Relazione GEOLOGICA 35 SORGENTI L evidente scarsità di acque superficiali lungo le valli durante la maggior parte dell anno è indice di una circolazione idrica verticale favorita dalla presenza di fenomeni carsici particolarmente attivi che determinano la rapida pinfiltrazione in profondità delle precipitazioni meteoriche e, attraverso una fitta rete di condotti nel sottosuolo, vanno ad alimentare la circolazione idrica profonda. Tuttavia l'esistenza di "livelli di trattenuta" costituiti da sottili orizzonti impermeabili, seppur discontinui e l'esistenza di coperture di materiali quaternari (principalmente depositi morenici, detritici, colluviali, eluviali) condiziona sensibilmente la circolazione idrica sotterranea permettendo l esistenza, seppur rara, di sorgenti in quota. In genere si tratta di sorgenti temporanee e con un bacino idrogeologico di estensione assai limitata, spesso dell'ordine di qualche ettaro, con una portata non sempre costante e direttamente legata alle variazioni di piovosità. Da un punto di vista quantitativo, si osserva una generale scarsità di manifestazioni sorgive e, in particolare, una significativa mancanza di sorgenti caratterizzate da una portata rilevante, anche se la maggior parte delle sorgenti rilevate presentano portate superiori a 1.0 l/min. Da uno sguardo d'insieme alla zona indagata, si rilevano tre fasce altimetriche in cui si distinguono peculiari caratteri delle emergenze sorgentizie. Fascia ad alta quota Fascia intermedia Fascia a bassa quota ASSENZA MAGUGNANO CASTELLETTO SALTO Fig. 7. Immagine aerea del Comune di Brenzone. In azzurro le sorgenti presenti.

36 Relazione GEOLOGICA 36 Nell'area ad alta quota vi sono rare sorgenti poiché, secondo quanto sopra espresso, le acque meteoriche s infiltrano in profondità senza possibili emergenze, tenuto conto anche dell'elevato angolo d'immersione degli strati (> 45 ). Fa eccezione la sorgente ubicata nella parte alta della valle dei Trovai che, tuttavia, sembra essere strettamente connessa alle acque di derivazione nivo-glaciale. Nella fascia intermedia appare significativo un allineamento di piccole sorgenti alla base di un cordone morenico laterale di ampio sviluppo longitudinale, del quale si parlerà in seguito, situato a quota di circa 1000 m s.l.m.. Tali emergenze, per lo più a carattere stagionale, appaiono connesse essenzialmente alla presenza di falde idriche entro i depositi morenici, dotate di buone caratteristiche di permeabilità. In questa fascia sono presenti sorgenti con portate inferiori a 1 l/min. Nella zona a bassa quota, risulta interessante un altro ben sviluppato allineamento di sorgenti (Pozzo - Perotti - Campo - Caminala) con direzione NNE/SSO e con portate tra le più elevate riscontrate. Tale situazione si presta ad una duplice interpretazione. La prima è connessa con la presenza di una discontinuità tettonica, coincidente con l'allineamento stesso, che, dislocando e intercettando una delle vie sotterranee di circolazione idrica, genera la venuta a giorno delle acque. La seconda, più probabile, individua la causa della formazione dell'orizzonte sorgentifero nella presenza di una piega degli strati rocciosi che indirizza il deflusso sotterraneo delle acque verso la superficie. Infine una particolarità degna di nota è rappresentato dalle emergenze idriche poste a livello lago che si rinvengono un po' lungo tutta la costa. Nella carta idrogeologica è stata riportata quella più significativa sita tra Porto e Assenza. AEREE ESONDABILI O A RISTAGNO IDRICO Relativamente al pericolo di allagamento o di esondazione dei corsi d acqua è stato esaminato il P.A.I. - Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico del Fiume Po ed in particolare l Atlante dei dissesti idraulici ed idrogeologici. Sebbene tale documento non indichi aree a pericolosità idraulica è comunque possibile il verificarsi di innalzamenti anomali del livello del lago confermato dalla cartografia allegata al Piano d Area Garda Baldo. Secondo questi elaborati sono presenti nel territorio di Brenzone zone soggette ad allagamento a partire da Assenza per una profondità dalla linea di costa che comprende tutto il conoide alluvionale, abbraccia le località di Sommavialla e Borago, fino ad arrivare a Marniga passando da Pozzo di Brenzone e Magugnano. A tal riguardo, essendo il Lago di Garda regolato in modo artificiale si tratta di eventualità abbastanza remote. A conferma di questo anche il PTP della Provincia di Verona non evidenzia ambiti a fragilità idraulica ed idrogeologica. Ciò detto, va debitamente sottolineato che nell ambito del territorio comunale sono presenti anche situazioni che evidenziano evidenti criticità idrauliche ed idrogeologiche legate alle dinamiche torrentizie. In tal senso, per un analisi approfondita delle criticità della rete idrografica si rimanda allo Studio di compatibilità idraulica allegato al presente P.A.T..

37 Relazione GEOLOGICA ACQUE SOTTERRANEE Lo sviluppo della circolazione idrica sotterranea è direttamente legato alle caratteristiche di permeabilità di ciascuna delle litologie presenti. In tal senso nel caso del territorio del comune di Brenzone si possono distinguere due ambiti idrogeologici distinti: quello degli ACQUIFERI ROCCIOSI e quello degli ACQUIFERI POROSI dei depositi sciolti. Questi ultimi, costituiti da depositi di spiaggia, dai depositi di conoide e dagli accumuli glaciali, data la loro limitata estensione territoriale nell ambito del Comune, assumono una rilevanza molto modesta. Come si è anticipato nel paragrafo delle sorgenti, il contesto geologico stratigrafico del Monte Baldo determina una circolazione idrica prevalentemente verticale favorita dalla presenza di un carsismo attivo che determina la rapida infiltrazione in profondità delle precipitazioni meteoriche che vanno ad alimentare l'acquifero di base profondo. L'esistenza di "livelli di trattenuta" costituiti da sottili orizzonti impermeabili, dislocazioni tettoniche e deformazioni plastiche determina la formazione di rare emergenze in quota. L approvvigionamento idrico del Comune avviene attraverso tre pozzi di cui due ubicati in lago presso le località di Boccino e Castelletto nonché uno nella parte Nord del Comune sul conoide di Assenza. Seppur di modesta importanza in termini di portata, si evidenza anche la presenza di una sorgente captata ad uso idropotabile, situata lungo una piccola valle tributaria della Valle del Torrente (Sorgente Albi di Brione), sfruttata soprattutto in tempi passati. ACQUIFERI ROCCIOSI Gli acquiferi rocciosi, che interessano la maggior parte del territorio comunale, sono costituiti da litologie prevalentemente calcaree interessate da una permeabilità secondaria che dipende dal grado di fratturazione e dal grado di carsismo delle rocce. In tal senso sulla base del tipo di permeabilità (per fessurazione o per carsismo) e sulla base del carattere della circolazione sotterranea (prevalentemente verticale o orizzontale) si possono raggruppare le singole formazioni geologiche nelle seguenti unità idrogeologiche: SISTEMA GIURASSICO SISTEMA CRETACEO.

38 Relazione GEOLOGICA 38 Il SISTEMA GIURASSICO comprende la Dolomia Principale, i Calcari Grigi di Noriglio, l Oolite di San Vigilio ed il Rosso Ammonitico. La circolazione idraulica generalmente è molto veloce ed avviene principalmente per carsismo ed in secondo luogo per fratturazione. L acqua superficiale penetra rapidamente all interno della formazione e viene smaltita lungo vie di assorbimento molto numerose e per lo più verticali. Il sistema giurassico ed in particolare la Dolomia Principale generalmente costituiscono i serbatoi idrici più produttivi della serie stratigrafica veneta. Nell area in esame la permeabilità per fratturazione infatti è modesta per le presenza di un substrato roccioso sano e generalmente poco fratturato. Il maggior contributo all infiltrazione avviene nelle parti alte del versante, dove il carsismo è più sviluppato (Costabella) e dove la maggiore inclinazione degli strati costituisce elemento favorevole all infiltrazione delle acque. In questa zona sono molteplici le testimonianze di doline e inghiottitoi attraverso cui ha inizio il circuito idrico sotterraneo delle acque. Lungo la parte medio bassa del versante la presenza di un assetto strutturale con strati che presentano all incirca la stessa inclinazione del versante favorisce invece il deflusso delle acque in superficie piuttosto che in profondità. Il SISTEMA CRETACEO comprende, nello specifico, solamente la formazione della Maiolica. La circolazione avviene prevalentemente per fratturazione. Si tratta di un unità di relativa impermeabilità determinata dalla presenza di livelli marnosoargillosi nei livelli superiori della Formazione (facies Cenomaniana), i quali determinano un rallentamento dei tempi di assorbimento dell acqua. Il carsismo, infatti, è meno sviluppato a causa dell elevata componente terrigena di queste litologie. Ne deriva pertanto, una circolazione idrica prevalentemente orizzontale secondo la pendenza degli strati e generalmente lenta. Tuttavia, una circolazione profonda è comunque resa possibile dalla fitta rete di fessure e dalle superfici di strato. Il sistema cretaceo viene distinto dal sistema giurassico per la minore permeabilità e per le caratteristiche di acquiclude più che di acquifero. La circolazione idrogeologica, legata all esistenza degli strati marnosi meno permeabili che arrestano le acque di infiltrazione è responsabile delle piccole falde sospese ed emergenze sorgentizie in quota. Questo tipo di circolazione idrogeologica è tipico anche della formazione di Tofino, che pur essendo di epoca giurassica, presenta caratteristiche di permeabilità simili a quelle della Maiolica.

39 Relazione GEOLOGICA 39 ACQUIFERI POROSI Per quanto riguarda i depositi sciolti quaternari, permeabili per porosità si individuano le seguenti tipologie di acquiferi porosi: DEPOSITI DI CONOIDE E DEPOSITI DI SPIAGGIA MISTI A DETRITO: in corrispondenza di questi depositi la falda è libera e la trasmissività è da molto elevata a buona; l'alimentazione è diretta o da corpi idrici superficiali (bacino lacustre, torrenti) o da circuiti idrici sotterranei di tipo prevalentemente carsico. MORENE MISTE A DETRITO: questi depositi, dotati di buona permeabilità, possono ospitare delle falde idriche talora di relativo interesse benché a carattere stagionale. L alimentazione e la circolazione è direttamente collegata agli apporti meteorici, ai regimi sotterranei ed ai circuiti degli originari scaricatori fluvioglaciali.

40 Relazione GEOLOGICA ELABORAZIONE DELLA CARTA IDROGEOLOGICA Nel seguente paragrafo sono descritti i dati e le fonti reperiti per l elaborazione della Carta Idrogeologica ed è illustrata la metodologia di analisi e di elaborazione che ha portato alla redazione della stessa, seguendo le voci di legenda derivanti dal documento Grafie Unificate per gli strumenti urbanistici comunali di cui alla D.G.R. n. 615/1996. La tipologia di dati e le fonti utilizzate sono descritti prendendo in analisi ad una ad una le voci presenti nella legenda e analizzando di volta in volta il processo di elaborazione svolto. IDROLOGIA DI SUPERFICIE I-SUP-00 BACINO LACUSTRE E stato associato a questa voce la superficie del lago di Garda. FONTE DEL DATO: CARTA TECNICA REGIONALE ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le linee e le aree riportate sulla carta tecnica regionale. I-SUP-01 LIMITE DI BACINO IDROGRAFICO E SPARTIACQUE LOCALI Sono stati riportati gli spartiacque locali. Si tratta per lo più di creste di dorsali. La morfologia del territorio impedisce la delimitazione di veri e propri bacini idrografici. FONTE DEL DATO: CARTA TECNICA REGIONALE, ORTOFOTO ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato digitalizzato sulla base delle carte tecniche regionali e delle ortofoto. I-SUP-03 CORSO D ACQUA TEMPORANEO Sono rappresentati dai torrenti che solcano il versante baldense con orientazione all incirca parallela al lago e presentano generalmente circolazione idrica scarsa e solo in concomitanza di eventi meteorologici particolarmente intensi. Il carattere carsico e l assetto strutturale del versante conferiscono all idrografia baldense un regime torrentizio. FONTE DEL DATO: CARTA TECNICA REGIONALE E IDROGRAFIA PRINCIPALE FORNITA DALLA REGIONE VENETO. ELABORAZIONE DEL DATO: Il dato è stato elaborato integrando l idrografia della carta tecnica con lo shape dei torrenti vincolati fornito dalla Regione Veneto.

41 Relazione GEOLOGICA 41 I-SUP-05 VASCA O SERBATOIO Sono presenti alcune vasche per la raccolta e la distribuzione dell acqua potabile poste lungo il confine settentrionale del territorio comunale. Generalmente vengono realizzate per poter spezzare la pendenza delle condotte provenienti dalle sorgenti poste a quota più elevata. Per quanto riguarda le altre vasche segnalate non si hanno notizie sul loro utilizzo. FONTE DEL DATO: CARTA IDROGEOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando i punti riportati sulla carta idrogeologica ed integrandoli con dati forniti dall Ufficio tecnico comunale. I-SUP-06 SORGENTE Sono state riportate tutte le sorgenti segnalate dai documenti esistenti. Solo una di esse è sfruttata a scopo idropotabile ed è posta lungo il confine settentrionale del comune di Brenzone (Sorgente Albi di Brione). I-SUP-08 OPERA CAPTAZIONE SORGENTE Sulla base di quanto acquisito dall Ufficio tecnico comunale è stata segnalata una sorgente captata a cui sono collegate, a quote inferiori, delle vasche di raccolta e di distribuzione I-SUP-09 LIMITE DI RISPETTO DALLE OPERE DI PRESA In conformità all art. 94 Parte III Sezione II del Testo Unico Ambientale 152/2006 che definisce la disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano è stata indicata la fascia di rispetto di 200 m dalle opere di presa utilizzate a scopo idropotabile. I-SUP-12 STAZIONE METEOROLOGICA E presente una stazione meteorologica nel Circolo nautico di Castelletto di Brenzone segnalata dall Ufficio tecnico comunale FONTE DEL DATO: CARTA IDROGEOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE, CARTA DELLE PARTICOLARITÀ IDROGEOLOGICHE DEL PTP DELLA PROVINCIA DI VERONA; MANUF_ACQ fornito dall AATO VERONESE; c _sorgentiloc fornito dalla Regione. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione delle sorgenti riportata sulla carta idrogeologica allegata al PTP ed integrazione del dato con le altre fonti sopra citate.

42 Relazione GEOLOGICA 42 ACQUE SOTTERRANEE I-SOT-01a AREA CON PROFONDITÀ FALDA FREATICA COMPRESA TRA 0 E 2 M DAL P.C I-SOT-01b AREA CON PROFONDITÀ FALDA FREATICA COMPRESA TRA 2 E 5 M DAL P.C I-SOT-01c AREA CON PROFONDITÀ FALDA FREATICA COMPRESA TRA 5 E 10 M DAL P.C. I-SOT-01d AREA CON PROFONDITÀ FALDA FREATICA MAGGIORE DI 10 M DAL P.C. In riferimento ai depositi sciolti presenti in corrispondenza della fascia di spiaggia, l'identificazione di queste aree è avvenuta ipotizzando che tali depositi vengano in parte saturati dalle acque del lago. Sulla base di tale considerazione e di quanto riportato nelle indagini geognostiche di repertorio ubicate lungo la fascia litoranea, l individuazione della zona satura è stata effettata prendendo come riferimento la quota media della superficie del lago sottratta alla superficie topografica. L elaborazione effettuata in ambiente GIS è stata in seguito confermata da quanto ricavato dalle indagini di repertorio, mentre nelle zone scoperte dal punto di vista geognostico questo dato è da considerarsi indicativo. FONTE DEL DATO: CARTA TECNICA REGIONALE E INDAGINI DI REPERTORIO. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione con rielaborazione in ambiente GIS attraverso operazioni di Map Algebra e confronto con i dati derivanti dalle indagini di repertorio. I-SOT-06 POZZO FREATICO Il dato si riferisce ai punti di prelievo idropotabile. Per l approvvigionamento idrico del Comune vengono utilizzati tre pozzi di cui due ubicati in lago ed uno nella parte Nord del Comune sul conoide di Assenza. I-SOT-10 LETTERA DA INSERIRE ALL INTERNO DEL SIMBOLO DEL POZZI SE UTILIZZATO COME ACQUEDOTTO PUBBLICO Etichetta associata ai pozzi sfruttati per il rifornimento degli acquedotti civili per poterli individuare e distinguere più facilmente consultando la cartografia. FONTE DEL DATI: AATO ( POZ nello shape MANUF_ACQ) ELABORAZIONE DEL DATO: L acquisizione dei punti di prelievo da pozzo è stata indirizzata esclusivamente a quelli per uso idropotabile. Per l acquisizione del dati si è fatto riferimento ai dati forniti dall AATO ( POZ nello shape MANUF_ACQ). La precisa ubicazione dei pozzi è stata indicata dall Ufficio tecnico comunale.

43 Relazione GEOLOGICA 43 4 CARTA GEOMORFOLOGICA tema 0503 La Carta Geomorfologica è il frutto dell analisi del tema c0503-geomorfologia e dei relativi sottotemi; le voci di legenda derivano dal documento Grafie Unificate per gli strumenti urbanistici comunali di cui alla D.G.R. n. 615/1996. Tale legenda riprende i criteri per il rilevamento delle unità geomorfologiche per la rappresentazione delle forme e dei processi geomorfologici, mediante apposita simbologia adattata alle tipologie geomorfologiche presenti nel territorio comunale. Particolare risalto è stato dato agli elementi da ritenere essenziali per una valutazione dell idoneità dei terreni ai fini pianificatori, tuttavia senza trascurare le forme e le emergenze geomorfologiche che consentono di fornire una migliore e corretta caratterizzazione del paesaggio. I dati elaborati sono stati restituiti in formato *.shp nelle seguenti classi: c _cartageomorfologicaa.shp (aree); c _cartageomorfological.shp (linee); c _cartageomorfologicap.shp (punti). 4.1 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Posto sul fianco occidentale del Monte Baldo il territorio del Comune di Brenzone è delimitato ad ovest dalla linea di sponda del lago di Garda compresa tra le località di Assenza a NE e di Cottarella a SO. Il limite settentrionale del comune segue una profonda incisione valliva che solca il versante con direzione grosso modo NO/SE fino a raggiungere, attraverso una serie di diramazioni, la cresta rocciosa baldense fino a Punta Telegrafo. Da qui si diparte in direzione circa SSO il limite orientale del territorio che si mantiene sulla linea di cresta fino al Rifugio Chierego dal quale, con andamento sinuoso scende in direzione SSO fino alla località Villanova. Da qui il limite meridionale segue il letto del torrente Cottarella, che scende dal versante in direzione all incirca SE/NO fino a raggiungere l omonima località sulla sponda del Lago. Le quote topografiche variano dai m sulla cresta del Monte Baldo, con la quota massima di m di P.ta Telegrafo, fino ai s.l.m. in prossimità delle sponde lacustri.

44 Relazione GEOLOGICA 44 Analizzando la morfologia del territorio è possibile osservare la presenza di una pluralità di agenti morfogenetici attivi e non attivi la cui azione combinata ha dato luogo all attuale topografia comunque in continuo mutamento. I principali agenti morfogenetici dell area del Baldo - Garda sono costituiti da: i GHIACCIAI, I CORSI D ACQUA, IL CARSISMO, I FENOMENI GRAVITATIVI E DI DENUDAZIONE DEL VERSANTE. Questi hanno agito in modo differente alle varie quote del versante modellando morfologicamente il territorio in funzione dell assetto strutturale, della pendenza, del tipo di substrato e del clima. In tal senso, va debitamente sottolineato che l azione di questi agenti modellanti è stata notevolmente influenzata dall assetto geologico strutturale che contraddistingue, pur con qualche eccezione, l intero versante occidentale della catena del M. Baldo. Come anticipato in precedenza, la caratteristica principale è rappresentata da una sostanziale coincidenza tra l'inclinazione degli strati e la pendenza della superficie topografica. Gli strati sono disposti parallelamente alla linea di costa in direzione NNO/SSE con un inclinazione variabile tra i 20 e i 60 gradi che determinano una situazione a franapoggio generalmente pari o poco più inclinata del versante. Questa tendenza viene disattesa sia nella zona più elevata del versante, dove si verifica un graduale aumento dell'inclinazione degli strati, dovuto probabilmente ad una risposta più marcata alle sollecitazioni orogeniche. Risulta importante segnalare la presenza di una situazione critica degli strati disposti a franapoggio meno inclinati del versante, piuttosto frequenti nel territorio di Brenzone soprattutto nel settore meridionale compreso tra la Val Cottarella a sud e Marniga a nord. Tale diversa disposizione, nettamente osservabile tra le due porzioni di territorio (Area settentrionale e Area meridionale), delle quali si è parlato anche in precedenza nel capitolo 3.1, è probabilmente imputabile alla presenza di una faglia che attraversa il centro abitato di Magugnano. Si tratta di un lineamento tettonico che oltre a traslare le formazioni mettendo a contatto il sistema giurassico con quelle cretaceo, ha tiltato (inclinato leggermente) gli strati di roccia in senso verticale. Si tratta della condizione più sfavorevole del substrato in quanto, dove affiorante, si presta facilmente ai fenomeni di crollo o scivolamento lungo i sistemi di discontinuità primaria (giunti di strato). Ne sono testimonianza i numerosi eventi segnalati dall Inventario I.F.F.I. e le zone definite dal P.A.I. in frana attiva presenti in località Marniga e Salto.

45 Relazione GEOLOGICA 45 A tal riguardo vengono di seguito descritti i principali elementi che caratterizzano il territorio suddivisibile in tre ambiti ben definiti. Settore montuoso di tipo Settore intermedio di tipo Settore costiero e di mezza costa ASSENZA MAGUGNANO CASTELLETTO SALTO Fig.8. Suddivisione del territorio comunale in ambiti geografici ben definiti. Settore montuoso di tipo "alpino Si tratta della fascia che si estende dalla quota di ca.1000 m fino ad oltre m s.l.m., di elevato valore naturalistico e con scarsa antropizzazione ed edificazione. La porzione alta di questo settore è caratterizzata da ripide pendici rocciose che delimitano i caratteristici circhi glaciali, morfologia molto impervia ed in evoluzione con flora arborea assente e presenza della sola vegetazione arbustiva ed erbacea. Nella porzione inferiore è presente il substrato roccioso da affiorante a sub-affiorante con vegetazione boschiva molto sviluppata ed interessata localmente da vaste fasce detritiche derivanti dal disfacimento delle sovrastanti pareti rocciose. Settore intermedio di tipo pedemontano Si tratta della fascia compresa all incirca tra la quota di ca. 300 m fino a 1000 m s.l.m. caratterizzata da una morfologia complessivamente regolare in quanto vincolata da superfici monoclinali che costituiscono veri e propri piani strutturali. Tali lunghe scarpate vengono interrotte da valli rettilinee perpendicolari alla costa del lago che si fanno molto profonde ed incise nella zona settentrionale e delimitano le tipiche pale baldensi: grandi speroni rocciosi di forma triangolare con la punta rivolta verso l alto, costituiti da grandi bancate di roccia calcarea compatta. In alcuni punti, queste lunghe scarpate monoclinali vengono interrotte da cordoni morenici paralleli alla costa che ricoprono il substrato roccioso e formano una contropendenza del versante favorendo lo sviluppo di malghe e piccoli centri abitati in quota. Settore costiero e di mezza costa Si tratta della fascia di versante posta alle quote più basse tra i m (quota del Lago di Garda) ed i 300 m s.l.m. ca. generalmente caratterizzata una morfologia meno acclive. Dominato dai centri urbani maggiori questo tratto di versante si presenta spesso coperto da depositi quaternari di origine morenica che tendono a rendere più dolce il profilo, favorendo l edificazione e la coltivazione dell'olivo su aree terrazzate.

46 Relazione GEOLOGICA 46 Di seguito verranno descritti i principali caratteri geomorfologici del territorio facendo riferimento ai processi che li hanno generati. FORME GLACIALI E CRIONIVALI L evoluzione morfologica dell area benacense è stata fortemente condizionata dalla presenza del ghiacciaio del Garda che durante il Quaternario ha interessato l area con movimenti delle lingue glaciali caratterizzate da più fasi di espansione alternate a fasi interglaciali di ritiro con fenomeni erosivo - deposizionali estesi ed incisivi. E noto che con l ultima glaciazione würmiana il Baldo fu racchiuso in una specie di morsa dai due grandi ghiacciai del Garda e della Val d Adige: la lingua glaciale benacense raggiungeva i 1100 metri s.l.m. a Riva, gli 800 metri a Malcesine e i 500 a San Vigilio, unendosi a quella dell'adige attraverso la Valle di Loppio. I ghiacciai würmiani si sono ritirati circa anni fa, lasciando i detriti che hanno formato l'anfiteatro morenico del Garda e di Rivoli, e depositi morenici anche sulle basse pendici del Baldo. In quel periodo, dalle cime più alte del Baldo scendevano sul versante occidentale verso il lago delle piccole lingue di ghiaccio, alimentate dai sette circhi glaciali, ancora oggi visibili. Tali circhi glaciali di forma semicircolare, ad anfiteatro, si aprono tra vetta e vetta ed hanno originato dei piccoli ghiacciai che nella loro discesa verso il lago hanno scavato valli e canaloni a forma di U, lasciando vari ammassi detritici d erosione. Fig. 9. Ricostruzione della glaciazione würmiana nell area del Baldo Garda.

47 Relazione GEOLOGICA 47 Numerosi sono gli effetti visibili nel territorio dovuti alla modellazione del ghiacciaio ed agli eventi valanghivi: Orlo di scarpata di erosione glaciale; Circhi glaciali; Accumuli morenici; Terrazzi di kame; Canaloni di valanga. Orlo di scarpata di erosione glaciale Si tratta dei bordi di scarpata dovuti allo scalzamento erosivo del ghiacciaio, paralleli al suo avanzamento, lungo i fianchi laterali della valle. Nel territorio di Brenzone si rileva la presenza di questi antichi orli di ablazione a monte di San Zeno, Castelletto e Marniga a quota di circa m s.l.m. dove finiscono le scarpate monoclinali di origine strutturale e dove il versante cambia di pendenza. I circhi glaciali I circhi glaciali del Monte Baldo sono un eredità dei periodi climatici freddi delle fasi glaciali quaternarie, in particolare delle ultime tre che si sono verificate a partire da anni fa. Dei sette circhi glaciali del Baldo due si trovano nel territorio comunale in esame ed interessano l alto versante occidentale dove le condizioni morfologiche e strutturali hanno permesso il formarsi di queste ampie conche pensili a forma di anfiteatro aperte verso il lago. Probabilmente la fascia altimetrica tra 1800 e 2200 m s.l.m., dove sono collocati i circhi, corrisponde alla zona nella quale durante le glaciazioni quaternarie si localizzarono sia il limite medio estivo delle nevi perenni, sia le azioni più forti ed efficaci della gelifrazione. Partendo da sud il primo circo è quello delle buse. Chiuso tra due sommità: Cima Costabella (2062 m) a sud e la Vetta delle Buse a nord (2154 m) è il meno evoluto di quelli baldensi. Più a nord si trova il circo glaciale del Telegrafo comunicante con il circo della valle delle Pre col quale si unisce in un unica grande finestra aperta sopra la valle delle Nogare. Le caratteristiche di questo circo, compreso tra cima Sascaga (2136 m) e Cima Telegrafo (2200 m), sono del tutto simili a quelle del circo delle Buse, pur presentando fenomeni di gelifrazione molto più accentuati. L erosione ha messo in luce le stratificazioni delle dolomie e sul fondo del circo vi sono imponenti massi dolomitici provenienti dalle spalle centrali e laterali del circo. La finestra d erosione posta ad ovest è chiusa da grandi accumuli morenici e detritici oggi ricoperti da vegetazione arbustiva. Infine è evidente la sella rocciosa montonata all imbocco della valle delle Nogare lungo la quale la lingua glaciale si spingeva in basso. Il versante a monte dei circhi è poco ripido e coperto da vegetazione, mentre quello rivolto verso valle si presenta molto più ripido e ricoperto da abbondanti detriti rocciosi crioclastici. Questa è una caratteristica comune a tutti i circhi del Baldo in quanto l azione erosiva della gelifrazione era più accentuata nella zona meridionale perennemente in ombra. All interno del circo sono presenti grossi massi fessurati ed incisi dall erosione, accumuli di crepacci ed inghiottitoi.

48 Relazione GEOLOGICA 48 All interno dei circhi la neve vi permane fino in estate e le acque di scioglimento nivale e meteoriche penetrano in profondità attraverso gli inghiottitoi e le fratture verticali presenti sul fondo del circo formando talvolta grotte di origine carsica. I depositi morenici Dal punto di vista geomorfologico, l elemento di maggior risalto dell area del lago di Garda è rappresentato dalle forme moreniche dell Anfiteatro del Garda, testimonianza di più fasi glaciali susseguitesi in epoca quaternaria. Il ghiacciaio espletava, tramite il suo fronte, un azione di spinta e deposizione del materiale eroso a monte, producendo accumuli di materiale geneticamente e granulometricamente eterogeneo, noti come morene. Nel territorio sotteso alla fossa benacense, si possono trovare i risultati di varie fasi di avanzamento glaciale, risalenti nella maggioranza dei casi alle ultime due glaciazioni del Pleistocene, rispettivamente, secondo il Venzo, quella Rissiana e quella Wϋrmiana. Come già scritto, nell ambito del territorio comunale i depositi morenici sono localizzati soprattutto nelle aree a mezza costa e sommitali del versante, gli affioramenti risultano distribuiti secondo linee parallele al lago ed a quote diverse con esempi particolarmente significativi nella porzione a sud di Magugnano intorno a quota 600 m s.l.m., a quota 250 m. s.l.m. e a quota 100 m s.l.m. Tali affioramenti evidenziano la complessità delle dinamiche glaciali e post glaciali. Dapprima, infatti, il versante fu soggetto all'ablazione glaciale, alla modellazione ed all accumulo di materiale detritico a varie quote per effetto dell'alternarsi di fasi di avanzamento e di ritiro glaciale. In seguito al ritiro definitivo dei ghiacci si attivarono fenomeni erosivi che hanno portato alla rimodellazione dei cordoni morenici. Tale aspetto è ben evidenziato nell area in esame dal fatto che i depositi sono ridotti in lembi interrotti da selle e vallecole trasversali, scavate dall azione erosiva dei corsi d'acqua. Ove presenti, i depositi morenici determinano generalmente l attenuazione della pendenza del versante. I terrazzi di kame Durante il lento arretramento del fronte glaciale in fase di ritiro, in momenti di stazionamento piuttosto prolungato si sono potuti formare alcuni terrazzi morfologici, chiamati terrazzi di kame, talvolta di varia ampiezza, che risultano oggi sospesi lungo i versanti interni dei vari cordoni morenici. Nel comune di Brenzone sono stati individuati terrazzi di kame in corrispondenza dei depositi morenici presenti a quota di circa m disposti parallelamente alla sponda del lago e situati nei pressi delle località di San Zeno e Castelletto. Attualmente l azione antropica ha in parte contribuito a modificare l aspetto naturale di questi terrazzi attraverso la tipica gradonatura, con riporto di materiale naturale e muretti a secco, necessaria per la coltura dell olivo.

49 Relazione GEOLOGICA 49 I canaloni di valanga Sul versante occidentale del Monte Baldo le zone di distacco delle valanghe sono state individuate dove manca una vegetazione forestale consistente. In territorio di Brenzone il pendio caratterizzato dalla presenza dei circhi glaciali di vetta, convogliatori della neve, è soggetto a fenomeni valanghivi dovuti a masse nevose che si dipartono prevalentemente da questi e si arrestano nella parte alta del versante nelle porzioni iniziali dei valloni che segnano il versante a mezza costa. FORME FLUVIALI L'erosione operata dai torrenti si esprime nello sviluppo di una serie di canaloni e vallette ad andamento prevalentemente NO/SE e NE/SO orientate lungo le linee di massima pendenza del versante. L azione combinata dell azione erosiva dei torrenti e del carsismo determina talora la formazione di valli fluvio-carsiche che hanno le caratteristiche morfologiche di forre o canyon. Ciò è dovuto sia alle proprietà geo-meccaniche delle rocce carbonatiche, in grado di sostenere versanti ripidi e pareti, sia alla mancanza di significativi affluenti laterali ed al modesto ruscellamento dai versanti. Inoltre è evidente l influenza esercitata dalla tettonica e dall assetto strutturale nel determinare lo sviluppo delle incisioni. Infatti, i canaloni torrentizi, generalmente orientati secondo le direzioni di massima pendenza del versante, spesso risultano impostati proprio in coincidenza delle linee tettoniche ove generalmente si manifesta una maggiore fratturazione e una maggiore propensione all erosione. Esempi di tale situazione sono, in particolare, la Val Mezzana, la Valle di Nogare, la Val dei Trovai e le incisioni poco a nord della Val Vaccara, nei pressi del Rifugio Chierego. Queste valli costituiscono le profonde incisioni che delimitano lateralmente le pale. L'azione erosiva dei torrenti può essere sviluppata anche molto in profondità come nel caso della Valle di Boazzo e parzialmente della Val dei Trovai, dove si verifica la venuta a giorno degli strati delle formazioni sottostanti, determinando una sorta di finestra sulle parti interne dell'anticlinale. FORME CARSICHE Le rocce che costituiscono la struttura del Monte Baldo, negli ultimi 5 milioni di anni sono state soggette all azione erosiva operata dagli agenti meteorici come l azione di gelo e disgelo, dell acqua, del vento e dei fenomeni gravitativi. Data la natura calcarea delle rocce che costituiscono la catena baldense assume una particolare importanza anche il fenomeno carsico, cioè l azione di dissoluzione chimica dell acqua sulle rocce calcaree e dolomitiche. In particolare vistosi sono i fenomeni carsici epigei come le doline. Si tratta di depressioni generalmente imbutiformi, prodotte dalla dissoluzione della roccia ad opera delle acque piovane. Di norma presentano al fondo un inghiottitoio attraverso cui si infiltrano le acque raccolte dalla dolina stessa e che vanno ad alimentare la circolazione idrica sotterranea.

50 Relazione GEOLOGICA 50 Spesso l'inghiottitoio risulta occluso da detriti e da sedimenti residuali derivanti dallo scioglimento della roccia. Accanto alle forme superficiali (doline, inghiottitoi, crepacci carsici, ecc.) nel sottosuolo si sviluppa un carsismo ipogeo costituito da grotte e cunicoli sotterranei attraverso i quali avviene la circolazione idrica sotterranea. Le evidenze carsiche ipogee si manifestano in particolar modo nella parte più alta del versante, all interno dei circhi glaciali, dove sono abbondanti gli inghiottitoi attraverso cui le acque superficiali iniziano il loro percorso in profondità e nell area di Prada dove è presente una significativa concentrazione di piccole doline. Da menzionare sono la grotta Soala lunga 152 m, la grotta Trovai che si sviluppa per 180 m e il Bus delle Taccole che si apre a 1820 m di quota nella Val degli Ossi amplia 216 m e profonda 172 m. Lungo la parte medio bassa del versante la presenza di un assetto strutturale con strati che presentano all incirca la stessa inclinazione del versante favorisce il deflusso delle acque in superficie piuttosto che in profondità per cui l azione carsica si esplica soprattutto nell erosione fluvio carsica dei torrenti che si manifesta nelle particolari strutture dei canyons. FORME STRUTTURALI (LE PALE BALDENSI) Come anticipato in precedenza le pale che si notano con grande evidenza nel settore centro settentrionale del territorio comunale sono dei grandi speroni rocciosi di forma triangolare con la punta rivolta verso l alto, costituiti da grandi bancate di Calcari Grigi ed Oolitici. La loro formazione è spiegabile con l orogenesi del Monte Baldo. L altezza massima del monte nella sua emersione dal mare doveva essere attorno ai 3000 m e durante la sua evoluzione tettonica e morfologica la dorsale baldense ha avuto un piegamento anticlinale e sinclinale (sotto la spinta della zolla africana verso quella indo-europea). La piega anticlinale si è coricata verso est e gli strati rocciosi superficiali, rotti alla sommità dalla forte pressione, sono scivolati ad ovest verso il fondo della valle dove oggi c è il lago. Questo slittamento degli strati rocciosi avviene ancora oggi ed è in parte responsabile della frequenza dei piccoli fenomeni sismici riscontrabili nella zona del Baldo (circa 500 scosse registrate all anno). A scolpire le pale nel loro aspetto attuale è stata innanzitutto l azione demolitrice e modellatrice dei ghiacciai, tale da portare a giorno le testate degli strati immergenti verso il lago. Le pale sono state poi erose lateralmente dall azione erosiva dei corsi d acqua fluvioglaciali e dei torrenti attuali che hanno originato le profonde valli incise (canyons). Per la loro particolare forma sono conosciute anche col nome di mitra (dal copricapo vescovile), ferro da stiro (flat iron) o spuntone (chevron). Le pale presenti all interno del territorio comunale tra le località di Magugnano e Assenza, sono la pala di Trovai (1652 m s.l.m.) tra l omonima valle e quella delle Nogare, quella di Zovel tra la Val delle Nogare e la Val Mezzana e la piccola pala del Forcellin che rappresenta la punta della pala di costa Brione.

51 Relazione GEOLOGICA 51 LE FORME GRAVITATIVE E DI DENUDAZIONE DEI VERSANTI Il territorio comunale di Brenzone è interessato per gran parte della propria estensione da un substrato roccioso da sub - affiorante ad affiorante costituito da rocce di natura calcarea e dolomitica. L elevata acclività del versante e la giacitura a franapoggio generalmente pari o poco più inclinata, costituiscono due condizioni particolarmente favorevoli all instaurarsi di movimenti franosi. Tale situazione si aggrava nelle zone in cui gli strati, disposti a franapoggio, sono meno inclinati del versante in quanto il substrato roccioso, dove affiorante, si presta facilmente ai fenomeni di crollo o scivolamento lungo i sistemi di discontinuità primaria (giunti di strato). In merito a ciò, in riferimento al P.A.I. - Piano di Assetto Idrogeologico del fiume Po ed in particolare all Atlante dei dissesti idraulici ed idrogeologici - allegato 4.2 Perimetrazione aree in dissesto (Art. 9 Norme di attuazione), sono presenti due aree di frana attiva nella parte occidentale del Comune prospiciente alla riva del lago. Tali aree, ubicate nei pressi di località Salto e Marniga, comprendono le zone potenzialmente raggiungibili dai massi lapidei che si possono distaccare dalle pareti rocciose poste a quote superiori. Tali aree in frana sono evidenziate anche dalla cartografia allegata al progetto I.F.F.I. Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia e riprese dalla cartografia della fragilità allegata al Piano d Area Garda Baldo adottato con deliberazione di Giunta Regionale n. 827 del 15 marzo Il primo costituisce un catalogo dei dissesti geologici a livello nazionale realizzato dall'agenzia per la Protezione dell'ambiente e per i Servizi Tecnici ("APAT, ex Servizio Geologico Nazionale, D.L. 93/2001) in collaborazione con le Amministrazioni Regionali e delle Province Autonome, mentre il secondo è un piano che si prefigge di definire un chiaro disegno pianificatorio per rendere coerenti le diverse decisioni amministrative sul territorio lacuale con lo scopo di un equilibrata gestione del territorio anche nel confronto con le regioni adiacenti (Trentino Alto Adige e Lombardia). Inoltre l Inventario delle frane IFFI riporta una trentina di episodi franosi puntuali distribuiti sull intero territorio ed avvenuti nell arco degli ultimi sessant anni. Si tratta prevalentemente di frane per scivolamento determinate dall assetto a franapoggio degli strati, o di colamenti rapidi verificatesi in concomitanza con eventi piovosi eccezionali. Valga in tal senso che ben sei episodi si sono verificati nel solo anno 1966, ben noto per l eccezionalità degli eventi meteorici. Gli eventi franosi segnalati dall inventario IFFI, aggiornati al 2002, sono riportati nella figura e nella tabella seguente dove è evidenziata l ubicazione e la tipologia del movimento franoso.

52 Relazione GEOLOGICA 52 Fig. 10. Ubicazione degli eventi franosi nel Comune di Brenzone segnalati dal catalogo I.F.F.I. (Inventario dei fenomeni franosi in Italia - APAT)e dal P.A.I. LEGENDA IDFRANA TOPONIMO TIPO DI MOVIMENTO ANNO ATTIVITA' DANNO CAUSA S. Zeno Biazza Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo 11/1966 n.d. Nuclei/centri abitati 1966 n.d. Edifici - Precipitaz. brevi ed intense

53 Relazione GEOLOGICA Fazor Pissarotta C. Monte Basso Campo Magugnano Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo 1966 n.d. Edifici 11/1966 Quiescente Edifici e boschi - n.d. Strade 1966 n.d. Edifici 11/1966 n.d. Minacciato l abitato di Magugnano Castelletto Colamento rapido 1963 n.d. Strada SS Marniga Colamento rapido 08/1963 n.d. Strada SS Via Angeleri Colamento rapido 1959 n.d. Strada SS Sommavilla Colamento rapido 08/1959 n.d. Strada SS Sommavilla Colamento rapido 08/1950 n.d. Strade Valle delle Nogare Colamento rapido 1950 n.d. Strada Pozzo Colamento rapido 08/1950 Stabilizzato Castelletto Ris.te Bolognese C. Bosco Carpenare Castello Castello Bosco d Azzaga Marniga C. Caminata Valle di Trovai e Bertan Venzo Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo Scivolamento rotazionale/traslativo Crolli/Ribaltamenti diffusi Crolli/Ribaltamenti diffusi Crollo/ribaltamento Scivolamento rotazionale/traslativo n.d. - n.d. Strada, muri di sostegno e terreni agricoli Edifici e strada SS 249 Terreno agricolo - n.d. Strade Frana postglaciale Frana postglaciale Frana postglaciale Frana postglaciale n.d. n.d. - n.d. n.d. - n.d. n.d. - n.d. n.d. - - n.d. Strade - n.d. Strade Quiescente Strada comunale - Stabilizzato n.d Castelletto Colamento rapido - Stabilizzato Terreno agricolo Precipitaz. eccezionali prolungate Precipitaz. brevi ed intense Precipitaz. brevi ed intense Precipitaz. eccezionali prolungate - Precipitaz. brevi ed intense Precipitaz. brevi ed intense Precipitaz. eccezionali prolungate Precipitaz. brevi ed intense Precipitaz. brevi ed intense Precipitaz. eccezionali prolungate Orient. sfavorev. discont. prim. Precipitaz. eccezionali prolungate Precipitaz. brevi ed intense Precipitaz. eccezionali prolungate Precipitaz. brevi ed intense Precipitaz. brevi ed intense Precipitaz. eccezionali prolungate Precipitaz. eccezionali prolungate Precipitaz. eccezionali prolungate

54 Relazione GEOLOGICA 54 Tuttavia si specifica che, per quanto riguarda le aree in dissesto dovute a frane attive definite dal P.A.I. il Comune di Brenzone, con atto amministrativo n.61/2011, ha affidato ad uno studio di professionisti l incarico per la redazione di uno studio volto a verificare la perimetrazione della pericolosità geologica riportata nel P.A.I.. In tal senso, infatti, in riferimento all art. 18 comma 2 delle Norme di Attuazione del suddetto Piano i Comuni, in sede di formazione ed adozione degli strumenti urbanistici generali o di loro varianti, sono tenuti a conformare le loro previsioni alle disposizioni di cui al punto precedente e ad effettuare una verifica della compatibilità idraulica e idrogeologica delle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti con le condizioni di dissesto presenti o potenziali rilevate anche nella citata cartografia di Piano. Lo studio, redatto dallo Studio Nucci & Associati, si è sviluppato attraverso una prima fase di analisi delle informazioni provenienti dalla bibliografia e dalla cartografia specialistica a cui ha fatto seguito una fase di rilievo geologico, geomorfologico e geomeccanico di dettaglio. Sulla base dell attività di studio preliminare e di rilievo è stato possibile modellare le condizioni geologiche locali al fine di simulare il fenomeno di caduta massi attraverso un software specialistico. I risultati ottenuti hanno portato ad una verifica delle condizioni di pericolosità dei luoghi ed alla formulazione di una nuova perimetrazione delle aree in dissesto. I risultati dello studio, una volta approvati dalla Giunta della Regione Veneto (v. di DGRV nro 398 del 25/03/2013), sono stati recepiti dal P.A.T. comunale.

55 Relazione GEOLOGICA ELABORAZIONE DELLA CARTA GEOMORFOLOGICA Nel seguente paragrafo sono descritti i dati e le fonti reperiti per l elaborazione della Carta Geomorfologica ed è illustrata la metodologia di analisi e di elaborazione che ha portato alla redazione della stessa, seguendo le voci di legenda derivanti dal documento Grafie Unificate per gli strumenti urbanistici comunali di cui alla D.G.R. n. 615/1996. La tipologia di dati e le fonti utilizzate sono descritti prendendo in analisi ad una ad una le voci presenti nella legenda e analizzando di volta in volta il processo di elaborazione svolto. In particolare in questo documento sono state riportate le forme ed i corpi geomorfologici presenti sul territorio comunale necessari per la determinazione dei processi geologici ed idrogeologici in atto essenziali per una valutazione dell idoneità dei terreni ai fini pianificatori. FORME STRUTTURALI M-STR-02a FAGLIA CERTA Con questa simbologia sono state individuate le faglie certe, segnalate sulla carta geologica allegata al P.R.G., che deriva dal rilevamento geologico di campagna e la faglia capace presente alla base dei circhi glaciali individuata nel catalogo ITHACA dell ISPRA. M-STR-02b FAGLIA PRESUNTA Con questa simbologia sono state individuate le faglie presunte, segnalate sulla carta geologica allegata al P.R.G. che derivano dal rilevamento geologico di campagna e dall analisi delle foto aeree. FONTE DEL DATO: CARTA GEOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE; CATALOGO FAGLIE CAPACI ITHACA DELL ISPRA. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le linee riportate sulla tavola cartacea. Si è resa necessaria la georeferenziazione della carta geologica e la digitalizzazione dei temi di interesse. Mentre per la faglia capace sono stati acquisiti i file shp. M-STR-05 CRESTA DI RILIEVO MONOCLINALE: HOGBACK Con questa simbologia sono state individuate le creste rocciose che orlano i contorni orientali delle superfici strutturali che nell ambito del sistema baldense vengono definite Pale. M-STR-09 SUPERFICIE STRUTTURALE Sono state individuate tre superfici strutturali bene evidenti e di grande risalto (Pala di Trovai, di Zovel e di Forcellin) e tre superfici meno evidenti situate nell area meridionale dove la morfologia si addolcisce. FONTE DEL DATO: CARTA GEOMORFOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE, CARTA TECNICA REGIONALE, ORTOFOTO. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le linee riportate sulle tavole cartacee. Si è resa necessaria la georeferenziazione della carta geomorfologica e la digitalizzazione dei temi di interesse. Il dato è stato inoltre integrato e perfezionato sulla base delle carte tecniche regionali e delle ortofoto.

56 Relazione GEOLOGICA 56 M-STR-12 ORLO DI SCARPATA RIPIDA INFLUENZATA DALLA STRUTTURA Con questa simbologia sono stati individuati due gradini morfologici situati a metà versante che segnano la cresta di una scarpata la cui pendenza rispecchia l inclinazione degli strati. Si tratta dei cambi di pendenza situati uno a valle di Malga Zovello e uno a monte di loc. Tormentaie nei pressi di Marniga. M-STR-13 CRESTA ROCCIOSA, DORSALE Sono stati descritti i colmi delle dorsali rocciose tra le quali è stato segnato il perimetro a monte dei circhi glaciali e quello delle zone di separazione tra questi; inoltre con tale simbologia è stato individuato il dosso tra la Valle di Fies e Valle dei Trovai. FONTE DEL DATO: CARTA TECNICA REGIONALE E ORTOFOTO. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato informatizzando a partire dall andamento delle linee di ugual quota riportate sulla carta tecnica regionale e perfezionato sulla base delle ortofoto. M-STR-14 PICCO ROCCIOSO Sono state inserite alcune cime isolate delle dorsali rocciose presenti in corrispondenza delle pale e dei circhi. FONTE DEL DATO: CARTA TECNICA REGIONALE. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato informatizzando a partire dall andamento delle linee di ugual quota riportate sulla carta tecnica regionale. FORME DI VERSANTE DOVUTE ALLA GRAVITÀ M-GRV-07 CORPO DI FRANA DI CROLLO Con questa simbologia è stata individuata l area segnalata dal progetto I.F.F.I. lungo la Valle dei Trovai oggetto in passato di numerosi eventi di crollo e ribaltamento ( ) che hanno coinvolto parte della strada comunale che da Cà Chemasi porta a Malga Zovello. Attualmente quiescente, tale corpo di frana è stato classificato come attivo visti i fenomeni di crollo con tempi di ritorno relativamente ristretti e l attuale assenza di opere di protezione. M-GRV-08 CORPO DI FRANA DI SCORRIMENTO Con questa simbologia è stata individuata l area segnalata dal progetto I.F.F.I. in località Castello e indicata con il toponimo Venzo. Attualmente sembra una zona stabilizzata ma visto il substrato roccioso affiorante e prospiciente verso aree antropizzate a terrazzi con olivi e muretti, tale corpo di frana è stato classificato comunque come attivo. M-GRV-13 PICCOLA FRANA O GRUPPO DI FRANE NON CLASSIFICATE Con questa simbologia sono state individuate le frane puntuali, non cartografabili con un elemento areale, segnalate dal progetto I.F.F.I.. FONTE DEL DATO: INVENTARIO DEI FENOMENI FRANOSI IN ITALIA (I.F.F.I.). ELABORAZIONE DEL DATO: Sono stati acquisiti i luoghi corrispondenti ad eventi di frana accaduti nel territorio comunale, individuati dal progetto I.F.F.I. come elementi areali e puntuali.

57 Relazione GEOLOGICA 57 M-GRV-16 FALDA DETRITICA Con questa simbologia sono state individuate le scarpate caratterizzate dal distacco e accumulo di elementi litici di varia pezzatura a causa del disfacimento delle pareti rocciose. Si tratta in particolare dei versanti occupati un tempo dai ghiacciai in corrispondenza degli attuali circhi e di una zona di accumulo situata poco a nord del centro abitato di Salto. M-GRV-20 ORLO DI SCARPATA DI DEGRADAZIONE Sono stati individuati i punti di distacco dei massi lungo alcuni impluvi nei pressi dei circhi glaciali e lungo le forre nonché alcune scarpate presenti nei pressi della la sponda del lago che si mantengono a quota di circa m s.l.m. a monte degli edifici. Quest ultime sono relative ad affioramenti di depositi morenici che, nonostante l elevato grado di consolidazione superficiale, tendono ad alterarsi facilmente e disgregarsi. Inoltre sono state segnate come orli di degradazione il limite superiore di alcune pareti in roccia individuate a monte dell abitato di Salto e lungo la Val di Goria o Val Coarin. M-GRV-21 CANALONE CON SCARICHE DI DETRITO Si tratta di alcuni compluvi nei quali è evidente, dall esame delle ortofoto, la presenza di accumuli detritici nelle zone interne alla valle. Si tratta dei compluvi presenti nel bacino idrografico dell alta Valle del Torrente nei pressi di Punta Telegrafo. FONTE DEL DATO: CARTA TECNICA REGIONALE, ORTOFOTO E RILIEVI IN SITO. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato informatizzando a partire dalla carta tecnica regionale e perfezionato sulla base delle ortofoto e di rilievi in sito. FORME FLUVIALI, FLUVIOGLACIALI E DI VERSANTE DOVUTE AL DILAVAMENTO M-FLU-01 FORRA Con questa simbologia sono stati individuati gli orli delle valli molto profonde che sono il risultato di un azione erosiva dovuta sia all azione dell acqua che a quella del carsismo e del ghiaccio. Profondamente incassate nelle formazioni erose e con pareti molto ripide, talora strapiombanti sono la Valle Mezzana, la Valle di Nogare e la Valle dei Trovai. FONTE DEL DATO: CARTA GEOMORFOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE, CARTA TECNICA REGIONALE E ORTOFOTO. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le linee riportate sulle tavole cartacee. Pertanto si è resa necessaria la georeferenziazione della carta geomorfologica e la digitalizzazione dei temi di interesse. Il dato è stato poi integrato con i dati della CTR perfezionati sulla base dell analisi di ortofoto.

58 Relazione GEOLOGICA 58 M-FLU-14 VALLECOLA A V Con questa simbologia sono state individuate tutte le valli e vallette che presentano una inflessione marcata delle isolinee. L associazione è stata effettuata sulla base di quanto emerso dalle carte morfologiche prese in visione e dalle ortofoto. M-FLU-15 VALLECOLA A CONCA Con questa simbologia sono state individuate le valli che presentano un inflessione arcuata delle isolinee. Queste si trovano prevalentemente allo sbocco dei circhi glaciali come antica testimonianza delle lingue glaciali che da essi si estendevano. M-FLU-20 ALVEO CON RECENTE TENDENZA ALL APPROFONDIMENTO Con questa simbologia sono state indicate le valli profondamente incise dai torrenti, precedentemente indicate come forre e, sulla base di quanto indicato dai Servizi Forestali, sono stati tracciati come alvei in approfondimento le valli con a monte bacini piuttosto estesi, interessate in tempi recenti da un intensa azione erosiva dei torrenti. M-FLU-26 SOLCO DA RUSCELLAMENTO CONCENTRATO Con questa simbologia sono state individuate tutte le vallette che presentano una inflessione meno marcata delle isolinee e che presentano un estensione limitata in alcuni casi senza presentare uno sbocco in corpo idrico. FONTE DEL DATO: CARTA GEOMORFOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE, CARTA TECNICA REGIONALE, ORTOFOTO. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le linee riportate sulle tavole cartacee. Pertanto si è resa necessaria la georeferenziazione della carta geomorfologica del P.R.G. e la digitalizzazione dei temi di interesse. Il dato è stato poi integrato con i dati dei Sevizi Forestali, con lo shape dei torrenti vincolati fornito dalla Regione Veneto e perfezionato sulla base dell analisi delle ortofoto e della CTR. M-FLU-31 CONO ALLUVIONALE CON PENDENZA SUPERIORE AL 10% Si tratta di depositi alluvionali e di deiezione, deposti dai corsi d acqua allo sbocco nelle valli principali. Caratterizzati da una pendenza generalmente molto blanda presentano una tipica forma a ventaglio e costituiscono un elemento di raccordo fra le vallecole ed il fondovalle principale. Nel caso specifico è stato riportato in carta l unico cono alluvionale presente che è quello di Assenza, lungo la costa del lago di Garda, coalescente con uno più piccolo proveniente da una valle minore che sfocia in località Pozzo. FONTE DEL DATO: CARTA GEOMORFOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE, CARTA TECNICA REGIONALE ORTOFOTO ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le linee riportate sulle tavole cartacee. Pertanto si è resa necessaria la georeferenziazione della carta geomorfologica del P.R.G. e la digitalizzazione dei temi di interesse. Il dato è stato poi integrato con i dati della CTR e perfezionato sulla base dell analisi di ortofoto.

59 Relazione GEOLOGICA 59 FORME CARSICHE M-CAR-02 DOLINE Nell ambito baldense, sono presenti aree con un elevata concentrazione di doline, grotte ed inghiottitoi, indice dello sviluppo in sotterraneo della circolazione carsica. In carta le doline sono state individuate nelle zone sud orientali del territorio comunale in loc. Aurora (Prada) ed a monte di loc. S. Francesco (area di Costabella) FONTE DEL DATO: CARTA GEOMORFOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE, CARTA TECNICA REGIONALE ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le are riportate sulle tavole cartacee. Pertanto si è resa necessaria la georeferenziazione della carta geomorfologica del P.R.G. e la digitalizzazione dei temi di interesse. Il dato è stato poi integrato con i dati della CTR e perfezionato sulla base dell analisi di ortofoto. M-CAR-12 INGRESSO DI GROTTA A SVILUPPO ORIZZONTALE Sono state inserite tutte le grotte indicate dalla Regione del Veneto presenti nel Comune di Brenzone, tranne quelle con indicazione di pozzo carsico. M-CAR-13 INGRESSO DI GROTTA A SVILUPPO PREVALENTEMENTE VERTICALE; ABISSO Sono state inserite tutte le grotte indicate dalla Regione del Veneto presenti nel Comune di Brenzone con indicazione di pozzo carsico. FONTE DEL DATO: GROTTE DEL VENETO-CATASTO REGIONALE ELABORAZIONE DEL DATO: Importazione degli shape file della regione Veneto.

60 Relazione GEOLOGICA 60 FORME GLACIALI E CRIONIVALI M-GLA-01 ORLO DI CIRCO GLACIALE Con questa simbologia si sono individuate le scarpate che delimitano i circhi glaciali ubicati nel settore nord-orientale del territorio comunale. M-GLA-03 ORLO DI SCARPATA DI EROSIONE GLACIALE Con questa simbologia si è riportata una traccia presunta di ablazione glaciale laterale, originata dall'azione esercitata durante il periodo würmiano dalle lingue glaciali autoctone del Baldo e da quelle esotiche del ghiacciaio del Benaco. Si tratta degli orli di scarpata che corrono a quota di circa m s.l.m. parallelamente alla sponda del lago, tra San Zeno e Marniga. M-GLA-15 ORLO DI TERRAZZO DI KAME Con questa simbologia sono stati individuati alcuni terrazzi dovuti al lento arretramento del fronte glaciale in fase di ritiro, presenti in corrispondenza dei depositi morenici disposti parallelamente alla sponda del lago a quota di circa m nei pressi delle località di San Zeno e Castelletto. FONTE DEL DATO: CARTA GEOMORFOLOGICA ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRENZONE, CARTA TECNICA REGIONALE, ORTOFOTO E RILIEVO IN SITO. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le linee riportate sulle tavole cartacee. Pertanto si è resa necessaria la georeferenziazione della carta geomorfologica e la digitalizzazione dei temi di interesse. Il dato è stato poi integrato con i dati della CTR e perfezionato sulla base dell analisi di ortofoto e di sopralluoghi in sito. M-GLA-10 CANALONE DI VALANGA Con questa simbologia si sono riportate le tracce lasciate da eventi di valanga segnalati dal Centro Valanghe di Arabba (BL). FONTE DEL DATO: CARTA DI LOCALIZZAZIONE PROBABILE DELLE VALANGHE DEI COMUNI DI MALCESINE, BRENZONE, S. ZENO DI MONTAGNA, CAPRINO VERONESE, FERRARA M. BALDO, BRENTINO BELLUNO CENTRO VALANGHE DI ARABBA (BL) - REGIONE VENETO. ELABORAZIONE DEL DATO: Nuova digitalizzazione. Il dato è stato acquisito informatizzando le zone di maggior probabilità di scendimento di valanghe. Pertanto si è resa necessaria la georeferenziazione della carta e la digitalizzazione dei temi di interesse. Il dato è stato poi integrato con i dati della CTR e perfezionato sulla base dell analisi di ortofoto.

61 Relazione GEOLOGICA 61 5 ASSETTO TETTONICO E SISMICITÀ LOCALE 5.1 ASSETTO TETTONICO - STRUTTURALE La struttura geologica della regione gardesana va inquadrata nello schema tettonico - strutturale della regione alpina, sinteticamente rappresentata nella figura seguente: Fig. 11. Schema strutturale delle Alpi meridionali a Sud dell allineamento della grande discontinuità insubrica (Quattro itinerari naturalistici nel veronese occidentale Giovanni Albertini). Il territorio baldense risulta in generale interessato da numerose faglie verticali o subverticali mentre, ad eccezione dell anticlinale del M.te Baldo, non vi sono strutture plicative di un certo rilievo. La direzione dei sistemi di discontinuità può essere essenzialmente ricondotta a due principali domini strutturali: sistema GIUDICARIENSE, a direzione NNE SSO; sistema SCLEDENSE, più recente, a direzione NO SE. O E Fig. 12. Schema delle discontinuità tettoniche che stanno alla base della sismicità dell area gardense ( Il Lago di Garda, U. Sauro et al., 2001).

62 Relazione GEOLOGICA 62 Il primo di tali sistemi di faglia è rappresentato da quelle discontinuità tettoniche che risultano parallele alla linea di costa con direzione approssimativa NNE SSO. Esse sono collegate geneticamente alla Linea delle Giudicarie, posta ad Ovest, e si sono originate in seguito all'accentuarsi dei movimenti compressivi determinati dalle fasi orogeniche, paleogeniche e neogeniche. Sono generalmente interpretate come delle faglie a movimento trascorrente o transpressivo, l'effetto del quale si traduce, in questo caso, in modesti scompensi altimetrici tra i lembi a contatto. Componenti rotatorie di una certa entità sono rilevate solo nella porzione più a Nord del territorio comunale, poco sotto le pale. Il secondo sistema di faglie è costituito da quei lineamenti a direzione NO SE che interessano in modo più o meno accentuato il versante occidentale del Monte Baldo. L'origine di tali faglie, sembra essere riconducibile non tanto a variazioni nella direzione delle spinte orogeniche, tuttora in corso, quanto alla differente ripartizione quantitativa delle forze compressive nell'ambito dell'anticlinale. L'effetto di tale situazione porta a generare delle fratturazioni tra blocchi a differente regime dinamico impossibilitati a reagire in modo plastico per la natura rigida dei litotipi. L'intero versante del M.te Baldo appare quindi scomposto in "blocchi" livellati tra loro per la ridotta entità dei rigetti e con uguale inclinazione verso il lago. Scendendo più nel dettaglio in termini di neotettonica, con specifico riferimento al Catalogo delle faglie capaci - ITHACA redatto dall ISPRA e di cui si riporta un estratto in figura 13 alla pagina seguente, in corrispondenza dell area Garda Baldo si segnalano tre importanti lineamenti tettonici orientati in direzione NNE SSO. Tali strutture sono ritenute faglie capaci dal momento che hanno generato fagliazione superficiale durante un evento sismico negli ultimi anni e, pertanto, sono potenzialmente in grado di creare nuove deformazioni in superficie. La Valletta di Naole si sviluppa per circa 5 km in direzione NNE SSO sul crinale occidentale del Monte Baldo (v. fig. 13) e prende il nome dalla località di Forte Naole nel Comune di San Zeno di Montagna. Tale faglia è considerata un cinematismo di neotettonica per l assenza di tracce di tipo periglaciale e di degradazione carsica nonché per la presenza di una dolina dislocata (ritenuta forma recente); si segnalano evidenze di attività durante l Eocene, circa anni fa (Forcella & Sauro, 1988). Un ulteriore importante lineamento di neotettonica appartenente al sistema delle giudicarie (denominato Western Monte Maggiore ), viene individuato tra i comuni di Brenzone e Malcesine in corrispondenza dei circhi glaciali alle quote più elevate della catena baldense (v. fig. 13). Secondo recenti studi di sismicità locale (Sauro & Meneghel, 1980) tale faglia sembra aver dato evidenze di attività durante l ultima glaciazione, circa anni fa.

63 Relazione GEOLOGICA 63 Western Monte Maggiore Monte Baldo Line Valletta di Naole Fig. 12_ Mappa delle faglie capaci del catalogo ITHACA (a cura dell ISPRA). In verde è stata evidenziata l unica faglia capace (denominata Western Monte Maggiore ) presente nel territorio comunale di Brenzone, in bianco la Valletta di Naole, in azzurro la Monte Baldo Line. Con riferimento alla medesima figura si segnala, infine, la presenza di un terzo lineamento di neotettonica, denominato Monte Baldo Line, collocato sul versante occidentale del Monte Baldo; si tratta di una faglia inversa a prevalente componente verticale, orientata in direzione NNE SSO e di lunghezza pari a circa 28 km, di cui si segnalano attività anche più recenti di anni (Forcella & Sauro, 1988). Ad eccezione della Western Monte Maggiore, tutti i lineamenti tettonici appena descritti ricadono interamente al di fuori del territorio comunale di Brenzone. Facendo riferimento alla figura precedente è possibile inoltre osservare come tale faglia sia del tutto periferica rispetto ai centri abitati principali del comune, dal momento che si sviluppa completamente in corrispondenza delle quote più elevate della catena baldense. Con riferimento all estratto cartografico riportato nella figura alla pagina seguente, si segnala la presenza di due ulteriori faglie attive (in verde in fig. 14), orientate in direzione NNO SSE e ubicate rispettivamente a nord - est e a sud - ovest della Monte Baldo Line (in azzurro in fig. 14) appena descritta.

64 Relazione GEOLOGICA 64 Si tratta di faglie con caratteristiche cinematiche ancora non precisabili, pertanto al momento non risultano inserite nel catalogo ITHACA. Il Comune di Brenzone, trovandosi compreso tra questi lineamenti tettonici, presenta una situazione certa di sollevamento che risulta tuttavia differenziato da zona a zona. Brenzone LEGENDA: 1 = zona interessata da sollevamento certo; 2 = zona interessata da sollevamento probabile; 3 = zona interessata da abbassamento; 4 = zona interessata da sollevamento differenziato; 5 = faglia a prevalente componente verticale; 6 = faglia a prevalente componente orizzontale; 7 = faglia con caratteristiche non precisabili; 8 = faglia certa o probabile di deformazione non meglio precisabile. Fig. 14. Carta neotettonica dell area. In rosso è evidenziata l area del Comune di Brenzone, in azzurro la Monte Baldo Line mentre in verde i due lineamenti tettonici minori citati nel testo (Panizza et alii, 1982). Sebbene non risulti inserita tra le faglie capaci, attive nel corso degli ultimi anni, si ritiene significativa la faglia della Val Trovai che taglia trasversalmente il versante da metà montagna fino al lago e attraversa il centro abitato di Magugnano. Tale lineamento, su cui si è impostata l incisione della Valle dei Trovai, ha generato un importante dislocazione tettonica, mettendo a contatto formazioni geologiche appartenenti al sistema giurassico con litologie appartenenti a quello cretaceo. La faglia della Valle dei Trovai, mettendo a contatto due ambiti geologici a differente comportamento, ha determinato una diversificazione del territorio che riguarda il profilo geomorfologico (evidente il cambio di pendenza del versante), strutturale (cambio di inclinazione degli strati) e idrogeologico (andamento dei corsi d acqua).

65 Relazione GEOLOGICA SISMICITÀ LOCALE Dal punto di vista sismotettonico sulla base della cinematica, della geodinamica e dell evoluzione tettonica nel Pleistocene medio Olocene, l Italia Nord orientale è suddivisibile in quattro unità cinematico strutturali (v. figura seguente): Alpi e settore settentrionale delle Alpi Meridionali (Unità 1); Dinaridi Esterne (Unità 2); Settore meridionale del Sudalpino (Unità 3); Fig. 15. Estratto dalla carta delle Unità cinematico strutturali dell Italia Nord Orientale (da Slejko et. alii., 1987). Avampaese sudalpino appenninico (Unità 4). Il sito in esame si trova nel Settore meridionale del Sudalpino che è l unità contraddistinta dall attività neotettonica e sismica più elevata. La batimetria della Moho denuncia un approfondimento verso Nord che potrebbe essere legato alla massima profondità del settore alpino s.s., oppure, più probabilmente, a processi ensialici di taglio e scorrimento di età neogenico quaternaria interessanti tutta la litosfera e connessi anche all attuale formazione della catena alpina orientale. Faglie trascorrenti, con direzioni comprese tra NO SE e NNE SSO, sono molto comuni almeno a livello superficiale, ma in pochi casi mostrano rilevanza da un punto di vista sismotettonico. Sempre con riferimento allo stesso intervallo di tempo (Pleistocene medio Olocene), prendendo in considerazione l evoluzione geodinamica, le informazioni geodetiche e le caratteristiche della sismicità, è possibile individuare analogie geodinamiche nelle suddette unità cinematico strutturali, in modo da suddividere l area nelle dieci zone sismotettoniche riportate in figura seguente. Area alpina settentrionale (Zona 1); Area benacense (Zona 2); Area lessinea (Zona 3); Pianura mantovano veronese (Zona 4); Area di svincolo scledense (Zona 5); Area feltrina (Zona 6); Area bellunese (Zona 7); Area carnico friulana (Zona 8); Area dinarica (Zona 9); Area veneto friulana e istriana (Zona 10)

66 Relazione GEOLOGICA 66 L area in esame si trova all interno dell area sismotettonica benacense (Zona 2). Fig. 16. Zonazione sismotettonica (v. testo per legenda). (Slejko et. al.,1987). Entrando ancora più nel dettaglio, con riferimento alla figura seguente, tratta dal Modello sismotettonico dell area fra il Lago di Garda e il Monte Grappa (Panizza et. alii. 1981), si evidenziano, oltre alle Unità strutturali, anche le Fasce sismotettoniche. Le Unità strutturali mostrano ciascuna una propria omogeneità geologico strutturale (formazioni geologiche con medesimo significato tettonico) e presentano una attività neotettonica prevalentemente di tipo areale con sismicità ridotta. Le Fasce sismotettoniche coincidono e comprendono i limiti fra le Unità strutturali, l attività neotettonica è di tipo lineare e mostrano una certa frequenza di attività sismica. Fig. 17. Estratto dal Modello sismotettonico dell area fra il Lago di Garda e il Monte Grappa (Panizza et. al. 1987). L intero territorio del Comune di Brenzone ricade all interno dell area definita come Fascia Baldo Adige.

67 Relazione GEOLOGICA 67 La Fascia Baldo Adige, corrispondente all area benacense di Slejko et. alii. (v. fig. 16), è caratterizzata da una deformazione tettonica che coinvolge la sequenza rocciosa sepolta sotto le coltri moreniche quaternarie del Garda, pertanto si sviluppa a partire da Rovereto lungo la catena del Monte Baldo fino ad arrivare all altezza di Lazise. Questa fascia sismotettonica è interessata da un insieme di strutture giudicariensi molto accentuate associate a strutture trasversali, soprattutto nella parte settentrionale. Fra di esse, le strutture del Baldo risultano notevolmente attive dal punto di vista neotettonico. Il Monte Baldo è una delle zone dove la sismicità storica ha visto probabilmente nel Post-glaciale una serie di violenti fenomeni sismici così come in epoca romana e medievale. In seguito la sismicità sembra essersi attenuata, raggiungendo intensità inferiori al VII grado della scala Mercalli. I terremoti storici ed i dati sismici indicano un allineamento degli epicentri nella porzione del Lago di Garda, coerente con il sistema delle Giudicarie. Fig. 18. Sismicità del Garda e del Veronese tra il 1950 ed il1955. Ogni cerchio corrisponde ad un epicentro di terremoto ed il diametro indica l intensità distinguendo le scosse locali (L), quelle del 6-7 della scala Mercalli e quelle dell 8-9. (Quattro itinerari naturalistici nel veronese occidentale Giovanni Albertini) Il Catalogo dei forti terremoti d Italia redatto dall INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e contenente osservazioni macrosismiche, riporta gli epicentri dei terremoti e le magnitudo (Mw) anche in corrispondenza del territorio in esame che risultano essere comprese tra 5.0 e 5.5 (v. fig. 19 alla pagina seguente).

68 Relazione GEOLOGICA 68 Fig. 19. Mappa degli epicentri dei terremoti i cui dati compongono il DBMI04 con espresso il Momento magnitudo Mw dell evento. (dal Catalogo dei forti terremoti d Italia redatto dall INGV). Alla luce della classificazione sismica comunale di cui al OPCM 3274 del 20 Marzo 2003, il Comune di Brenzone rientra in zona 2. Per un approfondimento in marito alla pericolosità sismica a scala locale si rimanda all elaborato sullo Studio di compatibilità sismica del P.A.T. realizzato in riferimento l Allegato A della D.G.R. del Veneto n del 04/11/2008 Modalità operative ed indicazioni tecniche per la redazione e la verifica sismica della pianificazione urbanistica che prevede per i comuni ricadenti nelle zone sismiche 1 e 2 uno specifico studio di compatibilità sismica che fornisca una valutazione della pericolosità di base e locale con lo scopo di dare un indicazione sulla vulnerabilità del territorio. Nello specifico lo studio ha lo scopo di mettere in evidenza i fattori geologici che concorrono alla pericolosità sismica locale valutando le caratteristiche del territorio in funzione della programmazione urbanistica comunale e intercomunale. Si tratta di un analisi di tipo qualitativo di primo livello, derivante dalla rilettura in chiave sismica dei dati geologici, idrogeologici, geomorfologici contenuti nel Quadro Conoscitivo del P.A.T., finalizzata alla suddivisione del territorio comunale in zone a risposta sismica omogenea definite come: AREE STABILI NON SUSCETTIBILI DI AMPLIFICAZIONE SISMICA AREE STABILI SUSCETTIBILI DI AMPLIFICAZIONE SISMICA AREE INSTABILI PER AZIONE SISMICA.

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