PIANO OPERATIVO COMUNALE

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1 COMUNE DI BERTINORO ROVINCIA DI FORLI -CESENA IANO OERATIVO COMUNALE ELABORATO TECNICO RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE.O.C. predisposto ai sensi degli artt. 30 e 34 della L.R. 20/2000 ADOTTATO: Delibera di C.C. N. 22 del 15/03/2011 AROVATO:Delibera di C.C. N...del UBBLICATO:BUR Emilia Romagna N.del.. IL SINDACO Nevio Zaccarelli IL RESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE Claudia Lapenna IL SEGRETARIO COMUNALE Giancarlo Infante IL RESONSABILE SETTORE URBANISTICA Tecla Mambelli LO STAFF DI ROGETTAZIONE Coordinamento e progettazione: Tecla Mambelli UFFICIO DI IANO Antonio Stincheddu Marika Medri INDAGINI SECIFICHE Indagini geologiche e sismiche Aldo Antoniazzi rogettazione della rete ecologica Giovanni Grapeggia Luciano Farnedi Sistema idrico e fognario Massimo lazzi

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3 INDICE 1. remessa - Inquadramento normativo 2. Elaborato Tecnico Rischio di incidenti Rilevanti 3. La ianificazione Territoriale e Urbanistica 4. Descrizione dello stabilimento Lampogas e identificazione degli elementi di vulnerabilità 5. Individuazione degli scenari incidentali e delle relative aree di danno. 6. Valutazione della compatibilità territoriale ed ambientale 7. Normativa ALLEGATI: - Tavola 1 RIR Elementi Territoriale vulnerabili Ditta Lampogas Romagnola; - Tavola 2 RIR Aree ed elementi di valore naturale e ambientale vulnerabili Ditta Lampogas Romagnola; - Tavola 3 RIR Estratto RUE (Tav. ); - Tavola 4 RIR Estratto SC (Tav. C); - Allegato: Valutazione Scheda Tecnica Relazione Conclusiva, trasmesso dal C.V.R. alla rovincia di Forlì-Cesena e allegato alla Determinazione di conclusione del procedimento della rovincia di Forlì-Cesena n. 527 del

4 1. remessa - Inquadramento normativo Il presente documento Elaborato Tecnico Rischio di Incidente Rilevante Allegato al OC è stato redatto nell ambito della redazione del OC, iano Operativo Comunale, in applicazione del Decreto Ministeriale 9 maggio 2001 che definisce i Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante al fine di prevenire gli incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose e a limitarne le conseguenze per l uomo per l ambiente. Il D.M. 9 maggio 2001 è stato emanato in attuazione dell articolo 14 del D.Lgs. 334/99; il campo di applicazione riguarda gli stabilimento soggetti agli obblighi di cui agli articoli 6, 7 e 8 del D.Lgs. 334/99, e le seguenti tipologie di interventi: - insediamenti di stabilimenti nuovi; - modifiche degli stabilimenti di cui all art. 10, comma 1 del D.Lgs. 334/99; - nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti, quali ad esempio vie di comunicazione, luoghi frequentati dal pubblico, zone residenziali, qualora l ubicazione o l insediamento o l infrastruttura possano aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante. Il D.M. 9 maggio 2001 individua inoltre ruoli e competenze degli Enti per l applicazione e il coordinamento delle norme in materia di pianificazione territoriale, urbanistica e in materia ambientale, delle norme derivanti dal D.Lgs. 334/99, e quelle derivanti dallo stesso D.M. 9 maggio In particolare alle rovince spetta il compito di individuare, nell ambito dei propri strumenti di pianificazione territoriale, le aree su cui ricadono gli effetti prodotti dagli stabilimenti a rischio, e di disciplinare, nell ambito della determinazione degli assetti generali del territorio, la relazione degli stabilimenti con gli elementi territoriali e ambientali vulnerabili, le reti ed i nodi infrastrutturali, di trasporto, tecnologici, ecc. I Comuni hanno il compito di individuare e disciplinare, attraverso i propri strumenti urbanistici, le aree da sottoporre a regolamentazione specifica, tenendo conto anche di tutte le problematiche territoriali e infrastrutturali relative all area vasta. A tal fine gli strumenti urbanistici comunali comprendono un Elaborato Tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti RIR, relativo al controllo dell urbanizzazione. La Legge Regionale 17 dicembre 2003, n. 26 Disposizioni in materia di pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, modificata dalla L.R. 6 marzo 2007, n. 4, riprende e approfondisce la normativa comunitaria e nazionale in materia di incidenti rilevanti definendo in particolare le funzioni assegnate a ciascun livello della pianificazione. La Regione esercita le funzioni di coordinamento e di indirizzo tramite l emanazione di direttive alle rovince e il coordinamento della raccolta di informazioni relative all applicazione della legge al fine di favorire lo scambio di informazioni in materia di prevenzione di incidenti rilevanti. Alle rovince spettano le competenze amministrative in materia di incidenti rilevanti relative agli stabilimenti soggetti agli articoli 6 e 7 del D.Lgs. 334/99, già di competenza della Regione, ivi comprese quelle relative alla predisposizione del iano di Emergenza esterno di cui all art. 10 e quelle conferite alla regione ai sensi dell art. 72 del D.Lgs n. 112/98.

5 L art. 12 della legge regionale prevede l adeguamento dei iani Territoriali di Coordinamento rovinciale e dei iani urbanistici comunali per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Inoltre la Legge Regionale n. 26/2003, come modificata dalla L.R. n. 4/2007, integra la Legge Regionale 24 marzo 2000, n. 20, mediante l introduzione nell Allegato alla suddetta legge, dell Art. A-3 bis Contenuti della ianificazione per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Secondo quanto previsto dal suddetto art. A-3 bis, la pianificazione comunale aggiorna l individuazione delle aree di danno operata dal TC e regolamenta gli usi e le trasformazioni ammissibili in tali aree, in conformità ai criteri definiti dal decreto Ministeriale 9 maggio 2001 e della pianificazione territoriale. I contenuti del TC della rovincia di Forlì-Cesena e del SC del Comune di Bertinoro, in tema di stabilimenti a Rischio di incidente rilevante, sono descritti nel successivo paragrafo La ianificazione Territoriale ed Urbanistica del presente documento. 2. Elaborato Tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti L elaborato tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti individua e disciplina per il territorio comunale le aree da sottoporre a specifica regolamentazione. Tale elaborato deve avere, ai sensi dell Allegato I del D.M. 9 maggio 2001, paragrafo 3.1., le seguenti informazioni: - informazioni fornite dal gestore in merito all analisi incidentale; - individuazione e rappresentazione, su base cartografica tecnica aggiornata, degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili; - rappresentazione su base cartografica tecnica aggiornata, dell inviluppo delle aree di danno per ogni categoria di effetti e per ciascuna classe di probabilità; - individuazione e disciplina delle aree da sottoporre a specifica regolamentazione, risultanti dalla sovrapposizione cartografica degli inviluppi, e degli elementi territoriali e ambientali precedentemente individuati; - gli eventuali pareri delle autorità competenti ed in particolare quello dell autorità di cui all art. 21, comma 1, del D.Lgs 334/99; - le eventuali ulteriori misure che possono essere adottate sul territorio, tra cui gli specifici criteri di pianificazione territoriale, la creazione di infrastrutture e opere di protezione, la pianificazione della viabilità, i criteri progettuali per opere specifiche, nonché, ove necessario, gli elementi di correlazione con gli strumenti di pianificazione e di protezione civile. In relazione ai contenuti che devono essere presenti nell Elaborato Tecnico Rischio di Incidente rilevante, il percorso metodologico si compone di tre fasi logiche successive: - Identificazione degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili ed analisi delle caratteristiche dello stabilimento; - Determinazione delle aree di danno; - Valutazione della compatibilità Territoriale e ambientale. 1^ fase Identificazione degli elementi ambientali e territoriali vulnerabili Secondo quanto espresso nel paragrafo 6.1. dell Allegato I del D.M. 9 maggio 2001, la valutazione della vulnerabilità del territorio attorno ad uno stabilimento va effettuata mediante una categorizzazione delle aree circostanti in base al valore dell indice di edificazione e

6 all individuazione di specifici elementi vulnerabili di natura puntuale in esse presenti, secondo quanto indicato nella tabella 1 Categorie Territoriali allegata al decreto stesso. Occorre inoltre tener conto delle infrastrutture di trasporto e tecnologiche lineari e puntuali, nonché di beni culturali individuati in base alla normativa nazionale e regionale o in base alle disposizioni di tutela e salvaguardia contenute nella pianificazione territoriale, urbanistica e di settore. Ai sensi del punto del D.M. 9 maggio 2001, però, per i depositi di GL e depositi di liquidi infiammabili e /o tossici, ci si avvale dei criteri di valutazione della compatibilità territoriale definiti nell ambito della normativa vigente e delle eventuali successive modifiche. er i depositi di G..L., la normativa di riferimento è costituita dal D.M. 14 aprile 1994, come modificato dal D.M. 15 maggio 1996, il quale identifica 6 categorie territoriali, per le quali sono sommariamente definite le destinazioni d uso e il carico urbanistico ammesso, nonché altri parametri, quali l affollamento, anche temporaneo, la presenza di persone con ridotta mobilità, le attività produttive, ecc.. Di seguito si riportano le seguenti tabelle: Tabella 1- Categorie territoriali ex D.M. 9 giugno 2001; Tabella 2 - Categorie territoriali ex DD.MM. 14 aprile 1994 e D.M. 15 maggio 1996.

7 Tabella 1-Categorie territoriali ex D.M. 9 giugno 2001 CATEGORIA A B C D E F DESCRIZIONE 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale per cui l indice fondiario di edificabilità sia >4,5 m³/m²; 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad es. ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, etc (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti); 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all aperto ad es. mercati stabili o altre destinazioni commerciali, etc (oltre 500 persone presenti). 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale per cui l indice fondiario di edificabilità sia compreso tra 4,5 e 1,5 m³/m²; 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad es. ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, etc (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti); 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all aperto ad es. mercati stabili o altre destinazioni commerciali, etc (fino a 500 persone presenti); 4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad es. centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, etc (oltre 500 persone presenti); 5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad es. luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, etc (oltre 100 persone presenti se si tratta di luoghi all aperto, oltre 1000 al chiuso); 6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a persone/giorno). 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale per cui l indice fondiario di edificabilità sia compreso tra 1,5 e 1 m³/m²; 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad es. centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, etc (fino a 500 persone presenti); 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad es. luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, etc (fino a 100 persone presenti se si tratta di luoghi all aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale); 4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a persone/giorno). 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale per cui l indice fondiario di edificabilità sia compreso tra 1 e 0,5 m³/m²; 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con frequentazione al massimo mensile ad es. fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, etc. 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale per cui l indice fondiario di edificabilità sia < 0,5 m³/m²; 2. Insediamenti industriali, artigianali, agricoli e zootecnici. 1. Area entro i confini dello stabilimento; 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l ordinaria presenza di gruppi di persone.

8 Tabella 2 - Categorie territoriali ex DD.MM. 14 aprile 1994 e D.M. 15 maggio 1996 CATEGORIA A B C D E F DESCRIZIONE 1. zone abitate per le quali l'indice reale di edificazione esistente, esclusi gli insediamenti a destinazione industriale, artigianale ed agricola, sia superiore o uguale a 4,5 m³/m². 2. luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad elevata densità (per es. ospedali, case di cura, ospizi con più di 25 posti letto - asili, scuole elementari e medie inferiori, con più di 100 persone presenti). 1. Zone abitate per le quali l'indice reale di edificazione esistente, esclusi gli insediamenti a destinazione industriale, artigianale ed agricola, sia maggiore o uguale a 1,5 m³/m² e minore di 4,5 m³/m²; 2. luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità a densità medio bassa (per es. ospedali, case di cura, ospizi fino a 25 posti letto - asili, scuole elementari e medie inferiori fino a 100 persone presenti); 3. locali di pubblico spettacolo all'aperto ad elevato affollamento (più di 500 persone presenti); 4. mercati stabili all'aperto ad elevato affollamento (più di 500 persone presenti); 5. centri commerciali al coperto aventi superficie di esposizione e vendita superiore a m². 6. stazioni ferroviarie con un movimento passeggeri superiore a persone/giorno. 1. Zone abitate per le quali l'indice reale di edificazione esistente, esclusi gli insediamenti a destinazione industriale, artigianale ed agricola, sia maggiore o uguale a 1 m³/m² e minore di 1,5 m³/m². 2. locali di pubblico spettacolo all'aperto ad affollamento medio/basso (fino a 500 persone presenti); 3. scuole medie superiori ed istituti scolastici in genere; 4. mercati stabili all'aperto ad affollamento medio/basso (fino a 500 persone presenti); 5. locali di pubblico spettacolo al chiuso; 6. centri commerciali al coperto aventi superficie di esposizione e vendita fino a m². 7. stazioni ferroviarie con un movimento passeggeri compreso tra 100 e persone/giorno. 1. Zone abitate per le quali l'indice reale di edificazione esistente, esclusi gli insediamenti a destinazione industriale, artigianale ed agricola, sia maggiore o uguale a 0,5 m³/m² e minore di 1 m³/m². 2. Edifici ed aree soggetti ad affollamenti anche rilevanti ma limitatamente a determinati periodi (per es. chiese, mercatini periodici, cimiteri, etc). 1. Aree con insediamenti industriali, artigianali ed agricoli; 2. Zone abitate con densità reale di edificazione esistente inferiore a 0,5 m³/m². L'area rispetto alla quale valutare detta densità è quella interessata dalla categoria di effetti considerata, in accordo alle indicazioni di cui al successivo paragrafo Area entro i confini dello stabilimento. 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia presente l ordinaria presenza di gruppi di persone.

9 2^ fase Determinazione delle aree di danno Il danno a persone o strutture è correlabile all effetto fisico di un evento incidentale mediante modelli di vulnerabilità più o meno complessi. er le valutazioni in oggetto, la possibilità di danni a persone o a strutture è definita sulla base dei valori di soglia espressi nella seguente Tabella: Tabella 3 - Valori di soglia SCENARIO INCIDENTALE ELEVATA LETALITA INIZIO LETALITA LESIONI IRREVERSIBILI LESIONI REVERSIBILI DANNI ALLE STRUTTURE/ EFFETTI DOMINO Incendio (radiazione termica stazionaria) BLEVE/Fireball (radiazione termica variabile) 12,5 kw/m² 7 kw/m² 5 kw/ m² 3 kw/ m² 12.5 kw/ m² Raggio fireball 350 kj/ m² 200 kj/ m² 125 kj/ m² kj/ m² (*) Flash-fire (radiazione termica istantanea) VCE (sovrappressione di picco) LFL 0,3 bar (0,6 bar per spazi aperti) ½ LFL 0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar Rilascio tossico (dose assorbita) LC50 (30 min,hmn) IDLH (*) secondo la tipologia del serbatoio. L individuazione delle aree di danno, per la ditta Lampogas Romagnola, è effettuata, sulla base della documentazione fornita dal gestore, nell ambito della Relazione Conclusiva della Valutazione della Scheda dello Stabilimento, allegata al provvedimento n. 527 del della rovincia di Forlì-Cesena, come meglio specificato al successivo paragrafo Individuazione degli scenari incidentali e delle relative aree di danno. 3^ fase Valutazione della compatibilità territoriale e ambientale La valutazione della compatibilità così come sancito nel paragrafo 6.3 dell Allegato I al D.M. 9 maggio 2001 deve essere formulata sulla base delle informazioni fornite dal gestore e, ove previsto, sulla base delle valutazioni dell autorità competente di cui all art. 21 del D.Lgs. 334/99 opportunamente rielaborate ed integrate con altre informazioni pertinenti. In base alle definizioni date, la compatibilità dello stabilimento con il territorio circostante va valutata in relazione alla sovrapposizione delle tipologie di insediamento, categorizzate in termini di vulnerabilità, con l inviluppo delle aree di danno. Nel caso di depositi di GL ci si avvale dei criteri di valutazione della compatibilità territoriale definiti nell ambito del D.M. 14 aprile 1994 così come modificato dal D.M. 15 maggio 1996 riportati nella seguente tabella Categorie territoriali compatibili con la presenza di depositi di GL Depositi esistenti ai sensi tab. IV/2 del D.M. 14/04/94 :

10 Tabella 4: CLASSE DEL DEOSITO CATEGORIA DI EFFETTI ELEVATA LETALITA INIZIO LETALITA LESIONI IRREVERSIBILI LESIONI REVERSIBILI I DEF CDEF BCDEF ABCDEF II EF DEF CDEF BCDEF III F EF DEF CDEF IV F F EF DEF 3. La ianificazione Territoriale e Urbanistica Il tema del controllo del territorio per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante è trattato negli atti di ianificazione Territoriale della rovincia di Forlì-Cesena e di ianificazione Urbanistica del Comune di Bertinoro. Attualmente, nel Comune di Bertinoro, l unica attività a rischio di incidente rilevante è la Ditta Lampogas Romagnola, appartenente alla tipologia di cui all art. 6 del D.lgs. 334/99. Di seguito si riepilogano gli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica nei quali viene trattato il tema degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, con particolare riferimento alla ditta Lampogas. Con delibera di Consiglio rovinciale n /146 del è stato approvato il iano Territoriale di Coordinamento rovinciale della rovincia di Forlì-Cesena, per brevità di seguito denominato TC Ai sensi del art. 21 della L.R. 20/200 tale iano ha valore ed effetti di iano Strutturale Comunale per il Comune di Bertinoro (per brevità di seguito denominato SC di Bertinoro 2006). Con delibera di Consiglio rovinciale n /146 del è stata approvata variante al TC della rovincia di Forlì-Cesena. Il TC 2006 della rovincia di Forlì-Cesena, tratta il tema degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante: - nelle Norme (art. 68 Disposizioni in materia di stabilimenti a rischio di incidente rilevante); - nell elaborato Quadro Conoscitivo tavola C.1.3 Ambiti specializzati per attività produttive ; - nell Allegato al TC denominato Zone a rischi di incidente rilevante. Le relazioni dello stabilimento a rischio di incidente rilevante con il sistema territoriale e ambientale sono illustrate nella Scheda di analisi del sistema territoriale e ambientale interessato da stabilimenti a rischio di incidente rilevante inserita in tale allegato. Il SC 2006 del Comune di Bertinoro tratta il tema degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante: - nelle Norme (art disposizioni in materia di stabilimenti a rischio di incidente rilevante); - nell elaborato Quadro Conoscitivo ; - nell Allegato al SC denominato Zone a rischio di incidente rilevante.

11 In particolare, il comma 2 dell art delle Norme del.s.c. recita: Il presente iano, al fine di adeguarsi alle disposizioni dell articolo 14, comma 3, del decreto legislativo n. 334 del 1999, contiene i seguenti elementi: a) individuazione degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante e delle relative aree di danno ed analisi delle relazioni di tali stabilimenti con il sistema territoriale ed ambientale interessato nel Quadro Conoscitivo e nell allegato al.s.c. denominato Zone a rischio di incidente rilevante ; b) disciplina delle relazioni degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante esistenti con il sistema territoriale ed ambientale interessato nelle presenti Norme, nonché nella Scheda di analisi del sistema territoriale ed ambientale interessato da stabilimenti a rischio di incidente rilevante inserita nell allegato al.s.c. denominato Zone a rischio di incidente rilevante. Inoltre i commi 3 e 4 dell art stabiliscono che: - comma 3: La disciplina per la gestione degli insediamenti è dettata dal.o.c., con riferimento alla tutela del sistema territoriale e ambientale e alle funzioni insediabili. Le modifiche alle aree di danno dovranno essere introdotte tramite variante al.o.c. - comma 4: Gli elaborati di cui ai punti a. e b. del secondo comma e la disciplina del.o.c. di cui al precedente terzo comma costituiscono nel loro insieme l elaborato tecnico Rischio di incidenti rilevanti (di cui all art. 4 del D.M. 9 maggio 2001). Occorre rilevare che sia gli elaborati del TC 2006 (Quadro conoscitivo: Tavola C.1.3, Allegato Zone a rischio di incidente rilevante ) che quelli del SC 2006 (Quadro conoscitivo, Allegato Zone a rischio di incidente rilevante ) sono stati redatti con riferimento alle informazioni fornite dal gestore, nel 2004, nell ambito della documentazione prevista dall art. 6 e 7 del decreto legislativo n. 334 del 17 agosto 1999, e dalla L.R. 26/2003 (art. 6 comma 1, Scheda Tecnica ). La ditta Lampogas ha inviato all Amministrazione rovinciale, nel 2004, la Scheda Tecnica relativa all attività di deposito di gas di petrolio liquefatto (G..L.). Il procedimento di valutazione della scheda tecnica si è svolto a partire dal 2007; nel corso del procedimento la Ditta Lampogas ha presentato diverse integrazioni alla documentazione presentata inizialmente. In particolare, la Ditta Lampogas Romagnola ha presentato integrazioni volontarie (con nota assunta la prot. rovinciale n del ) in cui viene rivisto lo studio dell analisi di sicurezza presentato all interno della documentazione del 27/08/2009. Il procedimento di valutazione della scheda tecnica si è concluso nel marzo 2010, con l emanazione della determinazione della rovincia di Forlì-Cesena n. 527 del avente all oggetto Lampogas Romagnola s.r.l. con sede legale in via Emilia 148. Conclusione procedimento di valutazione della scheda tecnica trasmessa ai sensi dell art. 6 della L.R. n. 26/2003 per l attività a rischio di incidente rilevante (deposito GL) in via Emilia 148, Comune di Bertinoro (FC). Le aree di danno determinate a conclusione del procedimento di valutazione della Scheda Tecnica risultano differenti da quelle fornite inizialmente dal gestore ai sensi del D.Lgs. 334/99, sia per l ampiezza del raggio, che per l ubicazione del punto centrale. ertanto non è confermata la planimetria inserita nell Allegato 4 Zone a rischio di incidente rilevante del.t.c.. (approvato con D.C.. n del 14 settembre 2006). Si rende necessario aggiornare le aree di danno contenute nel vigente.t.c.. Risultano inoltre superati gli elaborati del.s.c. del Comune di Bertinoro: - Quadro conoscitivo (per quanto riguarda le zone a rischio di incidente rilevante ) - Allegato Zone a rischio di incidente rilevante

12 ertanto, ai sensi del comma 3 dell art delle Norme del.s.c., si rende necessario, nell ambito del.o.c. del Comune di Bertinoro, modificare le aree di danno inizialmente individuate dal SC, e recepite dal R.U.E., in relazione a quelle risultanti a seguito delle valutazioni tecniche effettuate dal C.V.R. Si evidenzia inoltre che nella Valutazione conclusiva della scheda tecnica della Ditta Lampogas viene specificato che il D.M. Lavori ubblici 9 maggio 2001, per i depositi GL rimanda ai criteri di valutazione della compatibilità territoriale definiti dal D.M. Ambiente 15 maggio La valutazione delle categorie territoriale compatibili con il deposito è svolta con riferimento alla tabella IV/2 - depositi esistenti - del DM Ambiente Nell ambito invece degli elaborati del SC: Quadro conoscitivo e Allegato Zone a rischio di incidente rilevante, la valutazione è svolta con riferimento alla tabella 1 del DM 9 maggio Ai fini del raccordo e del coordinamento dei contenuti del presente documento Elaborato Tecnico Rischio di Incidente Rilevante Allegato al OC con i contenuti del SC in tema di Incidente Rilevante, si ritiene utile riportare il contenuto dei paragrafi Analisi del sistema territoriale interessato e Evidenziazione problematiche della Scheda di analisi del sistema territoriale ed ambientale interessato da stabilimenti a rischio di incidente rilevante inserita nell allegato al.s.c. denominato Zone a rischio di incidente rilevante : Analisi del sistema territoriale interessato Lo stabilimento è situato nella zona industriale di anighina di Bertinoro, lungo la via Emilia, separata dall area dello stabilimento da una fascia verde avente funzione di protezione della infrastruttura viaria, di profondità pari a circa 30 metri; oltre la via Emilia sono presenti zon a destinazione agricola. La normativa dello strumento urbanistico comunale prevede l insediamento nelle zone produttive di funzioni sia manifatturiere che terziarie (es. alberghi, strutture commerciali ecc.). Tale normativa dovrà essere integrata con l esclusione della possibilità di insediare, nelle aree produttive per un intorno pari al doppio delle aree di danno, le attività economiche che generano concentrazione di persone (alberghi attività commerciali ecc.) ricadenti nelle categorie territoriali A, B e C della tabella 1 del DM 9 maggio Evidenziazione problematiche La presenza di strutture di vendita, previsioni residenziali e dell asse della via Emilia nell immediato intorno delle aree di danno dichiarate esclude tassativamente ogni possibilità di espansione, in termini di rischio, dell attività insediata. Il presente documento Elaborato Tecnico Rischio di Incidente Rilevante - Allegato al OC costituisce completamento dell Elaborato Tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti RIR, ai sensi dell art comma 4 del SC del Comune di Bertinoro. Inoltre, con riferimento: - al comma 5 dell Art. A-3 bis della L.R che recita: La ianificazione comunale aggiorna l individuazione delle aree di danno operata dal TC e regolamenta gli usi e le trasformazioni ammissibili all interno di tali aree in conformità ai criteri definiti dal decreto ministeriale 9 maggio 2001 e della pianificazione territoriale. Con l intesa della rovincia e dei Comuni interessati, la regolamentazione può essere compiuta nell ambito del TC; - al comma 3 dell art del SC (precedentemente riportato);

13 con il presente documento si aggiorna l individuazione delle aree di danno effettuata dal TC e dal SC, modificando la cartografia di OC che dovrà essere recepita nella cartografia di R.U.E., rispetto a cui la perimetrazione di OC si intende fin d ora prevalente. ertanto sono da ritenersi superate le seguenti tavole: TC: - Tavola C.1.3 (del quadro conoscitivo) e le tavole (allegate al documento Allegato 4 zone a rischio di incidente rilevante ): - Tavola 1 - RIR Elementi territoriali vulnerabili estratto n. 1 Comune di Bertinoro - Tavola 2 RIR Aree ed elementi di valore naturale e ambientale vulnerabili estratto n. 1 Comune di Bertinoro; SC: tavole (allegate al documento Allegatola iano zone a rischio di incidente rilevante ): - Tavola 1 - RIR Elementi territoriali vulnerabili estratto n. 1 Comune di Bertinoro; - Tavola 2 RIR Aree ed elementi di valore naturale e ambientale vulnerabili estratto n. 1 Comune di Bertinoro; Le Tavole: - Tavola 1 RIR Elementi Territoriale vulnerabili Ditta Lampogas Romagnola; - Tavola 2 RIR Aree ed elementi di valore naturale e ambientale vulnerabili Ditta Lampogas Romagnola; allegate al presente documento rappresentano l individuazione attuale delle aree di danno. Si precisa che nelle tavole allegate al presente documento, sono riportate le aree di danno risultanti dalla Relazione conclusiva di valutazione della scheda tecnica allegata alla determinazione della rovincia di Forlì-Cesena n. 527 del : Area di danno di inizio letalità: R = 112 m Area di danno di elevata letalità: R = 75 m. La Relazione conclusiva di valutazione della scheda tecnica è inoltre allegata al presente documento. In tale Relazione Conclusiva", l individuazione grafica delle aree di danno è riportata nell allegato A e nell Allegato B. Fascia di cautela Si rileva che, come già riportato precedentemente, la Scheda di analisi del sistema territoriale ed ambientale interessato da stabilimenti a rischio di incidente rilevante inserita nell allegato al.s.c. denominato Zone a rischio di incidente rilevante recita: La normativa dello strumento urbanistico comunale prevede l insediamento nelle zone produttive di funzioni sia manifatturiere che terziarie (es. alberghi, strutture commerciali ecc.). Tale normativa dovrà essere integrata con l esclusione della possibilità di insediare, nelle aree produttive per un intorno pari al doppio delle aree di danno, le attività economiche che generano concentrazione di persone (alberghi attività commerciali ecc.) ricadenti nelle categorie territoriali A, B e C della tabella 1 del DM 9 maggio In relazione a tali contenuti del SC, è stata individuata un area, denominata fascia di cautela, di raggio pari a 158 m. Tale area è graficamente riportata nelle tavole 1, 2, 3, 4 allegate al presente documento. La disciplina relativa a tale area è riportata al successivo paragrafo Normativa

14 4. Descrizione dello stabilimento Lampogas e identificazione degli elementi di vulnerabilità Nel territorio del Comune di Bertinoro l unico stabilimento a rischio di incidente rilevante è la ditta Lampogas Romagnola s.r.l., con sede a Bertinoro, via Emilia n Nello stabilimento della ditta Lampogas viene effettuata l attività di deposito e commercializzazione di GL. Dati identificativi della ditta Lampogas Società: Lampogas Romagnola s.r.l. Via Emilia, Bertinoro (FC) Ubicazione dello stabilimento: Via Emilia, Bertinoro (FC) Coordinate dello stabilimento Latitudine: Nord Longitudine: Est Tipologia stabilimento Deposito e commercializzazione di GL rincipali sostanze detenute: ropano gas di petrolio liquefatto Localizzazione e identificazione degli elementi di vulnerabilità Lo stabilimento è ubicato in zona pianeggiante, a destinazione industriale artigianale, in località anighina. Lo stabilimento confina: - a Nord, con la strada statale n. 9, via Emilia; - a Sud, con fabbricati artigianali; - a Ovest con fabbricato artigianale e terreno agricolo; - a Est con struttura ricettiva (albergo) e fabbricato artigianale Gli elementi di vulnerabilità territoriale individuati nell ambito territoriale circostante sono i seguenti: - albergo, a circa 10 metri dal muro di cinta; - attività commerciale della società Mercatone Uno, a circa a 80 metri dal muro di cinta; - diverse attività artigianali/industriali. La rete viaria nei dintorni dello stabilimento è costituita, oltre che dalla S.S. 9, via Emilia, dalla via Consolare, dalla via del oggio e dalla via onara. Descrizione dello stabilimento e delle attività svolte L attività svolta nello stabilimento della ditta Lampogas Romagnola s.r.l. consiste nella commercializzazione di GL (gas di petrolio liquefatto) ad uso combustione, che viene travasato, stoccato all interno dell area dello stabilimento ed in seguito trasportato ai clienti. Questo implica lo svolgimento delle seguenti attività operative:

15 - arrivo di GL mediante autobotti da t; - scarico di GL in serbatoi fissi cilindrici orizzontali tumulati; - stoccaggio di GL nei serbatoi fissi cilindrici orizzontali tumulati; - caricamento dai serbatoi fissi tumulati e spedizione di GL mediante botticelle da 6-9 t; - imbottigliamento di bombole da 10, 15, 20, 25 kg. Il reparto GL è composto da: - tre serbatoi di stoccaggio GL da 100 m³ ciascuno tumulati in cassero. I serbatoi di stoccaggio poggiano su delle selle di cemento armato e sono trattati con vernice antiruggine, rivestiti con manto bituminoso a base di epossicatrame e protetti da impianto di protezione catodica a corrente impressa. - Un unico punto di travaso utilizzato sia per lo scarico del GL dalle autobotti ai serbatoi fissi tumulati di stoccaggio che per il carico di GL dai serbatoi fissi di stoccaggio alle botticelle da 7 t; - Un area imbottigliamento bombole con giostra automatica a sei posti e due bilance fisse di riempimento; - Stazione pompe e compressori (n. 2 compressori alternativi, volumetrici, da 108 m³ utilizzati per lo scarico delle autobotti; n. 1 pompa centrifuga da 36 m³ utilizzata per i carico delle cisternette; n. 2 pompe centrifughe da 18 m³ utilizzate per il riempimento delle bombole); - Area stoccaggio bombole da 10, 15, Kg. 5. Individuazione degli scenari incidentali e delle relative aree di danno Tipologie di rischio Gli eventi incidentali che producono scenari incidentali che coinvolgono il territorio esterno allo stabilimento sono da imputare in linea generale alla fuoriuscita di GL che porta alla formazione di una nube infiammabile che a sua volta può trovare un innesco lontano dal punto di rilascio con conseguente incendio nelle forme di una radiazione termica istantanea, detta flash-fire. Scenari incidentali e stima della conseguenze La tipologia di eventi incidentali ipotizzati, sulla base dell analisi storica e sulla tipologia di attività svolta presso il Deposito Lampogas Romagnola s.r.l., sono: 1. Rilascio di GL da accoppiamento flangiato sul serbatoio (fase liquida); 2. Rilascio di GL da cricca di 1 pollice sul mantello del serbatoio (fase liquida); 3. Rilascio di GL in fase di carico/scarico di autobotte; 4. Rilascio di GL da tenuta pompa; 5. Rilascio di GL da compressore; 6. Rilascio di GL da bombola; 7. Rilascio di GL da impianto di imbottigliamento; 8. Rilascio di GL per apertura intempestiva della SV (valvola di sicurezza posta sul serbatoio); 9. Rilascio di GL da linea (fase liquida e vapore). er ognuno di questi Top event l azienda ha indagato la frequenza di accadimento, la stima delle conseguenze con le relative distanze di danno e le misure di prevenzione e mitigazione. In conclusione della fase di valutazione della scheda tecnica ARA rileva che l evento Top event 3 rilascio di GL in fase di carico/scarico autobotte è il più pericoloso. Lo scenario incidentale considerato è il flash fire, che per il top event considerato presenta distanze di danno che fuoriescono dallo stabilimento. Il flash fire prevede (vedi Tab. 2 D.M. Lavori ubblici 9 maggio 2001 e analoga Tab. III/1 D.M. Ambiente 15 maggio 1996) due soglie di danno: elevata

16 letalità e inizio letalità, corrispondenti rispettivamente a LFL (limite inferiore di esplosività) e a ½ LFL. Le distanze di danno conseguenti al Top event 3 e il relativo scenario incidentale di flash fire comprendono tutte quelle derivanti dagli altri 8 top events. ertanto ai fini della compatibilità territoriale e della pianificazione dell emergenza esterna verranno considerate le due aree di danno (elevata letalità e inizio letalità) relative al flash-fire conseguente al rilascio da braccio di carico foro 2, in condizione meteo F2 (atmosfera molto stabile con velocità del vento pari a 2 m/s). Nella seguente tabella, per il Top event 3, viene riportato: la descrizione dell evento, la stima delle conseguenze con le relative aree di danno, la frequenza di accadimento. Tabella 5 Top Event 3 Descrizione evento Rilascio di GL da braccio di carico in seguito ad una rottura random del braccio o per un movimento del mezzo durante le operazioni di travaso. Si è stimato un tempo di intervento di 20 secondi. La quantità massima rilasciata, avendo considerato un foro da 2, è di circa 290 Kg. Conseguenze stimate Il rilascio avviene in fase liquida; avendo il propano, alla temperatura e pressione di rilascio, un tasso di flash di circa il 40%, è stata ipotizzata la formazione di nube infiamabile (flash fire). Le distanze massime raggiunte sono In condizioni meteo F2: Elevata letalità LFL = 75 metri Inizio letalità ½ LFL = 112 metri Frequenza di accadimento 5,43 E-07 occ./anno Si riporta inoltre la seguente tabella di sintesi: Tabella 6 Top event Rilascio da braccio di carico foro 2 (Rif. Top 3) Tipo scenario Flash-fire Frequenza di accadimento scenario 5,43 E-07 occ./anno Distanze (m) di danno in condizioni meteo F2 Elevata letalità LFL Inizio letalità ½ LFL

17 6. Valutazione della compatibilità territoriale ed ambientale Lo stabilimento della Ditta Lampogas Romagnola s.r.l. è un deposito di GL soggetto alle disposizioni dell art. 6 del D.Lgs. 334/99. In riferimento all assoggettabilità sopra specificata l Azienda ha presentato all Autorità competente: - La Scheda Tecnica relativa all attività di deposito di gas di petrolio liquefatto (G..L.) (nota acquisita al prot. rov. di Forlì Cesena n del ); - Integrazioni alla Scheda Tecnica (nota acquisita al prot. rov. di Forlì-Cesena n del ); - Ulteriori integrazioni (volontarie) alla Scheda Tecnica (nota acquisita al prot. rov. di Forlì- Cesena n del ); La scheda tecnica e le successive integrazioni sono state valutate dal C.V.R. nel corso del procedimento di Valutazione della scheda Tecnica, avviato con nota della rovincia di Forlì- Cesena in data , e conclusosi con la già citata Determinazione della rovincia di Forlì- Cesena n. 527 del L analisi incidentale, svolta nell ambito del procedimento di valutazione della scheda tecnica, ha permesso di definire le massime distanze, riportate nella seguente tabella, a cui si verificano le soglie di danno corrispondenti allo scenario incidentale del flash fire nelle condizioni meteo F2 derivante dal Top Event 3, tenendo conto che le aree di danno derivanti dagli altri Top Event ipotizzati sono in esse ricomprese: Tabella 7 Tipo scenario Flash-fire Top Event n. 3 rilascio da braccio di carico foro 2 Frequenza di accadimento scenario 5,43 E-07 occ./anno Elevata letalità LFL Distanze (m) di danno in condizioni meteo F2 Inizio letalità ½ LFL Lo scenario descritto presenta conseguenze esterne allo stabilimento, pertanto è necessario determinare la compatibilità territoriale mediante i criteri del D.M. Lavori ubblici 9 maggio Tale decreto per i depositi GL rimanda ai criteri di valutazione della compatibilità territoriale definiti dal D.M. Ambiente 15 maggio 1996, il quale fa riferimento alla classe del deposito invece che alla probabilità di accadimento degli scenari incidentali. er quanto sopra, con riferimento alla tabella IV/2 depositi esistenti del DM 15/05/96, il deposito in esame risulta compatibile con le seguenti categorie territoriali: Tabella 8 Classe del Categorie di effetti deposito Elevata letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili I^ Classe DEF (area di danno di raggio pari a 75 m) CDEF (area di danno di raggio pari a 112 m) Non prevista per il flash fire Non prevista per il flash fire

18 Le aree relative alle categorie territoriali sono riportate nella planimetria Allegato A dell elaborato Valutazione Scheda Tecnica Relazione Conclusiva, trasmesso dal C.V.R. alla rovincia di Forlì-Cesena e allegato alla Determinazione di conclusione del procedimento della rovincia di Forlì-Cesena n. 527 del Tale elaborato è inoltre allegato al presente documento Elaborato Tecnico Rischio di Incidente Rilevante Allegato al OC. Valutazioni di compatibilità territoriale Dalla sovrapposizione delle Tavole del vigente Regolamento Urbanistico Edilizio, con l area di danno di raggio pari a 112 m, emerge che sono presenti aree così classificate: - A13.2. Sub ambiti di completamento artigianale produttivo; - Area destinata a viabilità/parcheggi; - Sub ambiti del territorio consolidato Verde privato er quanto riguarda l area classificata a viabilità/parcheggi, si osserva che di fatto tale previsione è inattuata. In fase di approvazione del OC del Comune di Bertinoro, viene modificata la classificazione, destinando tali aree a area produttiva priva di capacità edificatoria. L area di danno di inizio letalità (raggio pari a 112 m) è inoltre interessata dal percorso del Torrente Bevano. Le sponde del Torrente Bevano sono classificate dal RUE come Verde ubblico. Nella Tavola 3 RIR Estratto RUE sono riportate le aree di danno aggiornate, risultanti dalla Relazione conclusiva di valutazione della scheda tecnica allegata alla determinazione della rovincia di Forlì-Cesena n. 527 del Dalla sovrapposizione della Tavola C Ambiti insediativi di rogetto - del SC con l area di danno di raggio pari a 112 m, emerge che sono presenti aree così classificate: - Ambiti specializzati per attività produttive (art. A-13) esistenti. In minima parte l area di danno di inizio letalità interessa un area classificata dal SC come Ambiti urbani consolidati (A.10). Di fatto si tratta di una piccola area, non edificata, classificata nel RUE come Verde privato. Nella Tavola 4 RIR Estratto SC Tav C sono riportate le aree di danno aggiornate, risultanti dalla Relazione conclusiva di valutazione della scheda tecnica allegata alla determinazione della rovincia di Forlì-Cesena n. 527 del er quanto riguarda l effettivo stato attuale delle aree circostanti lo stabilimento, come già rilevato in precedenza, nell intorno dello stabilimento sono presenti principalmente attività produttive di tipo artigianale/industriale. Tali attività, con riferimento alla tabella che definisce le categorie territoriali ex DM 14 aprile 1994, come modificato dal DM 15 maggio 1996, sono di categoria E e quindi compatibili sia con l area di danno elevata letalità che con l area di danno inizio letalità. Nell intorno dello stabilimento si individuano inoltre degli elementi puntuali di vulnerabilità territoriale, costituiti dalla presenza dell attività commerciale della società Mercatone Uno, e di un albergo.

19 Si osserva che l area di danno di inizio letalità lambisce parte della parete esterna del fabbricato dell attività commerciale della Società Mercatone Uno, ed interessa parte del parcheggio di tale attività; inoltre interessa parzialmente un albergo. Lo stabilimento però ha realizzato un dispositivo costituito da barriere d acqua, attivate da sensori di concentrazione, atto a contenere oppure a diluire e/o disperdere una nube di GL che possa interessare l albergo adiacente e/o il parcheggio del vicino Mercatone Uno. Tale dispositivo è stato realizzato a seguito della prescrizione impartita dal provvedimento della rovincia n. 527 del , di conclusione del procedimento di valutazione della scheda tecnica. Si osserva infine che, pur non ravvisando elementi di incompatibilità tra il deposito esistente e le attività presenti nell intorno del deposito tali da dover attivare procedure di cui all art. 14 comma 6 del D.Lgs. 334/99 (imposizione al gestore di ulteriori misure tecniche complementari, oltre a quelle già imposte), la presenza della ditta Lampogas in un area in cui esistono diverse altre attività costituisce un elemento di criticità ed impone particolare attenzione. Al fine di mitigare possibili danni alla popolazione, agli insediamenti e al territorio, in caso di incidente, il territorio circostante lo stabilimento deve essere assoggettato a precisi vincoli. La precedente tabella 8 individua le categorie territoriali compatibili con la presenza di depositi GL esistenti. Nell area di danno di elevata letalità, eventuali interventi urbanistici e edilizi dovranno essere compatibili con le tipologie corrispondenti alle categorie territoriali D, E, F, di cui alla tabella categorie territoriali ex D.M. 14 aprile 1994 e D.M. 15 maggio Nell area di danno di inizio letalità, eventuali interventi urbanistici e edilizi dovranno essere compatibili con le tipologie corrispondenti alle categorie territoriali C, D, E, F, di cui alla tabella categorie territoriali ex D.M. 14 aprile 1994 e D.M. 15 maggio Valutazioni di compatibilità ambientale Dalla sovrapposizione della Tavola B1 Zonizzazione paesistica - del SC con l area di danno di raggio pari a 112 m, emerge che sono presenti aree così classificate: - Zona di tutela del paesaggio fluviale (art. 17c TC) - Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d acqua (art. 18 TC) - Zone di tutela dei corpi idrici (Art. 28b TC) Nella Tavola 2 RIR Aree ed elementi di valore naturale e ambientale vulnerabili Ditta Lampogas Romagnola sono riportate le aree di danno aggiornate, risultanti dalla Relazione conclusiva di valutazione della scheda tecnica allegata alla determinazione della rovincia di Forlì-Cesena n. 527 del Di fatto però la caratterizzazione dell area come zona di tutela del paesaggio fluviale è già superata dalla totale urbanizzazione del territorio. Attorno al deposito non sono presenti aree naturali protette; la zona non risulta inoltre coltivata con piantagioni o colture di pregio. Nel deposito della ditta Lampogas è presente il GL. Tale sostanza alla pressione e temperatura ambiente non è miscibile in acqua. Inoltre tale sostanza non è classificata pericolosa per l ambiente (frasi di rischio R51/53 o R50) ma solamente estremamente infiammabile (frase di rischio R12). ertanto non sono possibili contaminazioni del suolo e dei corpi idrici superficiali o della falda. Ne consegue che lo stabilimento risulta compatibile con l ambiente.

20 7. Normativa 1. Area di danno di raggio pari a 75 m Elevata letalità 1.1 All interno dell area di danno di raggio pari a 75 m Elevata letalità, non sono ammesse le categorie territoriali A, B, e C riportate nella tabella IV/2 del DM (così come modificato dal DM ), che di seguito si riportano: CATEGORIA A B C DESCRIZIONE 1. zone abitate per le quali l'indice reale di edificazione esistente, esclusi gli insediamenti a destinazione industriale, artigianale ed agricola, sia superiore o uguale a 4,5 m³/m². 2. luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad elevata densità (per es. ospedali, case di cura, ospizi con più di 25 posti letto - asili, scuole elementari e medie inferiori, con più di 100 persone presenti). 1. Zone abitate per le quali l'indice reale di edificazione esistente, esclusi gli insediamenti a destinazione industriale, artigianale ed agricola, sia maggiore o uguale a 1,5 m³/m² e minore di 4,5 m³/m²; 2. luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità a densità medio bassa (per es. ospedali, case di cura, ospizi fino a 25 posti letto - asili, scuole elementari e medie inferiori fino a 100 persone presenti); 3. locali di pubblico spettacolo all'aperto ad elevato affollamento (più di 500 persone presenti); 4. mercati stabili all'aperto ad elevato affollamento (più di 500 persone presenti); 5. centri commerciali al coperto aventi superficie di esposizione e vendita superiore a m². 6. stazioni ferroviarie con un movimento passeggeri superiore a persone/giorno. 1. Zone abitate per le quali l'indice reale di edificazione esistente, esclusi gli insediamenti a destinazione industriale, artigianale ed agricola, sia maggiore o uguale a 1 m³/m² e minore di 1,5 m³/m². 2. locali di pubblico spettacolo all'aperto ad affollamento medio/basso (fino a 500 persone presenti); 3. scuole medie superiori ed istituti scolastici in genere; 4. mercati stabili all'aperto ad affollamento medio/basso (fino a 500 persone presenti); 5. locali di pubblico spettacolo al chiuso; 6. centri commerciali al coperto aventi superficie di esposizione e vendita fino a m². 7. stazioni ferroviarie con un movimento passeggeri compreso tra 100 e persone/giorno. 1.2 Non sono ammessi, con interventi di nuova costruzione e ampliamento, demolizione e ricostruzione, ristrutturazione, cambio d uso, i seguenti usi: U1, U2, U3, U4, U6.1.a, U6.1.n, U6.2.a, U6.2.n, U7.a, U7.n, U10, U11, U16.1, U16.2, U16.3, U18.1, U18.2, U19.1, U19.2, U19.3, U20, U21, U22, U29, U30, U32, U37.1, U37.2, U38, U40, U41.1, U41.2a, U41.2b, U42.1, U42.2, U48, U49, U52.1, U52.2, U52.3, U53, U Qualora esistenti, le strutture che ospitano gli usi incompatibili possono essere oggetto di soli interventi manutentivi: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo (senza incremento di carico urbanistico né cambio d uso), ristrutturazione edilizia (senza incremento di carico urbanistico né cambio d uso).

21 2. Area di danno di raggio pari a 112 m Inizio letalità 2.1 All interno dell area di danno di raggio pari a 112 m Inizio letalità, non sono ammesse le categorie territoriali A, B, riportate nella tabella IV/2 del DM (così come modificato dal DM ), che di seguito si riportano: CATEGORIA A B DESCRIZIONE 1. zone abitate per le quali l'indice reale di edificazione esistente, esclusi gli insediamenti a destinazione industriale, artigianale ed agricola, sia superiore o uguale a 4,5 m³/m². 2. luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad elevata densità (per es. ospedali, case di cura, ospizi con più di 25 posti letto - asili, scuole elementari e medie inferiori, con più di 100 persone presenti). 1. Zone abitate per le quali l'indice reale di edificazione esistente, esclusi gli insediamenti a destinazione industriale, artigianale ed agricola, sia maggiore o uguale a 1,5 m³/m² e minore di 4,5 m³/m²; 2. luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità a densità medio bassa (per es. ospedali, case di cura, ospizi fino a 25 posti letto - asili, scuole elementari e medie inferiori fino a 100 persone presenti); 3. locali di pubblico spettacolo all'aperto ad elevato affollamento (più di 500 persone presenti); 4. mercati stabili all'aperto ad elevato affollamento (più di 500 persone presenti); 5. centri commerciali al coperto aventi superficie di esposizione e vendita superiore a m². 6. stazioni ferroviarie con un movimento passeggeri superiore a persone/giorno. 2.2 Non sono ammessi con interventi di nuova costruzione e ampliamento, demolizione e ricostruzione, ristrutturazione, cambio d uso, i seguenti usi: U1 (con indice di edificabilità superiore o uguale a 1,5 m³/m²), U2, U3, U4, U6.1.a, U6.1.n, U6.2.a, U6.2.n, U7.a, U7.n, U11, U16.1, U16.2, U16.3, U19.1, U19.2, U19.3, U20, U21, U22, U29, U30, U32, U37.1, U37.2, U38, U40, U41.1, U41.2a, U41.2b, U42.1, U42.2, U48, U49, U52.1, U52.2, U52.3, U53, U er le attività esistenti con autorizzazione per media struttura di vendita valida alla data di approvazione del OC, sono ammessi con interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione, ristrutturazione, cambio d uso, i seguenti usi: U6.1.a (medio - piccole strutture di vendita del settore alimentare o misto) U6.1n (medio - piccole strutture di vendita del settore non alimentare) a condizione che la superficie di vendita per singola attività sia inferiore o uguale a 1000 mq. 2.4 Qualora esistenti, le strutture che ospitano gli usi incompatibili possono essere oggetto di soli interventi manutentivi: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo (senza incremento di carico urbanistico né cambio d uso), ristrutturazione edilizia (senza incremento di carico urbanistico né cambio d uso). 3. Area di cautela 3.1 All interno dell area di raggio 158 m, pari al doppio dell area di danno (Area di cautela) non sono ammessi nuovi insediamenti di attività che generano concentrazione di persone, che rientrino

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