PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO"

Transcript

1 Cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO Ambito Pollupice Periodo di validità Codice lavoro File Data Maggio 2013 Responsabili di Progetto Dott. For. Pierluigi Molducci Dott. For. Mattia Busti Dott. For. Marco Bonavia Dott. For. Massimo Paoletta Studio Verde S.r.l. Studio Silva S.r.l. Dott. For. Marco Bonavia Dott. For. Massimo Paoletta Revisione Relazione di Piano Sintesi per consultazioni con i Comuni Oggetto Data

2 SOMMARIO PREMESSE 7 RIFERIMENTI ALL INCARICO 7 VALIDITÀ DEL PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE 7 ANALISI 8 METODOLOGIA 8 DESCRIZIONE DELLA METODOLOGIA DELLA FASE DI ANALISI 8 DATI SINTETICI DI PIANO 10 SUPERFICIE COMPLESSIVA DEL PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE 10 SUPERFICIE FORESTALE 13 SITI NATURA 2000 e AREE PROTETTE 14 ASPETTI SOCIOECONOMICI 18 DINAMICA DI POPOLAZIONE 18 COMPARTO TURISTICO 19 COMPARTO AGRICOLO 20 FILIERA FORESTA LEGNO E FILIERE CONNESSE 22 PRODOTTI LEGNOSI IN LIGURIA 22 Volumi commerciali delle utilizzazioni forestali 23 Volumi commerciali delle utilizzazioni fuori foresta 24 Prezzi del legname prodotto in liguria 25 Impianti di riscaldamento alimentati con biomassa legnosa 27 PRODOTTI NON LEGNOSI 28 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.I

3 Castagne: progetti realizzati 28 Castagne: interventi sui castagneti da frutto 29 Tartufi: tesserini di idoneità alla raccolta 31 Mieli dei Parchi della Liguria 32 Fronda verde: quantità commercializzata e valore 33 Funghi: consorzi per la gestione della raccolta 35 ASPETTI TERRITORIALI ED AMBIENTALI 37 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO 37 INQUADRAMENTO AMMINISTRATIVO 37 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ESISTENTE E VINCOLI 38 PIANIFICAZIONE DI LIVELLO COMUNALE 38 Siti natura S.I.C. Siti di Importanza Comunitaria 39 MISURE DI CONSERVAZIONE RELATIVE A SPECIE E HABITAT PRESENTI 39 ANALISI FORESTALE 41 PIANIFICAZIONE FORESTALE PREESISTENTE 41 CLASSIFICAZIONE PER TIPI FORESTALI 42 Distribuzione delle Categorie Forestali nel territorio del pollupice 43 DISTRIBUZIONE DEI TIPI FORESTALI NEI COMUNI DELL AMBITO POLLUPICE 44 SPAZI APERTI 61 AVVERSITÀ 62 INCENDI BOSCHIVI 62 IL PIANO REGIONALE AIB 62 LIVELLO DI RISCHIO DI INCENDIO BOSCHIVO 63 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.II

4 PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI INCENDIO BOSCHIVO 63 ELABORAZIONE DELLA CARTA DEL RISCHIO INCENDI 63 PATOLOGIE E PARASSITOLOGIE 63 PROBLEMATICHE SULLA SITUAZIONE FITOSANITARIA 63 FUNGHI 63 STIMA DEI VALORI DEL BOSCO 64 ATTITUDINE POTENZIALE E FUNZIONIPREVALENTI DEI COMPRENSORI BOSCATI 64 Attitudini del sito 66 Attitudine protettiva 66 Attitudine produttiva 67 Attitudine paesistica 68 Attitudine naturalistica 69 Attitudine turistico ricreativa e didattica 70 Attitudine igienico ambientale 71 Vocazione dei tipi forestali 72 Le funzioni prevalenti 73 ANALISI DELLA VIABILITÀ SILVO-PASTORALE 75 MAPPATURA DELLA VIABILITÀ ESISTENTE 75 SVILUPPO E DISTRIBUZIONE DELLA RETE VIABILE 76 DENSITÀ VIABILE DI SERVIZIO AI BOSCHI 77 manutenzione e condizioni tecniche della viabilita 78 SINTESI E PIANIFICAZIONE 80 PIANIFICAZIONE 80 OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PIANO 80 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.III

5 ZONIZZAZIONE E COMPARTIMENTAZIONE 84 CRITERI E DEFINIZIONE DELLA COMPARTIMENTAZIONE: UNITÀ DI INDIRIZZO GESTIONALE (MACROPARTICELLE) 84 Unità di Indirizzo Gestionale (o Macroparticella) e RELAZIONI E COLLEGAMENTI TRA PIANI FORESTALI TERRITORIALI DI INDIRIZZO (PFTI) E piani di assestamento e di silvo pastorale (PdA) 84 OBIETTIVI E CRITERI DI GESTIONE SELVICOLTURALE 84 INDIRIZZI SELVICOLTURALI 84 INDIRIZZI SELVICOLTURALI 84 INDIRIZZI GENERALI 85 INDICAZIONI SELVICOLTURALI 86 LA CERTIFICAZIONE DELLA GESTIONE FORESTALE E LA CATENA DI CUSTODIA 87 VALORE DELLA CERTIFICAZIONE FORESTALE PER IL TERRITORIO LIGURE 87 LA FILIERA ENERGETICA 88 Valutazione delle potenzialità della filiera energetica e/o di filiere non tradizionali e dei benefici economici ritraibili 88 Valutazioni quantitative in ambito locale 89 Valutazione orientativa dei prezzi di macchiatico in riferimento ai diversi assortimenti e filiere e giudizi comparativi; 90 GLI ASSORBIMENTI DI CARBONIO: STOCK E AL SINK DI CARBONIO E POTENZIALITÀ DI VALORIZZAZIONE ECONOMICA DEGLI ASSORBIMENTI 90 Prima valutazione orientativa in riferimento agli assorbimenti di carbonio 90 TRASFORMAZIONI DEL BOSCO 93 BOSCHI NON TRASFORMABILI 94 COMPENSAZIONI 96 DEFINIZIONE DELLE PROPOSTE DI COMPENSAZIONE 98 PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI 99 PREMESSA 99 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.IV

6 INTERVENTI SELVICOLTURALI 99 MOTIVAZIONI E INDICAZIONI PER L OPZIONE DEL TRATTAMENTO A STERZO SUL CEDUO DI FAGGIO 114 PIANO DELLA VIABILITA INDICAZIONI E INDIRIZZI 119 Stato attuale della viabilità e interventi di miglioramento 119 PROPOSTA DI RIQUALIFICAZIONE DI TRACCIATI E DI REALIZZAZIONE DI NUOVI TRACCIATI 126 AZIONI DI PIANO 139 PREMESSA 139 AZIONI A SOSTEGNO DELLE ATTIVITÀ SELVICOLTURALI e della filiera bosco legno 140 PROMOZIONE DELLA GESTIONE ASSOCIATA E COORDINATA DELLE PROPRIETÀ FORESTALI 140 VALORIZZAZIONE DELLA VIABILITA DI SERVIZIO 140 SVILUPPO DI UNA FILIERA DELLE PRODUZIONI DEL BOSCO CEDUO 140 SVILUPPO DI UNA FILIERA BOSCO LEGNO ENERGIA 141 SPERIMENTAZIONE E INTRODUZIONE DI NUOVE FORME DI TRATTAMENTO 141 AGGIORNAMENTO PIANIFICAZIONE FORESTALE 141 QUALIFICAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE 141 RICERCA SCIENTIFICA APPLICATA PER LA GESTIONE ATTIVA SOSTENIBILE 142 RICERCA FORME INNOVATIVE DI GESTIONE 142 CONVERSIONI 142 AZIONI PER LA DIFESA DEL SUOLO E LA TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE 143 MANUTENZIONE DELLE AREE BOSCATE LIMITROFE AL RETICOLO IDRICO PRINCIPALE E MINORE 143 VALORIZZAZIONE DELLA CAPACITÀ PROTETTIVA DELLE AREE BOSCATE A DESTINAZIONE PROTETTIVA 143 INTERVENTI STRAORDINARI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO FORESTALE 143 AZIONI PER LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO NATURALE 143 VALORIZZAZIONE DELLE AREE BOSCATE A DESTINAZIONE NATURALISTICA 143 RIQUALIFICAZIONE MULTIFUNZIONALE DEI FONDO VALLE 144 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.V

7 MIGLIORAMENTI FORESTALI AI FINI FAUNISTICI 144 AZIONI PER IL RICONOSCIMENTO ECONOMICO DEI SERVIZI ECOSISTEMICI DEL BOSCO 144 AZIONI PER LA RICOSTITUZIONE E IL MIGLIORAMENTO DI ECOSISTEMI FORESTALI 145 Azioni per il recupero del paesaggio e della cultura rurale 145 VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO AGRICOLO DI MONTAGNA E RECUPERO DEGLI SPAZI APERTI 145 VALORIZZAZIONE DEI PASCOLI 145 VALORIZZAZIONE CASTAGNETI DA FRUTTO 146 AZIONI PER LA FRUIZIONE E L ESCURSIONISMO NELLE AREE BOSCATE 146 VALORIZZAZIONE DELLA FRUIZIONE TURISTICO RICREATIVA 146 MANTENIMENTO E VALORIZZAZIONE DELLA RETE SENTIERISTICA PRINCIPALE 147 MANTENIMENTO E VALORIZZAZIONE DEI PERCORSI DIDATTICI PRESENTI SUL TERRITORIO 147 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.VI

8 PREMESSE La presente relazione è una sintesi del lavoro predisposto per la redazione del Piano Forestale Territoriale di Indirizzo sperimentale dell Ambito Pollupice, attualemente in fase di recepimento delle osservazioni da parte della Regione Liguria e da parte delle Amministrazioni locali. Per la seguente sintesi sono quindi stati eliminati i capitoli più generici o eccessivamente tecnici, così da lasciare alla lettura le parti più importanti per la comprensione degli obbiettivi del piano. Le parti di testo che sono state tolte sono riportate nelle appendici allegate a questa relazione. Si invitia a leggere con attenzione l ultima parte della relazione, relativamente ai il capitoli sugli obiettivi del piano e sul programma degli interventi e delle azioni proposte. RIFERIMENTI ALL INCARICO Sulla base degli esiti di una selezione pubblica, con deliberazione n. 684 del 5 giugno 2012, la regione Liguria ha proceduto all affidamento di un incarico per la DEFINIZIONE DI PIANI FORESTALI TERRITORIALI DI INDIRIZZO all ATI facente capo a Studio Verde S.r.l. di Forlì (Associazione temporanea di impresa composta da Studio Verde S.r.l., Studio Verde Associazione Professionale, StudioSilva S.r.l., Studio Associato Silva, Dott. For. Marco Bonavia, Dott. For. Massimo Paoletta). Come indicato specificatamente nel formulazione dell incarico, nell ambito della definizione e stesura della linee guida per la redazione dei PFTI è prevista la realizzazione dei due piani sperimentali, rispettivamente in provincia di Imperia e in provincia di Savona: per quanto riguarda la provincia di Imperia è stata individuata come area pilota il territorio appartenente alla ex Comunità Montana della Alta Valle Arroscia (Ambito Alta Valle Arroscia), e per quanto riguarda la provincia di Savona il territorio appartenente alla ex Comunità Montana del Pollupice (Ambito Pollupice). La redazione dei due piani oltre alla sperimentazione in merito a obiettivi specifici, metodologie e modalità operative, ha attivato un processo partecipativo con il coinvolgimento delle Amministrazioni Comunali e diversi altri soggetti portatori di interesse. L attivazione del processo partecipativo continua a dispiegare i suoi effetti oltre le scadenze previste e si ritiene opportuno evidenziare che la documentazione del PFTI potrà essere in parte successivamente modificata e aggiornata in ragione di perfezionamenti e adeguamenti maggiormente idonei alla funzionalità gestionale e applicativa, con particolare riferimento alle Ammnistrazioni Comunali e alle comunità locali.. In Appendice 1 sono riportati i riferimenti normativi a cui si è fatto riferimento per la realizzazione di questo PTFI. VALIDITÀ DEL PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE Il Piano Territoriale Forestale di Indirizzo si configura come uno strumento di secondo livello tra la programmazione regionale e provinciale e la pianificazione aziendale di dettaglio (Piani di assestamento) e con funzioni di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione territoriale. In considerazione del livello gerarchico e delle funzioni attribuite ad esso attribuite, il PFTI ha una validità di 15 anni. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.7

9 ANALISI METODOLOGIA DESCRIZIONE DELLA METODOLOGIA DELLA FASE DI ANALISI Il Programma Forestale Regionale (DCR n. 17/2007) ha individuato la necessità di una pianificazione forestale organizzata su tre livelli: un livello regionale fondato sull attuazione del Programma Forestale Regionale; un secondo a livello di comprensorio relazionato alle specificità dei comprensori come approfondimento e dettaglio di quanto definito dal livello regionale (PFTI); un terzo di livello aziendale quale pianificazione di settore di dettaglio (Piani di assestamento). E possibile proporre una definizione di Piani forestali territoriali d indirizzo (PFTI) attraverso una serie di precisazioni: sono piani di settore (forestale); agiscono su scala di area vasta (es. più comuni, una Comunità Montana o Unione di Comuni, una Provincia, una vallata); nel rispetto dell ordinamento giuridico e dei principi di competenza e sussidiarietà; su scala comprensoriale sovra aziendale in riferimento alla gestione; su scala intercomunale in riferimento agli aspetti amministrativi; sono principalmente strumenti di pianificazione, funzionali alla gestione e alle strategie di gestione (es. i piani di assestamento di 3 livello sono più propriamente strumenti gestionali). La definizione e la fisionomia di tali strumenti viene ulteriormente precisata attraverso l identificazione delle finalità da perseguire che di seguito si illustrano in forma sintetica censire e valutare le risorse forestali in ordine a consistenza, tipologia e localizzazione come parte integrante di un intero ambito territoriale; elaborare indirizzi per la valorizzazione a scala territoriale delle risorse forestali per una gestione integrata con le politiche di sviluppo territoriale ed urbanistico; supportare le politiche di riqualificazione paesistica ed ambientale anche a supporto della redazione della pianificazione comunale (Piano urbanistico comunale PUC, Progetti urbanistici operativi PUO, Programmi attuativi PA); sviluppare strategie, indicazioni e priorità per l attivazione delle politiche agro forestali per le diverse filiere, con particolare riferimento agli strumenti gestionali e normativi. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.8

10 Il PFTI è quindi uno strumento di pianificazione forestale che sviluppa le sue applicazioni su una duplice serie di contenuti: di natura forestale e ambientale a carattere tematico e gestionale; di natura paesistico territoriale a carattere pianificatorio settoriale. Le prime, quelle di natura forestale e ambientale, lo configurano come uno strumento: - di analisi e di indirizzo per la gestione del territorio forestale; - di supporto per la definizione delle priorità di strategie e gestione; - di supporto nell'attribuzione di incentivi e contributi in ambito silvo pastorale; - di supporto per l'individuazione delle attività selvicolturali da svolgere; - di previsione relativamente alle trasformazioni d'uso del bosco e dalle compensazioni ambientali conseguenti. Le seconde, di natura paesistico territoriale lo rendono riconoscibile come Piano di settore nel contesto del sistema della pianificazione territoriale capace di: - assicurare il raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione territoriale; - proporre modifiche e integrazioni agli ambiti a valenza paesistica negli strumenti di Pianificazione Territoriale previsti dalla normativa della regione Liguria; - classificare gli ambiti boscati a prevalente funzione produttiva; - individuare gli ambiti boscati di rilevanza naturalistica e paesaggistica; - individuare elementi per la rete ecologica. Conseguentemente a tutto quanto sopra descritto le attività da compiere sono state articolate nelle seguenti fasi di analisi: a) in ordine agli aspetti forestali ambientali : - individuazione del limite del bosco (Art. 2 L.R. 22 gennaio 1999 n. 4; Art. 26 del D.L. n.5/2012); - individuazione delle tipologie forestali (in base ai Tipi Forestali della Liguria Istituto per le Piante da Legno e l Ambiente S.p.A., 2008); - caratterizzazione dendrometrica delle tipologie forestali; - analisi delle attitudini, delle vocazioni e delle funzioni preminenti con definizione delle destinazioni selvicolturali di indirizzo; - definizione di modelli di riferimento colturale di indirizzo; - indicazione e caratterizzazione a fini gestionale di unità di indirizzo gestionale o macroparticelle; - individuazione della viabilità di servizio al bosco; - formulazione delle azioni di piano (modalità con cui si persegue la tutela e valorizzazioni delle risorse territoriali e lo sviluppo del settore agro silvo pastorale); - Indicazioni in merito ai boschi trasformabili e agli interventi compensativi. b) in ordine agli aspetti paesistico territoriali : - individuazione dei boschi a preminente funzione produttiva; - individuazione dei boschi a preminente funzione protetiva e protettivo produttiva; - individuazione dei boschi di rilevanza naturalistica e paesaggistica; - individuazione e caratterizzazione della viabilità di servizio al bosco e indicazione delle azioni per la manutenzione e il miglioramento.. In Appendice 2 sono riportate le modalità esecuzione dei rilievi e analisi territoriali. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.9

11 DATI SINTETICI DI PIANO SUPERFICIE COMPLESSIVA DEL PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE Il Piano Forestale Territoriale di Indirizzo dell ambito Pollupice interessa i Comuni di Balestrino, Boissano, Borghetto Santo Spirito, Borgio Verezzi, Calice Ligure, Finale Ligure, Giustenice, Loano, Magliolo, Noli, Orco Feglino, Pietra Ligure, Rialto, Spotorno, Toirano, Tovo San Giacomo, Vezzi Portio. La superficie totale dell Ambito Pollupice si estende su circa 235 chilometri quadrati, come indicato in tabella 1. AMBITO TERRITORIALE POLLUPICE COMUNE SUPERFICIE COMPLESSIVA (ha) Balestrino Boissano 865 Borghetto Santo Spirito 537 Borgio Verezzi 293 Calice Ligure Finale Ligure Giustenice Loano Magliolo Noli 969 Orco Feglino Pietra Ligure 967 Rialto Spotorno 821 Toirano Tovo San Giacomo 957 Vezzi Portio 968 Tabella 1: Comuni di Ambito Pollupice. Al fine di fornire un quadro indicativo della situazione, è riportata di seguito una tabella di inquadramento (tab.2), contenente i dati ripartiti per amministrazione comunale relativi all uso del suolo, così come desunti dall uso del suolo 2012 (Fonte: Repertorio Cartografico della Regione Liguria). Questi dati possono divergere sia da quelli contenuti in altri documenti o atti pianificatori, sia da quanto contenuto in seguito dal presente Piano, in quanto di recente aggiornamento in particolare per i contenuti degli altri usi del suolo non inerenti il Piano in esame (aree antropizzate, aree agricole e corpi idrici e ambienti seminaturali). Per le informazioni riguardanti i territori boscati si rimanda ai contenuti riportati nel presente Piano in merito all analisi delle tipologie forestali (par. DISTRIBUZIONE DEI TIPI FORESTALI NEI COMUNI DELLA VALLE ARROSCIA). COMUNE AREE ANTROPIZZATE (ha) AREE AGRICOLE (ha) TERRITORI BOSCATI E AMBIENTI SEMINATURALI (ha) CORPI IDRICI (ha) Balestrino 19,06 135,80 971,92 2,14 Boissano 61,80 105,50 697,74 Borghetto Santo Spirito 131,12 132,54 265,69 7,77 Borgio Verezzi 70,60 105,77 116,09 0,50 Calice Ligure 33,56 175, ,25 7,05 Finale Ligure 316,07 823, ,43 33,24 Giustenice 18,53 170, ,19 8,28 Loano 260,35 313,71 771,21 9,33 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.10

12 COMUNE AREE ANTROPIZZATE (ha) AREE AGRICOLE (ha) TERRITORI BOSCATI E AMBIENTI SEMINATURALI (ha) CORPI IDRICI (ha) Magliolo 49,65 153, ,34 8,01 Noli 75,18 209,82 682,68 0,88 Orco Feglino 24,94 160, ,63 6,65 Pietra Ligure 235,42 221,75 504,01 5,39 Rialto 16,77 123, ,61 4,85 Spotorno 112,13 97,64 609,73 1,52 Toirano 87,00 204, ,50 13,66 Tovo San Giacomo 49,74 332,59 567,22 7,67 Vezzi Portio 30,56 115,89 820,15 0,92 Totale superficie Ambito Pollupice 1.592, , ,39 117,86 Tabella 2: Comuni dell Ambito Pollupice e dati relativi ai Territori boscati e ambienti seminaturali (Fonte: Regione Liguria) L analisi dell uso del suolo attuale (riportata in Tav. 1) è stata condotta a partire dal Repertorio Cartografico della Regione Liguria (Uso del suolo 2012), in formato shapefile con classificazione secondo Legenda la CLC di 3, 4 e 5 Livello. Il materiale acquisito è stato verificato e perfezionato in una prima fase tramite fotointerpretazione. In tal modo è stato possibile costruire una carta dell uso del suolo di buon livello di precisione e attendibilità per il territorio indagato dal PFTI fino al 4 livello Corine Land Cover per le tipologie di Uso del Suolo direttamente interessate dagli specifici contenuti del PFTI (boschi, arbusteti e praterie) secondo la correlazione assegnate tra le classi di legenda della Carta dei Tipi Forestali e quelle della Carta di Uso del Suolo indicata al par Chiavi interpretative della Relazione illustrativa della Carta di Uso del Suolo della Regione Liguria 1: Di seguito si riporta lr tabelle riassuntive (tabb.4 e 5) complessiva dell intero territorio interessato dal PFTI esaustiva dei singoli codici CLC utilizzati (superfici desunte da GIS; il valore delle superfici totali può risultare differente dalla superficie amministrativa considerata ufficiale). CLASSI DI USO DEL SUOLO (Corine Land Cover) Superficie (ha) Superficie (%) 1111 Tessuto urbano residenziale continuo e denso 91,75 0,39% 1112 Tessuto urbano residenziale continuo mediamente denso 353,06 1,50% 1121 Tessuto residenziale discontinuo e mediamente denso 479,34 2,04% 1122 Tessuto residenziale discontinuo e sparso (case sparse) 177,81 0,76% 1211 Aree industriali o artigianali 63,28 0,27% 1212 Aree commerciali 5,25 0,02% 1213 Aree occupate da grandi impianti di servizi pubblici, militari e privati 38,99 0,17% 1221 Reti autostradali e spazi accessori 65,61 0,28% 1222 Superstrade, grandi arterie di viabilità e spazi accessori 83,38 0,35% 1223 Altre strade della rete di viabilità extraurbana e spazi accessori 20,01 0,09% 1224 Reti ferroviarie e spazi accessori 19,27 0,08% 1225 Reti tecnologiche e aree di servizio 5,96 0,03% 1232 Aree portuali usate prevalentemente per il diporto 13,45 0,06% 131 Aree estrattive 79,67 0,34% 132 Discariche 13,96 0,06% 1331 Cantieri, spazi in costruzione e scavi 21,55 0,09% 1332 Suoli rimaneggiati e artefatti 8,04 0,03% 134 Terreni non utilizzati e/o abbandonati all interno delle aree urbane 11,19 0,05% PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.11

13 CLASSI DI USO DEL SUOLO (Corine Land Cover) Superficie (ha) Superficie (%) 141 Aree verdi urbane 27,60 0,12% 1421 Campeggi e strutture turistico ricettive 41,23 0,18% 1422 Aree sportive 36,61 0,16% 1423 Parchi di divertimento e aree attrezzate 4,55 0,02% 1425 Ippodromi e spazi associati 2,76 0,01% 1427 Aree archeologiche Grandi aree aperte al pubblicoi 2,50 0,01% 143 Aree cimiteriali 13,82 0,06% 211 Seminativi in aree non irrigue 5,23 0,02% 2122 Vivai 71,46 0,30% 2123 Colture orticole in pieno campo in pien'aria 3,09 0,01% 2124 Colture in serra o sotto altra copertura (plastica,..) 11,21 0,05% 2125 Colture in piena aria e colture in serra o sotto altra copertura giustapposte 43,09 0,18% 221 Vigneti 164,76 0,70% 2211 Vigneti misti ad olivetii 437,14 1,86% 2212 Vigneti e/o altri tipi di colture permanenti (non oliveti) abbandonate 64,17 0,27% 2221 Frutteti e agrumeti 23,88 0,10% 223 Oliveti 1.685,57 7,16% 2231 Oliveti abbandonati 13,93 0,06% 231 Prati stabili 110,70 0,47% 241 Colture annuali associate a colture permanenti 5,03 0,02% 242 Sistemi colturali e particellari complessi 811,71 3,45% 243 Colture agrarie prevalenti con presenza di spazi naturali 514,91 2,19% 3111 Bosco xerofilo a prevalenza di specie sempreverdi 371,16 1,58% 3112 Bosco misto termofilo 4.463,30 18,96% 3113 Bosco misto mesofilo 1.423,94 6,05% 3114 Bosco a prevalenza di faggio 1.699,11 7,22% 3115 Bosco a prevalenza di castagno 3.596,27 15,28% 3116 Castagneti da frutto 0,76 0,00% 3117 Bosco di specie igrofile 521,44 2,22% 312 Boschi di conifere 1.353,08 5,75% 313 Boschi misti 1.440,67 6,12% 321 Aree a pascolo naturale e praterie d'alta quota 34,13 0,15% 322 Brughiere e cespuglieti 1.642,08 6,98% 323 Aree con vegetazione a sclerofille 920,53 3,91% 324 Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 196,84 0,84% 331 Spiagge, sabbie, dune 67,48 0,29% 332 Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti 61,80 0,26% 333 Aree con vegetazione rada 30,22 0,13% 5111 Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione scarsa 19,51 0,08% 5114 Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione abbondante 43,52 0,18% 5232 Mare 2,84 0,01% TOTALE ,21 100,00% PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.12

14 Tabella 3: Classi di uso del suolo aggregati al terzo, quarto e quinto livello di CLC. CLASSI DI USO DEL SUOLO (2 Livello Corine Land Cover) Superficie (ha) Superficie (%) 1.1. Zone urbanizzate di tipo residenziale 1.101,96 4,68% 1.2. Zone industriali, commerciali ed infrastrutturali 315,20 1,34% 1.3. Zone estrattive, cantieri, discariche e terreni artefatti e abbandonati 134,41 0,57% 1.4. Zone verdi artificiali non agricole 129,08 0,55% 2.1. Seminativi 134,08 0,57% 2.2. Colture permanenti 2.389,45 10,15% 2.3. Prati stabili (foraggere permanenti) 110,70 0,47% 2.4. Zone agricole eterogenee 1.331,65 5,66% 3.1. Zone boscate ,74 63,18% 3.2. Zone caratterizzate da vegetzione arbustiva e/o rada 2.793,58 11,87% 3.3. Zone aperte con vegetazione rada o assente 159,50 0,68% 5.1. Acque continentali 63,03 0,27% 5.2 Acque marittime 2,84 0,01% TOTALE ,21 100,00% Tabella 4: Classi di uso del suolo aggregati al secondo livello di CLC. SUPERFICIE FORESTALE La superficie forestale individuata nell ambito del PFTI risponde alle definizioni dell art. 2 della L.R. 4/1999 che di seguito si riporta per esteso. [ ] Art. 2 (Definizione di bosco) 1. Agli effetti della presente legge si considera bosco qualsiasi terreno coperto da vegetazione forestale arborea/arbustiva, di origine naturale o artificiale, in qualsiasi stadio di sviluppo nonché il terreno temporaneamente privo della preesistente vegetazione forestale arborea e/o arbustiva per cause naturali o per interventi dell uomo. 2. Non sono da considerarsi bosco: a) gli appezzamenti di terreno che, pur in possesso dei requisiti di cui al comma 1 del presente articolo, hanno una superficie inferiore a mezzo ettaro e distano da altri appezzamenti boscati almeno 50 metri misurati fra i margini più vicini; b) gli appezzamenti di terreno agricolo incolti da almeno quindici anni; c) i prati e i pascoli arborati il cui grado di copertura arborea non superi il 50 per cento della loro superficie; d) i castagneti da frutto purchè razionalmente coltivati e aventi i requisiti indicati nel regolamento di cui all articolo 48; e) le colture arboree e arbustive specializzate da frutto, da fiore, da fronda, da ornamento e da legno; f) i filari di piante, i vivai, i giardini e i parchi urbani. 3. Quando sugli appezzamenti di cui al comma 2 lettera b), incolti da oltre cinque anni, si insedia una predominante vegetazione spontanea arborea e/o arbustiva, tali terreni vengono assogettati alla disciplina prevista dalla presente legge per il bosco, fatta salva la possibilità che sugli stessi venga ripresa l attività agricola, previa autorizzazione e con le modalità di cui al comma 5 dell articolo 47. La superficie forestale complessiva per il territorio interessato dal PFTI in base all analisi sopradescritta è risultata pari a ,19 ha. La restante superficie del territorio dell ambito Pollupice, pari al 30,56% del totale, è interessata da altri usi del suolo (inclusa la categoria di uso del suolo cespuglieti ). L analisi forestale specifica (cfr. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.13

15 ANALISI FORESTALE, Descrizione metodologica) finalizzata alla delimitazione del bosco è stata condotta attraverso le seguenti fasi operative: - fotointerpretazione mirata alla definizione di dettaglio del limite del bosco secondo le definizioni sopraccitate; - elaborazione delle bozze delle Carte dei Tipi Forestali e delle Categorie Forestali redatte sulla base di informazioni relative a pendenza, substrato, esposizione, altitudine e utilizzando le informazioni contenute nei piani di assestamento riguardanti la composizione del bosco e la natura dei substrati; - sopralluoghi atti a verificare la rispondenza delle informazioni elaborate e ad implementarle con le informazioni biometriche e colturali dei popolamenti. SITI NATURA 2000 e AREE PROTETTE Nel territorio oggetto del piano sono presenti aree incluse entro i seguenti Siti Natura Per l area Pollupice sono individuati i seguenti Siti: - Area SIC IT Rocca dei Corvi Mao Mortou, parzialmente coincidente con le Aree Protette di Interesse Provinciale Pietre Bianche, Monte Mao e Sughereta di Bergeggi. I comuni interessati in parte rientrano nell area Pollupice (Spotorno, Noli e Vezzi Porzio), in parte sono esterni al territorio oggetto di Piano (Quiliano, Vado Ligure, Bergeggi); L Ente Gestore è la Provincia di Savona; - Area SIC IT Finalese Capo Noli parzialmente coincidente con l Area Protetta di Interesse Provinciale Finalese. I comuni interessati sono Orco Feglino, Vezzi Porzio, Noli, Finale Ligure, Borgio Verezzi e Calice Ligure; L Ente Gestore è la Provincia di Savona; - Area SIC IT Monte Ciazze Secche che comprende l Area protetta di Interesse Provinciale Ciazze Secche, che interessa i comuni di Giustenice, Pietra Ligure e Loano. L Ente Gestore è la provincia di Savona; - Area SIC IT Monte Carmo Monte Settepani parzialmente coincidente con le Aree Protette di Interesse Provinciale Melogno, Carmo di Loano, Val Varatella e Rocca Barbena. I comuni interessati sono in parte esterni all area oggetto di Piano (Bormida, Osiglia, Calizzano, Bardineto, Castelvecchio di Rocca Barbena) e in parte interni (Rialto, Magliolo, Giustenice, Pietra Ligure, Loano, Boissano, Toirano). L Ente Gestore è la Provincia di Savona; - Area SIC IT Monte Ravinet Rocca Barbena parzialmente coincidente con le Aree Protette di Interesse Provinciale Rocca Barbena, Val Varatella, Carmo di Loano. Il Sito interessa i comuni di Toirano, Boissano e Balestrino, inclusi nell area Pollupice e di Castelvecchio di Rocca Barbena, esterno all area oggetto di Piano. L Ente Gestore è la Provincia di Savona; - Area SIC IT Monte Acuto Poggio Grande Rio Torsero parzialmente coincidente con le Aree Protette di Interesse Provinciale Poggio Grande, Monte Acuto, Valle Rio Iba e Rio Garlenda. I comuni interessati sono in parte interni all area Pollupice (Balestrino, Toirano, Borghetto Santo Spirito) e in parte esterni (Zuccarello, Cisano sul Neva, Ceriale e Albenga). L Ente Gestore è la Provincia di Savona. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.14

16 Di seguito i dati relativi alle superfici comunali interessate dai SIC (si ricorda che sono assenti ZPS), corrispondenti al 40,35% del totale dell Area Pollupice. COMUNI POLLUPICE SUP. COMUNALE (HA) SUPERFICIE COMUNALE IN AREA SIC (HA) SUPERFICIE COMUNALE IN AREA SIC (%) BALESTRINO 1.128,95 608,19 53,87% BOISSANO 865,05 628,07 72,60% BORGHETTO SANTO SPIRITO 538,59 191,64 35,58% BORGIO VEREZZI 292,69 47,80 16,33% CALICE LIGURE 1.933,86 0,46 0,02% FINALE LIGURE 3.469, ,96 57,15% GIUSTENICE 1.741, ,06 72,92% LOANO 1.350,05 758,31 56,17% MAGLIOLO 1.917,34 864,88 45,11% NOLI 969,24 415,33 42,85% ORCO FEGLINO 1.770,94 212,50 12,00% PIETRA LIGURE 967,99 339,18 35,04% RIALTO 1.984,16 50,67 2,55% SPOTORNO 819,78 487,46 59,46% TOIRANO 1.860, ,79 77,99% TOVO SAN GIACOMO 957,23 VEZZI PORTIO 967,53 187,46 19,38% TOTALE AREA POLLUPICE , ,75 40,35% Tabella 5: Superfici interessate da Aree protette nei Comuni PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.15

17 Figura 1: Localizzazione amministrativa territoriale dei Siti Natura 2000 dell area Pollupice Con riferimento alle Aree protette, la Provincia di Savona è dotata di Piano Provinciale delle Aree Protette e dei Sistemi Ambientali, approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 5 del Il Piano suddivide il territorio in Sistemi Ambientali, con cui si intende unità funzionali di livello sovracomunale, individuati sulla base dell omogeneità geografica, paesaggistico ambientale e storico culturale oltre che per le specifiche possibilità di messa in rete al loro interno delle varie aree di interesse naturalistico ambientale, dei beni storico locali, delle infrastrutture e dei relativi servizi. Per l Ambito Pollupice sono individuati i seguenti Sistemi Ambientali: - Poggio Grande, in cui rientrano, tra gli altri, i comuni di Balestrino e Borghetto Santo Spirito; - Carmo, in cui sono collocati Boissano, Borgio Verezzi, Giustenice, Loano, Magliolo, Pietra Ligure, Toirano, Tovo San Giacomo; - Finalese, che comprende il territorio dei comuni di Calice Ligure, Finale Ligure, Noli, Orco Feglino, Vezzi Portio e Rialto; - Savonese, in cui rientra, tra gli altri, Spotorno. Dal punto di vista amministrativo, nel territorio coperto dai comuni oggetto del presente Piano, non si segnala la presenza di Parchi Naturali o di Parchi Regionali mentre numerose sono le Aree Protette di Interesse Provinciale individuate entro i confini dell area: - Area Protetta di Interesse Provinciale Poggio Grande, Monte Acuto, Valle Rio Iba; - Area Protetta di Interesse Provinciale Carmo di Loano; - Area Protetta di Interesse Provinciale Rocca Barbena; - Area Protetta di Interesse Provinciale Pietre Bianche; - Area Protetta di Interesse Provinciale Melogno; - Area Protetta di Interesse Provinciale Monte Grosso; - Area Protetta di Interesse Provinciale Alta Val Varatella; - Area Protetta di Interesse Provinciale Finalese; - Area Protetta di Interesse Provinciale Finalese; - Area Protetta di Interesse Provinciale Monte Mao; PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.16

18 - Area Protetta di Interesse Provinciale Torrente Maremola; - Area Protetta di Interesse Provinciale Ciazze secche. COMUNI POLLUPICE SUPERFICIE COMUNALE (HA) SUPERFICIE COMUNALE IN AREA PROTETTA (HA) SUPERFICIE COMUNALE IN AREA PROTETTA (%) *COMUNI CHE RICADONO IN AREE PROTETTE REGIONALI/**COMUNI CHE RICADONO IN AREE PROTETTE DI INTERESSE PROVINCIALE BALESTRINO 1.128,95 651,64 57,72% ** BOISSANO 865,05 628,07 72,60% ** BORGHETTO SANTO SPIRITO 538,59 220,85 41,01% ** BORGIO VEREZZI 292,69 85,70 29,28% ** CALICE LIGURE 1.933,86 1,54 0,08% FINALE LIGURE 3.469, ,54 63,94% ** GIUSTENICE 1.741, ,96 74,23% ** LOANO 1.350,05 758,31 56,17% ** MAGLIOLO 1.917,34 950,19 49,56% ** NOLI 969,24 511,25 52,75% ** ORCO FEGLINO 1.770,94 304,36 17,19% ** PIETRA LIGURE 967,99 436,18 45,06% ** RIALTO 1.984,16 50,67 2,55% ** SPOTORNO 819,78 487,60 59,48% ** TOIRANO 1.860, ,11 90,42% ** TOVO SAN GIACOMO 957,23 271,33 28,34% ** VEZZI PORTIO 967,53 324,93 33,58% ** TOTALE AREA POLLUPICE , ,23 46,21% Tabella 6: Superfici interessate da Aree protette nei Comuni PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.17

19 ASPETTI SOCIOECONOMICI DINAMICA DI POPOLAZIONE L ambito Pollupice conta al 9/10/2011, abitanti (Fonte: Censimenti ISTA). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, i Comuni di Loano e Finale Ligure sono quelli più popolati (rispettivamente e abitanti). Gli altri Comuni maggiori, con una popolazione superiore ai abitanti, sono Borghetto Santo Spirito (5.179) e Pietra Ligure (8.908). Il seguente grafico (fig.1) riporta l andamento demografico complessivo dell ambito territoriale in esame nel periodo che va dal 2001 al Figura 2: andamento della popolazione in Pollupice dal 1981 al Nel periodo considerato, si evidenzia il decremento degli abitanti nei periodi 1981/1991 e 1991/2001 con una riduzione del numero degli abitanti pari a 3 e 3,9%. Considerando l ultimo decennio (2001/2011) la popolazione è nuovamente aumentata (6,35raggiungendo i livelli del Scomponendo questo ultimo dato per i singoli comuni si scopre che l incremento di popolazione dal 1991 al 2011 non è generalizzato su tutto il territorio, ma in alcuni comuni raggiunge picchi del 30%, così come riportato in tabella 9. NUMERO RESIDENTI VARIAZIONE COMUNI /2011 BALESTRINO ,15% BOISSANO ,48% BORGHETTO SANTO SPIRITO ,03% BORGIO VEREZZI ,22% CALICE LIGURE ,83% FINALE LIGURE ,36% PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.18

20 NUMERO RESIDENTI VARIAZIONE COMUNI /2011 GIUSTENICE ,16% LOANO ,98% MAGLIOLO ,99% NOLI ,83% ORCO FEGLINO ,07% PIETRA LIGURE ,81% RIALTO ,43% SPOTORNO ,01% TOIRANO ,43% TOVO SAN GIACOMO ,43% VEZZI PORTIO ,83% TOTALE POLLUPICE ,78% Tabella 7:numero abitanti nei Comuni di Pollupice negli anni 2001 e 2011 e relativa variazione percentuale. I comuni che mostrano un incremento maggiore sono Magliolo e Toirano. Unico comune che mostra incremento di abitanti è Noli, che al pari degli altri, nel periodo mostra perdita di abitanti. COMPARTO TURISTICO L ambito Pollupice rappresenta uno dei poli di maggior attrazione turistica della riviera di ponente. Accanto alla vocazione della fascia costiera per il turismo principalmente estivo, si aggiunge l interesse crescente per le aree dell entroterra. A livello di pianificazione provinciale, è segnalata dalla pianificazione provinciale (PTCP) un insufficiente qualità ricettiva nelle strutture di tipo alberghiero. Proprio nell ambito considerato le componenti geomorfologiche, vegetazionali e faunistiche del territorio con i loro spiccati caratteri di singolarità, costituiscono fattori primari paesistici ed ambientali di attrattività che dovranno essere valorizzati attraverso azioni di coordinamento degli interventi, di costante manutenzione dei siti e di gestione economicamente sostenibile del patrimonio e della sua fruibilità. L Ambito in esame si colloca nell area turistica provinciale Riviera delle Palme e aree turistiche comunali Loanese e Pietrese e Finalese. Di seguito le informazioni ISTAT in merito a Capacità e movimento degli esercizi ricettivi, relativamente all Anno esercizi alberghieri esercizi complementari e bed and breakfast Comuni BALESTRINO BOISSANO BORGHETTO SANTO SPIRITO BORGIO VEREZZI Residenze Turistico Alberghiere N. eserci zi Letti Totale Alberghi N. esercizi Letti N. Campegg i e Villaggi turistici Letti Alloggi in affitto N. Letti Alloggi agroturistici e Country Houses N. Let ti Ostelli per la Gioven tù N. Let ti N. Case per ferie Let ti Rifugi alpini N. Let ti Altri esercizi ricettivi N. Let ti Bed & Breakfa st N. Let ti Totale esercizi complement ari e Bed and Breakfast N. Letti PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.19

21 esercizi alberghieri esercizi complementari e bed and breakfast Comuni CALICE LIGURE FINALE LIGURE GIUSTENICE LOANO MAGLIOLO NOLI ORCO FEGLINO PIETRA LIGURE RIALTO SPOTORNO TOIRANO TOVO SAN GIACOMO VEZZI PORTIO TOTALE POLLUPICE Residenze Turistico Alberghiere N. eserci zi Letti Totale Alberghi N. esercizi Letti N. Campegg i e Villaggi turistici Letti Alloggi in affitto N. Letti Alloggi agroturistici e Country Houses N. Let ti Ostelli per la Gioven tù N. Let ti N. Case per ferie Let ti Rifugi alpini N. Let ti Altri esercizi ricettivi N. Let ti Bed & Breakfa st N. Let ti Totale esercizi complement ari e Bed and Breakfast N. Letti Tabella 8: Ricettività Ambito Pollupice. COMPARTO AGRICOLO Di seguito si illustra la situazione del comparto agricolo nell Ambito Pollupice. Confrontando i valori totali di SAU, si evidenzia in alcuni comuni un decremento che raggiunge il 63 e 70% (Spotorno e Boissano) mentre per altri comuni anche un raddoppio della superficie agricola utilizzata totale (Giustenice, Orco Feglino, Rialto e Tovo San Giacomo). Complessivamente, a livello di ambito si evidenzia un lieve incremento incremento di SAU totale, pari a 8,53%. SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA (SAU) IN ETTARI COMUNI SEMINATIVI COLTIVAZIONI LEGNOSE E AGRARIE PRATI PERMANEN TI E PASCOLI TOTAL E SEMINATIVI COLTIVAZIONI LEGNOSE E AGRARIE PRATI PERMANEN TI E PASCOLI VARIAZIONE SUPERFICIE TOTALE 1990/2000 BALESTRINO ,63% BOISSANO ,74% BORGHETTO SANTO SPIRITO TOTAL E ,54% BORGIO VEREZZI ,27% CALICE LIGURE ,07% PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.20

22 SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA (SAU) IN ETTARI COMUNI SEMINATIVI COLTIVAZIONI LEGNOSE E AGRARIE PRATI PERMANEN TI E PASCOLI TOTAL E SEMINATIVI COLTIVAZIONI LEGNOSE E AGRARIE PRATI PERMANEN TI E PASCOLI TOTAL E VARIAZIONE SUPERFICIE TOTALE 1990/2000 FINALE LIGURE ,04% GIUSTENICE ,11% LOANO ,64% MAGLIOLO ,32% NOLI ,99% ORCO FEGLINO ,23% PIETRA LIGURE ,16% RIALTO ,65% SPOTORNO ,83% TOIRANO ,70% TOVO SAN GIACOMO ,31% VEZZI PORTIO ,76% Totale area Pollupice ,53% Tabella 9: SAU (ha) nei Comuni dell Ambito Pollupice al 2000, 2010 con indicazione della variazione della superficie totale. Anche il numero delle aziende del comparto agricolo ha subito una forte diminuzione nel decennio ' La variazione di circa il 53% in diminuzione del numero di aziende raggiunge livelli massimi in alcuni comuni come Calice Ligure, Noli e Spotorno, dove la variazione supera rispettivamente il 75, 80 e 87% (tab.12). Questi dati mostrano una forte regressione dell'attività agricola legata alla scomparsa della piccola azienda agricola a conduzione familiare. COMUNI NUMERO di AZIENDE VARIAZIONE 1999/2009 BALESTRINO ,75% BOISSANO ,00% BORGHETTO SANTO SPIRITO ,33% BORGIO VEREZZI ,10% CALICE LIGURE ,09% FINALE LIGURE ,43% GIUSTENICE ,41% LOANO ,84% MAGLIOLO ,18% NOLI ,77% ORCO FEGLINO ,43% PIETRA LIGURE ,61% PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.21

23 COMUNI NUMERO di AZIENDE VARIAZIONE 1999/2009 RIALTO ,54% SPOTORNO ,76% TOIRANO ,11% TOVO SAN GIACOMO ,18% VEZZI PORTIO ,07% TOTALE AREA POLLUPICE ,96% Tabella 10: numero di aziende agricole nei Comuni dell Ambito Pollupice negli anni 1999 e 2009 (dati censimento istat 2000 e 2010). FILIERA FORESTA LEGNO E FILIERE CONNESSE PRODOTTI LEGNOSI IN LIGURIA Il settore dei prodotti legnosi in Liguria, presenta svariate problematiche. Il teatro dei prodotti legnosi negli ultimi anni non ha subito grosse trasformazioni: l assortimento prevalente è la legna da ardere. Due studi hanno interessato il territorio regionale: uno promosso da Assolegno/Federlegno Arredo, ed uno affidato dalla Regione Liguria al DEISTAF dell Università degli Studi di Firenze. Il primo lavoro si basò su interviste il cui scopo era quello di approfondire le conoscenze nel settore legno dal punto di vista di lavorazioni, trasformazioni e commercio. La tipologia di ditte intervistate era rappresentata da segherie, carpentieri, fabbricanti di case, fabbricanti d imballaggi. Il periodo analizzato ha risentito della forte crisi economica, per cui in ogni settore è emerso un calo delle lavorazioni. Il settore delle case in legno ha preso piede, anche se con qualche difficoltà, per cui spesso le aziende ripiegano sull assemblaggio piuttosto che sulla realizzazione completa dell edificio. Il settore dell imballaggio, nonostante sia tra quelli che ha risentito maggiormente della crisi, ricopre ancora una fetta di mercato importante: essendo un ambito operativo che dipende da altre attività (agroalimentare, industria) con situazioni instabili se non totalmente in crisi, viene trascinato da queste. Tra le problematiche emerse risultano principalmente: dimensioni aziendali medio piccole; attrezzature in certe circostanze obsolete; maggior parte del legname acquistato fuori regione (perché e difficile trovare materiale di buona qualità in loco); produzione di legna da ardere che rende di più dei segati. Nel documento si suggerisce: l adeguamento tecnico strumentale delle aziende, la maggiore pubblicizzazione dei produttori locali, lo snellimento delle procedure burocratico amministrative e l aumento dei committenti pubblici. La ricerca in corso di svolgimento dall Università degli Studi di Firenze punta, invece, a definire la qualità del legname da lavoro ricavabile da boschi liguri; riguarda il faggio e il castagno, i quali rappresentano oltre un quinto della superficie forestale regionale. I primi risultati dello studio hanno evidenziato che: il castagno in Liguria mantiene le sue grandi potenzialità di albero multifunzionale, con innumerevoli possibilità di impiego, compreso l uso per falegnameria; il faggio presenta esemplari di grandi dimensioni (diametro superiore a 40 cm) che consentono di ottenere legname da opera con rese di classificazione interessanti anche nella classe migliore. I dati fin ora ottenuti aprono nuovi scenari ampliando le possibilità di uso del legname ottenibile dalle foreste liguri abbracciando settori di maggior pregio. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.22

24 Un settore che mostra, invece, un rilevante sviluppo è quello delle biomasse forestali a fini energetici, a cui non è ancora seguito un adeguamento dei prezzi; resta il fatto che a tale scopo è stato realizzato un percorso di qualificazione e/o certificazione del combustibile prodotto (cippato e pellet). Inoltre, è emersa la presenza di alcune produzioni artigianali di nicchia quali: nell ambito della Foresta Regionale Demaniale del Penna il Parco dell Aveto, in collaborazione con i produttori, ha individuato alcuni esemplari adulti di faggio destinati alla produzione della sedia di Chiavari; i fusti verranno segati in tavole (boule), per un volume complessivo di circa 4 5 m 3 annui. Si tratta di una produzione molto limitata destinata a sostenere la tradizionale filiera locale e di qualità del legname di faggio; utilizzo di ciliegio da parte di alcuni artigiani locali per finiture nautiche. Uno dei punti deboli, evidenziato dallo studio Assolegno/Gardino, riguardante la migliore destinazione dei prodotti legnosi del bosco, è rappresentato da una scarsa conoscenza del mercato e degli assortimenti di maggior pregio per ottimizzare qualità del legname, costi di produzione e possibili ricavi. L opportunità di fornire delle linee guida a livello regionale che individuino le specie, i sistemi di lavorazione e gli assortimenti ottenibili da ognuna di esse, in modo da mirare ad assortimenti con il maggiore valore aggiunto, bilanciando i costi, è la conclusione a cui questo studio perviene. Inoltre sarebbe auspicabile la messa in rete delle produzioni dei singoli utilizzatori/trasformatori del legno, integrando l offerta complessiva della regione (potenzialmente assai diversificata in funzione dei numerosi tipi forestali presenti). Volumi commerciali delle utilizzazioni forestali I dati utilizzati provengono da rilevazioni CFS per indagini ISTAT ma alcune tipologie sono state raggruppate perché poco significative se prese singolarmente. Per rendere leggibile l informazione si è provveduto a raggruppare anche le annate precedentemente pubblicate come fatto per il 2009 ed il Analizzando il grafico sottostante si può notare che la distribuzione percentuale degli assortimenti rimane pressoché costante negli anni, con un incremento delle utilizzazioni nel 2010 per la legna da ardere, il legname da triturazione e il tondame da sega e da trancia e un leggero calo, nello stesso anno, per travame e paleria. Figura 3: andamento della popolazione in Pollupice dal 1981 al Volumi commerciali delle utilizzazioni forestali per assortimento (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.23

25 Figura 4: Assortimenti ricavati dai boschi liguri 2010 (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011). Volumi commerciali delle utilizzazioni fuori foresta Questo indicatore mostra un andamento meno chiaro rispetto al precedente, probabilmente legato proprio alle tipologie di formazioni forestali coinvolte dalle utilizzazioni (principalmente pioppeti ed impianti di arboricoltura da legno). I volumi totali sono minimi (rappresentano circa 1/100 del volume totale degli assortimenti in foresta); l unica analogia è rappresentata dal fatto che anche in queste formazioni arboree l assortimento predominante è la legna da ardere, seguita dal tondame da sega che nel 2010 ha rappresentato il 28% degli assortimenti, mentre nel 2009 ha fatto registrare il dato più basso degli ultimi 6 anni. Figura 5: Volumi commerciali delle utilizzazioni fuori foresta per assortimento ( ) (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.24

26 Figura 6: Assortimenti ricavati dal fuori foresta in Liguria (2010) (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011). Prezzi del legname prodotto in liguria Le analisi realizzate per le annate sono legate esclusivamente ai dati forniti da rilevazioni CFS per indagini ISTAT. I dati utilizzati riguardano partite contrattate all imposto, ossia in corrispondenza della prima strada camionabile disponibile. Comparando i dati a livello regionale del 2008 con quelli recenti, si evidenziano incrementi di prezzo più o meno consistenti per tutte le specie, ad eccezione del legname da triturazione e, esclusivamente per le conifere, dei tronchi da sega e della legna per uso energetico. Se tali valutazioni si concentrano a livello provinciale, raggruppando in una sola categoria il legname da opera affinché il dato risulti più leggibile, si evidenzia una situazione variegata: l unica provincia in cui il prezzo della legna per uso energetico ha un calo consistente è La Spezia. Il legname da opera di conifere mostra invece una notevole diminuzione del prezzo sia per Genova sia per Savona, mentre su Imperia non ci sono dati in merito. Negli altri casi è confermato un incremento di valore. Cercando infine di chiarire quali siano gli assortimenti che pesano di più sull economia ligure, si conferma quanto già emerso, in quanto la legna da ardere supera il 60% sia come tipologia che in termini di valore economico, raggiungendo in questo caso addirittura il 67% del totale. Questo a dimostrazione che gli assortimenti più pregiati rappresentano ancora una parte di mercato ristretto. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.25

27 Figura 7: Prezzi medi del legname prodotto in Liguria per assortimento ( ). (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011). Figura 8: Prezzi medi del legname prodotto in Liguria per assortimento e per provincia ( ).. (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011). Figura 9: Peso economico dei diversi assortimenti di legname in Liguria (2010). (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.26

28 Impianti di riscaldamento alimentati con biomassa legnosa La strada intrapresa con la Legge Regionale n 18/99, la quale ha consentito la realizzazione dei tre impianti di teleriscaldamento a cippato a filiera corta, ha dimostrato la fattibilità di tali strutture. Per tale motivo la Regione Liguria, con la D.G.R. 982/10, ha deciso di distribuire oltre Euro non utilizzati, facenti parte di fondi che erano stati stanziati dal Ministero dell Ambiente per promuovere la diffusione dei biocombustibili, affiancandoli a Euro di Fi.L.S.E. S.p.A. destinati a finanziare azioni pilota per la riqualificazione forestale e a 6 Progetti Pilota in essere su tutto il territorio regionale. Tali progetti, riportati nella tabella sottostante, riguardano, tra l altro, la realizzazione di impianti alimentati a cippato o con legna a pezzi per la produzione di calore e acqua calda sanitaria con relative reti di teleriscaldamento. Si sottolinea che i 6 impianti sono in fase di realizzazione, così come un impianto a chip legnosi composto da caldaia da 30 kw (in modulo integrato con serbatoio del cippato) a servizio dell Asilo di Ne (GE). Allo stato attuale risultano operative: le tre centrali di Campo Ligure, Rossiglione e Masone, che sono alimentate totalmente con cippato proveniente da filiera corta (<15 km) di cui il 70% e certificato PEFC. Il risparmio, in termini monetari, per gli utenti del servizio di teleriscaldamento, è pari al 10% rispetto al costo del funzionamento a metano prima dell allaccio alla rete di teleriscaldamento a biomasse; l impianto a pellet a Mallare di Mallarini s.r.l., costituito da una caldaia da 2,8 MW ed un gruppo di tre caldaie che funzionano insieme per un totale di 0,75 MW. Producono direttamente il pellet con gli scarti della segheria: parte del pellet viene utilizzato internamente all azienda per essiccare i pallet; l impianto a cippato di Carcare, un impianto di 850 kw collegato attraverso una rete di teleriscaldamento ad alcuni edifici pubblici (Scuole elementari, medie, Liceo, Bocciofila, Crocebianca, Asilo, Palazetto dello sport, IAL, campi da tennis). L impianto, comunale, è dato in gestione ad un consorzio di privati compreso chi ha costruito l impianto e chi si occupa dell approvvigionamento; vi sono poi altri impianti di interesse in alcune serre soprattutto: 4 superiori a 0,5 MW e 7 più piccoli (superiori ai 100 kw). Una parte di questi impianti sono il frutto del progetto pilota Risparmio energetico per le colture floricole in ambiente protetto attraverso l impiego di biomasse, promosso dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dalla Regione Liguria, e sviluppato dall Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo. Figura 10: Ubicazione degli impianti previsti dai Progetti Pilota e caratteristiche tecniche. (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.27

29 PRODOTTI NON LEGNOSI I prodotti non legnosi della foresta rappresentano un comparto importante per la valorizzazione dei boschi in termini economici, occupazionali ed ambientali. In questo ambito la Liguria detiene un potenziale di sviluppo molto elevato. Funghi Al 31 Dicembre 2010 risultavano attivi 30 consorzi per la raccolta dei funghi epigei spontanei: due di questi effettuano un attività di sola riserva della raccolta. Tra i 30 consorzi attivi solo sette rispondono in pieno a quanto disposto dall articolo 9 della L.R. 27/2007 (rispetto dell art del Codice Civile Consorzi tra imprese e conseguente iscrizione al registro delle imprese presso le Camere di Commercio). La stretta osservanza della norma prevede che tutti i soci del consorzio siano imprese: a questa categoria appartengono anche gli agricoltori che effettuano tale attività in maniera prevalente. Parallelamente ai consorzi anche i gestori delle tredici Foreste del patrimonio regionale della Liguria possono rilasciare tesserini per la raccolta dei funghi. Quattro di esse sono gestite da parchi regionali (Parco Naturale Regionale dell Aveto per le foreste denominate Zatta, Penna e Lame e Parco Naturale Regionale del Beigua per la Foresta della Deiva) e nove dal Corpo Forestale dello Stato. Tartufi La Regione Liguria, in collaborazione con il Dip.Te.Ris. dell Università degli Studi di Genova, l Amministrazione Provinciale di Imperia, la Regione Piemonte (capofila) ed il C.R.P.F. Rhone Alpes (Francia), partecipa ad un progetto Alcotra denominato Amycoforest, volto alla valorizzazione dei funghi e dei tartufi nella provincia di Imperia e allo scambio di esperienze con i partner. Il progetto è stato presentato nell autunno Castagne Il recupero dei vecchi impianti di castagneto da frutto, anche in chiave di agricoltura biologica o integrata, è accompagnato dalla realizzazione di castagneti strutturati razionalmente come frutteti, con buoni risultati produttivi, ma spesso con densità di impianto eccessive. Si tratta quasi sempre di aziende di ridotta superficie, mediamente di 2 3 ettari, solo raramente si riscontrano aziende di 5 o più ettari o forme associative e cooperative. Solitamente la coltura castanicola è complementare ad altri ordinamenti produttivi. Negli anni 2009 e 2010 sono state sostenute delle iniziative volte all incremento della produzione di castagne, marroni e farina di castagne, ponendo in collaborazione enti diversi al fine di aumentare la quantità complessiva di prodotti di qualità conferiti al mercato locale. Fronda Il mercato della fronda verde di essenze arboree ed arbustive spontanee della flora ligure è in via di definizione, in quanto la produzione proveniente da coltivazione in pieno campo e quella derivante da raccolta in bosco o arbusteto non sono chiaramente distinte, per problemi normativi legati all autorizzazione alla raccolta. Miele Il miele rientra pienamente nei prodotti non legnosi della foresta, considerato che la maggior parte delle piante bottinate dalle api sono essenze forestali o arbustive, quali castagno, robinia, erica arborea, tiglio, rovo. Le associazioni apistiche giuridicamente riconosciute operanti in Liguria sono 2: Apiliguria con sede a La Spezia ed Associazione ligure produttori apistici con sede a Savona. Castagne: progetti realizzati La castanicoltura ligure interessa superfici estremamente ridotte (in base ai dati ISTAT 2001 solo l 1,72% della superficie castanicola nazionale) risultando, quindi, marginale nel quadro nazionale ma dimostrativa di tante realtà montane dell Italia appenninica, dove in passato questa pianta ha rappresentato l albero del pane ; aree in cui i castagneti da frutto hanno subito un processo di abbandono causato dallo spopolarsi dell entroterra oltre ad una massiccia ceduazione dovuta a cause fitosanitarie. Le aree vocate per la castanicoltura sono distribuite nell entroterra lungo tutto l arco regionale, emergono, altresì, comprensori dove meglio si sono conservate le colture tradizionali, come le valli delle Alpi Liguri e la Val Bormida a Ponente, le valli interne della provincia di Genova e la Val di Vara nello Spezzino. Si tratta, in genere, di aree montane e marginali, con condizioni morfologiche e pedologiche spesso difficili, soggette a spopolamento. I castagneti ancora produttivi sono generalmente vecchi impianti, anche secolari, con struttura e fisionomia affine ai boschi che non a impianti razionali da frutto, spesso in condizioni morfologiche e di accesso non sempre facili e pertanto poco meccanizzabili. Più di recente alcuni castanicoltori hanno cominciato ad impiantare castagneti strutturati razionalmente come frutteti, anche con buoni risultati produttivi. Le produzioni castanicole regionali sono orientate quasi esclusivamente alla castagna secca e quindi alla farina di castagne (tra le cultivar principali sul Levante la Carpinese, la Chiavarina, la Boiasca o Bodrasca, la Boneivi e sul PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.28

30 Ponente la Gabbiana). Residuale è la quota di marroni (si segnala il Marrone di Triora ad Imperia). Sono del tutto sporadici gli ibridi eurogiapponesi. Le aziende castanicole sono generalmente di piccole dimensioni, con superfici inferiori ai 5 ha. Solo sporadicamente si evidenziano aziende di maggiori dimensioni o forme associative e cooperative. Le aziende castanicole hanno generalmente conduzione familiare, con manodopera avventizia in casi sporadici. Nonostante le problematiche sociali e morfologiche appena descritte, sono comunque presenti alcune forme consortili, cooperative e di associazionismo tra produttori e trasformatori che hanno consentito di accrescere la massa critica del comparto e strutturare anche interventi di filiera tramite l accesso ai finanziamenti pubblici. Dal 2005 al 2010 sono stati realizzati i seguenti progetti di filiera: 1. Inserimento nell Atlante Regionale dei Prodotti Tradizionali di alcune cultivar e prodotti di prima trasformazione: castagna Boiasca o Bodrasca, castagna Gabbiana, castagne secche; 2. progetto di marketing territoriale della Strada della castagna dell Appennino genovese (GE) ad opera del GAL, che si inseriva nel progetto della Strada Europea della Castagna e che raccoglie diversi produttori, tra i quali la più grande realtà ligure, costituita dalla cooperativa Il Castagno ; 3. realizzazione di Progetti Pilota (Montagna Spezzina, Comunità Montane Argentina Armea e Intemelia) che hanno attuato indagini specifiche sul prodotto per la sua caratterizzazione e promozione o veicolato finanziamenti per il recupero di castagneti da frutto; 4. presidio Slow Food delle Castagne secche nei Tecci di Calizzano e Murialdo (SV), che raccoglie produttori, trasformatori e commercializzatori; 5. processo di associazione dei castanicoltori della Val di Vara (SP) attraverso il Parco Nazionale delle Cinque Terre e il progetto INTERREG Mediterritage CHESTnut, che ha curato analisi e proposte di marketing e packaging del prodotto; 6. predisposizione degli itinerari dei gusti e dei profumi, comprendenti le aziende castanicole. Castagne: interventi sui castagneti da frutto Nell ambito del Piano Castanicolo Nazionale, è stato prodotto un quadro complessivo delle molteplici attività svolte nella Regione Liguria. Per quanto riguarda la superficie investita dal castagneto da frutto (474,39 ha) e il numero delle aziende (488), i dati sono quelli relativi all indagine campionaria ISTAT Il settore delle produzione e della promozione delle castagne ha dato segni di vitalità con diverse iniziative intraprese a vario livello, come il processo di valorizzazione delle castagne della Val di Vara (SP). Dai dati AGEA, sotto riportati, del biennio scaturiscono quali e quante siano state le domande presentate sulle misure agroambientali relative ad interventi, finanziati con il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Liguria, di conservazione e/o risanamento di castagneti da frutto in agricoltura biologica o integrata. Tali interventi prevedono attività e obblighi che il beneficiario dovrà seguire secondo quanto stabilito da un disciplinare di produzione, biologico o integrato, il quale adotta un modello di coltivazione ecocompatibile volto a ridurre l utilizzo di concimi e fitofarmaci e ad incentivare il mantenimento di operazioni colturali a basso impatto ambientale, laddove queste consentano di mantenere la presenza dell uomo e il razionale utilizzo del territorio al fine di tutelare lo spazio rurale e le peculiarità paesaggistiche. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.29

31 Figura 11: Interventi realizzati sui castagneti da frutto: SAU e importo richiesto (2010). (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011). Figura 12: Interventi sui castagneti da frutto (2009). (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) Tabella 11: Interventi realizzati sui castagneti da frutto: SAU e importo richiesto (2010). fonte: RaF Liguria 2010 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.30

32 Figura 13: Interventi sui castagneti da frutto (2009). fonte: RaF Liguria 2010 Figura 14: Interventi sui castagneti da frutto (2010). (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) Tartufi: tesserini di idoneità alla raccolta Il numero di raccoglitori liguri, rispetto al 2008, risulta leggermente aumentato, ma non si ha conoscenza dell effettivo esercizio della raccolta dei tartufi, sia sul territorio ligure che su quello nazionale. In provincia di Genova si può notare l aumento dei raccoglitori, il tartufo più ricercato non è solo il bianco pregiato, ricercato prevalentemente in alta Valbormida, ma anche i neri (pregiato, estivo, scorzone, moscato, uncinato, nero ordinario) ed il bianchetto, specie che risultano localmente diffuse su gran parte del territorio regionale. Infine, è stato calcolato l importo teorico massimo complessivo della tassa di concessione regionale che si presume venga corrisposto annualmente dall insieme dei raccoglitori, anche nell ipotesi di un eventuale e quanto mai auspicata destinazione dei relativi proventi al sostegno di azioni concrete volte alla valorizzazione del tartufo nonché alla sua tutela e salvaguardia. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.31

33 Tabella 12: Nuovi tesserini e rinnovi ( ) e totale dei tesserini in corso di validità con importo ipotetico della tassa di concessione regionale (2010). (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) Figura 15: Distribuzione dei raccoglitori di tartufi con tesserino nelle diverse province (2010) (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) Mieli dei Parchi della Liguria A partire dal 2004, il Concorso Mieli dei Parchi della Liguria, ha dato l opportunità agli apicoltori dei Parchi liguri, di verificare la qualità dei loro mieli, annata per annata, sia dal punto di vista chimico fisico che organolettico. Il concorso è frutto di una collaborazione fra Enti pubblici: l Amministrazione Provinciale di Genova, che ha fortemente sostenuto il concorso, le Amministrazioni Provinciali della Spezia e di Savona ed infine, da 2 anni a questa parte, la Provincia di Imperia, gli Enti Parco e la Regione Liguria, con la messa a disposizione del Laboratorio Regionale per le analisi dei terreni e delle produzioni alimentari di Sarzana per le analisi dei campioni di miele a concorso. I campioni di miele a concorso vengono sottoposti a scrupolose ed attente selezioni: in primis le analisi chimico fisiche, necessarie a determinare le caratteristiche di composizione del miele, realizzate dai tecnici del Laboratorio Regionale, i campioni selezionati vengono sottoposti alle analisi organolettiche realizzate da una giuria composta da numerosi assaggiatori, iscritti all Albo Nazionale Esperti in analisi sensoriale del miele, provenienti da diverse regioni d Italia. All edizione 2009 di Arenzano (13 Dicembre 2009) hanno partecipato 106 apicoltori portando a concorso 234 campioni di miele. Le tipologie dei mieli a concorso sono state le seguenti: millefiori (95 campioni), robinia (64 campioni), castagno (45 campioni), melate (25 campioni), tiglio (1 campione), erica (3 campione) e tarassaco (1 campione). Complessivamente PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.32

34 sono stati esclusi 70 campioni: 5 perché non in regola con i requisiti di partecipazione, 5 esclusi dalle analisi chimicofisiche e 60 dalle analisi organolettiche. Questi i risultati dell edizione 2009: 27 mieli hanno ottenuto 3 api d oro, 51 campioni hanno ottenuto 2 api d oro e 86 campioni sono stati premiati con 1 ape d oro. All edizione 2010 di Torriglia (28 Novembre 2010), hanno partecipato 98 apicoltori, portando a concorso 217 campioni di miele. Le tipologie dei mieli a concorso sono state le seguenti: millefiori (95 campioni), robinia (57 campioni), castagno (34 campioni), melate (23 campioni), tiglio (6 campioni), erica (1 campione) e rovo (1 campione). Sono stati esclusi 62 campioni di miele: 8 perche non in regola con i requisiti di partecipazione, 25 esclusi dalle analisi chimico fisiche e 29 dalle analisi organolettiche. Questi i risultati dell edizione 2010: 36 mieli hanno ottenuto 3 api d oro, 83 campioni hanno ottenuto 2 api d oro e 36 campioni sono stati premiati con 1 ape d oro. Figura 16: e Figura 17: Risultati delle edizioni Concorso Mieli dei Parchi 2009 (a sinistra) e 2010 (a destra) (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) Fronda verde: quantità commercializzata e valore La fronda verde per uso floristico rappresenta un importante prodotto non legnoso che trova la sua fonte sia nell attività di coltivazione in pieno campo che nella raccolta in natura ad opera di personale specializzato. Le specie raccolte e conferite al mercato dei fiori di Sanremo sono essenzialmente specie sempreverdi della macchia mediterranea, quali mirto, corbezzolo, leccio e lentisco oltre ad agrifoglio, edera ed erica (calluna), utilizzate per confezionare le composizioni floreali e commerciate anche fuori Italia. Come si può notare dai grafici si tratta quasi sempre di quantità contenute, sia in termini di massa che di importi, con le sole eccezioni dell edera e del lentisco, che raggiungono valori significativi nei due anni presi in considerazione. Nonostante il mercato ristretto di questo prodotto, i valori unitari medi, espressi in Euro al kg, sono molto interessanti rispetto a quelli comunemente spuntati per i materiali legnosi classici. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.33

35 Tabella 13: Quantità e valori di fronda verde commercializzata nel Mercato di Sanremo ( ). (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) Figura 18: Quantità di fronda vendute nel Mercato di Sanremo, per specie ( ) (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) Figura 19: Prezzi unitari medi della fronda venduta nel Mercato di Sanremo, per specie ( ). (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.34

36 Funghi: consorzi per la gestione della raccolta Alla data del 31 Dicembre 2010 risultano attivi in Liguria 30 consorzi, uno in più rispetto al 2009: due di questi effettuano un attività di sola riserva della raccolta. Tra i 30 consorzi attivi solo sette rispondono in pieno, almeno formalmente, a quanto disposto dall articolo 9 della L.R. 27/2007 (rispetto dell art del codice civile consorzi tra imprese e conseguente iscrizione al registro delle imprese presso le camere di commercio). Per ciò che attiene l adempimento degli obblighi in carico ai consorzi ( relazione concernente l ammontare e la natura dei proventi introitati, con particolare riferimento a quelli conseguiti dal rilascio dei tesserini, nonché le spese sostenute comma 2 art. 10 L.R. 10/2007), unitamente al progetto di cui al comma 4 articolo 10 L.R. 27/2007), con riferimento all anno 2009, sono risultati pienamente o parzialmente in regola solo quattordici consorzi su ventinove. Per il 2010 la situazione non è diversa: sono risultati pienamente o parzialmente in regola solo nove consorzi su trenta. È evidente che sulla base di tali dati, parziali ed incompleti, non appare possibile stimare il valore economico dei tesserini venduti sull intera regione. Ciò è particolarmente grave in quanto tale valore può essere realisticamente correlato alla produzione di carpofori, variabile annualmente in funzione di numerosi parametri ambientali e meteorologici. In tal modo si perde l unica possibilità di stima delle quantità e del valore delle produzioni fungine in Liguria. Tabella 14: Elenco dei Consorzi attivi per la gestione della raccolta funghi. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.35

37 (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) * I valori negativi nella settima e ottava colonna devono essere interpretati tenendo conto degli avanzi di gestione degli anni precedenti. Tabella 15: Ricavi, spese e importi disponibili (per attività art. 9 c. 3 L.R. 27/2007) dei Consorzi attivi per la gestione della raccolta funghi. (Fonte: Rapporto sullo stato delle Foreste in Liguria, Regione Liguria Compagnia delle Foreste, 2011) PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.36

38 ASPETTI TERRITORIALI ED AMBIENTALI INQUADRAMENTO GEOGRAFICO Il territorio del Pollupice appartiene amministrativamente alla Provincia di Savona. È formato dai comuni di: Balestrino, Boissano, Borghetto Santo Spirito, Borgio Verezzi, Calice Ligure, Finale Ligure, Giustenice, Loano, Magliolo, Noli, Orco Feglino, Pietra Ligure, Rialto, Spotorno, Toirano, Tovo San Giacomo e Vezzi Portio. Massiccia è la presenza nel territorio di cavità naturali e grotte, specie in Val Varatella e nel comune di Toirano, ricche di particolare pregio naturalistico e soprattutto storico per le numerose testimonianze rinvenute. Tra le cavità più famose si può menzionare la Grotta della Basura o della Strega, ricca di importanti tracce e reperti archeologici. Le valli savonesi prendono forma dalle due principali catene montuose, le Alpi liguri o Marittime comprese tra il Colle di Cadibona e il Colle di Tenda e l'appennino ligure. Secondo gli studi è proprio sul colle di Cadibona, a 435 m sul livello del mare, dove i due sistemi montani vengono convenzionalmente divisi, formando un insieme di articolate valli e colline diverse orograficamente tra loro. Il versante tirrenico è suddiviso in 21 bacini principali di dimensioni per lo più piccole e molto piccole; i più estesi sono i bacini Varatella, Nimbalto, Maremola, Bottassano, Pora, Sciusa, Noli e Crovetto. INQUADRAMENTO AMMINISTRATIVO I Comuni presenti nel territorio di competenza del PFTI dell ambito del Pollupice sono diciassette e si trovano tutti all'interno della provincia di Savona. Nella tabella seguente se ne riporta l'elenco e le relative superfici. Comuni Cod. Istat Popolazione Superficie in km 2 Regione Agraria Balestrino ,30 Media Valle dell'arroscia e del Neva Boissano ,66 Colline litoranee di Albenga Borghetto Santo Spirito ,37 Colline litoranee di Albenga Borgio Verezzi ,93 Colline litoranee di Albenga Calice Ligure ,35 Alto Bormida di Millesimo Finale Ligure ,70 Colline litoranee di Albenga Giustenice ,43 Colline litoranee di Albenga Loano ,56 Colline litoranee di Albenga Magliolo ,19 Alto Bormida di Millesimo Noli ,69 Colline litoranee di Savona Orco Feglino ,72 Alto Bormida di Millesimo Pietra ligure ,67 Colline litoranee di Albenga Rialto ,86 Alto Bormida di Millesimo Spotorno ,22 Colline litoranee di Savona Toirano ,62 Media Valle dell'arroscia e del Neva Tovo San Giacomo ,58 Colline litoranee di Albenga Vezzi Portio ,68 Colline litoranee di Savona Tabella 16:Comuni dell ambito Pollupice Cod. Istat, popolazione, superficie e regione agraria di appartenenza. In Appendice 3 si trova l inquadramento climatico e geomorfologico, litologico e clivometrico dell Ambito Pollpice. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.37

39 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ESISTENTE E VINCOLI In Appendice 4 si trova il capitolo integrale sulla pianificazione territorialie e vincoli dell Ambito Pollpice PIANIFICAZIONE DI LIVELLO COMUNALE Il Piano Regolatore Generale (P.R.G.) è definito dalla Legge Urbanistica Statale 17 agosto 1942, n come strumento pianificatorio che deve considerare la totalità del territorio comunale e deve indicare essenzialmente: - la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e navigabili e dei relativi impianti; - la divisione in zone del territorio comunale con la precisazione delle zone destinate all'espansione dell'aggregato urbano e la determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona; - le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù; - le aree da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico nonché ad opere ed impianti di interesse collettivo o sociale; - i vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale, paesistico; - le norme per l'attuazione del piano. Questo documento, che viene redatto da un singolo Comune o da più Comuni limitrofi (Piano Regolatore Generale Intercomunale). Con la Legge Regionale n. 36 del 4 settembre 1997 Legge urbanistica regionale Testo coordinato con le modifiche apportate dalle LR n. 38/2007; n. 1 e 2/2008, in materia di governo del territorio, la Regione Liguria, in sostituzione del Piano Regolatore Generale, ha introdotto un nuovo strumento di pianificazione urbanistica a livello comunale: il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.). Gli strumenti della pianificazione territoriale di livello comunale sono, oltre al Piano urbanistico comunale, i Progetti urbanistici operativi (di seguito denominato PUO) e i Programmi attuativi (di seguito denominato PA). Gli Elementi costitutivi del Piano urbanistico comunale sono: a) descrizione fondativa; b) documento degli obiettivi; c) struttura del piano; d) norme di conformità e di congruenza. Le norme di conformità sono quelle relative agli ambiti di conservazione e riqualificazione per i quali definiscono, con i mezzi più opportuni, gli esiti fisici, paesistici, tipologici, funzionali e prestazionali da conseguire nei singoli ambiti, in relazione agli specifici caratteri ed alla identità dei luoghi, nonché al ruolo attribuito a ciascuno di tali ambiti mentre le norme di congruenza sono quelle relative ai distretti di trasformazione e definiscono, nelle opportune forme grafiche e normative, anche di tipo parametrico, prestazionale e gestionale, condizioni e requisiti generali di attuazione del PUC. In tabella si riporta lo stato della pianificazione nei comuni analizzati, per quanto è stato possibile acquisire, con alcuni elementi informativi e presso gli Enti comunali. COMUNE STRUMENTO DATA ATTO BALESTRINO PUC adozione progetto preliminare D.C.C. n. 22 del 30/06/2009 BOISSANO PUC D.P.G.R. del 14/11/2007 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.38

40 BORGHETTO SANTO SPIRITO PUC adozione progetto preliminare D.C.C. n. 74 del 30/08/2006 BORGIO VEREZZI PRG D.P.G.R. n. 247 del 10/04/1996 CALICE LIGURE PUC D.P.G.R. del 28/02/2002 FINALE LIGURE PUC D.P.G.R. del 19/12/2007 GIUSTENICE PRG D.P.G.R. n. 69 del 13/05/2002 LOANO PRG D.P.G.R. n 372 del 04/12/1998 MAGLIOLO PUC adozione progetto preliminare 25/01/2012 NOLI PRG D.P.G.R. 171 del 15/09/2003 ORCO FEGLINO PRG D.P.G.R. 63 del 23/04/2002 PIETRA LIGURE PRG D.P.G.R. 209 del 27/02/2005 RIALTO PUC D.P.G.R. del 13/02/2008 SPOTORNO PRG D.P.G.R. n. 356 del 29/05/1996 TOIRANO PRG D.P.G.R. n. 104 del 12/04/1999 TOVO SAN GIACOMO PRG D.P.G.R. n. 97 del 31/03/1999 VEZZI PORTIO PUC D.P.G.R. del 20/12/2006 Tabella 17: sintesi degli strumenti urbanistici nell Ambito Pollupice e relative caratteristiche (fonte: Provincia di Savona; Comuni). SITI NATURA 2000 All interno del territorio oggetto del presente PIF sono presenti alcuni siti che fanno parte della Rete Natura I siti presenti sono: Tipo Codice RN2000 Nome SIC IT Monte Carmo Monte Settepani SIC IT Finalese Capo Noli SIC IT Rocca dei Corvi Mao Mortou SIC IT Monte Ciazze Secche SIC IT Monte Ravinet Rocca Barbena SIC IT Monte Acuto Poggio Grande Rio Torsero S.I.C. SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA.. MISURE DI CONSERVAZIONE RELATIVE A SPECIE E HABITAT PRESENTI La legge finanziaria 2007 prevede che entro tre mesi dalla sua entrata in vigore le Regioni provvedano a dotarsi delle opportune misure di conservazione sulla base di criteri minimi uniformi definiti con apposito decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. La Regione Liguria ha finanziato la predisposizione degli indirizzi gestionali e delle misure di conservazione delle Zone di protezione speciale (Zps) liguri e di alcuni Siti di interesse comunitario (Sic) ad esse collegati e degli approfondimenti PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.39

41 conoscitivi a questi finalizzati (decreto dirigenziale n.3147 del 24 dicembre 2003, decreto dirigenziale n.1542 del 4 agosto 2004). A seguito dei risultati di tali incarichi è stato predisposto un regolamento con le principali misure di conservazione delle Zone di protezione speciale liguri attualmente in corso di approvazione dal Consiglio regionale. Per quanto riguarda i Siti di importanza comunitaria terrestri, la Regione ha, con decreto giunta regionale n.202 del 12 febbraio 2005, avviato l'elaborazione delle principali misure di conservazione che individuano le priorità gestionali di ciascun sito, valutando anche la necessità di redigere specifici e appositi piani di gestione in accordo con quanto previsto dal decreto ministeriale del 3 settembre 2002 e con dgr n.126 del 9 febbraio 2007 ha fornito indirizzi per le attività agrosilvopastorali nei siti della Rete Natura PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.40

42 ANALISI FORESTALE La disponibilità di dati specifici sui popolamenti forestali funzionali alla redazione di un PFTI si rivelata insufficiente e assai limitata per l ambito territoriale dell Alta Valle Arroscia. Conseguentemente si è reso necessaria l impostazione e la realizzazione di un inventario conoscitivo specifico, diffuso sull intero territorio, in grado di fornire, compatibilmente con le finalità di uno strumento come il PFTI e una equa e adeguata proporzione delle risorse economiche necessarie, le informazioni indispensabili alla redazione del PFTI. In Appendice 5 è descritta la Metodologia per il rilievo e analisi dei dati forestali individuata per l Ambito del Pollupice. PIANIFICAZIONE FORESTALE PREESISTENTE Nel territorio di studio la pianificazione forestale esistente è indicata nella tabella che segue. PIANO DI ASSESTAMENTO E DI UTILIZZAZIONE DEI BENI SILVOPASTORALI VALIDITA TECNICO ASSESTATORE Proprietà del Comune di Balestrino Dott. Agr. Carlo Benelli, Dott. Agr. Giovanni Perato Proprietà del Comune di Boissano Dott. Agr. Giovanni Perato Proprietà del Comune di Giustenice Dott. Agr. Fabrizio del Nero Proprietà del Comune di Magliolo Dott. Agr. Carlo Benelli, Dott. Agr. Giovanni Perato Proprietà privata nel Comune di Mallare Dott. Agr. Paolo Derchi, Dott. Agr. Paola Caffa Proprietà del Comune di Orco Feglino Dott. Agr. Carlo Benelli, Dott. Agr. Giovanni Perato Proprietà del Comune di Rialto Dott. Agr. Giovanni Perato Proprietà del Comune di Tovo San Giacomo Dott. Agr. Carlo Benelli, Dott. Agr. Giovanni Perato Proprietà del Comune di Toirano Dott. Agr. Carlo Benelli, Dott. Agr. Giovanni Perato Tabella 18: Piani di Assestamento in vigore o di scadenza recente All interno dei Comuni e nell ambito dei Piani sopraindicati interessa i soprassuoli riportati nella seguente tabella. SOPRASSUOLI ASSESTATI SUPERFICIE BOSCATA ASSESTATA (ha) In piano Fuori piano TOTALE Proprietà del Comune di Balestrino 355,48 7,50 362,98 Proprietà del Comune di Boissano 423,00 3,52 426,52 Proprietà del Comune di Giustenice 569,23 1,90 571,13 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.41

43 Proprietà del Comune di Magliolo 118,89 2,77 121,66 Proprietà privata nel Comune di Mallare 693,14 0,00 693,14 Proprietà del Comune di Orco Feglino 187,84 1,84 189,68 Proprietà del Comune di Rialto 1.042,01 1, ,01 Proprietà del Comune di Tovo San Giacomo 203,63 2,96 206,59 Proprietà del Comune di Toirano 948,82 89, ,33 Totale 4.542,04 111, ,04 Tabella 19: Piani di Assestamento in vigore o di scadenza recente; superfici interessate. CLASSIFICAZIONE PER TIPI FORESTALI La classificazione, descrizione e definizione dei soprassuoli del Pollupice e le successive propositività di indirizzo gestionale sono basate sulla classificazione per tipi forestali, come definiti nel 2008 da P.Camerano, P.Varese, F. Mensio e C.Grieco nel volume edito dalla Regione Liguria I Tipi forestali della Liguria. Per approfondimenti sulla metodologia descrittiva dei Tipi forestali e per l inquadramento generale delle categorie forestali individuate nell Ambito del Pollupice, si veda l Appendice 6. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.42

44 DISTRIBUZIONE DELLE CATEGORIE FORESTALI NEL TERRITORIO DEL POLLUPICE PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.43

45 DISTRIBUZIONE DEI TIPI FORESTALI NEI COMUNI DELL AMBITO POLLUPICE Di seguito viene trattata la distribuzione dei Tipi Forestali all interno dei singoli Comuni del Pollupice. Questo tipo di suddivisione nasce per essere sfruttato a livello amministrativo e per facilitare la gestione forestale agli organismi competenti. Comune di Aquila di Magliolo MAGLIOLO Tipo Forestale ETTARI AM40X 71,54 AM60X 32,73 BS10X 3,89 BS20X 20,63 BS30X 10,89 CA10X 1,06 CA20X 188,04 CA30X 226,53 FA10X 68,07 FA20X 328,98 FA30X 58,65 FR40X 40,36 MM10X 1,30 NA 236,68 OS10X 11,67 OS20X 52,62 OS30X 406,19 OS40X 8,44 PC20X 28,69 PC30X 4,29 QU20X 0,02 RI20X 116,07 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.44

46 Comune di Rialto RIALTO Tipo Forestale ETTARI AM40X 43,57 AM60X 15,46 BS10X 12,90 BS30X 33,48 CA20X 12,36 CA30X 900,97 FA10X 358,60 FA20X 95,75 FR40X 44,25 LE20X 33,38 NA 145,47 OS20X 0,02 OS30X 46,77 PC20X 43,62 QU20X 42,95 RI20X 154,59 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.45

47 Comune di Calice Ligure CALICE LIGURE Tipo Forestale ETTARI AM10X 12,73 AM40X 9,50 BS10X 2,38 CA20X 232,99 CA30X 457,88 FA20X 276,93 FR40X 57,59 LE20X 17,39 MM10X 3,34 NA 240,74 OS20X 8,65 PC20X 127,05 PC30X 9,15 QU10X 2,69 QU20X 368,46 QU30X 7,42 RI20X 98,97 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.46

48 Comune di Orco Feglino ORCO FEGLINO Tipo Forestale ETTARI AM40X 41,23 BS10X 12,41 BS20X 6,95 BS30X 5,61 CA20X 464,14 CA30X 460,27 FA20X 104,40 FR30X 2,77 FR40X 39,88 LE10X 35,79 LE20X 84,74 MM10X 63,78 NA 203,70 OS20X 69,64 PC20X 37,55 PC30X 36,14 QU20X 55,40 RI20X 46,55 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.47

49 Comune di Vezzi Portio VEZZI PORTIO Tipo Forestale ETTARI AM20X 0,24 AM40X 1,72 BS30X 3,66 CA20X 25,83 CA30X 342,18 FA20X 33,85 FR40X 14,00 LE10X 98,58 LE20X 39,52 MM10X 39,31 NA 157,23 OS20X 118,62 PC30X 47,18 QU20X 34,49 RI20X 11,11 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.48

50 Comune di Spotorno SPOTORNO Tipo Forestale ETTARI BS30X 1,61 CA20X 38,67 CA30X 2,13 CP 111,62 FR40X 30,01 LE10X 6,27 LE20X 39,15 MM10X 275,95 NA 241,93 OS10X 3,01 PC10X 15,81 PC20X 3,27 PC30X 10,13 QU20X 41,46 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.49

51 Comune di Noli NOLI Tipo Forestale ETTARI CA20X 7,84 CP 75,71 FR40X 25,96 LE10X 126,05 LE20X 107,12 MM10X 78,87 MM20X 3,67 NA 331,17 OS10X 2,84 OS20X 34,95 PC10X 126,30 PC20X 3,72 PC30X 5,49 QU20X 38,89 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.50

52 Comune di Finale Ligure FINALE LIGURE Tipo Forestale ETTARI BS10X 5,27 BS30X 8,21 CA20X 5,71 CP 132,03 FR10X 4,67 FR40X 70,13 LE10X 102,64 LE20X 1159,40 MM10X 57,20 MM20X 59,04 NA 1208,27 OS20X 202,67 PC10X 177,92 PC30X 23,60 QU20X 135,13 QU30X 113,41 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.51

53 Comune di Borgio Verezzi Tipo Forestale ETTARI CP 54,11 FR10X 3,63 FR40X 3,70 LE10X 47,27 LE20X 166,21 MM20X 52,39 NA 4961,56 OS20X 47,19 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.52

54 Comune di Tovo San Giacomo TOVO SAN GIACOMO Tipo Forestale ETTARI AM40X 48,39 BS10X 2,97 BS30X 0,97 CA20X 39,71 CA30X 8,32 CP 3,19 FR10X 1,71 FR40X 19,72 LE10X 24,43 LE20X 7,02 MM10X 34,74 MM20X 9,83 NA 429,70 OS20X 64,49 PC10X 89,10 PC20X 46,12 PC30X 39,46 QU20X 56,24 QU21X 22,70 QU30X 5,62 RI20X 2,80 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.53

55 Comune di Giustenice GIUSTENICE Tipo Forestale ETTARI AM30X 3,09 AM40X 172,31 AM60X 14,83 BS10X 0,17 BS20X 2,12 BS30X 22,91 CA20X 62,25 CA30X 104,80 CP 0,19 FA10X 62,69 FA20X 33,40 FA30X 89,94 FA40X 101,86 FR40X 31,59 LE20X 38,51 MM10X 35,62 NA 265,68 OS10X 195,82 OS20X 80,11 OS30X 193,56 OS40X 41,79 PC20X 42,63 PC30X 62,93 PC31X 15,45 QU20X 62,58 QU30X 4,89 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.54

56 Comune di Pietra Ligure PIETRA LIGURE Tipo Forestale ETTARI AI 0,99 AM40X 0,35 BS10X 4,49 BS30X 43,38 CA20X 4,18 CA30X 78,07 CP 65,53 FA30X 13,08 FR40X 11,87 LE10X 10,93 LE20X 21,81 MM10X 30,90 MM50X 27,51 NA 528,65 OS20X 78,66 PC20X 5,33 PC30X 26,82 QU20X 1,89 QU30X 12,17 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.55

57 Comune di Loano LOANO Tipo Forestale ETTARI AI 4,30 BS30X 15,71 CA30X 47,65 CP 17,75 FA30X 44,54 FA31X 3,77 FR30X 15,14 FR40X 25,22 LE11X 4,37 LE20X 18,13 LE30X 7,05 MM10X 13,11 MM50X 67,80 NA 654,18 OS10X 1,81 OS20X 119,61 OS30X 20,61 PC20X 59,69 PC30X 185,27 QU20X 19,68 QU30X 9,19 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.56

58 Comune di Boissano BOISSANO Tipo Forestale ETTARI AI 2,19 CA30X 18,99 CA40X 23,42 CP 127,50 FA30X 50,17 FA31X 7,70 FR10X 4,33 FR40X 3,65 MM50X 26,41 NA 239,85 OS10X 28,23 OS30X 92,98 OS31X 63,28 PC20X 8,92 PC30X 18,44 QU20X 144,79 QU21X 4,21 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.57

59 Comune di Toirano TOIRANO Tipo Forestale ETTARI AM10X 27,91 BS20X 4,79 BS30X 8,47 CA20X 0,00 CA30X 47,85 CA40X 76,36 CP 183,52 FA20X 9,23 FR30X 4,68 FR40X 13,12 LE10X 9,17 LE20X 29,51 MM20X 15,66 NA 385,53 OS10X 107,99 OS20X 212,49 OS30X 360,30 OS31X 39,15 OS40X 38,15 PC20X 5,92 PC30X 15,65 QU20X 104,04 QU30X 131,62 RI10X 29,25 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.58

60 Comune di Borghetto Santo Spirito BORGHETTO SANTO SPIRITO Tipo Forestale ETTARI BS10X 11,65677 CP 106,2833 FR30X 0,3338 FR40X 13,17096 LE20X 9, MM20X 25,56375 NA 311,4448 PC10X 12,19551 PC30X 1, QU20X 11,93512 QU21X 33,45963 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.59

61 Comune di Balestrino BALESTRINO Tipo Forestale ETTARI BS30X 9,21 CA20X 47,30 CA40X 12,84 CP 26,59 FR30X 22,03 FR40X 9,85 LE20X 52,30 MM30X 22,12 NA 189,55 OS20X 581,14 OS30X 28,28 OS31X 2,71 PC20X 71,62 QU20X 0,61 QU30X 32,88 QU31X 19,92 RI10X 0,000 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.60

62 SPAZI APERTI Nel corso dell analisi della componente boscata, è stata posta particolare attenzione all individuazione delle aree oggetto di recente ricolonizzazione ad opera del bosco, e alle possibilità di manutenzione e recupero di queste aree, un tempo spazi aperti ed elementi caratteristici del paesaggio montano (prati, pascoli, terrazzamenti coltivati). La manutenzione e/o il recupero colturale degli spazi aperti costituiscono un rilevante elemento di orientamento gestionale con finalità di biodiversità biologica, paesaggistiche e anche potenzialmente produttive. La riqualificazione mediante recupero colturale di tali ambiti è finalizzata, infatti, al ripristino o al potenziamento dei valori paesaggistici dell intero territorio, compromessi dall abbandono colturale. Nella parte montana del comprensorio la diffusione di formazioni boschive di invasione e la scomparsa del mosaico di paesaggio a seguito della diffusione di cespuglieti ed arbusteti è l esito particolarmente evidente del progressivo abbandono dell economia montana basata sull agricoltura e la zootecnica con relativo abbandono dei pascoli e prati. Un fenomeno inverso è osservabile nella parte più bassa del comprensorio e nella zona costiera, ove estesi arbusteti e macchie ricoprono parti di versanti, originatisi in seguito a fenomeni distruttivi di incendio. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.61

63 AVVERSITÀ In Appendice 7 il capitolo integrale sulle avversità INCENDI BOSCHIVI IL PIANO REGIONALE AIB Le informazioni di seguito riportate derivano dal Piano Regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi Revisione anno 2010, Approvata con delibera della Giunta Regionale n.233 del 9 febbraio Il documento è stato realizzato attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro coordinato da Regione Liguria Servizio Politiche della Montagna e della Fauna Selvatica con la partecipazione del Corpo Forestale dello Stato e della Fondazione Centro Internazionale Monitoraggio Ambientale. Di seguito riportiamo l elenco dei Comuni che ricadono all interno dell area oggetto di Piano, con indicazione dell eventuale Area Protetta (APR = Area Protetta Regionale; APIP = Area Protetta di Interesse Provinciale) e che hanno avuto incendi nel periodo che va dal 2002 al 2011, desunti dal data base regionale, con riferimento alle superfici complessive interessate dall incendio forestale (sono comprese le superfici boscate e non boscate). Pollupice **Comuni che ricadono in APIP 2002 (puntuali) Balestrino ** 1,089 0, ,022 Boissano ** 0,200 Borghetto Santo Spirito ** Borgio Verezzi ** Calice Ligure Finale Ligure ** 1 16,175 0,929 0,013 1,637 0,024 0,210 0,116 0,060 2,046 0, ,207 10,653 1,251 0,484 0,023 0,050 11,520 0,186 Giustenice ** 6,198 0,003 0,008 0,423 0,556 Loano ** 8,284 0,087 0,075 0,038 Magliolo ** 1,621 0,139 2,529 23,762 Noli ** Orco Feglino ** ,824 0,017 0,844 0,044 1,205 0,505 1,369 0,005 2,716 0,677 0,090 Pietra Ligure ** 13,274 0,043 1,443 5,294 0,055 Rialto ** 0,074 0,922 0,422 Spotorno ** 3,172 0, ,732 0,388 0,036 Toirano ** 6,753 1,332 2,798 0,480 Tovo San Giacomo ** 4,294 0,084 0,029 10,552 0,217 0,030 0,711 0,557 Vezzi Portio ** 2 0,798 12,637 1,912 0,005 0,018 Totale Pollupice 6 17, ,177 32,823 4, ,928 8,340 0,866 13,679 25,764 0,003 0,011 0,003 0,008 0,001 0,578 0,175 0,799 Tabella 20: Superfici aree percorse da incendio PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.62

64 LIVELLO DI RISCHIO DI INCENDIO BOSCHIVO.. PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI INCENDIO BOSCHIVO ELABORAZIONE DELLA CARTA DEL RISCHIO INCENDI PATOLOGIE E PARASSITOLOGIE PROBLEMATICHE SULLA SITUAZIONE FITOSANITARIA -. FUNGHI PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.63

65 STIMA DEI VALORI DEL BOSCO In Appendice 8 il capitolo integrale sulla stima dei valori del bosco ATTITUDINE POTENZIALE E FUNZIONIPREVALENTI DEI COMPRENSORI BOSCATI Il processo di valutazione dell attitudine dei comprensori boscati è stata condotta utilizzando gli elementi descrittivi e i dati rilevati nelle aree in cui è stato effettuato il campionamento relascopico e mediante analisi territoriali effettuate tramite elaborazioni condotte sui database territoriali da software GIS. Questo strumento ha permesso di integrare tra loro le molteplici informazioni disponibili e acquisite nel corso delle indagini di campo, portando a definire in modo più completo ed oggettivo l attitudine potenziale dei soprassuoli forestali definita come segue: l attitudine potenziale di un bosco è la predisposizione del bosco stesso ad erogare in misura rilevante un particolare bene o servizio. Il bosco è potenzialmente predisposto ad assolvere differenti compiti o attitudini, quali la protezione dal dissesto, la tutela e la valorizzazione degli aspetti naturalistici, la produzione, la fruizione turistico ricreativa e didattica, la tutela paesistica e l igiene ambientale. Potenzialmente il bosco assolve tutti questi compiti, ma in base alle caratteristiche tipologico forestali del soprassuolo e alle caratteristiche stazionali e d uso del sito una può prevalere rispetto ad un altra. Tale prevalenza introduce e conduce alla definizione della destinazione funzionale del bosco in esame: - PROTETTIVA; - PRODUTTIVA; - NATURALISTICA; - PAESAGGISTICA; - TURISTICO RICREATIVA E DIDATTICA; - IGIENICO AMBIENTALE. La pluralità di attitudini attribuibili al bosco e la molteplicità di parametri utilizzabili nella valutazione rendono il processo di analisi dell attitudine di un comprensorio boscato estremamente complesso e articolato. La definizione dell attitudine potenziale e della destinazione funzionale dei boschi presenti sul territorio di studio è stata condotta utilizzando un metodo che potesse essere il più oggettivo possibile, basato sull analisi territoriale implementata da molteplici informazioni di diversa natura. La definizione della destinazione funzionale del territorio rappresenta una delle fasi di contenuto strategico più importante nella definizione del piano. Le tecniche e i procedimenti dell analisi multicriteriale possono fornire un supporto importante per razionalizzare e semplificare questo processo, consentendo anche l acquisizione di una maggiore consapevolezza per le decisioni finali e nelle scelte di indirizzo strategico del piano. Il metodo prevede di definire la scelta migliore tra le diverse alternative decisionali, rappresentate dalle diverse funzioni che il bosco potrebbe essere destinato a svolgere in un determinato contesto storico e territoriale. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.64

66 Obiettivo della decisione Scelta della destinazione funzionale di un unità di territorio omogenea per caratteristiche stazionali e tipologico forestali La prima fase d analisi consiste nell elaborazione delle differenti informazioni territoriali raccolte (geomorfologiche, forestali, logistiche, idrauliche etc.) che hanno permesso la frammentazione del territorio in tessere omogenee. Successivamente, in base alle caratteristiche della tessera deve individuarsi la scelta migliore tra le diverse alternative decisionali, rappresentate dalle diverse funzioni che il bosco potrebbe svolgere in quel determinato contesto. Le differenti informazioni, ossia i diversi fattori e attributi da prendere in considerazione, possono essere ricondotte a due aspetti fondamentali: - attitudine del sito, determinato dalle caratteristiche fisiche, topografiche, economiche, del contesto geotopografico e vincolistico del territorio; - vocazione del tipo forestale, rappresentato dalla realtà biologica ed in particolare dalla formazione forestale che occupa quella determinata tessera di territorio. Entrambi questi due aspetti, con tutti gli attributi che li caratterizzano, sono generalmente da prendere in esame nel processo di zonizzazione funzionale. L attribuzione della reciproca importanza attribuibile ai due aspetti fondamentali (attitudine del sito e vocazione del tipo forestale) costituisce una fase di scelta strategica per definire l indirizzo gestionale del Piano. In generale, dare maggiore importanza all attitudine del sito rispetto alla vocazione del tipo forestale significa attuare una gestione maggiormente incisiva e tendenzialmente più modificatrice dello stato delle cose. La scelta contraria comporta azioni di piano più conservatrici ed assecondanti l evoluzione naturale dei soprassuoli. In quest ultimo caso la scelta può discostarsi poco dallo status attuale risultando, in alcuni casi, priva di contenuto pianificatorio. La scelta tra le alternative possibili si esplica tramite l attribuzione di un peso relativo all attitudine del sito e alla vocazione del tipo forestale. Criteri di valutazione delle possibili alternative Attitudine del sito sulla base delle caratteristiche stazionali, del contesto geotopografico, ambientale e vincolistico Vocazione del tipo intesa come la potenzialità di un tipo forestale a svolgere una particolare funzione I pesi rappresentano, quindi, il meccanismo attraverso il quale il decisore, assegnando un importanza relativa ai criteri, definisce il livello di incisività dell azione gestionale. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.65

67 ATTITUDINI DEL SITO Le attitudini considerate sono state le seguenti: - ATTITUDINE PROTETTIVA; - ATTITUDINE PRODUTTIVA; - ATTITUDINE NATURALISTICA; - ATTITUDINE PAESISTICA; - ATTITUDINE TURISTICO RICREATIVA E DIDATTICA; - ATTITUDINE IGIENICO AMBIENTALE. Ad ogni tessera omogenea di territorio è stato attribuito un valore per ogni attitudine, in una scala di gradazione tra 0 e 10; quando l attitudine è pienamente espressa il valore è uguale a 10, quando espressa in forma meno rilevante un valore inferiore a 10 e quando assente 0. Il risultato è stata una prima suddivisione del territorio in zone o tessere omogenee rispondenti ad una o più attitudini. Nel Database cartografico sono contenute celle riportanti i valori di ciascuna attitudine per ogni zona o tessera. L attitudine del soprassuolo è stata definita in base alle sole caratteristiche stazionali, in modo tale da evidenziare, in questa prima analisi, le peculiarità della stazione. ATTITUDINE PROTETTIVA La funzione protettiva è propria di qualsiasi soprassuolo e consiste nella capacità diprotezione dai fenomeni di dissesto idrogeologico enella protezione delle risorse idriche sotterranee (falde, sorgenti). Nel primo caso, i boschi contribuiscono alla stabilità dei versanti e alla riduzione dell erosione del suolo ad opera di agenti atmosferici sia direttamente tramite l effetto consolidante degli apparati radicali e con intercettazione del materiale roccioso derivante da crolli o da colata detritica, sia indirettamente con azionedi regimazione delle acque, allungamento dei tempi di corrivazione, consolidamento del manto nevoso, ecc. Le caratteristiche del soprassuolo (composizione, governo, stadio evolutivo, trattamento, struttura etc.) concorrono a definire la propria capacità protettiva. Così, un bosco d alto fusto maturo potrà avere una maggiore capacità di ritenuta dei fenomeni valanghivi e franosi rispetto ad un bosco o ad un arbusteto, oltre che una maggiore capacità di ritenzione idrica, a livello del suolo, delle piogge meteoriche. L attitudine protettiva risulta rilevante per tutte le formazioni forestali, siano esse d alto fusto,, o arbustive, situate in zone di dissesto idrogeologico, in zone soggette a fenomeni valanghivi,o poste lungo il reticolo idrografico delle incisioni vallive primarie e secondarie. Le informazioni utilizzate per la definizione dell attitudine protettiva sono date dai risultati degli elementi rilevati nei punti di campionamento, da sopralluoghi sul territorio e sono state estratte da cartografie tematiche quali il DEM (Digital Elevation Model) /DTM (Digital Terrain Model); il Database cartografico della Acclività (Classi di acclività), il Database cartografico dell Inventario dei Fenomeni Franosi (IFFI), i Database cartografici del Piano di Assetto Idrogeologico del Fiume Po (Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico del Fiume Po), le informazioni contenute nei Piani di Assestamento Forestale. Attribuendo a ciascun elemento un diverso peso nell attribuzione del valore dell attitudine protettiva si è potuto suddividere l intera superficie forestale in sei classi di attitudine: nulla, scarsa, moderata, discreta, buona ed elevata. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.66

68 ATTITUDINE PROTETTIVA FASCE HA , , , ,09. ATTITUDINE PRODUTTIVA L attitudine produttiva consiste nella capacità del bosco di fornire prodotti con valore economico, sia legnosi che non legnosi. È quindi una caratteristica di tutti i soprassuoli ma che risulta espressa positivamente solo per quelli che beneficiano di favorevoli caratteri topografico stazionali, oltre che di buona accessibilità e assenza di rischio idrogeologico. L attitudine risulta quindi direttamente connessa alla produttività dei soprassuoli unitamente alle possibilità di esbosco dei prodotti a costi di macchiatico inferiori al valore del prodotto. La definizione dei valori di attitudine produttiva dei soprassuoli sono date dai risultati degli elementi rilevati nei punti di campionamento, da sopralluoghi sul territorio, ed elaborate sulla base del valore pedogenetico dei substrati, dell acclività del territorio, dell accessibilità (presenza/vicinanza di viabilità) e dalle informazioni riportate dalla pianificazione forestale esistente (Piani di Assestamento). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.67

69 ATTITUDINE PRODUTTIVA FASCE HA 1 344, , , , ,62 ATTITUDINE PAESISTICA Il paesaggio è il risultato di un insieme di elementi in relazione tra loro ed è la risultante di una stretta relazione tra la natura e le attività umane. In un territorio montano come quello studiato, il bosco è tra i principali elementi distintivi e caratterizzanti lo scenario paesaggistico. L attitudine paesaggistica consiste nella capacità di un bosco di contribuire alla costituzione del paesaggio, sia direttamente, attraverso valori estetici propri, quali la varietà di forme del manto forestale, l avvicendamento tra presenza e assenza della copertura boschiva e l alternanza di cromatismi data dalla compartecipazione di diverse specie e dal ciclo fenologico stagionale, sia indirettamente, creando canali visivi che valorizzino alcuni aspetti pregevoli del paesaggio, o creando barriere occultanti aspetti meno graditi. Alcuni boschi caratterizzati da pregio cromatico, dalla bellezza delle forme degli elementi che lo compongono, da strutture particolari e dalla presenza di formazioni rare concorrono all assolvimento dell attitudine paesaggistica e la loro gestione consente di valorizzare l aspetto dei luoghi, di siti o aree, il territorio. Oltre che per le tutele imposte dalla normativa paesistica vigente, l attitudine è rilevante per i boschi posti in prossimità dei luoghi di interesse turistico, della viabilità, principale e secondaria, e per quelli a margine degli spazi aperti, soprattutto a ridosso delle aree antropizzate. Tali boschi concorrono prioritariamente alla definizione del valore paesistico del territorio, sia in quanto elementi fondamentali del paesaggio stesso, sia in quanto elementi PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.68

70 direttamente coinvolti nel condizionare la percezione del contesto paesistico attraverso il mantenimento o la chiusura dei coni visuali che incanalano l attenzione sui quadri panoramici di maggior pregio. Le informazioni che hanno concorso alla definizione dei boschi con attitudine paesistica derivano dagli elementi rilevati nei punti di campionamento, da sopralluoghi sul territorio, dal PTCP regionale, dalla pianificazione comunale resa disponibile, dall Database cartografico dei tematismi del Piano di Tutela delle Acque (PTA 2009), dai dati vettoriali del sistema idrografico e delle acque interne e dai dati vettoriali sulla viabilità derivati da CTR 1: Sono state inoltre considerate informazioni quali la presenza di strade panoramiche, di crinali, di rilevanze estetiche ed aree d interesse paesaggistico. ATTITUDINE PAESISTICA FASCE HA , , , , ,91. ATTITUDINE NATURALISTICA L attitudine naturalistica consiste nella capacità di costituire ecosistemi articolati e complessi, con un alto grado di biodiversità, spesso distinti per la presenza di particolari pregi floristici o faunistici, determinati dalle caratteristiche della stazione e dagli eventi che hanno accompagnato l evoluzione del soprassuolo. L attitudine si esplica con la capacità di protezione degli habitat naturali e il mantenimento del grado di ricchezza biologica. L attitudine naturalistica è pertanto definita dalla presenza di regimi di tutela già riconosciuti (zone a parco naturale, riserve, biotopi, monumenti naturali) integrata da quei boschi dove, in base alla risultanze dei rilievi condotti e della documentazione bibliografica acquisita, siano stati riconosciuti elementi di rarità botanica o forestale o elementi di complementarietà ecosistemica (siti di nidificazione, presenza di specie faunistiche rare, superfici che costituiscono corridoio ecologico etc.). Le informazioni che hanno concorso alla definizione delle aree boscate con attitudine naturalistica hanno interessato i dati vettoriali del sistema delle Aree Protette, i dati vettoriali relativi alla Rete Natura 2000, il Database cartografico dei Tipi Forestali della Liguria, i Database cartografici di Rete Ecologica (Corridoi Ecologici, Siti areali di Area Nucleo, Siti PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.69

71 puntuali di Area Nucleo, Tappe di attraversamento per specie di ambienti acquatici), i Database cartografici di elementi e temi di biodiversità. Sono inoltre state cartografate alcune aree individuate nel corso dei rilievi in campo. ATTITUDINE NATURALISTICA FASCE HA , , , , ,28. ATTITUDINE TURISTICO RICREATIVA E DIDATTICA L attitudine turistico ricreativa e didattica è riferita alla possibilità per alcuni boschi di erogare servizi di supporto al turismo ambientale e culturale e alla didattica ambientale. Questa attitudine è propria di soprassuoli sottoposti a frequentazione intensive determinate dalla presenza di infrastrutture, manufatti ed edifici per lo svago, la ricreazione, lo sport, o percorsi storici, artistici e culturali. Negli ultimi decenni l aumento demografico e la maggiore mobilità determinata dalle possibilità di trasporto moderne, unitamente al benessere diffuso e alle necessità di svago in luoghi aperti hanno determinato la crescente richiesta di spazi adatti ed attrezzati per la ricreazione. Anche per le foreste si rende indispensabile una gestione finalizzata di alcuni soprassuoli a questi usi, particolarmente in un territorio limitrofo alle zone costiere caratterizzate da note e intense frequentazioni turistiche. Le frequentazioni possono differire per intensità e qualità. Si passa da fruizioni intensive (aree attrezzate, vicinanza a zone idonee al campeggio o alle stazioni di risalita degli impianti da sci, sentieristica e zone panoramiche), a fruizioni meno costanti come per boschi posti in vicinanza di infrastrutture culturali (storiche, artistiche, religiose, percorsi tematici) fino a fruizioni di tipo didattico per le attività formative. Le prerogative che maggiormente caratterizzano i boschi soggetti a tale attitudine sono: PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.70

72 - la posizione strategica (vicinanza ai centri turistici, ai luoghi sacri o a tutte le mete ricreative o sportive esistenti); - la presenza di attrezzature di fruizione (sentieri attrezzati, percorsi di visita, aree di soste ecc.); - la struttura adatta all attrazione e fruizione antropica (alberi adulti e grandi, accessibilità e ricchezza di composizione). Le informazioni che hanno concorso alla definizione dei boschi con attitudine turistica sono state di punti d interesse turistico, la presenza di aree destinate allo sci, di aree particolarmente vocate individuate sul territorio, la vicinanza a strade, a aree urbanizzate e sentieri; infine, un ruolo importante è stato dato anche alla pendenza del sito che limita la possibilità di usufruirne. ATTITUDINE TURISTICO RICREATIVA FASCE HA , , , , ,76. ATTITUDINE IGIENICO AMBIENTALE L attitudine igienico ambientale è riferita a quei boschi che si trovano posizionati in prossimità di fonti d inquinamento verso le quali espletano azioni di attenuazione delle emissioni sonore o di filtraggio dell aria da polveri ed inquinanti o di fitodepurazione. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.71

73 I boschi a cui è stata attribuita l attitudine igienico ambientale sono situati in prossimità di aree aree ad elevata vulnerabilità per le risorse idriche, degrado da emissioni gassose e da rumore. ATTITUDINE IGIENE AMBIENTALE FASCE HA , , ,58. VOCAZIONE DEI TIPI FORESTALI Ciascun tipo forestale presenta diversa capacità di assolvimento delle possibili destinazioni funzionali, tale capacità è definita come Vocazione del tipo forestale. La capacità di una formazione forestale di assolvere ad una possibile destinazione è strettamente legata ai suoi parametri dendrometrico strutturali che a loro volta sono direttamente correlati a governo e trattamento passati. Nel lungo periodo tale correlazione risulta meno rilevante mentre assumono maggior rilievo la caratteristiche intrinseche di ciascuna tipologia forestale. Sulla base delle indicazioni riportate nei Tipi Forestali della Liguria ed in letteratura (Del Favero et al., 2000) per ognuna delle tipologie forestali rilevate è stato attribuito un valore alla capacità di assolvimento delle funzioni considerate: - PROTETTIVA; - NATURALISTICA; PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.72

74 - PRODUTTIVA; - TURISTICO RICREATIVA E DIDATTICA; - TUTELA PAESISTICA; - IGIENICO AMBIENTALE. LE FUNZIONI PREVALENTI Definiti i valori di attitudine del sito per tutto il territorio e di vocazione del tipo per tutte le tipologie forestali riscontrate, con l ausilio di un software GIS, è possibile suddividere il territorio in tessere omogenee a cui assegnare la destinazione funzionale prevalente. Il metodo di analisi multicriteriale utilizzato permette di assegnare il peso relativo ai due criteri adottabili nella definizione della funzione prevalente: attitudine del sito e vocazione del tipo forestale. La sintesi delle funzioni preminenti risultante dal procedimento descritto è riportata nella tabella seguente e nel grafico successivo: Funzione prevalente Superficie (ha) Igiene ambientale 1.115,79 Naturalistica 2.818,44 Paesistica 559,7 Produttiva 3.882,68 Protettiva 5.796,3 Turistico ricreativa 2.309,05 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.73

75 Un primo dato da porre in evidenza è la risultante in merito alla funzione protettiva che ricomprende, per approccio precauzionale, anche quelle formazioni che, in base al processo logico e alla metodologia applicata per la valutazione di attitudini e funzioni, hanno espresso come risultante valori di funzione protettiva sostanzialmente uguale a quella produttiva; questi popolamenti interessano stazioni di versante a fertilità moderata o ridotta, o sono rappresentati da poligoni inseriti in vaste aree con più evidente necessità di protezione maggiormente diretta o sono immediatamente a contatto con stazioni, anche di limitata estensione, la cui funzione è di protezione diretta. La rilevanza di tale funzione è data anche da situzioni di versanti in parte depauperati e degradati per passaggio del fuoco e suoli superficiali. Da rilevare anche la consistenza delle formazioni con funzione preminente naturalistica e turistico ricreativa. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.74

76 ANALISI DELLA VIABILITÀ SILVO PASTORALE In Appendice 9 il capitolo integrale sulla viabilità silvo pastorale MAPPATURA DELLA VIABILITÀ ESISTENTE La principale via d accesso al territorio studiato è rappresentata dalla dalla Strada Statale n. 490 del Colle del Melogno (SS 490) che collega Finale Ligure con Calizzano passando appunto per il Colle Melogno. Altro importante accesso e collegamento è dato dalla Strada Provinciale n 23 che collega Orco Feglino allo stesso Colle Melogno e a Calice Ligure. Altro importante collegamento è dato dalla Strada Provinciale n. 46 che collega Calice Ligure alla SS 490 e la Strada Provinciale n. 17 che da Finale Ligure conduce a Calice Ligure. Nell inverno sono stati effettuati nuovi rilievi per quel che riguarda la viabilità di accesso e servizio ai boschi nel comprensorio di studio; questi vanno ad integrare e aggiornare i dati conoscitivi già esistenti quali ad esempio quelli vettoriali cartografici della Regione Liguria (CTR). Con riferimento al documento Disposizioni per la pianificazione forestale di terzo livello (Deliberazione di Giunta regionale n del 09 settembre 2011) e alla metodologia di Progetto Bosco e alle classificazioni esistenti in Regione Liguria (es. legenda dati vettoriali CTR) si è individuata ed utilizzata in campo la classificazione seguente (Classi): - Strada camionabile principale (Classe 1): strade pubbliche adatte alla circolazione di autotreni, durante tutto l anno o quasi, larghezza minima 3.5 m, normalmente 5 6 m con banchine e piazzole di scambio. Pendenza ottimale del 3 8%. Raggio minimo dei tornanti non inferiore a 10 m; - Strada camionabile secondaria/ strada extraurbana secondaria (Classe 2): strade adatte alla circolazione di autocarri pesanti per tutto l anno o quasi, hanno una unica carreggiata larga minimo 3 m con banchine e piazzole di scambio, pendenza 3 8%, raggio minimo dei tornanti non inferiore a 7 m; - Strada trattorabile/ carrareccia (Classe 3): strade a fondo naturale, più strette delle camionabili, normalmente più ripide e con curve a raggio più stretto; idonee per consentire l accesso al bosco del personale, sono meno adatte al trasporto del legname; - Pista camionabile (Classe 4): diramazioni di strade camionabili (delle quali sono una versione economica), lunghe da qualche centinaio di metri a pochi chilometri, a fondo naturale o grossolanamente migliorato, vengono percorse da mezzi pesanti solamente a fondo asciutto. Hanno funzione di raccolta e la loro manutenzione è episodica (stesse caratteristiche delle strade camionabili secondarie); - Pista trattorabile /campestre (Pista di strascico permanente) (Classe 5): percorsi permanenti a fondo naturale, aperti con apripista, adatti alla circolazione di trattori a ruote impiegati nell esbosco a strascico, a volte con rimorchi a ruote motrici; larghezza 2 4 m, la pendenza ottimale è del 5 10%; questo tipo di strada è normalmente percorribile da traini locali, eccezionalmente da automezzi ad aderenza totale; - Mulattiera e sentiero (Classi 7 e 8): tracciati a fondo naturale che permettono il transito esclusivamente con animali da soma o pedonale... PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.75

77 SVILUPPO E DISTRIBUZIONE DELLA RETE VIABILE COMUNE VIABILITA' (Km) VIABILITA' (%) SUPERFICIE (ha) DENSITA' VIABILE (m/ha) Balestrino 36,57 3, ,73 32,37 Boissano 17,25 1,83 865,66 19,93 Borghetto Santo spirito 22,97 2,44 537,49 42,74 Borgio Verezzi 13,35 1,42 293,18 45,52 Calice Ligure 90,38 9, ,26 46,70 Finale Ligure 136,57 14, ,83 39,36 Giustenice 45,12 4, ,96 25,89 Loano 38,22 4, ,55 28,19 Magliolo 64,76 6, ,69 33,75 Noli 59,82 6,35 969,29 61,71 Orco Feglino 89,67 9, ,23 50,59 Pietra Ligure 57,09 6,06 967,25 59,03 Rialto 85,89 9, ,57 43,26 Spotorno 48,34 5,13 821,63 58,84 Toirano 45,36 4, ,63 24,36 Tovo San Giacomo 48,69 5,17 957,92 50,83 Vezzi Portio 42,52 4,51 968,24 43,92 Totale area Pollupice 942, ,13 40,01 Tabella 21: Distribuzione della viabilità e relativa densità per Comune COMUNE VIABILITA' (Km) Mulattiere e Sentieri VIABILITA' (%) SUPERFICIE (ha) DENSITA' VIABILE (m/ha) Balestrino 13,23 1, ,73 11,71 Boissano 33,91 3,60 865,66 39,18 Borghetto Santo spirito 17,63 1,87 537,49 32,80 Borgio Verezzi 15,18 1,61 293,18 51,79 Calice Ligure 30,70 3, ,26 15,86 Finale Ligure 106,90 11, ,83 30,81 Giustenice 52,10 5, ,96 29,89 Loano 29,71 3, ,55 21,92 Magliolo 12,84 1, ,69 6,69 Noli 25,44 2,70 969,29 26,25 Orco Feglino 28,98 3, ,23 16,35 Pietra Ligure 29,64 3,14 967,25 30,64 Rialto 24,99 2, ,57 12,59 Spotorno 22,49 2,39 821,63 27,38 Toirano 24,75 2, ,63 13,30 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.76

78 Tovo San Giacomo 36,85 3,91 957,92 38,47 Vezzi Portio 28,27 3,00 968,24 29,20 Totale area Pollupice 533, ,13 22,65 Tabella 22: Distribuzione mulattiere e sentieri relativa densità per Comune DENSITÀ VIABILE DI SERVIZIO AI BOSCHI Viene ora analizzata la viabilità di servizio ai boschi che, ai fini del calcolo della densità e dello sviluppo lineare, è considerata quella i cui tratti attraversano o confinano con una qualsiasi superficie boscata. Sono esclusi i sentieri e le mulattiere, cioè i tracciati non percorribili con mezzi quali trattori o autoveicoli fuoristrada. La densità viaria, espressa dal rapporto tra superficie forestale in ettari e lunghezza convenzionale (lunghezza dei tracciati tangenti o intersecanti le proprietà forestali, escludendo sentieri e mulattiere) in metri lineari, è un indice di quanto un determinato comprensorio forestale è effettivamente e propriamente servito dalla viabilità. La lunghezza convenzionale è data dall intero valore dello sviluppo lineare dei tracciati quando questi intersecano e attraversano superfici forestali, e dallo sviluppo lineare moltiplicato per 0,5 quando i tracciati sono tangenti le superfici forestali. La densità viaria dei boschi italiani risulta molto varia a seconda delle regioni e dei boschi cui si riferisce ed è compresa tra i valori di 5 e 50 m/ha; i boschi di produzione del Trentino possiedono una densità viaria media di circa 25 m/ha. La densità della viabilità d interesse forestale media è pari a 22,52 m ha 1 e in gran parte dei comuni è superiore alla media. Il comune con la densità più bassa è Borghetto Santo Spirito con meno di 1 m ha 1 a contatto diretto con superfici forestali mentre la più alta è in Comune di Orco feglino con 40,85 m ha 1. COMUNE SUPERFICIE FORESTALE (Ha) VIABILITA' DI INTERESSE FORESTALE (Km) DENSITA' VIABILE DI SERVIZIO AI BOSCHI (m/ha) Balestrino 912, ,32 24,01 Boissano 502, ,91 8,70 Borghetto Santo spirito 117,59 22,99 0,20 Borgio Verezzi 68,80 438,08 6,22 Calice Ligure 1.676, ,52 37,56 Finale Ligure 2.089, ,06 17,53 Giustenice 1.475, ,75 17,63 Loano 669, ,70 6,17 Magliolo 1.662, ,06 29,91 Noli 560, ,29 28,70 Orco Feglino 1.559, ,27 40,85 Pietra Ligure 358, ,78 24,30 Rialto 1.828, ,76 36,39 Spotorno 437, ,68 29,59 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.77

79 Toirano 1.269, ,42 18,92 Tovo San Giacomo 498, ,09 28,94 Vezzi Portio 795, ,10 27,21 Totale area Pollupice , ,78 22,52 Tabella 23: Superficie forestale e densità della viabilità di interesse forestale ripartita per Comune La viabiltà di servizio d interesse forestale risulta, secondo i dati riportati nella tabella precedente, avere valori buoni per l area complessiva di studio. Tale situazione è dovuta anche alla densità per le zone urbanizzate che sono a ridosso delle aree forestali; ciò è tipico della situazione ligure, dove l orografia impone allo sviluppo antropico spazi ristretti anche in piccole valli incise. Infatti non sempre la viabilità definita di servizio ha una concezione di utilizzo forestale ma bensì nasce per usi diversi (es. accesso a case sparse o limitrofe alle frazioni). La rete viabile a servizio forestale è distribuita sull area in modo eterogeneo a seconda dell orografia ed in particolare a seconda della produttività dei boschi nonché alla presenza di attività agricole e pastorali. MANUTENZIONE E CONDIZIONI TECNICHE DELLA VIABILITA Nel caso di viabilità silvo pastorale, in molte occasioni si è rilevato cpme le opere di regimazione idraulica siano state trascurate, con conseguente danneggiamento del piano viabile. In alcuni casi si sono riscontrate situazioni in cui la totale o parziale assenza delle opere di regimazione idraulica ha avuto come conseguenza la riduzione della vita tecnica dell opera e l aumento dei costi di manutenzione straordinaria. La presenza di strade e piste non adeguate, abbandonate o prive di manutenzione, con tracciati non agevolmente percorribili per loro limitazioni dimensionali e di pendenza, costituisce anche fonte di danni ambientali in quanto, possono rappresentare un punto di grave debolezza nell assetto idrogeologico dei versanti attraversati, come spesso si è notato. Per la classificazione dello stato della viabilità è stato preso come riferimento il documento Disposizioni per la pianificazione forestale di terzo livello (Deliberazione di Giunta regionale n del 09 settembre 2011) e la metodologia di Progetto Bosco in Regione Liguria dove si è individuata la classificazione seguente: STATO VIABILITA 1 Non prevista 2 Ordinaria 3 Straordinaria/Miglioramento 4 Riqualificazione 5 Progetto Con tale classificazione è stata classificata la viabilità forestale con una risultante che denota uno stato di degrado manutentivo abbastanza elevato e diffuso costantemente sull area di studio. Per lo più tale fenomeno si è riscontrato sulle piste forestali con funzionalità boschiva che vengono ripristinate solamente quando si svolgono le utilizzazioni forestali. In alcuni casi tali piste sono vie secondarie di esbosco in cui non è stata ripristinata la condizione pre operam. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.78

80 Lo stato di manutenzione della viabilità forestale risulta essere trascurato nella maggior parte dei casi. Le uniche vie di accesso che si possono definire rientranti nelle ottime condizioni manutentive, risultano quelle che portano ad immobili rurali abitati o le strade camionabili e trattorabili forestali ad alta frequentazione. Tutta la restante viabilità, che non viene utilizzata abitualmente o comunque giornalmente, solitamente non ha caratteristiche tecnicocostruttive tali da mantenere le caratteristiche iniziali (quelle di realizzazione) con la sola manutenzione ordinaria. In alcuni casi, la viabiltà forestale in cattive condizioni ha favorito dissesti idrogeologici di medio piccola entità. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.79

81 SINTESI E PIANIFICAZIONE PIANIFICAZIONE OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PIANO Quale strumento pianificatorio di settore di secondo livello, intermedio tra la programmazione di livello regionale e la pianificazione gestionale di det livello aziendale o interaziendale, al PFTI deve conferirsi principalmente un compito in merito alla costruzione di un quadro conoscitivo di settore e alla definizione di indirizzi di gestione; lo strumento deve quindi fornire importanti presupposti per azioni e strategie di gestione, lasciando ai piani aziendali il compito più strettamente operativo gestionale. Rispetto alla pianificazione aziendale, il PFTI persegue finalità di ordine generale che riguardano la società nel suo complesso con particolare riferimento alle comunità locali in quanto più direttamente fruitori dei beni e dei servizi forniti dagli ecosistemi forestali. In questa ottica il PFTI si propone di attuare gli obiettivi di politica forestale definiti a livello internazionale, nazionale e regionale, con riferimento a: Criteri di Gestione Forestale Sostenibile definiti dalle Conferenze Ministeriali per la Protezione delle Foreste in Europa (MCPFE); Linee Guida per la Gestione delle Foreste in Europa (General guidelines for sustainable forest management, General guidelines for conservation of biological diversity of forests in Europe (Risoluzione H1 e H2 Helsinki 1993); Piano di Azione forestale UE7 del 2006 (Forest Action Plan, conclusosi nel 2011, la cui attuazione è oggi in fase di valutazione); Programma Quadro Nazionale per il Settore Forestale (MIPAAF, MATTM, 2008); la Legge Regionale 22 gennaio 1999 n. 4 (Legge Forestale Regione Liguria); il Programma Forestale Regionale (DCR n. 17/2007). Con riferimento alla L.R. 4/1999 seguenti le finalità generali in cui si inserisce il PFTI sono: a) concorrere al miglioramento delle condizioni di vita e di sicurezza delle popolazioni delle zone montane e delle aree urbanizzate; b) sostenere e incrementare le funzioni produttive del patrimonio agro silvo pastorale esistente e la razionale gestione dello stesso; c) conseguire il recupero alla forestazione di terreni nudi, cespugliati o comunque abbandonati e non utilizzabili per altre produzioni agricole o zootecniche. Con riferimento al Programma Forestale Regionale (DCR n. 17/2007) gli obiettivi nel cui contesto si inserisce il PFTI consistono nell ottimizzare: la funzionalità e la complessità dei sistemi forestali; la capacità di ogni formazione forestale a soddisfare la funzione prevalente attribuita; la capacità dei sistemi forestali di opporsi ai fattori perturbativi; la difesa del suolo; PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.80

82 la biodiversità; l approvvigionamento idrico; la produzione di prodotti legnosi e non legnosi e la loro valorizzazione; l immagazzinamento di CO 2 atmosferica; il valore culturale storico e paesaggistico del territorio forestale; la programmazione forestale a lungo termine. All interno di contesto generale, più concretamente gli obiettivi del PFTI sono la conoscenza delle foreste e dell economia del territorio, l individuazione dei conflitti e delle opportunità che il bosco può fornire alla popolazione locale e la formulazione di indirizzi gestionali partecipati. (P. Cantiani, et al., 2010). Come strumento di pianificazione forestale territoriale di indirizzo il suo contenuto non è necessariamente prescrittivo; il valore prescrittivo viene principalmente demandato ai piani di terzo livello (Piani di Assestamento) o di altri specifici strumenti (piani faunistici, piani antincendio boschivo ecc.). L importanza del PFTI risiede quindi nel suo valore conoscitivo di fattori naturali, economici e sociali (oggi carente nella pianificazione territoriale di aree non urbanizzate) e nel suo livello politico di indirizzo in rapporto alle funzioni e alle potenzialità di un territorio.. (Agnoloni et al., 2008). Il Piano forestale territoriale di indirizzo (PFTI) nasce come uno strumento di pianificazione che ricerca un percorso di formazione partecipato con i portatori di interesse locali, e questo approccio alla comunicazione e partecipazione maggiormente idoneo e confacente a contenuti di indirizzo alla gestione. Nel contesto dell ambito territoriale studiato dal presente PFTI, oltre alle finalità di carattere più generale sopra citate, gli obiettivi specifici possono essere descritti nei seguenti punti: fornire un quadro aggiornato sufficientemente approfondito per valutare le risorse forestali in ordine a consistenza, tipologia e localizzazione, considerate come parte integrante di un intero ambito territoriale; ricerca dei punti di forza e dei punti di debolezza (o criticità), delle opportunità e delle minacce del settore forestale sia per gli aspetti dei servizi ecosistemici sia per gli aspetti più propriamente socio economici; individuare indirizzi per la valorizzazione a scala territoriale delle risorse forestali, sia per gli aspetti dei servizi ecosistemici sia per gli aspetti più propriamente socio economici, in un ottica di integrazione con le politiche di sviluppo territoriale ed urbanistico; supportare le politiche di riqualificazione paesistica ed ambientale anche a supporto della redazione della pianificazione comunale (Piano urbanistico comunale PUC, Progetti urbanistici operativi PUO, Programmi attuativi PA); sviluppare strategie, indicazioni e priorità per l attivazione delle politiche agro forestali per le diverse filiere, con particolare riferimento allo sviluppo di aspetti innovativi per le filiere tradizionali, allo sviluppo di nuove filiere, nonché a strumenti gestionali e normativi. Con la soppressione delle Comunità Montane (Art. 12 L.R. 29 dicembre 2010, n. 23, Disposizioni collegate alla legge finanziaria 2011) e il riordino delle funzioni in precedenza svolte dalle Comunità Montane (L.R. 7/2011) il territorio presenta l assenza di un soggetto amministrativo e/o politico unificante con il ruolo di coordinamento e di programmazione per l individuazione e l incentivazione di azioni e iniziative volte alla valorizzazione delle risorse. Data questa premessa il PFTI rappresenta uno strumento che sin dalla fase di analisi e di redazione, anche attraverso un percorso di partecipazione, tende a coordinare ed unificare intenti e strategie su scala territoriale vasta e contribuisce alla integrazione e alla creazione di sinergie tra le comunità locali e tra le amministrazioni comunali. Ciò che non è pensabile e realizzabile per singoli proprietari o singole amministrazioni comunali può divenire più realisticamente PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.81

83 progettabile e realizzabile attraverso la messa in comune delle risorse e l organizzazione coordinata di percorsi di valorizzazione. Il PFTI può fornire quindi un quadro coordinato di indirizzi di azione selvicolturale distribuiti sul medio lungo periodo, verso obiettivi di valorizzazione dei servizi ecosistemici e degli aspetti socio economici, lungo percorsi di filiera dotati di autonomia ma integrati ed interagenti, da utilizzare a fini diversi: da convertire in un Piano di assestamento forestale laddove questo risulti utile o necessario oppure da tradurre direttamente in progettualità esecutiva e/o in un pacchetto di regole a causa dell inutilità o della non fattibilità del Piano di assestamento. Volendo descrivere in sintesi gli obiettivi di dettaglio del presente Piano questi possono essere indicati nei seguenti: fornire conoscenze quali quantitative sul patrimonio forestale di tutto il comprensorio di studio; acquisire tali conoscenze quali quantitative ad un livello di approfondimento e di attendibilità sufficienti a consentire valutazioni in merito alla determinazione di indirizzi gestionali realistici ed aderenti alla realtà; individuazione e quantificazione di attitudini e vocazioni, con successiva evidenziazione di destinazioni funzionali prevalenti; acquisire un quadro conoscitivo del tessuto socioeconomico del territorio di studio; messa a fuoco di punti di forza e debolezza del sistema forestale nell ambito territoriale di studio; analizzare le aspettative e gli eventuali conflitti delle comunità locali; fornire scenari sotto forma di indirizzi gestionali e di azioni per la corretta gestione e la valorizzazione dei servizi ecosistemici e dei servizi più propriamente socio economici, con approccio di integrazione tra le filiere; fornire gli scenari (di indirizzi gestionali e di azioni) in base ad un approccio di integrazione tra filiere (filiere integrate); fornire elementi per una opportuna valutazione in merito alla necessità di una pianificazione di dettaglio (Piano di assestamento forestale); fornire elementi idonei e utili ad una riattivazione e riqualificazione di una gestione attiva delle risorse forestali con approccio multifunzionale; fornire informazioni e proposte in merito al miglioramento funzionale della rete viaria di servizio ai boschi; individuazione di criticità in merito al rischio idrogeologico, sia contingenti che latenti connesse alla gestione o non gestione; individuazione di criticità in merito alle modificazioni del paesaggio, sia contingenti che latenti connesse alla gestione o non gestione; fornire elementi per strategie di sviluppo per le diverse filiere, esistenti e/o potenziali, tradizionali o nuove, con approccio di integrazione tra le diverse filiere; fornire elementi in merito alle opportune valutazioni riguardo la necessità e importanza della valorizzazione e/o istituzione di forme aggregative o consortili tra le proprietà; definire i percorsi possibili, esaminando opportunità, benefici e costi, della certificazione delle produzioni legate al bosco: certificazione della gestione forestale e certificazione della catena di custodia; PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.82

84 fornire elementi funzionali alla opportunità e convenienza della valorizzazione della produzione di biomassa a fini energetici; elementi conoscitivi sul ciclo del Carbonio, il ruolo degli ecosistemi forestali studiati in tale ciclo, la determinazione di prima approssimazione dello stock di carbonio e dei depositi incrementali (carbon sink) che si generano in un determinato arco temporale; indicazioni in merito alle attività possibili per l aumento del sink in forme addizionali rispetto ai processi naturali, alle possibilità di valorizzazione economica offerte dal sistema dei mercati volontari dei crediti di carbonio; individuazione dei criteri per la definizione dei boschi trasformabili e dei boschi non trasformabili, per la quantificazione e tipologia delle compensazioni. Il PFTI fornisce quindi gli elementi conoscitivi, il quadro di criticità e valori della realtà presente in merito agli ecosistemi forestali e alle forme di gestione, indirizzi di gestione e linee di strategie possibili. Il passaggio opportuno successivo, per l attuazione delle indicazioni del PFTI, dovrebbe consistere nella realizzazione di una sorta di progetto esecutivo di definizione e applicazione delle strategie sull ambito territoriale studiato: individuazione delle tipologie di offerta (prodotti, servizi) suscettibili di sviluppo e di potenziamento in ragione delle criticità e della domanda esistente o prevista; individuazione dei soggetti preposti all attuazione e definizione del percorso politico istituzionale economico; individuazione del/i soggetto/i protagonista/i e/o responsabile/i dell elaborazione e gestione del progetto di applicazione della strategia; individuazione dei soggetti attori, beneficiari, realizzatori; definizione dei modelli di filiera e delle azioni per lo sviluppo e il potenziamento dell offerta di prodotti e/o servizi (es. organizzazione della risorsa disponibile ; organizzazione della costruzione dell offerta; organizzazione procedure amministrative per l accesso alle risorse; modernizzazione delle tecniche di accesso e della risorsa; formazione operatori); definizione di dettaglio delle modalità attuative (tecniche ed economiche) delle azioni; valutazioni economiche sui modelli di filiera e sulle azioni: analisi costi/investimenti; analisi ricavi; VAN; break even point, ecc.. A titolo indicativo, e non esaustivo, l attuazione di uno o più modelli di filiera e la realizzazione delle azioni di progetto giudicate realisticamente realizzabili ed economicamente sostenibili richiedono per ogni singola filiera un serie logica di fasi operative: definizione degli obiettivi generali di filiera; definizione degli obiettivi di dettaglio; individuazione e definizione di dettaglio delle singoli azioni; definizione dei soggetti attuatori delle azioni: soggetti proprietari (ruolo, funzioni, attività); soggetti operatori per prelievo, trasformazione e commercializzazione (ruolo, funzioni, attività); PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.83

85 attuazione delle azioni; monitoraggio in corso d opera e valutazione finale. La parte che segue, dopo aver definito i criteri di individuazione delle aree omogene da un punto di vista pianificatorio (zonizzazione e divisione in compartimenti omogenei), descrive gli obiettivi gestionali da raggiungere attraverso la gestione forestale attiva (criteri e indirizzi selvicolturali) e mercati, strumenti e filiere innovative finora non considerate nel territorio (certificazione forestale e di filiera, mercato dei crediti di carbonio) o sottoutilizzate (filiera energetica e attività di compensazioni forestali). ZONIZZAZIONE E COMPARTIMENTAZIONE In Appendice 10 il capitolo integrale CRITERI E DEFINIZIONE DELLA COMPARTIMENTAZIONE: UNITÀ DI INDIRIZZO GESTIONALE (MACROPARTICELLE) In Appendice 10 il capitolo integrale UNITÀ DI INDIRIZZO GESTIONALE (O MACROPARTICELLA) E RELAZIONI E COLLEGAMENTI TRA PIANI FORESTALI TERRITORIALI DI INDIRIZZO (PFTI) E PIANI DI ASSESTAMENTO E DI UTILIZZAZIONE SILVO PASTORALE (PDA) In Appendice 10 il capitolo integrale OBIETTIVI E CRITERI DI GESTIONE SELVICOLTURALE In Appendice 10 il capitolo integrale INDIRIZZI SELVICOLTURALI INDIRIZZI SELVICOLTURALI PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.84

86 Il perseguimento degli obiettivi della gestione forestale dei soprassuoli della Valle Arroscia, illustrati nel precedente capitolo Obiettivi e criteri di gestione selvicolturale, si traduce in indirizzi selvicolturali che, in rapporto ai tipi forestali e alla forma di governo, definiscono degli indirizzi di trattamento di riferimento. Si chiarisce che al termine trattamento si attribuisce il significato consolidato nella scienza selvicolturale: il sistema colturale definito e considerato secondo la natura del cosiddetto taglio finale e dei modi di rinnovazione. In ragione della vastità del territorio oggetto di pianificazione e della sostanziale ordinarietà dei caratteri tipologici delle formazioni forestali riscontrate, rispetto al panorama forestale ligure descritto nello studio dei Tipi Forestali a scala regionale, si è ritenuto opportuno non proporre una declinazione degli indirizzi selvicolturali con il significato di specifiche norme da applicarsi con cogenza, cosa che deve ritenersi maggiormente adatta e deputata ai Piani di Assestamento, cioè alla pianificazione di det terzo livello. Gli indirizzi selvicolturali riportati dal presente lavoro assumono pertanto, per il territorio in indagine, valore come principi e modelli ispiratori per la buona e sostenibile gestione selvicolturale dei soprassuoli forestali che l Ente Delegato dovrà recepire e far propri quali linee guida per la pianificazione assestamentale e per gli interventi di tipo pubblico e che dovrà promuovere e divulgare per la gestione delle proprietà non assestate. Con specifico riferimento alle categorie e tipi forestali e alle destinazioni funzionali prevalenti definite dalle apposite cartografie e descritte in maniera più circostanziata per le zone delimitate dalle Unità di Indirizzo Gestionale (Macroparticelle), di seguito sono riportati gli indirizzi generali da attuarsi nella gestione dei boschi per le principali destinazioni funzionali e le indicazioni propriamente selvicolturali in base a categoria e/o tipo forestale e forma di governo. INDIRIZZI GENERALI In Appendice 10 il capitolo integrale INDIRIZZI SELVICOLTURALI PER I BOSCHI A DESTINAZIONE PROTETTIVA INDIRIZZI SELVICOLTURALI PER I BOSCHI A DESTINAZIONE PRODUTTIVA INDIRIZZI SELVICOLTURALI PER I BOSCHI A DESTINAZIONE NATURALISTICA INDIRIZZI SELVICOLTURALI PER I BOSCHI A DESTINAZIONE PAESISTICA INDIRIZZI SELVICOLTURALI PER I BOSCHI A DESTINAZIONE TURISTICO RICREATIVA INDIRIZZI SELVICOLTURALI PER I BOSCHI A DESTINAZIONE IGIENE AMBIENTALE PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.85

87 INDICAZIONI SELVICOLTURALI Le indicazioni selvicolturali specifiche per i boschi della Valle Arroscia sono state impostate con un criterio fisionomico, utilizzando quindi le categorie forestali e, quando necessario, i tipi forestali, e la loro forma di governo. Nelle schede descrittive delle Unità di Indirizzo Gestionale (Macroparticelle) sono inserite indicazioni di maggior dettaglio che tengono in considerazione la localizzazione delle superfici forestali, la loro destinazione funzionale preminente ed altri elementi caratteristici. Le categorie forestali individuate nell area di studio sono 16, escludendo quindi ovviamente le zone urbanizzate, agricole e le aree sterili per la vegetazione. Il numero delle categorie presenti è altamente rappresentativo della variabilità riscontabile in un area che si prolunga per circa 20 km in linea d aria compresa tra la parte piu alta nel comune di Cosio d Arroscia fin ai margini della piana di Albenga, passando rapidamente dai lariceti pascolabili dei limiti superiori della vegetazione di quota alle leccete della bassa montagna. In Appendice 10 il capitolo integrale Cespuglieti. Arbusteti e macchie mediterranee. Arbusteti collinari, montani e subalpini. Castagneti. Faggete. Formazioni riparie. Leccete e sugherete. Orno ostrieti. Pinete costiere e mediterranee. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.86

88 Querceti di rovere e roverella. Rimboschimenti. Aree percorse da incendio. Superfici Forestali e Terrazzamenti. LA CERTIFICAZIONE DELLA GESTIONE FORESTALE E LA CATENA DI CUSTODIA In Appendice 11 il capitolo integrale sulla gestione forestale e catena di custodia VALORE DELLA CERTIFICAZIONE FORESTALE PER IL TERRITORIO LIGURE La convenienza della certificazione forestale per un proprietario forestale, ma anche per chi appartiene alla filiera di trasformazione dei prodotti legnosi (ad es. per chi vende legna da ardere o per una azienda di lavorazione del legno e carta) risiede, oltre che negli aspetti etici, in considerazioni di natura economica connesse alla preferenza accordata dal consumatore al prodotto certificato rispetto ad uno senza le stesse garanzie di ecosostenibilità, preferenza che in alcuni casi diventa anche disponibilità a pagare per esso un prezzo maggiore. E significativo in proposito notare come anche in Italia, dove peraltro la maggior parte della materia prima legnosa viene importata, inizi a farsi pressante la richiesta, da parte dell industria di trasformazione, di materiale legnoso proveniente da foreste certificate. Per le Pubbliche Amministrazioni proprietarie o gestori di boschi, subentrano anche valenze di carattere etico: infatti la certificazione della gestione forestale permette di comunicare al pubblico che i boschi vengono gestiti in maniera sostenibile da un punto di vista sociale e ambientale, adeguandosi a criteri di buona pratica forestale internazionalmente riconosciuti. La certificazione di gestione forestale sostenibile e di catena di custodia rappresentano quindi un utile strumento di marketing, un'opportunità di ufficializzare l'impegno imprenditoriale verso l'ambiente, e al tempo stesso un impegno per la promozione di una gestione oculata e corretta dei boschi. Consente inoltre di impostare su solide basi di sostenibilità certificata tutte le forme di gestione e le attività ordinarie o addizionali finalizzate a stabilizzare o incrementare gli assorbimenti di carbonio. Per proprietà di piccole dimensioni (sotto i 100 ettari) entrambi i sistemi prevedono delle semplificazioni procedurali per l ottenimento della certificazione forestale. FSC ha uno specifico documento per la certificazione di attività forestali a "bassa intensità", cioè FSC STD (Ver 1 0). PEFC riconosce formalmente i Piani Forestali Territoriali d Indirizzo, ad esempio, come strumento pianificatorio di base per l ottenimento della certificazione forestale. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.87

89 LA FILIERA ENERGETICA VALUTAZIONE DELLE POTENZIALITÀ DELLA FILIERA ENERGETICA E/O DI FILIERE NON TRADIZIONALI E DEI BENEFICI ECONOMICI RITRAIBILI Alla fine degli anni 90 del secolo scorso, quando anche in Italia iniziò ad essere incentivata la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (e tra queste le biomasse legnose o meglio, ligno cellulosiche), si è creata ex novo una nicchia di mercato prima inesistente, una ulteriore opportunità commerciale per alcune tipologie di materiale legnoso prima non considerate. La destinazione del legno da triturazione per usi energetici si è così andata ad affiancare agli assortimenti commerciali già esistenti, cioè la legna da ardere, il legname da lavoro e il legname da triturazione per l industria dei pannelli. Rispetto a questi assortimenti, la biomassa per utilizzo energetico ha il vantaggio che, richiedendo caratteristiche qualitative molto basse, in pratica qualsiasi tipo di legno, anche se con corteccia, rami, aghi, nodi e altri difetti, è invece idoneo a questa destinazione commerciale. Col passare degli anni, il crescere della richiesta di questo assortimento, e nel contempo la crisi mondiale che ha fatto crollare il mercato del legname da opera, la destinazione del legno da triturazione per usi energetici è addirittura diventata di fatto la destinazione principale, per alcune tipologie di boschi e in determinati contesti forestali. Si è creata quindi, in alcuni contesti, una filiera energetica forestale, dal bosco alla centrale termica o termoelettrica: in Italia se ne trovano esempi abbastanza stabilizzati in Trentino Alto Adige, nel settore alpino del Veneto e anche della Lombardia, e nella Sila calabrese, anche se questi ultimi non sono scevri da problemi di sovrasfruttamento illegale dei boschi. Nel resto d Italia la filiera vera e propria è assente o è in fase di messa a punto, prevalgono interventi forestali unatantum con tale destinazione, ma non con continuità e senza la creazione di una rete commerciale che si basi su questa tipologia di commercio del legname cippato. In alcune zone la occasionale filiera forestale si integra con la più strutturata filiera del legno di provenienza agricola, cioè i cascami e residui della pioppicoltura e gli espianti dei frutteti a fine turno, come avviene nella bassa Lombardia e in Romagna; ancora a livello embrionale è il mercato del legno per usi energetici di provenienza dalle coltivazioni dedicate (short rotation). A livello locale, trasformare il legname in cippato e destinarlo a impianti termici o termoelettrici a biomassa può creare una filiera laddove non ce n erano altre. Si può creare dal nulla una filiera locale, oppure agganciarsi a filiere proprie di altri impianti già esistenti o in progetto, se ragionevolmente vicini e quindi economicamente convenienti. Il cippato è comunque una merce povera, non sopporta lunghe distanze di commercializzazione e non sopporta alti costi di trasporto. Il fattore distanza è quindi sempre molto importante e di notevole incidenza, in quanto stiamo trattando di un prodotto povero, a basso valore commerciale per unità di volume, ed i costi di trasporto possono incidere molto sul prezzo finale. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.88

90 VALUTAZIONI QUANTITATIVE IN AMBITO LOCALE Sul territorio in esame, la più probabile e verosimile fonte di biomassa per usi energetici (dal settore forestale) deriva dai residui delle utilizzazioni dei boschi cedui. Si tratta quindi di rendere economicamente valida l di uno scarto di lavorazione, cioè le ramaglie e i cimali che restano dopo la fase di allestimento commerciale della legna da ardere. Laddove presenti i rimboschimenti di conifere a scopo di protezione idrogeologica, le operazioni di diradamento e cure colturali vanno a selezionare piante di piccole dimensioni, sottoposte o rotte, di nessun valore commerciale. Anche in questi casi il fusto, o più spesso l intera pianta, legname e ramaglie, possono essere ridotti in scaglie chips o triturati più sommariamente, ottenendo scaglie di legno di dimensioni variabili tra 2 10 cm di lunghezza, il cosidetto cippato (neologismo dall inglese) che è un materiale idoneo all alimentazione di impianti di combustione ad alimentazione automatizzata. Si tratta però di una fonte di approvvigionamento disponibile a costi ragionevoli solo nel caso in cui l del bosco avvenga col metodo del legno lungo (full tree system), oppure nel caso dei diradamenti su boschi di conifere, requisito imprescindibile è che l intera pianta sia trattata col sistema di lavoro ad albero intero, cioè abbattuta e poi esboscata intera, con rami e cimale, per essere poi lavorata presso un piazzale su strada camionabile.. Tale tecnica consiste nel taglio delle piante, seguita obbligatoriamente dall esbosco a strascico fino a un piazzale o a una via d esbosco, depezzamento in assortimento commerciale a un imposto raggiungibile da autocarri, e quindi accumulo delle ramaglie e dei cimali in un unico luogo, accessibile alla macchina cippatrice e agli autotreni. Sulla base infatti di molte precedenti esperienze in ambiente montano, si è visto come sia assolutamente non conveniente cercare di recuperare le ramaglie e gli scarti di lavorazione in altro modo (salvo la disponibilità di finziamento ad hoc ), il costo di raccolta della ramaglia dispersa sul letto di caduta in bosco, tanto più se in ambiente montano, è troppo elevato in rapporto al valore del prodotto, e i costi finali superano i ricavi. Volendo fornire elementi quantitativi, la difficoltà risiede nella grande variabilità delle tipologie forestali e delle relative fertilità; per non appesantire inutilmente la relazione, si fornmisce un esempio calcolato su un bosco di provvigione media, pari a circa mc/ha totali (volume epigeo totale, non solo cormometrico, ma anche con ramaglia e e cimali). Tale provvigione unitaria, se trasformata in energia, equivale all incirca a 1 GW/ha (1 Giga Watt = KW, di energia termica in senso lato; questo è il valore dell energia totale sprigionata, prevalentemente in forma di energia termica, da non confondersi con l energia elettrica) ( 1 ). Questo vaore ha il significato di esplicitare l energia custodita dai boschi nel legno degli alberi che li costituiscono. Tale valore energetico è in realtà non completamente disponibile, per motivi legati alla corretta gestione selvicolturale e per ovvii motivi di carattere ambientale nonché normativo; è chiaramente inconcepibile un utilizzo totale e contemporaneo di tutto il volume legnoso presente in un soprassuolo forestale, non si può denudare l ambiente montano come fosse un pioppeto di pianura. 1 La trasformazione da energia termica in energia elettrica, tramite opportuni macchinari, è nel migliore dei casi non superiore al 30%, più spesso tra il 20% e il 28% a seconda dell efficienza termodinamica della tecnologia utilizzata nella trasformazione. Quindi da 1 kw si possono ottenere dai 0,20 ai 0,30 kwe, non di più. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.89

91 VALUTAZIONE ORIENTATIVA DEI PREZZI DI MACCHIATICO IN RIFERIMENTO AI DIVERSI ASSORTIMENTI E FILIERE E GIUDIZI COMPARATIVI; Il cippato di legna vergine (così definito per distinguerlo dal cippato prodotto a partire da legname di recupero, che per la legge italiana è un rifiuto, destinabile solo all industria dei pannelli ricostruiti spunta valori di 4,50 7,00 euro/q, posto a bocca di caldaia, con un umidità variabile dal 55 al 30 % (prezzi 2013). In quasi tutta Europa (salvo casi isolati come in Calabria, dove si adotta abitualmente un prezzo unico indipendentemente dall umidità contenuta nel cippato), il prezzo dela biomassa per utilizzo energetico è calcolato sulla base dei GWh reali (o Gcal o GJ) ottenibili per unità di peso, in funzione dell umidità della partita di cippato da prezzare, per facilitare le operazioni di misura, campionamento e prezzatura delle partite di legno cippato. Il potere calorifico del legno varia principalmente con la specie legnosa, e in misura minore, all interno della medesima specie, con le condizioni di accrescimento, l ampiezza degli anelli, le performance di accrescimento dell albero. A conclusione delle valutazioni economico quantitative sulle biomasse ligno cellulosiche per utilizzo energetico, appare evidente che si tratta di un prodotto povero, con livelli di prezzo piuttosto bassi, che garantiscono un ritorno economico solo nel caso di tagli di o di diradamento colturale sufficientemente concentrati e di medioalta intensità, su boschi facilmente accessibili anche con mezzi meccanici di grandi dimensioni, posti a una distanza non superiore ai km dal sito di utilizzo. GLI ASSORBIMENTI DI CARBONIO: STOCK E AL SINK DI CARBONIO E POTENZIALITÀ DI VALORIZZAZIONE ECONOMICA DEGLI ASSORBIMENTI L inquadramento normativo e del mercato è fornito in Appendice 12. Di seguito l analisi delle potenzialità per il territorio dell Ambito del Pollupice... PRIMA VALUTAZIONE ORIENTATIVA IN RIFERIMENTO AGLI ASSORBIMENTI DI CARBONIO Per una sommaria e indicativa valutazione, di larga approssimazione, è stata realizzata una stima dello stock di carbonio per i boschi della Valle Arroscia in base ai dati desunti dai rilievi condotti per la redazione del presente Piano. Si ribadisce che si tratta di stima con valore indicativo ed orientativo. Il riferimento utilizzato per la procedura estimativa è rappresentato dallo Stock Change Method (Nabuurs et al. 2003), (ripreso da Pilli, Anfodillo, Salvatori, 2006, 2008). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.90

92 Per i valori della densità basale (D), del fattore di espansione della biomassa (BEF) e del rapporto fusto/radici (R), in coerenza con l Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC) si è fatto riferimento a quanto indicato da Federici S, De Laurentis R, Vitullo M (2007). La contabilità del carbonio contenuto nelle foreste italiane. (Silvae 9: ). Tipo fisionomico (categoria o tipi forestali e forma di governo) Provvigio ne (m 3 ha 1 ) densità basale media BEF CF C Stock epigeo (t ha 1 ) CO 2 (t 1) epigeo 1+R (R=0,25) Totale CO 2 (t ha 1) LE20X Lecceta mesoxerofila, LE10X Lecceta xerofila Cedui 87,01 0,72 1,45 0,5 45,42 166,69 2,00 333,4 LE20X Lecceta mesoxerofila Fustaia 152,90 0,72 1,45 0,5 79,81 292,92 2,00 585,8 LE20X Lecceta mesoxerofila, LE10X Lecceta xerofila Non governati 65,64 0,72 1,45 0,5 34,26 125,75 2,00 251,5 PC10 Pineta costiera di Pino d'aleppo 101,31 0,53 1,53 0,5 41,07 150,74 1,33 200,5 PC20 Pineta interna su ofioliti di Pino marittimo 114,00 0,53 1,53 0,5 46,22 169,63 1,33 225,6 PC30X Pineta costiera di Pino marittimo 95,33 0,53 1,53 0,5 38,65 141,85 1,33 188,7 OS20X Ostrieto termofilo Cedui 80,64 0,66 1,28 0,5 34,06 125,00 1,26 157,5 OS30X Ostrieto mesoxerofilo, OS40X Ostrieto mesofilo Cedui 101,46 0,66 1,28 0,5 42,86 157,28 1,26 198,2 OS30X Ostrieto mesoxerofilo, OS40X Ostrieto mesofilo Non Governati 92,87 0,66 1,28 0,5 39,23 143,97 1,26 181,4 FR40X Alneto di Ontano nero Non Governati 343,55 0,53 1,47 0,5 133,83 491,16 1,24 609,0 QU20X Querceto acidofilo di Roverella, QU30X Querceto neutro calcifilo di Roverella Cedui 97,69 0,65 1,39 0,5 44,13 161,97 1,20 194,4 QU20X Querceto acidofilo di Roverella Non governato 55,79 0,65 1,39 0,5 25,20 92,49 1,20 111,0 QU20X Querceto acidofilo di Roverella Fustaia 108,63 0,67 1,42 0,5 51,67 189,64 1,20 227,6 CA20 Castagneti Cedui 85,08 0,49 1,33 0,5 27,72 101,75 1,28 130,2 CA30 Castagneti Cedui 148,74 0,49 1,33 0,5 48,47 177,88 1,28 227,7 CA40 Castagneti Cedui 161,97 0,49 1,33 0,5 52,78 193,70 1,28 247,9 CA20X Castagneto termofilo, CA30X Castagneto acidofilo Fustaie e Fustaie transitorie 131,81 0,53 1,47 0,5 51,35 188,44 1,24 233,7 CA20X Castagneto termofilo, CA30X Castagneto acidofilo Non Governati 123,99 0,49 1,33 0,5 40,40 148,28 1,28 189,8 FA10X Faggeta oligotrofica Ceduo 136,99 0,61 1,36 0,5 56,82 208,55 1,20 250,3 FA10X Faggeta oligotrofica, FA20X Faggeta mesotrofica, FA31X Faggeta eutrofica st. 184,96 0,61 1,36 0,5 76,72 281,57 1,20 337,9 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.91

93 Tipo fisionomico (categoria o tipi forestali e forma di governo) Provvigio ne (m 3 ha 1 ) densità basale media BEF CF C Stock epigeo (t ha 1 ) CO 2 (t 1) epigeo 1+R (R=0,25) Totale CO 2 (t ha 1) submontano Non Governati FA20X Faggeta mesotrofica Ceduo 305,41 0,61 1,36 0,5 126,68 464,93 1,20 557,9 FA20X Faggeta mesotrofica Fustaie, Fustaie transitorie 311,79 0,61 1,36 0,5 129,33 474,64 1,20 569,6 BS10 Robinieti Non governati 51,13 0,53 1,53 0,5 20,73 76,09 1,24 94,3 BS20 Corileti Non governati 92,74 0,53 1,53 0,5 37,60 138,00 1,24 171,1 BS30 Boscaglie d invasione e BS40X Boscaglie rupestre pioniera Non governati 71,42 0,53 1,53 0,5 28,96 106,27 1,24 131,8 RI10 Rimboschimenti mediterranei delle zone costiere 265,03 0,53 1,53 0,5 107,46 394,37 1,33 524,5 RI20 Rimboschimenti collinari e montani interni 351,81 0,47 1,33 0,5 109,96 403,55 1,36 548,8 Tabella 24: Tipi forestali e stock di carbonio (t CO 2 equivalenti) Sempre come indicazione di larga approssimazione, di valore orientativo, si può stimare un incremento annuo dello stock di carbonio (sink) desumibile dall incremento corrente in volume risultato dai dati rilevati in campo ed elaborati per il presente studio. Tipo fisionomico (categoria o tipi forestali e forma di governo) Ic (m 3 ha 1 y 1 ) Densità basale media BEF CF C Sink epigeo (t ha 1 ) CO2 Epigeo (t ha 1 ) 1+R (R=0,25) Totale CO 2 (t ha 1 ) LE20X Lecceta mesoxerofila, LE10X Lecceta xerofila Cedui 5,5 0,72 1,45 0,5 2,87 10, ,1 LE20X Lecceta mesoxerofila Fustaia 3,3 0,53 1,53 0,5 1,35 4,96 1,33 6,6 LE20X Lecceta mesoxerofila, LE10X Lecceta xerofila Non governati 3,9 0,66 1,28 0,5 1,65 6,05 1,26 7,6 PC10 Pineta costiera di Pino d'aleppo 0,8 0,66 1,28 0,5 0,34 1,24 1,26 1,6 PC20 Pineta interna su ofioliti di Pino marittimo 1,5 0,66 1,28 0,5 0,63 2,33 1,26 2,9 PC30X Pineta costiera di Pino marittimo 3,9 0,66 1,28 0,5 1,65 6,05 1,26 7,6 OS20X Ostrieto termofilo Cedui 4,1 0,66 1,28 0,5 1,71 6,29 1,26 7,9 OS30X Ostrieto mesoxerofilo, OS40X Ostrieto mesofilo Cedui 3,9 0,66 1,28 0,5 1,65 6,05 1,26 7,6 OS30X Ostrieto mesoxerofilo, OS40X Ostrieto mesofilo Non Governati 3,8 0,53 1,47 0,5 1,46 5,37 1,24 6,7 FR40X Alneto di Ontano nero Non Governati 3,0 0,65 1,39 0,5 1,36 4,97 1,2 6,0 QU20X Querceto acidofilo di Roverella, QU30X Querceto neutro calcifilo di Roverella Cedui 2,2 0,65 1,39 0,5 0,98 3,59 1,2 4,3 QU20X Querceto acidofilo di Roverella Non governato 1,4 0,67 1,42 0,5 0,67 2,44 1,2 2,9 QU20X Querceto acidofilo di Roverella Fustaia 2,1 0,65 1,39 0,5 0,95 3,48 1,2 4,2 CA20 Castagneti Cedui 3,2 0,49 1,33 0,5 1,04 3,83 1,28 4,9 CA30 Castagneti Cedui 5,7 0,53 1,47 0,5 2,22 8,15 1,24 10,1 CA40 Castagneti Cedui 4,5 0,53 1,47 0,5 1,75 6,43 1,24 8,0 CA20X Castagneto termofilo, CA30X Castagneto acidofilo Fustaie e Fustaie transitorie 2,8 0,49 1,33 0,5 0,91 3,35 1,28 4,3 CA20X Castagneto termofilo, CA30X Castagneto acidofilo Non Governati 4,8 0,61 1,36 0,5 1,99 7,31 1,2 8,8 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.92

94 Tipo fisionomico (categoria o tipi forestali e forma di governo) Ic (m 3 ha 1 y 1 ) Densità basale media BEF CF C Sink epigeo (t ha 1 ) CO2 Epigeo (t ha 1 ) 1+R (R=0,25) Totale CO 2 (t ha 1 ) FA10X Faggeta oligotrofica Ceduo 1,3 0,61 1,36 0,5 0,54 1,98 1,2 2,4 FA10X Faggeta oligotrofica, FA20X Faggeta mesotrofica, FA31X Faggeta eutrofica st. submontano Non Governati 1,8 0,61 1,36 0,5 0,75 2,74 1,2 3,3 FA20X Faggeta mesotrofica Ceduo 3,4 0,61 1,36 0,5 1,41 5,18 1,2 6,2 FA20X Faggeta mesotrofica Fustaie, Fustaie transitorie 2,4 0,61 1,36 0,5 1,00 3,65 1,2 4,4 BS10 Robinieti Non governati 1,7 0,61 1,36 0,5 0,71 2,59 1,2 3,1 BS20 Corileti Non governati 1,8 0,53 1,47 0,5 0,70 2,57 1,24 3,2 BS30 Boscaglie d invasione e BS40X Boscaglie rupestre pioniera Non governati 3,1 0,53 1,47 0,5 1,21 4,43 1,24 5,5 RI10 Rimboschimenti mediterranei delle zone costiere 1,3 0,47 1,33 0,5 0,41 1,49 1,36 2,0 RI20 Rimboschimenti collinari e montani interni 2,1 0,38 1,28 0,5 0,51 1,87 1,29 2,4 LE20X Lecceta mesoxerofila, LE10X Lecceta xerofila Cedui 5,5 0,72 1,45 0,5 2,87 10, ,1 LE20X Lecceta mesoxerofila Fustaia 3,3 0,53 1,53 0,5 1,35 4,96 1,33 6,6 LE20X Lecceta mesoxerofila, LE10X Lecceta xerofila Non governati 3,9 0,66 1,28 0,5 1,65 6,05 1,26 7,6 PC10 Pineta costiera di Pino d'aleppo 0,8 0,66 1,28 0,5 0,34 1,24 1,26 1,6 PC20 Pineta interna su ofioliti di Pino marittimo 1,5 0,66 1,28 0,5 0,63 2,33 1,26 2,9 PC30X Pineta costiera di Pino marittimo 3,9 0,66 1,28 0,5 1,65 6,05 1,26 7,6 OS20X Ostrieto termofilo Cedui 4,1 0,66 1,28 0,5 1,71 6,29 1,26 7,9 OS30X Ostrieto mesoxerofilo, OS40X Ostrieto mesofilo Cedui 3,9 0,66 1,28 0,5 1,65 6,05 1,26 7,6 Tabella 25: Tipi forestali e sink di carbonio (t CO 2 equivalenti) Si tratta di dati con significato eminentemente indicativo, così come la cartografia tematica allegata al piano; significato orientativo in quanto il dato di provvigione e di incremento corrente, trasformato in tonnellate di CO 2 equivalenti, consente di fare alcune valutazioni di ordine generale su quali tipi fisionomici forestali hanno maggiori e minori capacità di stockaggio o capacità incrementali dello stock, e quindi eventualmente progettare e programmare le azioni maggiormente idonee per incrementare le capacità di assorbimento di carbonio dei sistemi forestali del comprensorio. TRASFORMAZIONI DEL BOSCO Come già ricordato nei capitoli precedenti, la normativa forestale di riferimento regionale è costituita dalla Legge Regionale 22 gennaio 1999, n. 4 Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologico, in seguito aggiornata con la Legge regionale Liguria 25 marzo 2013, n 9 Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 22 gennaio 1999, n. 4. Così come individuati e definiti dal Programma Forestale Regionale (DCR n. 17/2007) ed aggiornato con DGR n. 89 del 28 dicembre 2012, i Piani forestali territoriali d indirizzo (PFTI) costituiscono lo strumento di secondo livello di pianificazione forestale. Il PFTI è uno strumento di pianificazione forestale che sviluppa le sue applicazioni su una duplice serie di contenuti: di natura forestale e ambientale a carattere tematico e gestionale; di natura paesistico territoriale a carattere pianificatorio settoriale. In ordine agli aspetti forestali ambientali tra le articolate attività da compiere è stata anche PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.93

95 prevista la Individuazione di boschi che possono essere trasformati e degli interventi compensativi (questi ultimi oggetto del successivo capitolo. Spetta al PFTI il compito di individuare le aree boschive che è possibile trasformare e le misure compensative da attuare sulla base delle esigenze locali, definendo modalità e limiti, anche quantitativi, per le autorizzazioni alla trasformazione del bosco. A seguito delle analisi effettuate e descritte nei precedenti capitoli è stato quindi possibile definire, le aree boscate non trasformabili e redigere la TAV.12 CARTA DELLE TRASFORMAZIONI AMMESSE, che contiene le indicazioni fondamentali in ordine alla trasformazioni territoriali consentite. Così come definito dal comma 1 dell art 4 del D.lgs , costituisce trasformazione del bosco in altra destinazione d'uso del suolo, ogni intervento che comporti l'eliminazione della vegetazione esistente finalizzata a un' del terreno diversa da quella forestale. Inoltre ricordiamo, secondo quanto riportato all art 26 del Decreto Legge n. 5 del (DL Semplificazioni), che non sono da considerarsi superfici boschive i terrazzamenti, i paesaggi agrari e pastorali di interesse storico coinvolti da processi di forestazione, naturale o artificiale, oggetto di recupero a fini produttivi. Secondo quanto riportato all art. 2 della Legge regionale 25 marzo 2013, n 9 la realizzazione delle strade e altre infrastrutture forestali di cui all'articolo 14 [legge regionale 22 gennaio 1999, n. 4], in quanto intervento di tipo selvicolturale, non configura per le superfici interessate mutamento di destinazione e trasformazione dell'uso di boschi. BOSCHI NON TRASFORMABILI I boschi non trasformabili identificano le aree boscate che non possono essere trasformate in altra destinazione d'uso del suolo. Per il territorio dell ambito Pollupice i boschi classificati come non trasformabili sono: - i boschi caratterizzati da elevata valenza ecologico naturalistico forestale (vedi tabella n. 70); - boschi ricadenti all interno della aree classificate ai sensi dell art. 70 Regime normativo di conservazione CE del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico, (D.C.R. n 6 del 26 Febbraio 1990 e s.m.i), quali parti del territorio di elevato valore paesistico ambientale; - i boschi appartenenti alle categorie riferibili a categorie forestali minori (ovvero categorie con estensione inferiore al 1% dell intero territorio boscato), con esclusione dei boschi di invasione; questi boschi rimangono comunque trasformabili se presenti su terrazzamenti, laddove sono previsti interventi di recupero a fine agricolo, o in funzione di miglioramento dell assetto idrogeologico (vedi tabella n. 71); - i boschi ricadenti all interno delle Zone rilevanti per la salvaguardia dei Siti di Importanza Comunitaria (DGR 1687/2009), ovvero nel Pollupice tutta l area SIC IT Monte Carmo Monte Settepani; - le aree boscate percorse da incendi: in relazione alla vigente normativa (art. 10 L. 353/2000) si tratta di un vincolo temporaneo a partire dalla data in cui si è verificato l incendio; in tali aree, ancorché il vincolo sia temporaneo, non è consentito alcun tipo di modifica della destinazione per almeno 15 anni ed alcun tipo di edificazione per almeno 10 anni; - le aree boscate classificate ai sensi dell art. 12 Individuazione e categorie di aree comma b) Aree a diversa suscettività al dissesto di versante del Piano di Bacino Stralcio sul rischio idrogeologico, di seguito elencate: PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.94

96 1) suscettività al dissesto molto elevata frana attiva (Pg4): aree in cui sono presenti movimenti di massa in atto; 2) Ri4: rischio idraulico molto elevato 3) Rg4: rischio geomorfologico molto elevato Cod. Descrizione Superficie complessiva tipologia (ha) Tipologia % FA20X FAGGETA MESOTROFICA 852,09 5,17% FA10X FAGGETA OLIGOTROFICA 488,12 2,96% FA30X FAGGETA EUTROFICA 244,18 1,48% Tabella 26: Boschi non trasformabili categorie ad elevata valenza ecologico naturalistico forestale Cod. Descrizione Superficie complessiva tipologia (ha) Tipologia % AM10X ARBUSTETO DI SPARTIUM JUNCEUM 39,94 0,24% AM30X ARBUSTETO A CYTISUS SCOPARIUS 5,35 0,03% AM60X ARBUSTETO A ROSACEE E SANGUINELLO 56,25 0,34% BS20X CORILETO D'INVASIONE 34,30 0,21% CA10X CASTAGNETO DA FRUTTO 0,76 0,00% CA40X CASTAGNETO NEUTROFILO 120,48 0,73% FA31X FAGGETA EUTROFICA st submontano 11,47 0,07% FA40X FAGGETA MESOXEROFILA CALCIFILA 103,26 0,63% FR10X SALICETO ARBUSTIVO RIPARIO 12,79 0,08% FR30X PIOPPETO RIPARIO 44,00 0,27% LE11X LECCETA XEROFILA st dei substrati silicatici 31,71 0,19% LE30X QUERCETO DI SUGHERA 6,55 0,04% MM20X MACCHIA ALTA A CORBEZZOLO E ERICHE var pino marittimo (anche rinnovazione) 145,52 0,88% MM30X ARBUSTETO A CORIARIA MYRTIFOLIA 22,12 0,13% MM50X ARBUSTETO A CALICOTOME SPINOSA 124,68 0,76% OS31X OSTRIETO MESOXEROFILO st dei substrati silicatici 104,49 0,63% OS40X OSTRIETO MESOFILO 89,88 0,55% PC31X PINETA COSTIERA DI PINO MARITTIMO st mesoxerofilo 26,84 0,16% QU10X QUERCETO DI ROVERE A PHYSOSPERMUM CORNUBIENSE 2,69 0,02% QU21X QUERCETO ACIDOFILO DI ROVERELLA A ERICA ARBOREA st termofilo costiero 56,84 0,34% QU31X QUERCETO NEUTRO CALCIFILO DI ROVERELLA st termofilo costiero 19,92 0,12% Tabella 27: Boschi non trasformabili categorie forestali minori In riferimento all art. 10 della Legge 353/2000 le superfici percorse da incendio non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all incendio per almeno quindici anni e non è consentito alcun tipo di edificazione per dieci anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell ambiente. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.95

97 In tutti i boschi, compresi i boschi non trasformabili, ovunque ubicati, indipendentemente dalla suddivisione dei boschi operata dal presente PFTI è possibile eseguire i seguenti interventi: - opere pubbliche; - interventi di sistemazione del dissesto idrogeologico; - realizzazione e manutenzione straordinaria di viabilità agro silvo pastorale; - interventi funzionali alla fruizione del territorio (posa di bacheche, segnaletica, arredi per la sosta) effettuati dalla Comunità Montana e dall Ente Gestore del Sito Natura 2000; - realizzazione delle opere antincendio e di prevenzione Sia le opere pubbliche a carattere pubblico o infrastrutturale, sia la viabilità agro silvo pastorale possono essere eseguite dopo la dimostrazione dell impossibilità di realizzarle altrove. Complessivamente nell ambito Pollupice i boschi classificati come non trasformabili sono pari a circa ha, circa il 32 % della superficie boschiva dell ambito. Sup. ha Categorie ad elevata valenza ecologico naturalistico forestale 1.584,39 Categorie forestali minori 1.080,07 Boschi con vincolo temporaneo per incendio 423,96 Boschi con regime normativo di conservazione (PTCP) 462,07 Boschi con salvaguardia dei Siti di Importanza Comunitaria (DGR 1687/2009) 1.666,83 Tabella 28: Boschi non trasformabili ambito Pollupice COMPENSAZIONI Il D.lgs all art 4 stabilisce che la trasformazione del bosco deve essere compensata da rimboschimenti con specie autoctone, preferibilmente di provenienza locale, su terreni non boscati; il rimboschimento compensativo e' attuato a cura e spese del destinatario dell'autorizzazione alla trasformazione di colture. Dispone infine che siano le Regioni a stabilire l'estensione minima dell'area boscata soggetta a trasformazione del bosco oltre la quale vale l'obbligo della compensazione, così come le modalità e i tempi di realizzazione del rimboschimento compensativo e le aree dove deve essere effettuato; tali aree devono ricadere all'interno del medesimo bacino idrografico nel quale e' stata autorizzata la trasformazione di coltura; In luogo del rimboschimento compensativo, le Regioni altresì possono prevedere il versamento di una quota in numero corrispondente all'importo presunto dell'intervento compensativo e destinano tale somma alla realizzazione di interventi di riequilibrio idrogeologico nelle aree geografiche più sensibili, ricadenti anche in altri bacini idrografici; possono prevedere anche la realizzazione di opere di miglioramento dei boschi esistenti. La Regione Liguria ha in parte provveduto a quanto demandato dal D.lgs , inserendo alcune indicazioni specifiche per la realizzazione degli interventi compensativi all interno della Legge regionale 25 marzo 2013, n 9 Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 22 gennaio 1999, n. 4. Viene qui stabilito (art. 2) che il rilascio delle autorizzazioni per la trasformazione dei boschi è subordinato al versamento a favore della Regione di un importo in denaro da destinare alla realizzazione di interventi di riequilibrio idrogeologico delle aree geografiche più sensibili, ricadenti anche in altri bacini idrografici, nonché alla realizzazione di interventi di salvaguardia e miglioramento dei PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.96

98 boschi esistenti, al rimboschimento di aree prive di copertura vegetale per incendi o altre cause, nonché alla realizzazione di siepi arboreo/arbustive e nuove alberature nelle aree urbane. L'estensione minima dell'area boscata soggetta a trasformazione oltre la quale vi è obbligo di compensazione è pari a 500 metri quadrati. Tale estensione minima è calcolata sommando all'area boscata soggetta a trasformazione anche l'area dei lotti che distano meno di 100 metri dal perimetro esterno della stessa e che sono stati interessati a trasformazioni nei cinque anni precedenti. Gli interventi compensativi non sono dovuti nei seguenti casi: a) per la creazione della fascia devegetata intorno ai fabbricati ad uso abitativo o uso stalla di profondità non superiore a quindici metri lineari misurati dal perimetro dei fabbricati stessi; b) quando la trasformazione del bosco sia connessa alla ripresa dell'attività agro pastorale, mediante il recupero di terreni normativamente definiti bosco, ma di evidente vocazionalità agricola, generalmente verificabile per la presenza di sistemazioni idraulico agrarie; per tali superfici, nei successivi quindici anni dalla ripresa dell'attività agropastorale, non può essere autorizzata una diversa destinazione d'uso se non previo versamento di un importo compensativo maggiorato del 30 per cento; c) per opere pubbliche o interventi di pubblica utilità funzionali alle finalità della presente legge. Tuttavia vengono rimandate da una successiva deliberazione delle Giunta Regionale le disposizione dei dettaglio dei seguenti punti: d) l individuazione dei criteri e delle modalità per definire le quote dovute a titolo di compensazione, tenendo conto del valore ecologico complessivo del bosco trasformato, ossia delle diverse funzioni assolte dallo stesso, anche in relazione alla capacità di assorbimento e stoccaggio di anidride carbonica atmosferica; e) l individuazione delle tipologie degli interventi di riequilibrio idrogeologico o di miglioramento dei boschi esistenti che devono essere attuate a titolo di compensazione, tenendo conto delle indicazioni del Programma Forestale regionale; f) l individuazione delle modalità e dei tempi di realizzazione degli interventi compensativi, anche tenuto conto degli strumenti di pianificazione forestale disponibili, delle indicazioni di criticità e priorità di intervento evidenziate nei Piani di bacino e/o dalle altre pianificazioni disponibili a livello territoriale; g) la disciplina del versamento di cauzioni a garanzia della regolare esecuzione degli interventi. h) la definizione di eventuali accordi con i diversi soggetti a vario titolo competenti in materia forestale per l'espletamento delle diverse attività tecnico amministrative necessarie all'applicazione della disciplina della compensazione. Facendo quindi particolare riferimento a quanto indicato dalla sopra citata Legge regionale (vedi punto f), in questo capitolo vengono indicate le criticità e priorità di intervento che si ritiene evidenziare proprio per l esecuzione degli interventi compensativi, senza potere entrare nel merito dei calcoli ponderali rispetto al valore ecologico del bosco trasformato, ed anche rispetto al tipo di trasformazione prevista. Il rapporto di compensazione per il territorio interessato dal PFTI, salvo diverse indicazioni formulate dalla Regione, al momento rimane fissato in 1:1, vale a dire per ogni metro quadro trasformato deve essere previsto un metro quadro di nuovo bosco. In considerazione dell alto coefficiente di boscosità del territorio interessato dal PFTI (come peraltro di tutta la Regione Liguria) in alternativa ai rimboschimenti vanno privilegiati i seguenti interventi di carattere forestale: 1) la realizzazione di interventi di riequilibrio idrogeologico delle aree geografiche più sensibili 2) la realizzazione di interventi di salvaguardia e miglioramento dei boschi esistenti 3) il rimboschimento di aree prive di copertura vegetale per incendi o altre cause Per il calcolo degli importi relativi alle opere di compensazione da realizzare, o da monetizzare, si fa riferimento alle spese che verrebbero sostenute per l esecuzione di un rimboschimento su una superficie analoga a quella per cui si PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.97

99 chiede autorizzazione alla trasformazione, comprensiva delle spese per 5 anni di manutenzione e spese tecniche, maggiorata dell IVA di legge. Gli oneri relativi al rimboschimento devono essere calcolati facendo riferimento ai prezziari regionali in vigore, tenendo in considerazione le spese relative alla aratura del terreno (profondità di 50 cm), concimazione, erpicatura, fornitura e messa a dimora meccanizzata di alberi ed arbusti (esclusivamente autoctoni), fornitura e posa di biodisco pacciamante e fornitura e posa di protezioni individuali (shelter) per tutto il materiale vegetale; densità di impianto piante ad ettaro, di cui circa 900 arboree e 400 arbustive. Vanno comunque conteggiati tutti gli oneri, anche se alcune lavorazioni vengono realizzate in economia, o anche nel caso il materiale vivaistico venga fornito gratuitamente. DEFINIZIONE DELLE PROPOSTE DI COMPENSAZIONE Nell ambito della realizzazione degli interventi compensativi il PFTI definisce le tipologie e le priorità di intervento rispetto alle azioni di piano individuate ed illustrate nei capitoli successivi. La Regione ha già definito in linea generale quali devono essere gli interventi compensativi da realizzare (art. 2Lr ). Riprendendo quanto proposto dalla Regione e sviluppando quanto emerso dalle approfondite analisi territoriali riportiamo l elenco delle proposte di compensazione, proponendo azioni volte a valorizzare in modo particolare le risorse silvo pastorali e paesaggistico ambientali (TAV. 14 carta delle superfici destinate a compensazioni): a) la realizzazione di interventi di riequilibrio idrogeologico delle aree geografiche più sensibili: 1. sistemazione delle zone dei terrazzamenti per il recupero/mantenimento e valorizzazione di alcuni ambiti agro silvo pastorali a forte valenza paesistico culturale; b) la realizzazione di interventi di salvaguardia e miglioramento dei boschi esistenti: si tratta di interventi a macchiatico negativo che, per quanto necessari, senza un finanziario difficilmente potrebbero essere eseguiti: 2. diradamenti (tagli intercalari) delle pinete 3. conversioni all alto fusto 4. miglioramento castagneti da frutto 5. misure finalizzate alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio naturale, in particolare degli ambiti territoriali ai quali è riconosciuta maggiore valenza ecologico naturalistica quali i Siti Rete Natura 2000 c) il rimboschimento di aree prive di copertura vegetale per incendi o altre cause; d) manutenzioni ordinarie della viabilità esistente 6. misure finalizzate alla valorizzazione e al miglioramento della fruibilità delle aree forestali maggiormente vocate attraverso interventi di manutenzione della viabilità agro silvo pastorale 7. mantenimento e valorizzazione della rete sentieristica e) valorizzazione del paesaggio agricolo di montagna e recupero degli spazi aperti: 8. recupero degli spazi aperti lentamente colonizzati dal bosco 9. recupero dei prati e prati pascolo PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.98

100 PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI PREMESSA Il presente capitolo è suddiviso in tre parti e contiene contiene in una prima parte la sintesi della proposta programmatica riguardo gli interventi selvicolturali, in una seconda gli interventi sulla viabilità, ed in una terza le azioni programmatiche. Riguardo a interventi selvicolturali e viabilità si tratta di indicazioni previsionali risultanti dalle indagini eseguite in campo in tre fasi operative diverse: la prima con il rilievo dei dati inventariali; la seconda incentrata sul sistema dell accessibilità e del sistema viario; la terza sugli approfondimenti dei soprassuoli in funzione gestionale nel contesto delle unità di compartimentazione proposte (Macroparticelle). INTERVENTI SELVICOLTURALI L organizzazione proposta per gli interventi selvicolturali è incentrata sulle Unità di Indirizzo Gestionale (Macroparticelle), e all interno di esse in base alle categorie e/o tipi forestali, alle forme di governo e alle destinazioni funzionali preminenti. Gli interventi sono inoltre da inquadrarsi, nell ambito delle diverse categorie forestali, nelle indicazioni di trattamento selvicolturale trattate nello specifico capitolo. Criteri e modalità di intervento sono in larga parte descritti nel sopracitato capitolo sulle indicazioni selvicolturali, mentre di seguito si riportano le sintetiche descrizioni degli interventi anche in riferimento alle codifiche terminologiche utilizzate nei Database cartografici. Taglio di Riguarda le forme di governo del a regime, o strutturalmente debolmente invecchiati, secondo i trattamenti indicati per le diverse categorie; si intende sempre con riserva di matricine; per i cedui di faggio, comprende anche l opzione del taglio a sterzo che sarà intrapresa in ragione delle valutazioni e delle volontà dei proprietari. Taglio di ceduazione Riguarda le forme di governo del secondo i trattamenti indicati per le diverse categorie e si intende sempre con riserva di matricine; tale denominazione dell intervento riguarda le formazioni attualmente classificate come non governate. Taglio di conversione o preparazione Riguarda gli interventi per l'avviamento alla conversione da verso il governo a fustaia, in soprassuoli attualmente cedui strutturalmente invecchiati, ordinariamente con il metodo del avviamento all alto fusto. Il avviamento all'alto fusto consiste in un diradamento, generalmente dal basso dei polloni condotto per stimolare l'accrescimento dei migliori soggetti e per ottenere un popolamento con struttura assimilabile a quella di una fustaia sebbene ancora con individui originati da ceppaia; nei tratti di a bassa fertilità avrà il carattere di un debole diradamento basso consistente, nei casi di più degradato, in una semplice eliminazione dei polloni peggiori dalla ceppaia; con il taglio dovranno essere favoriti gli individui dominanti o codominanti, di migliore vigore vegetativo e conformazione, tali da garantire la costituzione di un soprassuolo stabile ed efficiente; per motivi di biodiversità e per evitare una eccessiva omogeneizzazione della struttura saranno rilasciati in maniera sporadica anche individui a forma contorta, alcuni nel piano attualmente dominato, e anche grosse e vecchie matricine; vanno sempre favorite, quando presenti, le specie accessorie o accompagnatrici. Taglio intercalare o diradamento Si intende il una parte degli individui di un popolamento coetaneo o coetaneiforme non ancora maturo; per le fustaie riguarda i tipi strutturali delle spessine, perticaie, fustaie giovani o adulte; può riguardare anche situazioni di polloni affrancati o in affrancamento e fustaie transitorie per intervento antropico o per evoluzione naturale; sono ricompresi anche gli interventi con finalità fitosanitarie; viene descritto dal PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.99

101 grado (es. debole, moderato, forte), dal tipo (es. alto, basso, selettivo, geometrico), e dall incidenza (quantificazione dell asportazione in numero di piante, area basimetrica o volume). L obiettivo prioritario è quello di realizzare popolamenti stabili, costituti da individui robusti, con equilibrato rapporto ipsodiametrico e chiome profonde e vigorose; in questo modo si costituiranno i presupposti per il migliore esito riguardo la rinnovazione del bosco. Il diradamento dovrebbe inoltre consentire un certo afflusso di luce e di calore al suolo tale da ridurre l'accumulo di lettiera indecomposta e di humus grezzo che costituisce sovente un fattore limitante nel processo di rinnovazione. I diradamenti saranno prevalentemente di tipo basso o misto; di tipo basso a carico prevalentemente dei soggetti deperienti o dominati e sui subdominanti limitatamente ai gruppi fitti, nei popolamenti più radi o in quelli che per l'eccessiva densità (piante filate) potrebbero accusare problemi di stabilità strutturale; il grado dell intervento (debole, moderato, o forte) varia in funzione della densità e fertilità presenti; di tipo misto quando si agisce dal basso incidendo parzialmente anche sul piano dominante. Con il diradamento dovrà sempre essere favorita la mescolanza specifica e la salvaguardia delle specie accompagnatrici o secondarie rispetto alla principale. Tagli successivi Sono tagli di rinnovazione in soprassuoli coetanei, nel comprensorio studiato per lo più per grupppi di estensione variabile, e sono definiti da una sequenza di interventi da eseguirsi nel cosiddetto periodo di rinnovazione e che comprendono: Taglio di sementazione (mira a produrre le condizioni favorevoli per l insediamento del novellame sull area interessata; Tagli secondari finalizzati ad allentare gradualmente la copertura per l affermazione definitiva della nuova generazione del bosco (viene indicato 1 taglio secondario); Taglio di sgombero che ha il fine di liberare in via definitiva il novelleto. Tagli secondari e sgombero vanno eseguiti tempestivamente, quando il novellame mantiene una sufficiente elasticità e gli accrescimenti non si evidenziano già tendenzialmente plagio tropi; sono intesi come opportunamente da adattare allo stato reale dei gruppi e delle stazioni e sono previsti anche in alternanza spaziale con tagli saltuari. Il trattamento selvicolturale di riferimento per le faggete è rappresentato da quanto descritto per i tagli successivi uniformi (M.Cantiani Il trattamento selvicolturale delle faggete dei Monti Picentini ) da applicarsi però in forma modulare e adattata ai singoli gruppi in conformità al tipo strutturale presente ed alle specifiche esigenze colturali; a supporto della gestione operativa lo schema orientativo di riferimento negli aspetti quantitativi e temporali si identifica con un turno minimo di anni per l esecuzione del sementazione seguito da un periodo di rinnovazione di 15 a 20 anni intercalato da un taglio secondario, se opportuno e necessario. Il modello di trattamento delineato è ovviamente da interpretare e da adattare alle realtà concrete riscontrabili nei singoli soprassuoli; ad esempio per il taglio secondario andrà valutata caso pèer caso l effettiva necessità e andrà oculatamente modulato nell intensità in funzione dello sviluppo del novellame e del mantenimento di una continuità nella copertura del suolo; a tratti potranno essere dei veri e propri sgomberi localizzati, e a tratti potrà rivelarsi opportuno non eseguirli. Taglio per pedale E da intendersi come la somma degli degli interventi del taglio saltuario ( curazione) che è il trattamento più propriamente idoneo per i boschi disetanei; prevede l esecuzione periodica alla scadenza del periodo di curazione e la realizzazione di più interventi contemporaneamente: diradamento dei popolamenti giovani con gli stessi criteri descritti per i tagli intercalari o diradamenti (spessine, perticaie, fustaie giovani e adulte); delle piante mature o stramature principalmente in funzione della liberazione della eventuale rinnovazione presente o per creare le condizioni per l insediamento di novellame; regolazione della presenza e distribuzione di individui nelle diverse fasi evolutive e strutturali nei diversi piani; gli obiettivi sono eminentemente colturali finalizzati ad assicurare la rinnovazione, la continuità e perpetuità del bosco, ed il miglioramento della stabilità fisica ed ecologica degli sistemi forestali. Localmente i diradamenti su piccoli gruppi adulti possono assumere la fisionomia di tagli successivi localizzati, o l aspetto di tagli marginali o a orlo. Evoluzione naturale L indicazione riguarda tutti quei soprassuoli dove nel periodo del presente piano (e anche nei sette anni successivi alla scadenza) non sono stati al momento previsti interventi selviocolturali; o per recenti utilizzazioni, o per stadio di sviluppo non idoneo, o per inadeguata stabilità fisica ed ecologica, o per destinazione di tipo conservativo o naturalistico o protettivo. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.100

102 La programmazione degli interventi indicati, in considerazione della validità proposta per il PFTI pari a quindici anni per il periodo , è stata ripartita in due periodi, il primo di 8 anni ed il secondo di 7 anni; è stato inoltre indicata una previsione in merito ad un primo periodo di 7 anni successivo al quindicennio; per questo periodo fuori piano non sono stati considerati gli interventi di ritorno su superfici percorse da interventi nel periodo di validità del PFTI (es. taglio saltuario con periodo di curazione di 15 anni). Castagneti Macro particella Comune Sup. Castagneti (ha) Forma di governo presente Interventi previsti Modello strutturale Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 1 Balestrino 41,69 Ceduo 25,00 8,30 8,30 6 Toirano 39,37 Ceduo 19,70 7,90 6 Toirano 39,37 Ceduo invecchiato fustaia irregolare Recupero castagneto da frutto Fustaia da frutto 11, Toirano 30,69 Ceduo 3,10 3,10 6,10 9 Toirano 37,65 Ceduo 3,80 7,50 3,80 22 Loano 17,31 Ceduo 4,30 4,30 0,00 23 Loano 29,94 Ceduo 12,00 6,00 12,00 28 Pietra Ligure 81,05 Ceduo 40,50 24,30 16,20 30 Giustenice 33,16 Ceduo 19,90 13,30 0,00 31 Giustenice 58,51 Ceduo 17,60 23,40 17,60 33 Giustenice 58,60 Ceduo 29,30 14,70 8,80 36 Magliolo 87,98 Ceduo 52,80 26,40 8,80 40 Magliolo 30,98 Ceduo 12,40 12,40 6,20 41 Magliolo 105,36 Ceduo 42,10 36,90 26,30 42 Magliolo 56,69 Ceduo 28,30 22,70 5,70 43 Magliolo 62,76 Ceduo 0,00 0,00 0,00 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.101

103 Macro particella Comune Sup. Castagneti (ha) Forma di governo presente Interventi previsti Modello strutturale Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 44 Magliolo 69,33 Ceduo 27,70 24,30 17,30 46 Tovo S. Giacomo 34,50 Ceduo 6,90 3,50 24,10 48 Tovo S. Giacomo 8,18 Ceduo 3,30 2,50 2,50 55 Rialto 106,93 Ceduo 26,70 37,40 32,10 56 Rialto 18,51 Ceduo 5,60 5,60 5,60 57 Rialto 115,95 Ceduo 29,00 29,00 29,00 58 Calice Ligure 52,76 13,20 13,20 13,20 59 Rialto 45,27 Ceduo 11,30 11,30 11,30 60 Rialto 93,21 Ceduo 37,30 28,00 28,00 61 Rialto 91,55 Ceduo 50,40 18,30 22,90 64 Rialto 290,49 Ceduo 87,20 72,60 58,10 64 Rialto 51,26 non governato evoluzione naturale Ceduo composto 0,00 0,00 0,00 65 Calice Ligure 134,54 Ceduo 40,40 53,80 40,40 66 Calice Ligure 150,47 Ceduo 45,10 30,10 60,20 67 Calice Ligure 55,01 Ceduo 11,00 16,50 22,00 68 Calice Ligure 17,70 Ceduo 5,30 5,30 5,30 69 Calice Ligure 34,97 Ceduo 10,50 14,00 10,50 70 Calice Ligure 88,56 Ceduo 35,40 44,30 8,90 71 Calice Ligure 81,43 Ceduo 24,40 24,40 24,40 72 Calice Ligure 41,01 Ceduo 16,40 20,50 4,10 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.102

104 Macro particella Comune Sup. Castagneti (ha) Forma di governo presente Interventi previsti Modello strutturale Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 75 Calice Ligure 26,09 non governato 0,00 0,00 0,00 76 Calice Ligure 54,69 composto Ceduo 43,80 0,00 0,00 89 Orco Feglino 174,91 Ceduo 52,50 70,00 52,50 90 Orco Feglino 176,19 Ceduo 61,70 61,70 52,90 91 Orco Feglino 78,41 Ceduo 39,20 23,50 15,70 92 Orco Feglino 75,47 Ceduo 30,20 30,20 15,10 93 Orco Feglino 179,12 Ceduo 44,80 71,70 62,70 94 Orco Feglino 98,45 Ceduo 29,50 39,40 29,50 97 Orco Feglino 108,15 Ceduo 54,10 32,50 21, Vezzi Portio 86,26 Ceduo 43,10 25,90 17, Vezzi Portio 155,28 Ceduo 46,60 62,10 46, Vezzi Portio 11,41 Ceduo 8,00 0,00 3, Vezzi Portio 86,05 Ceduo 25,80 34,40 25, Spotorno 41,16 Ceduo 16,50 16,50 8,20 Taglio con rilascio di matricine (Turno (max 25 anni in mescolanza con altre specie)) Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Ceduo (matricine singole e a gruppi) % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 1293, ,80 898,90 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.103

105 Faggete Macro particella Comune Sup. Tot. Faggete (ha) Forma di governo presente 19 Boissano 56,78 fustaia 21 Loano 36,02 30 Giustenice 137,80 30 Giustenice 59,06 31 Giustenice 62,99 semplice non governato 31 Giustenice 62,99 fustaia 36 Magliolo 60,85 37 Magliolo 69,31 37 Magliolo 69,31 fustaia 38 Magliolo 139,24 39 Magliolo 169,49 40 Magliolo 12,00 55 Rialto 105,05 fustaia transitoria 55 Rialto 45,02 fustaia 55 Rialto 105,05 fustaia 56 Rialto 74,70 fustaia 58 Rialto 57,95 fustaia Interventi previsti taglio per pedale e/o tagli successivi a gruppi evoluzione naturale conversione o preparazione taglio per pedale e/o tagli successivi a gruppi taglio per pedale e/o tagli successivi a gruppi taglio intercalare (diradamento) taglio per pedale e/o tagli successivi a gruppi taglio per pedale e/o tagli successivi a gruppi taglio per pedale e/o tagli successivi a gruppi taglio per pedale e/o tagli successivi a gruppi Modello strutturale Fustaia disetanea per pedale e/o per gruppi e/o a sterzo Fustaia disetanea per gruppi e/o a sterzo e/o a sterzo Fustaia disetanea per pedale e/o per gruppi e/o a sterzo e/o a sterzo Fustaia disetanea per pedale e/o per gruppi e/o a sterzo e/o a sterzo Fustaia disetanea per gruppi e/o a sterzo Fustaia disetanea per pedale e/o per gruppi Fustaia disetanea per pedale e/o per gruppi Fustaia disetanea per pedale e/o per gruppi Fustaia disetanea per pedale e/o per Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 0,00 17,03 0,00 0,00 0,00 0,00 55,12 20,67 20,67 2,95 2,95 2,95 12,60 18,90 12,60 6,30 6,30 6,30 18,26 24,34 18,26 6,93 13,86 13,86 6,93 13,86 13,86 34,81 41,77 41,77 50,85 59,32 50,85 6,00 6,00 0,00 21,01 10,51 0,00 13,51 13,51 13,51 10,51 21,01 21,01 22,41 22,41 22,41 0,00 14,49 14,49 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.104

106 Macro particella Comune Sup. Tot. Faggete (ha) Forma di governo presente Interventi previsti Modello strutturale Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) gruppi 59 Rialto 14,64 fustaia taglio per pedale e/o tagli successivi a gruppi Fustaia disetanea a gruppi 0,00 3,66 3,66 62 Rialto 23,29 e/o a sterzo 2,33 2,33 0,23 62 Rialto 23,29 fustaia Fustaia taglio per pedale disetanea per e/o tagli successivi pedale e/o per a gruppi gruppi 4,66 4,66 4,66 64 Rialto 66,73 e/o a sterzo 20,02 20,02 0,00 65 Calice Ligure 89,63 e/o a sterzo 17,93 8,96 17,93 65 Calice Ligure 89,63 Fustaia Ceduo taglio intercalare disetanea per invecchiato (diradamento) gruppi 8,96 8,96 8,96 65 Calice Ligure 89,63 fustaia Fustaia taglio per pedale disetanea per e/o tagli successivi pedale e/o per a gruppi gruppi 11,16 66 Calice Ligure 18,95 taglio intercalare Fustaia in (diradamento delle disetanea per conversione ceppaie) gruppi 3,79 1,90 3,79 66 Calice Ligure 18,95 fustaia Fustaia taglio per pedale disetanea per e/o tagli successivi pedale e/o per a gruppi gruppi 1,90 1,90 1,90 67 Calice Ligure 55,19 e/o a sterzo 11,04 11,04 11,04 67 Calice Ligure 55,19 Fustaia Ceduo taglio intercalare disetanea per invecchiato (diradamento) gruppi 5,52 5,52 0,00 68 Calice Ligure 34,14 e/o a sterzo 3,41 3,41 0,00 68 Calice Ligure 34,14 fustaia Fustaia taglio per pedale disetanea per e/o tagli successivi pedale e/o per a gruppi gruppi 6,83 6,83 6,83 69 Calice Ligure 54,12 taglio intercalare Fustaia in (diradamento delle disetanea per conversione ceppaie) gruppi 5,41 5,41 0,00 69 Calice Ligure 54,12 fustaia Fustaia taglio per pedale disetanea per e/o tagli successivi pedale e/o per a gruppi gruppi 10,82 10,82 10,82 71 Calice Ligure 18,01 Fustaia conversione o disetanea per preparazione gruppi 3,60 0,00 0,00 71 Calice Ligure 18,01 fustaia Fustaia taglio per pedale disetanea per e/o tagli successivi pedale e/o per a gruppi gruppi 3,60 3,60 3,60 89 Orco Feglino 68,06 fustaia taglio per pedale Fustaia 27,22 20,42 20,42 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.105

107 Macro particella Comune Sup. Tot. Faggete (ha) 99 Vezzi Portio 33,85 99 Vezzi Portio 33,85 Forma di governo presente Ceduo invecchiato Interventi previsti e/o tagli successivi a gruppi taglio intercalare (diradamento) Modello strutturale disetanea per pedale e/o per gruppi e/o a sterzo Fustaia disetanea per gruppi Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 3,39 3,39 0,00 6,77 6,77 6,77 Taglio per pedale e/o tagli successivi a gruppi Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia disetanea per pedale e/o per gruppi Diradamenti % su provvigione in aree a taglio per pedale; fino a 20 30% con sementazione o secondari (tagli successivi); Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 114,69 171,66 143,47 Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia coetaneiforme (nei gruppi) % 20% su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) Tagli di avviamento all alto fusto 36,45 51,59 19,52 Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia coetaneiforme (nei gruppi) % 30% su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 58,72 20,67 20,67 Taglio con rilascio di matricine (Turno anni) Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Ceduo (matricine singole e a gruppi) % 90% su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 205,53 220,80 169,49 Taglio a sterzo (Turno anni; 2 curazioni anni; 3 curazioni anni) Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Ceduo disetaneo o disetaneiforme % 45% su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) Opzione su superficie prevista per taglio Opzione su superficie prevista per taglio Opzione su superficie prevista per taglio Orno ostrieti PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.106

108 Macro particella Comune Sup. Tot. Orno ostrieti (ha) 1 Balestrino 63,91 2 Balestrino 66,38 3 Balestrino 102,25 4 Balestrino 104,51 5 Balestrino 275,08 6 Toirano 79,74 7 Toirano 144,42 7 Toirano 144,42 7 Toirano 36,10 8 Toirano 34,84 8 Toirano 23,23 9 Toirano 53,09 9 Toirano 13,27 10 Toirano 17,04 11 Toirano 34,43 12 Toirano 111,65 12 Toirano 27,91 15 Toirano 82,96 19 Boissano 119,99 21 Loano 44,30 Forma di governo presente Ceduo invecchiato non governato non governato non governato non governato matriciato 22 Loano 18,97 23 Loano 26,59 semplice 24 Loano 4,14 26 Loano 24,24 26 Loano 13,05 27 Pietra Ligure 24,67 28 Pietra Ligure 41,09 29 Pietra Ligure 5,56 29 Pietra Ligure 2,99 non governato non governato semplice Interventi previsti conversione o preparazione evoluzione naturale evoluzione naturale evoluzione naturale evoluzione naturale evoluzione naturale evoluzione naturale evoluzione naturale Modello strutturale Periodo 1 (ha) fustaia 21,66 Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 0,00 0,00 63,91 0,00 19,92 46,47 0,00 40,90 61,35 0,00 20,90 83,61 41,26 68,77 165,05 0,00 31,90 47,84 21,66 43,33 57,77 0,00 0,00 36,10 10,45 13,94 10,45 0,00 0,00 0,00 0,00 5,31 31,85 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 17,04 6,89 6,89 6,89 11,17 33,50 44,66 0,00 0,00 0,00 16,59 8,30 58,07 24,00 36,00 24,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 9,70 0,00 14,55 0,00 5,22 7,83 0,00 0,00 0,00 0,00 16,44 24,66 3,34 1,11 1,11 0,00 0,00 2,99 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.107

109 Macro particella Comune Sup. Tot. Orno ostrieti (ha) 30 Giustenice 336,89 Forma di governo presente 31 Giustenice 97,70 32 Giustenice 2,31 32 Giustenice 5,40 33 Giustenice 55,61 34 Giustenice 5,45 36 Magliolo 36,89 non governato 37 Magliolo 58,65 38 Magliolo 36,08 39 Magliolo 55,52 40 Magliolo 127,52 41 Magliolo 94,02 42 Magliolo 46,58 43 Magliolo 9,12 44 Magliolo 13, Tovo S. Giacomo Tovo S. Giacomo 46,99 9,70 54 Finale Ligure 9,51 77 Finale Ligure 35,99 78 Finale Ligure 34,91 79 Finale Ligure 36,95 82 Finale Ligure 0,03 83 Finale Ligure 23,60 95 Orco Feglino 14,55 96 Orco Feglino 23,03 98 Orco Feglino 28, Vezzi Portio 38, Vezzi Portio 15,63 non governato fustaia transitoria irregolare irregolare 105 Vezzi Portio 8,51 Interventi previsti Modello strutturale Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 202,13 134,76 0,00 48,85 48,85 0,00 2,31 0,00 0,00 0,00 0,00 5,40 19,46 16,68 11,12 0,00 0,00 0,00 11,07 14,76 11,07 29,33 17,60 11,73 7,22 7,22 7,22 27,76 27,76 0,00 31,88 51,01 44,63 42,31 42,31 9,40 4,66 13,97 27,95 1,82 3,65 3,65 0,00 0,00 7,95 18,80 16,45 11,75 6,79 1,94 0,97 diradamento fustaia 0,00 3,81 1,90 evoluzione naturale evoluzione naturale 14,40 10,80 10,80 13,96 10,47 10,47 22,17 7,39 7,39 0,01 0,01 0,01 7,08 9,44 7,08 7,28 5,82 1,46 6,91 6,91 9,21 8,43 11,24 8,43 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2,55 5,95 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.108

110 Macro particella Comune Sup. Tot. Orno ostrieti (ha) 106 Vezzi Portio 36, Noli 11, Noli 14, Noli 4,89 Forma di governo presente Interventi previsti Modello strutturale Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 11,06 14,75 11,06 5,73 2,29 3,44 7,40 2,96 4,44 0,00 0,00 4,89 Taglio con rilascio di matricine (Turno 25 anni) Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Ceduo (matricine singole e a gruppi) % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) Diradamento in fustaia transitoria 703,88 834, ,67 Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia disetanea a gruppi % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) Taglio avviamento all alto fusto 0 3,81 1,9 Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia disetanea a gruppi % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 21,66 Querceti di rovere e roverella Macro particella Comune Sup. Tot. Querceti (ha) 3 Balestrino 52,72 6 Toirano 39,37 Forma di governo presente 10 Toirano 33,13 17 Borghetto S.Spirito 16,31 18 Borghetto S.Spirito 27,63 20 Boissano 150,25 non governato 25 Loano 18,80 fustaia Interventi previsti taglio per pedale e/o tagli successivi Modello strutturale Fustaia disetaneiforme a gruppi Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 10,54 10,54 10,54 19,68 0,00 7,87 13,25 9,94 9,94 6,53 4,89 4,89 11,05 8,29 8,29 90,15 60,10 0,00 0,00 0,00 0,00 29 Pietra Ligure 7,32 non 5,86 0,00 0,00 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.109

111 Macro particella Comune Sup. Tot. Querceti (ha) 33 Giustenice 55,61 35 Giustenice 36,43 fustaia Tovo S. Giacomo Tovo S. Giacomo 41,48 22,77 50 Finale Ligure 31,54 51 Finale Ligure 47,39 Forma di Interventi Modello governo previsti strutturale presente governato non governato non governato non governato 52 Finale Ligure 22,47 63 Rialto 35,44 fustaia 70 Calice Ligure 51,48 70 Calice Ligure 51,48 72 Calice Ligure 21,53 73 Calice Ligure 38,39 73 Calice Ligure 38,39 Ceduo invecchiato 74 Calice Ligure 36,51 fustaia 76 Calice Ligure 54,69 77 Finale Ligure 0,99 composto 81 Finale Ligure 42,80 85 Finale Ligure 4,35 96 Orco Feglino 30, Vezzi Portio 13,39 fustaia 102 Vezzi Portio 18,18 fustaia 107 Noli 32, Noli 5,21 fustaia 113 Noli 15,59 fustaia taglio per pedale e/o tagli successivi taglio per pedale e/o tagli successivi conversione o preparazione conversione o preparazione conversione o preparazione taglio per pedale e/o tagli successivi taglio per pedale e/o tagli successivi taglio per pedale e/o tagli successivi taglio per pedale e/o tagli successivi taglio per pedale e/o tagli successivi Fustaia disetaneiforme a gruppi Fustaia disetaneiforme a gruppi Fustaia disetaneiforme a gruppi Fustaia disetaneiforme a gruppi Fustaia disetaneiforme a gruppi Fustaia disetaneiforme a gruppi Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 19,46 16,68 11,12 10,93 7,28 7,28 0,00 0,00 41,48 9,11 6,83 6,83 22,07 9,46 0,00 28,44 9,48 0,00 8,99 6,74 6,74 0,00 0,00 0,00 12,87 12,87 0,00 12,87 12,87 8,61 8,61 4,31 38,39 0,00 0,00 0,00 0,00 38,39 14,60 14,60 7,30 composto 43,75 0,00 0,00 Fustaia disetaneiforme a gruppi Fustaia disetaneiforme a gruppi Fustaia disetaneiforme a gruppi Fustaia disetaneiforme a gruppi 0,00 0,00 0,99 29,96 12,84 0,00 4,35 0,00 0,00 15,32 12,26 3,06 8,03 4,02 1,34 10,91 5,45 1,82 11,40 9,77 11,40 3,65 1,56 0,00 7,80 0,00 0,00 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.110

112 Macro particella Comune Sup. Tot. Querceti (ha) 114 Spotorno 41,16 Forma di governo presente Interventi previsti Modello strutturale Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 16,46 16,46 8,23 Taglio con rilascio di matricine (Turno anni) Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Ceduo (matricine singole e a gruppi) % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 387,85 215,76 135,69 Taglio per pedale e/o tagli successivi Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia disetanea a gruppi % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) Taglio avviamento all alto fusto 55,92 32,91 17,74 Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia disetanea a gruppi % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 51,26 12,87 38,39 Pinete costiere e mediterranee Macro particella Comune Sup. Tot. Pinete medit. (ha) Forma di governo presente 20 Boissano 25,00 fustaia 24 Loano 141,00 fustaia 25 Loano 19,00 fustaia 26 Loano 37,00 fustaia 86 Finale Ligure 45, Noli 11,00 fustaia sopra fustaia sopra Interventi previsti evoluzione naturale o taglio fitosanitario evoluzione naturale e taglio fitosanitario taglio per pedale e diradamenti taglio per pedale e diradamenti Modello strutturale Fustai coetaneiforme a gruppi Fustaia coetaneiforme a gruppi Fustai coetaneiforme a gruppi Fustaia coetaneiforme a gruppi Fustaia coetaneiforme a gruppi sopra Fustaia coetaneiforme a gruppi sopra Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 0,00 25,00 0,00 20,00 20,00 20,00 0,00 19,00 0,00 0,00 14,74 22,10 0,00 0,00 44,91 0,00 5,58 5,58 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.111

113 Taglio componente con rilascio di matricine e avviamenti su alcune ceppaie Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia coetaneiforme a gruppi gruppi sopra % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 0 5,58 50,49 Taglio intercalare (diradamento) e fitosanitari; piccoli sgomberi localizzati Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia coetaneiforme a gruppi % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 20,00 78,74 42,10 Leccete Macro particella Comune Sup. Tot. Pinete montane (ha) Forma di governo presente 15 Toirano 41,00 48 Tovo S. 24,30 Giacomo 53 Finale Ligure 62,90 semplice 54 Finale Ligure 86,70 81 Finale Ligure 19,00 82 Finale Ligure 251,50 82 Finale Ligure 135,40 non governato 83 Finale Ligure 158,20 84 Finale Ligure 48,60 non governato 86 Finale Ligure 57,00 87 Finale Ligure 145,70 96 Orco Feglino 54,00 98 Orco Feglino 21, Vezzi Portio 11,80 non governato 105 Vezzi Portio 59, Noli 32, Noli 19, Spotorno 33,20 Interventi previsti Modello strutturale Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 24,59 16,39 0,00 9,71 7,28 7,28 12,57 12,57 12,57 13,00 13,00 13,00 4,75 4,75 4,75 75,46 62,88 62,88 27,09 27,09 13,54 39,54 39,54 55,35 7,29 7,29 9,71 22,79 28,49 5,70 72,83 58,26 14,57 16,20 21,60 16,20 12,92 8,61 0,00 0,00 0,00 11,83 5,93 23,71 11,86 11,40 9,77 11,40 7,73 9,66 1,93 11,61 8,29 13,27 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.112

114 Taglio con rilascio di matricine (Turno anni) Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Ceduo (matricine singole e a gruppi) % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 375,41 359,18 265,84 Rimboschimenti Macro particella Comune Sup. Tot. Pinete montane (ha) Forma di governo presente 41 Magliolo 59,88 fustaia Interventi previsti Tagli e diradamenti per sostituzione di specie 43 Magliolo 25,56 fustaia taglio a gruppi 57 Rialto 13,63 fustaia 57 Rialto 13,63 fustaia 59 Rialto 38,23 fustaia 59 Rialto 38,23 fustaia 60 Rialto 11,73 fustaia 61 Rialto 19,54 fustaia 62 Rialto 15,46 fustaia 62 Rialto 15,46 fustaia 64 Rialto 290,49 68 Calice Ligure 34,57 fustaia 68 Calice Ligure 34,57 fustaia sgombero e diradamenti taglio per pedale e diradamenti sgombero e diradamenti taglio per pedale e diradamenti taglio per pedale e diradamenti taglio per pedale e diradamenti sgombero e diradamenti taglio per pedale e diradamenti sgombero e diradamenti taglio per pedale e diradamenti 70 Calice Ligure 39,16 fustaia taglio a gruppi Modello strutturale Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) Fustaia mista coetaneiforme a gruppi 11,98 11,98 11,98 Fustaia mista coetaneiforme a 12,78 10,22 2,56 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 3,41 3,41 0,00 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 3,41 3,41 0,00 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 9,56 9,56 0,00 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 9,56 9,56 0,00 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 0,00 11,73 0,00 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 0,00 19,54 0,00 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 3,87 3,87 0,00 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 3,87 3,87 0,00 gruppi 87,15 72,62 58,10 Fustaia mista coetaneiforme a 8,64 8,64 0,00 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 8,64 8,64 0,00 gruppi Fustaia mista coetaneiforme a 19,58 19,58 0,00 gruppi 71 Calice Ligure 8,11 fustaia taglio a gruppi Fustaia mista 4,05 2,43 0,00 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.113

115 Macro particella Comune Sup. Tot. Pinete montane (ha) Forma di governo presente 99 Vezzi Portio 11,11 fustaia Interventi previsti taglio per pedale e diradamenti 99 Vezzi Portio 11,11 fustaia taglio a gruppi Modello strutturale coetaneiforme a gruppi Fustaia mista coetaneiforme a gruppi Fustaia mista coetaneiforme a gruppi Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 1,11 1,11 1,11 2,22 2,22 0,00 Taglio colturali per liberazione rinnovazione e diradamenti Modello strutturale Provvigione m 3 ha 1 Ripresa indicativa Fustaia mista coetaneiforme a gruppi % su provvigione Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 64,05 95,32 13,09 Arbusteti e macchie mediterranee Macro particella Comune Sup. Tot. Pinete montane (ha) 115 Spotorno 115,937 Forma di governo presente Non governato Interventi previsti Evoluzione naturale e impianto di nuclei e microcollettiva di rinnovazione Modello strutturale Macchia alta e lecceta Periodo 1 (ha) Periodo 2 (ha) Periodo 3 (ha) 50,00 50,00 15,00 MOTIVAZIONI E INDICAZIONI PER L OPZIONE DEL TRATTAMENTO A STERZO SUL CEDUO DI FAGGIO Il faggio è notoriamente specie sciafila riguardo l esigenza di luce, e mesofila per pedologia e clima. Il potere di rigenerazione del faggio è limitato rispetto a quello di molte altre latifoglie;.. la base del fusto perde presto le gemme dormienti e la capacità di produrre gemme avventizie; le ceppaie con sezioni di taglio superiori a 20 cm di diametro sono già soggette a disseccarsi (Bernetti, 1995). Occorre tuttavia tenere presenti due peculiarità della specie: la fruttificazione ritardata e periodica e l emissione poco sollecita dei polloni ed il lento sviluppo giovanile di questi (Hofmann, 1991). Il faggio in bosco fruttifica in un periodo compreso tra i 25 (Perrin, 1954) e i anni (De Philip pis, 1957). Storicamente le caratteristiche ecologiche della specie e le sue capacità rigenerative hanno determinato particolari forme di trattamento ai boschi cedui di faggio: taglio con tirasucchi (per la con servazione della vitalità delle ceppaie), taglio tra le due terre, propagginazione, taglio sul nuovo (o taglio alto). Conseguentemente anche le forme di trattamento di popolamenti allevati a hanno nel tempo cercato di conformarsi alle esigenze della specie riguardo la luce (sciafilia) e la capacità rigenerativa (tirasucchi, taglio sul nuovo, taglio tra le due terre ), ed il a sterzo si affermava come la forma più adeguata rispetto al composto ed al. Il PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.114

116 taglio a sterzo prevede l di tutti i polloni maturi, quelli che hanno ultimato i periodi di curazione (tradizionalmente 3λ) e sono alla scadenza del turno (t = 3λ), e il diradamento selettivo delle classi più giovani (polloni al termine del primo periodo di curazione, t / 3 = λ), creando quindi le premesse per il ricaccio di una nuova generazione di polloni. L applicazione di un trattamento disetaneo al bosco di faggio governato a è quindi da considerarsi una risposta a svariate esigenze di ordine gestionale, ambientale e culturale. A sostegno del trattamento disetaneo possono riportarsi le seguenti considerazioni: - è assicurata la continuità della vegetazione sulla ceppaia riducendo i rischi di compromissione della capacità pollonifera; - è garantita continuità nella copertura del suolo; - consente di rispondere alla richiesta di legna da ardere per l esercizio del diritto di uso civico; - il taglio raso è oggettivamente non ottimale per la specie dal punto di vista ecologico; - contribuisce alla diversificazione strutturale e alla biodiversità in contesti territoriali in cui sono diffuse le conversioni all alto fusto e i cedui matricinati, che sono causa di semplificazione e omogeneizzazione della struttura dei soprassuoli (accentuazione della coetaneizzazione); - contribuisce ad un offerta alimentare differenziata e distribuita a vantaggio della fauna selvatica; - costituisce una tutela ed una conservazione di valori storico culturali; - è supportato da garanzie sulla sostenibilità di tale trattamento per il lungo e diffuso impiego nei tempi passati. D altro canto l applicazione del taglio a sterzo comporta una serie di problematiche così riassumibili: - difficoltà nella selezione dei polloni e nell esecuzione dei tagli; - i tagli mal eseguiti e la cattiva selezione dei polloni (qualità e numero) nelle classi cronologiche possono essere causa di un lento e progressivo innalzamento della ceppaia; - la tradizione cultura di questo tipo di trattamento e delle capacità esecutive è stata in buona parte perduta, patrimonio di una generazione di persone in parte scomparsa; - in seguito all abbandono di tale trattamento e alla ridotta pressione utilizzatrice nei decenni del dopoguerra i popolamenti sono strutturalmente invecchiati per cui le difficoltà di intervento sono maggiori. Alcuni interessanti cenni sul a sterzo, seppur riferiti ai boschi di faggio francesi, sono opera di Henri Perrin : La distinzione dei polloni in 3 classi di età (di cui si è parlato ipotizzando un turno diviso in tre periodi di curazione) è, inoltre, più schematica che reale. Come nella fustaia a taglio da dirado, la di mensione dei fusti non è rigorosamente funzione dell età. Non tutti i polloni nascono nell anno seguente al taglio e molti di essi, privati di luce o male alimentati, languono a lungo. In pratica è pos sibile individuare a colpo d occhio solo 2 classi di polloni: i dominanti e i dominati; questi ultimi riprendono vigore al passaggio del taglio e, quando giungono allo stato di dominanti recidibili, possono avere anche un età maggiore di 3 periodi di curazione. Qualche volta, ma molto di rado, un pollone più favorito può svilupparsi più rapidamente. Il fatto che nel a sterzo si vedono a colpo d occhio solo due classi di polloni, induce talvolta a praticare due soli periodi di curazione nel corso di un turno; è un caso frequente nei Pirenei dove i turni sono di anni; al turno di 40 anni corrisponde un diametro medio di recidibilità di 15 centimetri ed è considerato come il limite massimo per la facoltà pollonifera. Se l origine del è quella da trattamento coetaneo (taglio a raso delle ceppaie), in popolamenti strutturalmente maturi o moderatamente invecchiati è frequentemente osservabile una differenziazione tra i polloni sulle ceppaie di tipo dimensionale. A partire da questa differenziazione dimensionale si può operare per l impostazione di un trattamento disetaneo al. Il trattamento classico e tradizionale per il a sterzo considera tre classi cronologico dimensionali, ma è possibile e plausibile operare considerando 2 classi cronologico dimensionali con un turno ripartito in due periodi di curazione. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.115

117 Il trattamento disetaneo a due classi cronologico dimensionali, rispetto al classico trattamento a tre classi di età, agevola le operazioni di martellata e selezione dei polloni, con maggiore possibilità selettiva nel caso di intervento su soprassuoli invecchiati, e semplifica quelle di taglio, riducendo il pericolo di danneggiamento dei polloni rilasciati e quello del progressivo innalzamento della ceppaia. Un approccio particolare a questa forma semplificata di a sterzo è stata definita e in parte sperimentata su cedui di faggio nell Appennino Reggiano come trattamento a sterzo semplificato alternato (Coppini M., Hermanin L. 2007; Coppini M., Hermanin L., Molducci P., Scoccimarro N. 2008). Si tratta di una semplificazione strutturale e gestionale del trattamento a sterzo classico in cui è prevista la presenza, sulla stessa ceppaia, di polloni di sole due classi di età. Il trattamento consiste nell alternanza (e in parte nella sovrapposizione) di due cicli di crescita distinti. Siano t la durata del turno e λ1 e λ2 la durata dei due periodi di curazione in cui viene suddiviso il turno. Il ciclo inizia con un soprassuolo coetaneo a fine turno di età t in cui vengono asportati tutti i polloni eccetto uno per ceppaia. Trascorre un periodo di crescita (λ1) in cui i polloni rilasciati si accrescono e nuovi ricacci si sviluppano sotto copertura. Allo scadere di λ1 vengono tagliati i polloni rilasciati col precedente intervento (di età t+ λ1). Durante il successivo periodo di crescita (λ2) i polloni finora dominati si accrescono senza la dominanza dei polloni grandi. Allo scadere di λ2 si avrà nuovamente un soprassuolo coetaneo con polloni di età λ1+λ2 sul quale si opera nuovamente col tutti i polloni eccetto uno per ceppaia. Per una differenza di sviluppo del pollone rilasciato singolo rispetto a quelli che crescono tutti insieme si ritiene che λ2 debba essere più lungo di λ1. Ponendo t = 33 anni potrebbe essere λ2 = 19 e λ1 = 14 anni. La semplificazione principale è data dalla maggior facilità di scelta dei polloni da prelevare rilasciare, poiché, mentre nel a sterzo classico occorre tener presenti numerosi fattori nel decidere quali polloni debbano essere tagliati, in questo caso occorre decidere solamente quale sia il pollone da rilasciare. Inoltre al primo curazione, con rilascio di un solo pollone, non si hanno problemi di danneggiamento degli individui (nel taglio a sterzo classico si possono provocare ferite dovendo tagliare all interno di una ceppaia con molti polloni da rilasciare), al secondo curazione, se i polloni da rilasciare sono di dimensioni ridotte e flessibili (ovvero se il secondo periodo di curazione non è eccessivamente lungo) i danni dovuti all asportazione del pollone grande sono limitati. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.116

118 Figura 20: Schema operativo del trattamento a sterzo semplificato alternato. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.117

119 Inoltre, sempre in rapporto al trattamento a tre classi cronologiche, si osserva: che il prelievo legnoso per singolo intervento e per unità di superficie cresce; che conseguentemente si ha una maggiore economicità dell intervento di ; un minore impatto per danni da esbosco (due interventi di nel turno t, invece di tre); una maggiore copertura del suolo dopo il primo intervento sul invecchiato; un minore sbilanciamento del rapporto chioma apparato radicale con minore probabilità di deperimento delle ceppaie; una minore superficie di taglio esposta al primo intervento di su invecchiato; un minore prelievo legnoso al primo intervento di su invecchiato. Con riferimento al trattamento classico a tre classi cronologiche, in funzione della diversificazione dimensionale riscontrabile nei polloni sulle ceppaie possono individuarsi tre modulazioni possibili di intervento a sterzo : nelle situazioni in cui sono ben evidenti sulle ceppaie diverse classi dimensionali, che conservano una certa o discreta movimentazione verticale della struttura è possibile agire con decisione sulla classe dei polloni più grossi, e diradare le classi inferiori; nei soprassuoli evoluti in cui sono quasi assenti o poco rappresentate le classi dimensionali inferiori è necessario asportare solo parzialmente la classe dimensionale maggiore e diradare quelle inferiori; si tratta di operare un passaggio più graduale allo sterzo, ed a questo primo intervento ne dovrà seguire un secondo dopo 5 8 anni per operare lo sgombero dei polloni più grossi e diradare se necessario le altre classi; il passaggio al soprassuolo disetaneo avviene quindi attraverso due tagli successivi. intervento modulare e alternato dei due tipi sopradescritti nei popolamenti in cui si alternano in maniera irregolare porzioni di soprassuoli invecchiati ed evoluti (es. condizioni di maggiore fertilità) ad altri meno evoluti con polloni vitali delle diverse classi dimensionali. Nell applicazione del trattamento devono osservarsi alcuni criteri generali. Favorire, quando presenti, le specie diverse dal faggio, rilasciando le piante da seme o avviando all alto fusto le ceppaie di queste specie (funzione bioecologica). Rilasciare qualche soggetto (singolo o in piccoli gruppi) deperiente, seccaginoso, malformato e dominato per motivi di biodiversità genetica e per il mantenimento di necromassa in piedi (funzione bioecologica). Rilasciare della vegetazione di margine (o ecotonale) con funzione di interfaccia tra bosco e zone aperte (radure, pascoli, ecc.), evitando ripuliture o diradamenti che creino continuità diretta tra l ambiente aperto e quello interno al bosco (funzione bioecologica). Rilasciare le piante di rilevante sviluppo o con valore monumentale naturalistico anche in aree molto interne ai popolamenti (funzione culturale e bioecologica). In prossimità delle strade o dei sentieri che costituiscono percorsi turistici o escursionistici vanno rilasciati quei gruppi o quei soggetti con buone caratteristiche estetiche e/o di sviluppo che caratterizzano e valorizzano il paesaggio (funzione culturale e bioecologica). Conservare e valorizzare, in particolare nelle aree a suolo meno fertile (displuvi) e nelle aree potenzialmente soggette ad erosioni (fossi), nuclei o fasce di vegetazione lasciandole all evoluzione naturale e/o avviando all alto fusto alcune ceppaie (funzione bioecologica e di protezione). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.118

120 PIANO DELLA VIABILITA INDICAZIONI E INDIRIZZI STATO ATTUALE DELLA VIABILITÀ E INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO Il sistema della rete viaria di servizio al bosco nel comprensorio di studio risulta essere discreta, con una densità viabile di servizio ai boschi media pari a 22,52 m ha 1. La distribuzione della viabilità forestale risulta essere poco omogenea e principalmente concentrata nelle adiacenze delle aree urbanizzate. Alcune aree risultano di accesso assai complesso ad esempio nelle porzione a nord ovest del comprensorio, in particolare l area sottostante il Bric Merizzo, e talune aree a sud ovest della vallata. Risulta inoltre assai carente lo stato di conservazione di buona parte dei tracciati osservati, in modo particolare con: mancanza di opere di regimazione delle acque, fondo sconnesso o soggetto a forte erosione, presenza di piccole frane o smottamenti, ecc. Gli aspetti di maggiore interesse che rendono indispensabile un discorso di riqualificazione e miglioramento della rete viaria oggetto di studio sono: - Aspetti selvicolturali in quanto risulta di primaria importanza garantire l accesso alle aree in cui sarebbe praticabile una selvicoltura di tipo continuo o intensivo (es. fustaie produttive e protettive/produttive, cedui a regime) sia per motivi produttivi, con interventi contenuti eseguiti con elevata frequenza, sia per motivi ambientali; - Aspetti economici che risultano principalmente essere legati al costo della manodopera, e direttamente proporzionali alla distanza del luogo di lavoro dalle vie d accesso; Aspetti geo morfologici per cui la pendenza, l accidentalità, la natura geolitologica, ecc., del terreno sono fattori determinanti in termini di costo di costruzione, di manutenzione e di miglioramento della viabilità di servizio ai boschi, e in termini di difesa e sicurezza idrogeologica; Aspetti gestionali in quanto una rete viaria ben pianificata, correttamente realizzata e adeguatamente gestita permette una ponderata e razionale gestione del territorio in generale e dei popolamenti boschivi da essa serviti. Prendendo in considerazione tali importanti aspetti, e facendo riferimento alle situazioni rilevate, vengono segnalati interventi che si considerano opportuni e necessari per consentire la migliore funzionalità della rete viaria esistente e che possono ricondursi a tre categorie: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria e riqualificazione. La manutenzione ordinaria consiste nell insieme delle operazioni che normalmente vengono effettuate per mantenere efficienti le opere e i manufatti stradali: come ad esempio ripulitura delle cunette longitudinali, delle scoline trasversali e dei tombini; l imbrecciatura e la rullatura (che sempre meno viene effettuata, nonostante la sua importanza). La manutenzione straordinaria è costituita da interventi quali il rimodellamento del fondo (es. spianatura con apripista), la messa in opera di tombini e di scoline, nonché l apertura di cunette. Per riqualificazione di un tracciato s intende il cambiamento di alcuni suoi parametri (larghezza, pendenza, natura del fondo, presenza di manufatti, ecc.) che consentono il passaggio ad una categoria superiore (es. da pista trattorabile a fondo naturale, a strada trattorabile a fondo migliorato con manufatti per la regimazione idraulica). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.119

121 Inoltre, in alcuni casi viene rilevata la necessità di interventi specifici per la regimazione e il contenimento delle acque meteoriche, si tratta di opere di sistemazione idraulica, consistenti generalmente nella realizzazione di guadi a corda molle nei tratti stradali che incontrano i diversi rii. Inoltre, a valle di tali guadi in alcuni casi è prevista la realizzazione di scogliere per impedire movimenti di materiale solido con conseguenti smottamenti od ostruzioni della sede stradale. Viene anche prevista in alcune situazioni, la realizzazione di opere di sostegno specialmente dove è stata riscontrata la presenza di frane, e dove le eccessive pendenze delle scarpate adiacenti la sede stradale lo richiedono. Tali opere sono di ingegneria naturalistica e consistono in palificate di sostegno a doppia parete. Nelle diverse situazioni riscontrate la rete viabile presente risulta soprattutto bisognosa di interventi per la regimazione idraulica e di ripristino e in alcuni casi di miglioramento del fondo. L apertura di piste temporanee d esbosco, necessarie in occasione degli interventi colturali o di, è in generale da prevedersi dove le condizioni orografiche e geopedologiche lo consentono. Lo sviluppo dei singoli tracciati e le autorizzazioni necessarie (svincolo idrogeologico, ecc.) saranno da progettare e da richiedere caso per caso pianificandone la scadenza temporale. Nella tabella che segue vengono brevemente riportate le principali caratteristiche dei tracciati rilevati e gli interventi su di essi previsti. La lettura della tabella deve necessariamente associarsi alla lettura della cartografia specifica dedicata alla viabilità e allegata alla presente relazione. Codice Tipologia km lungh. Interventi previsti 01 F23 1 pista trattorabile 0,312 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 01 F26 1 pista trattorabile 2,990 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 01 F26 2 pista trattorabile 2,985 Manutenzione cunette longitudunali e trasversali 01 F26 3 pista trattorabile 6,628 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 01 F26 3A pista trattorabile 0,486 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 17 F24 1 pista trattorabile 0,188 Manutenzione cunette trasversali. 17 F28 2 pista trattorabile 0,493 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 18 F28 1 pista trattorabile 0,887 Manutenzione fondo stradale. 18 F28 1A pista trattorabile 0,288 Manutenzione fondo stradale. 21 F26 1 pista trattorabile 1,065 Manutenzione fondo stradale. 26 F26 1 pista trattorabile 1,323 Manutenzione cunette trasversali. 27 F21 1 pista trattorabile 1,262 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 28 F17 1 pista trattorabile 0,171 Manutenzione fondo stradale. 28 F17 2 pista trattorabile 0,939 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 35 F28 1 strada trattorabile 3,236 Manutenzione cunette trasversali. 35 F28 1A pista trattorabile 0,654 Manutenzione cunette trasversali. 35 F28 1B pista trattorabile 2,140 Manutenzione cunette trasversali. 35 F28 2 pista trattorabile 0,658 Manutenzione cunette trasversali. 35 F28 3 pista trattorabile 0,836 Manutenzione cunette trasversali. 39 F25 1 pista trattorabile 0,717 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 42 F22 1 pista trattorabile 1,307 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 43 F21 1 pista trattorabile 1,389 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 48 F25 1 pista trattorabile 0,642 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.120

122 Codice Tipologia km lungh. Interventi previsti 49 F17 1 pista trattorabile 0,563 Manutenzione cunette trasversali. 60 F22 1 pista trattorabile 0,752 Manutenzione fondo stradale. 61 F22 1 pista trattorabile 1,256 Manutenzione fondo stradale. 65 F25 1 pista trattorabile 4,674 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 65 F25 2 pista trattorabile 1,145 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 75 F25 1 pista trattorabile 0,253 Manutenzione fondo stradale. 79 F15 1 pista trattorabile 2,149 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 80 F20 1 pista trattorabile 0,084 Manutenzione fondo stradale. 80 F20 2 pista trattorabile 1,134 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1 strada trattorabile 6,440 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1A pista trattorabile 0,164 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1B pista trattorabile 1,735 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1C pista trattorabile 1,493 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1D pista trattorabile 0,658 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1E pista trattorabile 2,218 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1F pista trattorabile 0,493 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1G pista trattorabile 2,764 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1G1 pista trattorabile 0,210 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1G2 pista trattorabile 0,330 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1G3 pista trattorabile 1,303 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 82 F20 1G4 pista trattorabile 0,292 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 83 F20 1 pista trattorabile 0,901 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 85 F20 1 pista trattorabile 0,419 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 1 pista trattorabile 5,719 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2 pista trattorabile 3,361 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2A pista trattorabile 0,326 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2B pista trattorabile 0,185 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2C pista trattorabile 0,733 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2D pista trattorabile 0,109 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2E pista trattorabile 1,255 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2F pista trattorabile 0,207 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2G pista trattorabile 0,739 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2H pista trattorabile 2,098 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2H1 pista trattorabile 0,417 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2H1A pista trattorabile 0,180 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2H1A1 pista trattorabile 0,113 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2H3 pista trattorabile 0,311 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 87 F20 2I pista trattorabile 0,490 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 91 F20 1 pista trattorabile 0,611 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 92 F20 1 pista trattorabile 0,667 Manutenzione fondo stradale. Realizzazione ex novo opere di sostegno. 94 F23 1 pista trattorabile 0,673 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.121

123 Codice Tipologia km lungh. Interventi previsti 97 F20 1 pista trattorabile 0,294 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 98 F20 1 pista trattorabile 0,794 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 99 F21 1 pista trattorabile 0,429 Realizzazione ex novo cunette trasversali e fondo stradale 101 F20 1 pista trattorabile 1,097 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 107 F19 1 pista trattorabile 0,945 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 117 F16 1 pista trattorabile 0,510 Manutenzione fondo stradale. 117 F16 2 pista trattorabile 0,351 Manutenzione fondo stradale. 120 F7 1 strada trattorabile 6,771 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 120 F7 1A pista trattorabile 0,270 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 120 F7 1B pista trattorabile 1,463 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 126 F11 1 pista trattorabile 5,683 Manutenzione cunette trasversali, guadi e fondo stradale. 126 F11 2 pista trattorabile 0,498 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 126 F11 3 strada trattorabile 4,984 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 126 F11 3A pista trattorabile 0,572 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 126 F11 3B pista trattorabile 0,192 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 126 F11 3C pista trattorabile 0,538 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 126 F11 3D pista trattorabile 0,526 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 127 F11 1 pista trattorabile 1,447 Manutenzione fondo stradale. 127 F11 1A pista trattorabile 1,431 Manutenzione fondo stradale. 127 F11 1B pista trattorabile 0,832 Manutenzione fondo stradale. 127 F11 1C pista trattorabile 0,255 Manutenzione fondo stradale. 127 F11 2 pista trattorabile 1,573 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 127 F11 2A pista trattorabile 0,288 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 127 F11 2B pista trattorabile 0,183 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 129 F11 1 pista trattorabile 0,458 Manutenzione fondo stradale. 134 F11 1 pista trattorabile 11,502 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1A pista trattorabile 0,808 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1B pista trattorabile 0,498 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1C pista trattorabile 0,220 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1D pista trattorabile 1,364 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1E pista trattorabile 0,410 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1F pista trattorabile 1,724 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1G pista trattorabile 1,184 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1H pista trattorabile 0,628 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1I pista trattorabile 0,409 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 134 F11 1L pista trattorabile 1,176 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 149 F16 1 pista trattorabile 3,109 Manutenzione cunette trasversali. 149 F16 1A pista trattorabile 0,940 Manutenzione cunette trasversali. 149 F16 1B pista trattorabile 1,679 Manutenzione cunette trasversali. 149 F16 2 pista trattorabile 0,129 Manutenzione fondo stradale. 157 F17 1 pista trattorabile 4,278 Manutenzione fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali. 157 F17 2 pista trattorabile 0,495 Manutenzione cunette trasversali. 162 F17 1 pista trattorabile 2,226 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.122

124 Codice Tipologia km lungh. Interventi previsti 162 F17 2 pista trattorabile 0,670 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 162 F17 3 pista trattorabile 0,627 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 163 F17 1 pista trattorabile 0,668 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali. 169 F17 1 pista trattorabile 0,869 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali. 169 F18 1 pista trattorabile 1,907 Manutenzione cunette trasversali. 169 F18 2 pista trattorabile 0,574 Manutenzione fondo stradale. 179 F3 1 pista trattorabile 4,185 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 179 F3 2 pista trattorabile 0,688 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali. 179 F7 1 pista trattorabile 3,062 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 182 F3 1 pista trattorabile 3,672 Manutenzione cunette trasversali. 182 F3 1A pista trattorabile 0,487 Manutenzione cunette trasversali. 182 F3 1B pista trattorabile 0,619 Manutenzione cunette trasversali. 187 F4 1 pista trattorabile 3,296 Manutenzione cunette trasversali. 188 F8 1 pista trattorabile 1,237 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 189 F8 1 pista trattorabile 2,731 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 197 F12 1 pista trattorabile 1,271 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 205 F12 1 pista trattorabile 1,216 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali e guadi. 206 F12 1 pista trattorabile 1,713 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 206 F12 2 pista trattorabile 2,131 Manutenzione cunette trasversali. 212 F8 1 pista trattorabile 1,396 Manutenzione cunette trasversali. 212 F8 2 pista trattorabile 2,008 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 212 F8 3 pista trattorabile 1,312 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 219 F13 1 pista trattorabile 2,157 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali e fondo stradale 219 F13 2 pista trattorabile 5,806 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 221 F13 1 pista trattorabile 1,554 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 223 F8 1 pista trattorabile 0,974 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 223 F8 2 pista trattorabile 9,304 Manutenzione fondo stradale. 230 F13 1 pista trattorabile 0,974 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 259 F1 1 pista trattorabile 0,491 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 259 F1 2 pista trattorabile 1,971 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 261 F1 2 pista trattorabile 1,229 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 261 F1 3 pista trattorabile 0,482 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 264 F5 1 pista trattorabile 0,327 Manutenzione fondo stradale. 266 F6 1 pista trattorabile 0,595 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 274 F6 1 pista trattorabile 1,277 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 281 F1 1 pista trattorabile 4,310 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 285 F2 1 pista trattorabile 0,641 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali, opere di sostegno e fondo stradale. 285 F6 1 pista trattorabile 7,719 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 287 F2 1 pista trattorabile 2,808 Manutenzione cunette trasversali. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.123

125 Codice Tipologia km lungh. Interventi previsti 297 F6 1 pista trattorabile 2,407 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 305 F10 1 pista trattorabile 0,420 Manutenzione fondo stradale. 307 F22 1 pista trattorabile 0,649 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 316 F9 1 pista trattorabile 2,204 Manutenzione cunette longitudunali, trasversali e fondo stradale. 352 F9 1 pista trattorabile 1,836 Manutenzione cunette longitudunali e trasversali 352 F9 1A pista trattorabile 0,451 Manutenzione cunette longitudunali e trasversali 360 F13 1 pista trattorabile 0,720 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 360 F14 1 pista trattorabile 3,087 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 363 F9 1 pista trattorabile 5,790 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 373 F11 1 pista trattorabile 2,683 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 373 F11 1A pista trattorabile 1,975 Manutenzione cunette trasversali, longitudinali e fondo stradale. 375 F11 1 pista trattorabile 2,138 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A pista trattorabile 4,032 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A1 pista trattorabile 1,471 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A1A pista trattorabile 0,185 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A2 pista trattorabile 1,195 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A3 pista trattorabile 2,036 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A3A pista trattorabile 0,222 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A3B pista trattorabile 1,283 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A4 pista trattorabile 0,501 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A5 pista trattorabile 3,035 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1A5A pista trattorabile 1,899 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1B pista trattorabile 0,478 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1B1 pista trattorabile 0,391 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 375 F11 1B2 pista trattorabile 0,196 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 377 F16 2 pista trattorabile 5,733 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali. 381 F16 1 pista trattorabile 0,502 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 382 F16 1 pista trattorabile 1,676 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 386 F16 1 pista trattorabile 0,355 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 387 F16 1 pista trattorabile 0,560 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 387 F16 2 pista trattorabile 0,200 Manutenzione fondo stradale. 388 F20 1 pista trattorabile 0,392 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 388 F20 2 pista trattorabile 2,328 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo opere di sostegno 388 F20 2A pista trattorabile 0,784 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo opere di sostegno 388 F20 3 pista trattorabile 0,233 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 391 F20 1 pista trattorabile 3,748 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo fondo stradale. 391 F20 2 pista trattorabile 0,353 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 391 F20 3 pista trattorabile 1,728 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.124

126 Codice Tipologia km lungh. Interventi previsti 392 F20 1 pista trattorabile 0,461 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 394 F16 1 pista trattorabile 0,719 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 395 F17 1 pista trattorabile 0,163 Manutenzione fondo stradale. 407 F17 1 pista trattorabile 1,347 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 411 F17 1 pista trattorabile 1,778 Manutenzione fondo stradale. 411 F17 2 pista trattorabile 0,871 Manutenzione cunette longitudunali, trasversali e fondo stradale. 420 F19 1 pista trattorabile 0,298 Manutenzione fondo stradale. 422 F24 1 pista trattorabile 3,546 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 422 F24 1A pista trattorabile 0,504 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 422 F24 1B pista trattorabile 0,378 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 422 F24 1C pista trattorabile 0,363 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 424 F19 1 pista trattorabile 0,847 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 428 F23 1 pista trattorabile 1,231 Manutenzione cunette longitudunali, trasversali e fondo stradale. 428 F23 2 pista trattorabile 0,299 Manutenzione fondo stradale. 429 F19 1 pista trattorabile 1,116 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo opere di sostegno 429 F19 1A pista trattorabile 0,253 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo opere di sostegno 429 F23 1 pista trattorabile 0,062 Manutenzione fondo stradale. 429 F23 1 pista trattorabile 0,002 Manutenzione fondo stradale. 429 F23 1 pista trattorabile 0,449 Manutenzione fondo stradale. 429 F23 1 pista trattorabile 0,003 Manutenzione fondo stradale. 430 F23 1 pista trattorabile 0,314 Manutenzione fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali e fondo stradale. 430 F23 2A pista trattorabile 0,355 Manutenzione fondo stradale. Realizzazione ex novo cunette trasversali. 431 F23 1 pista trattorabile 1,040 Manutenzione cunette trasversali. 434 F24 1 pista trattorabile 0,300 Manutenzione fondo stradale. 434 F24 2 pista trattorabile 1,045 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 441 F27 1 pista trattorabile 0,912 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 441 F27 1A pista trattorabile 0,546 Manutenzione cunette trasversali e fondo stradale. 445 F27 1 pista trattorabile 0,619 Manutenzione fondo stradale. 445 F27 2 pista trattorabile 1,039 Manutenzione cunette trasversali. 449 F24 1 pista trattorabile 1,246 Manutenzione fondo stradale. 452 F23 1 pista trattorabile 1,681 Manutenzione cunette longitudunali, trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo fondo stradale 452 F23 1A pista trattorabile 0,867 Manutenzione cunette longitudunali, trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo fondo stradale 452 F23 1B pista trattorabile 0,311 Manutenzione cunette longitudunali, trasversali e fondo stradale. Realizzazione ex novo fondo stradale 452 F26 1 pista trattorabile 0,451 Manutenzione fondo stradale. 454 F28 1 pista trattorabile 0,761 Manutenzione cunette trasversali. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.125

127 PROPOSTA DI RIQUALIFICAZIONE DI TRACCIATI E DI REALIZZAZIONE DI NUOVI TRACCIATI Fino a pochi decenni fa le piste e le strade forestali rivestivano l unico ed esclusivo scopo di garantire l accesso al bosco per consentirne le cure e le utilizzazioni forestali. La loro pianificazione era carente e la loro realizzazione era di tipo puntuale, esclusivamente mirata a fornire ai singoli interessati una via di ingresso alla proprietà. Oggi la viabilità forestale non si limita solo a svolgere tale funzionalità ma ne ricopre molteplici; può infatti essere utilizzata per la fruizione turistico ricreativa (podismo, percorsi in bicicletta, percorsi equestri), didattica (visite in bosco per le scuole) o come via di accesso per le operazioni di contenimento degli incendi boschivi. Sono inoltre cambiati i tipi e le dimensioni dei mezzi meccanici utilizzati in funzione del tipo di bosco servito, e ciò ha reso necessaria una maggiore attenzione nella pianificazione, nella progettazione e nella successiva realizzazione di tale rete viaria. Inoltre, parlando in senso stretto di selvicoltura, l attenzione e la cura nella pianificazione della viabilità determina in larga parte la qualità della gestione del bosco e la positività del macchiatico. Dalla precedente parte di lavoro riguardante il rilevamento dell intera viabilità forestale presente all interno del comprensorio preso in considerazione (Valle Arroscia), è emersa una discreta densità di superficie accessibile costituita in maggiore percentuale da brevi tratti di piste trattorabili solitamente in cattive condizioni. Con il presente lavoro si vuole proporre un nuovo concetto di viabilità forestale che sia capace di soddisfare al meglio tutti i requisiti ad essa richiesti. Lo scopo principale rimane quello di garantire l accesso al bosco per facilitarne la gestione, la cura e le diverse utilizzazioni. Si propone un tipo di viabilità che non sia unicamente a servizio del singolo proprietario o del singolo utilizzatore del bosco, ma che fornisca accesso a ampie superfici boschive e che sia fruibile dal maggiore numero possibile di frequentatori. In tale ottica vengono proposti alcuni esempi di strade camionabili secondarie che collegano ampie aree forestali e che ne permettono e semplificano l rendendo possibile un maggiore avvicinamento con i mezzi pesanti necessari per le operazioni di esbosco delle aree utilizzate. Le strade camionabili secondarie trattate derivano in alcuni casi da riqualificazioni con ampliamenti di esistente viabilità forestale e in altri casi ne viene ipotizzata la realizzazione ex novo. Esse sono principalmente proposte in aree con elevato interesse selvicolturale, che presentano una buona produttività sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo. Per l individuazione delle possibili proposte sono stati valutati differenti aspetti, tra cui in primo luogo le tipologie forestali interessate e la porzione di esse servita, la comodità di accesso e le possibilità di. Si è proceduto cercando ove possibile di sovrapporre la nuova viabilità alla preesistente, riducendo i cambiamenti di quota, limitando le pendenze e evitando raggi di curvatura troppo acuti. Per fornire un esempio più tconcreto sono stati poi ipotizzati e stimati i lavori necessari alla realizzazione delle strade camionabili proposte, fornendo soluzioni dettagliate sulla modalità di intervento e sui materiali (si prevede quasi esclusivamente di utilizzare materiali presenti in loco per garantire il minore impatto ambientale possibile) e sulle tecniche previste (l ingegneria naturalistica risulta essere la soluzione meno impattante per raggiungere gli scopi posti). Gli interventi previsti per la realizzazione della tipologia di strade proposte sono: - Apertura di strada camionabile secondaria di larghezza di 6 metri, ottenuta mediante lo scavo in terreno, la profilatura delle scarpate e il compattamento del piano viabile con materiale idoneo reperito in loco, per quanto riguarda i tratti di realizzazione ex novo; - Scavo di sbancamento con carico delle materie e riposizionamento delle stesse, e ripulitura; PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.126

128 - Ripristino del piano viabile con ricarico e pareggiamento, e ripulitura dalla vegetazione in esubero per quanto riguarda i tratti che si sovrappongono a viabilità pre esistente; - Realizzazione di cunette longitudinali, - Realizzazione di guadi a corda molle; - Realizzazione di scogliere; - Realizzazione di palificata di sostegno a due pareti; - Realizzazione di drenaggio in trincea. Sono state ipotizzate alcune sezioni tipo rappresentativamente significative delle situazioni esistenti, e su di esse si sono ipotizzati alcuni interventi. Di seguito ne vengono riportati alcuni esempi. Figura 21: Rappresentazione di dove si è ipotizzato di effettuare le sezioni. Nella precedente viene riportata l esatta locazione delle diverse sezioni che sono state ipotizzate per essere utilizzate da riferimento in modo tale da fornire dati maggiormente realistici. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.127

129 La precedente sezione rappresenta l apertura di strada camionabile secondaria avente sede di 6 m, su terreno avente pendenza media circa del 38%. In tale sezione viene effettuato uno scavo di sbancamento e uno scavo a sezione obbligatoria per la formazione di cunetta a monte con riporto a valle del materiale di risulta. In questa sezione viene ipotizzata la realizzazione di strada camionabile secondaria su terreno con pendenze più elevate della precedente, ovvero circa del 73%. In condizioni di questo tipo viene previsto uno scavo di sbancamento e uno scavo a sezione obbligata per la formazione di cunetta a monte con riporto a valle del materiale di risulta. Viene inoltre prevista, a valle della strada, la realizzazione di un opera di ingegneria naturalistica per impedire smottamenti di terra e consentire la resistenza della strada, di una palificata di sostegno a due pareti composta da correnti e traversi scortecciati di legno durabile di castagno. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.128

130 Nella sezione soprariportata è rappresentata l ipotesi di realizzazione di strada camionabile secondaria avente sede di 6m su terreno caratterizzato da una pendenza del 22%. In tale situazione viene previsto uno scavo di sbancamento e uno scavo a sezione obbligata per la formazione di cunetta a monte con riporto a valle del materiale di risulta. Nella precedente sezione viene ipotizzata la realizzazione ex novo di un opera per la regimazione idrica. È necessario lo scavo di sbancamento a monte, con realizzazione di guado a corda molle per permettere il passaggio di acqua in superficie. A valle di esso è prevista una scogliera realizzata con materiale da reperire in loco. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.129

131 Sopra è rappresentata le sezione di un guado a corda molle con la possibile realizzazione di scogliera a valle di esso per evitare lo slittamento della strada. Nella precedente immagine è rappresentata la sezione frontale della possibile realizzazione di un guado a corda molle. Viene di seguito riportato un ipotetico esempio di computo metrico indicativo dei costi di realizzazione relativi alle strade proposte. PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.130

132 Nome viabilità Strada della Strinà Lunghezza Km 8,151 Ambito Pollupice Comuni Rialto, Calice Ligure Località partenza: Osteria del Din, sulla Strada Provinciale n 23 Macroparticelle percorse: 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 68, 70. Località arrivo: poco sotto al vivaio forestale, sulla Strada Provinciale n 23 Regolamentazione Viabilità che la compone Stato Classe traffico 3 Strada trattorabile / 120 F7 1 2 Ordinaria Pubblico transito carrareccia 3 Straordinaria / 120 F7 1B 5 Pista trattorabile Pubblico transito Miglioramento 3 Straordinaria / 126 F Pista trattorabile Pubblico transito Miglioramento 3 Strada trattorabile/ 126 F Ordinaria Pubblico transito carrareccia Proprietà: - Pubblica Regolamentazione del traffico: - Pubblico transito Classe: 2 Strada camionabile secondaria Stato: 2 Manutenzione ordinaria Funzione prevalente: Boschiva Descrizione delle principali caratteristiche: Strada camionabile secondaria, con fondo naturale terroso, ghiaioso e a tratti inghiaiata. La regimazione delle acque piovane risulta essere buona in quanto sono presenti le canalette trasversali e sono a tratti presenti anche le cunette longitudinali. Lungo il tracciato risultano presenti le piazzole di scambio o raccolta legname. La strada camionabile secondaria in questione presenta dieci opere per l attraversamento degli impluvi, rappresentate da corde molle. Opere di sostegno: Risultano essere necessari alcuni interventi di consolidamento del tracciato, principalmente consistenti in opere di ingegneria naturalistica per un minore impatto ambientale. Si tratta di dieci palificate a doppia parete nei tratti dove si riscontra una forte pendenza ai lati della strada, e di sei scogliere a valle dei guadi con lo scopo di impedire frane, smottamenti e movimenti del terreno. Funzionalità selvicolturale: La valenza dal punto di vista selvicolturale è ottima in quanto rende possibile l accesso ad una ampia superficie occupata da soprassuoli molto produttivi sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Note: Tale strada camionabile secondaria è stata ipotizzata sulla base di un elevato interesse forestale. Come si può evincere dalla Tabella 29: tipologie forestali presenti nei 100 m e superfici dalla Strada della Strinà essa migliora notevolmente la fruibilità delle aree boscate limitrofe, in modo particolare di una superficie di 159,60 ha che si trova all interno di una distanza di 100 m dalla strada proposta, e risulta essere per 95,19 ha occupata da faggete (59,65%), in prevalenza di tipo oligotrofico (73,86 ha), seguite da 31,56 ha di rimboschimenti (19,77%) che presentano un elevata area basimetrica e da 30,16 ha di castagneti (18,89%). Come riportato in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata., viene invece presa in considerazione una distanza di 200 m dalla strada proposta, l area che ne consegue rappresenta la porzione di bosco di cui viene migliorata l accessibilità, e risulta essere pari a 316,30 ha, con ben 179,47 ha costituiti da faggete (56,74%), in prevalenza oligotrofiche (141,53 ha), seguite da 73,76 ha di rimboschimenti (23,32%) e da 56,42 ha di castagneti (17,84%). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.131

133 Figura 22: Strada Camionabile Secondaria proposta Strada della Strinà Figura 23: tipologie forestali accessibili presenti nel distanza di 100 m dalla Strada della Strinà PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.132

134 Tipologia ha % Tipologia ha % CA20X 0,15 0,09 FR40X 0,532 0,33 CA30B 7,47 4,68 RI20A 0,928 0,58 CA30X 22,535 14,12 RI20X 30,629 19,19 FA10X 73,858 46,28 NA 2,158 1,35 FA20X 21,336 13,37 Tot. Ha 159,596 Tabella 29: tipologie forestali presenti nei 100 m e superfici dalla Strada della Strinà Figura 24: tipologie forestali accessibili presenti nel distanza di 200 m dalla Strada della Strinà Tipologia ha % Tipologia ha % CA20X 1,632 0,52 FR40X 1,698 0,54 CA30B 9,715 3,07 NA 4,948 1,56 CA30X 45,074 14,25 RI20A 1,479 0,47 FA10X 141,534 44,75 RI20X 72,278 22,85 FA20X 37,94 12,00 Tot. Ha 316,298 Tabella 30: tipologie forestali presenti nei 200 m e superfici dalla Strada della Strinà PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.133

135 Computo metrico indicativo scs n 1 euro un. sup. importo APERTURA DI VIABILITA' FORESTALE, di larghezza prevalente come descritto di seguito, ottenuta mediante lo scavo in terreno di qualsiasi natura e consistenza, compresa la roccia (nelle proporzioni di seguito specificate) la profilatura delle scarpate, il compattamento del piano viabile, eventuali dossi in terra per la regimazione superficiale delle acque, l'assegnazione di eventuali pendenze trasversali al fondo stradale, idonee al deflusso corretto delle acque. Escluse le opere d'arte. PISTE (o strade) camionabili secondarie, adatte alla circolazione a bassa velocità di automezzi pesanti tutto l'anno o quasi, di larghezza prevalente in rettilineo di 4,00 5,00 m e larghezza minima di 3,00 m tecnicamente rientranti nella rete viabile principale. Tracciati su versante mediamente compreso tra il 20 e il 50% di pendenza, con presenza di rocce da martellone in quantità < 10%. 13,64 ml ,00 Tracciati su versante mediamente compreso tra il 20 e il 50% di pendenza, con presenza di rocce da martellone in quantità compresa tra 10 e 20%. 15,83 ml ,50 PROFILATURA delle scarpate e disgaggio superficiale per il ripristino delle sezioni originali e delle pendenze effettuate con benne sagomate o altro compresa l'eventuale estirpazione di radici o ceppaie nonché l'asportazione di qualunque materiale in sito ed il relativo eventuale. 2,68 m³ ,62 trasporto in idonee discariche autorizzate. RIPRISTINO di piano viabile stradale, successivamente a precedenti lavori di scavo, con fondo naturale mediante la ricostituzione della massicciata con misto granulare arido di cava o di fiume dello spessore di cm 20 soffice, compreso l'inumidimento ed il compattamento con rullo. 9,19 ml ,00 pesante, su larghezza media di cm SCAVO di sbancamento di materie di qualsiasi natura e consistenza, asciutte, bagnate o melmose ed esclusa la sola roccia da mina, ma compresi i conglomerati naturali, i trovanti rocciosi fino a m³ 1,00 nonché i relitti di muratura compreso l'agguagliamento delle pareti scavate, il carico delle materie, il loro trasporto e scarico a qualsiasi distanza, in rilevato, a rinterro contro le murature ed a riempimento degli scavi od a rifiuto se non utilizzabili, il taglio degli alberi e dei cespugli e l'estirpazione delle ceppaie, l'esaurimento di acqua con canali fugatori, ed ogni altro onere in modo da dare le sezioni di scavo corrispondente a quale progetto. fino a m³ ,59 m³ ,50 per ogni m³ oltre i 50 e fino a m³ ,61 m³ ,50 per ogni m³ oltre i ,73 m³ ,00 LASTRICATO in pietrame a rivestimento di alvei con andamento a corda molla a formazione di guadi di attraversamento di corsi d'acqua, con grosse lastre posate su di un letto preparato dai. 69,88 m² ,60 mezzi meccanici, spessore medio cm 40 circa. PALIFICATA di sostegno a due pareti composta da correnti e traversi scortecciati di legno durabile di latifoglia o conifera Ø minimo cm, fra loro fissati con chiodi, staffe e caviglie, ancorata al piano di base con piloti in acciaio ad aderenza migliorata Ø minimo mm 32; inserimento di talee di specie arbustive e/o arboree ad elevata capacità vegetativa e capaci di emettere radici avventizie dal fusto posate contigue in ogni strato e di piante, riempimento a strati con materiale ghiaioso terroso proveniente dagli scavi e/o riportato, previa miscelazione:. 142,09 m² ,80 compreso scavo di fondazione, fornitura, trasporto del legname a piè d'opera, taglio, allestimento, costruzione della struttura, messa a dimora del materiale vegetale (minimo 100 talee e 5 piantine radicate a m²) e riempimento; esclusa fornitura del materiale vegetale vivo e compreso ogni altro onere SCOGLIERE con massi reperiti in alveo provenienti da disalveo o da preesistenti difese di volume comunque non inferiore a m³ 0,30 e di peso superiore a q.li 8 per gettate subacquee ed alla rinfusa, per nuove difese o per intervento di difese preesistenti, comprese le movimentazioni di cantiere, la preparazione del fondo, l'allontanamento delle acque, compreso. 21,35 m³ ,57 l'intasamento degli interstizi con terra agraria e ogni altro onere per dare l'opera finita a regola d'arte. SCAVO a sezione obbligata per la formazione di cunette di pertinenza della strada di sezione minima m² 0,20, eseguito con mezzo meccanico, in terreno di qualsiasi natura e consistenza esclusa la sola roccia che richieda l'uso del martello demolitore, comprese le necessarie. 1,80 ml ,65 sbadacchiature e la regolarizzazione delle pareti e dei fondo dello scavo. REALIZZAZIONE di drenaggio in trincea attraverso la posa in opera nello scavo (profondità 50 cm) di fascine costituite da verghe di specie arbustive o arboree; riempimento con terreno di riporto, legatura delle fascine, posa di picchetti di legno, ogni 70 cm, aventi una funzione di. 21,11 ml ,60 fissaggio delle fascine; compreso ogni altro onere ed accessorio per eseguire il lavoro a regola d'arte: Ø mm 100 doppia finestratura ,00 Totale euro ,34 lunghezza totale in metri 8150,60 euro al metro 26,64 euro al chilometro 26638,44 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.134

136 Nome viabilità Strada della Colla San Giacomo Lunghezza Km 12,074 Val Pollupice Comuni Calice Ligure, Orco Feglino, Vezzi Portio, Quiliano, Vado Ligure Macroparticelle percorse: 68, 70, 71, 69, 89, 90, 91, 99, 100, 101, 103. Località partenza: Località arrivo: Strada Provinciale n 23, dopo il vivaio forestale Strada Provinciale n 8, prima di San Giorgio Regolamentazione Viabilità che la compone: Stato Classe traffico 2 Strada camionabile 377 F Ordinaria Pubblico transito secondaria 3 Strada trattorabile / 418 F Ordinaria Pubblico transito carrareccia 3 Straordinaria / 418 F23 1A 5 Pista trattorabile Pubblico transito Miglioramento Proprietà: - Pubblica Regolamentazione del traffico: - Pubblico transito Classe: 2 Strada camionabile secondaria Stato: 2 Manutenzione ordinaria Funzione prevalente: Boschiva Descrizione delle principali caratteristiche: Strada camionabile secondaria, con fondo naturale terroso, ghiaioso e a tratti inghiaiata. La regimazione delle acque piovane risulta essere buona in quanto sono presenti le canalette trasversali e sono a tratti presenti anche le cunette longitudinali. Lungo il tracciato risultano presenti le piazzole di scambio o raccolta legname. La strada camionabile secondaria in questione presenta otto opere per l attraversamento degli impluvi, rappresentate da corde molle. Opere di sostegno: Risultano essere necessari alcuni interventi di consolidamento del tracciato, principalmente consistenti in opere di ingegneria naturalistica per un minore impatto ambientale. Si tratta di quattro palificate a doppia parete nei tratti dove si riscontra una forte pendenza ai lati della strada, e di cinque scogliere a valle dei guadi con lo scopo di impedire frane, smottamenti e movimenti del terreno. Funzionalità selvicolturale: La valenza dal punto di vista selvicolturale è buona in quanto rende possibile l accesso ad una ampia superficie occupata da soprassuoli produttivi sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Note: Tale strada camionabile secondaria è stata ipotizzata sulla base di un buon interesse forestale. Come si può evincere dalla Tabella 31: tipologie forestali presenti nei 100 m e superfici dalla Strada della Colla San Giacomo essa migliora notevolmente la fruibilità delle aree boscate limitrofe, in modo particolare di una superficie di 197,31 ha che si trova all interno di una distanza di 100 m dalla strada proposta, e risulta essere per 87,25 ha occupata da castagneti (44,22%), in prevalenza di tipo acidofilo (79,39 ha), seguite da 60,36 ha di faggete (30,59%) e da 40,06 ha di rimboschimenti (20,30%). Come riportato in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.errore. L'origine riferimento non è stata trovata., viene invece presa in considerazione una distanza di 200 m dalla strada proposta, l area che ne consegue rappresenta la porzione di bosco di cui viene migliorata l accessibilità, e risulta essere pari a 378,20 ha, con 181,40 ha costituiti da castagneti (47,96%), in prevalenza acidofili (164,24 ha), seguite da 108,20 ha di faggete (28,61%) e da 74,71 ha di rimboschimenti (19,53%). PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.135

137 Figura 25: Strada Camionabile Secondaria proposta Strada della Colla San Giacomo Figura 26: tipologie forestali accessibili presenti nel distanza di 100 m dalla Strada della Colla San Giacomo Tipologia ha % Tipologia ha % AM20X 0,244 0,12 FR40X 0,036 0,02 BS30X 0,797 0,40 NA 5,094 2,58 CA30C 7,854 3,98 OS20X 3,472 1,76 CA30X 79,393 40,24 RI20A 9,760 4,95 FA20X 60,363 30,59 RI20X 30,296 15,35 Tot. Ha 197,309 Tabella 31: tipologie forestali presenti nei 100 m e superfici dalla Strada della Colla San Giacomo PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE ( ) Pag.136

Monitoraggio delle variazioni degli usi del suolo in Toscana

Monitoraggio delle variazioni degli usi del suolo in Toscana Monitoraggio delle variazioni degli usi del suolo in Toscana Monitoraggio delle variazioni degli usi del suolo in Toscana - Indagine per il monitoraggio dei territori urbanizzati con metodologia statistica

Dettagli

Proposta di legenda Carta uso suolo 1:25.000 Gruppo di lavoro Uso e copertura del suolo presentata nel seminario di Napoli nel 2004.

Proposta di legenda Carta uso suolo 1:25.000 Gruppo di lavoro Uso e copertura del suolo presentata nel seminario di Napoli nel 2004. Proposta di legenda Carta uso suolo 1:25.000 Gruppo di lavoro Uso e copertura del suolo presentata nel seminario di Napoli nel 2004. Progetto Corine LC Scala 1:100.000 1 /2 /3 Livello Voci base comuni,

Dettagli

DEFINIZIONE DELL AREA VOCATA E DELLE MACROAREE PER LA CACCIA AL CINGHIALE NELL ATC VASTESE

DEFINIZIONE DELL AREA VOCATA E DELLE MACROAREE PER LA CACCIA AL CINGHIALE NELL ATC VASTESE Servizio Caccia e Pesca DEFINIZIONE DELL AREA VOCATA E DELLE MACROAREE PER LA CACCIA AL CINGHIALE NELL ATC VASTESE IN BASE AL: Regolamento Regionale per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati

Dettagli

Consorzio forestale lario intelvese

Consorzio forestale lario intelvese Consorzio forestale lario intelvese Bosco - legno - energia: gestione sostenibile della risorsa e progetti in corso Beccarelli D., Caccia M., Piazza D. Il territorio Comunità montana Lario Intelvese, area

Dettagli

8.8 Area Sardegna. Di seguito si riporta la lista degli interventi previsti nell Area Sardegna per i quali sono state sviluppate le schede intervento:

8.8 Area Sardegna. Di seguito si riporta la lista degli interventi previsti nell Area Sardegna per i quali sono state sviluppate le schede intervento: 8.8 Area Sardegna Di seguito si riporta la lista degli interventi previsti nell Area Sardegna per i quali sono state sviluppate le schede intervento: - Rete AT provincia Carbonia-Iglesias. Sezione I -

Dettagli

AGGIORNAMENTO ALLEGATI CARTOGRAFICI

AGGIORNAMENTO ALLEGATI CARTOGRAFICI REGIONE SICILIANA COMUNE DI SAN MAURO CASTELVERDE STUDIO ECOLOGICO TERRITORIALE A SUPPORTO DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI SAN MAURO CASTELVERDE

Dettagli

Valori Agricoli Medi della provincia. Annualità 2013

Valori Agricoli Medi della provincia. Annualità 2013 REGIONE AGRARIA N : 1 REGIONE AGRARIA N : 2 REGIONE AGRARIA N?1 REGIONE AGRARIA N?2 Comuni di: ALTARE, CAIRO MONTENOTTE, CARCARE, CENGIO, COSSERIA, DEGO, GIUSVALLA, MALLARE, MILLESIMO, MIOGLIA, PALLARE,

Dettagli

Dott. Agr. Edoardo Corbucci Presidente dell Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Roma

Dott. Agr. Edoardo Corbucci Presidente dell Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Roma ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI DELLA PROVINCIA DI ROMA DIECI ANNI DI ATTIVITÀ DI GESTIONE AGRO-FORESTALE DELLA PROVINCIA DI ROMA 1999-2009 Roma, 18/12/2009 Dott. Agr. Edoardo Corbucci

Dettagli

Associazione Forestale. Valli del Rosa

Associazione Forestale. Valli del Rosa Associazione Forestale Valli del Rosa I SOCI (Enti Pubblici) Comunità Montana Valsesia (VC) Comunità Montana Valle Mosso (BI) 26 Comuni in Valle Mosso, Valle Sessera e Valsesia I SOCI (privati) Oasi Zegna

Dettagli

Unità locale dei servizi n... c. altitudine: capoluogo. max min

Unità locale dei servizi n... c. altitudine: capoluogo. max min FORMAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE Scheda quantitativa dei dati urbani (art. 14, 1 comma, punto 2, l.r. 56/1977) COMUNE DI VIGNONE Localizzazione amministrativa Localizzazione geografica Provincia

Dettagli

1. SINTESI DELLE OPERAZIONI SVOLTE Le direttive dell Amministrazione Comunale Lo schema di massima Il progetto definitivo 15

1. SINTESI DELLE OPERAZIONI SVOLTE Le direttive dell Amministrazione Comunale Lo schema di massima Il progetto definitivo 15 SOMMARIO Pag. 0. IL SENSO DEL PIANO, L APPROCCIO, IL METODO 1 0.1 Città e nuovo PRG 1 0.2 Verso una diversa natura del Piano Urbanistico 3 0.3 L approccio al Piano e il percorso metodologico e operativo

Dettagli

Nome indicatore DPSIR Fonte dati Uso del suolo S Carta Tecnica Regionale. Disponibilità dati *** 2007 R

Nome indicatore DPSIR Fonte dati Uso del suolo S Carta Tecnica Regionale. Disponibilità dati *** 2007 R SUOLO Uso del territorio Uso del suolo Nome indicatore DPSIR Fonte dati Uso del suolo S Carta Tecnica Regionale Obiettivo Distribuzione delle diverse classi di uso del suolo nel territorio regionale Disponibilità

Dettagli

ANALISI DELLA VIABILITÀ SILVO PASTORALE

ANALISI DELLA VIABILITÀ SILVO PASTORALE PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE SINTESI RELAZIONE DI PIANO APPENDICE 9 ANALISI DELLA VIABILITÀ SILVO PASTORALE MAPPATURA DELLA VIABILITÀ ESISTENTE La principale via d accesso

Dettagli

Art. 7.2 Sistema delle aree forestali

Art. 7.2 Sistema delle aree forestali Art. 7.2 Sistema delle aree forestali DEFINIZIONE DI AREE FORESTALI sono tutte le superfici con vegetazione arborea ed arbustiva spontanea o di origine artificiale in grado di produrre legno o altri prodotti

Dettagli

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DEL LAZIO

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DEL LAZIO MISURA 8 Investimenti per lo sviluppo delle zone forestali e miglioramento della redditività delle foreste. (ex M. 123, M. 122, M. 221, M. 222, M. 223, M. 226, M. 227, artt. 17 e 21 Reg. UE 1305/2013)

Dettagli

Relazione di conformità alle previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica

Relazione di conformità alle previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica Relazione di conformità alle previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica Pianificazione territoriale e di area vasta. La Regione Calabria si è dotata di un primo strumento di pianificazione

Dettagli

Provincia di Livorno Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. QUADRO CONOSCITIVO Il paesaggio. Gruppo di progettazione

Provincia di Livorno Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. QUADRO CONOSCITIVO Il paesaggio. Gruppo di progettazione Provincia di Livorno Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale QUADRO CONOSCITIVO Il paesaggio Gruppo di progettazione Arch. Antonella Valentini (coordinamento) Arch. Gabriele Paolinelli Arch. Paola

Dettagli

3.2 Descrizione di eventuali impatti ambientali dovuti all opera e misure compensative da prevedersi

3.2 Descrizione di eventuali impatti ambientali dovuti all opera e misure compensative da prevedersi 3.2 Descrizione di eventuali impatti ambientali dovuti all opera e misure compensative da prevedersi 3.2.1 Verifica della compatibilità dell opera con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione

Dettagli

6 Censimento Generale dell Agricoltura 2010

6 Censimento Generale dell Agricoltura 2010 6 Censimento Generale dell Agricoltura Primi dati definitivi DATI Confronti con Italia e Centro Confronti con Censimento 2000 P.F. Sistemi Informativi Statistici e di Controllo di Gestione Introduzione

Dettagli

Seminario. L uso del suolo delle regioni: confronto nazionale e con esperienze europee

Seminario. L uso del suolo delle regioni: confronto nazionale e con esperienze europee Seminario Villa Celimontana - Società Geografica Italiana ROMA 10 novembre L uso del suolo delle regioni: confronto nazionale e con esperienze europee Mauro Nordio - Gruppo di Lavoro uso del suolo Il tema

Dettagli

FORMAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE SCHEDA QUANTITATIVA DEI DATI URBANI (art. 14. C.1. punto 2, L.R. 56/77) VAIE (TO)

FORMAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE SCHEDA QUANTITATIVA DEI DATI URBANI (art. 14. C.1. punto 2, L.R. 56/77) VAIE (TO) FORMAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE SCHEDA QUANTITATIVA DEI DATI URBANI (art. 14. C.1. punto 2, L.R. 56/77) COMUNE DI LOCALIZZAZIONE AMMINISTRATIVA VAIE (TO) LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA provincia di

Dettagli

La valorizzazione della biodiversità in Liguria con i fondi strutturali

La valorizzazione della biodiversità in Liguria con i fondi strutturali Provincia di Savona Servizio Parchi e Aree Protette La valorizzazione della biodiversità in Liguria con i fondi strutturali 2000-2006 VALORIZZAZIONE DELLE ZONE UMIDE COSTIERE DELLA PROVINCIA DI SAVONA

Dettagli

RETI ECOLOGICHE e TUTELE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE

RETI ECOLOGICHE e TUTELE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE RETI ECOLOGICHE e TUTELE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE OBIETTIVO DEL PTCP: COORDINAMENTO e INTEGRAZIONE di diverse politiche e normative volte alla conservazione, tutela e valorizzazione della biodiversità,

Dettagli

FACOLTA DI ARCHITETTURA

FACOLTA DI ARCHITETTURA CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO Laboratorio di Pianificazione del Paesaggio Insegnamento Paesaggio Docente: CRITERI E METODI DI ANALISI DELLA COPERTURA DEL SUOLO SOMMARIO 1) Legenda del Protocollo

Dettagli

DIREZIONE GENERALE SISTEMI VERDI E PAESAGGIO (www.sistemiverdi.regione.lombardia.it) Unità Organizzativa Sistemi Verdi e Foreste

DIREZIONE GENERALE SISTEMI VERDI E PAESAGGIO (www.sistemiverdi.regione.lombardia.it) Unità Organizzativa Sistemi Verdi e Foreste DIREZIONE GENERALE SISTEMI VERDI E PAESAGGIO (www.sistemiverdi.regione.lombardia.it) Unità Organizzativa Sistemi Verdi e Foreste Struttura Foreste (foreste@regione.lombardia.it) MIS. 221 Imboschimento

Dettagli

Definitivo. Prof. Ing. Antonio Chirico Redazione del Piano e Project management

Definitivo. Prof. Ing. Antonio Chirico Redazione del Piano e Project management Prof. Ing. Antonio Chirico Redazione del Piano e Project management Dr. Geol. Alessandro De Stefanis - Dr Geol. Pietro De Stefanis geosarc - Studi Associati di Ricerche e Consulenze geologiche Consulenza

Dettagli

Università degli Studi di Torino Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria. Laurea Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali

Università degli Studi di Torino Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria. Laurea Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali Laurea Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali T Obiettivi formativi Fornire strumenti CULTURALI, TECNICI e ORGANIZZATIVI per operare in autonomia con COMPITI PROGETTUALI, DECISIONALI e DIRETTIVI

Dettagli

Comunità Montana Alta Valtellina Pubblico Infrastrutturale Idea progetto. Consorzio Forestale Lo studio interessa l intera area.

Comunità Montana Alta Valtellina Pubblico Infrastrutturale Idea progetto. Consorzio Forestale Lo studio interessa l intera area. Codice Intervento 2.1 Titolo dell intervento Potenziamento della filiera bosco legno Soggetto beneficiario/attuatore Tipologia del soggetto beneficiario Tipologia dell intervento Livello attuale di progettazione/attuazione

Dettagli

4. ASSETTO DEL TERRITORIO AGRICOLO

4. ASSETTO DEL TERRITORIO AGRICOLO 4. ASSETTO DEL TERRITORIO AGRICOLO 32 4. Assetto del territorio agricolo 4.1 Le aree agricole del territorio di Sondrio: PTCP, PRG, DUSAF 4.1.1 Aree agricole strategiche da PTCP che per esposizione al

Dettagli

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dimesse o in abbandono e di riutilizzo

Dettagli

Tabella dati Area 1 Residenti maschi al censimento della popolazione 2011 Residenti femmine al censimento della popolazione 2011

Tabella dati Area 1 Residenti maschi al censimento della popolazione 2011 Residenti femmine al censimento della popolazione 2011 Residenti maschi al censimento della popolazione 2011 5.150 Residenti femmine al censimento della popolazione 2011 5.421 Residenti totali al censimento della popolazione 2011 10.571 Residenti maschi 4.926

Dettagli

PIANO DI ASSESTAMENTO E GESTIONE FORESTALE

PIANO DI ASSESTAMENTO E GESTIONE FORESTALE PIANO DI ASSESTAMENTO E GESTIONE FORESTALE Il piano di gestione e assestamento forestale (PGAF) è un documento tecnico a validità pluriennale (10-20 anni) con il quale vengono definiti gli obiettivi che

Dettagli

Dall incarico all autorizzazione dell intervento

Dall incarico all autorizzazione dell intervento A.A. 2012/2013 Cantieri forestali Dall incarico all autorizzazione dell intervento Dott. for. Luca Calienno Email: calienno.luca@gmail.com Primo contatto informale Visure catastali per nominativo ed eventuale

Dettagli

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA COMUNE DI DOVADOLA BELLAVISTA - POLO 3 -

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA COMUNE DI DOVADOLA BELLAVISTA - POLO 3 - Ta REGIONE EMILIA-ROMAGNA Qa COMUNE DI DOVADOLA Er BELLAVISTA - POLO 3 - TAV. N1a - Uso del suolo Ia LEGENDA Ba Limiti comunali Polo/Ambito Dx Ia Legenda dell'uso del suolo allegata in fondo Dx Ed Ba Vp

Dettagli

S C H E D A Q U A N T I T A T I V A D E I D A T I U R B A N I

S C H E D A Q U A N T I T A T I V A D E I D A T I U R B A N I Regione Piemonte S C H E D A Q U A N T I T A T I V A D E I D A T I U R B A N I Art. 14, 1 comma, lettera 2c, della Legge Regionale n.56/77 e s.m.i. COMUNE DI ALBA Localizzazione amministrativa Localizzazione

Dettagli

Carta dell uso del Suolo (Regione Emilia Romagna) Carta dell uso del Suolo (Regione Emilia Romagna)

Carta dell uso del Suolo (Regione Emilia Romagna) Carta dell uso del Suolo (Regione Emilia Romagna) Suolo SUOLO Con il termine suolo ci si riferisce allo strato superficiale della crosta terrestre, prodotto dall alterazione chimico-fisica delle rocce affioranti, che sono così trasformate in detrito su

Dettagli

Incontro di studio LA GESTIONE DEL BOSCO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA MONTAGNA

Incontro di studio LA GESTIONE DEL BOSCO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA MONTAGNA Incontro di studio LA GESTIONE DEL BOSCO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA MONTAGNA Edolo, 29 novembre 2013 Z tç Utàà áàt ftçztää 1 Comunità Montana di Valle Camonica: N 41 Comuni Superficie: 127.251 ettari

Dettagli

GALLIPOLI. Problemi / Quesiti

GALLIPOLI. Problemi / Quesiti GALLIPOLI Tipo di piano urbanistico PRG Cartografia di riferimento Cartografia di riferimento: cartografia vettoriale georeferenziata fornita dall UT del Comune di Gallipoli Formato file.shp (shapefile)

Dettagli

Il ruolo dei Dottori Agronomi e Forestali nella Protezione Civile

Il ruolo dei Dottori Agronomi e Forestali nella Protezione Civile Federazione Regionale Ligure Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali La Spezia Il ruolo dei Dottori Agronomi e Forestali nella Protezione Civile La Spezia c/o Centro Integrato di Protezione Civile

Dettagli

Tabella dati Area 1 Residenti maschi al censimento della popolazione 2011 Residenti femmine al censimento della popolazione 2011

Tabella dati Area 1 Residenti maschi al censimento della popolazione 2011 Residenti femmine al censimento della popolazione 2011 Residenti maschi al censimento della popolazione 2011 56.538 Residenti femmine al censimento della popolazione 2011 60.005 Residenti totali al censimento della popolazione 2011 116.543 Residenti maschi

Dettagli

L.R. 23 Gennaio 2006, n. 1 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità (1)

L.R. 23 Gennaio 2006, n. 1 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità (1) L.R. 23 Gennaio 2006, n. 1 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità (1) SOMMARIO Art. 1 - Oggetto e finalità Art. 2 - Definizioni Art. 3 - Requisiti per l individuazione

Dettagli

TITOLO I - NORME GENERALI

TITOLO I - NORME GENERALI TITOLO I - NORME GENERALI - CAPO I - GENERALITÀ Art. 1 - Natura, scopi, contenuti e riferimenti del PRG pag. 1 Art. 2 - Modalità generali di attuazione, piani attuativi pag. 1 Art. 3 - Effetti e cogenza

Dettagli

BREVE DESCRIZIONE DEL SISTEMA FORESTA - LEGNO - MOBILE. a cura di: Gianni Consolini

BREVE DESCRIZIONE DEL SISTEMA FORESTA - LEGNO - MOBILE. a cura di: Gianni Consolini BREVE DESCRIZIONE DEL SISTEMA FORESTA - LEGNO - MOBILE a cura di: Gianni Consolini Oggetto della presentazione: Illustrare le varie fasi della filiera e i principali impieghi del materiale legnoso, evidenziandone:

Dettagli

PROGETTO DEFINITIVO DI PUC ELENCO ELABORATI GENNAIO 2012

PROGETTO DEFINITIVO DI PUC ELENCO ELABORATI GENNAIO 2012 COMUNE DI SAVONA SERVIZIO PIANIFICAZIONE TERRITORIALE PROGETTO DEFINITIVO DI PUC ELENCO ELABORATI GENNAIO 2012 PROGETTO DEFINITIVO DI PUC ELENCO ELABORATI GENNAIO 2012 DF 1 1.1 tav Uso del suolo per classi

Dettagli

La Rete Natura 2000 in Sicilia: tra tutela e sviluppo PALERMO, 28 NOVEMBRE 2007

La Rete Natura 2000 in Sicilia: tra tutela e sviluppo PALERMO, 28 NOVEMBRE 2007 La Rete Natura 2000 in Sicilia: tra tutela e sviluppo PALERMO, 28 NOVEMBRE 2007 La Rete Natura 2000 nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013: quali opportunità? Il Programma Operativo FESR dott.ssa

Dettagli

Regione Piemonte - Dipartimento 2 : Organizzazione del territorio Assessorato alla Pianificazione e Gestione Urbanistica

Regione Piemonte - Dipartimento 2 : Organizzazione del territorio Assessorato alla Pianificazione e Gestione Urbanistica Regione Piemonte - Dipartimento 2 : Organizzazione del territorio Assessorato alla Pianificazione e Gestione Urbanistica SCHEDA QUANTITATIVA DEI DATI URBANI (Art.14, 1 comma, lettera 2c della Legge Regionale

Dettagli

provincia di mantova

provincia di mantova Coordinamento, promozione, integrazione dei PLIS nel sistema Provinciale Criticità, potenzialità dei Parchi locali nella strutturazione del paesaggio e verso una promozione culturale e turistica a dimensione

Dettagli

CORSO PER GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE

CORSO PER GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE PLIS BRUGHIERA BRIANTEA CORSO PER GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE Lentate s/seveso marzo 2010 A cura di: Dott. For. Massimo Merati DEFINIZIONE NORMATIVA DI BOSCO Legge Regionale 5 DICEMBRE 2008 n 31 art.

Dettagli

Tavola 1A - FUNZIONI PREVALENTI

Tavola 1A - FUNZIONI PREVALENTI Anno Accademico 2016-17 Laboratorio di Progettazione Urbanistica 3 Roma Città Territorio Tavola 1A - FUNZIONI PREVALENTI 12-14.10.2016 Finalità dell esercitazione distinguere all interno del territorio

Dettagli

ALLEGATO 1 SCHEDE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE

ALLEGATO 1 SCHEDE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE VAS Rapporto Ambientale Allegato 1 Schede di valutazione ambientale ALLEGATO 1 SCHEDE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE D.R.E.Am. Italia 2014 LE PREVISIONI NEL SISTEMA INSEDIATIVO Centro abitato San Martino 1

Dettagli

PIANO DI UTILIZZO DEI LITORALI

PIANO DI UTILIZZO DEI LITORALI Comune di Muravera Provincia di Cagliari PIANO DI UTILIZZO DEI LITORALI L.R. n. 9 del 12 giugno 2006, art. 41. Delibera G. R. 12/8 del 05/03/2013. RELAZIONE TECNICA Rev.3 del 20/02/2015 Pagina 1 di 11

Dettagli

Gli interventi connessi al turismo

Gli interventi connessi al turismo Proposta Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Gli interventi connessi al turismo 26 novembre 2014 Euromeeting 2014 28/11/14 1 MISURE DIRETTAMENTE CONNESSE 6.4.1 DIVERSIFICAZIONE DELLE AZIENDE AGRICOLE

Dettagli

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo

Dettagli

L esperienza del Consorzio Forestale Alta Valle Susa

L esperienza del Consorzio Forestale Alta Valle Susa L esperienza del Consorzio Forestale Alta Valle Susa Torino, 18 marzo 2013 Dott. For. Roberta Berretti* Dott. For. Lucia Caffo** Dott. For. Alberto Dotta** * Università degli studi di Torino Dipartimento

Dettagli

SCENARI DI SVILUPPO E STRUMENTI DI GOVERNO PER IL PAESAGGIO RURALE TOSCANO. Cambiamenti di uso del suolo cambiamenti di paesaggio rurale

SCENARI DI SVILUPPO E STRUMENTI DI GOVERNO PER IL PAESAGGIO RURALE TOSCANO. Cambiamenti di uso del suolo cambiamenti di paesaggio rurale SCENARI DI SVILUPPO E STRUMENTI DI GOVERNO PER IL PAESAGGIO RURALE TOSCANO Cambiamenti di uso del suolo cambiamenti di paesaggio rurale Scuola Superiore Sant Anna, Pisa 5 ottobre 2010 Università di Bologna,

Dettagli

la redazione delle mappe della pericolosità e del rischio alluvionale

la redazione delle mappe della pericolosità e del rischio alluvionale Verso il Piano di gestione del rischio di alluvione: la redazione delle mappe della pericolosità e del rischio alluvionale Bacini liguri Cinzia Rossi Regione Liguria - Settore Assetto del Territorio Direttiva

Dettagli

Numero localizzazione Via del Rio. Estratto della carta di Fattibilità Geologica:

Numero localizzazione Via del Rio. Estratto della carta di Fattibilità Geologica: Comune di ROÉ VOLCIANO provincia di Brescia VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA alla VAS della VARIANTE al Piano dei Servizi e al Piano delle Regole del PGT RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE Numero localizzazione

Dettagli

Valutazione Ambientale. Sanremo. Criticità ambientali e obiettivi. Arch. Andrea Cavaliere

Valutazione Ambientale. Sanremo. Criticità ambientali e obiettivi. Arch. Andrea Cavaliere Valutazione Ambientale preliminare del PUC di Sanremo Criticità ambientali e obiettivi Arch. Andrea Cavaliere Sanremo, Palafiori 2 marzo 2011 VAS VAS Procedura finalizzata a integrare le considerazioni

Dettagli

AREE NON IDONEE IMPIANTI A BIOMASSA - FILIERA LIGNO-CELLULOSICA CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO

AREE NON IDONEE IMPIANTI A BIOMASSA - FILIERA LIGNO-CELLULOSICA CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO AREE NON IDONEE IMPIANTI A BIOMASSA - FILIERA LIGNO-CELLULOSICA AMBITI DI INTERESSE SITI inseriti nel patrimonio mondiale dell UNESCO e relative ZONE TAMPONE Siti UNESCO - candidature in atto Core zone

Dettagli

Parco agricolo e cintura verde per la grande Bergamo

Parco agricolo e cintura verde per la grande Bergamo Strategie e politiche regionali per l ambiente e lo sviluppo rurale Parco agricolo e cintura verde per la grande Bergamo Paolo Lassini Dg. Agricoltura Agricoltura e realtà metropolitana: situazione attuale

Dettagli

ALLEGATO A COSTI DI RIPRODUZIONE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.)

ALLEGATO A COSTI DI RIPRODUZIONE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) ALLEGATO A COSTI DI RIPRODUZIONE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) DOCUMENTAZIONE PTCP Volume A Il sistema economico sociale ed istituzionale Euro 9,67 Euro 3,38 Allegato A

Dettagli

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA COMUNE DI PORTICO-S. BENEDETTO CA' DELLA VIA - AMBITO 1 -

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA COMUNE DI PORTICO-S. BENEDETTO CA' DELLA VIA - AMBITO 1 - REGIONE EMILIA-ROMAGNA COMUNE DI PORTICO-S. BENEDETTO CA' DELLA VIA - AMBITO 1 - TAV. N1c.1 - Uso del suolo LEGENDA Limiti comunali Polo/Ambito Dr Legenda dell'uso del suolo allegata in fondo Er Er Bm

Dettagli

- Censimento degli alberi monumentali - Uso del suolo

- Censimento degli alberi monumentali - Uso del suolo Dott. Marco Bagnoli - Censimento degli alberi monumentali - Uso del suolo ALBERI MONUMENTALI Quadro normativo: - la legge n. 60 del 1998 della Regione Toscana definisce alberi monumentali di alto pregio

Dettagli

UNITÀ DI APPRENDIMENTO. Comprendente:

UNITÀ DI APPRENDIMENTO. Comprendente: Il territorio, la sua gestione e la sua valorizzazione agricola e forestale UNITÀ DI APPRENDIMENTO Comprendente: UDA CONSEGNA AGLI STUDENTI \ PIANO DI LAVORO Scheda per la certificazione delle competenze

Dettagli

REGIONE TOSCANA Giunta Regionale

REGIONE TOSCANA Giunta Regionale REGIONE TOSCANA Giunta Regionale DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE TERRITORIALI ED AMBIENTALI E PER LA MOBILITA Settore Pianificazione del territorio Oggetto: Comune di San Vincenzo (Li) - Adozione di

Dettagli

Classificazione acustica del Comune di Milano 23 Luglio 2013

Classificazione acustica del Comune di Milano 23 Luglio 2013 Classificazione acustica del Comune di Milano 23 Luglio 2013 Settore Politiche Ambientali Piano di Azzonamento Acustico Classifica il territorio in zone acustiche omogenee, assegnando ad ogni porzione

Dettagli

Analisi a grande scala del territorio terrazzato della Liguria

Analisi a grande scala del territorio terrazzato della Liguria Regione Liguria - Dipartimento Pianificazione Territoriale Analisi a grande scala del territorio terrazzato della Liguria Area terrazzata nello Spezzino Con il rilievo dall alto ad esempio non si è in

Dettagli

Comune di Patù. Documento Programmatico Preliminare. 0 Inquadramento territoriale Scala 1: 5000 Novembre Progettazione. Ufficio di Piano Patù

Comune di Patù. Documento Programmatico Preliminare. 0 Inquadramento territoriale Scala 1: 5000 Novembre Progettazione. Ufficio di Piano Patù 0 Inquadramento territoriale C.10 Pianificazione vigente Zona A Zona B1 Zona B2 Zona B3 Zona C1 Zona C turistico residenziale Zona C turistico alberghiero Zona D industriale Zona F attrezzature e servizi

Dettagli

P. R. G. C. [ APPROVAZIONE D.G.R. 02/04/2007 N BUR 15/2007 ] VARIANTE STRUTTURALE N. 1 [ EX L.R. 1/2007 e s.m.i. ]

P. R. G. C. [ APPROVAZIONE D.G.R. 02/04/2007 N BUR 15/2007 ] VARIANTE STRUTTURALE N. 1 [ EX L.R. 1/2007 e s.m.i. ] COMUNE DI VEZZA D ALBA REGIONE PIEMONTE P. R. G. C. [ APPROVAZIONE D.G.R. 02/04/2007 N. 26-5621 BUR 15/2007 ] VARIANTE STRUTTURALE N. 1 [ EX L.R. 1/2007 e s.m.i. ] P R O G E T T O D E F I N I T I V O 1

Dettagli

21) FLAVIO ANDO (chalet)

21) FLAVIO ANDO (chalet) 21) FLAVIO ANDO (chalet) QUADRO CONOSCITIVO LOCALIZZATO Indice Inquadramento territoriale, descrizione e contestualizzazione...2 Pericolosità idraulica, acque superficiali e depurazione...7 Clima acustico

Dettagli

La presente Relazione Tecnica riguarda il sito n 10 del PIT ricadente nel Comune di Empoli (FI).

La presente Relazione Tecnica riguarda il sito n 10 del PIT ricadente nel Comune di Empoli (FI). RELAZIONE TECNICA SITO N 10 ALLEGATO A7 PONTORME NEL COMUNE DI EMPOLI (FI) DEL PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE CON VALENZA DI PIANO PAESAGGISTICO (PIT) La presente Relazione Tecnica riguarda il sito n

Dettagli

- a tutte le tipologie di aree a cui è riconosciuta valenza ambientale, istituite e gestite da associazioni ambientaliste (Oasi, IBA, Aree Wilderness)

- a tutte le tipologie di aree a cui è riconosciuta valenza ambientale, istituite e gestite da associazioni ambientaliste (Oasi, IBA, Aree Wilderness) - alla Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) - alle zone umide di cui alla Convenzione di Ramsar - a tutte le tipologie di aree a cui è riconosciuta valenza ambientale, istituite e gestite da associazioni ambientaliste

Dettagli

TITOLO I - NORME GENERALI

TITOLO I - NORME GENERALI TITOLO I - NORME GENERALI - CAPO I - GENERALITÀ Art. 1 - Natura, scopi, contenuti e riferimenti del PRG pag. 1 Art. 2 - Modalità generali di attuazione, piani attuativi pag. 1 Art. 3 - Effetti e cogenza

Dettagli

Roberto Carovigno - Roberto Tonetti Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura

Roberto Carovigno - Roberto Tonetti Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura Roberto Carovigno - Roberto Tonetti Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura La filiera foresta-legno-energia nella Regione Lombardia: un capitale verde per promuovere gli obiettivi dell'agenda

Dettagli

I DATI EVOLUTIVI DELLA DINAMICA URBANA

I DATI EVOLUTIVI DELLA DINAMICA URBANA Università Degli Studi Dell Aquila TESI DI LAUREA TRIENNALE I DATI EVOLUTIVI DELLA DINAMICA URBANA Metodi di elaborazione numerica e confronti geostatistici Relatore:Prof. Ing. Bernardino Romano Laureando:Vittorio

Dettagli

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4 Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica Norme di Attuazione: Titolo 4 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 1 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO dei diversi STRUMENTI

Dettagli

Il decentramento delle competenze in materia di governo del territorio

Il decentramento delle competenze in materia di governo del territorio Il decentramento delle competenze in materia di governo del territorio Tre fasi principali: L istituzione delle regioni a statuto speciali e delle province autonome (1946) L istituzione delle regioni a

Dettagli

LIGURIA IN TRASFORMAZIONE AZIONE

LIGURIA IN TRASFORMAZIONE AZIONE 35 Art. 17 (Liguria in trasformazione: Aree di Concertazione, porti turistici e approdi protetti, strutture ospedaliere regionali, infrastrutture di previsione) 1. La disciplina si articola nei seguenti

Dettagli

La presente relazione di stima è stata redatta per determinare il più probabile valore di

La presente relazione di stima è stata redatta per determinare il più probabile valore di RELAZIONE DI STIMA PER LA DETERMINAZIONE DEL VALORE DI MERCATO DI UN FABBRICATO (EX FRANCA) E RELATIVO SCOPERTO ESCLUSIVO, OLTRE A TERRENO AGRICOLO ADIACENTE UBICATI A PESARO IN VIA CAPRILE S.N.C. PROPRIETA

Dettagli

1. Introduzione. Di seguito si indicano i fattori di soglia considerati relativamente al bilancio costi benefici degli interventi stessi.

1. Introduzione. Di seguito si indicano i fattori di soglia considerati relativamente al bilancio costi benefici degli interventi stessi. 1. Introduzione In conformità con quanto previsto dalla Legge Regionale 56/77 e successive modifiche e integrazioni si procede nel seguito all'individuazione delle linee di soglia dei costi differenziali

Dettagli

FUNZIONI DI AREA VASTA IN PROVINCIA DI PAVIA ALLA LUCE DELLA LEGGE 56 / 2014

FUNZIONI DI AREA VASTA IN PROVINCIA DI PAVIA ALLA LUCE DELLA LEGGE 56 / 2014 FUNZIONI DI AREA VASTA IN PROVINCIA DI PAVIA ALLA LUCE DELLA LEGGE 56 / 2014 Pavia, 27 giugno 2014 Lombardia 1544 comuni in 12 province, Piemonte 1207, Veneto 581, Emilia-Romagna 348, Toscana 287, Liguria

Dettagli

Figura 1 - Territorio con copertura artificiale -Anno 2009 (incidenza percentuale sulla superficie totale)

Figura 1 - Territorio con copertura artificiale -Anno 2009 (incidenza percentuale sulla superficie totale) Allegato statistico Audizione del Presidente dell Istituto nazionale di statistica, Enrico Giovannini Commissione XIII Territorio, Ambiente e Beni ambientali del Senato della Repubblica Roma, 18 gennaio

Dettagli

Simone Blanc, Filippo Brun, Angela Mosso

Simone Blanc, Filippo Brun, Angela Mosso UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TORINO Utilizzazioni boschive, valore dei prelievi legnosi e gestione forestale in Piemonte Simone Blanc, Filippo Brun, Angela Mosso simone.blanc@unito.it Dipartimento di Scienze

Dettagli

Valutazione Ambientale VAS. Programma Energetico Ambientale Regionale - PEAR. 1 a Conferenza di Valutazione e Forum aperto al pubblico

Valutazione Ambientale VAS. Programma Energetico Ambientale Regionale - PEAR. 1 a Conferenza di Valutazione e Forum aperto al pubblico Valutazione Ambientale VAS Programma Energetico Ambientale Regionale - PEAR 1 a Conferenza di Valutazione e Forum aperto al pubblico Milano, 12 novembre 2013 Autorità competente per la VAS Struttura Fondamenti,

Dettagli

Scheda dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità

Scheda dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità Scheda dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità Contenuti della scheda Per la definizione degli indirizzi di valorizzazione dei paesaggi gli elementi conoscitivi relativi ad ogni territorio

Dettagli

" ( ) *+*, -. / 0' *12 3"3 /, *52 / : ;,& ;! : / (<69., / 9 02 = >% 0*?<2 " " 8% $8 0")'2$ A

 ( ) *+*, -. / 0' *12 33 /, *52 / : ;,& ;! : / (<69., / 9 02 = >% 0*?<2   8% $8 0)'2$ A Sommario Abstract # $% #% % %% % % # # & & ' # % ( ) *+*. / 0' *12 33 / 0 4 5672 8 9 0*52 / : ;& ; : / (% 0*?

Dettagli

1. I BENI PAESAGGISTICI

1. I BENI PAESAGGISTICI 1. I BENI PAESAGGISTICI I beni paesaggistici e ambientali costituiscono gli elementi di riferimento cardine per la definizione dell assetto ambientale, esso è costituito dall insieme degli elementi territoriali

Dettagli

di pavimento residenziale (Slpr)

di pavimento residenziale (Slpr) Scheda n.4 «S. Andrea» SUB AMBITI 1. Descrizione L estensione complessiva dell ambito è di 51 ha, e interessa l area compresa tra le ultime abitazioni del quartiere Pescara, fin quasi al confine comunale

Dettagli

PIANO NAZIONALE PER LA RIQUALIFICAZIONE SOCIALE E CULTURALE DELLE AREE URBANE DEGRADATE. COMUNE DI CORIGLIANO CALABRO Scheda Progetto

PIANO NAZIONALE PER LA RIQUALIFICAZIONE SOCIALE E CULTURALE DELLE AREE URBANE DEGRADATE. COMUNE DI CORIGLIANO CALABRO Scheda Progetto PIANO NAZIONALE PER LA RIQUALIFICAZIONE SOCIALE E CULTURALE DELLE AREE URBANE DEGRADATE COMUNE DI CORIGLIANO CALABRO Scheda Progetto Piano Nazionale per la Riqualificazione sociale e culturale delle aree

Dettagli

ANALISI E MAPPATURA DEL TERRITORIO: PRINCIPALI RISULTATI

ANALISI E MAPPATURA DEL TERRITORIO: PRINCIPALI RISULTATI ANALISI E MAPPATURA DEL TERRITORIO: PRINCIPALI RISULTATI ATTIVITA DI CONSULENZA PER LA DETERMINAZIONE DI AZIONI RIVOLTE ALLO SVILUPPO DI POLITICHE GESTIONALI DEI BENI CULTURALI, NELL AMBITO DEL PROGETTO

Dettagli

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI Riqualificazione paesistico ambientale della Cascina Cappuccina NOME SPAZIO APERTO Area A COMUNE AREA (ha) 8,44 PERIMETRO (metri) PROPRIETÀ DELL AREA DATA RILIEVO RILIEVO EFFETTUATO DA Melegnano 1606 Privata

Dettagli

Bio e Territorio: una Strategia vincente.

Bio e Territorio: una Strategia vincente. Bio e Territorio: una Strategia vincente. Alessandro Triantafyllidis Presidente Biodistretto Val di Vara Feltre - 5 Novembre 2016 LIGURIA: La l.r. 66/2009 Disciplina degli interventi per lo sviluppo, la

Dettagli

Misura M07 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (art.20)

Misura M07 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (art.20) Misura M7 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (art.2) Sottomisura 7.6 - Sostegno per studi/investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio

Dettagli

INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DEGLI IMPIANTI IN ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA AUTO OIL E AI FINI DEL MIGLIORAMENTO DELL EFFICIENZA DEL RECUPERO ZOLFO

INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DEGLI IMPIANTI IN ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA AUTO OIL E AI FINI DEL MIGLIORAMENTO DELL EFFICIENZA DEL RECUPERO ZOLFO INDICE GENERALE INDICE CAPITOLO 1 1. PREMESSA 1.1 INQUADRAMENTO GENERALE 1.2 MOTIVAZIONI E FINALITÀ DELLO STUDIO 1.3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 1.3.1 Compatibilità ambientale 1.3.2 Tutela delle acque 1.3.3

Dettagli

Luglio Settore Urbanistica Servizio Governo del Territorio

Luglio Settore Urbanistica Servizio Governo del Territorio Luglio 2009 Settore Urbanistica Servizio Governo del Territorio PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DOCUMENTO DI PIANO ALLEGATO A Il contesto socio-economico e territoriale del nord Milano. Le indicazioni

Dettagli

L utilizzo della Banca Dati dell Uso del Suolo della Regione del Veneto a supporto dell attivit. attività di Pianificazione Territoriale

L utilizzo della Banca Dati dell Uso del Suolo della Regione del Veneto a supporto dell attivit. attività di Pianificazione Territoriale 1 Presentazione L utilizzo della Banca Dati dell Uso del Suolo della Regione del Veneto a supporto dell attivit attività di Pianificazione Territoriale A cura di Massimo Foccardi Mauro Nordio 2 Realizzazione

Dettagli

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Dipartimento Protezione Civile - Sistema Informativo Ambiente Territorio Indirizzo Via Roma, 50-38122 Trento Telefono/Fax 0461 495260 / 0461 981231 E-Mail segreteria.siat@provincia.tn.it

Dettagli

I CONTRATTI DI FIUME IN LOMBARDIA

I CONTRATTI DI FIUME IN LOMBARDIA VERSO IL CONTRATTO DI FIUME DELL ALTO BACINO DEL FIUME ADDA I CONTRATTI DI FIUME IN LOMBARDIA PROGETTI E POLITICHE INTEGRATE PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO E LA RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE SONDRIO,

Dettagli

PdZ 20 PONTE DI NONA OCTIES

PdZ 20 PONTE DI NONA OCTIES maggio 2011 PdZ 20 PONTE DI NONA OCTIES Indice 1 Oggetto della Variante 2 Descrizione delle aree oggetto di variante 3 Dimensionamento del piano 1 Oggetto della Variante La Variante octies al Piano di

Dettagli

Legislazione forestale nazionale di maggiore interesse per la pianificazione

Legislazione forestale nazionale di maggiore interesse per la pianificazione Box 7.1 Principali riferimenti normativi a livello nazionale riguardanti il settore forestale - Regio Decreto 30 dicembre 1923 n. 3267 - Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi

Dettagli