Trieste 16 luglio 2012

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1 Comune di Trieste PRGC e VAS i tavoli di ascolto e la metodologia per il il nuovo Piano Regolatore Generale Comunale Trieste 16 luglio

2 I TEMPI PER LA FORMAZIONE DEL PIANO 22 novembre 2011 ha viste approvate dal Consiglio comunale le direttive per la progettazione del nuovo strumento urbanistico generale comunale e le relative salvaguardie. Salvaguardie la cui scadenza è stabilita entro due anni (novembre 2013) Il 23 dicembre 2011 la Giunta ha disposto la costituzione di un ufficio di Piano con la costruzione del gruppo di lavoro: personale interno selezionato per competenze e esperienze esperti esterni selezionati attraverso concorso pubblico consulenze su temi specifici grazie alla convenzione con l Università di Trieste è stato possibile richiedere degli stagisti a supporto della fase di ascolto e di prima analisi dei dati rilevati Il 2 aprile scorso è stato adottato dalla Giunta il procedimento della fase di ascolto dei cittadini Il 19 giugno è stato adottato il procedimento della fase di ascolto degli stakeholder

3 GLI OBIETTIVI SPECIFICI Direttiva 1: PERSEGUIRE LO SVILUPPO SOSTENIBILE - Promuovere il risparmio delle risorse favorendo anche l efficienza delle reti tecnologiche (rete idrografica, smaltimento acque, acquedotto, illuminazione). - Promuovere il risparmio energetico e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. - Promuovere l uso di fonti energetiche rinnovabili. - Promuovere azioni che migliorino o difendano la salute degli abitanti. - Favorire un uso anche turistico e ricettivo degli insediamenti agricoli e l evoluzione delle aziende agricole verso modelli multifunzione. - Promuovere, anche mediante strumenti prescrittivi, l insediamento di attività economiche e produttive a basso impatto ambientale. - Promuovere forme innovative di sviluppo e competitività a basso impatto nei settori dell economia, siano essi industriali, portuali, del commercio, del turismo, dell agricoltura o del terziario.

4 GLI OBIETTIVI SPECIFICI Direttiva 1: PERSEGUIRE LO SVILUPPO SOSTENIBILE - Promuovere, anche attraverso le intese con gli enti competenti, la riqualificazione del grande patrimonio di aree, fabbricati e infrastrutture presenti in Zona Industriale, favorendo la possibilità di ampliamento nelle aree di pertinenza funzionali allo sviluppo delle imprese, delineando, compatibilmente con le problematiche legate al sito inquinato, i temi della riqualificazione del patrimonio dismesso esistente, della trasformazione e dell insediamento di attività di settori economici diversi da quelli originari ma anche quelli del rapporto con gli insediamenti umani circostanti, promuovendo la compatibilità con il contesto ambientale. - Individuare aree e fabbricati dismessi per insediamenti produttivi, di servizi e del terziario avanzato ove compatibili con il contesto. - Escludere, sull intero territorio comunale, la localizzazione di nuovi impianti industriali a rischio di incidente rilevante (di cui al Decreto Lgs. 334/99, cosiddetto Legge Seveso ) e promuovere l individuazione di criticità legate agli impianti a rischio di incidente rilevante esistenti. - Individuare la localizzazione di siti idonei allo smaltimento di inerti. - Escludere la costruzione sul territorio comunale di infrastrutture di trasporto, come le linee ferroviarie AV/AC, qualora comportino impatti non sostenibili sull ecosistema carsico e sui fenomeni carsici ipogei ed epigei.

5 GLI OBIETTIVI SPECIFICI Direttiva 2: CONTENERE IL CONSUMO DI SUOLO - Contenere il consumo di suolo limitando l urbanizzazione di nuove aree. - Promuovere pratiche di recupero e di completamento dei tessuti edilizi esistenti. - Ridefinire i ruoli di aree e contenitori dismessi. - Ripensare e ridefinire il rapporto tra territorio agricolo o verde e territorio edificato.

6 GLI OBIETTIVI SPECIFICI Direttiva 3: RECUPERARE, RIQUALIFICARE, RIFUNZIONALIZZARE L ESISTENTE - Promuovere la riqualificazione del patrimonio esistente. - Ripensare il funzionamento del territorio urbano e dei servizi secondo l idea di una città policentrica ed equilibrata. - Individuare siti e promuovere progetti per la realizzazione di spazi aperti a disposizione della collettività (parchi, giardini, spazi di relazione e per la coesione sociale). - Individuare fattori e strumenti utili a rendere maggiormente appetibile il riutilizzo dell esistente. - Valutare nel riuso la domanda di edilizia sociale, servizi pubblici e attrezzature di interesse collettivo e sociale.

7 GLI OBIETTIVI SPECIFICI Direttiva 4: PROMUOVERE LA QUALITA DELL AMBIENTE E DEL PAESAGGIO - Individuare e valorizzare le diversità e peculiarità dei paesaggi (urbani ed extraurbani). - Stabilire i criteri per un adeguata disciplina urbanistica in sintonia con i valori paesaggistico-ambientali perseguendo la loro tutela. - Definire un Sistema ambientale e paesaggistico come una delle componenti del piano. - Cercare di individuare reti e sistemi ecologici e ambientali per quanto possibile continui, sia all interno del tessuto urbano sia connessi con i siti di importanza comunitaria, le zone di protezione speciale, le zone di tutela ambientale, le aree boscate. - Orientare il piano alla riqualificazione spaziale e alla rigenerazione sociale dei rioni e delle parti di cui si compone il territorio urbano. - Individuare i progetti strategici per la riqualificazione della città e del territorio comunale nel loro complesso. - Individuare le misure necessarie ad un corretto inserimento nel conteso degli interventi di trasformazione.

8 GLI OBIETTIVI SPECIFICI Direttiva 5: INCENTIVARE LA MOBILITA SOSTENIBILE - Incrementare gli spazi dedicati alla mobilità dolce, pedonali e ciclabili. - Migliorare la rete ciclopedonale secondo criteri di connessione e capillarità che ne migliorino sicurezza e competitività rispetto alla mobilità motorizzata, in particolare per l accessibilità alle attrezzature e alle altre polarità urbane ed extraurbane. - Individuazione di nodi di scambio tra aree di sosta e trasporto pubblico in coerenza con il piano urbano del traffico. - Rivalutare l offerta di parcheggi tenendo conto della possibilità di rifunzionalizzare contenitori vuoti e aree dismesse.

9 LA METODOLOGIA DI LAVORO STUDI E ANALISI ASCOLTO ANALISI TECNICHE ASCOLTO INTERNO ELABORAZIONI E SINTESI DEGLI STUDI ESISTENTI ufficio di Piano ASCOLTO ESTERNO ANALISI SUL CAMPO

10 GLI INCONTRI TECNICI Tre incontri con i soggetti che sono stati già consultati nella fase di stesura delle Direttive per: Esporre il percorso metodologico e organizzativo Accogliere e ricevere ulteriori apporti sulle indagini e metodologie di lavoro Invio note (max 3 cartelle) entro 10 agosto all indirizzo: ufficio_piano_regolatore@comune.trieste trieste.itit

11 I TAVOLI TEMATICI CON PORTATORI DI INTERESSI Cinque tavoli tematici con i portatori di interesse nei quali discutere: Questioni di carattere strategico Sviluppo futuro della città Le regole per l autoconvocazione (sito retecivica) Persone giuridicamente riconosciute e riconoscibili Motivazione dell autoconvocazione Invio note (max 3 cartelle) entro 10 agosto all indirizzo: ufficio_piano_regolatore@comune.trieste trieste.itit

12 TAVOLI TEMATICI: CALENDARIO I tavoli si terranno presso la Sala del Consiglio del Comune di Trieste 11 LUGLIO 2012 ore 11 DOVE SARA TRIESTE? PROSPETTIVE ALLA SCALA DELL AREA VASTA 13 LUGLIO 2012 ore 11 COSA FARA TRIESTE? ECONOMIE E RICERCA 16 LUGLIO 2012 ore 11 QUALI NATURE A TRIESTE? AMBIENTI E PAESAGGI 18 LUGLIO 2012 ore 11 COME FARE DI TRIESTE UNA CITTA PIU BELLA E ABITABILE? QUESTIONI DI QUALITA URBANA 19 LUGLIO 2012 ore 11 QUALI CASE E SERVIZI A TRIESTE? QUESTIONI DI WELFARE

13 IL PRGC E LE LOGICHE DEI TAVOLI TEMATICI SINERGIE/CONFLITTUALITA AMBIENTE/PAESAGGI TRA TEMATICHE E PIANI DIVERSI AREA QUALITA URBANA Piano Regolatore Generale Comunale ECONOMIA/ RICERCA VASTA PERSONE/WELFARE

14 LE ANALISI LE ANALISI COME INDAGINE E RICOGNIZIONE UTILI AD EVIDENZIARE RISORSE, CRITICITÀ, POTENZIALITÀ

15 Temi: Promuovere lo sviluppo sostenibile - Individuare condizioni e potenzialità per lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili; - Assumere il quadro dei rischi e delle pericolosità come riferimento imprescindibile per lo sviluppo; - Lavorare su un modello di città compatta, che metta in primo luogo in valore (anche completandole e migliorandole) le reti infrastrutturali esistenti, per non consumare ulteriore suolo - Supportare l articolazione e la diversificazione del sistema produttivo, valorizzando le attività economiche a basso impatto (cultura, turismo, ricerca, ) e quelle che producono e mantengono il paesaggio (agricoltura) Sistema energetico Fonti energetiche esistenti: Tradizionali Alternative Analisi delle pericolosità Rischio geologico e ambientale: aria, acqua, suolo, sottosuolo Inquinamento idrico SIN Indicatori della salute Discariche inerti Autodemolitori Inceneritore Aree oggetto di caratterizzazione Industrie a rischio rilevante Elettrodotti Antenne Localizzazione e descrizione dei dati acustici: aria, acqua e suolo

16 Promuovere lo sviluppo sostenibile Sistema infrastrutturale e reti tecnologiche Strade Parcheggi Rete ferroviaria Comunicazione marittima Trasporto pubblico Reti tecnologiche Sistema economico-produttivo Commercio-terziario Attività industriali Settore della ricerca, scientifico, universitario Cultura e turismo Eccellenze Sistema agricolo Caratteristiche terreni ai fini di un possibile riutilizzo agricolo Le aziende agricole I pastini e loro pontenzialità agricole e paesaggistiche Gli allevamenti

17 Promuovere la qualità dell ambiente e del paesaggio Temi: -Assumere il sistema del paesaggio come matrice attiva per l individuazione di forme e luoghi di intervento (e non solo come insieme di vincoli passivi); -Costruire un quadro articolato e integrato di diversi tipi di paesaggio che, diramandosi con continuità dall altipiano alla città, assumano diverse forme spaziali e caratteri ambientali; -Individuare le condizioni strutturali del progetto di paesaggio (usi e caratteri del suolo) e per un corretto inserimento nel contesto degli interventi di trasformazione; -Individuare principi di integrazione del progetto di paesaggio in tutti gli interventi strategici di trasformazione e riqualificazione del territorio. Il sistema del paesaggio Le aree vincolate Vincoli di natura idro - geologica Emergenze ambientali: naturalistiche paesaggistiche viste di pregio Criteri e classificazione del paesaggio costruito e non Gli usi e i caratteri del suolo Uso del suolo delle aree esterne ai centri Sistema idrografico Permeabilità dei suoli Modellato e acclività Studio assetto vegetazionale

18 Promuovere la qualità dell ambiente e del paesaggio Il sistema del verde Aree agricole Orti Pastini Boschi Aree verdi urbane Il Carso La costiera Aree incolte Tetti verdi Il verde attrezzato Il verde urbano I parchi urbani I giardini I parchi di quartiere I filari e le alberature Percorsi pedonali, sentieri Piste ciclabili

19 Recuperare, riqualificare, rifunzionalizzare l esistente Temi: -Avviare la costruzione di un quadro delle aree ed edifici dismessi, pubblici e privati; -Mettere in relazione progettualità e interventi pubblici e privati in corso di realizzazione e in programma, al fine di delineare sistemi di progetto integrati e di coordinare gli interventi di opere pubbliche (con particolare riguardo alla realizzazione di spazi e attrezzature collettive); -Delineare alcune anticipazioni progettuali in merito a luoghi e aree strategiche, nell intento di individuare i principi di integrazione e di messa a sistema con il contesto urbano. Il patrimonio edilizio dismesso e i vuoti urbani Il sistema delle proprietà pubbliche e di altri enti Edifici pubblici Edifici privati Le caserme I vuoti urbani Le aree degradate Lotti liberi Le aree in trasformazione Interventi pubblici: realizzati, in corso di realizzazione, programmati Interventi privati: realizzati, in corso di realizzazione, programmati Ricognizione del patrimonio pubblico e di altri Enti: aree edifici

20 Recuperare, riqualificare, rifunzionalizzare l esistente I sistemi strutturanti la riqualificazione Approfondimenti di analisi per le aree strategiche Il sistema: della cultura dei luoghi centrali del commercio del tempo libero del verde urbano residenziale dell accessibilità e della mobilità della produzione

21 Approfondimenti ulteriori ASCOLTO INTERNO_Contributi del Servizio Musei Scientifici sui dati ambientali - Esame e raccolta dei dati esistenti in letteratura e/o nei database di Musei e Università circa specie e ambienti; - Verifiche dei dati più vetusti; - Redazione di un elenco di aree, siti e ambienti da tutelare a norma di legge, con descrizione di specie e peculiarità; - Redazione di un elenco di ambienti che, a norma di legge, non risultano da tutelare, ma meritevoli di salvaguardia per ragioni ambientali, naturalistiche, scientifiche, storiche o paesaggistiche; - Redazione di una carta ambientale/naturalistica del Comune di Trieste; - Stesura di linee guida per uno sviluppo urbanistico del Comune di Trieste, naturalisticamente compatibile ed ecologicamente sostenibile. CONTRIBUTI SPECIALISTICI ESTERNI - Studio geologico-ambientale

22 VAS_Analisi preliminare Quadro delle principali criticità, elementi di debolezza, rischi presenti nel territorio: - Siti inquinati, SIN - Presenza di industrie ad elevato rischio ambientale - Acque, qualità e sistemi di smaltimento, fogne - Qualità dell aria - Rumore - Stabilità dei terreni e problemi idrogeologici - Degrado dei pastini - Perdita della landa carsica sull altopiano - Mancanza di reti ecologiche - Rifiuti - Scarso uso delle fonti rinnovabili - Aree dismesse degradate - elettrodotti Quadro delle principali risorse ed emergenze, i punti di forza, opportunità: - Emergenze ambientali riconosciute: SIC, ARIA, geositi, habitat rarità, habitat di interesse comunitario, Riserva di Miramare - Emergenze paesaggistiche riconosciute: vincoli paesaggistici, strada costiera, rive e linea di costa, porto vecchio, città antica (zone A e B0), borghi carsici, ville e parchi storici, castello di Miramare, ciglione - Aree dismesse da valutare per le connessioni ambientali - Aree verdi interne all ambito urbano - Valori e Sensibilità dalla Carta natura - Terrazzamenti agricoli (pastini) - Presenza di ambiti paesaggistici di particolare interesse: altipiano carsico, ciglione, colli e valloni, costiera

23 Le questioni poste ai partecipanti del tavolo QUALI NATURE A TRIESTE? AMBIENTI E PAESAGGI 23

24 QUALI NATURE A TRIESTE? AMBIENTI E PAESAGGI Quale ruolo possono giocare l ambiente e il paesaggio nello sviluppo della città e del territorio? Quale biodiversità anche in città? Come garantirne la conservazione e l incremento? Come si costruisce/gestisce/produce il paesaggio a Trieste (dalle attività agricole, a nuove forme di autogestione)? Quali le condizioni, le scelte progettuali, le risorse per promuovere e incentivare nuove forme di conservazione e tutela attiva di ambienti e paesaggi?

25 Per aiutarci a ragionare, rispetto alle domande appena poste, ecco alcuni temi su cui poter riflettere: La necessità di invertire il punto di osservazione: -Gli spazi aperti, gli ambienti e i paesaggi come matrice in grado di costruire una nuova immagine per la città e il territorio; -La riscoperta delle relazioni trasversali dal mare al Carso. La possibilità di ripensare Trieste come una città-paesaggio : -Dagli spazi aperti urbani ai grandi sistemi di naturalità più esterni, ridisegnare una trama di connessioni ecologiche; -Ridare una funzione e un ruolo spaziale, sociale ed economico ad aree verdi di diversa natura e scala (dalla riserva di naturalità, al parco e al giardino, al filare e alla siepe).

26 Il paesaggio come prodotto di pratiche economiche e sociali: -Quali gli spazi e i paesaggi dell autogestione (non solo orti, ma anche.)? -Quali i paesaggi dell agricoltura? Quali le condizioni per la loro sostenibilità ambientale ma anche economica? -Quali i paesaggi del turismo? Quali le condizioni per la loro sostenibilità ambientale ma anche economica? -

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