Comune di Villasimius Provincia di Cagliari

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Comune di Villasimius Provincia di Cagliari"

Transcript

1 Comune di Villasimius Provincia di Cagliari INTERVENTI DI RICONVERSIONE AD IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI QUALITA' DELL'IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI URBANI IN LOC. ZIMMIONI PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE ai sensi dell'allegato B2 della del G.R. 34/33 del IL RESPONSABILE Dott. Ing. Roberto Serra Ph.D. Ingegneria Sanitaria COLLABORAZIONE Dott. Ing. Giulio Gardu Dott. Ing. Ennio Lara Dott. Ing. Giampiero Angioi Dott. Geol. Mario Strinna Dott. Ing. Alberto Stochino MARZO 2014

2 COMUNE DI VILLASIMIUS INTERVENTI DI RICONVERSIONE AD IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI QUALITA DELL IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI URBANI IN LOCALITA BRUNCU IS ZIMMIONIS VILLASIMIUS PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE (ai sensi dell allegato B2 delibera G.R. 34/33 del ) Il Responsabile dello Studio Dr. Ing. Roberto Serra MARZO 2014

3 INTERVENTI DI RICONVERSIONE AD IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI QUALITA DELL IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI URBANI IN LOCALITA BRUNCU IS ZIMMIONIS VILLASIMIUS PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE Indice Premessa QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Inquadramento del progetto in relazione alla pianificazione regionale Stato attuale dell impianto di trattamento di Zimmioni Descrizione degli interventi di riconversione a compostaggio di qualità Potenzialità dell impianto di compostaggio e rifiuti ammessi Requisiti dell impianto di compostaggio di qualità Le criticità dell impianto attuale Gli interventi di riconversione I presidi ambientali dell impianto Le emissioni e gli altri elementi di impatto potenziale Le autorizzazioni da acquisire per la variante all impianto QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Inquadramento geografico del sito dell impianto Le caratteristiche dell ambiente circostante Descrizione dell ambiente limitrofo e visibilità Caratteristiche meteoclimatiche Caratteristiche geologico-tecniche, idrogeologiche e idrografiche Uso del suolo Quadro infrastrutturale Descrizione dell utilizzo storico del sito nella gestione dei rifiuti Destinazione d uso e futuri interventi previsti a Zimmioni Analisi dei vincoli nella zona di interesse e nell area vasta Vincoli paesaggistici ai sensi del PPR Sardegna Gli altri vincoli territoriali e paesaggistici Gli altri vincoli di natura ambientale Vincoli per la sicurezza e la difesa del suolo Presenza di siti contaminati Vincoli relativi a infrastrutture e insediamenti Classificazione acustica dell area Riepilogo sull analisi della vincolistica ANALISI DEGLI IMPATTI POTENZIALI Studio della dispersione degli odori Risultati col modello semplificato previsionale di diffusione Risultati col modello previsionale WINDIMULA Fotosimulazione dell inserimento dell opera

4 3.3 Analisi degli impatti potenziali sulle componenti ambientali Impatti sulla componente aria Impatti sulle acque superficiali Impatti sulle acque profonde Impatti su suolo e sottosuolo Impatti su flora e fauna Impatti sul paesaggio Impatti sulla viabilità Impatti sul livello sonoro Impatti sulla salute e sicurezza Impatti sulle relazioni sociali ALLEGATO Copia delibera regionale di approvazione del progetto di realizzazione dell impianto esistente

5 INTERVENTI DI RICONVERSIONE AD IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI QUALITA DELL IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI URBANI IN LOCALITA BRUNCU IS ZIMMIONIS VILLASIMIUS STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE Premessa Il progetto degli interventi di riconversione a impianto di compostaggio di qualità dell impianto di trattamento rifiuti ubicato in loc. Zimmioni-Villasimius rientra nell elenco delle opere da sottoporre a procedura di verifica di assoggettabilità di impatto ambientale ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i, così come precisato dalla direttiva regionale sulle procedure di valutazione ambientale di cui alla del. G.R. RAS n.34/33 del L opera infatti rientra nell elenco di cui all allegato B1 della citata delibera RAS al punto 7 lettera w) configurandosi come impianto di recupero di rifiuti non pericolosi con capacità superiore a 10 t/giorno mediante operazione codificata R3 dall allegato C della parte IV del D.Lgs. 152/06. Lo scrivente è stato incaricato dal Comune di Villasimius di redigere gli studi che devono accompagnare il progetto preliminare degli interventi ai fini dell espletamento della procedura di verifica. Il presente elaborato rappresenta lo studio preliminare ambientale, da allegare all istanza di verifica, che deve contenere, oltre alla descrizione del progetto, le informazioni ed i dati necessari per individuare e valutare i principali effetti che il progetto può avere sull ambiente. Più precisamente, per i contenuti dello studio si è fatto riferimento alle indicazioni dell allegato B2 della direttiva regionale inerenti la descrizione delle caratteristiche del progetto, della sua localizzazione e l analisi delle caratteristiche dell impatto potenziale. La relazione viene pertanto strutturata in: - un quadro progettuale (cap.1), in cui si descrive lo stato attuale dell impianto di trattamento e gli interventi progettuali previsti per la sua riconversione ad impianto di compostaggio di qualità, mettendo in evidenza le fonti di emissione in grado di apportare disturbi ambientali, i presidi ambientali adottati e le problematiche relative al rischio di incidenti; il progetto viene altresì inquadrato in relazione alla 4

6 pianificazione regionale vigente in materia di gestione dei rifiuti urbani, da cui trae origine; - un quadro di riferimento ambientale (cap.2), in cui si descrivono le componenti ambientali del territorio interessato e si procede all analisi della vincolistica esistente nel sito e nell area vasta; in questo ambito si è inteso anche fornire il quadro storico dell utilizzo del sito di Zimmioni nella gestione dei rifiuti, essendo interessato dalla presenza di un sistema di discariche, nonchè le previsioni di interventi futuri previsti per la loro messa in sicurezza - un quadro inerente l analisi degli impatti potenziali (cap.3), dedotti dall esame delle fonti di emissione e dello stato delle componenti ambientali. Per la redazione del quadro progettuale si è fatto riferimento ai contenuti del progetto preliminare dell opera, redatto secondo i requisiti richiesti dal DPR 207/2010. Come supporto all analisi della vincolistica sono state predisposte delle apposite tavolette grafiche in cui sono riportati i vari tematismi analizzati. Come supporto all analisi degli impatti potenziali sono stati predisposti i seguenti studi (presentati in elaborati separati): - studio sulla dispersione degli odori; - studio di compatibilità geologica e geotecnica (allegata al progetto preliminare) - studio dell inserimento dell opera nel territorio mediante foto-simulazione. 5

7 1. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE 1.1 Inquadramento del progetto in relazione alla pianificazione regionale L impianto di trattamento di Zimmioni, oggetto del progetto di riconversione, è stato realizzato dalla Provincia di Cagliari (titolare dell opera) al fine di effettuare il trattamento dei rifiuti indifferenziati e del flusso di organico differenziato proveniente dalla raccolte comunali dei Comuni dell ex sub-ambito A4 (Comuni del Sarrabus-Gerrei), secondo l impostazione della gestione dei rifiuti del precedente Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani del 1998, che recepiva i dettati del Decreto Ronchi (D.Lgs. 22/97). Il precedente Piano Regionale prevedeva, infatti, che: - i rifiuti indifferenziati fossero trattati in impianti di selezione-stabilizzazione in modo che non fossero smaltiti in discarica i rifiuti tal quali; - la raccolta differenziata arrivasse ad un aliquota almeno del 35%. Il nuovo Piano Regionale del dicembre 2008 (approvato dalla G.R. con del. n.73/7 in data ) ha previsto, in ossequio alla nuova normativa del D.Lgs 152/06 e ss.mm. ii, che la raccolta differenziata fosse implementata (entro il 2012) fino ad un limite minimale del 65% e che a supporto fossero implementate le linee di compostaggio di qualità con contestuale conversione dell impiantistica di bio-stabilizzazione. Nello specifico il Piano regionale prevede esplicitamente nel cap la conversione a linee di compostaggio di qualità delle linee impiantistiche di bio-stabilizzazione presenti nell impianto di trattamento rifiuti di Villasimius, per il soddisfacimento del fabbisogno di trattamento dell organico proveniente dalla raccolta differenziata avviata presso i Comuni viciniori. L impianto di trattamento di Zimmioni è stato autorizzato alla realizzazione dalla Regione Sardegna nel 2003 (del. GR n. 42/16 del ) ai sensi dell art.27 del D.Lgs. 22/97. Copia dell autorizzazione è riportata in calce alla presente studio. 6

8 L impianto è articolato come impianto di preselezione e biostabilizzazione dei flussi di rifiuti urbani indifferenziati con annessa piccola linea di compostaggio di qualità. Ha una potenzialità di trattamento di: t/a di rifiuti indifferenziati (mediante triturazione e selezione) t/a di frazione organica da selezione meccanica mediante biostabilizzazione t/a di frazione organica proveniente da raccolta differenziata mediante bio-stabilizzazione Complessivamente pertanto l impianto ha una potenzialità di trattamento del flusso di frazione organica (da selezione meccanica e da raccolta differenziata) di circa t/a. In conseguenza delle mutate caratteristiche merceologiche e chimico-fisiche del residuo indifferenziato ottenuto a valle delle raccolte differenziate ad alta efficienza, il Piano del 2008, attualmente in vigore, ha previsto che il secco residuo indifferenziato non riciclabile fosse prioritariamente destinato tal quale agli impianti di termovalorizzazione. A partire dal 2004, a seguito delle stringenti direttive regionali, i Comuni del territorio del Sarrabus-Gerrei hanno progressivamente avviato sistemi di raccolta differenziata ad alta efficienza che hanno modificato, sia qualitativamente ma soprattutto quantitativamente, i flussi delle varie frazioni merceologiche conferite, dando luogo ad uno scenario comunque differente da quanto previsto nel precedente Piano Regionale del Sono drasticamente aumentati i flussi di frazione organica separata a monte, e corrispondentemente sono diminuiti i flussi della frazione indifferenziata. La % di R.D. raggiunta dai comuni del comprensorio del Sarrabus e del Gerrei, che rappresenta il potenziale bacino di utenza dell impianto di Villasimius in loc. Zimmioni, è progressivamente aumentata fino agli attuali valori nel range 50-60%, ma nel futuro è previsto un ulteriore innalzamento per raggiungere gli obiettivi di legge. Al proposito il recente Piano sulla raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati della Provincia di Cagliari (adottato nel settembre 2012 ed attualmente in fase di approvazione finale) ha individuato lo scenario futuro (al ) che prevede l innalzamento della % di R.D. a livelli del 70% per i comuni non a vocazione turistica e del 65% per i comuni a vocazione turistica. Il Piano provinciale precisa anche i quantitativi dei flussi previsti nello 7

9 scenario futuro a regime per i singoli comuni del territorio provinciale e per singola tipologia di materiale. Attualmente il sistema gestionale delle raccolte dei comuni del Sarrabus è organizzato in modo che ciascun comune provveda autonomamente al trasporto a distanza dei flussi di materiale principalmente verso l area industriale di Cagliari-Macchiareddu dove sono situati gli impianti di destinazione finale e precisamente: a) l impianto di termovalorizzazione gestito dalla Tecnocasic spa, a cui è destinato il secco residuo indifferenziato; b) l impianto di compostaggio gestito dalla Tecnocasic spa, a cui è destinata la frazione organica; c) le piattaforme di trattamento degli imballaggi del sistema CONAI Come menzionato in precedenza, il Piano regionale del 2008 ha mantenuto invariata la destinazione del secco residuo indifferenziato al termovalorizzatore mentre ha previsto l implementazione di impianti di compostaggio di qualità, eventualmente fruendo della potenzialità degli impianti di biostabilizzazione esistenti, al fine di far fronte alla crescente domanda di trattamento della frazione organica separata a monte. L impianto di trattamento di Zimmioni, ha pertanto necessità di essere adeguato per essere riconvertito interamente ad impianto di compostaggio di qualità, secondo l impostazione del Piano Regionale, al fine di garantire il trattamento della frazione organica proveniente dalle raccolte differenziate territoriali. Il Comune di Villasimius ha sottoscritto con la Provincia di Cagliari un accordo di programma per il trasferimento della titolarità dell impianto e provvederà alla realizzazione degli interventi di adeguamento e riconversione ed alla successiva gestione dell impianto. Per tali interventi la RAS ha assegnato al Comune di Villasimius un finanziamento per un importo di a valere su fondi assegnazioni statali. 8

10 1.2 Stato attuale dell impianto di trattamento di Zimmioni L impianto è stato realizzato dalla Provincia di Cagliari tra il nell area di ubicazione della discarica controllata consortile della ex XXIV Comunità Montana Serpeddì (a servizio dei Comuni del Sarrabus Gerrei) interessando una parte del terrazzamento di circa mq prospiciente la discarica consortile. La parte interessata dall impianto occupa un estensione di circa mq, mentre la porzione residua (circa mq) risulta libera. Nell area limitrofa è presente anche la ex discarica comunale. L impianto è costituito: - da un capannone chiuso e tamponato, avente funzione di sezione di ricezione e pretrattamento dei rifiuti in arrivo, in cui sono alloggiate le apparecchiature per le operazioni di triturazione e selezione dei rifiuti; il capannone è tenuto in depressione mediante apposite tubazioni di aspirazione dell aria, collegate a ventilatori ubicati all esterno; 9

11 - da un capannone coperto, contiguo al precedente, chiuso su tre lati e aperto sul restante, avente funzione di lavorazione e stoccaggio del sopravaglio in uscita dalla sezione di pretrattamento; nel lato in comune dei due capannoni è inserita l apparecchiatura vagliatrice in modo che il sopravaglio possa essere depositato nell area appositamente destinata alla sua lavorazione; - da una sezione di pretrattamento dello scarto verde mediante mulino-cippatore e sistema a nastro rampante per l alimentazione in quota del triturato alla sezione di miscelazione (a coclea) con l organico dalla selezione; - da una sezione di trattamento fanghi di depurazione, con serbatoio di accumulo e sistema di sollevamento per alimentazione alla coclea miscelatrice con l organico e lo scarto verde per la successiva alimentazione alle biocelle; - da una serie di n.10 biocelle in calcestruzzo che occupano una superficie complessiva di circa 800 mq., avente funzione di trattamento di stabilizzazione biologica della frazione organica (miscelata con lo scarto verde ed i fanghi di depurazione) proveniente dalla sezione di pretrattamento; le biocelle sono alimentate dall alto tramite appositi nastri trasportatori; sono insufflate tramite appositi ventilatori (uno per ciascuna biocella), e sono tenute in depressione mediante un sistema di aspirazione che convoglia le arie esauste nel circuito dedicato, a sua volta collegato al circuito di aspirazione proveniente dal capannone destinato a ricezione e pretrattamento; - da un aia di maturazione, all aperto, con pavimentazione in bitume, avente una superficie di circa mq, in cui il materiale proveniente dalle biocelle può completare il processo di stabilizzazione mediante semplice rivoltamento; - da una sezione di trattamento delle arie esauste, provenienti dal capannone e dalle biocelle, costituta da un ventilatore centrifugo, uno scrubber in polipropilene e da un biofiltro realizzato in struttura metallica, posizionata su una platea in cls; L impianto di trattamento rifiuti è completato dalla pesa, dal fabbricato uffici, dalle apparecchiature di fornitura (n. 2 gruppi di trasformazione da 400 kva cad) e distribuzione energia elettrica, dall impianto antincendio, dall impianto di approvvigionamento (con apposita cisterna alimentata da un pozzo profondo) e distribuzione idrica, dall impianto fognario (acque bianche e nere), da un area tettoiata (preesistente alla realizzazione dell opera), da una rete di illuminazione a pali e da una rete viaria interna per garantire il 10

12 transito dei mezzi di conferimento e di allontanamento dei rifiuti. Il processo è controllato in modo automatico da un sistema governato da un PLC, ubicato in apposito settore entro il capannone di ricezione, tramite il quale si possono stabilire sia le modalità di alimentazione delle biocelle che il dosaggio dell aria di processo nelle stesse. L impianto è nato sostanzialmente per garantire il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati mediante processo di trito-vagliatura e trattamento di biostabilizzazione della frazione organica da selezione meccanica mediante una serie di biocelle (n.8 a funzionamento statico) modulari. L impianto prevede anche il trattamento della frazione organica da raccolta differenziata ma senza una particolare differenziazione nel circuito di pre-trattamento, salvo un diverso arco temporale giornaliero di alimentazione; il flusso di organico da R.D. segue quindi tutto il processo di selezione e viene dosato in n.2 biocelle di tipo dinamico poste in parallelo a quelle statiche, previa miscelazione con lo strutturante verde, quest ultimo sottoposto a specifica triturazione mediante apposito mulino cippatore esterno; la miscelazione avviene in quota in apposita sezione del nastro trasportatore rampante che convoglia l organico dal capannone di pretrattamento (più precisamente dal vaglio) alle limitrofe biocelle. La potenzialità dell impianto di trattamento può essere riassunta nel seguente modo: Linea di trattamento rifiuti indifferenziati - sezione di triturazione-selezione: t/a (12 t/h per un turno lavorativo) - flusso di sopravaglio in uscita: t/a (6,6 t/h) da avviare ad impianto esterno di termovalorizzazione; - flusso di sottovaglio in uscita: t/a (4,8 t/h) convogliato all adiacente sezione di biostabilizzazione di potenzialità t/a, con tempo di permanenza di 20 giorni; - flusso di materiale ferroso: t/a (0,6 t/h) da avviare a recupero esterno. Linea di trattamento rifiuti organici da raccolta differenziata Sezione di biossidazione di potenzialità t/a di FORSU e 350 t/a di sfalci verdi, con tempo di permanenza di 28 gg. Il circuito di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati previsto dall impianto attuale può essere sinteticamente riassunto nel seguente modo: 11

13 a) i veicoli di conferimento, dopo pesatura, scaricano il materiale a pavimento entro il capannone di ricezione, tenuto in aspirazione mediante ventilatore che garantisce n. 2 ricambi/ora; l ingresso al capannone avviene mediante portoni chiusi da serrande metalliche apribili elettricamente con comando a chiave; b) il materiale viene ripreso da una pala gommata e immesso nella zona di carico del nastro alimentatore a tapparelle che carica dall alto il mulino a coltelli (potenzialità t/h e potenza impegnata 110 kw) per la frantumazione del materiale c) il materiale triturato in uscita dal mulino è sottoposto a deferrizzazione mediante apposita apparecchiatura, costituita da nastro magnetico ad alta velocità, inserita trasversalmente al nastro e che consente di allontanare il materiale ferroso facendolo depositare in apposito contenitore laterale; d) il materiale triturato e deferrizzato viene alimentato, con apposito nastro, all apparecchiature vagliatrice a dischi, di caratteristiche regolabili, in grado di trattare un flusso di circa 40 mc/h, con ottenimento di due flussi: il sopravaglio (indicativamente di pezzatura > 50 mm), che viene depositato a cumulo nel capannone contiguo, il sottovaglio (<50 mm) che rappresenta l organico da selezione meccanica e che viene alimentato alla successiva sezione di biostabilizzazione; e) il sopravaglio viene caricato mediante pala nei veicoli per il trasporto a distanza presso l impianto di termovalorizzazione di Cagliari; f) il sottovaglio viene alimentato ad un nastro trasportatore rampante chiuso che consente di convogliare il materiale dal capannone della ricezione-pretrattamento alle biocelle; le biocelle sono in numero di 10, aventi dimensioni 4x4,5x18 (324 mc. cadauna) ma con volume utile effettivo di riempimento di 170 mc/cad; di queste n.2 sono di tipo dinamico, cioè dotate di coclea inferiore per la movimentazione e l estrazione del materiale, mentre le altre sono di tipo statico, cioè con stazionamento del materiale senza rivoltamento ed estrazione mediante pala gommata; l alimentazione del materiale alle biocelle avviene dall alto mediante apposite coclee di distribuzione, comandate da sistema computerizzato; l inserimento del materiale entro le singole biocelle avviene mediante appositi fori (n.3 per ciascuna biocella) presenti nei condotti longitudinali di alimentazione, intercettati manualmente; progettualmente le n.8 biocelle statiche sono destinate 12

14 alla lavorazione dell organico da selezione meccanica (68,7 mc/d) e garantiscono un tempo di permanenza di circa 20 giorni; le n.2 celle dinamiche sono destinate alla lavorazione dell organico di qualità (12,1 mc/d) e garantiscono un tempo di permanenza di circa 28 giorni. Le biocelle sono ad insufflazione d aria dal basso e aspirazione dell aria esausta dall alto, e sono dotate di sistema di umidificazione con alimentazione idrica dall alto nonché di collettamento dei percolati nel fondo; la chiusura delle biocelle viene assicurata da serranda metallica; g) è prevista l alimentazione mediante nastro rampante dello scarto verde, pretrattato mediante trituratore-cippatore di potenzialità 1 t/h (potenza installata 2 x 22 kw), nella linea dell organico tramite coclea miscelatrice posizionata in elevazione, e da questa al sistema di alimentazione delle biocelle; h) è previsto l inserimento nella coclea miscelatrice di cui al punto precedente di una corrente di fanghi di depurazione, accumulati in apposito serbatoio esterno e dotato di apposita stazione di sollevamento; i) Il materiale stabilizzato in uscita dalle biocelle viene ripreso con pala gommata (che si inserisce nelle biocelle statiche oppure dall apposito scivolo in quelle dinamiche) e posizionato nel piazzale adiacente bitumato al fine di completare ulteriormente il processo di maturazione; il piazzale consente un tempo di permanenza di circa 10 gg; il materiale maturo viene quindi spostato in apposito cumulo, sempre entro il piazzale, per essere avviato al ripristino ambientale (il biostabilizzato) o al recupero (il compost di qualità); j) l aria esausta (8.000 mc/h dal capannone di ricezione e Nmc/h dalle biocelle per un totale di Nmc/h) viene avviata al sistema di trattamento costituito da un ventilatore per l estrazione dell aria esausta, uno scrubber ad acqua per la depolverazione e deodorizzazione iniziale e da un biofiltro con torba e compost per la deodorizzazione finale; il biofiltro è stato dimensionato per un tempo di permanenza di 40 s., carico superficiale di 1,25 mc/mq.h, un altezza di 1.5 m.. ed è provvisto di un sistema di inumidimento automatico mediante ugelli posizionati perimetralmente. L impianto, autorizzato alla realizzazione dalla Regione Sardegna nel 2003, è stato costruito nel periodo ma, a seguito di inadempienze della Ditta esecutrice dell opera, gli atti di collaudo dell impianto sono stati approvati solo nel luglio Per l impianto non è stata mai richiesta autorizzazione all esercizio. 13

15 In conseguenza del lungo periodo di attività ed a seguito di alcuni episodi di vandalismo, le opere meccaniche ed elettromeccaniche hanno necessità di essere revisionate e l impiantistica elettrica ha necessità di importanti interventi di integrazione. La planimetria dello situazione attuale dell impianto è presentata nella figura1 FIGURA 1 14

16 1.3 Descrizione degli interventi di riconversione a compostaggio di qualità Potenzialità dell impianto di compostaggio e rifiuti ammessi L impianto nella sua configurazione attuale assegna un ruolo marginale al trattamento dei rifiuti organici da raccolta differenziata, essendo dedicato principalmente al trattamento della frazione organica da selezione meccanica dell indifferenziato (bio-stabilizzazione). Il progetto di adeguamento e riconversione ha pertanto come obiettivo quello di prevedere l utilizzo delle sezioni esistenti dedicate al processo di stabilizzazione biologica per destinarle esclusivamente al trattamento delle frazioni organica da raccolta differenziata, prevedendo nel contempo le sezioni integrative necessarie per far fronte alle nuove modalità di lavorazione. L analisi progettuale, riferita ai flussi di frazione organica da raccolta differenziata proveniente dai comuni del bacino di utenza (Sarrabus-Gerrei), ha documentato la necessità di trattamento di circa t/a di frazione organica ma con notevole oscillazione stagionale dei conferimenti per via della vocazione turistica dei territori. Il quadro dimensionale di progetto è riassunto nel prospetto seguente Parametro Conferimento medio annuo di frazione organica complessiva Conferimento medio annuo di Forsu Conferimento medio annuo di scarto verde Valore t/a t/a t/a % media su base annua di scarto verde nel flusso di organico 30-35% Conferimento medio giornaliero nel periodo invernale (ottobre-maggio) Conferimento medio giornaliero nel periodo estivo (giugno-settembre) Conferimento medio giornaliero nei mesi di punta estiva (luglio-agosto) 12 t/g 25 t/g 30 t/g L impianto è stato dimensionato per un flusso di 25 t/g (con punte di 30 t/g), corrispondente ad una potenzialità su base annua di t/a, qualora i conferimenti si mantengano allo stesso livello della media estiva. Pertanto gli interventi di 15

17 riconversione ad impianto di compostaggio non ampliano la potenzialità originaria di trattamento della frazione organica, che viene ridotta da t/a a t/a. Il progetto non prevede il trattamento della frazione indifferenziata. Pertanto l impianto viene identificato come impianto di recupero R3, ai sensi dell allegato C alla parte IV del D.Lgs. 152/06, dedicato esclusivamente al recupero della frazione organica mediante processo di compostaggio di qualità. Le matrici in ingresso sono quelle indicate nel par del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani per gli impianti di compostaggio di qualità, ovvero prevalentemente la frazione umida di provenienza alimentare collettiva, domestica e mercatale, i rifiuti vegetali provenienti da attività di manutenzione del verde pubblico e privato e gli scarti ligneocellulosici naturali (trucioli e segatura non contaminati, cassette e bancali non trattati). In coerenza con le indicazioni del PRGRU non sono ammessi i fanghi di depurazione al fine di evitare squilibri di processo ed evitare il rischio di un contenuto non accettabile di metalli. Nello specifico i rifiuti ammessi sono: a) frazione organica di rifiuti solidi urbani (FORSU) raccolti separatamente (CER ; ) b) rifiuti ligneo cellulosici derivanti dalla manutenzione del verde ornamentale (CER ); c) segatura, trucioli, frammenti di legno e di sughero (CER ; : ) provenienti da attività forestali e lavorazioni del legno vergine; d) scarti di legno non impregnato (CER , ) provenienti da attività di fabbricazione di manufatti in legno non impregnato, imballaggi e legno non impregnato (cassette, pallets) Tutte le matrici in ingresso dovranno essere esenti da rifiuti pericolosi. Con le ipotesi di matrici in ingresso succitate, l impianto dovrà fornire la garanzia dell ottenimento di un Compost con le caratteristiche indicate nella norme di disciplina dei fertilizzanti (D.Lgs. n 75 del ) all allegato 2 (Ammendanti compostati misti e verde). 16

18 1.3.2 Requisiti dell impianto di compostaggio di qualità L impostazione progettuale degli interventi di riconversione tende a garantire, quale requisito tecnico di base, che il processo avvenga mediante trasformazione biologica aerobica con evoluzione attraverso uno stadio termofilo e successiva stabilizzazione ed umificazione della sostanza organica. Inoltre l impianto viene articolato in modo da prevedere il rispetto dei requisiti stabiliti dalle BAT (Best Available Technology) in riferimento alle migliori tecnologie di trattamento rifiuti (D.M. 29 gennaio 2007) in coerenza con le indicazioni del Piano Regionale di Gestione Rifiuti Urbani. Nel dettaglio l impianto deve consentire: il controllo (non necessariamente automatizzato) dei rapporti di miscelazione e l identificazione delle matrici chimico-fisiche delle matrici in ingresso; il controllo della temperatura di processo; la temperatura deve mantenersi su valori massimi entro i 70 C e mediamente nel range C per assicurare condizioni ottimali mesofile; in fase attiva deve essere garantito il mantenimento della temperatura per almeno tre giorni sopra i 55 C per garantire l igienizzazione del materiale; un apporto di ossigeno sufficiente a mantenere le condizioni aerobiche del processo (valori superiori al 15% garantiscono il perdurare delle condizioni di aerobiosi); una durata del processo mediamente di 90 giorni e comunque non inferiore a 80 giorni nell insieme delle fasi di bio-ossidazione accelerata, maturazione primaria (durante le quali deve essere assicurato un apporto di ossigeno alla massa esclusivamente mediante insufflazione) e di maturazione finale; la fase di stoccaggio della FORSU in ingresso, la fase di biossidazione accelerata e di maturazione primaria insufflata devono avvenire in ambiente confinato con ricambio d aria non inferiore a 3 volumi/h; la presenza di idonei sistemi di abbattimento di polveri e odori con sistemi di biofiltrazione eventualmente preceduti da sezione di abbattimento a scrubber; 17

19 tutte le fasi di processo e di deposito delle matrici in ingresso e del prodotto finito devono avvenire su area pavimentata e dotata di appositi sistemi di captazione e raccolta delle acque di processo Le criticità dell impianto attuale La configurazione attuale dell impianto presenta una serie di criticità, riassumibili nelle seguenti: a) gestione della biomassa in uscita dalle biocelle e aia di maturazione secondaria completamente all aperto e su superficie solo bitumata; tale criticità si traduce: in un aumento dei percolati prodotti (per le precipitazioni meteoriche sui cumuli in maturazione all aperto), in una aumento del rischio di infiltrazione dei percolati nel sottosuolo (la bitumatura è insufficiente a garantire una reale impermeabilità del terreno) difficoltà di esercizio nella gestione all aperto delle biocelle mediante mezzi d opera semoventi (la biomassa deve poter essere movimentata da un gruppo di biocelle ad un altro senza interferenze atmosferiche ) b) tempi di trattamento bio-ossidativo inadeguati a garantire il completamento del processo di stabilizzazione in riferimento alla produzione di compost di qualità a basso indice di attività biologica ed insufficienti al rispetto dei tempi di processo previsti dalle BAT (80-90 giorni); tale criticità consegue: al fatto che la fase di biossidazione nella configurazione attuale dell impianto non era finalizzata alla produzione di un compost di qualità (indice IRD 500 mg O 2 /kg SV/h) ma alla biostabilizzazione dell organico sporco al più riutilizzabile nella ricopertura di una discarica o da avviare allo smaltimento come rifiuto pretrattato e quindi caratterizzato da un indice di attività biologica più elevato (IRD 1000 mg O 2 /kg SV/h) c) mancanza di una sezione di post-maturazione che permetta l ottenimento di un compost di caratteristiche fisiche adeguate al recupero del compost secondo le norme sui fertilizzanti (D.Lgs. 75/2010); tale criticità si traduce: 18

20 nell impossibilità di garantire una pezzatura del compost dell ordine di 20 mm; nella mancanza di un flusso di strutturante di ricircolo nel processo che consenta di garantire porosità alla miscela al trattamento e capacità catalizzante delle reazioni biologiche d) sezione di miscelazione delle matrici organiche al trattamento non adeguatamente controllabili ed insufficiente nella potenzialità per garantire l approntamento di una miscela FORSU-scarto verde-strutturante adeguatamente dosata; tale criticità consegue: alla scelta nell impianto attuale di effettuare una miscelazione dei materiali in quota senza possibilità di un controllo diretto sulla qualità della miscela al trattamento; alla scelta di effettuare un alimentazione dall alto delle biocelle senza dare opportunità di azionamento automatizzato delle bocche di immissione necessaria per garantire una distribuzione omogenea della biomassa dentro le biocelle; all insufficiente potenzialità della miscelazione dello scarto verde nel flusso in ingresso (coclea miscelatrice) rispetto alla situazione odierna di flussi di scarto verde in ingresso, di gran lunga superiori e) impiantistica di aspirazione delle arie esauste dalla sezione di ricezione insufficiente a garantire il rispetto delle BAT sui volumi di ricambio/ora necessari ed inadeguata in quanto non totalmente confinata; tale criticità consegue: al dimensionamento del sistema di aspirazione nella ricezione attuale per n 2 volumi di ricambi/h in luogo del minimo 3 volumi/h previsto dalle BAT; apertura della zona del capannone di ricezione per permettere il posizionamento del vaglio attuale, con impossibilità di garantire il ricambio d aria richiesto che, evidentemente, vale solo per ambienti confinati; f) sezione di ricezione inadeguata al flusso attuale dei rifiuti provenienti dalle raccolte differenziate (FORSU e scarto verde); tale criticità consegue al fatto che l impianto nella configurazione attuale è progettato principalmente per il flusso di 19

21 indifferenziato e per un ridotto flusso di organico da raccolta differenziata e si traduce: nell inopportunità di inserire un locale con quadri di controllo in un ambiente che, nel caso di ricezione di FORSU, diventa ambientalmente inadatto alla presenza di operatori diversi dagli addetti alla movimentazione dei rifiuti nella difficoltà di settorializzare aree di deposito della FORSU senza che i veicoli al conferimento non debbano transitare su aree ad elevato sporcamento, che si traduce nel trasporto di tali residui nella rete interna di transito dell impianto; nella difficoltà di garantire un adeguato spazio anche esterno dedicato allo stoccaggio dello scarto verde in prossimità del capannone attuale; l impianto attuale aveva previsto allo scopo, stanti i ridotti volumi previsti, l utilizzo dell area tettoiata che risulta dimensionalmente insufficiente nella odierna situazione dei conferimenti; g) elementi di criticità nelle reti tecnologiche e di servizio per inadeguatezza funzionale già all origine o resi tali dal lungo periodo di esercizio o dagli episodi di vandalismo intervenuti nel tempo. Tale criticità consegue, tra le altre,: nella rete acque meteoriche alla mancanza di un impianto di trattamento delle acque di prima pioggia; nella rete fognaria alla insufficiente rete di captazione delle acque di condensa dalle biocelle ed al mancato collegamento del ricircolo dei percolati; nella rete idrica e antincendio al mancato collegamento della riserva idrica con la rete di distribuzione ed all assenza di alcune apparecchiature nel frattempo asportate; alla vandalizzazione dell impianto elettrico con asportazione di cavi; alla scelta di serrande metalliche, inadatte come sistema di chiusura delle biocelle alla mancata presenza di dispositivi di protezione per l accesso al sistema di distribuzione nella sommità delle biocelle 20

22 1.3.4 Gli interventi di riconversione Sulla base delle criticità rilevate, il progetto prevede gli interventi necessari per assicurare la riconversione dell impianto attuale ad impianto di compostaggio di qualità, in coerenza con le indicazioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, di potenzialità tale da soddisfare le esigenze attuali e future relativamente al conferimento della frazione organica da RD dai comuni del Sarrabus-Gerrei, che rappresentano il bacino di utenza. Nello specifico prevede (seguendo l ordine delle criticità menzionate nel paragrafo precedente): a) realizzazione di un ambiente coperto e confinato come area di gestione delle biocelle e di un ambiente coperto e parzialmente confinato di localizzazione dell aia di maturazione secondaria, entrambi su pavimentazione industriale; b) riutilizzo integrale di tutte le biocelle esistenti (rese a funzionamento statico) per la fase di fermentazione accelerata (ACT) e di maturazione primaria insufflata con l impiantistica di ventilazione già esistente; attivazione di una sezione di maturazione secondaria entro capannone coperto e parzialmente confinato dimensionato per garantire un tempo complessivo di processo di almeno 80 giorni nella situazione media estiva in coerenza con le indicazioni delle BAT; c) attivazione di una sezione di post-maturazione in ambiente coperto e parzialmente confinato in cui alloggiare apposita apparecchiatura vagliatrice (del tipo mobile) a tamburo rotante di maglia adatta (20 mm) a garantire un compost di pezzatura idonea ed uno strutturante di ricircolo per il processo; d) previsione di una sezione di miscelazione dei materiali al conferimento (FORSU scarto verde strutturante di ricircolo) in ambiente coperto e confinato in cui alloggiare apparecchiatura specifica (tritomiscelatore) a terra con gestione dei materiali mediante pala gommata; la scelta progettuale prevede l eliminazione del sistema di alimentazione in quota; e) realizzazione di una nuova sezione di ricezione in ambiente coperto e confinato, articolata in modo da garantire una settorializzazione della zona di scarico e adeguati spazi per la movimentazione dei materiali; la scelta progettuale prevede unico ambiente per la ricezione e per la miscelazione (vedi punto precedente); f) realizzazione di un sistema di aspirazione delle arie esauste dagli ambienti chiusi e confinati (ricezione/miscelazione; area gestione biocelle) in modo che siano 21

23 rispettate le indicazioni delle BAT (n 3 ricambi/h); il progetto prevede il riutilizzo dell impiantistica di aspirazione attuale ed il suo potenziamento per assicurare i ricambi nei nuovi ambienti confinati; inoltre prevede il riutilizzo (mediante riposizionamento) della sezione di biofiltrazione attuale e la sua implementazione con una sezione aggiuntiva necessaria per il trattamento dei maggiori volumi d aria aspirati g) Interventi di revisione ed implementazione delle reti tecnologiche adeguate alla nuova configurazione impiantistica; riutilizzo delle apparecchiature esistenti di triturazione/cippatura destinate al pretrattamento dello scarto verde; realizzazione di una sezione di stoccaggio del verde in ingresso in ambiente coperto e su pavimentazione industriale, sostituzione dei portoni di chiusura delle biocelle Il progetto inoltre prevede: 1) il riutilizzo del capannone attuale in parte come area di deposito del compost maturo ed in parte come locale di servizio in cui attivare la zona uffici e servizi, la zona officina e magazzino nonchè mantenere la zona controllo di processo; 2) realizzazione di un area perimetrale alle nuove strutture per la viabilità di accesso e di uscita dei veicoli di conferimento, da raccordare con la fascia perimetrale del capannone esistente, in modo da garantire un circuito ad anello che permetta un transito dei mezzi in senso unico; 3) realizzazione di un impianto di lavaggio ruote dei veicoli al conferimento 4) eliminazione dell impianto di stoccaggio e rilancio fanghi di depurazione in quanto non previsti al conferimento nell impianto di compostaggio di qualità; Tutti gli ambienti coperti e confinati o parzialmente confinati vengono articolati in modo da essere inseriti in capannoni contigui a formare unico ambiente coperto a valle delle biocelle. L articolazione della nuova configurazione impiantistica è presentata nell immagine di figura 2. 22

24 FIGURA 2 L area dell impianto nella nuova configurazione impiantistica risulta di circa mq. e si estende oltre l area attualmente bitumata di circa mq. Nell area più a sud il progetto prevede solo l ubicazione dei biofiltri e l estensione del piazzale bitumato in modo da 23

25 ridurre la necessità di scavi in un settore interessato (vedi capitolo 2) dalla presenza di lenti di vecchi rifiuti mineralizzati frammisti a terra. Con questa articolazione, l impianto è in grado di garantire una potenzialità di circa 25 t/d di organico di qualità, con punte di 30 t/d, corrispondenti a ton su base annua, qualora il carico in ingresso si mantenga sui livelli medi del periodo estivo. La modularità dell impianto è tale da permettere una diminuzione della potenzialità giornaliera nel periodo invernale con messa fuori esercizio di parte delle biocelle, così da garantire la potenzialità media di ton su base annua, necessaria a soddisfare le esigenze del bacino di utenza nel breve-medio termine I presidi ambientali dell impianto La nuova configurazione dell impianto di trattamento riconvertito ad impianto di compostaggio di qualità prevede l adozione dei presidi ambientali richiesti dalle BAT e precisamente: a) Copertura e confinamento delle sezioni di impianto che trattano i rifiuti con indice elevato di attività biologica, ovvero la ricezione, miscelazione, le biocelle e la relativa area di gestione, in cui si attua la fase di fermentazione accelerata (ACT) e di maturazione primaria insufflata; b) Sistema di estrazione delle arie esauste dagli ambienti confinati e loro trattamento in sezioni di biofiltrazione, dimensionate secondo le prescrizioni delle BAT (tempo di contatto 45 secondi; carico superficiale 120 mc/mq/h; concentrazione massima odorigena in uscita pari a 300 o.u./mc) ; c) Copertura e parziale confinamento delle sezioni di trattamento finale (maturazione e post-maturazione) e delle aree di stoccaggio dello scarto verde e del compost finito, al fine di ridurre la presenza di percolati e ridurre la dispersione di polveri e particolati dai cumuli del materiale finito d) Realizzazione di pavimentazione industriale per l alloggiamento delle sezioni di trattamento al fine di evitare il rischio di infiltrazioni di percolato nel sottosuolo e) Completamento della bitumatura nelle aree perimetrali aventi funzione di reti interne di transito dei veicoli al conferimento e dei mezzi d opera 24

26 f) Realizzazione di una piazzola di lavaggio ruote dei veicoli al conferimento, per evitare trasporto di residui all esterno g) Realizzazione di una rete di collettamento delle acque meteoriche dalle coperture (acque bianche) e dai piazzali, queste ultime asservite ad un impianto di trattamento delle acque di prima pioggia prima dello scarico al compluvio o del riutilizzo per le esigenze impiantistiche; h) Implementazione della rete di raccolta dei percolati con asservimento ad una vasca di raccolta ed invio al trattamento presso l impianto di depurazione in situ (previsto con altro progetto dalla Provincia di Cagliari vedi seguito) i) Mantenimento del canale di guardia perimetrale attuale per l intercettamento delle acque meteoriche di ruscellamento provenienti da aree esterne Le emissioni e gli altri elementi di impatto potenziale In primo luogo va rilevato che per la regolarizzazione e preparazione dell area del terrazzamento di imposta del capannone di confinamento delle sezioni di impianto si stima una compensazione tra scavi e riporti (il terreno già pianeggiante e sostanzialmente già in quota) senza necessità di apporti significativi di terreno da altri siti. Al proposito potranno parzialmente essere riutilizzati i cumuli di inerti attualmente presenti. I punti di emissione e l entità di effluenti aeriformi, liquidi, solidi all esterno dell area dell impianto possono essere così schematizzati: a) Flusso di aria esausta dalla sezione di trattamento con biofiltrazione, localizzata a sud del terrazzamento; la concentrazione odorigena massima è di 300 o.u./mc (nel rispetto delle BAT); la portata dell aria trattata è di circa Nmc/h con un carico odorigeno massimo di u.o./secondo; l emissione di odori dai cumuli di biomassa matura possono essere considerati trascurabili rispetto al carico odorigeno proveniente dal biofiltro: infatti sulla base del parametro di emissione di 200 o.u./m 2 /h proposto dalla letteratura tecnica (Frechen, 1993) per la biomassa su piazzale all aperto e volendo anche considerare interamente l aia di maturazione (nonostante sia prevista in progetto parzialmente confinata) dell ordine di m 2, si perviene ad un carico odorigeno dell ordine di o.u./h e quindi 55 o.u./secondo, valore di due ordini di grandezza inferiore all emissione dal biofiltro; 25

27 b) Quantità di percolato prodotto stimato in 3-4 mc./giorno; il flusso viene avviato all impianto di depurazione dei percolati (provenienti anche dalla discarica adiacente) previsto in situ dimensionato per una potenzialità di 20 mc/giorno; in caso di fuori servizio del depuratore, il percolato può essere aspirato dalla vasca di raccolta mediante cisterne ed avviato a impianto di depurazione esterno; parzialmente il percolato può essere ricircolato nelle biocelle per le esigenze di processo c) Produzione di scarti di processo da avviare allo smaltimento quantificati in circa 450 t/anno (circa 900 mc/anno); la destinazione è il termovalorizzatore del Cacip di Cagliari con stima di un massimo di 36 viaggi/anno (1 ogni 10 giorni) di container da 25 mc mediante motrice con attrezzatura di scarramento; il numero dei viaggi si potrà dimezzare nel caso di adozione di motrice + rimorchio. Per quanto riguarda gli altri potenziali elementi di impatto, seguendo la lista di controllo proposta nella delibera regionale 34/33 del , si può rilevare che: 1) il progetto non comporta una modifica dell orografia del sito, non altera il reticolo di drenaggio delle acque superficiali e profonde e amplia l occupazione dell area di sedime dell impianto attuale; 2) l attivazione dell impianto di compostaggio genera volumi di traffico inferiori rispetto a quanto previsto con l attivazione dell impianto nella configurazione attuale; nell impianto di compostaggio infatti è previsto il conferimento della sola frazione organica mentre non prevede il conferimento di rifiuti indifferenziati; i volumi di traffico dovuto ai veicoli di conferimento rifiuti sono conseguentemente ridotti; il n di veicoli in ingresso possono essere quantificati cautelativamente al più in 20 veicoli/giorno nei periodi di punta estiva e nel caso di contemporaneità nella giornata di conferimento dei veicoli provenienti dai comuni del bacino di conferimento (Sarrabus-Gerrei); 3) il sito è già allacciato alla rete di approvvigionamento elettrico e non richiede interventi a supporto in quanto la richiesta di energia risulta della stessa grandezza rispetto alla configurazione attuale dell impianto di trattamento; 4) il sito è già dotato di pozzo di approvvigionamento idrico, che viene mantenuto anche nella nuova configurazione impiantistica, previa verifica di qualità delle acque 26

28 ai fini del loro utilizzo a scopi processistici e di potabilità; la richiesta idrica complessiva può essere quantificata in circa 15 mc/giorno; 5) il progetto non modifica le caratteristiche funzionali dell impianto di cui costituisce la revisione, ma lo adegua alle nuove indicazioni delle BAT previste dalle norme tecniche; 6) l attuazione del progetto comporta l impiego di manodopera in misura limitata, quantificabile in 4-5 addetti in fase di esercizio; 7) la realizzazione e l esercizio dell impianto revisionato devono essere coordinati con le attività di messa in sicurezza della discarica controllata consortile previste dalla Provincia di Cagliari (vedi capitolo 2) 8) la realizzazione e l esercizio dell impianto non comporta l utilizzo di materiali pericolosi, salvo la produzione di percolati che vengono stoccati e inviati al trattamento nell impianto di depurazione previsto in situ (con altro progetto a carico della Provincia di Cagliari) 9) l esercizio dell impianto di compostaggio non comporta rischio di incidenti rilevanti sia in riferimento alle sostanze che alle tecnologie utilizzati; i rischi sono legati alle normali attività di esercizio di apparecchiature elettromeccaniche ed alle attività di movimentazione di rifiuti non pericolosi ad elevata putrescibilità; il progetto prevede inoltre l implementazione dell impianto antincendio secondo le vigenti norme di prevenzione incendi di cui al Decreto del Ministero dell Interno del e del D.P.R. 151/2011. Per quanto riguarda i carichi sul suolo, la realizzazione di nuovo capannone comporta la presenza di un carico, nel punto di maggiore sollecitazione, di 1,57 kg/cmq., localizzato in area attualmente bitumata. Nell area libera il punto di maggior carico è valutato in 0,53 kg/cmq mentre il carico delle strutture su platea, nell area a sud del terrazzamento, è valutato in 0,13 kg/cmq. Per quanto riguarda le emissioni acustiche, le sorgenti rumorose sono costituite dai macchinari presenti nell impianto, oltre ai mezzi utilizzati per il trasporto e conferimento della frazione organica al trattamento. I macchinari, ubicati entro strutture prefabbricate sono: - trituratore per ramaglie - trito-miscelatore 27

29 - vaglio rotante mobile - pale gommate - nastri trasportatori - ventilatori centrifughi di aspirazione e di insufflazione aria (ubicati all esterno) Il funzionamento è previsto in orario esclusivamente diurno, salvo i ventilatori. Per la stima dei livelli sonori generati va rilevato che tutti i macchinari a servizio dell attività devono rispettare la normativa vigente in materia di esposizione al rumore nell ambiente di lavoro ed in particolare il livello di esposizione acustica degli addetti deve essere inferiore ad 85 db(a). Per quanto riguarda i ventilatori esterni il livello sonoro è previsto inferiore a 70 db(a). Per quanto riguarda i livello sonoro dei mezzi al conferimento, misure sperimentali effettuate in occasioni di altri studi similari, attestano un livello di db(a) Le autorizzazioni da acquisire per la variante all impianto Il progetto definitivo, redatto in conformità alle eventuali prescrizioni stabilite dalle autorizzazioni e pareri intervenuti all atto del progetto preliminare, deve acquisire l autorizzazione secondo la procedura ordinaria ai sensi dell art.208 del D.Lgs. 152/06. Come già anticipato, l impianto di trattamento attuale ha ottenuto l autorizzazione alla realizzazione, ai sensi dell art.27 del D.Lgs. 22/97, dalla Regione Sardegna nel 2003 (del. GR n. 42/16 del v. allegato in calce), ma non ha mai ottenuto l autorizzazione all esercizio. L autorizzazione da acquisire ai sensi dell art. 208 si riferisce sia alla realizzazione delle varianti all impianto esistente che all esercizio dell impianto Come precisato dalle linee-guida per i procedimenti di rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione e gestione degli impianti di gestione rifiuti con procedura ordinaria, emanate dalla Regione Sardegna con delib. G.R. n.14/32 del , l Autorità Competente al rilascio è la Provincia di Cagliari, a seguito della delega stabilita dalla L.R. 12 giugno 2006 n.9, come ribadito dall art. 5 comma 21 della L.R. n.7 agosto 2009 n.3. L autorizzazione ai sensi dell art. 208 è configurata dalla legge come autorizzazione unica, ovvero per la realizzazione e la gestione dell impianto di gestione rifiuti propriamente detto nonché delle opere connesse e delle infrastrutture necessarie alla costruzione e all esercizio (scarichi idrici, emissioni in atmosfera,..), per le quali la domanda vale anche come richiesta di avvio dei relativi subprocedimenti. 28

30 L istanza per il rilascio dell autorizzazione deve seguire la procedura stabilita dalle linee guida regionali di cui alla del.g.r. n.14/32. Poiché gli interventi di riconversione si riferiscono ad un impianto esistente, si tratta di valutare se gli interventi si configurino come variante sostanziale o non sostanziale dell impianto esistente anche al fine di stabilire la procedura dell istanza da parte dell Amministrazione Comunale di Villasimius. Ai sensi dell art. 5, comma 1, lettere l) ed l-bis) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., per modifica si intende la variazione di un piano, programma, impianto o progetto approvato, compresi, nel caso degli impianti e dei progetti, le variazioni delle loro caratteristiche o del loro funzionamento, ovvero un loro potenziamento, che possano produrre effetti sull'ambiente ; mentre, per modifica sostanziale si intende la variazione delle caratteristiche o del funzionamento ovvero un potenziamento dell'impianto, dell'opera o dell'infrastruttura o del progetto che, secondo l'autorità competente, producano effetti negativi e significativi sull'ambiente. In particolare, con riferimento alla disciplina dell'autorizzazione integrata ambientale, per ciascuna attività per la quale l'allegato VIII indica valori di soglia, è sostanziale una modifica che dia luogo ad un incremento del valore di una delle grandezze, oggetto della soglia, pari o superiore al valore della soglia stessa. I commi 6 e 7 dell art delle citate linee guida regionali precisano in modo esplicito le modalità di individuazione delle varianti non sostanziali e sostanziali, come di seguito riportato: 6. Sono ritenute varianti non sostanziali: a. le integrazioni di codici CER di rifiuti non pericolosi aventi caratteristiche merceologiche simili a quelle dei rifiuti già trattati/stoccati, purché ciò non comporti incrementi nella quantità totale dei rifiuti o modifiche alle linee impiantistiche e tecnologiche esistenti; b. le variazioni delle quantità trattate/stoccate per tipologia di rifiuto all interno della quantità complessivamente autorizzata, sia per i rifiuti pericolosi che per i rifiuti non pericolosi; c. la sostituzione di macchinari esistenti con macchinari a più basso impatto ambientale; d. l introduzione di nuovi presidi ambientali. 7. Sono ritenute varianti sostanziali: a. gli aumenti della capacità di trattamento/stoccaggio già autorizzata di entità tale da richiedere l attivazione delle procedure di cui alla parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; b. gli interventi che comportano modifiche alle linee impiantistiche e tecnologiche esistenti di entità tale da richiedere l attivazione delle procedure di cui alla parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; c. l aumento della capacità di trattamento/stoccaggio di rifiuti pericolosi, anche se attuato contestualmente a una riduzione della capacità di trattamento/stoccaggio di rifiuti non pericolosi nei limiti del totale autorizzato; d. le varianti a seguito delle quali siano smaltiti o recuperati rifiuti con caratteristiche qualitative diverse da quelle autorizzate sino al momento dell istanza, tali da determinare una difformità degli impianti all autorizzazione rilasciata (es. passaggio da RAEE a oli, da inerti a fanghi, etc.); e. le varianti che determinano nuovi elementi oggetto di autorizzazioni ai sensi delle parti terza o quinta del D.Lgs. 152/06 (scarichi, punti di emissione in atmosfera); 29

31 f. nel caso delle discariche per rifiuti non pericolosi, gli incrementi volumetrici che eccedono la misura di t oppure comportano un aumento della superficie massima orizzontale della discarica, nonché la realizzazione di nuove vasche. Gli interventi previsti dal progetto di riconversione rientrano nella fattispecie di cui al punto 6., in quanto non vengono variate in aumento le quantità dei rifiuti già previste nell autorizzazione esistente, sono previsti nuovi presidi ambientali (copertura delle aree di ricezione e maturazione; implementazione dei biofiltri) e sono previste sostituzioni di macchinari esistenti con altri a più basso impatto ambientale. Gli interventi previsti dal progetto di riconversione non appaiono rientrare nella fattispecie di cui al punto 7; va valutato se le modifiche (punto b) alle linee impiantistiche (sostituzione della sezione di ricezione esistente con nuova sezione di ricezione; integrazione della sezione di post-maturazione) possano essere ritenute dall Autorità competente di entità tale da richiedere l avvio delle procedure di cui alla parte II del D.Lgs.152/06 (procedure di valutazione di impatto ambientale); va altresì valutato se la variante inerente la previsione di integrazione della sezione di biofiltrazione e di inserimento di impianto di trattamento di acque meteoriche di prima pioggia possano essere considerate nuovi elementi oggetto di autorizzazioni (punto e) ai sensi rispettivamente delle parti quinta e terza del D.Lgs. 152/06. 30

32 2. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 2.1 Inquadramento geografico del sito dell impianto L impianto è ubicato nel territorio comunale di Villasimius in località Su Zimmioni in un area compresa tra i rilievi del Bruncu Is Cerbus (217 m circa s.l.m) e del Bruncu Is Zimmioni (232 m circa s.l.m), individuata nella tavoletta IGM Fg 567 Sez. I e nella carta tecnica regionale al Foglio L inquadramento è presentato nelle tavole 1 (A e B) allegate al presente studio su corografia al e al Il punto centrale dell area di impianto è individuato alle seguenti coordinate: - coordinate Gauss Boaga ( , ,47) - coordinate WGS84 (N ,440 E 9,31 25,320 ) Il sito si trova al limitare del confine tra i territori comunali di Villasimius, il cui centro urbano dista circa m., e di Castiadas distante circa m. Gli agglomerati più importanti distano dal sito rispettivamente, San Pietro (Fraz. di Castiadas) m, Cala Sinzias (Fraz. di Castiadas) m, Cala Pira (Fraz. di Castiadas) m. Va segnalato che recentemente è stato realizzato in territorio di Castiadas un villaggio turistico-residenziale (villaggio LICONCHI ), parzialmente abitato, non menzionato nelle tavolette IGM e nella carta tecnica regionale. L agglomerato risulta distante circa m. dal sito dell impianto in prossimità della S.P.19 all altezza del cartello di segnalazione della frazione di S.Pietro. La posizione del villaggio è visibile nell immagine seguente. 31

33 SAN PIETRO AREA INTERVENTO VILLAGGIO CALA SINZIAS FILLAREDDUS AZIENDA FRAU CAMPO DI TIRO AL VOLO CALA PIRA L accesso al sito avviene dalla strada Provinciale N 19 Villasimius-Castiadas, nella quale è ubicata una deviazione laterale che consente il raggiungimento dell area tramite uno stradello asfaltato. Il sito risulta facilmente raggiungibile in quanto la S.P.19 è direttamente collegata al nuovo tracciato della S.S.125, che funge arteria di collegamento sia per i comuni del Gerrei (attraverso la SS 387) sia per i comuni del Sarrabus, che rappresentano il bacino di utenza dell impianto.. Dal punto di vista morfologico l area è distribuita su un terrazzamento superiore a quota intorno ai m s.l.m., per poi svilupparsi prevalentemente in pendio nella zona della ex discarica comunale fino alla quota inferiore di ca m, ove è localizzato il Riu Canali Istrias (identificato anche con i nomi di Rio Buguru e Rio Zimmioni). 32

34 Nel terrazzamento è ubicato l impianto di trattamento di rifiuti urbani, di cui occupa un area di circa mq, mentre la restante zona è rimasta sterrata ed attualmente non è sede di alcuna opera; in adiacenza al terrazzamento, lato ovest, è localizzata la discarica controllata di I Cat. della ex XXIV Comunità Montana realizzata negli anni e che occupa un area di circa mq. Nell area in pendio, a sud del terrazzamento, è localizzata la vecchia discarica non controllata di rifiuti urbani del comune di Villasimius, sottoposta a interventi di risanamento nel 2005, che occupa una superficie di circa mq. Tutta l area dell impianto e della discarica controllata consortile è recintata ed è dotata di unico cancello di ingresso. Non esiste una recinzione intermedia che separi fisicamente la discarica controllata consortile dal piazzale di ubicazione dell impianto, mentre la zona in pendio di ubicazione della ex discarica comunale è dotata di apposita recinzione che giunge fino al compluvio naturale rappresentato dal Rio Canali Istrias. 33

35 2.2 Le caratteristiche dell ambiente circostante Descrizione dell ambiente limitrofo e visibilità L area di interesse si trova in una zona collinare compresa tra due zone ad elevato interesse naturalistico: il Parco Regionale dei Sette Fratelli (a nord) e la fascia costiera con l Area Marina protetta di Capo Carbonara. Il Parco dei Sette Fratelli ha un estensione assai vasta con oltre ha ed interessa i territori di molti comuni a partire dal Campidano (Quartu S.E.) fino al Gerrei (Villasalto); una parte del sito di Zimmioni rientra nella fascia perimetrale della zona Parco (vedi l analisi della vincolistica). L ambiente naturale immediatamente prospiciente è, caratterizzato soprattutto da alcuni rilievi di tipo collinare Bruncu Is Cerbus (H max.: 217 m s.l.m.) e Bruncu Zimmioni H max.: 234 m s.l.m.). Il relativo bacino imbrifero risulta relativamente contenuto ed il corso d acqua (Rio Canali Istrias) che si forma tra i due rilievi ha carattere stagionale. L ambiente, come detto tipicamente collinare, è caratterizzato dalla presenza di vaste zone boscate e di macchia mediterranea, che in alcune parti si presenta particolarmente folta e dove possono individuarsi alcune specie tipiche quali: lentischio, cisto, lonicera, mirto; sono inoltre presenti diversi esemplari di corbezzolo, agrifoglio e pinus. In questo sistema floristico-vegetazionale la fauna è caratterizzata dalla presenza di diverse varietà di uccelli passeriformi, oltre alla pernice, la poiana, il falco pellegrino ed il corvo. Altre specie animali presenti nella zona sono il cinghiale, la volpe, il gatto selvatico e la donnola. Il nucleo residenziale più prossimo al sito, è insediato in località Fillaredus a ca m. ed è costituito da un fabbricato destinato ad attività agropastorale. Un altra attività agropastorale (azienda Frau), di dimensioni più modeste rispetto alla precedente, è ubicata a circa 300 m in direzione Sud, rispetto alla recinzione inferiore della vecchia discarica per RSU. Ad una distanza di circa m., lungo la S.P.19 è localizzata un area sportiva utilizzata come campo di tiro a volo. 34

36 Si è già fatta menzione che ad una distanza di circa m, in prossimità della S.P.19, è stato realizzato un villaggio turistico-residenziale, mentre a circa m in località S.Pietro sono insediate una serie di case sparse legate prevalentemente alle attività agricole della zona. Il sito non risulta visibile dai centri abitati né da alcun altro punto di localizzazione di agglomerati o delle menzionate attività agropastorali. L unico punto di visibilità, assai parziale, è in prossimità dell innesto dello stradello di accesso alla S.P.19., da cui è possibile intravedere la tettoia esistente e posteriormente il capannone attuale, come emerge dall immagine seguente.. Le altre strutture dell impianto (biocelle, biofiltro, ) e l intero piazzale prospiciente la discarica non sono visibili da alcun punto di osservazione esterno. Dalla zona di ubicazione dell attività agropastorale (azienda Frau) più vicina al sito è visibile solo parzialmente il fronte della vecchia discarica comunale in pendio. 35

37 2.2.2 Caratteristiche meteoclimatiche Dai dati della stazione meteorologica A.M. di Capo Carbonara (Atlante Climatologico d Italia- Servizio Meteorologico dell Aeronautica Militare Ottobre 2011), sulla base delle medie climatiche nel periodo , si può indicare una temperatura media annua di 20,8 C, con una temperatura media dei mesi più freddi (gennaio-febbraio) di 11,9 C mentre la media del mese più caldo (agosto) è valutata in 26,5 C. I valori estremi di temperatura registrati nel periodo sono stati di -1,8 C nel gennaio 1981 e +40,0 C nel luglio I giorni di calura, con T 30 C, sono mediamente 27 distribuiti tra luglio e agosto. Dai dati dello Studio dell'idrologia Superficiale della Sardegna (SISS), si può rilevare che la precipitazione media annua rilevata nella stazione pluviometrica di Villasimius è stata di 567 mm/anno (con deviazione standard di 187 su 71 osservazioni annue nel periodo dal 1922 al 1992), con un minimo di 283 mm/a nel 1926 ed un massimo di 1049 mm/a nel 1934; nel periodo più recente si può segnalare il massimo di mm/a nel 1971 ed il minimo di 348 mm/a nel Va precisato che i dati pluviometrici di Capo Carbonara (non distante dal sito) indicano, sulla base dei rilievi condotti nel trentennio , una precipitazione media annua di 238 mm, distribuita in 37 giorni di pioggia con picco massimo in autunno (nel trentennio la media annua è stata indicata in 266 mm), configurandosi come il punto di minore piovosità di tutto il territorio regionale. Considerando le massime precipitazioni del trentennio su base mensile, il valore annuo aumenta a circa 1090 mm, con massimo a settembre (201 mmm nel mese). L evento massimo giornaliero si è verificato nel 1971 (sempre a settembre) con 132 mm/giorno. L umidità relativa media è stata valutata in 74,2% con minimo di 69% a luglio e 78% a dicembre. Dalle rilevazioni effettuate per la valutazione delle caratteristiche diffusive dei bassi strati dell atmosfera in Sardegna (Enel-Servizio Meteo AM) si può osservare che nella stazione di Capo Carbonara il vento prevalente è il ponente (30% medio annuo nel periodo di osservazione) con maggiore incidenza nella stagione invernale; importante anche la presenza del grecale (16-18%) e del levante (15%) mentre il maestrale si presenta con 36

38 una frequenza dell ordine del 10%. Significativa altresì la situazione con calma di vento (12% medio annuo). La massima persistenza si ha con vento da Est ad una velocità di 4-5 m/s; per il ponente la massima persistenza si ha ad una velocità di m/s. Per quanto riguarda la stabilità atmosferica, la classe D (classe neutra) risulta quella più frequente (56%); a seguire sono significative le classi di stabilità più elevate, ovvero la classe F+G (13%) e la classe E (10%). Per la classe neutra la classe di velocità del vento dominante (ponente) più frequente è tra nodi (mediamente 9 m/s). Per la classe di maggiore stabilità prevale naturalmente la calma di vento con al più la classe di velocità 2-4 nodi; complessivamente si può stimare una velocità media di 1 m/s Caratteristiche geologico-tecniche, idrogeologiche e idrografiche Il sito in argomento, essendo sede sia della discarica comunale che della discarica consortile, nonché dell impianto di trattamento, è stata sottoposta a più riprese ad indagini geologico-tecniche ed idrogeologiche, ciascuna approfondendo il settore del sito di proprio interesse. anche della discarica controllata consortile della XXIV C.M. Sinnai, è stato sottoposto ad indagine geologica ed idrogeologica in occasione della redazione del progetto negli anni , studi ripresi anche dallo studio CEN.DI. predisposto a cura della Regione Autonoma della Sardegna nel 1995 nell ambito del censimento delle discariche del territorio regionale. In primis nel dicembre 1987 è stato redatto lo studio del Prof. Dr. Giovanni Barrocu e nel 1989 lo studio del Dott. Geol. Salvatore Serra, nell ambito degli studi che hanno accompagnato il progetto della discarica consortile. Successivamente nell ambito degli studi che hanno preceduto l esecuzione dei lavori di risanamento della ex discarica comunale (piano di caratterizzazione e piano di investigazione negli anni ) l argomento geologico ed idrogeologico, ancorché finalizzato alla individuazione del modello concettuale dell inquinamento provocato dalla ex discarica comunale, è stato approfondito con ulteriori studi di dettaglio eseguiti dal Prof. Dr. Paolo Pili, arricchiti con indagini specifiche in situ. 37

39 Più recentemente sono stati eseguiti studi geotecnici nell ambito della realizzazione dell impianto di trattamento (2004) e dell impianto di depurazione ( ). Il progetto preliminare dell intervento di cui al presente studio ambientale è stato infine accompagnato da uno specifico studio di compatibilità geologica e geotecnica, nel cui ambito sono state eseguite prospezioni geosismiche in situ dal Dott.Geol. Mario Strinna nella zona del terrazzamento individuato per la localizzazione del nuovo capannone. Le risultanze di tutti questi studi vengono sistematizzate e presentate in modo sintetico nei paragrafi seguenti. Inquadramento geologico L area vasta del Bruncu Zimmioni e Bruncu Is Cerbus (che delimitano il sito di interesse) è caratterizzata morfologicamente dalla presenza di colline granitiche con susseguirsi di piccole creste arrotondate, spuntoni e canaloni incisi nella roccia. I terreni affioranti sono costituiti da granodioriti e graniti rosa, la cui composizione è data da quarzo e feldspato potassico. Ai graniti sono associati corpi filoniani di microgranito che presentano una direzione NO-SE ad andamento regolare. La roccia è in genere affiorante e si presenta molto alterata e fratturata, tanto da essere trasformata in un sabbione che, per via dell opera di erosione delle acque di ruscellamento, forma accumuli di buon spessore. Sui fondovalle si riscontra una coltre poco potente di alluvioni ciottolose del Quaternario antico per lo più sciolte. L incidenza dell erosione è favorita dalla sostanziale mancanza di una copertura vegetazionale (al più una sottile coltre di suolo), condizionata dalla presenza di minerali della roccia granitoide (quarzo e feldspati) difficilmente alterabili, e dalle pendenze accentuate, soprattutto nelle zone in cui vi è stato un intervento antropico (stradine, fascia tagliafuoco). La zona di interesse è caratterizzata dalla presenza di una frattura di trazione di andamento verticale e direzione media NNO-SE. Le indagini sismiche di dettaglio ed il sondaggio geognostico, eseguito in occasione degli studi che hanno preceduto la realizzazione della discarica controllata consortile, hanno 38

40 permesso di attestare che il sito è caratterizzato da uno strato superficiale, di spessore variabile da qualche decimetro fino a una decina di metri, di prodotti di arenizzazione e disfacimento dei graniti, i cui frammenti si presentano anche argillificati, che sormonta lo strato di roccia sana. Più precisamente è stato osservato uno spessore compreso tra m di copertura detritica superficiale, seguito da uno spessore di 5-10 m di frazione alterata e fratturata che fa da tetto al substrato roccioso compatto. Nella zona centrale del sito (fascia di larghezza m) l ispessimento della copertura fa ipotizzare la presenza di una fascia di frattura che si sviluppa verticalmente. L impianto attuale (capannoni e biocelle) è ubicato su un piano di sbancamento artificiale di un versante collinare in roccia granitica. L ammasso roccioso si presenta intensamente fratturato e molto arenizzato. Inquadramento geotecnico Tutti gli studi geotecnici fin qui condotti hanno attestato la buona capacità portante del substrato di imposta. In particolare: a) le indagini eseguite in situ in occasione del progetto dell impianto di trattamento hanno attestato per il substrato granitico una capacità di 3,77 kg/cmq per fondazioni a base quadra ed hanno consigliato, laddove tale litologia risulti coperta da strato di suolo, di asportare lo strato superficiale fino al raggiungimento della roccia in posto; b) le indagini eseguite dal Dr.Geol Salvatore Pistis per il progetto dell impianto di depurazione (la cui localizzazione è prevista nel lato nord del piazzale) hanno attestato una capacità portante (carico rottura) di kn/mq, che in conseguenza della variabilità geotecnica tipica dell area può essere cautelativamente ridotta di un ordine di grandezza (2.113 kn/mq) secondo il massimo coefficiente di sicurezza Recenti indagini (ottobre 2012) eseguite nel piazzale a valle dell impianto attuale (v. elaborati del progetto preliminare) dal Servizio Geologico della Provincia di Cagliari nell ambito degli studi sulla messa in sicurezza della discarica controllata e del progetto dell impianto di depurazione (v. par.2.4) hanno riscontrato che la zona limitrofa al piazzale bitumato su cui si trovano attualmente cumuli di inerti, il substrato geologico si trova a profondità < 1 m. La delimitazione del settore è riportata nell immagine seguente. 39

41 Nella restante zona del piazzale (area più vicina alla ex discarica comunale) appositi sondaggi geognostici hanno verificato la presenza di uno strato più profondo di terreno di riporto (che può arrivare fino a 2,0-2,5 m) che risulta talvolta interessato da presenza di residui di combustione di rifiuti, derivanti dalle precedenti pratiche di smaltimento incontrollato di rifiuti che ha caratterizzato l utilizzo del sito negli anni 70 (vedi paragrafo 2.3) e che non vennero totalmente asportati in occasione dei lavori di risanamento della ex discarica comunale. Alla luce di questa situazione, nell ambito dello Studio di Compatibilità geologica e geotecnica (redatto ai sensi delle NTA del PAI vedi seguito) che accompagna il progetto degli interventi di riconversione dell impianto di trattamento, sono state eseguite specifiche prospezioni geosismiche mirate ad indagare la qualità della componente suolo del terrazzamento che verrà interessato dalla presenza dei capannoni di copertura e confinamento dell impianto. Lo studio (a cui si rimanda per i dettagli e che contiene anche un inquadramento geologico dell area vasta) ha attestato: 40

42 - che l area del terrazzamento interessato dalla riconversione impiantistica è caratterizzata. dal basamento granitico e dal terreno di copertura arenizzato. - che lo spessore della copertura alluvionale è mediamente di 1.5/2.0 metri dal piano di campagna, seguito da un substrato granitico, più o meno addensato, e diversamente fratturato, per uno spessore di circa 3.0m (5.0m). - che il substrato coerente si rileva a partire da questa quota (5.0m) e per tutta la lunghezza investigata (> 20m). - che la verifica della capacità portante del terreno ha documentato valori di tensione ammissibile in fase di progetto (Ed=267 kn/mq nei punti centrali del terrazzamento e Ed= 200 kn/mq nei punti a sud di ubicazione delle platee) sensibilmente superiori alle pressioni previste dalle opere in elevazione del progetto preliminare (capannoni industriali con fondazione su plinti e strutture su platea) e quindi i terreni risultano compatibili con quanto previsto in progetto Lo Studio altresì documenta che nell area d interesse non sono stati rilevati fenomeni franosi in atto né segni che ne lascino presagire l occorrenza; non è stata riscontrata la presenza d alcun elemento tettonico attivo, quali faglie o dislocazioni in genere, che possano favorire l innescarsi di dissesti di qualsiasi natura e provocare ripercussioni sulla stabilità delle opere in progetto.. Inquadramento idrografico e idrogeologico del sito Il sito occupa la parte sommitale del bacino imbrifero del Riu Canali Istrias; questo è orientato da Ovest verso Est ed è limitato nella parte nord dai rilievi del Br.cu Zimmioni e del Br.cu Is Cerbus, di cui raccoglie le acque ivi ricadenti nei versanti rispettivamente occidentale ed orientale. Il Rio Canali Istrias risulta pertanto essere il ricettore delle acque di ruscellamento che interessano anche le discariche ivi presenti. Il Rio Canali Istrias, con denominazione diverse (Rio Zimmioni, Rio di Buguru, Rio Corro e Pruna, Rio Foxi) scorre a valle sversando le acque a mare nel Golfo di Carbonara nell area di Campus, tra P.ta Cuccureddus e Porto di Carbonara (vedi immagine seguente); le acque del Rio Foxi collettano altresì i reflui in uscita dal depuratore, localizzato in loc. Tanca su Cordolino. 41

43 Lo studio effettuato dal Prof. Barrocu evidenzia come per i bacini che insistono su area granitica, quale quello in esame, può essere valutato un deflusso superficiale di circa il 40% dell apporto meteorico, peraltro assai contenuto (stimato in circa 500 mm/anno), mentre può essere valutato in circa il 10% l apporto che si infiltra, atteso che un aliquota del 50% va consumata per evapotraspirazione. 42

44 La circolazione idrica sotterranea di tutta la zona è regolata dalla presenza di fratture, responsabili dell infiltrazione nelle rocce altrimenti compatte ed impermeabili, e dai filoni che agiscono come diaframmi che determinano piccoli acquiferi indipendenti. In generale l intero territorio di Villasimius è caratterizzato da falde molto povere e tutte le sorgenti censite hanno documentato portate inferiori ad 1 l/s. I piccoli rii, a regime stagionale ed occasionale, che drenano le acque di ruscellamento fungono da livello base per le acque della piccola falda che può instaurarsi (acquifero per porosità) nel sabbione granitico. La potenzialità dell acquifero sembra essere limitata dalla presenza di un substrato roccioso di caratteristiche impermeabili e quindi risulta essere confinato nella zona più superficiale, sede di più intensi fenomeni di fratturazione, tant è che i vari pozzi indagati negli studi presentavano un livello statico intorno ai 3.0 m dal piano campagna. I pozzi più vicini sono localizzati a valle della vecchia discarica comunale ad una distanza rispettivamente di circa 270 m e di circa 360 m dalla recinzione inferiore; sono pozzi privati, utilizzati per l abbeveraggio di bestiame da pascolo, da parte di una piccola azienda a conduzione familiare di proprietà del Sig. Luigi Frau. Precedenti sondaggi in situ, eseguiti negli anni 80, avevano permesso di rilevare una modesta presenza idrica, da addebitare ad acque circolanti nelle fratture della roccia, ed alimentate esclusivamente dagli apporti meteorici. Prove di permeabilità avevano permesso di attestare che alla roccia granitica sana può essere attribuito un valore del coefficiente di permeabilità dell ordine di cm/s, mentre lo strato fratturato è caratterizzato da un valore di k dell ordine di cm/s. Il sondaggio eseguito nel nella zona centrale del piazzale, su cui sarebbe poi andata ad impostarsi la nuova discarica consortile, rilevava la presenza di un livello statico a circa 10 m dal p.c. con risalita fino a 3,0 m dopo precipitazioni. Nello studio del Prof. Barrocu si cita esplicitamente il riscontro, nell area di imposta della discarica consortile, della presenza di una zona di frattura di trazione della larghezza di m in cui, tramite apposito sondaggio a rotopercussione, venne verificata la presenza di un livello idrostatico a 9,50 m dal p.c., successivamente risalito a 3,6 m dal p.c.. Questa circolazione idrica, pur non quantificata con precisione, venne identificata come di modesta entità, inferiore a 1 l/s. Nell ambito delle opere realizzate per la discarica controllata consortile, venne eseguita una perforazione, attrezzata a piezometro, a valle della discarica comunale nella direzione di scorrimento delle acque sotterranee, avente la funzione di pozzo spia per il 43

45 monitoraggio dell esercizio della stessa. Tale pozzo spia risultava ubicato al piede della scarpata, su cui è adagiata la maggior estensione della ex-discarica RU di Villasimius ed ha intercettato una circolazione idrica sotterranea. Gli studi eseguiti negli anni 80 hanno messo in relazione le acque del pozzo spia proprio con la circolazione idrica sub-superficiale alimentata dalle acque di infiltrazione sul versante del Br.cu Is Cerbus e sul piazzale di ubicazione della nuova discarica consortile. Va peraltro richiamato che la situazione orografica preesistente anche alle attività della discarica comunale (vedi immagine seguente), documentava la presenza di un ramo iniziale del rio Canali Istrias proprio nella zona di ubicazione del pozzo spia. 44

46 La falda intercettata al piede della vecchia discarica di RSU è risultata contaminata nei parametri tipici del percolato di discarica (carico organico ed ammoniacale, con debole interessamento di metalli). Nell ambito del progetto più generale inerente gli interventi di risanamento e messa in sicurezza della ex discarica comunale (v. par.2.3), tale evidenza ha portato alla definizione di alcuni interventi di pretrattamento (stripping dell ammoniaca e fitodepurazione) della falda, attuati nel L attività di tali sezioni di trattamento è stata parziale (per la mancata messa a regime del sistema impiantistico) e la falda risulta ancora caratterizzata da lieve contaminazione. Sono previsti nuovi interventi per il controllo e la messa in sicurezza, come meglio precisato nel parag Le caratteristiche di rischio idraulico, di frana e sismico del sito Dal punto di vista della sismicità il territorio del comune di Villasimius, compresa l area del sito, ricade in zona sismica 4, ovvero la zona a minor rischio sismico. Per quanto concerne il rischio idraulico, gli studi di compatibilità idraulica del territorio comunale di Villasimius eseguiti nell ambito dell elaborazione del nuovo PUC, non hanno individuato alcun elemento di pericolosità nella zona di interesse. Per quanto concerne invece la pericolosità da frana, gli studi sulla compatibilità geologica e geotecnica del territorio comunale, eseguiti ai sensi dell art.8 comma 2 del PAI nell ambito dell elaborazione del nuovo PUC, hanno classificato il sito come zona a rischio Hg2 (rischio medio). In tale categoria rientrano le zone in cui sono presenti solo frane stabilizzate non più riattivabili nelle condizioni climatiche attuali a meno di interventi antropici e le zone in cui esistono condizioni geologiche e morfologiche sfavorevoli alla stabilità dei versanti ma prive al momento di indicazioni morfologiche di movimenti gravitativi. Lo studio è attualmente all esame dell Autorità regionale competente. Si rimanda al parag.2.5 per l analisi degli aspetti vincolistici. In questo paragrafo si ritiene di dover nuovamente evidenziare che lo Studio di Compatibilità Geologica e Geotecnica specifico per il progetto in argomento ( redatto proprio in conseguenza dell inserito del sito in aerale di pericolosità Hg2) ha documentato che nel sito non sono stati rilevati fenomeni franosi in atto né segni che ne lascino presagire l occorrenza; inoltre ha documentato che non è stata riscontrata la presenza d alcun elemento tettonico attivo, quali faglie o dislocazioni in genere, che possano favorire l innescarsi di dissesti di qualsiasi natura e provocare ripercussioni sulla stabilità delle opere in progetto. 45

47 2.2.4 Uso del suolo Il sito è fortemente antropizzato, dal momento che è stato utilizzato sin dagli anni come area di ubicazione della discarica comunale. Successivamente è stato adattato per diventare sede della discarica consortile e dell impianto di trattamento rifiuti urbani. Si fa riferimento allo stralcio della carta dell uso del suolo (Corine Land Cover f.te Ras). Si denota che nell area vasta l utilizzo del territorio circostante è principalmente di tipo forestale naturale (nella parte a nord si è alle propaggini del Parco dei Sette Fratelli) o con impianto boschivo artificiale (zona Bruncu Is Zimmioni); la macchia mediterranea libera caratterizza la zona Bruncu Is Cerbus a ovest, mentre nella parte sud in adiacenza al rio Canalis Istrias si ritrovano zone a gariga o a prato o con colture specializzate. La copertura principalmente boschiva o a macchia mediterranea dell area vasta è peraltro evidente nella documentazione fotografica allegata al progetto preliminare e quella relativa al fotoinserimento dell opera nell ambiente. 46

48 2.2.5 Quadro infrastrutturale Si è già detto in sede di inquadramento che il sito è facilmente raggiungibile dalla rete viaria di area vasta grazie all interconnessione del nuovo tracciato della S.S.125 (orientale sarda) con la SP 19, che rappresenta la strada di avvicinamento al sito. L accesso è garantito da uno stradello asfaltato che si innesta sulla SP19. Tale rete viaria è stata utilizzata dai mezzi di conferimento rifiuti urbani dei Comuni del comprensorio del Sarrabus e Gerrei negli anni di attività della discarica consortile. Il sito risulta allacciato alla rete elettrica mediante apposita cabina di trasformazione, realizzata durante i lavori di realizzazione dell impianto di trattamento. L approvvigionamento idrico è garantito dalla presenza di un pozzo, localizzato in area interna all impianto, realizzato negli anni dalla società di gestione della discarica consortile. Il pozzo della profondità di ca. 110 m, aveva permesso di rilevare la presenza di una falda molto profonda, intercettata a profondità di circa 100 m dopo aver superato il substrato granitico sano. Tale pozzo è stato mantenuto anche per l impianto di trattamento. Il sito non è dotato di impiantistica depurativa. Per i percolati prodotti dalla discarica e dall impianto di trattamento è sempre stato previsto un accumulo ed il loro allontanamento mediante cisterna. Tuttavia è prevista dalla Provincia di Cagliari (v. parag. 2.4) la realizzazione di un impianto di depurazione nell ambito dei lavori di messa in sicurezza della discarica consortile, impianto che risulterà essere il terminale anche dei percolati dell impianto di compostaggio. 47

49 2.3 Descrizione dell utilizzo storico del sito nella gestione dei rifiuti Si è più volte citato che il sito di Zimmioni è da alcuni decenni utilizzato come sito di smaltimento dei rifiuti. Si ritiene opportuno pertanto fornire una descrizione dell utilizzo del sito come si è sviluppato negli anni, utile anche per l inquadramento puntuale delle caratteristiche specifiche dell area. Il sito è stato parzialmente utilizzato prima come discarica comunale non controllata di RSU, dall anno 1976 fino all Ottobre del 1996 e successivamente nell area ancora più a monte, dal 1997 fino all Ottobre del 2004, come discarica controllata consortile realizzata dalla ex Comunità Montana XXIV. Dall esame della cartografia storica del 1970 (cartografia ERSAT-vedi par ), si deduce che l abbancamento originario dei rifiuti ha interessato una zona di primo compluvio delle acque confluenti nel Rio Canali Istrias e che solo successivamente, proprio in dipendenza dell attività di deposito, ha subito un cambiamento morfologico con la creazione di un terrazzamento più ampio. La gestione della prima discarica dal 1976 fino al 1983, secondo quanto riferito dal personale del Comune di Villasimius, era sicuramente alquanto approssimativa al pari della normativa che regolamentava in quegli anni le attività di smaltimento dei rifiuti. Infatti erano completamente assenti i presidi ambientali e la gestione consisteva nell abbancamento dei rifiuti in cumuli, senza alcuna opera di compattazione e di ricopertura adeguata degli stessi. Successivamente all entrata in vigore del D.P.R. 915/82, il Comune di Villasimus, ha ottenuto dall Assessorato Difesa Ambiente della R.A.S. il rilascio dell autorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani del servizio comunale di N.U. (D.A. N 307/82). Dai verbali di accertamento della Provincia di Cagliari eseguiti nel periodo risulta che l area della discarica venne dotata di recinzione e adeguatamente protetta con fascia tagliafuoco, mentre le modalità di gestione talvolta prevedevano ancora la pratica dell incenerimento e comunque la ricopertura dei rifiuti non veniva effettuata con continuità. Da una ulteriore cartografia del 1987 si desume che fino a quel periodo l abbancamento dei rifiuti occupava gran parte del terrazzamento dove successivamente è stata realizzata 48

50 la discarica controllata consortile della ex XXIV Comunità Montana. Solo negli anni successivi, più in particolare a decorrere dal 1991, come verrà meglio illustrato nel seguito, i rifiuti sono stati spostati nella sede attuale per liberare l area necessaria alla realizzazione della nuova discarica controllata. Le modalità gestionali della vecchia discarica nel periodo furono condotte attrezzando con recinzione l area di deposito ed effettuando la periodica ricopertura dei rifiuti con terra e divieto di ricorrere alla combustione. Nel 1991 il Comune di Villasimius disponeva l esecuzione di lavori straordinari per la sistemazione dell area di discarica, lavori che sostanzialmente consistevano nella realizzazione di gradonature con scavi a larga sezione e spinta dei rifiuti, abbancati nel piazzale a quota superiore, nell area a valle precedentemente ed appositamente predisposta, previa realizzazione di opportune arginature di contenimento e ricopertura dei rifiuti con terra proveniente dagli scavi realizzati in precedenza. Dunque in quegli anni la discarica comunale cominciava ad interessare la zona in pendio a valle del piazzale sovrastante. Nel giugno 1996, per garantire la possibilità di realizzare il bacino impermeabilizzato della nuova discarica consortile nell area del terrazzamento, il Sindaco del Comune di Villasimius emetteva un ordinanza per la sistemazione della discarica per R.S.U. in località Zimmioni per consentire di sgomberare l area nella quale verrà tra breve realizzata la nuova discarica. Dai sopralluoghi eseguiti dai funzionari dell Ass.to Tutela Ambiente della Provincia di Cagliari, finalizzati al controllo della costruzione della discarica consortile, emerge che i rifiuti vennero spostati dal terrazzamento verso la zona in pendio, frammisti anche ai residui degli scavi per il sedime del bacino impermeabilizzato. Più volte i tecnici hanno riscontrato e segnalato elementi di pericolo legati allo scivolamento dei rifiuti in pendio fino ad accertare nel marzo del 1997 a valle del sito la fuoriuscita di percolato con dispersione dello stesso nella campagna adiacente. Non è dato sapere se la rimozione dei vecchi rifiuti dal settore del piazzale diventato sede di imposta della discarica consortile, sia stata completa; quel che è certo è che vecchi rifiuti sono stati rinvenuti nell altro settore del piazzale non interessato dalla discarica consortile, parte dei quali vennero rimossi nell ambito dei lavori di risanamento della ex discarica comunale (v. prosieguo). 49

51 La realizzazione della nuova discarica consortile, di titolarità della ex C.M. n 24, venne completata nel 1997 e dal luglio dello stesso anno è entrata in esercizio. Insiste sull area a monte della vecchia discarica, si sviluppa in rilevato ed occupa un area totale di circa mq, completamente recintata, comprendente l area della discarica vera e propria avente una superficie in pianta di circa mq (1 stralcio), un area servizi (mq circa) completa di pesa, fabbricato uffici e servizi (mq 24,5 circa), capannone per ricovero automezzi (mq 260 circa) ed un vasto piazzale sul fronte rivolto ad N.E. ( mq circa), parte del quale successivamente utilizzato per la realizzazione dell impianto di trattamento. Nel 2002 la discarica è stata oggetto di un ampliamento, che ha interessato l area in direzione W per una superficie di circa mq circa, onde sfruttare il vuoto ottenuto tra il rilevato della discarica ed il pendio del limitrofo Bruncu Is Cerbus, utilizzato come contrafforte. In questa fase è stato implementato anche il sistema di raccolta e stoccaggio del percolato, con l aggiunta di N 2 vasche fuori terra in PRFV della capacità di circa 9 mc cadauna, tuttora esistenti. E stato anche realizzato un sistema di captazione e controllo del biogas mediante due tubazioni inserite nel corpo della discarica. E stata altresì prevista una torcia per lo smaltimento del biogas allacciata al sistema di tubazioni di convogliamento. Tale sistema è presente nel sito ed è alloggiato in adiacenza al piazzale. Dalla conclusione dei conferimenti sono stati eseguiti interventi di copertura provvisoria anche con teli sintetici (settembre 2005); va peraltro considerato che fu approvato un sistema di chiusura con impermeabilizzazione sintetica mediante materassino bentonitico, in deroga agli obblighi del D.Lgs. 36/03, in quanto le eccessive pendenze dei rilevati impedivano l utilizzo di uno strato impermeabilizzante in argilla; tale sistema comunque poteva essere realizzato solo al termine degli assestamenti dei rifiuti abbancati ed al momento non è stato ancora realizzato. Con la cessazione dell attività della ex XXIV Comunità Montana, avvenuta in data 15 aprile 2008 ed a seguito delle norme di riordino degli Enti Locali stabilite dalla L.R. 12/2005, la titolarità della discarica è passata all Amministrazione Provinciale di Cagliari, che ne cura quindi tutti gli interventi, compresi quelli di messa in sicurezza (ad esempio lo spurgo dei percolati che si originano nel fondo della discarica) ed i relativi studi per l identificazione delle eventuali contaminazioni. 50

52 Il sito della discarica controllata è inserito nel censimento dei siti potenzialmente contaminati del competente Settore Bonifiche Siti Contaminati della Provincia di Cagliari, come sito interessato da interventi di messa in sicurezza. Nel periodo tra l aprile del 2004 e l aprile del 2006 sono stati eseguiti, a cura dell amministrazione comunale di Villasimius, i lavori di risanamento della ex discarica comunale, consistiti: nell asportazione di parte dei vecchi rifiuti (quelli che risultavano non mineralizzati), ancora presenti nel sottosuolo della zona del terrazzamento non interessata dalla discarica consortile e posta a nord est della stessa, e loro ricollocamento nel corpo della discarica in pendio; nel rimodellamento del pendio della vecchia discarica, per evitare pericoli di frane, con contestuale realizzazione del capping, con strato di argilla e sovrastante terreno naturale compattati, successiva stabilizzazione con palizzate e rinaturazione mediante idrosemina; nella realizzazione di apposita pista di coronamento per la discesa al piede della discarica e delle opere di regimentazione delle acque di ruscellamento, compresi gli appositi canali di guardia perimetrali; nell esecuzione di pozzi di sfiato del biogas ancora presente nel corpo della vecchia discarica; nella intercettazione della falda al piede della discarica, con apposita trincea drenante e captazione dei flussi con loro convogliamento ad impianto di pretrattamento depurativo; nella realizzazione, subito a valle della trincea in apposito piccolo terrazzamento al piede della discarica ed a monte del compluvio, di un sistema di pretrattamento delle acque di falda captate, mediante sezione di stripping dell ammoniaca e successiva fitodepurazione, con scarico delle stesse nel compluvio del rio Canali Istrias. L impianto di pretrattamento delle acque di falda ha funzionato fino all aprile del 2006 e dunque fino al termine dell esecuzione dei lavori, che prevedevano anche la gestione semestrale dello stesso impianto. La prosecuzione dell esercizio, con allaccio della linea elettrica, doveva essere garantito non appena fosse entrato in funzione il previsto impianto di trattamento dei rifiuti urbani, a servizio del subambito A4 del Sarrabus-Gerrei, di titolarità 51

53 della Provincia di Cagliari delegata dalla Regione nell agosto del 2001, la cui localizzazione venne individuata nel piazzale limitrofo alla discarica consortile, in zona non interessata da deposito di vecchi rifiuti. Anche il sito della ex discarica comunale è inserito nel censimento dei siti potenzialmente contaminati del competente Settore Bonifiche Siti Contaminati della Provincia di Cagliari, come sito interessato da interventi di messa in sicurezza. L impianto di trattamento dei rifiuti urbani, che prevede la preselezione della frazione secca dalla frazione umida e contestuale trattamento di biostabilizzazione nonché la produzione di compost di qualità, è stato realizzato a partire dall agosto del L impianto ha mantenuto la pesa originaria della discarica, il pozzo di approvvigionamento idrico, il fabbricato servizi e la tettoia che precedentemente aveva funzione di rimessaggio dei mezzi d opera della discarica. Come desunto dalla delibera G.P. n 223 del in ragione di gravi inadempienze dell Impresa Appaltatrice, che hanno determinato diversi contenziosi, l approvazione degli atti del collaudo delle opere è stata eseguita solo nel luglio L esercizio dell impianto non è stato mai avviato ed è stata definita la consegna dell opera al Comune di Villasimius, a ciò delegato dall Unione dei Comuni del Sarrabus, a seguito di apposito accordo di programma. Attualmente dunque nel terrazzamento superiore del sito sono presenti i capannoni e le relative opere elettromeccaniche dell impianto di trattamento rifiuti urbani, la discarica controllata consortile con i due fabbricati di servizio e la parte sommitale della ex discarica comunale che si estende, come detto, in pendio fino al compluvio del Rio Canali Istrias, al cui piede risulta presente l impianto di pre-trattamento delle acque di falda 52

54 2.4 Destinazione d uso e futuri interventi previsti a Zimmioni Catastalmente l impianto insiste su un area, denominata Loc. Genna Carbonaxia, censita nel Piano di Fabbricazione del Comune di Villasimius, approvato con D.A. n 980/U del , al Foglio 6 con i mappali (a seguito di aggiornamento intervenuto nell ottobre 2013; in precedenza censite al Foglio 6 mappali 91,89,96-parte), classificata dall Amministrazione Comunale di Villasimius (delibera del Consiglio Comunale n 27 del e n 34 del ) come Zona G - Servizi Generali - Trattamento Rifiuti. 53

55 L area del mappale 112 è interamente in proprietà al Comune di Villasimius, mentre il mappale 117, originariamente di titolarità della ex C.M.XXIV, è stata trasferita in proprietà alla Provincia di Cagliari (in attuazione della del GR 19/02 del e DPGR n.38 del ). Nel 2010 è stato è stato sottoscritto dalla Provincia di Cagliari e l Unione dei Comuni del Sarrabus un Accordo di Programma in cui si disponeva che l impianto, una volta collaudato, sarebbe stato trasferito in proprietà all Unione dei Comuni. Successivamente con delib. N 04 del l Assemblea dell Unione dei Comuni ha riconosciuto l opportunità che il Comune di Villasimius acquisisca la proprietà dell intero Polo Impiantistico di Zimmioni destinandolo al servizio della gestione integrata dei rifiuti dell Unione dei Comuni del Sarrabus. In conseguenza, la Provincia di Cagliari ha approvato con delibera del Consiglio Provinciale n 3 del lo schema dell Accordo di Programma con il Comune di Villasimius, sottoscritto ufficialmente in data 22 febbraio Attualmente è in fase di perfezionamento il contratto di cessione delle aree e degli immobili dalla Provincia di Cagliari al Comune di Villasimius. Con l accordo di programma viene stabilita la cessione, con decorrenza immediata, delle aree di imposta dell impianto di trattamento e con decorrenza differita delle aree di ubicazione della discarica controllata consortile. Inoltre l accordo prevede che rimanga in capo alla Provincia di Cagliari la competenza per l esecuzione dei lavori di messa in sicurezza dell ex discarica controllata di Villasimius per i quali è stato redatto il progetto preliminare, approvato con deliberazione della G.P. n.11/2012 del Tale progetto prevede la realizzazione della copertura della discarica e la realizzazione del depuratore del percolato di discarica (di cui è stato redatto il progetto-stralcio definitivo in corso di approvazione). Inoltre a seguito delle indagini predisposte dalla Provincia di Cagliari sui parametri del potenziale inquinamento connesso a eventi di fuoriuscita del percolato è stato approvato con apposita Conferenza di Servizi nel gennaio 2013 lo studio che documenta la necessità di interventi sul flusso della falda di valle (al piede della vecchia discarica comunale) in quanto ricettore anche degli eventuali sversamenti di percolato provenienti dalla discarica consortile. Gli interventi sono stati identificati preliminarmente in una serie di trincee di captazione della falda con convogliamento della stessa all impianto di depurazione previsto nel progetto generale dei lavori di messa in sicurezza della discarica. 54

56 Pertanto, ai fini del presente studio, si può riassumere che nel breve periodo saranno attivati nel sito di Zimmioni ulteriori interventi, a carico della Provincia di Cagliari, inerenti: - la copertura definitiva della discarica consortile - la realizzazione di un impianto di depurazione dei percolati, la cui ubicazione è stata individuata, a seguito di studi geologico-tecnici in situ, nella zona nord del piazzale attuale limitrofo al capannone esistente, - la realizzazione di interventi di captazione della falda di valle ed il rilancio delle acque al depuratore di cui al punto precedente (quest ultimo di competenza del Comune di Villasimius per territorio) L accordo di programma citato contiene l impegno esplicito del Comune di Villasimius a concordare con la Provincia di Cagliari la definizione delle eventuali interferenze gestionali tra le attività di qualunque natura nell impianto di trattamento e le sue pertinenze e quelle con le opere realizzate o previste dalla Provincia di Cagliari nell ambito dei lavori sulla ex discarica controllata consortile. 55

57 2.5 Analisi dei vincoli nella zona di interesse e nell area vasta Va preliminarmente precisato che l impianto di cui al presente progetto di riconversione, essendo un impianto esistente (con autorizzazione alla realizzazione rilasciata dalla regione Sardegna con delib. GR 42/16 del ) per il quale non viene richiesta modifica alla tipologia funzionale (codice R3 ai sensi del D.Lgs. 152/06), non necessita della procedura di verifica di idoneità del sito, già rilasciata all epoca dell autorizzazione alla realizzazione. In ogni caso si ritiene opportuno condurre l analisi dei vincoli prendendo come linea guida l impostazione schematica riportata nel Piano Regionale di Gestione Rifiuti Urbani nell ambito della definizione dei criteri per l individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti L analisi dei vincoli viene perciò condotta secondo la natura dei vincoli, ovvero: - Vincoli paesaggistico-ambientali - Beni culturali - Vincoli per la sicurezza e la difesa del suolo - Infrastrutture ed insediamenti La vincolistica è resa visibile nell album grafico allegato che riporta distinte cartografie per ciascuna tipologia di vincolo esaminato. Le tavole presentate sono dedotte dall elaborazione della cartografia sulla vincolistica acquisita dalla Regione Sardegna e messe a disposizione nel sito internet istituzionale (Sardegna Geoportale) Vincoli paesaggistici ai sensi del PPR Sardegna La legge quadro di riferimento (D.Lgs 42/2004 Codice Urbani) specifica all art.135 la tipologia di beni paesaggistici: a) gli immobili e le aree di cui all art.136 (Immobili ed aree di notevole interesse pubblico); b) le aree di cui all art.142 (Aree tutelate per legge) 56

58 c) gli ulteriori immobili ed aree sottoposti a tutela dai piani paesaggistici (ai sensi dell art.143) I proprietari, possessori o detentori di immobili e aree di interesse paesaggistico non possono introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici e hanno l obbligo (ai sensi dell art.146) di acquisire l autorizzazione prima di dar corso a progetti di interventi. La regione Sardegna ha adempiuto al compito affidatogli ai sensi dell art.143 mediante Il Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) approvato dalla RAS con del. G.R. 5 settembre 2006 n. 36/7, relativamente alla disciplina degli ambiti di paesaggio costieri. Il PPR è stato approvato ai sensi della L.R. n.8/2004 che ribadisce i contenuti della normativa quadro nazionale. Recentemente il PPR è stato sottoposto a revisione ed è stato approvato con del G.R. n 6/18 del ; tuttavia la delibera di approvazione, al momento della redazione del presente elaborato, non è ancora pubblicata nel BURAS. Le norme tecniche attuative (NTA) del PPR sono cogenti per gli strumenti urbanistici di Comuni e Province e prevalenti sulle disposizioni difformi in essi contenute. Il Comune di Villasimius ha in fase di definizione il nuovo P.U.C. adeguato alle previsioni del P.P.R. L art.8 delle Norme Tecniche di Attuazione specifica che i beni paesaggistici disciplinati dal P.P.R. sono costituiti da quegli elementi territoriali, areali o puntuali, di valore ambientale, storico culturale ed insediativo che hanno carattere permanente e sono connotati da specifica identità, la cui tutela e salvaguardia risulta indispensabile per il mantenimento dei valori fondamentali e delle risorse essenziali del territorio da preservare per le generazioni future. Specifica altresì che sono soggette a tutela le categorie di beni paesaggistici stabilite ai sensi dell articolato del D.Lgs.42/04, nonché : a) quelle sottoposte a vincolo idrogeologico e le aree di pericolosità idrogeologica secondo quanto previsto dalle NTA del Piano di assetto idrogeologico; b) i territori ricompresi nei parchi nazionali o regionali e nelle altre aree naturali protette in base alla disciplina specifica del piano del parco o dei decreti istitutivi; c) le riserve e i monumenti naturali e le altre aree di rilevanza naturalistica e ambientale ai sensi della L.R. n. 31/89. d) le altre aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate quali le Aree di rilevanza comunitaria internazionale siti rete Natura 2000 e siti Ramsar; le Oasi 57

59 permanenti di protezione faunistica e cattura ai sensi della L.R. 23/98; le aree gestite dall Ente Foreste. Il PPR ha definito 27 ambiti di paesaggio per l area costiera. Il sito di intervento ricade all interno dell ambito di paesaggio n. 27 Golfo di Cagliari, quasi al limitare dell Ambito di paesaggio n.26 Castiadas. Nella tavoletta n.1a dell album vincolistica si riporta la localizzazione del sito nella perimetrazione degli ambiti di paesaggio, mentre nella tavoletta n.1b si riporta lo stralcio dell inquadramento specifico (tavola PPR 567_I Villasimius.). Si riconosce che il sito viene inquadrato come area antropizzata, nel cui intorno sono presenti aree boscate, macchia e nel fondovalle zone di pascolo naturale, tutte aree a forte connotazione naturale e seminaturale. Viene identificata anche una zona (sul Bruncu Zimmioni) con aree boschive artificiali. Si nota altresì che il sito rientra nella perimetrazione della fascia costiera. L art.17 del PPR specifica le categorie di beni paesaggistici per i quali qualunque trasformazione è soggetta ad autorizzazione paesaggistica. Tra queste vi rientra la fascia costiera come perimetrata nella cartografia del PPR. L art.19 delle NTA precisa che la fascia costiera rientra nella categoria dei beni paesaggistici d insieme; tuttavia ne fanno eccezione le zone omogenee A e B, le zone omogenee C con piani attuativi efficaci e le zone omogenee D e G con piani attuativi efficaci, realizzati in tutto o in parte. Il sito di Zimmioni rientra nella zona G ma per essa non esiste, al momento, alcun piano attuativo efficace. Pertanto l intervento di riconversione dell impianto di trattamento ha necessità di acquisire l autorizzazione paesaggistica ai sensi dell art. 146 del D.Lgs 42/04. Gli altri vincoli specifici menzionati nel PPR vengono esaminati nei paragrafi successivi, inquadrandoli anche secondo la normativa specifica di riferimento 58

60 2.5.2 Gli altri vincoli territoriali e paesaggistici La normativa che regola la tutela dei beni di significante valore paesaggistico è il D.Lgs. n. 42 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n Risultano, in particolare, tutelate per legge le seguenti aree (art. 142): a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare; b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi; c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; d) le montagne per la parte eccedente metri sul livello del mare per la catena alpina e metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole; e) i ghiacciai e i circhi glaciali; f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi; g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227; h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448; j) i vulcani; k) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente codice. L area d intervento risulta soggetta al vincolo di cui al punto c). Il Rio Canali Istrias risulta inserito negli elenchi delle acque pubbliche col nome Rio Buguru per tutto il suo corso. 59

61 La tavoletta grafica n.3a riporta un elaborazione delle informazioni acquisite dal sito istituzionale della regione Sardegna (Sardegna Geoportale) inerente il tematismo delle acque pubbliche, su base cartografica IGM. Nella tavoletta 3B si riporta il dettaglio del percorso del Rio Canali Istrias montato su foto aerea del sito. Si nota che l area di intervento, compreso il piazzale bitumato attuale, rientra nella fascia di 150 m. e che l impianto attuale è localizzato, nel punto più prossimo, a circa 130 m. dalla sponda. Anche in virtù di questo vincolo si ha necessità di acquisire l autorizzazione paesaggistica ai sensi dell art. 146 del D.Lgs 42/04. Non rientrano invece i parchi nazionali: l Area Marina protetta di Capo Carbonara (Parco nazionale) risulta essere distante circa 5,5 km (v. tavoletta 4). Per quanto riguarda i Parchi e le Riserve regionali, individuati dalla L.R. 31/89, il sito risulta al limitare e parzialmente inserito nell area del Parco Regionale dei Sette Fratelli- Monte Genis, per il quale, tuttavia, non sono state emanate le norme di istituzione e disciplina. Nella tavoletta 5A la perimetrazione del Parco è presentata su base cartografica IGM, mentre nella tavoletta 5B è riportato il dettaglio su foto aerea. La perimetrazione interessa principalmente la zona della ex discarica consortile e della ex discarica comunale. Il sito risulta al limitare e parzialmente inserito in area interessata dalla gestione speciale dell Ente Foreste. Nella tavoletta 6A la perimetrazione è presentata su base cartografica IGM, mentre nella tavoletta 6B è riportato il dettaglio su foto aerea. Risulta interessata una parte del settore nord-est coincidente con il piazzale retrostante l attale capannone, Per quanto riguarda le riserve naturali, l area più vicina risulta lo Stagno Noteri a elevata distanza dal sito (v. tavoletta 7) Altri vincoli paesaggistici sono quelli ascrivibili all art. 136 del D.Lgs. 42/04, ovvero: a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica; b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del presente codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza; c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale; 60

62 d) le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze. In riferimento a questa tipologia il sito oggetto di intervento non risulta essere interessata da vincoli. Il bene tutelato più vicino risulta la Torre di Cala Pira a oltre 4 km dal sito (v. tavoletta 8) mentre l area tutelata ( Bellezze di insieme - ex decreto Galassini) più vicina risulta il Complesso Montuoso Sette Fratelli, la cui perimetrazione dista circa 2 km dal sito (tavoletta 9). Per quanto riguarda la presenza di monumenti storici, il più vicino al sito risulta il nuraghe in Località Casa Laccus, localizzato a circa 1,4 km (v tavoletta 10) Gli altri vincoli di natura ambientale Per quanto riguarda le aree di interesse naturalistico della Rete Natura 2000, ai sensi delle Direttive Habitat (92/43/CEE) e Uccelli (79/409/CEE), il sito non risulta rientrare in aree individuate ZPS (Zone di Protezione Speciale) e SIC (Siti di Importanza Comunitaria). Le aree SIC più vicine (vedi Tavoletta 11) sono situate a circa 4 km dal sito: - Area ITB Costa di Cagliari - Area ITB Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis e Campulongu L area ZPS più vicina (v. Tavoletta 12), anch essa a oltre 4 km dal sito, è quella denominata Capo Carbonara.Stagno Noteri e Punta Molentis. Il sito non risulta altresì inserito in alcuna Oasi di Protezione Faunistica, come visibile dalla tavoletta 13. L Oasi più vicina risulta quella denominata Oasi fascia litoranea a circa 4 km. dal sito Vincoli per la sicurezza e la difesa del suolo Il Piano stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (PAI) della R.A.S. le cui Norme di Attuazione sono state aggiornate con Decreto del Presidente della Regione n. 35 del 21 marzo 2008, attualmente non prevede l inserimento del sito in argomento in aree classificate a rischio di pericolosità idraulica e geologica. 61

63 Tuttavia gli studi di compatibilità idraulica e di compatibilità geologica e geotecnica condotti nell ambito dell elaborazione del nuovo PUC del Comune di Villasimius (adottati dal Comune di Villasimius e attualmente vigenti nelle more dell autorizzazione da parte dell Autorità di Bacino Regionale) hanno classificato in dettaglio il territorio comunale di Villasimius secondo i codici di pericolosità idraulica e da frane, ai sensi dell art.8 comma 2 delle Norme Attuative del PAI. Tale articolato infatti dispone che indipendentemente dall esistenza di aree perimetrate dal PAI, in sede di adozione di nuovi strumenti urbanistici anche di livello attuativo e di varianti generali agli strumenti urbanistici vigenti i Comuni - tenuto conto delle prescrizioni contenute nei piani urbanistici provinciali e nel piano paesistico regionale relativamente a difesa del suolo, assetto idrogeologico, riduzione della pericolosità e del rischio idrogeologico - assumono e valutano le indicazioni di appositi studi di compatibilità idraulica e geologica e geotecnica, predisposti in osservanza dei successivi articoli 24 e 25, riferiti a tutto il territorio comunale o alle sole aree interessate dagli atti proposti all adozione. Le conseguenti valutazioni comunali, poste a corredo degli atti di piano costituiscono oggetto delle verifiche di coerenza di cui all articolo 32 commi 3, 5, della legge regionale , n. 7 (legge finanziaria 2002). Nella tavoletta 14 è riportato lo stralcio cartografico dello studio di compatibilità idraulica, da cui emerge che il sito di interesse non risulta inserito in alcun areale classificato come aree di pericolosità di qualunque categoria. Nella tavoletta 15 è riportato lo stralcio cartografico dello studio di compatibilità geologica e geotecnica da cui emerge che il sito di interessa rientra in un areale classificato Hg2 (rischio medio). Rientrano in tale categorie le zone in cui sono presenti solo frane stabilizzate non più riattivabili nelle condizioni climatiche attuali a meno di interventi antropici, nonché le zone in cui esistono condizioni geologiche e morfologiche sfavorevoli alla stabilità dei versanti ma prive al momento di indicazioni morfologiche di movimenti gravitativi. Le Norme Tecniche di attuazione del P.A.I. all art.33 ( Disciplina delle aree di pericolosità media da frane ) - comma 3 ( infrastrutture a rete o puntuali pubbliche o di interesse pubblico) stabiliscono che nelle aree di pericolosità media da frana è consentito l adeguamento degli impianti esistenti di depurazione e di smaltimento rifiuti (punto b) mentre non è ammessa (comma 4) la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e recupero rifiuti. 62

64 Al comma 5 si stabilisce che per questi interventi è richiesto lo studio di compatibilità geologica e geotecnica di cui all art.25 delle stesse Norme Tecniche da redigere secondo i criteri di cui all allegato F. Tale studio, da allegare al progetto preliminare, ha lo scopo di dimostrare che l intervento è stato progettato rispettando il vincolo di non aumentare il livello di pericolosità e di rischio esistente - fatto salvo quello eventuale intrinseca mente connesso all intervento ammissibile - e di non precludere la possibilità di eliminare o ridurre le condizioni di pericolosità e rischio. Pertanto il progetto preliminare dell intervento in argomento è stato corredato del prescritto studio, presentato in elaborato a parte a cui si è fatto riferimento anche per l inquadramento geologico e geotecnico del sito di interesse (v. par ) Presenza di siti contaminati Si è detto nel parag. 2.3, nell ambito della descrizione dell utilizzo storico del sito di Zimmioni, che la ex discarica comunale e la ex discarica controllata sono inseriti nel censimento dei siti potenzialmente contaminati del competente Settore Bonifiche Siti Contaminati della Provincia di Cagliari, come siti interessati da interventi di messa in sicurezza. I lavori di risanamento della ex discarica comunale avevano effettuato interventi di asportazione dei rifiuti non mineralizzati presenti nel settore sud del terrazzamento fronte discarica consortile (diventato in parte piazzale dell impianto) lasciando in situ le aliquote di terreno frammisto ai rifiuti già all epoca mineralizzati. In particolare va segnalato che il Piano di caratterizzazione, redatto nel 2001 in occasione dei lavori di risanamento della ex discarica comunale, aveva sottoposto a indagine la qualità del suolo del terrazzamento superiore in cui erano localizzati i vecchi rifiuti mineralizzati accertando che il grado di contaminazione nei metalli pesanti era inferiore ai limiti previsti dall allora vigente D.M. 471/99 (ora sostituiti dai limiti di cui all allegato 5 alla parte IV del D.Lgs.152/99 che ne hanno sostanzialmente confermato la validità) per i siti con destinazione ad uso commerciale e industriale mentre era superiore ai limiti per i siti ad uso residenziale. 63

65 2.5.6 Vincoli relativi a infrastrutture e insediamenti Per quanto riguarda i vincoli relativi a infrastrutture ed insediamenti, facendo riferimento ai fattori vincolanti o limitanti (seppure non escludenti), citati dalle indicazioni regionali sulle aree non idonee alla localizzazione di impianti di gestione di rifiuti, ed all elenco della vincolistica territoriale precisata dalla Del. G.R. 34/33 del sugli Studi preliminari Ambientali, si possono menzionare i seguenti ulteriori aspetti sulla vincolistica: - Il sito non ricade in fasce di rispetto di strade o ferrovie - il sito non rientra in alcuna fascia di rispetto di 200 m. dai punti di approvvigionamento idrico - il sito non rientra nelle fasce di rispetto delle aree cimiteriali, ai sensi del RD 1265/34; - il sito non rientra in aree del demanio marittimo e pertanto non si applicano i vincoli di cui al RDL 327/42; - il sito e le sue aree limitrofe non risultano essere gravate, secondo le informazioni acquisite presso il Comune di Villasimius, da presenza di opere militari - il sito non rientra nella fascia di rispetto di 300 m. da centri abitati, vincolo questo indicato dall'assessorato Difesa Ambiente nel Piano di Gestione Rifiuti - il sito non rientra in territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all art.21 del D.Lgs 228/ Classificazione acustica dell area Il Comune di Villasimius ha predisposto nel novembre 2005 il Piano di classificazione acustica del proprio territorio comunale, ai sensi della L.447/1995 (e del DPCM 14 novembre 1997), redatto secondo le linee guida della del. G.R. 30/9 del Le sorgenti sonore vengono assoggettate alla disciplina dei valori limite di emissione ed immissione così definiti: 64

66 valori limite di emissione: il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa. Essi sono pari ai valori di immissione diminuiti di 5dB valori limite di immissione: il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori, (distinti in valori limite assoluti e differenziali). Inoltre sono definiti i valori di attenzione e di qualità, definiti rispettivamente come valore del rumore che segnala un potenziale rischio per la salute umana o per l ambiente ed i valori da conseguire per realizzare gli obiettivi previsti dalla norma. Il Piano di classificazione acustica ripartisce il territorio comunale secondo le classi acustiche previste dalla norma a cui vengono attribuiti specifici i limiti di emissione/immissione, attenzione e qualità. Le classi acustiche sono di seguito riepilogate: CLASSE I - Aree particolarmente protette CLASSE II - Aree destinate a uso prevalentemente residenziale CLASSE III - Aree di tipo misto CLASSE IV - Aree di intensa attività umana CLASSE V - Aree prevalentemente industriali CLASSE VI - Aree esclusivamente industriali Nel prospetto seguente si riepilogano i limiti attribuiti alle varie classi acustiche 65

67 Il Piano ha collocato in Classe VI la zona a nord del territorio comunale, al confine del Comune di Castiadas, che comprende l area di Zimmioni destinata al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti, avente superficie pari a circa 3,5 Ha. La relativa fascia di pertinenza circostante tale area è stata assegnata alla Classe V. Inoltre risulta di Classe IV una fascia di larghezza tecnica di circa 50 metri che circoscrive a sua volta la fascia di pertinenza di classe V dell area destinata al trattamento dei rifiuti, (individuata con l acronimo a.t.o. VI.1), a nord del territorio comunale, al confine col Comune di Castiadas, e la separa dall area vasta individuata di classe III. Nella tavoletta 16 si riporta lo stralcio del Piano di Classificazione Acustica che individua l area di Zimmioni. In sostanza al sito di interesse è stata attribuita la classe acustica di minore qualità, di pertinenza delle aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e prive di insediamenti abitativi. Il Piano precisa che in queste aree l assenza di insediamenti abitativi non va interpretata alla lettera; si ammette infatti la presenza di abitazioni occupate da personale con funzioni di custodia e per esse, allo scopo di proteggere adeguatamente le persone, si dovranno disporre eventualmente degli interventi di isolamento acustico. Le fasce di rispetto della classe VI sono costituite da aree di classe V (aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni) e la fascia tecnica di classe IV (a cui 66

68 appartengono le aree in prossimità di strade di grande comunicazione), che ricomprende la S.P.19 di accesso al sito. Quest ultima è classificata come strada extraurbana secondaria (tipo Cb) a cui sono attribuite due fasce di rispetto rispettivamente di 100 m. e 50 m., a cui vengono assegnati limiti di immissione per il periodo diurno rispettivamente di 70 e 65 db(a) per ricettori diversi da scuole, ospedali ed altri ricettori sensibili Riepilogo sull analisi della vincolistica Dalla disamina sulla vincolistica emerge pertanto che: il sito rientra nella fascia perimetrata dal PPR come fascia costiera l area di intervento rientra nella fascia dei 150 m. dal Rio Canali Istrias (Rio Buguru) inserito negli elenchi delle acque pubbliche il sito rientra in un areale classificato come area Hg2 (medio) per pericolosità da frane dagli studi di compatibilità geologica e geotecnica di accompagnamento del nuovo PUC del Comune di Villasimius il sito rientra parzialmente in un area del Parco Regionale Sette Fratelli-Monte Genis istituito ai sensi della L.R. 31/89 il sito risulta al limitare e parzialmente inserito in un area gestita dall Ente Foreste l area di impianto risulta adiacente a siti potenzialmente contaminati inseriti negli appositi elenchi della Provincia di Cagliari. L area non rientra in alcun sito della Rete Natura 2000 e non presenta vincoli di natura infrastrutturale o insediativa. 67

69 3. ANALISI DEGLI IMPATTI POTENZIALI 3.1 Studio della dispersione degli odori Poiché l emissione di sostanze odorigene rappresenta uno dei fattori di impatto più importanti per gli impianti di compostaggio, si è ritenuto opportuno procedere ad uno studio della dispersione degli odori mediante applicazione di modelli previsionali, considerando la portata odorigena massima in emissione dall impianto di o.u./secondo (v. parag ) concentrata sul biofiltro. Lo studio della dispersione è stato condotto in due fasi: - utilizzo di un modello semplificato previsionale che non tiene conto della configurazione orografica del territorio circostante considerando la situazione climatica più frequente e quella più sfavorevole al fine di ottenere una prima informazione sulle previsioni diffusive e sui potenziali impatti nei ricettori più vicini all impianto; - studio eseguito da società specializzata nel settore (SICA Ingegneria) mediante utilizzo del modello diffusivo WINDIMULA 3 grazie al quale è possibile effettuare l analisi puntuale short term di sorgenti puntiformi sia in presenza di vento che in situazione di calma (modello Cirillo-Poli) per la stima delle concentrazioni massime di picco; il modello tiene altresì conto della situazione orografica del terreno. I risultati del modello WINDIMULA possono essere direttamente paragonati ai limiti previsti dalle linee guida della Regione Lombardia, riferimento normativo di base in assenza di riferimenti normativi nazionali. Nel paragrafo seguente si presentano i risultati ottenuti col modello semplificato, mentre si rimanda all elaborato specifico per i risultati dello studio eseguito dalla Società SICA le cui conclusioni vengono comunque riepilogate in apposito paragrafo. 68

70 3.1.1 Risultati col modello semplificato previsionale di diffusione Per prevedere il trasporto di contaminanti rilasciati in atmosfera è stato applicato il modello gaussiano di trasporto, nell'asse sottovento 1, che fornisce il profilo delle concentrazioni massime al suolo. Il modello, pur semplificato in quanto non consente di calcolare e confrontare in modo automatizzato i risultati di più situazioni climatologiche, fornisce risultati che possono essere considerati cautelativi in quanto non tiene conto di eventuali fattori di attenuazione rappresentati dalla configurazione orografica del territorio circostante. Si prendono come riferimento le situazioni climatologiche più rappresentative (vedi parag ), ovvero: - la classe neutra con venti di intensità 9,0 m/s; - la classe stabile con venti debolissimi 1,0 m/s; Le emissioni odorigene dai biofiltri sono considerate a temperatura ambiente o leggermente superiori, con sorgente ubicata mediamente a 2 m. dalla quota media del territorio circostante. Sempre a favore della sicurezza previsionale si considera una sorgente puntiforme. Tale ipotesi è fortemente cautelativa in quanto le sorgenti areali possiedono dimensioni laterali che permettono una dispersione orizzontale del pennacchio già alla sorgente, dispersione ed attenuazioni di cui il modello con sorgente puntiforme non tiene conto. Considerando la portata odorigena massima in emissione di o.u./secondo (v. parag ) si ottengono i valori di concentrazioni (espresse in o.u./mc) in funzione della distanza sottovento dalla sorgente, per le due situazioni climatiche. I valori ottenuti sono validi per un tempo di integrazione di 10 minuti, cioè considerando un valore mediato su 10 minuti di esposizione, onde poter evidenziare la punta di concentrazione. 1 C (x) = [Q/ U y z] [-½ (H/ z) 2 ] dove: Q = emissione (unità/s) U = velocità del vento (m/s) H = altezza del pennacchio (sorgente + sopraelevazione) [m] 69

71 Concentrazione di odore (o.u./mc) Distanza (m.) Classe Neutra Classe Stabile 100 4,08 5, ,94 16, ,02 11, ,63 8, ,43 5, ,32 4, ,25 3, ,20 2, ,16 2, ,14 1, ,12 1, ,10 1, ,08 1, , , , , , , ,61 Per l analisi dei risultati un utile riferimento è rappresentato dalle linee guida della regione Lombardia sulla gestione degli odori del febbraio Come criteri di accettabilità vengono individuati (per nuovi impianti o in caso di modifiche caratterizzate da emissioni di odori) i seguenti valori di concentrazione (intesi in realtà come concentrazioni orarie di picco di odore al 98 percentile su base annuale) 2 ou/mc per aree residenziali al primo ricettore / potenziale ricettore; 3 ou/mc per aree commerciali a 500 m dal confine aziendale o al primo ricettore / potenziale ricettore; 4 ou/mc per aree agricole o industriali a 500 m dal confine aziendale o al primo ricettore / potenziale/ricettore; I risultati del modello semplificato, pur non essendo riferibili direttamente ai valori del 98 percentile, possono trovare nei valori guida della Regione Lombardia, utile riferimento considerandoli come valori limite massimi. 70

72 Nelle tavolette di pagine seguenti si riportano in forma grafica i risultati ottenuti al fine di riconoscere le situazioni impattanti. Sono evidenziate con cerchi concentrici le varie fasce di impatto e precisamente: - la fascia di massima incidenza (fascia rossa), quantificata come la zona in cui si raggiungono i massimi valori e comunque la concentrazione di odore si mantiene superiore a 10 o.u./mc; - la fascia di disturbo (fascia arancio), quantificata come la zona in cui la concentrazione di odore si mantiene sopra la soglia che possiamo definire di disturbo (4 o.u./mc); - la fascia di percettibilità odorigena (fascia gialla), quantificata come la zona in cui si mantiene una concentrazione superiore alla soglia di 2 o.u./mc (il limite di 1 o.u./mc rappresenta la percettibilità teorica in condizioni di laboratorio) identificata come il limite di significativa percettibilità nelle condizioni reali anche per aree residenziali. Dalle simulazioni si evince che: - nella situazione climatologica più frequente (classe neutra con vento in quota), le soglie di disturbo possono essere raggiunte solo nell area di impianto, mentre già a una distanza di 200 m. dal sito non si ha percettibilità significativa di odore; - nella situazione climatologica più sfavorevole (classe di stabilità elevata e calma di vento), la fascia di massima incidenza si ha in un raggio di m.; la fascia di disturbo si amplia fino a circa m e quindi può rientrare l azienda agricola Frau, mentre la soglia di percettibilità significativa può essere raggiunta in un raggio massimo di m. dal sito, potendovi al più rientrare l azienda agricola in località Fillareddus -. 71

73 RISULTATI DISPERSIONE ODORIGENA CON CLASSE NEUTRA E VENTO IN QUOTA 72

74 RISULTATI DISPERSIONE ODORIGENA CON CLASSE STABILE E CALMA DI VENTO 73

75 3.1.2 Risultati col modello previsionale WINDIMULA Lo studio specifico previsionale di dispersione degli odori emessi dall impianto di compostaggio di Zimmioni, eseguito con modello valido per confrontare i risultati con i limiti previsti dalle linee guida della regione Lombardia, è presentato in elaborato separato a cui si rimanda per i dettagli. Lo studio analizza i risultati ottenuti nell area vasta prendendo in esame anche i potenziali ricettori più vicini al sito. Lo studio documenta che, pur considerando i valori massimi di concentrazione oraria (corretti col fattore di picco), la fascia di 2 OU E /m 3 è racchiusa in un raggio massimo di 400 m dal sito, e i valori massimi superiori a 4 OU E /m 3 ricadono prevalentemente nell'area di impianto. Dallo studio inoltre emerge che i valori massimi di concentrazione oraria corretti col fattore di picco superano il valore di 1 OU E /m 3 in numero di molto ridotto e comunque sensibilmente inferiore a quelli accettati dalle norme di riferimento della regione Lombardia Lo studio pertanto conclude sottolineando che non sono attesi impatti apprezzabili conseguenti alla dispersione di sostanze odorigene, dovute all'attività dell'impianto di compostaggio, sul territorio circostante, in quanto i valori massimi delle concentrazioni orarie di picco rapportate al parametro 98 percentile, risultano molto al di sotto delle soglie di accettabilità stabilite dalle Linee Guida della Regione Lombardia 74

76 3.2 Fotosimulazione dell inserimento dell opera A partire dagli elaborati progettuali è stato sviluppato il modello tridimensionale della nuova configurazione impiantistica al fine di produrre una simulazione fotografica dell inserimento dell opera nel sito e nell ambiente. In primo luogo sono state prese come base delle simulazioni le foto aeree, fornite dall Amministrazione Comunale di Villasimius, che offrono un immagine quanto mai esaustiva dello stato dei luoghi e dell inserimento delle opere nell area vasta. Tali simulazioni sono state integrate con altre aventi come base la visione del sito dal piano campagna in punti di osservazione interni. Non sono presenti, infatti, punti di osservazione in aree esterne al sito da posizioni peculiari (rete viaria, abitazioni, attività rurali) che permettano la visibilità dell opera da fruitori esterni, salvo un punto riscontrato nella S.P.19 in prossimità della strada di accesso al sito da cui risulta visibile l area tettoiata attualmente esistente. Anche su tale punto di visibilità è stata predisposta una simulazione fotografica. I risultati delle fotosimulazioni sono presentati nelle tavolette specifiche allegate in elaborato separato. Dall analisi dello studio emerge che: - gli interventi di revamping non alterano le peculiarità di paesaggio esistenti; - non modificano i profili di visibilità da punti esterni - permettono di inquadrare gli interventi come opere di riqualificazione e riutilizzo di un area degradata del sito. 75

77 3.3 Analisi degli impatti potenziali sulle componenti ambientali In questo paragrafo si analizzano gli impatti potenziali prodotti dagli interventi di revamping dell impianto di trattamento dei rifiuti urbani previsto nel sito di Zimmioni sulle componenti ambientali dell area vasta limitrofa al sito di interesse. Si prendono in esame le emissioni prodotte dall impianto, evidenziate nel cap.1 e lo stato delle componenti ambientali evidenziate nel cap Impatti sulla componente aria L impianto può provocare un impatto sull'ambiente atmosferico per emissioni di polveri, particolati ed odori. Il progetto prevede l adozione di lavorazioni in ambienti chiusi e totalmente confinati nei settori caratterizzati da presenza di rifiuti putrescibili ed a elevato indice di attività biologica (ricezione FORSU miscelazione di processo fermentazione accelerata maturazione insufflata), con estrazione dell aria esausta e trattamento in apposita sezione di biofiltrazione. Prevede altresì la presenza di ambienti coperti e parzialmente confinati per i settori di maturazione secondaria non insufflata e post-maturazione nonché di stoccaggio dei materiali non putrescibili (ramaglie strutturante) e del prodotto finito (compost maturo). Per quanto concerne l emissione di polveri e particolati l impatto risulta circoscritto alle aree di lavorazione non totalmente confinate ove sono presenti cumuli di biomassa matura. L emissione all esterno di polveri e particolati risulta in primo luogo ridotto dalla presenza di pareti perimetrali di confinamento nel lato nord, che formano una barriera fisica; inoltre l adozione di presidi costituiti da punti di approvvigionamento idrico consentono di effettuare interventi di aspersione dei cumuli di compost maturo (i punti di maggior rischio per il ridotto contenuto di umidità del materiale) finalizzati ad evitare il sollevamento di polveri. Per quanto riguarda l emissione degli odori, si può evidenziare che le emissioni odorigene sono sostanzialmente localizzate nel biofiltro. Il materiale presente nell aia di stoccaggio a 76

78 fine processo risulta sufficientemente maturo (IRD < 500 mgo 2 /kgsv/h) e non incide in modo significativo nella produzione di odori. Le simulazioni della dispersione degli odori mediante modelli previsionali, presentati nel parag. 3.1, hanno documentato che la concentrazione odorigena può essere significativa solo nell area di impianto e può essere apprezzabile all esterno del sito al più in una fascia di 400 m.. Non sono presenti in area limitrofa ricettori sensibili in quanto il sito risulta localizzato ad elevata distanza da agglomerati residenziali. I centri abitati di Villasimius e Castiadas sono a distanza di 4,5-5,0 km e dunque sono ampiamente distanti dall area di influenza. L area sensibile più vicina risulta in territorio di Castiadas (un agglomerato turisticoresidenziale già realizzato e parzialmente abitato) ubicato ad una distanza di circa 1,5 km. Le simulazioni effettuate, pur ampiamente cautelative, indicano che a tale distanza non si raggiunge la percettibilità olfattiva neanche nelle situazioni meteo-climatica più sfavorevoli. Rientra nella fascia di disturbo l attività agro-pastorale a sud del sito a distanza di circa 300 m. (azienda FRAU) non occupata stabilmente L analisi effettuata indica che, stante la ridotta entità della produzione di odori dall impianto (la potenzialità è da ritenersi medio-bassa) e la localizzazione in area sostanzialmente priva di ricettori sensibili, l impatto della diffusione di odori nell ambiente può ritenersi modesto se non trascurabile. Per quanto concerne la presenza di altre emissioni aeriformi caratterizzate da presenza di composti tossici, l impatto è da considerarsi trascurabile, in quanto non sono presenti nell impianto emissioni gassose di caratteristiche pericolose Impatti sulle acque superficiali Nell impianto è previsto il collettamento dei percolati prodotti nelle zone di lavorazione con successivo convogliamento all impianto di depurazione previsto in situ. Anche il flusso liquido originato dal sistema di trattamento arie con scrubber, così come le acque nere sanitarie e le acque della piazzola di lavaggio, vengono avviate all impianto di depurazione dei percolati. 77

79 Non è previsto quindi alcuno scarico all esterno di acque nere ed i flussi di percolato non hanno incidenza sulle acque superficiali. E previsto invece lo scarico delle acque dei piazzali, qualora non riutilizzate per scopi processistici nell impianto, suddivise in due tipologie: - le acque bianche dei tetti dei capannoni, che vengono avviate al compluvio esterno nella zona nord-ovest senza alcun trattamento; - le acque di pioggia dei piazzali, che vengono avviate al compluvio a sud (Rio Canali Istrias) previo trattamento di sedimentazione nella vasca di prima pioggia. Il Rio Canali Istrias già attualmente risulta il ricettore delle acque del terrazzamento su cui è localizzato l impianto e gli interventi in progetto risultano a favore del contenimento dell impatto in quanto prevedono il trattamento delle acque di prima pioggia, attualmente non esistente. Infine il Rio Canali Istrias risulta il ricettore delle acque di ruscellamento superficiale captate dal canale di guardia esistente ne lato est del sito che viene mantenuto inalterato anche nel progetto dei nuovi interventi di revamping. Già all epoca della realizzazione dell impianto il canale era stato fatto oggetto di verifica di portata per una situazione di precipitazione con tempo di ritorno cinquecentennale. La situazione di progetto non appare quindi incidere in modo significativo sulla situazione attuale Impatti sulle acque profonde Come detto nel paragrafo precedente, l impianto prevede il collettamento di tutte le acque di percolazione ed avvio all impianto di depurazione. Gli interventi di progetto possono considerarsi migliorativi rispetto alla configurazione attuale dell impianto: la presenza di una pavimentazione industriale in luogo di pavimentazione solo bitumata offre le migliori garanzie contro la dispersione di percolati nel sottosuolo. Inoltre il completamento della pavimentazione nell area del terrazzamento non ancora interessata da alcuna pavimentazione contribuisce alla messa in sicurezza dei luoghi in 78

80 quanto impedisce l infiltrazione di acque meteoriche nello strato subsuperficiale e che possono confluire nelle acque della falda che corre sotto le discariche adiacenti. L approvvigionamento delle acque per gli utilizzi in impianto è dell ordine di 15 mc/giorno, a cui si farà fronte col pozzo profondo già esistente, previa verifica delle caratteristiche qualitative per assicurare l idoneità agli scopi processistici Impatti su suolo e sottosuolo Lo studio di compatibilità geologica e geotecnica allegato al progetto preliminare ha attestato le discrete qualità del suolo e del sottosuolo sotto carico. Peraltro gli interventi in progetto prevedono solo opere su platea nelle zone a sud del terrazzamento in cui la qualità del sottosuolo risulta essere più scadente per la presenza di terreno di riporto frammisto a vecchi rifiuti già mineralizzati. Anche in questo caso lo studio ha documentato, mediante prospezioni geosismiche in situ, l idoneità dei suoli ai carichi di progetto. Lo studio altresì ha attestato, a fronte di una classificazione di pericolosità moderata da frane ai sensi delle norme attuative del Piano di Assetto Idrogeologico, che nell area non sono stati rilevati fenomeni franosi in atto né segni che ne lascino presagire l occorrenza; non è stata riscontrata la presenza d alcun elemento tettonico attivo, quali faglie o dislocazioni in genere, che possano favorire l innescarsi di dissesti di qualsiasi natura e provocare ripercussioni sulla stabilità delle opere in progetto. Va inoltre precisato che gli interventi di preparazione dell area, tra scavi e riporti, non producono surplus significativi di terreno di risulta. Laddove nelle operazioni di scavo nel settore sud dovessero essere intercettate piccole lenti di terreno frammisto a vecchi rifiuti, il progetto prevede l allontanamento del materiale come rifiuto da avviare a smaltimento in discarica autorizzata. Per ciò che concerne la valutazione dell impatto sulla componente suolo e sottosuolo dovuta all occupazione di aree e volumi, non si rilevano influenze significative in quanto non si prevede alcun intervento distruttivo di vegetazione né alcuna modifica del profilo attuale dei terreni. Il sedime di imposta infatti è costituito, come più volte ricordato, da un area già degradata da precedenti attività di smaltimento rifiuti e il revamping si configura, per contro, come intervento che consente di riqualificare e recuperare il sito per un attività di tipo industriale 79

81 e di servizio quale il trattamento di rifiuti ai fini del recupero, fornendo un contributo al risanamento dell area, che risulta inserita negli elenchi dei siti potenzialmente contaminati. Inoltre il recupero del compost di qualità nel comparto forestale va considerato come elemento positivo nell impatto sulla componente suolo dell area vasta circostante L occupazione di volumi, per quanto concerne l inserimento di una struttura impiantistica con capannoni industriali, non appare produrre un impatto significativo rispetto allo stato attuale e non limita il giudizio complessivo positivo Impatti su flora e fauna Le componenti flora-fauna non vengono coinvolte nelle fasi di costruzione e di esercizio dell opera in quanto: non è prevista alcuna distruzione e/o degradazione della vegetazione a causa dell occupazione del suolo; non vi è alcuna degradazione, in termini percettivi, della vegetazione limitrofa; non si produce alcuna modifica dell habitat faunistico ed allontanamento della fauna; non si creano condizioni di richiamo per la fauna sinantropica I possibili impatti legati all incremento del traffico locale ed all incremento del rumore dovuto alle lavorazioni dell impianto a danno di specie faunistiche selvatiche dell area vasta limitrofa non appaiono essere significativi. I presìdi dell impianto, che prevede lavorazioni al chiuso, consentono di affermare che nelle normali condizioni di esercizio non si manifesta alcun impatto indotto dalla presenza di vettori, quali i gabbiani, che potrebbero essere richiamati dalla presenza di una struttura che tratta rifiuti urbani con frazioni merceologiche putrescibili e che potrebbero produrre impatto negativo sulla componente faunistica in quanto predatori opportunisti di animali deboli ed in particolare di pernici e lepri. Soprattutto l aver previsto la sezione di ricezione dei rifiuti in ambiente chiuso e confinato è un deterrente efficace contro il richiamo di gabbiani, come dimostrano tutte le esperienze in atto negli impianti di compostaggio anche nel territorio regionale. 80

82 3.3.6 Impatti sul paesaggio L analisi della vincolistica (v. parag. 2.5) ha fatto emergere che l area di sedime dell impianto risulta interessato da vincoli paesaggistici in quanto inserita nella fascia dei 150 m. dal Rio Canali Istrias (facente parte dell elenco delle acque pubbliche) e rientra nella fascia costiera stabilita dal vigente P.P.R. Le norme di settore relative ai criteri di localizzazione degli impianti di trattamento rifiuti ammettono la fattibilità di interventi di adeguamento di un impianto già esistente, ma il progetto deve essere sottoposto a verifica di compatibilità paesaggistica dal Servizio Tutela paesaggistica dell Assessorato Enti Locali, finanze e urbanistica della RAS. Pertanto si approfondisce l esame delle due tipologie di vincoli. Per quanto riguarda il vincolo legato alla fascia costiera va osservato che il sito si trova al limitare della sua perimetrazione che segue, nell intorno del sito, la strada S.P.19. La rete viaria è stata infatti identificata come linea di demarcazione dell area vasta costiera, quest ultima considerata, nell insieme, come bene paesaggistico da preservare. La scheda dell ambito di paesaggio n.27, in cui rientra il sito di interesse, evidenzia che la struttura ambientale è caratterizzata dall'imponente retroterra montano del massiccio granitoide di Serpeddì-Sette Fratelli, che con le sue propaggini meridionali si distende fino alla fascia costiera. Il sito di Zimmioni è ubicato proprio al limitare della demarcazione tra le due valenze dell ambito di paesaggio. Ponendosi a oltre 5 km dalla linea di costa (con le sue peculiarità che formano peraltro l oggetto di siti protetti delle rete Natura 2000 e dell Area Marina protetta di Capo Carbonara) ed a circa 2 km dal complesso montuoso dei Sette Fratelli (identificato come bellezza panoramica ex D. Galassini v. tavoletta 9), il sito non appare influenzare direttamente gli elementi ambientali del sistema paesaggistico dell Ambito ed in modo particolare quelli attinenti alle piane costiere ed ai corridoi vallivi, configurandosi come area singolare con destinazione servizi/industriale, stante l utilizzo che nel tempo è stato effettuato come area di smaltimento e gestione rifiuti. Le immagini presentate nella documentazione fotografica allegata al progetto preliminare e lo studio specifico di foto-inserimento dell opera nel territorio, allegato al presente studio, esemplificano come il sito non influenzi le caratteristiche degli elementi ambientali 81

83 dell ambito d paesaggio limitrofo (n.26) di cui la piana di Castiadas rappresenta l elemento peculiare retrostante la relativa fascia costiera. Scendendo nel dettaglio, l analisi dell impatto sul paesaggio viene condotta sotto due diversi profili: - l individuazione del grado di estraneità, in termini percettivi, delle modificazioni morfologiche nell area vasta circostante; - la definizione della percezione visiva dell intervento su scala locale. Le risultanze del fotoinserimento dell opera (v. 3.2 e specifico allegato) documentano come l intervento in argomento nel suo complesso non annulla quelle che sono le peculiarità del paesaggio. L impianto infatti presenta delle altezze contenute in una decina di metri dal p.c., inferiori alle altezze della limitrofa discarica e della stessa grandezza delle altezze del capannone già esistente. Il nuovo capannone previsto nel revamping si pone in continuità con le tipologie di strutture in elevazione presenti nell area. Per quanto riguarda la visibilità dell opera, questa risulta essere impedita da tutti i punti critici, salvo da un corridoio lungo la S.P. 19 da cui però risulta visibile solo il capannone attuale dell impianto e non quelli previsti in progetto. L area di sedime dell impianto presenta quindi la caratteristica di non visibilità da eventuali fruitori del paesaggio in quanto mascherata nell area vasta dai rilievi del Bruncu Is Cerbus e del Bruncu Is Zimmioni, non risultando visibile neanche dall attività agropastorale più limitrofa al sito, a ciò impedita dalla presenza della vecchia discarica comunale in pendio. Per quanto concerne l analisi dell altro elemento di impatto paesaggistico, rappresentato dalla vicinanza con il Rio Canali Istrias, inserito nell elenco acque pubbliche per tutto il suo corso col nome di Rio Buguru, si prende come riferimento la foto aerea del sito (ortofoto del 2006-f.te RAS) su cui sono state impostate le linee di livello nonché il primo tratto del percorso del Rio. Si è già detto, infatti, che il sito è ubicato in prossimità del bacino imbrifero di origine del Rio Canali Istrias, che raccoglie le acque dei versanti del Bruncu Is Zimioni e del Bruncu Is Cerbus. (v. tavolette 3A e 3B). Il Rio ha carattere torrentizio, privo d acque in scorrimento superficiale nel periodo estivo. 82

84 INQUADRAMENTO DEL SITO CON LE LINEE DI LIVELLO ED IL RIO CANALI ISTRIAS 83

85 Il Rio Canali Istrias segna l incisione valliva limitrofa al sito e si trova a quota decisamente inferiore rispetto al terrazzamento di ubicazione dell impianto, con dislivello dell ordine di circa 30 m. L asta torrentizia scorre in regime di erosione non presenta alcuna problematica associabile a rischio di esondazione o di pericolosità idraulica, come peraltro constatato dallo studio di pericolosità idraulica redatto nell ambito del PUC. La separazione fisica dell area di impianto dal Rio, che nel punto minimo dista circa 130 m. ma con distanza che aumenta già nel tratto immediatamente successivo alla prima ansa, è rappresentato dalla ex discarica comunale che interferisce più direttamente col corso d acqua dal momento che il piede dell argine è localizzato praticamente sulla sponda del Rio. La foto seguente (v. anche la documentazione fotografica), scattata dalla sommità della ex discarica comunale, mostra il pendio ed evidenzia come la folata macchia mediterranea presente lateralmente al piede dell argine mascheri anche visivamente il corso d acqua. Gli elementi segnalati avvalorano una valutazione di sostanziale ininfluenza dell area di sedime dell impianto con le peculiarità paesaggistiche del Rio Canali Istrias, che comunque non verrebbero ad essere alterate rispetto alla situazione attuale dalle previsione di interventi di adeguamento dell impiantistica già presente nel terrazzamento superiore. 84

86 3.3.7 Impatti sulla viabilità Come anticipato in sede di descrizione del quadro progettuale (v. cap.1). l attuazione degli interventi di riconversione dell impianto attuale a compostaggio di qualità genera volumi di traffico inferiori rispetto a quanto previsto con l attivazione dell impianto nella configurazione attuale; nell impianto di compostaggio infatti è previsto il conferimento della sola frazione organica mentre non si prevede il conferimento di rifiuti indifferenziati. Il n di veicoli in ingresso possono essere quantificati cautelativamente al più in 20 veicoli/giorno nei periodi di punta estiva e nel caso di contemporaneità nella giornata di conferimento dei veicoli provenienti dai comuni del bacino di conferimento (Sarrabus- Gerrei). Tale flusso non appare essere rilevante per la rete viaria rappresentata dalla S.P.19 di collegamento Villasimius-Castiadas, interessata solo marginalmente dal traffico residenziale ed in modo modesto anche nel periodo di punta estiva dal flusso turistico. Peraltro la stessa rete viaria aveva sostenuto il traffico indotto dei veicoli di conferimento dei rifiuti urbani negli anni di esercizio della discarica consortile senza produrre impatti significativi. Si ritiene opportuno al più segnalare la necessità di predisporre apposita cartellonistica di segnalazione della presenza dell impianto all altezza dello stradello di accesso al sito, al fine di ridurre il rischio di incidenti durante le manovre di svolta per l accesso allo stradello di avvicinamento al sito Impatti sul livello sonoro Rispetto allo stato attuale, caratterizzato da assenza di attività sia in riferimento all impianto che all adiacente discarica consortile, l attivazione dell opera produce un alterazione del livello sonoro. Va considerato che il progetto prevede che tutte le attrezzature installate all interno degli edifici abbiano un livello di emissione sonora inferiore a 85 dba. I ventilatori di aspirazione e convogliamento aria esausta ai biofiltri, ubicati all esterno, è previsto siano dotati di 85

87 protezione di insonorizzazione atta a mantenere un livello di rumorosità inferiore a 70 dba. Inoltre nelle posizioni di lavoro (sala controllo, uffici e locali) è previsto un livello di rumore non superiore a db (A). Va altresì tenuto conto che il sito è identificato dal Piano di classificazione acustica del comune di Villasimius nella classe acustica di qualità minima (Classe VI -aree industriali) proprio per la natura delle attività già previste nell impianto attualmente esistente. Sulla base dei presidi ambientali previsti dal progetto si può affermare che i valori delle immissioni acustiche sono tali da risultare inferiori ai limiti previsti per la classe acustica indicata dal Piano sia con riferimento ai valori limite di emissione che ai valori di qualità Impatti sulla salute e sicurezza Le emissioni dall impianto, come visto anche nei paragrafi precedenti, sono molto contenute e tali non rappresentare elemento di rischio per la salute delle popolazioni degli agglomerati più vicini al sito.. La problematica degli odori, già ampiamente sviluppata, non rappresenta un fattore critico per la salute ma potrebbe essere al più causa di disturbo limitatamente alla sola attività agro-pastorale esistente in prossimità del sito. Il rischio di incidenti anche nell ambiente di lavoro, stante le tipologie di lavorazione e le dotazioni previste in progetto, è da ritenersi sostanzialmente trascurabile. L esercizio dell impianto di compostaggio non comporta rischio di incidenti rilevanti sia in riferimento alle sostanze che alle tecnologie utilizzate, stante anche la dotazione di specifica impiantistica antincendio a protezione. I rischi sono legati alle normali attività di esercizio di apparecchiature elettromeccaniche ed alle attività di movimentazione di rifiuti non pericolosi ad elevata putrescibilità. Con le apposite dotazioni di protezione individuale anche il problema dei rumori risulta essere di entità trascurabile per la salute dei lavoratori. Rimane l aspetto inerente la necessità di una migliore segnalazione dell accesso dalla S.P.19 allo stradello per la minimizzazione del rischio di incidenti stradali legati al conferimento dei rifiuti. 86

88 Impatti sulle relazioni sociali Gli interventi di revamping dell impianto in argomento vanno inseriti nel quadro delle attività che il Comune di Villasimius ha intrapreso in ordine alla protezione ambientale del proprio territorio comunale. Il sito di Zimmioni, da quasi cinquant anni utilizzato come area di smaltimento rifiuti, in origine come punto di scarico incontrollato dei rifiuti urbani di Villasimius, è stato oggetto di vari interventi tesi non solo ad una sua messa in sicurezza ma anche ad un suo riutilizzo come area di servizio in cui operare la gestione dei rifiuti in modo ambientalmente corretto, utile per tutto il comprensorio del Sarrabus-Gerrei. Abbandonato l uso come area di discarica incontrollata (messa in sicurezza con appositi interventi di risanamento), è stato riutilizzato prima come sito per la realizzazione di una discarica controllata consortile (di titolarità della C.M. Serpeddì) aperta ai conferimenti di rifiuti degli altri comuni dell intero comprensorio e successivamente, con la chiusura della discarica, come punto di localizzazione dell impianto di trattamento rifiuti (di titolarità della Provincia di Cagliari) in sintonia con le nuove normative tese a privilegiare il trattamento in luogo dello smaltimento in discarica. In coerenza con la nuova impostazione della gestione dei rifiuti che privilegia l implementazione delle raccolte differenziate per una gestione sostenibile dei rifiuti, il Comune di Villasimius ha accettato di prendere in carico la riconversione dell impianto al fine di attivare un impianto di compostaggio di qualità, sempre al servizio dell intero comprensorio del Sarrabus, che fornisse risposte alle nuove richieste scaturite dall attivazione delle raccolte differenziate. Si dà così concretezza alla riqualificazione del sito che da originario luogo di smaltimento incontrollato di rifiuti diventa sede di un impianto di recupero di materiali dai rifiuti e quindi simbolo della nuova filosofia che tende a valorizzare gli sforzi di tutto il territorio del Sarrabus tesi a garantire una gestione ambientalmente compatibile nel settore strategico dei rifiuti. L impianto, che nasce con tutti i presidi ambientali richiesti dalle norme e dalle BAT (le migliori tecnologie in ordine alla compatibilità ambientale di un opera di gestione rifiuti) potrà pertanto essere visto dalla comunità di Villasimius e dell intero comprensorio come 87

89 intervento atto a superare le vecchie impostazioni legate alle discariche ed a diventare strumento, e perciò anche simbolo, della nuova impostazione tesa alla protezione dell ambiente. Non sono pertanto prevedibili impatti significativi: - per la comunità di Villasimius, che vede superare in modo definitivo la presenza di una discarica di rifiuti nel proprio territorio; - per le comunità del comprensorio del Sarrabus-Gerrei, che potranno disporre di un opera di servizio, attesa da tempo, che consente significativi risparmi in termini economici oltre che ambientali nel servizio di trasporto dell umido da raccolta differenziata agli impianti di conferimento e che si traducono in minori oneri tariffari per i cittadini; - per le utenze residenziali di area vasta, assai distanti dal sito di intervento e che non risentono in modo apprezzabile della presenza di emissioni dall impianto.. 88

90 ALLEGATO Copia delibera regionale di approvazione del progetto di realizzazione dell impianto esistente 89

91

92

93

94

95

96

Comune di Villasimius Provincia di Cagliari

Comune di Villasimius Provincia di Cagliari Comune di Villasimius Provincia di Cagliari INTERVENTI DI RICONVERSIONE AD IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI QUALITA' DELL'IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI URBANI IN LOC. ZIMMIONI PROGETTO PRELIMINARE ELABORATO

Dettagli

KYKLOS S.r.l. Rimini, Ecomondo Ing. Giorgio Custodi

KYKLOS S.r.l. Rimini, Ecomondo Ing. Giorgio Custodi KYKLOS S.r.l. Ampliamento dell impianto di compostaggio di Kyklos: realizzazione di una nuova sezione di digestione anaerobica ed integrazione nel processo aerobico Ing. Giorgio Custodi Rimini, Ecomondo

Dettagli

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO CASA SARTONI - MONTESPERTOLI (FI) CARATTERISTICHE GENERALI

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO CASA SARTONI - MONTESPERTOLI (FI) CARATTERISTICHE GENERALI IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO CASA SARTONI - MONTESPERTOLI (FI) CARATTERISTICHE GENERALI L impianto di Casa Sartoni, situato nel comune di Montespertoli (FI) e gestito da Publiambiente spa, è costituito da

Dettagli

Comune di Villasimius Provincia di Cagliari

Comune di Villasimius Provincia di Cagliari Comune di Villasimius Provincia di Cagliari INTERVENTI DI RICONVERSIONE AD IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI QUALITA' DELL'IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI URBANI IN LOC. ZIMMIONI PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA'

Dettagli

Da rifiuto a risorsa: Il compostaggio di qualità. Bonassai 4 novembre 2016

Da rifiuto a risorsa: Il compostaggio di qualità. Bonassai 4 novembre 2016 Da rifiuto a risorsa: Il compostaggio di qualità Bonassai 4 novembre 2016 Due parole su LA STORIA 1996: Costituzione di Verde Vita s.r.l. Inizio attività di raccolta e trasporto rifiuti speciali 1997:

Dettagli

PROGETTO AMBIENTE BACINO LECCE TRE S.R.L.

PROGETTO AMBIENTE BACINO LECCE TRE S.R.L. PROGETTO AMBIENTE BACINO LECCE TRE S.R.L. PROGETTO COFINANZIATO DALLA COMUNITA EUROPEA POR PUGLIA 2000-2006 Misura 1.8 L opera: Progetto Ambiente Bacino Lecce Tre Il Progetto Lecce 3 inteso come progettazione,

Dettagli

Trattamento dei rifiuti indifferenziati residuali dalla raccolta differenziata

Trattamento dei rifiuti indifferenziati residuali dalla raccolta differenziata Assemblea Territoriale d Ambito Ambito Territoriale Ottimale 2 ing. Massimo Stella Trattamento dei rifiuti indifferenziati residuali dalla raccolta differenziata Assemblea Territoriale d Ambito ATO 2 Ancona

Dettagli

I controlli gestionali degli impianti CdR nelle diverse fasi del ciclo di lavorazione

I controlli gestionali degli impianti CdR nelle diverse fasi del ciclo di lavorazione I controlli gestionali degli impianti CdR nelle diverse fasi del ciclo di lavorazione Dei sette impianti di CdR della regione Campania (Figura 2), tre sono al servizio della gli altri quattro sono al servizio

Dettagli

PROGETTO DELLE INFRASTRUTTURE DELL'IMPIANTO DI RACCOLTA E TRATTAMENTO DI INERTI E MATERIALI EDILI

PROGETTO DELLE INFRASTRUTTURE DELL'IMPIANTO DI RACCOLTA E TRATTAMENTO DI INERTI E MATERIALI EDILI PROGETTO DELLE INFRASTRUTTURE DELL'IMPIANTO DI RACCOLTA E TRATTAMENTO DI INERTI E MATERIALI EDILI RELAZIONE ILLUSTRATIVA PIANO PREVENTIVO DITTA MARRONE Ing. Michele Territo ALLEGATO A - RELAZIONE ILLUSTRATTIVA

Dettagli

Scheda Tecnica Informativa SP - STOCCAGGIO PROVVISORIO

Scheda Tecnica Informativa SP - STOCCAGGIO PROVVISORIO Scheda Tecnica Informativa SP - STOCCAGGIO PROVVISORIO 1. Ubicazione dell'impianto Comune CORIANO Via RAIBANO C.A.P. 47853 Telefono 0541361211 2. Nominativo del responsabile tecnico dell'impianto Nome

Dettagli

Tale procedimento, alla data di presentazione della presente istanza è ancora in corso.

Tale procedimento, alla data di presentazione della presente istanza è ancora in corso. Nota preliminare L applicazione del D. Lgs. 59/05 ha comportato il rilascio dell Autorizzazione Integrata Ambientale dell impianto con Atto Dirigenziale dalla Provincia di Firenze n. 4192 del 18/12/2007.

Dettagli

La produzione di compost di qualità

La produzione di compost di qualità La produzione di compost di qualità Scerni 28 Marzo 2017 Dott. Agr. Antonio D adamo Che cosa è il compostaggio Si definisce compostaggio la tecnica di trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani che ne trasforma

Dettagli

AREA POLIFUNZIONALE DI TRATTAMENTO RIFIUTI DENOMINATA AREA 2 MODENA

AREA POLIFUNZIONALE DI TRATTAMENTO RIFIUTI DENOMINATA AREA 2 MODENA DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AREA POLIFUNZIONALE DI TRATTAMENTO RIFIUTI DENOMINATA AREA 2 MODENA Impianto di incenerimento (Cod.( IPPC 5.2) Impianto di trattamento chimico fisico (Cod.(

Dettagli

Allegato 1 alla domanda di scarico delle acque meteoriche ed industriali.

Allegato 1 alla domanda di scarico delle acque meteoriche ed industriali. Spett. AVS Thiene Allegato 1 alla domanda di scarico delle acque meteoriche ed industriali. Oggetto: Relazione tecnica per lo scarico delle acque della ditta Dal Maistro per il sito di via Z.A.I., Comune

Dettagli

Una cava di materiale inerte si coltiva direttamente sul fronte. Sono da valutare, per la generazione di polveri, le condizioni naturali,

Una cava di materiale inerte si coltiva direttamente sul fronte. Sono da valutare, per la generazione di polveri, le condizioni naturali, Una cava di materiale inerte si coltiva direttamente sul fronte. Sono da valutare, per la generazione di polveri, le condizioni naturali, granulometriche, di umidità, la frazione volatile, il regime dei

Dettagli

ALLEGATI ALLA RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA

ALLEGATI ALLA RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VICENZA COMUNE DI CORNEDO VICENTINO MODIFICA DI UN IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI AUTORIZZATO IN REGIME SEMPLIFICATO UBICATO IN VIA MONTE CENGIO n

Dettagli

DIGESTIONE ANAEROBICA: una nuova frontiera per il trattamento della FORSU

DIGESTIONE ANAEROBICA: una nuova frontiera per il trattamento della FORSU DIGESTIONE ANAEROBICA: una nuova frontiera per il trattamento della FORSU Ing. Valentina Alessandrini Convegno Rifiuti, sottoprodotti e colture dedicate come risorse per la città, l azienda e per un ambiente

Dettagli

LA VALORIZZAZIONE DELLA FORSU: LA SOLUZIONE IMPIANTISTICA PROPOSTA DA ECODECO

LA VALORIZZAZIONE DELLA FORSU: LA SOLUZIONE IMPIANTISTICA PROPOSTA DA ECODECO LA VALORIZZAZIONE DELLA FORSU: LA SOLUZIONE IMPIANTISTICA PROPOSTA DA ECODECO La FORSU La Frazione Organica dalla Raccolta Differenziata di R.S.U. - F.O.R.S.U è un rifiuto caratterizzato da elevata umidità

Dettagli

La quantità di rifiuti urbani prodotti in Italia ha registrato un incremento continuo di circa il 2,7% annuo negli ultimi tre anni.

La quantità di rifiuti urbani prodotti in Italia ha registrato un incremento continuo di circa il 2,7% annuo negli ultimi tre anni. Produzione e trattamento rifiuti in Italia nel 2006 (Dati e tabelle dal Rapporto Rifiuti 2007 dell APAT) La quantità di rifiuti urbani prodotti in Italia ha registrato un incremento continuo di circa il

Dettagli

Allegato al protocollo ARPAT n del 11/05/2016. Allegato C

Allegato al protocollo ARPAT n del 11/05/2016. Allegato C Allegato al protocollo ARPAT n 0031057 del 11/05/2016 Allegato C MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE, CONTROLLO E MONITORAGGIO DELLE PROVE FUNZIONALI PER LA VERIFICA DELLA FATTIBILITÀ DI UNA EVENTUALE RIDUZIONE

Dettagli

REPORT TECNICO SULLA MISCELAZIONE DEI RIFUTI NON PERICOLOSI

REPORT TECNICO SULLA MISCELAZIONE DEI RIFUTI NON PERICOLOSI REPORT TECNICO SULLA MISCELAZIONE DEI RIFUTI NON PERICOLOSI 1. Attività di miscelazione di rifiuti non pericolosi non in deroga all art. 187 d. lgs. 152/06 La Ditta potrà effettuare operazioni di miscelazione

Dettagli

GESTIONE AMBIENTALE DELLE ACQUE METEORICHE

GESTIONE AMBIENTALE DELLE ACQUE METEORICHE In collaborazione con: Con il patrocinio di: GIORNATA DI FORMAZIONE SU RISORSE IDRICHE ATTUAZIONE DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE NEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO GESTIONE AMBIENTALE DELLE ACQUE METEORICHE

Dettagli

1 SCOPO OPERE DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI OPERE DI COMPENSAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI...7

1 SCOPO OPERE DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI OPERE DI COMPENSAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI...7 SOMMARIO 1 SCOPO...3 2 OPERE DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI...4 3 OPERE DI COMPENSAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI...7 2 di 7 1 SCOPO Il presente elaborato è dedicato a descrivere gli interventi

Dettagli

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO E BIOSTABILIZZAZIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI DA REALIZZARE NELLA ZONA INDUSTRIALE DI TERMINI IMERESE (PA)

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO E BIOSTABILIZZAZIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI DA REALIZZARE NELLA ZONA INDUSTRIALE DI TERMINI IMERESE (PA) IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO E BIOSTABILIZZAZIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI DA REALIZZARE NELLA ZONA INDUSTRIALE DI TERMINI IMERESE (PA) Presentazione Progetto Data: 10/02/2017 1 Il presente documento riguarda

Dettagli

EcoAmbiente Salerno SpA. Direttore Tecnico Ing. Domenico Ruggiero. STIR di Battipaglia Biostabilizzazione

EcoAmbiente Salerno SpA. Direttore Tecnico Ing. Domenico Ruggiero. STIR di Battipaglia Biostabilizzazione EcoAmbiente Salerno SpA Direttore Tecnico Ing. Domenico Ruggiero STIR di Battipaglia Biostabilizzazione SOMMARIO 1. PREMESSA... 2 2. BIOSTABILIZZAZIONE... 2 3. DESCRIZIONE DELL IMPIANTO DI BIOSTABILIZZAZIONE...

Dettagli

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA CEMENTERIA DI VIBO VALENTIA IMPIANTO DI ALIMENTAZIONE DI PNEUMATICI FUORI USO ALLA LINEA DI COTTURA

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA CEMENTERIA DI VIBO VALENTIA IMPIANTO DI ALIMENTAZIONE DI PNEUMATICI FUORI USO ALLA LINEA DI COTTURA ITALCEMENTI S.p.A. DCTI - Servizio Progetti RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA CEMENTERIA DI VIBO VALENTIA IMPIANTO DI ALIMENTAZIONE DI PNEUMATICI FUORI USO ALLA LINEA DI COTTURA 0 06/07/07 EMISSIONE BRI BRI

Dettagli

55 14049 NIZZA MONFERRATO

55 14049 NIZZA MONFERRATO RENOVA s.r.l. Piazza Garibaldi 55 14049 NIZZA MONFERRATO Stabilimento di Incisa Scapaccino (AT) Reg. Prata 5 Relazione tecnica Nizza Monferrato, 15 Ottobre 2009 1. SCOPO La presente relazione illustra

Dettagli

Le azioni della Regione Sardegna per lo sviluppo delle raccolte differenziate

Le azioni della Regione Sardegna per lo sviluppo delle raccolte differenziate Le azioni della Regione Sardegna per lo sviluppo delle raccolte differenziate Ing. Roberto Serra Coredattore del Piano Gestione Rifiuti Urbani della Regione Sardegna 7 novembre 2012 - Ecomondo Rimini Fiera

Dettagli

Sommario. La piattaforma in sintesi... 3 La soluzione proposta... 4 I vantaggi in sintesi... 7

Sommario. La piattaforma in sintesi... 3 La soluzione proposta... 4 I vantaggi in sintesi... 7 PIATTAFORMA INNOVATIVA PER TRATTAMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI INDIFFERENZIATI E NON, FINALIZZATO ALLA VALORIZZAZIONE DELLA FRAZIONE ORGANICA ED ALLA PRODUZIONE DI CSS PER LA SUCCESSIVA CONVERISONE IN

Dettagli

COMUNE DI ORTACESUS PROVINCIA DI CAGLIARI. Oggetto:

COMUNE DI ORTACESUS PROVINCIA DI CAGLIARI. Oggetto: COMUNE DI ORTACESUS PROVINCIA DI CAGLIARI STUDIO TECNICO DI INGEGNERIA - DOTT. ING. GIUSEPPE FANNI Via Ogliastra n. 37-09121 CAGLIARI TEL. / FAX 070-285855 - CELL.3497823004 Oggetto: REALIZZAZIONE DI UN

Dettagli

SCHEDA TECNICA N. (una per ogni tipologia di rifiuto da avviare a recupero)

SCHEDA TECNICA N. (una per ogni tipologia di rifiuto da avviare a recupero) SCHEDA TECNICA N. (una per ogni tipologia di rifiuto da avviare a recupero) 1 Tipologia del rifiuto: posizione n. - allegato - suballegato (posizione di riferimento indicata negli allegati al D.M. 5/2/98

Dettagli

IMPIANTO DI MIRANDOLA (Via Belvedere n.5/c Comune di Mirandola)

IMPIANTO DI MIRANDOLA (Via Belvedere n.5/c Comune di Mirandola) IMPIANTO DI MIRANDOLA (Via Belvedere n.5/c Comune di Mirandola) Discarica per rifiuti speciali non pericolosi con capacità superiore a 10 ton/giorno Impianto soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale

Dettagli

Presentazione del progetto di smaltimento delle acque meteoriche

Presentazione del progetto di smaltimento delle acque meteoriche Presentazione del progetto di smaltimento delle acque meteoriche Le acque meteoriche che nell ambito del progetto dovranno essere smaltite sono quelle ricadenti sulle superfici destinate a parcheggi e

Dettagli

LE COCCINELLE. Impianto di compostaggio a biocontainer

LE COCCINELLE. Impianto di compostaggio a biocontainer Entsorga Italia S.r.l. Strada per Castelnuovo S.,7 15057 Tortona (AL) P. IVA 01755850060 Tel.0131.811383 Fax 0131.873281 www.entsorga.it info@entsorga.it LE COCCINELLE Impianto di compostaggio a biocontainer

Dettagli

PRODUZIONE E GESTIONE GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI PARTE 2. Prof. Salvatore Masi

PRODUZIONE E GESTIONE GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI PARTE 2. Prof. Salvatore Masi PRODUZIONE E GESTIONE GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI PARTE 2 Prof. Salvatore Masi Schematizzazione dei diversi sistemi di raccolta rifiuti solidi urbani RACCOLTA RIFIUTI INDIFFERENZIATA DIFFERENZIATA

Dettagli

Impianto di compostaggio a biocontainer

Impianto di compostaggio a biocontainer Entsorga Italia S.r.l. Strada per Castelnuovo S.,7 15057 Tortona (AL) P. IVA 01755850060 Tel.0131.811383 Fax 0131.873281 www.entsorga.it info@entsorga.it LE COCCINELLE ASPIRATE Impianto di compostaggio

Dettagli

9.4 Gli impianti di gestione rifiuti a Savona

9.4 Gli impianti di gestione rifiuti a Savona 57 9.4 Gli impianti di gestione rifiuti a Savona Dopo la chiusura dell rimpianto di Magliolo, in provincia di Savona sono rimaste in esercizio le due discariche di Vado Ligure Boscaccio, che risponde alle

Dettagli

SCHEDA TECNICA IMPIANTO CHIVASSO

SCHEDA TECNICA IMPIANTO CHIVASSO SCHEDA TECNICA IMPIANTO CHIVASSO Luogo / Ubicazione Coordinate geografiche Autorizzazione (titolo) Società di riferimento Attività Capacità di trattamento Tipologia di rifiuti trattati Chivasso (TO) Italia

Dettagli

OSSERVATORIO REGIONALE PER IL COMPOSTAGGIO LA DIGESTIONE ANAEROBICA: CRITICITA TECNICHE E NORMATIVE DEL SETTORE

OSSERVATORIO REGIONALE PER IL COMPOSTAGGIO LA DIGESTIONE ANAEROBICA: CRITICITA TECNICHE E NORMATIVE DEL SETTORE LA DIGESTIONE ANAEROBICA: CRITICITA TECNICHE E NORMATIVE DEL SETTORE Relatori: Alberto Ceron, Francesco Loro Quantitativo di rifiuto trattato in Veneto mediante compostaggio e digestione anaerobica (in

Dettagli

AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE Ai sensi del D.Lgs. 18 febbraio 2005, n.59

AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE Ai sensi del D.Lgs. 18 febbraio 2005, n.59 REGIONE VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI CEREA (VR) POTENZIAMENTO DI UN IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO ESTENTE IN LOCALITA' SANTA TERESA NEL COMUNE CEREA(VR) AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE Ai sensi

Dettagli

IMPIANTO DI RONCOBOTTO (Via Isola Ronchi Comune di Zocca)

IMPIANTO DI RONCOBOTTO (Via Isola Ronchi Comune di Zocca) IMPIANTO DI RONCOBOTTO (Via Isola Ronchi Comune di Zocca) Discarica per rifiuti speciali non pericolosi con capacità superiore a 10 ton/giorno Impianto soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale Gestore:

Dettagli

Interventi di adeguamento alle B.A.T. AREA PRODUZIONE E RIVESTIMENTO TUBI

Interventi di adeguamento alle B.A.T. AREA PRODUZIONE E RIVESTIMENTO TUBI Interventi di adeguamento alle B.A.T. AREA PRODUZIONE E RIVESTIMENTO TUBI CODICE: TB.1 INTERVENTO: Realizzazione nuovo impianto di trattamento acque del TUL/1 COMPARTO AMBIENTALE PRINCIPALE: Scarichi idrici

Dettagli

Il centro è strutturato secondo quattro linee di trattamento:

Il centro è strutturato secondo quattro linee di trattamento: La società Grandi Impianti Ecologici S.r.l. è specializzata nello smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi provenienti principalmente da attività produttive e enti pubblici. Le attività

Dettagli

L USO DI UN COMPOSTATORE ELETTROMECCANICO PER LA GESTIONE DEL RIFIUTO ORGANICO. Valutazioni ambientali ed economiche

L USO DI UN COMPOSTATORE ELETTROMECCANICO PER LA GESTIONE DEL RIFIUTO ORGANICO. Valutazioni ambientali ed economiche L USO DI UN COMPOSTATORE ELETTROMECCANICO PER LA GESTIONE DEL RIFIUTO ORGANICO Valutazioni ambientali ed economiche dott. agr. Enrico G. Accotto Obiettivo dell azione 1 del Progetto R2D2 è quello di verificare

Dettagli

Compostaggio e digestione anaerobica delle frazioni organiche

Compostaggio e digestione anaerobica delle frazioni organiche Compostaggio e digestione anaerobica delle frazioni organiche Rimini, 4 novembre 2010 Ing. Giuseppe RUBRICHI IMPIANTO PER LA PRODUZIONE DI AMMENDANTE COMPOSTATO MISTO DA BIOMASSE DA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Dettagli

Gestione delle emissioni odorigene nell industria di processo. Waste Recycling Spa. Pisa, 9 Marzo 2017

Gestione delle emissioni odorigene nell industria di processo. Waste Recycling Spa. Pisa, 9 Marzo 2017 Gestione delle emissioni odorigene nell industria di processo Waste Recycling Spa Pisa, 9 Marzo 2017 Chi siamo Waste Recycling è una società del Gruppo Herambiente e si colloca tra le più importanti e

Dettagli

ELABORATO 1 Introduzione

ELABORATO 1 Introduzione Stazione di trasferimento rifiuti non pericolosi Coriano (RN) Valutazione di Impatto Ambientale L.R. 9/99 come integrata ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE Nuova ubicazione

Dettagli

Allegato 1 D.Lgs. 3 aprile 2006, n 152

Allegato 1 D.Lgs. 3 aprile 2006, n 152 Allegato 1 D.Lgs. 3 aprile 2006, n 152 SCHEDA DI RILEVAMENTO DI SCARICO DELLE ACQUE REFLUE PRODOTTE DALLO STABILIMENTO (da allegare sempre alla domanda di autorizzazione allo scarico) IDENTIFICAZIONE DELL

Dettagli

Utilizzo del termine Biomasse nella gestione complessiva del Termoutilizzatore

Utilizzo del termine Biomasse nella gestione complessiva del Termoutilizzatore Utilizzo del termine Biomasse nella gestione complessiva del Termoutilizzatore ASM Brescia, con DGR del 2 agosto 1993, n. 40001, è stata autorizzata dalla Regione Lombardia alla costruzione dell impianto

Dettagli

L impianto di compostaggio di carpi

L impianto di compostaggio di carpi % 0 0 1 ompost c L impianto di compostaggio di carpi Aimag_brocure_istituzionale_Compost_2010.indd 1 16/03/11 17.01 Aimag_brocure_istituzionale_Compost_2010.indd 2 16/03/11 17.01 UN GRANDE IMPIANTO, UNA

Dettagli

LA GESTIONE DEI RIFIUTI. Prof. Ing.. Gaspare Viviani

LA GESTIONE DEI RIFIUTI. Prof. Ing.. Gaspare Viviani LA GESTIONE DEI RIFIUTI Prof. Ing.. Gaspare Viviani LA GESTIONE DEI RIFIUTI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO (PVS) LA PRODUZIONE DEI RIFIUTI Aumento considerevole della produzione di RSU nei Paesi dell OCSE

Dettagli

Centri di Raccolta. Comune di Pistoia

Centri di Raccolta. Comune di Pistoia Centri di Raccolta Comune di Pistoia 29-30 - 31 Ottobre 2013 COSA SONO I CENTRI DI RACCOLTA I centri di raccolta sono costituiti da aree presidiate ed allestite ove si svolge unicamente attività di raccolta

Dettagli

F.O.M.E.T. S.p.A. PROGETTO DI MODIFICA DELL'IMPIANTO DI RECUPERO DI RIFIUTI ORGANICI AUTORIZZATO CON D.D.S.A. N. 3621/09 SCREENING V.I.A.

F.O.M.E.T. S.p.A. PROGETTO DI MODIFICA DELL'IMPIANTO DI RECUPERO DI RIFIUTI ORGANICI AUTORIZZATO CON D.D.S.A. N. 3621/09 SCREENING V.I.A. Comune di S. PIETRO DI MORUBIO Provincia di VERONA Committente F.O.M.E.T. S.p.A. via Larga 25-37050 S.Pietro di Morubio - VR - Oggetto PROGETTO DI MODIFICA DELL'IMPIANTO DI RECUPERO DI RIFIUTI ORGANICI

Dettagli

SCHEDA 2 Dati e notizie sull impianto/complesso IPPC attuale

SCHEDA 2 Dati e notizie sull impianto/complesso IPPC attuale IMPIANTO/COMPLESSO IPPC Realizzazione del terzo modulo di discarica a servizio dell'impianto di Trattamento di Coldianu COMUNE DI OZIERI SCHEDA 2 Dati e notizie sull impianto/complesso IPPC attuale Luogo

Dettagli

SKID PER LA COLORAZIONE DELLA BARBOTTINA

SKID PER LA COLORAZIONE DELLA BARBOTTINA PRESENTA: SKID PER LA COLORAZIONE DELLA BARBOTTINA SCHEDA TECNICA 1.1 DESCRIZIONE TECNICA Lo SKID per la colorazione a umido della barbottina è una macchina automatica, modulare, computerizzata, per il

Dettagli

PRESIDÈNTZIA PRESIDENZA

PRESIDÈNTZIA PRESIDENZA PRESIDÈNTZIA Prot. N. 11849 del 04/07/2017 Ordinanza Presidenziale N. 6 Oggetto: Ordinanza contingibile e urgente per il conferimento di rifiuti urbani in discarica per rifiuti non pericolosi a seguito

Dettagli

Produzione di terre e rocce nell ambito di attività di scavo

Produzione di terre e rocce nell ambito di attività di scavo ALLEGATO A Produzione di terre e rocce nell ambito di attività di scavo AL COMUNE DI PONTEDERA 1 Settore Pianificazione del Territorio e Ambiente 3 Servizio Ambiente RICHIESTA DI APPROVAZIONE PROGETTO

Dettagli

Al Sindaco della Città di Terracina All Assessore all Ambiente della Città di Terracina

Al Sindaco della Città di Terracina All Assessore all Ambiente della Città di Terracina Al Sindaco della Città di Terracina All Assessore all Ambiente della Città di Terracina Il presente documento si pone l obiettivo di sottoporre all Amministrazione Comunale e al Consiglio Comunale una

Dettagli

Relazione tecnica relativa alla descrizione delle fasi lavorative e alle modalità di gestione degli stoccaggi

Relazione tecnica relativa alla descrizione delle fasi lavorative e alle modalità di gestione degli stoccaggi Relazione tecnica relativa alla descrizione delle fasi lavorative e alle modalità di gestione degli stoccaggi Il ciclo lavorativo della soc. Protezioni Ambientali è stato suddiviso in tre macro fasi: Fasi

Dettagli

POLITECNICO DI MILANO. «Nuove frontiere per il recupero di energia e materia da rifiuti» Ecomondo 2016, Rimini 10/11/2016

POLITECNICO DI MILANO. «Nuove frontiere per il recupero di energia e materia da rifiuti» Ecomondo 2016, Rimini 10/11/2016 POLITECNICO DI MILANO «Nuove frontiere per il recupero di energia e materia da rifiuti» Ecomondo 2016, Rimini 10/11/2016 Caso specie di studio di fattibilità della conversione di un impianto di compostaggio

Dettagli

20 - DATI 2014 SULLA PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI DELLA REGIONE SARDEGNA

20 - DATI 2014 SULLA PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI DELLA REGIONE SARDEGNA APPENDICE IL QUADRO REGIONALE 2 - DATI 214 SULLA PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI DELLA REGIONE SAEGNA Produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani Produzione e regionale Tabella 2.1

Dettagli

ALLEGATO A - Fac-simile Produzione di terre e rocce nell ambito di attività di scavo

ALLEGATO A - Fac-simile Produzione di terre e rocce nell ambito di attività di scavo ALLEGATO A - Fac-simile Produzione di terre e rocce nell ambito di attività di scavo Approvazione Attività da cui si origina lo scavo:? Permesso a costruire? DIA? VIA? AIA? Autorizzazione art. 208 D.Lgs.

Dettagli

CHIEDE l'autorizzazione IN VIA GENERALE per:

CHIEDE l'autorizzazione IN VIA GENERALE per: ALLEGATO 1 Al COMUNE DI... Via... n...... p.c. Alla Provincia di... Oggetto: Domanda di AUTORIZZAZIONE IN VIA GENERALE per le emissioni in atmosfera provenienti da impianti utilizzati per la produzione

Dettagli

2.1. EMISSIONI ODORIGENE

2.1. EMISSIONI ODORIGENE Indice Indice... 1 1. PREMESSA... 2 2. MONITORAGGIO... 3 2.1. EMISSIONI ODORIGENE... 3 2.2. IMMISIONI SONORE NELL AMBIENTE ESTERNO... 5 2.3. MONITORAGGIO DELLE ACQUE DI FALDA... 7 Allegato 1: Punti di

Dettagli

5 febbraio 2010 Bologna. Legambiente in collaborazione con Regione Emilia Romagna COMUNI RICICLONI DELL EMILIA ROMAGNA

5 febbraio 2010 Bologna. Legambiente in collaborazione con Regione Emilia Romagna COMUNI RICICLONI DELL EMILIA ROMAGNA 5 febbraio 2010 Bologna Legambiente in collaborazione con Regione Emilia Romagna COMUNI RICICLONI DELL EMILIA ROMAGNA Il trattamento tt t dei rifiuti organici i attraverso compostaggio Elisa Semeghini

Dettagli

Ragione Sociale Partita Iva comune indirizzo tel. fax Dati della sede operativa/impianto (se diversi dalla sede legale)

Ragione Sociale Partita Iva comune indirizzo tel. fax  Dati della sede operativa/impianto (se diversi dalla sede legale) PROVINCIA DI PISA Documentazione tecnica ed elaborati grafici necessari al rilascio dell autorizzazione allo scarico ai sensi del Decreto Legislativo 152/06 Norme in Materia Ambientale non in pubblica

Dettagli

ISTANZA DI VARIANTI NON SOSTANZIALI ALLE OPERAZIONI DI RECUPERO (R3) DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

ISTANZA DI VARIANTI NON SOSTANZIALI ALLE OPERAZIONI DI RECUPERO (R3) DI RIFIUTI NON PERICOLOSI Comune di Viareggio Lucca ISTANZA DI VARIANTI NON SOSTANZIALI ALLE OPERAZIONI DI RECUPERO (R3) DI RIFIUTI NON PERICOLOSI Committente Via Comparini - 55049 Viareggio (Lu). Progetto Gruppo di lavoro Ing.

Dettagli

REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI TORINO COMUNE DI CHIVASSO. SMC Smaltimenti Controllati S.p.A.

REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI TORINO COMUNE DI CHIVASSO. SMC Smaltimenti Controllati S.p.A. Pagina 1 di 11 REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI TORINO COMUNE DI CHIVASSO SMC Smaltimenti Controllati S.p.A. Provvedimento di Riesame di AIA n. 158-22190/2014 Discarica di Chivasso 0 RELAZIONE TECNICA RIGUARDANTE

Dettagli

Impianto di produzione di biometano dai rifiuti

Impianto di produzione di biometano dai rifiuti Impianto di produzione di biometano dai rifiuti PIANEZZA 15 OTTOBRE 2015 Vincenzo Pace Direttore Tecnico Asja Ambiente Italia SpA info@pianobio.it www.pianobio.it 2 PLAYER NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI Cassagna

Dettagli

ANALISI LCA. Fonte: Politecnico di Milano CDR

ANALISI LCA. Fonte: Politecnico di Milano CDR ANALISI LCA L analisi del ciclo di vita (LCA) applicata al processo di co-combustione della filiera tipo Fusina, mostra risultati favorevoli per la filiera di co-combustione, che risulta, quantomeno per

Dettagli

Supplemento al Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 42 del 17.10.2007

Supplemento al Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 42 del 17.10.2007 67 2.2.1.1 L impianto di compostaggio di Case Passerini (Sesto Fiorentino) La caratterizzazione dell intervento relativo alla linea di compostaggio dell impianto di trattamento di Case Passerini è stata

Dettagli

LA DIGESTIONE ANAEROBICA NEL TRATTAMENTO DELLA FORSU

LA DIGESTIONE ANAEROBICA NEL TRATTAMENTO DELLA FORSU LA DIGESTIONE ANAEROBICA NEL TRATTAMENTO DELLA FORSU Ing. Vita Tedesco Area tecnica ATO-R Torino, 27 aprile 2010 COS E LA DIGESTIONE ANAEROBICA È un processo biologico attraverso il quale in assenza di

Dettagli

Convegno Per una associazione. il collegato ambientale e il compostaggio

Convegno Per una associazione. il collegato ambientale e il compostaggio DIREZIONE GENERALE PER I RIFIUTI E L INQUINAMENTO Convegno Per una associazione italiana compostaggio : il collegato ambientale e il compostaggio Roma, 30 settembre 2016 La raccolta differenziata della

Dettagli

Costruzione di siti attrezzati per radiotelecomunicazioni Piano Straordinario 2009

Costruzione di siti attrezzati per radiotelecomunicazioni Piano Straordinario 2009 1 PREMESSA 2 2 PRODUZIONE DI MATERIALI DI SCAVO 2 3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 2 4 CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI DI SCAVO E DI DEMOLIZIONE 3 5 GESTIONE DEI FLUSSI IN CANTIERE RIUTILIZZO/SMALTIMENTO 4 6

Dettagli

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO A FINALE EMILIA - PRODUZIONE DI BIOMETANO DA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI. Paolo Ganassi Dirigente AIMAG Servizi Ambientali

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO A FINALE EMILIA - PRODUZIONE DI BIOMETANO DA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI. Paolo Ganassi Dirigente AIMAG Servizi Ambientali IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO A FINALE EMILIA - PRODUZIONE DI BIOMETANO DA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI Paolo Ganassi Dirigente AIMAG Servizi Ambientali IL GRUPPO AIMAG AIMAG è una società multiservizi, con

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 47/18 DEL

DELIBERAZIONE N. 47/18 DEL Oggetto: Procedura di verifica, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e della Delib.G.R. n. 34/33 del 7 agosto 2012 relativa al Progetto per l esercizio delle operazioni di recupero inerti non pericolosi

Dettagli

LA PRODUZIONE DI CDR NEL POLO INTEGRATO DI FUSINA

LA PRODUZIONE DI CDR NEL POLO INTEGRATO DI FUSINA LA PRODUZIONE DI CDR NEL POLO INTEGRATO DI FUSINA IL CONTESTO TERRITORIALE 1978 1989 Approvazione definitiva della Regione Veneto del progetto del nuovo termovalorizzatore per RSU 1994 1996 Realizzazione

Dettagli

DATI TECNICI. Codice Modulo: Autorizzazione scarichi domestici Comune 2014.doc

DATI TECNICI. Codice Modulo: Autorizzazione scarichi domestici Comune 2014.doc ad immettere le acque reflue domestiche provenienti da detto insediamento in: Codice Modulo: Autorizzazione scarichi domestici Comune 2014.doc pubblica fognatura corso d acqua superficiale (specificare

Dettagli

PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS AREA DEI SERVIZI AMBIENTALI

PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS AREA DEI SERVIZI AMBIENTALI SERVIZIO TUTELA DEL TERRITORIO DETERMINAZIONE N. 141 DEL 03.06.2011 OGGETTO: Determinazione n. 18 del 12.03.2009 Autorizzazione Integrata Ambientale per l impianto IPPC Discarica per rifiuti non pericolosi

Dettagli

Iscritta al n del R.E.A della Camera di Commercio di Chieti. Codice fiscale e partita IVA: STABILIMENTO DI VASTO.

Iscritta al n del R.E.A della Camera di Commercio di Chieti. Codice fiscale e partita IVA: STABILIMENTO DI VASTO. SIDER VASTO SpA SEDE LEGALE, AMMINISTRATIVA e STABILIMENTO 66054 VASTO (CH) - Zona Industriale - Porto di Vasto Tel. 0873.3131 Fax 0873.313331 E-mail sidervastospa1@virgilio.it Iscritta al n 61857 del

Dettagli

PIANO INDUSTRIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI

PIANO INDUSTRIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI PIANO INDUSTRIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI (art. 27, L.R.T. 25/98) D2 - I costi per l'impiantistica di Piano A cura di A.T.I.: P&A Professionisti Associati S.r.l. Studio Associato Gasparini Studio Tecnico

Dettagli

SCHEDA TECNICA. di rilevamento dello scarico acque reflue e/o meteoriche nelle fognature consortili Pag. 1 di 5

SCHEDA TECNICA. di rilevamento dello scarico acque reflue e/o meteoriche nelle fognature consortili Pag. 1 di 5 meteoriche nelle fognature consortili Pag. 1 di 5 da allegare alla domanda di autorizzazione allo scarico (D. Lgs. 152-11.5.99 Disposizioni sulla tutela delle acque dall inquinamento) Si raccomanda, prima

Dettagli

Manifesto per un energia da rifiuti senza CO 2 LA DIGESTIONE ANAEROBICA

Manifesto per un energia da rifiuti senza CO 2 LA DIGESTIONE ANAEROBICA Dott. Ing. Paolo Bozano Gandolfi Biotec Sistemi S.r.l. Manifesto per un energia da rifiuti senza CO 2 LA DIGESTIONE ANAEROBICA Ecosportello LEGAMBIENTE 1 40 Impianti in tutti e 5 i continenti 2 NEWMARKET

Dettagli

Conferenza stampa 19 Luglio Risultati del servizio porta a porta

Conferenza stampa 19 Luglio Risultati del servizio porta a porta Conferenza stampa 19 Luglio 2013 Risultati del servizio porta a porta I risultati - Anno 2012 Dati R.D. Anno 2012 - Comuni gestiti con sistema "porta a porta" Comune/Area Abitanti Totale R.D. Rifiuti smaltiti

Dettagli

Provincia di Vicenza Servizio Acqua Suolo Rifiuti

Provincia di Vicenza Servizio Acqua Suolo Rifiuti Provincia di Vicenza Servizio Acqua Suolo Rifiuti APPROVAZIONE PROGETTO DELL IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI SITO IN VIA DELL'INDUSTRIA, 37 IN COMUNE DI GRISIGNANO DI ZOCCO. Dott.ssa Chiara

Dettagli

Impianti di pretrattamento per rifiuti in cementeria. Opportunità per l ambiente e per l economia j

Impianti di pretrattamento per rifiuti in cementeria. Opportunità per l ambiente e per l economia j Master Diffuso Forum PA 2010 Impianti di pretrattamento per rifiuti in cementeria. Opportunità per l ambiente e per l economia j Massimo Panzeri Agenda Rifiuti in cementeria: la situazione italiana Impianti

Dettagli

PROVINCIA DI GENOVA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI SERVIZIO ACQUA E RIFIUTI

PROVINCIA DI GENOVA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI SERVIZIO ACQUA E RIFIUTI PROVINCIA DI GENOVA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI SERVIZIO ACQUA E RIFIUTI Prot. Generale N. 0041773 / 2014 Atto N. 2415 OGGETTO: AMIU GENOVA S.P.A. IMPIANTO

Dettagli

SINTESI NON TECNICA DELLA RELAZIONE

SINTESI NON TECNICA DELLA RELAZIONE Loc. L Ile-Blonde, 2 11020 Brissogne (AO) - C.P. 43 Loc Autoporto 11020 Pollein (AO) P.I. 00586480071 - Cod. Fisc. 80005190071 Tel. 0165 761018 Fax 0165 762674 - www.subato-plaineaosta.vda.it Mail: info@subato-plaineaosta.vda.it

Dettagli

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dimesse o in abbandono e di riutilizzo

Dettagli

Atto di indirizzo per l applicazione della legge 13/2009 nel territorio regionale.

Atto di indirizzo per l applicazione della legge 13/2009 nel territorio regionale. Allegato alla Delib.G.R. n. 52/16 del 27.11.2009 Atto di indirizzo per l applicazione della legge 13/2009 nel territorio regionale. L art. 5 della legge n. 13 del 27.2.2009 ha definitivamente stabilito

Dettagli

ALLEGATO 1 SCHEDA TECNICA INFORMATIVA. Sezione 1) IDENTIFICAZIONE DELL AZIENDA

ALLEGATO 1 SCHEDA TECNICA INFORMATIVA. Sezione 1) IDENTIFICAZIONE DELL AZIENDA ALLEGATO 1 SCHEDA TECNICA INFORMATIVA Sezione 1) IDENTIFICAZIONE DELL AZIENDA Denominazione Sede legale in n cap. Comune Tel. Fax N iscrizione C.C.I.A.A. Codice ISTAT C.F. Partita I.V.A. Legale rappresentante

Dettagli

Relazione di conformità alle previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica

Relazione di conformità alle previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica Relazione di conformità alle previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica Pianificazione territoriale e di area vasta. La Regione Calabria si è dotata di un primo strumento di pianificazione

Dettagli

MODIFICA DI UN IMPIANTO AUTORIZZATO PER IL RECUPERO DI OLIO VEGETALI ED ANIMALI PROGETTO PRELIMINARE

MODIFICA DI UN IMPIANTO AUTORIZZATO PER IL RECUPERO DI OLIO VEGETALI ED ANIMALI PROGETTO PRELIMINARE SALGAIM ECOLOGIC spa Lugo di Campagna Lupia (VE) MODIFICA DI UN IMPIANTO AUTORIZZATO PER IL RECUPERO DI OLIO VEGETALI ED ANIMALI PROGETTO PRELIMINARE 1 0- Dati Generali dell impresa Nome dell impresa Sede

Dettagli

Il recupero energetico derivante dalla raccolta dei rifiuti urbani: la termovalorizzazione e il compostaggio anaerobico

Il recupero energetico derivante dalla raccolta dei rifiuti urbani: la termovalorizzazione e il compostaggio anaerobico Il recupero energetico derivante dalla raccolta dei rifiuti urbani: la termovalorizzazione e il compostaggio anaerobico Giuseppe Merico Responsabile termovalorizzatore Geofor SpA Viale America 105 56025

Dettagli

Dott. Ing. Giuseppe Giampaoli DIRETTORE COSMARI

Dott. Ing. Giuseppe Giampaoli DIRETTORE COSMARI Dott. Ing.. Giuseppe Giampaoli DIRETTORE COSMARI Il COSMARI Consorzio Obbligatorio Smaltimento Rifiuti ATO n. 3 Provincia di Macerata è il primo consorzio costituito e operativo nelle Marche nel quadro

Dettagli

Tale procedimento, alla data di presentazione della presente istanza è ancora in corso.

Tale procedimento, alla data di presentazione della presente istanza è ancora in corso. Domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale Impianto di selezione e compostaggio di Case Passerini INDICE 0. NOTA PRELIMINARE... 2 1. PREMESSA... 3 2. TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO (TMB)... 5 2.1.

Dettagli

SCHEDA TECNICA INFORMATIVA

SCHEDA TECNICA INFORMATIVA ALLEGATO 3/C - Discariche Servizio Ambiente, Difesa del Suolo e Forestazione e-mail p.saccani@provincia.parma.it c.catellani@provincia.parma.it SCHEDA TECNICA INFORMATIVA P.le della Pace,1 43100 Parma

Dettagli

Impianto di compostaggio a reattori chiusi SCARABEO

Impianto di compostaggio a reattori chiusi SCARABEO Entsorga Italia S.r.l. Strada per Castelnuovo S.,7 15057 Tortona (AL) P. IVA 01755850060 Tel.0131.811383 Fax 0131.873281 www.entsorga.it info@entsorga.it Impianto di compostaggio a reattori chiusi SCARABEO

Dettagli

PRESENTAZIONE AZIENDALE

PRESENTAZIONE AZIENDALE PRESENTAZIONE AZIENDALE PRESSA PC 50 R SPECIFICA PER IMBALLAGGIO BOTTIGLIE IN PET IMPIANTO DI SELEZIONE RIFIUTI DA R.D. IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO 2 VAGLIO ROTANTE ATTIVITÀ AZIENDALE La nostra azienda opera

Dettagli

I SOTTOSCRITTI: (riquadro per il richiedente) Cognome Nome Nato a il Residente in c.a.p. via Codice Fiscale

I SOTTOSCRITTI: (riquadro per il richiedente) Cognome Nome Nato a il Residente in c.a.p. via Codice Fiscale Allegato alla richiesta di Permesso di Costruire / Denuncia di Inizio Attività DICHIARAZIONE RELATIVA ALLA ESCAVAZIONE E UTILIZZO DI TERRE E ROCCE ESCLUDIBILI DAL REGIME DEI RIFIUTI. (art. 186 del D.Lgs.

Dettagli