RAPPORTO AMBIENTALE. Ottobre Dip. Territorio Ambiente Foreste

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1 Valutazione Ambientale Strategica del Programma degli interventi di manutenzione e razionalizzazione degli impianti e delle strutture esistenti, legati alla pratica dello sci, e degli interventi di valorizzazione ambientale e culturale, anche ai fini turistici RAPPORTO AMBIENTALE Ottobre 2012 Dip. Territorio Ambiente Foreste

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3 INDICE 1 Introduzione Struttura del Rapporto Ambientale Finalità della VAS Definizione del mandato Gli strumenti utilizzati nella VAS Le fonti Sintesi del percorso di partecipazione Quadro di riferimento per la VAS Quadro di riferimento programmatico Il Piano Urbanistico Provinciale (PUP) Piano generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP) Programma di sviluppo provinciale (PSP) Piano Faunistico Provinciale Patto per lo sviluppo sostenibile (PASSO) Piano Territoriale della Comunità della Val di Sole PRG del Comune di Vermiglio Sintesi dalla valutazione del PUP e aspetti ambientali Il contesto ambientale, paesaggistico e territoriale L area geografica di riferimento Siti della rete Natura Aree naturali Provinciali Aree protette nelle regioni limitrofe Clima Il ghiacciaio Il Programma sperimentale e gestione del ghiacciaio Idrografia Geologia Habitat, flora e fauna Pressioni antropiche Turismo Infrastrutture Produzione di rifiuti Gestione acque reflue in alta quota Inquinamento elettromagnetico Pericolosità e rischio idrogeologico Beni architettonici e archeologici Principali potenzialità e criticità del contesto ambientale Evoluzione probabile del contesto senza l attuazione del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena Sintesi del documento del Piano e analisi delle coerenze Analisi della coerenza esterna Analisi della coerenza interna Valutazione degli effetti ambientali Esposizione ai campi elettromagnetici Analisi di sensibilità visiva del paesaggio Rischi naturali Indagine sul valore ecologico Indice di sfruttamento idrico Valutazione dei principali interventi e misure di mitigazione

4 5.7 Valutazione di incidenza del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena sui Siti di interesse Comunitario Descrizione sintetica del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena Inquadramento territoriale e descrizione del sito Descrizione degli habitat e delle specie presenti Valutazione degli effetti degli interventi previsti dal Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena Confronto tra le alternative e motivazione delle scelte più significative Considerazioni riassuntive Proposta di un sistema di monitoraggio Sintesi non tecnica

5 1 Introduzione 1.1 Struttura del Rapporto Ambientale Il Rapporto Ambientale è strutturato come segue: Il primo capitolo illustra la finalità e i contenuti del Rapporto Ambientale, definisce il mandato, gli strumenti e le fonti utilizzate nella valutazione e analizza il percorso di partecipazione che ha accompagnato la stesura del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena. Il capitolo 2. analizza degli strumenti di pianificazione e programmazione sovraordinati che interessano direttamente il Programma degli interventi e di conseguenza il nuovo assetto del territorio, la sintesi della valutazione del PUP e i relativi risultati ambientali. Il capitolo 3, contiene l analisi del contesto ambientale effettuata descrivendo i diversi fattori ambientali quali: ambiente glaciale, idrografia, sistema naturale e rete ecologica, pressioni antropiche e pericolo idrogeologico e l indagine sulle principali criticità e potenzialità del territorio. Il capitolo 4 riporta una sintesi del sistema degli obiettivi e delle azioni del Programma degli interventi; la verifica della coerenza esterna fatta attraverso l analisi della rispondenza degli obiettivi generali del Programma con gli obiettivi del PUP e del Patto per lo Sviluppo Sostenibile (PASSO). Infine la verifica della coerenza interna,fatta valutando l interazione tra gli obiettivi e le azioni del Programma degli interventi. Si passa poi nel capitolo 5 alla valutazione degli effetti ambientali del Programma che comprende anche un analisi puntuale dei principali interventi previsti. Lo studio di incidenza per integrare nel Rapporto Ambientale l analisi degli effetti diretti e indiretti del Programma degli interventi sugli habitat compresi nella Rete Natura 2000 come previsto dal DPP del 14 settembre 2006, n /Leg che specifica come per i piani soggetti a valutazione strategica, la valutazione di incidenza, è ricompresa nell ambito della valutazione strategica stessa e a tale fine il Rapporto Ambientale deve recare i contenuti indicati nel DPP del 3 novembre 2008, n /Leg. Nel capitolo 6 viene proposto il sistema di monitoraggio da attuare ai fini del controllo degli effetti ambientali significativi e all eventuale adozione di opportune misure di riorientamento. Il Capitolo 7, infine, contiene la sintesi non tecnica del rapporto ambientale. 1.2 Finalità della VAS La Direttiva Comunitaria 2001/42/CE ha introdotto la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per quei piani e programmi che possono avere effetti significativi sull ambiente. L obiettivo della procedura di VAS è di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente contribuendo all integrazione di considerazioni ambientali all atto dell elaborazione e dell adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile (art. 1). La Direttiva prefigura una procedura di VAS basata sui seguenti elementi chiave: la valutazione deve accompagnare la redazione del piano e concludersi prima della sua approvazione; la valutazione deve prevedere un sistema di monitoraggio per consentire la verifica degli effetti ambientali in base alle modalità d attuazione del piano e eventualmente, proporre interventi di correzione; la valutazione prevede anche il confronto tra le possibili alternative di piano; la valutazione si avvale della partecipazione pubblica e prevede opportune modalità di diffusione dell informazione; durante la valutazione viene redatto un rapporto ambientale, contenente la descrizione e la valutazione dei possibili effetti negativi del piano sull ambiente. 5

6 La Provincia Autonoma di Trento con la Legge Provinciale 15 dicembre 2004 n. 10 Disposizioni in materia di urbanistica, tutela dell ambiente, acque pubbliche, trasporti, servizio antincendi, lavori pubblici e caccia ha disciplinato la materia di valutazione ambientale strategica e con il regolamento di esecuzione emanato con decreto del Presidente della Provincia 14 settembre 2006 n /Leg. e successivamente modificato dal d.p.p. 24 novembre 2009, n /Leg. ha declinato la valutazione ambientale strategica dei piani e dei programmi come autovalutazione svolta dall autorità competente durante il procedimento di formazione del piano o programma. Il rapporto ambientale rappresenta quindi il documento portante della procedura di VAS e deve contenere più in dettaglio le seguenti informazioni (Allegato I del dpp 15-68/Leg. e.s.m.): illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi; analisi di coerenza con le esigenze di sviluppo sostenibile e valutazione della ricaduta del piano o programma sull'ambiente, tenendo anche conto dei fattori economici e sociali; aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; possibili effetti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori; misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma; sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste; descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti. 1.3 Definizione del mandato Il ghiacciaio Presena rientra nelle aree ad elevata integrità di cui all art. 28 delle norme di attuazione del Piano urbanistico provinciale. La predisposizione dei documenti di cui all art. 28 è coordinata del Servizio Valutazione Ambientale che ha provveduto ad assemblare in forma ragionata gli apporti tecnici delle singole strutture competenti nel merito. A cura del Servizio Valutazione Ambientale risultano le seguenti attività: coordinamento del processo di redazione del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena messa in rete di tutta la documentazione tecnica disponibile 6

7 predisposizione della prima bozza degli interventi previsti dal Programma di riordino ambientale dell area del ghiacciaio Presena individuazione delle tematiche prioritarie da approfondire a cura delle varie strutture quale elementi del Rapporto Ambientale redazione del Rapporto Ambientale Le strutture e gli approfondimenti tematici di competenza sono così individuate: Servizio Turismo; considerazioni di carattere economico sociale in ordine alla situazione attuale dell area e suoi sviluppi futuri a seguito dell attuazione del Programma di interventi Servizio Prevenzione rischi; stato attuale del ghiacciaio e analisi dei possibili impatti che le opere possono causare, Servizio Conservazione della Natura; analisi ambientale del SIC ghiacciaio e predisposizione degli elementi per la relazione d incidenza, Servizio Urbanistica e tutela del Paesaggio; analisi del contesto paesaggistico e pianificatorio dell area in relazione allo stato attuale e agli interventi previsti, Soprintendenza per i beni architettonici; ricognizione della potenziale presenza di vestigia della prima guerra mondiale, Servizio Bacini Montani; verifica degli aspetti patrimoniali delle aree del ghiacciaio, Servizio Utilizzazione delle acque pubbliche e Servizio Turismo; considerazioni in merito all utilizzo dell acqua per le varie attività presenti e previste nell area, Agenzia Provinciale di Protezione Ambientale; analisi ambientale del carico antropico attuale e futuro, analisi degli impatti del cantiere per l attuazione degli interventi previsti. 1.4 Gli strumenti utilizzati nella VAS. Per la stesura del Rapporto Ambientale della VAS del Programma degli interventi di riordino del ghiacciaio Presena si fa riferimento: - Alla documentazione e normativa sulla VAS (direttiva 2001/42/CE) - All allegato C al decreto del Presidente della Provincia 3 novembre 2008, n /Leg che individua i contenuti del Rapporto Ambientale in considerazione degli effetti diretti ed indiretti del Programma sugli habitat e sulle specie presenti nei siti Natura All allegato I al d.p.p. 14 settembre 2006, n /Leg che indica i contenuti del Rapporto Ambientale Oltre a questi strumenti di supporto al processo valutativo si sono aggiunti momenti di confronto e di analisi dei documenti con alcuni dei soggetti direttamente coinvolti nell elaborazione del Programma di interventi. 1.5 Le fonti La stesura dal Rapporto Ambientale della VAS del Programma di interventi per il riordino del ghiacciaio Presena, ha previsto l utilizzo di diverse fonti informative elaborate da strutture e servizi provinciali o da consulenti incaricati dalla società Carosello Tonale s.p.a.. Alcune fonti di dati sono disponibili su base digitale e cartografica, altre sotto forma di studi specifici. Si elencano le principali fonti informative utilizzate: - Relazione del Piano Urbanistico Provinciale (PUP) - Relazione del Piano Generale di utilizzazione delle acque pubbliche (PGUAP) - Sistema Informativo Ambiente e Territorio (SIAT) della Provincia Autonoma di Trento 7

8 8 - Sistema Informativo della Sensibilità Ambientale (SISA) della Provincia Autonoma di Trento - Indagini e rilevazioni dirette - Studi e analisi di settore elaborati dalle strutture Provinciali 1.6 Sintesi del percorso di partecipazione La partecipazione è parte integrante di quelle fondamentali operazioni di indagine dalle quali scaturiscono i lineamenti per la definizione delle strategie. In questa prospettiva la conoscenza dei luoghi, delle problematiche in essi presenti, la prefigurazione delle possibili azioni mirate al miglioramento della qualità, non possono che essere rilevate attraverso il punto di vista diretto di chi usa, vive e pratica ogni giorno il territorio e le strutture di servizio in esso presenti. All avvio del procedimento per la redazione del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena, il Servizio Valutazione Ambientale, responsabile del coordinamento del processo, ha istituito un tavolo di lavoro composto da: il Servizio Turismo, il Servizio Prevenzione rischi, il Servizio Conservazione della Natura, il Servizio Urbanistica e tutela del Paesaggio, la Soprintendenza per i beni architettonici, il Servizio Bacini Montani, il Servizio Utilizzazione delle acque pubbliche, l Agenzia Provinciale per la Protezione Ambientale, l Amministrazione comunale di Vermiglio e la società Carosello Tonale s.p.a.. Il tavolo di lavoro è stato convocato ripetutamente nel corso delle fasi di preparazione del Programma. 2 Quadro di riferimento per la VAS 2.1 Quadro di riferimento programmatico Il Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena si pone, nella gerarchia del sistema della pianificazione, quale strumento subordinato al Piano Urbanistico Provinciale come previsto dall art. 28 delle n.d.a. del PUP. Questo capitolo contiene la rassegna dei principali strumenti di pianificazione e programmazione di livello provinciale e comunale il cui contenuto è di interesse per indirizzare la VAS del Programma degli interventi del ghiacciaio Presena Il Piano Urbanistico Provinciale (PUP) Il PUP del 2008, nel quadro di una visione che afferma i principi della sostenibilità, della sussidiarietà responsabile, dell integrazione e della competitività, afferma con forza il ruolo dei valori ambientali e paesaggistici individuando quali aspetti strutturali del territorio le invarianti. Queste sono intese quali elementi aventi carattere di permanenza e di insostituibilità, in quanto strettamente e durevolmente relazionati con l ambiente e il territorio, nonché con la comunità che in essi si riconosce e si identifica. Il ghiacciaio Presena è quindi individuato dal PUP come invariante. Le strategie poste a fondamento del PUP sono in sintesi le seguenti: Orientare l utilizzazione del territorio verso lo sviluppo sostenibile, contenendo i processi di consumo di suolo e delle risorse primarie e favorendo la riqualificazione urbana e territoriale. Consolidare l integrazione del Trentino nel contesto europeo, inserendo efficacemente nelle grandi reti infrastrutturali, ambientali, economiche e socio culturali. Rafforzare la riconoscibilità dell offerta territoriale del Trentino, valorizzare la diversità paesistica, la qualità ambientale e la specificità culturale.

9 Rafforzare le capacità locali di auto organizzazione e di competitività e le opportunità di sviluppo duraturo del sistema provinciale complessivo. Per quello che riguarda il contesto territoriale in esame, si sottolinea che il PUP si propone di consolidare le destinazioni sciistiche mature visto che rappresentano l offerta di punta del Trentino turistico e che richiedono sostegno e attenzione per assicurarne la competitività. Il Piano adotta una nuova disciplina per l esercizio dello sci estivo sui ghiacciai, intesa a tutelare le aree a elevata integrità attraverso l esclusione di ampliamenti delle aree sciabili sui ghiacciai e invece la razionalizzazione degli impianti esistenti. La disciplina del Piano demanda invece ai Piani territoriali delle Comunità quelle modifiche anche sostanziali dei perimetri, ritenute rilevanti a livello territoriale per gli effetti infrastrutturali e attrattivi rispetto al contesto di riferimento Piano generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP) Il Piano disciplina la materia dell utilizzazione delle acque e definisce le linee fondamentali per la regolazione dei corsi d acqua con particolare riguardo alle esigenze di difesa del suolo e di tutela delle risorse idriche; individua e perimetra le aree soggette a rischio, per sovrapposizione delle aree di pericolo con tematismi che individuano aree a diverso uso del suolo. Il PGUAP promuove inoltre la tutela e la valorizzazione dei corsi d acqua in particolare attraverso l individuazione degli ambiti fluviali di interesse ecologico, in corrispondenza delle fasce riparali. Obiettivo è quello di mantenere o recuperare la funzionalità ecologica di questi ambienti a fronte di una tendenza alla loro artificializzazione Programma di sviluppo provinciale (PSP) Il PSP rappresenta il fondamentale punto di riferimento per l attività della Provincia, degli enti dipendenti da essa e per le funzioni delegate dalla medesima agli enti locali. In esso vengono definite le linee programmatiche attuative del programma di legislatura. Le strategie del PSP si articolano in sei assi intersettoriali volti alla valorizzazione, al completamento e alla riproduzione del capitale territoriale nelle sue diverse declinazioni: 1. capitale umano; 2. capitale produttivo; 3. capitale sociale e welfare; 4. capitale identitario e culturale. 5. capitale ambientale e infrastrutturale 6. capitale istituzionale e partecipativo. Il Programma si pone come obiettivo la massima integrazione fra le azioni delle strutture provinciali e dei diversi livelli istituzionali Piano Faunistico Provinciale Il Piano ha come finalità prioritaria, secondo il dispositivo di legge, La tutela e il miglioramento della fauna. Il Piano quindi: Individua sul territorio gli areali delle singole specie selvatiche. Rileva lo stato faunistico e vegetazionale esistente. Verifica la dinamica delle popolazioni faunistiche. Individua gli interventi della fauna anche attraverso ripopolamenti e prelievi e specifiche articolazioni del territorio Patto per lo sviluppo sostenibile (PASSO) Il Patto per lo sviluppo sostenibile intende fornire indicazioni e impegni su strategie sostenibili di lungo periodo. Le linee strategiche vengono dettagliate in azioni concrete da intraprendere per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Il Patto per lo sviluppo 9

10 sostenibile opera su cinque nuclei di sostenibilità per affrontare le tematiche in maniera puntuale e coordinata: Agenda, Biodiversità, Consumi, Democrazia, Energia Piano Territoriale della Comunità della Val di Sole Il PTC della Comunità della Val di Sole è in fase di elaborazione; attualmente è disponibile il documento preliminare al PTC inteso a definire politicamente gli indirizzi generali, le strategie e gli obiettivi che si intendono perseguire PRG del Comune di Vermiglio Il Piano Regolatore Generale del comune di Vermiglio è stato approvato con Delibera del Consiglio Comunale n 17/2008 dd La disciplina urbanistica in esso contenuta è in conformità alle norme di attuazione del Piano Urbanistico Provinciale. Il PRG individua i ghiacciai come aree improduttive (art. 50) e rimanda alle norme del PUP per definire le possibili azioni. 2.2 Sintesi dalla valutazione del PUP e aspetti ambientali Il Piano Urbanistico Provinciale si struttura attraverso 4 indirizzi strategici che governano a valle un numero considerevole di attività ed azioni che sono indispensabili al raggiungimento dei singoli obiettivi specifici: identità, sostenibilità, integrazione e competitività. Il PUP contiene una bozza di organizzazione di sistema di gestione del piano. Le modalità organizzative concrete del sistema di gestione si sostanzieranno attraverso la definizione di una serie di procedure che dovranno precisare: - L oggetto della procedura e la motivazione/scopo di definizione e successiva attuazione della stessa - I documenti che devono essere utilizzati per implementare le azioni previste dalla procedura. - Le responsabilità di gestione, intesa come attivazione/esecuzione/controllo della procedura nelle sue diverse fasi. - Le modalità operative e le fasi di attuazione della procedura (definizione delle necessità, priorità operative, esecuzione delle diverse attività) - Le modalità di archiviazione dei dati e dei materiali prodotti durante l attuazione della procedura. - Gli eventuali allegati ritenuti utili in fini della procedura e dell attività svolta. Questo processo di programmazione e valutazione urbanistica presuppone un nuovo sistema di gestione del piano, sia alla scala provinciale che alla scala locale. In tale quadro, fondamentali risultano l aggiornamento del Sistema informativo Ambiente e Territorio, per la validazione e trasmissione dei dati (supporto informativo) e la ridefinizione del ruolo delle strutture provinciali (supporto metodologico e tecnico) in funzione dei nuovi processi di pianificazione territoriale e locale. I cardini progettuali sono: le invarianti. Il paesaggio, le reti, la domanda sociale di trasformazione. Dall analisi dettagliata delle componenti del piano si può affermare che il processo attuato e il piano che ne è uscito è caratterizzato da una buona attenzione allo sviluppo sostenibile nella sua accezione più completa. Gran parte del successo delle strategie scelte sarà comunque lasciato al buon funzionamento delle Comunità di Valle in quanto soggetti istituzionali, al buon funzionamento degli strumenti di base (quali SIAT e strutture provinciali connesse) e alla fondamentale preparazione tecnica in materia urbanistica dei soggetti che si troveranno a gestire il piano. Alcune buone pratiche possono essere suggerite per quanto riguarda la partecipazione del pubblico nella fase di stesura del piano con la condivisione degli indirizzi strategici e delle strategie da adottare per realizzarli. 10

11 Per il territorio interessato dal Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena, gli elementi significativi contenuti nel PUP possono essere così sintetizzati: Inquadramento strutturale: l Inquadramento strutturale riassume i sistemi, i siti e le risorse di maggiore importanza ambientale, territoriale e storico-culturale, quali emergono dal quadro conoscitivo. Si tratta dello strumento con cui si legge in modo organico l insieme degli elementi strutturali, intesi come quelle componenti o relazioni di lunga durata che si ritiene debbano continuare a connotare il territorio, orientando le scelte trasformative. Disciplina del paesaggio: Il Piano Urbanistico Provinciale propone un generale ripensamento della tutela del paesaggio, orientando la disciplina verso il superamento del semplice sistema del vincolo e dell autorizzazione degli interventi e integrando nella pianificazione la lettura del paesaggio e la valutazione delle possibili trasformazioni, in quanto strumenti di verifica delle nuove scelte di piano. Il PUP, da una parte demanda a una specifica cartografia (Carta delle tutele paesistiche) le aree e i beni sottoposti alle procedure autorizzative finalizzate alla tutela paesistica, dall altra introduce con la Carta del paesaggio un nuovo strumento di lettura delle forme del territorio e di riconoscimento dei suoi valori, al fine di indirizzarne le possibili trasformazioni. Nella Carta delle tutele paesistiche sono rappresentate le zone di particolare interesse ambientale in cui la tutela ambientale si attua secondo le procedure stabilite dell ordinamento urbanistico provinciale. Le reti: nel quadro complessivo del piano, il sistema infrastrutturale e quello ambientale rappresentano gli elementi portanti, di più lunga durata, in quanto riguardano le due reti che da un lato rendono possibile e dall altro condizionano lo sviluppo e la trasformazione del territorio. Reti ecologiche e ambientali: Il sistema ambientale è concepito dal PUP come rete ecologica, per rappresentare l interconnessione di spazi ed elementi naturali sia all interno del territorio provinciale che all esterno, nei rapporti con i territori circostanti, in modo da assicurare la funzionalità ecosistemica e in particolare i movimenti di migrazione e dispersione necessari alla conservazione della biodiversità e degli habitat. Reti per la mobilità: Il complesso tema delle reti per la mobilità è affrontato dal PUP introducendo un metodo di programmazione ed elaborazione delle scelte, espresso dalla relazione, dalla cartografia e dalle norme del piano. In tal modo il PUP propone, in termini di sostenibilità, il quadro delle esigenze di interconnessione tra il Trentino, il resto d Italia e l Europa nonché l obiettivo di integrazione della mobilità interna con le dinamiche economiche del territorio attraverso una metodica tecnico-progettuale mirata al calibrato inserimento di ogni asse infrastrutturale nello specifico contesto. Sistema insediativo: Il sistema insediativo individua le aree funzionali rilevanti sotto il profilo delle strategie che competono al Piano nonché sotto il profilo degli usi intensivi del territorio. In particolare evidenzia le principali funzioni e i servizi articolati in: attrezzature di livello provinciale, centri funzionali di livello sovra locale, centri funzionali di livello locale. Aree agricole di pregio La tutela delle aree agricole è uno degli obiettivi fondamentali del PUP, che in tali aree individua non solo una risorsa territoriale ma anche un valore identitario. Le aree agricole di pregio sono caratterizzate di norma dalla presenza di produzioni tipiche nonché da un particolare rilievo paesaggistico, la cui tutela territoriale assume un ruolo strategico sia sotto il profilo economico-produttivo che paesaggisticoambientale, tenuto conto della normativa comunitaria relativa alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d origine dei prodotti agricoli e alimentari. Il PUP ha previsto la stesura del Rapporto di Valutazione Strategica che fa un analisi ambientale del territorio provinciale con l ausilio di matrici SWOT. La matrice che analizza il territorio del ghiacciaio Presena viene mostrata in Figura

12 12 Figura 2-1 Analisi SWOT del Rapporto di Valutazione Strategica del PUP Valle di Sole

13 3 Il contesto ambientale, paesaggistico e territoriale 3.1 L area geografica di riferimento Il Ghiacciaio di Presena fa parte delle Alpi Retiche, nel gruppo Adamello-Presanella ed è compreso nel bacino idrografico Vermigliana Noce - Adige. Il ghiacciaio, si trova alla testa della VaI Presena, al confine con la regione Lombardia, in un ampio circo delimitato da Cima Presena (3068 m) al centro, da Monticelli (2591 m) a sinistra e dal Castellaccio (3028 m) sulla destra. Il Presena occupa la parte centrale del regolare versante che sale verso il Passo del Maroccaro, dopo che la porzione più orientale del ghiacciaio si è estinta e la parte più occidentale, situata sotto il Corno di Lago Scuro, si è completamente staccata dal corpo principale. Alla base dell ampia conca Presena, si presentano i due laghetti del Monticello, ubicati rispettivamente a quota 2588 e 2599 metri. Un terzo laghetto si trova poco più in basso a quota 2544 metri (Figura 3-1). Figura 3-1 Inquadramento territoriale 13

14 3.2 Siti della rete Natura 2000 L Unione Europea sostiene la formazione di una rete ecologica degli spazi protetti, chiamata Natura 2000, che comprende: I Siti di Importanza Comunitaria (SIC) Zone di Protezione Speciale (ZPS) Con il Decreto 7 marzo 2012 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stato approvato il V elenco aggiornato dei Siti di Importanza Comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE, che ridefinisce i perimetri dei siti della Provincia Autonoma di Trento. Il versante Nord della Presena fa parte del SIC, con la denominazione Vermiglio Folgarida e codice IT Si rileva la presenza di un altro SIC adiacente all area di studio con denominazione Adamello e codice IT Parte del Sito di Importanza Comunitaria Adamello è anche classificato come ZPS con denominazione Adamello Presenella e codice IT (Figura 3-2) Figura 3-2 Aree SIC nell area analizzata. 14

15 3.3 Aree naturali Provinciali L area oggetto di analisi non ricade in aree naturali ma appare rilevante la presenza del Parco Naturale Adamello Brenta nelle immediate vicinanze. Secondo la zonizzazione del Parco, l area prossima alla zona di intervento è classificata come riserva integrale (Figura 3-3) Figura 3-3 Area e zonizzazione del Parco Adamello Brenta 15

16 3.4 Aree protette nelle regioni limitrofe Essendo l area di studio limitrofa al confine con la Regione Lombardia, si sottolinea la presenza del Parco Adamello riconosciuto come area di protezione di livello regionale da parte dell amministrazione Lombarda (Figura 3-4). Figura 3-4 Aree protette in Regione Lombardia 16

17 3.5 Clima Dal punto di vista climatico, si può affermare che il sito esaminato presenta un clima da subpolare a polare del deserto nivale, fino al gelo perenne (Tabella 3-1). I totali annui delle precipitazioni nevose, nel periodo 89/90 07/08, indicano una media di 588 cm. La massima è superiore a 14 metri nella stagione 2003/04; la minima è inferiore al mezzo metro negli anni 1995/96 e 1996/97 Tabella 3-1 Temperature misurate dalla stazione meteo Cima Presena 3.6 Il ghiacciaio I ghiacciai sono una massa di neve e ghiaccio in continuo movimento che sotto la spinta del loro proprio peso, scivolano lentamente verso valle. In un ghiacciaio si distingue: l area di accumulo situata alle quote maggiori e l area di ablazione (o fronte) dove si verifica la fusione del ghiaccio e la deposizione dei sedimenti glaciali. Il ghiacciaio Occidentale di Presena, che nel catasto glaciologico trentino è codificato con il numero e classificato come montano, ha subìto negli ultimi decenni un drastico ridimensionamento a causa del riscaldamento globale dell atmosfera terrestre, che si è fatto sentire pesantemente anche sulla catena alpina, e tanto più alle quote elevate. Negli ultimi 50 anni questo ghiacciaio ha perso il 60% della sua superficie e negli anni 90 si è diviso in due, liberando la porzione occidentale che ha preso il nome di Ghiacciaio del Corno di Lago Scuro (cod ). Nella Figura 3-5 sono rappresentate le estensioni rilevate alla fine degli anni 80 e nel 2003 e nella Tabella 3-1 le superfici di estensione del ghiacciaio. Attualmente il ghiacciaio Presena presenta un arretramento del 2,7% all anno. 17

18 Figura 3-5 Riduzione superficiale del ghiacciaio Presena fonte: Programma sperimentale, sintesi attività 2008/2011 Meteotrentino Anno di riferimento Superficie [ha] Fonte Catasto dei Ghiacciai Italiani (CNR-CGI) PAT PAT (DEM) PAT Tabella 3-2 Superfici di estensione del ghiacciaio negli anni 3.7 Il Programma sperimentale e gestione del ghiacciaio La Provincia autonoma di Trento tramite Meteotrentino, unitamente ai comitati glaciologici nazionale e trentino, all Università di Milano ed al Comune di Vermiglio, ha avviato nel 2008 una attività di sperimentazione per valutare alcune tecniche di protezione attiva del ghiacciaio ed evitare così l ulteriore arretramento e la rottura del ghiacciaio nella parte centrale caratterizzata dalla presenza di una cresta di roccia ricoperta da uno ridotto spessore di ghiaccio (denominata ginocchio ). Il Programma sperimentale: Mitigazione dell ablazione e dell impatto delle attività sciistiche del ghiacciaio Presena è stato approvato dalla Giunta provinciale con propria deliberazione n del 12 dicembre Il successivo 22 settembre 2009 è poi stata sottoscritta un apposita convenzione tra la Provincia e la società impiantistica (Carosello Tonale SpA) per definire i rispettivi ruoli nell attuazione del citato Programma. In estrema sintesi il Programma Sperimentale prevede: 18

19 Produzione di neve artificiale nella stagione fredda per incrementare quella derivante dagli apporti naturali; Riduzione dell ablazione estiva con l uso di teli geotessili posati in giugno e rimossi in settembre; Rilevazione dei principali parametri meteorologici, nivologici, glaciologici e idrometrici per quantificare il bilancio di massa e quello energetico del ghiacciaio, sia nelle zone protette dai teli che in quelle non protette; Adozione di buone pratiche nella gestione dell area sciistica (tecniche di battitura e spostamento della neve sulle piste, limitazioni all apertura della pista in funzione della temperatura dell aria e dello spessore del manto nevoso, ecc.). Per l attuazione del Programma sperimentale il Servizio Utilizzazione delle Acque Pubbliche con la determina del dirigente Tiziano Refatti n.150 del 21 ottobre 2009 ha concesso la licenza di attingimento d acqua dai laghi Monticello inferiore e superiore per una quantità massima di 15 l/s ad uso industriale per l innevamento con volume annuo massimo derivabile di m3. La licenza decade il 31 marzo 2015 e in base all art. 9 delle n.t.a. del PGUAP non può essere autorizzato il prelievo di acqua da bacini posti ad altitudini maggiori dei 1500 m s.l.m.. Innevamento artificiale La produzione di neve programmata avviene nel periodo più freddo dell inverno, tipicamente da dicembre a marzo, quando cioè le temperature sono sufficientemente basse da favorire una buona resa degli impianti. L acqua viene prelevata dai laghetti di Monticello, che si trovano in prossimità del Passo Paradiso, e da qui viene pompata verso i cannoni da neve distribuiti lungo la pista da sci che scende lungo il ghiacciaio. La principale riserva idrica è quella del laghetto superiore, le cui dimensioni sono mostrate in Tabella 3-3. In Tabella 3-4 si riportano i dati relativi all innevamento per la stagione In relazione ai volumi pompati il decremento del livello del lago avrebbe dovuto essere leggermente superiore, il che significa che anche nella stagione più fredda ci sono movimenti di acqua sotterranea che immettono nel lago circa 120 m3 d acqua al giorno, per una portata media di 1,4 litri al secondo (Figura 3-6). Il lago si riempie in un lasso di tempo breve (circa 20 giorni) grazie al consistente apporto delle acque di fusione della neve presente sui versanti che sovrastano il lago e allo scorrimento sotterraneo. Già verso la metà di maggio esso raggiunge così il suo livello massimo. Grazie all innevamento programmato e alla compattazione operata con i battipista il manto nevoso risulta maggiormente consistente e presenta una densità maggiore rispetto a quella naturale (mediamente 0,53 contro 0,44) cosicché i processi di fusione estivi risultano significativamente rallentati (Tabella 3-5). Tabella 3-3 Dati dimensionali del Lago di Monticello 19

20 Tabella 3-4 Dati sull innevamento artificiale nel periodo invernale Figura 3-6 Variazioni del livello idrometrico nel Lago di Monticello durante i pompaggi per l innevamento Tabella 3-5 Valori medi di neve sul ghiacciaio in ciascuno dei primi quattro anni di sperimentazione Copertura estiva del ghiacciaio con geotessile Un importante azione prevista dal Programma sperimentale è quella di coprire il ghiacciaio nel periodo estivo con un particolare tipo di geotessile allo scopo di ridurre lo scioglimento del ghiaccio. La posa della copertura avviene nel mese di giugno, appena terminata la stagione sciistica e viene rimossa a settembre (Figura 3-7). L azione protettiva del geotessile è dovuta prevalentemente al suo colore bianco brillante che riflette gran parte della radiazione solare incidente, riducendo drasticamente la quantità di energia disponibile per i processi di fusione. I teli costituiscono inoltre, un efficace barriera termica tra il ghiacciaio e l atmosfera soprastante, operando come una sorta di coperta che 20

21 conserva sotto di sé un microclima decisamente più fresco rispetto a quello degli strati d aria immediatamente sopra il telo. Le misure, con appositi sensori, hanno dimostrato un potere riflettente del geotessuto 1,5 volte maggiore rispetto alle condizioni naturali. Conseguentemente anche l energia che penetra nello strato nevoso risulta notevolmente minore per le aree protette dai teli dove la fusione (espressa in centimetri di equivalente in acqua cm w.e.) è dimezzata. Nel corso della stagione estiva quindi tutta la neve presente sul ghiacciaio naturale viene persa e si ha anche una significativa ablazione del ghiaccio. Nelle zone protette dal geotessile invece si preserva circa metà dello spessore di neve e l ablazione del ghiaccio è pressoché nulla. Si viene così a formare uno scalino molto evidente lungo i bordi della superficie protetta dai teli, il cui spessore dipende dalla quantità di neve presente a inizio estate e varia a seconda dell andamento meteorologico stagionale, oltre ovviamente a ridursi con l aumentare della quota per la graduale riduzione delle temperature (Figura 3-8). I dati relativi alle quantità di neve preservata sono mostrati in Tabella 3-6. Figura 3-7 Superficie del ghiacciaio coperta con geotessile negli anni. 21

22 Figura 3-8 Dislivello tra superficie coperta da geotessile e non Tabella 3-6 Neve preservata grazie alla copertura estiva con geotessili nei quattro anni di sperimentazione Il Programma sperimentale ha avuto evidenti esiti positivi permettendo di preservare l integrità del ghiacciaio. La produzione di neve artificiale durante l inverno e la copertura estiva con geotessili hanno contrastato significativamente l intensa fase di regresso glaciale. Gli interventi hanno permesso la conservazione di metri cubi di neve che in condizioni naturali sarebbero stati completamente persi mettendo a nudo tutta l area rocciosa centrale (denominata ginocchio ) con conseguente frazionamento del ghiacciaio in due parti nettamente distinte e con l accelerazione della fusione per il calore assorbito dalle rocce e trasferito al ghiaccio. 3.8 Idrografia L idrografia superficiale è caratterizzata dai laghi di origine glaciale di Monticello e dal lago di Presena. Le acque di scioglimento e le precipitazioni penetrano in gran parte nel sottosuolo e riemergono quando incontrano strati impermeabili. L area in esame non presenta una rete idrografica particolarmente articolata. Solo il Rio Presena emissario dell omonimo lago, è individuato con chiarezza. Il rio emissario del lago Monticello in base alla determina del dirigente del Servizio Acque Pubbliche n.150 del 21 ottobre 2009 che concede la licenza di attingimento d acqua dal lago per l innevamento artificiale, è soggetto al rispetto del rilascio di una portata di rispetto pari ad almeno 8.5 l/s nei mesi di settembre ed ottobre e di 5.65 l/s da novembre a marzo di ogni anno e per il periodo di durata della concessione al prelievo d acqua dal lago (scadenza 31 marzo 2015). Le acque del ghiacciaio di Presena non contribuiscono, fatte salve le infiltrazioni ipogee, all alimentazione dei due laghi. Il loro bacino di alimentazione, infatti, è separato dal bacino a cui appartiene il ghiacciaio da una linea di displuvio con direzione NO-SE che passa nei 22

23 pressi di Capanna Presena. Il bacino di alimentazione dei laghi ha un estensione di 1.25 km Geologia L area di studio si caratterizza geologicamente per l estesa distribuzione di depositi morenici, i quali differiscono da zona a zona, sia per composizione granulometrica, che per spessore. La parte alta è caratterizzata dalla presenza di rocce di tipo granitico e tonalitico, che racchiudono a cerchio il ghiacciaio del Presena. In questa conca, si sono originati ricoprimenti di materiale morenico a seguito dell'azione ciclica dei ghiacciai, sui quali si è depositato abbondante materiale detritico di disfacimento. Questi ricoprimenti mascherano le morfologie esistenti, sono costituiti da materiali caotici e suscettibili di evoluzione per fenomeni di disgregazione o di crollo. Non esistono suoli pedologicamene evoluti, si può parlare di litosuoli originati da fenomeni crinoviali Habitat, flora e fauna L area interessata dal Programma degli interventi di riordino ambientale è caratterizzata dalla presenza di habitat di interesse comunitario quali (Figura 3-9): Ghiaioni silicei del piano montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e Galoepsietalia ladani) - (8110); Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica (Androsacetalia vandellii) - (8220); Acque oligotrofe - (3130); Ghiacciai permanenti - (8340). Nell habitat dei ghiaioni silicei la comunità più diffusa è l'oxyrietum digynae, fitocenosi pioniere per eccellenza tipico di ambienti primitivi, ghiaiosi o pietrosi e generalmente umidi. Le dinamiche naturali di questo habitat sono generalmente lente, anche se sono possibili evoluzioni verso l'habitat 6150, che raggruppa comunità di specie erbacee. Altre specie presenti in questo abitat sono: Cerastium uniflorum, Geum reptans, Luzula alpinopilosa, Oxyria digina e Saxifraga bryoides. Androsace alpina, Doronicum clusii, Ranunculus glacialis, Saxifraga seguieri, Sedum alpestre, Silene rupestris. Achillea moschata, Arabis alpina, Cardamine resedifolia, Leucanthemopsis alpina, Linaria alpina, Rumex scutatus. L'habitat delle pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica, comprende la vegetazione casmofitica delle rupi in substrati silicatici. Si tratta di ambienti a elevata naturalità e di rilevante pregio paesaggistico. Le comunità vegetali sono riconducibili all'ordine delle Androsacetalia vandellii e le specie dominanti sono: Asplenium septentrionale, Primula hirsuta, Androsace vandellii, Bupleurum stellatum, Hieracium intybaceum, Saxifraga depressa e Woodsia alpina. L'habitat dei laghi oligotrofici include la vegetazione presente in ambienti sommersi in acque caratterizzate da basse concentrazioni di nutrienti. Le specie presenti si possono considerare pioniere di ambienti fangosi le cui specie dominanti sono: Ranunculus trichophyllus subsp. eradicatus, Sparganium angustifolium, Cyperus flavescens, Cyperus fuscus, Juncus bufonuis, Ranunculus flammula. L'habitat dei ghiacciai permanenti non ospita una grande varietà di comunità vegetali ma è di straordinaria importanza in quanto fonte di acqua dolce La sola specie presente è il Carex lachenalii, degna di particolare attenzione per la sua rarità. 23

24 Figura 3-9 Habitat di interesse comunitario presenti nell area di indagine Il territorio in esame è caratterizzato dall'assenza quasi totale di fauna stanziale legata al territorio. La quasi totale assenza di vegetazione limita la presenza dei vertebrati a poche specie di uccelli, adattati alla vita d'alta quota: il sordone e il fringuello alpino, il gracchio e alle quote inferiori si segnala la presenza della pernice bianca. Pare opportuno ricordare, nell'area del Tonale, la presenza dell'aquila, del gipeto, della coturnice e del gallo forcello, i cui passaggi sono documentati dalle osservazioni raccolte dai parchi Adamello e Stelvio. La Figura 3-10 mostra l areale della Pernice bianca presente nel contesto territoriale prossimo all area di studio. Nelle acque dei laghetti naturali sono presenti crostacei acquatici, anche se la classificazione come laghi glaciali oligotrofici o addirittura distrofici, definisce queste acque caratterizzate da scarsità di nutrienti, alta concentrazione di ossigeno e bassa produttività. Figura 3-10 Areale della pernice bianca 24

25 3.11 Pressioni antropiche La popolazione nel comune di Vermiglio è perlopiù concentrata nei centri abitati maggiori e lungo il fondovalle. Il dato relativo alla popolazione residente, aggiornato al 2009, indica un valore di circa 1907 abitanti in costante e lenta crescita negli ultimi 30 anni. Per quanto riguarda le attività nel comune di Vermiglio, prevale il settore agricolo con un aumento, nel corso degli ultimi anni, del ruolo del commercio e dei servizi. Le attività industriali, dopo una graduale diminuzione nel corso degli ultimi anni, mostrano una leggera ripresa occupazionale. L attività turistica ha da tempo assunto un ruolo strategico e contribuisce a sostenere i servizi e il commercio Turismo Il turismo invernale, in particolare quello legato alla pratica dello sci alpino rappresenta la parte più consistente tanto per numero di presenze che per capacità di spesa in termini assoluti grazie anche al ghiacciaio Presena che permette di anticipare l apertura degli impianti al mese di ottobre e chiuderli nel mese di giugno. Il numero delle presenze assume valori oscillanti ma rispecchia un trend in leggera crescita (Figura 3-11). Il Tonale è una tipica stazione sciistica di seconda generazione (assenza di un paese, prodotto offerto basato sugli impianti da sci e contesto costituito dalle strutture ricettive) nata e cresciuta per un turismo di massa, sviluppatasi nel decennio 60. Al passo del Tonale operano 24 esercizi alberghieri cui si sono aggiunti negli ultimi anni (dopo il 2007) anche cinque strutture ricettive extralberghiere. Il numero degli esercizi alberghieri è rimasto costante nell ultimo decennio ma nel contempo è cresciuto il numero di posti letto, indice di una crescita delle dimensioni medie dei singoli alberghi. Eventuali processi di conversione del modello di sviluppo, che prescinda dall offerta dello sci alpino, trovano difficile applicazione per l indubbia difficoltà di individuare prodotti altrettanto attrattivi e capaci di garantire nel breve periodo analoghi flussi turistici quali si sono registrati negli ultimi anni. Il modello di riferimento è certamente ancora quello proprio di un turismo di massa, interessato pressoché esclusivamente all offerta dello sci, che ricerca una competitività soprattutto sul prezzo e che si basa su uno specifico valore aggiunto rappresentato dalla possibilità di anticipare l apertura degli impianti e di posticiparne la chiusura rispetto ad altre stazioni sciistiche. Presenze Stagione invernale Stagione estiva Figura 3-11 Trend delle presenze turistiche 25

26 Infrastrutture L area oggetto di analisi è caratterizzata dalla presenza di infrastrutture turistiche realizzate nei decenni passati. Esse sono localizzate sia sul ghiacciaio che sulla morena sottostante. L area è definita dal PUP come area sciabile ed è caratterizzata dalla presenza di 5 piste per lo sci alpino (Figura 3-12) Pista Lunghezza (m) Superficie (m 2 ) Presena destra Presena sinistra Paradiso Presena Didattica Snowboard Figura 3-12 Piste presenti nell area di interesse Sono presenti 6 impianti di risalita di cui 3 con finalità di trasporto degli utenti, 2 di servizio (teleferica di rifornimento e distacco valanghe) e 1 non più operativo (Figura 3-13). La sciovia sul ghiacciaio deve essere dismessa o totalmente rinnovata nel 2014 per fine vita tecnica dell impianto. Sciovia Presena Dx e Sx, portata oraria 1200 p/h p/h (collaudo 1984, 2014 fine vita tecnica) Catex (distacco valanghe) Teleferica (rifornimento) Seggiovia Paradiso Presena (collaudo 1983, seconda revisione generale 2013) Seggiovia Alveo Cantiere (in disuso) 26 Figura 3-13 Impianti di risalita nell area di interesse

27 L area sciabile è fornita di un impianto d innevamento artificiale che produce circa m3 di neve all anno permettendo così di preparare il fondo delle piste presenti solo sul ghiacciaio e di garantire il mantenimento del ghiacciaio stesso così come stabilito nel programma sperimentale Mitigazione dell ablazione e dell impatto delle attività sciistiche del ghiacciaio Presena. L impianto preleva l acqua necessaria al suo funzionamento dal Lago di Monticello grazie ad una licenza di attingimento concessa nell ambito del programma sperimentale di protezione del ghiacciaio. Tale licenza decade il 31 marzo 2015 e in base all art. 9 del PGUAP, che non permette il prelievo di acqua da bacini posti ad altitudini maggiori dei 1500 m, non può essere ulteriormente rinnovata. In Figura 3-14 è mostrato il tracciato dell impianto di innevamento artificiale e in Tabella 3-7 i dati relativi all uso dell acqua del Lago di Monticello. Figura 3-14 Tracciato dell impianto di innevamento artificiale Nome Lago di Monticello superiore Lago di Monticello inferiore Volume Altitudine invaso (m. s.l.m) (m 3 ) Volume Volume Portata Abbassa Neve annuo annuo concessa mento prodotta derivabile pompato (m 3 (l/s) ) (m 3 lago (m) (m ) 3 ) Tabella 3-7 Dati relativi all uso dell acqua del Lago di Monticello Nella zona oggetto di studio sono presenti diverse strutture edili alcune delle quali in disuso. Al Passo Paradiso sono presenti: la stazione di monte della telecabina Tonale Paradiso con una struttura ricettiva annessa (ristorante/bar), La stazione di partenza della 27

28 seggiovia Paradiso Presena e la stazione della seggiovia Alveo Cantiere utilizzata come deposito materiale (Figura 3-15). Sul Passo Presena sono presenti: tre edifici decadenti che si sono susseguiti negli anni come stazioni di partenza per la sciovia che portava sul ghiacciaio, le vecchie stazioni delle sciovie Campo scuola e Maroccaro, la stazione di arrivo della seggiovia Paradiso Presena con adiacente l edificio che un tempo aveva funzione di stazione di arrivo di un impianto, la stazione di partenza per la sciovia Presena dx e sx attualmente in uso, la stazione di monte della teleferica di servizio, la stazione di partenza dell impianto in uso per il distacco valanghe e infine il rifugio Capanna Presena (Figura 3-16). Il rifugio è una struttura piuttosto datata e attualmente ha una capienza ricettiva sovrastimata rispetto al reale utilizzo: sono presenti 15 camere, per un totale di 25 posti letto, ma attualmente viene usata prevalentemente come bar-ristorante e marginalmente per il pernottamento Figura 3-15 Strutture edili presenti al Passo Paradiso 28

29 Figura 3-16 Strutture edili presenti al Passo Presena Produzione di rifiuti I rifiuti vengono gestiti dalla Comunità di Valle della Val di Sole. Il rifugio Capanna Presena e il ristorante Passo Paradiso (annesso alla stazione di monte della telecabina Tonale Presena) rappresentano un unica utenza e viene effettuata la raccolta differenziata. Per quanto riguarda i rifiuti organici è presente un unico contenitore per i due edifici, che può contenere 240 l di materiale. Per il residuo, è presente un cassonetto per edificio, ciascuno con volume di 1100 l. Nel periodo di alta stagione, indicativamente di 4 mesi, i cassonetti vengono svuotati 2 volte alla settimana quindi si può stimare un quantitativo di rifiuti raccolti mensilmente pari a 20 m 3 nei mesi di massimo afflusso. I rifiuti di imballaggio sono classificati come multimateriale e vengono portati a valle direttamente dai gestori dei rifugi che li smaltiscono, come rifiuto differenziato, nel Centro di Raccolta del Materiale più vicino. In merito ai rifiuti prodotti durante l attività di gestione degli impianti e delle piste, si evidenziano alcune problematiche dovute alle difficoltà di trasporto del materiale di scarto a valle e relativo smaltimento. Infatti sono presenti materiali abbandonati in sito, in alcuni casi anche in aree sensibili come quelle di scioglimento del ghiacciaio. In particolare a est del ghiacciaio, nella zona a valle, sono presenti alcuni geotessuti che, non essendo riutilizzabili per la copertura negli anni successivi, non sono stati correttamente trasportati a valle e smaltiti, ma abbandonati in tale zona particolarmente sensibile. 29

30 Gestione acque reflue in alta quota Le acque reflue provenienti dal rifugio Capanna Presena subiscono un processo di grigliatura fine e di disoleatura. La grigliatura fine permette di eliminare le particelle sospese aventi dimensioni superiori a 1 1,5 millimetri. Il materiale trattenuto viene inviato ad un compattatore per mezzo di una coclea allontanando così la frazione acquosa da quella solida che viene insaccata e depositata in appositi cassonetti. La linea acque prosegue con il disoleatore che permette di rimuovere gli oli e i grassi prima del trattamento successivo in fossa Imhoff. La fossa Imhoff prevede la deposizione meccanica dei fanghi e viene svuotata ogni fine stagione con trasporto a valle del materiale. I reflui trattati vengono quindi dispersi in sottosuolo attraverso una tubazione disperdente, situata sotto la fossa Imhoff. Il sistema di trattamento è dimensionato per un numero minimo di 15 abitanti equivalenti. Essendo la fossa Imhoff adiacente al rifugio e vista la conformazione geologica dell area, nel periodo invernale o di massimo uso estivo, il refluo trattato potrebbe riemergere a valle e confluire nel lago sottostante il rifugio. Differisce invece il sistema adottato presso il ristorante-albergo situato presso il Passo Paradiso, che risulta allacciato al sistema fognario del Comune di Vermiglio. Il sistema di condotte affronta periodicamente problematiche di natura idraulica legate a fenomeni di gelate Inquinamento elettromagnetico Nella zona di studio è localizzato un elettrodotto di media tensione, ossia con una tensione di esercizio tra 20 e 60 kv, che dal passo Paradiso arriva fino a Capanna Presena seguendo indicativamente il tracciato dell impianto di risalita Paradiso-Presena. La normativa vigente in merito alla protezione dall esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (d.p.c.m. 8 luglio 2003 Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti ) non fissa delle distanze rispetto alla proiezione a terra delle linee di distribuzione elettrica, ma stabilisce il rispetto dell obiettivo di qualità di 3 µt. Tale verifica è a carico del gestore/proprietario della linea ed è necessaria in presenza di luoghi o edifici destinati a permanenza prolungata di persone per una durata non inferiore alle 4 ore giornaliere. Nel caso in esame, i luoghi dove potenzialmente c è una permanenza superiore alle 4 ore giornaliere sono le stazioni di partenza e arrivo degli impianti di risalita esistenti, dato che il tracciato si sviluppa pressoché parallelamente all elettrodotto. Ma considerata la data di costruzione degli impianti, di gran lunga antecedente all entrata in vigore della normativa che definisce gli obiettivi di qualità, non risulta essere stata valutata e calcolata la fascia di rispetto relativa all elettrodotto in questione. La Figura 3-17 mostra il tracciato dell elettrodotto presente nell area oggetto di studio. 30

31 Figura 3-17 Tracciato elettrodotto 3.12 Pericolosità e rischio idrogeologico L area in esame presenta un rischio idrogeologico assente o medio (R2) essendo priva di urbanizzazione (Figura 3-18). Il PGUAP all art 18 delle norme tecniche, demanda ai PRG la definizione degli interventi ammissibili in dette aree. La carta delle pericolosità evidenzia una elevata pericolosità geologica che interessa gli edifici collocati al Passo Paradiso e una elevata pericolosità valanghiva per le stazioni di valle e monte della sciovia Presena dx e sx. Per quanto riguarda la pericolosità determinata da eventi alluvionali, non si rivelano aree critiche. (Figura 3-19) 31

32 Figura 3-18 Carta del rischio idrogeologico Figura 3-19 Carta della pericolosità geologica valanghiva. 32

33 3.13 Beni architettonici e archeologici L area oggetto di analisi è stata teatro di battaglie durante la prima guerra mondiale e sono ancora visibili i camminamenti dei combattenti nella parte più alta del ghiacciaio e sulle creste. A tale proposito è opportuno ricordare l allestimento di una galleria espositiva delle armi e degli attrezzi della grande guerra. Il PUP non evidenzia la presenza di nessun tipo di bene archeologico o architettonico Principali potenzialità e criticità del contesto ambientale L analisi del contesto ambientale ha permesso di individuare le principali criticità e potenzialità ambientali del territorio riportate nello schema che segue. Questo ha permesso di indirizzare la scelta degli indicatori che sono stati impiegati a supporto della redazione del Programma degli interventi, nonché per la valutazione dei suoi effetti. Criticità Potenzialità Arretramento del ghiacciaio e integrità strutturale compromessa Impatto paesaggistico delle infrastrutture Pressioni antropiche in area SIC Prelievo di grossi volumi di acqua dal Lago Monticello a 2500 m di altitudine per innevamento artificiale. Elevata naturalità del territorio riconosciuto come SIC Contesto paesaggistico di notevole pregio Presenza di turismo che sostiene lo sviluppo 3.15 Evoluzione probabile del contesto senza l attuazione del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena. Ai fini della valutazione dei potenziali effetti significativi sull ambiente del Programma degli interventi, occorre conoscere oltre allo stato attuale, descritto nei paragrafi precedenti, anche la probabile evoluzione futura del contesto ambientale e territoriale. Questa evoluzione viene descritta con riferimento ai più importanti elementi esogeni ossia non legati alle scelte del Programma degli interventi. A questo proposito l analisi del quadro programmatico, delle normative che regolano la gestione degli impianti a fune e gli studi scientifici sullo stato del ghiacciaio, hanno permesso di individuare i fattori più significativi che interessano il territorio. Gli elementi ritenuti maggiormente rilevanti per la definizione di tale scenario sono costituiti da: L accentuarsi dei fenomeni di alterazione climatica che determinano il ritiro del ghiacciaio e ne compromettono l integrità Il raggiungimento di fine vita tecnica di alcuni impianti La scadenza nel 2015 della concessione al prelievo di acqua dal Lago Monticello per l innevamento artificiale. Il consolidamento della rete ecologica provinciale In sintesi, lo scenario che si profila per il territorio nei prossimi anni è caratterizzato da una tendenza all aumento dell ablazione e alla riduzione della superficie ricoperta da ghiacci perenni. Questo determina nuovi equilibri ambientali non prevedibili e la riconversione parziale del sistema economico basato sul turismo di massa legato allo sci alpino, verso nuovi settori. Data la funzione strategica, sull economia del territorio, del settore turistico e visto il raggiungimento di fine vita tecnica di alcuni impianti, in assenza del Programma, 33

34 si prevede la sostituzione degli impianti di risalita utilizzando la stessa tipologia e lo stesso tracciato. Le problematiche legate alle pendenze delle piste, all innevamento necessario per preparare il fondo pista e l impatto paesaggistico causato dalla presenza dei manufatti abbandonati, non verrebbero quindi risolte. La pressione antropica potrebbe diminuire vista la perdita di atrattività del luogo. 4 Sintesi del documento del Piano e analisi delle coerenze Il Programma degli interventi volti al riordino ambientale dell area del ghiacciaio Presena in coerenza con quanto stabilito dall art. 28 delle Norme di attuazione del PUP, persegue i seguenti obiettivi strategici: Tutelare l integrità ambientale Sostenere lo sviluppo economico del territorio legato al turismo sostenibile. Gli obiettivi strategici si declinano attraverso una serie di obiettivi generali volti a garantire: l integrità strutturale del ghiacciaio la valorizzazione ambientale e culturale, anche a fini turistici la razionalizzazione degli impianti e delle strutture esistenti il miglioramento ambientale e paesaggistico Il Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciao Presena, esplicita pertanto le strategie e fornisce in modo articolato elementi informativi, normativi e di indirizzo che integrano gli aspetti antropici, paesaggistici e ambientali. Il quadro degli interventi proposto si può riassumere in quattro tematiche: Rimodellamento ed estensione del piste Rifacimento degli impianti di risalita e delle stazioni Innevamento artificiale Demolizioni e riordino paesaggistico Si riportano di seguito gli obiettivi e le azioni del Programma desumibili dalla relazione illustrativa del Programma degli interventi (Tabella 4-1). 1 OBIETTIVI Tutela dell integrità strutturale del ghiacciaio e riduzione dell ablazione estiva 2 Razionalizzazione degli impianti A4 3 Razionalizzazione delle strutture e miglioramento paesaggistico A1 A2 A3 A5 A6 AZIONI Copertura della superficie del ghiacciaio con geotessile Produzione di neve artificiale per incrementare quella derivante dagli apporti naturali Adozione di buone pratiche nella gestione dell area sciistica: tecniche di battitura e spostamento della neve sulle piste, limitazioni all apertura della pista in funzione della temperatura dell aria e dello spessore del manto nevoso, ecc. Demolizione degli impianti obsoleti, non utilizzati e non necessari alla gestione della stazione sciistica Costruzione di una nuova telecabina Demolizione di tutte le stazioni di partenza e di arrivo degli impianti obsoleti, non utilizzati o non necessari alla gestione della stazione 34

35 A7 Demolizione delle strutture edili risalenti ai primi impianti sul ghiacciaio Demolizione del rifugio Capanna Presena A8 (intervanto condizionato dalla disponibilità della proprietà) Ricostruzione del rifugio Capanna A9 Presena con capacità ricettiva ridotta(intervanto condizionato dalla disponibilità della proprietà) Costruzione della stazione di monte, A10 intermedia e di valle della nuova telecabina Costruzione dei nuovi locali tecnici, A11 magazzini e officine incorporati nelle nuove opere edili (sottostanti al rifugio o alle nuove stazioni) A12 Riordino patrimoniale 4 Miglioramento ambientale A13 Demolizione e rimozione dei vecchi plinti dei sostegni degli impianti in disuso A14 Definizione delle buone pratiche da adottare nella gestione dei rifiuti. A15 Trattamento spinto delle acque reflue dei locali di servizio e ricettivi 5 Valorizzazione ambientale e culturale A16 Realizzazione di un punto panoramico incorporato nella struttura della stazione di monte della nuova telecabina A17 Valorizzazione della galleria multimediale con l esposizione di armi ed attrezzi della grande guerra sul Passo Paradiso A18 Valorizzazione del sentiero dei fiori che ripercorre i camminamenti dei combattenti A19 Rimodellamento delle piste esistenti con un profilo più dolce e regolare A20 Realizzazione di un nuovo anello per lo sci da fondo A21 Regolarizzazione delle piste in uso ma non regolamentari A22 Riordino di tutte le strutture e infrastrutture costruite a vista (cavidotti, condotte ecc) A23 Predisposizione di un programma di monitoraggio della qualità del Lago Monticello (chimico fisica e biologica) Tabella 4-1 Obiettivi e azioni del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena 35

36 4.1 Analisi della coerenza esterna Con riferimento al quadro programmatico, gli obiettivi del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena (numerati come in Tabella 4-1) sono stati confrontati con quelli del PUP e con quelli del Patto per lo Sviluppo Sostenibile, come descritto di seguito. La metodologia utilizzata per l analisi di coerenza ha previsto: un confronto a coppie tra obiettivi mediante matrice a doppia entrata e una verifica cartografica tra la localizzazione degli interventi e le previsioni del PUP e del PGUAP. Le matrici di coerenza sono riportate per esteso in Tabella 4-2 e Tabella 4-3 ed esprimono i gradi di interazione secondo una scala qualitativa. Legenda: Interazione forte Interazione media Interazione debole Interazione nulla Obiettivi del Programma Obiettivi PUP 1.garantire la valorizzazione e la riproducibilità del sistema delle risorse territoriali provinciali, nel rispetto dell'ambiente e al fine di perseguire la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole in coerenza con il principio di sussidiarietà responsabile; 2 definire il quadro di riferimento per l'approvazione dei piani territoriali delle comunità, dei piani regolatori generali dei comuni e degli altri strumenti di pianificazione territoriale di carattere settoriale, nonché la cornice territoriale e ambientale per la programmazione socio-economica; 3 assicurare lo sviluppo e la coesione sociale nell'ambito del territorio provinciale e nel quadro del processo d'integrazione europea; 4 accrescere la competitività del sistema provinciale, mantenendo il valore della sua identità territoriale e culturale. O1 O2 O3 O4 O5 Tabella 4-2 Analisi di coerenza esterna tra obiettivi del PUP e del Programma di interventi In base all analisi di coerenza esterna tra gli obiettivi del PUP e quelli del Programma degli interventi, emerge una forte correlazione tra gli obiettivi 1,2,3,4 e 5 del Programma degli interventi e il primo obiettivo del PUP volto a garantire la valorizzazione e la riproducibilità del sistema delle risorse territoriali provinciali, nel rispetto dell'ambiente e al fine di perseguire la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole in coerenza con il principio di sussidiarietà responsabile. Presentano una forte correlazione anche gli obiettivi 1, 2, 3 e 5 del Programma degli interventi con il quarto obiettivo del PUP che prevede di accrescere la competitività del sistema provinciale, mantenendo il valore della sua identità territoriale e culturale. Infine l analisi evidenzia una media correlazione tra gli obiettivi 2 e 3 del Programma degli interventi e il terzo obiettivo del PUP volto ad 36

37 assicurare lo sviluppo e la coesione sociale nell'ambito del territorio provinciale e nel quadro del processo d'integrazione europea. Legenda: Interazione forte Interazione media Interazione debole Interazione nulla Obiettivi del Programma Obiettivi PASSO A1. Sviluppare idonei strumenti di misura, benchmarking e comunicazione della sostenibilità A2 Sviluppare la governance della sostenibilità attraverso una partnership efficace tra attori territoriali e istituzioni e l integrazione tra i diversi strumenti di programmazione e pianificazione A3 Aumentare l investimento in Ricerca e Sviluppo e formazione alla sostenibilità A4 Rafforzare gli impegni internazionali e la cooperazione tra territori orientandoli alla sostenibilità B1 Accelerare l attuazione del PUP per quanto riguarda la pianificazione del paesaggio e il consolidamento delle rete ecologica nonché attuare quanto previsto delle Linee guida forestali O1 O2 O3 O4 O5 B2 Sviluppare la rete delle riserve B3 Sviluppare un sistema di contabilità monetaria e fisica della biodiversità per contabilizzare sia i costi della perdita della biodiversità che il valore economico dei servizi forniti dagli ecosistemi B4 Espandere la Superficie Agricola Utilizzabile (SAU) interessata da agricoltura biologica in una prospettiva di aumento complessivo del valore aggiunto territoriale B5. Promuovere un aggiornato modello di sviluppo turistico sostenibile e competitivo del territorio provinciale B6. Nel quadro di riferimento evolutivo del DMV e della gestione sostenibile degli ecosistemi acquatici, attuare la gestione responsabile delle risorse idriche, bene comune, attraverso l ottimizzazione dei diversi usi (potabili, irrigui, idroelettrici, industriali) e la riduzione degli apporti di nutrienti e di inquinanti C1. Ciclo di vita dei prodotti (dalla produzione al riciclaggio): ente pubblico regolatore e facilitatore C2. Ente pubblico attento alla gestione sostenibile C3. Spesa pubblica come leva per stimolare l innovazione e migliorare la sostenibilità del sistema economico locale. C4. Impresa efficiente e dell innovazione accelerata 37

38 Obiettivi del Programma Obiettivi PASSO O1 O2 O3 O4 O5 C5. Cittadino consumatore responsabile C6. Rafforzare la competitività della filiera forestalegno, favorendo una sua strutturazione più organica ed integrata ed incentivando un maggior uso del legno sia nell edilizia che ai fini energetici e garantire sostegno alle attività multifunzionali del bosco D1. Condividere nella società trentina il senso di appartenenza alla comunità locale e internazionale, la responsabilità, i valori di una cittadinanza sostenibile D2. Consolidare la partecipazione della società civile all elaborazione delle decisioni pubbliche, anche attraverso l inclusione digitale e il miglioramento delle competenze nell uso delle nuove tecnologie D3. Governare la dimensione ambientale della transizione demografica (invecchiamento della popolazione e presenza di immigrati) nella prospettiva del miglioramento delle condizioni di vita D4. Promuovere e diffondere i temi legati alla sostenibilità attraverso attività di formazione, informazione e comunicazione E1. Migliorare il sistema delle conoscenze, le capacità previsionali e di programmazione relative al cambiamento climatico E2. Accelerare l impegno per un Trentino ad emissioni zero attraverso l integrazione della pianificazione territoriale e dei trasporti E3. Ridefinire la proporzione tra le diverse modalità di trasporto merci e passeggeri, sia nei contesti urbani che nelle lunghe percorrenze E4. Diffondere gli impegni dei diversi attori pubblici e privati per una transizione energetica accelerata e di qualità Tabella 4-3 Analisi di coerenza esterna tra obiettivi del PASSO e del Programma di interventi Dall analisi di coerenza tra gli obiettivi del Programma degli interventi e quelli del Patto per lo sviluppo sostenibile (PASSO), emerge una forte correlazione tra gli obiettivi 1 e 3 del Programma (correlazione media con l obiettivo 2) rispetto all obiettivo B1 del PASSO visto il medesimo intento di accelerare l attuazione del PUP per quanto riguarda la pianificazione del paesaggio e il consolidamento dell integrità ambientale. Presentano una forte correlazione anche gli obiettivi 1 e 4 del Programma con l obiettivo B6 del PASSO essendo evidente il perseguimento comune di attuare la gestione responsabile delle risorse idriche e la riduzione degli apporti di nutrienti e di inquinanti. Il migliorare il sistema delle conoscenze, le capacità previsionali e di programmazione, relative al cambiamento climatico, determina una forte correlazione tra obiettivo 1 del Programma e E1 del PASSO. Tutti gli obiettivi del Programma degli interventi evidenziano una correlazione media con l obiettivo B5 del PASSO, visto che, promuovere un modello di sviluppo turistico sostenibile e competitivo del territorio costituisce uno degli obiettivi strategici del Programma degli interventi stesso. L obiettivo A3 del Passo si propone di aumentare l investimento in Ricerca e Sviluppo e formazione alla sostenibilità. Questo ha una correlazione media con l obiettivo 1 del Programma in quanto la tutela dell integrità del 38

39 ghiacciaio trova applicazione a seguito di un programma sperimentale e di ricerca. L obiettivo 1 del Programma presenta una correlazione media anche con l obiettivo B2 del PASSO che ha come intento quello di sviluppare la rete delle riserve essendo la riduzione dell ablazione estiva del ghiacciaio necessaria al suo perdurare nel tempo ed essendo l habitat ghiacciaio molto fragile. Il ciclo di vita dei prodotti e la buona gestione dei rifiuti che si vuole perseguire con l obiettivo C1 del PASSO trova una correlazione media con l obiettivo 4 del Programma degli interventi volto al miglioramento ambientale. Le verifiche cartografiche tra la localizzazione delle principali trasformazioni previste dal Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena e le previsioni del PUP non evidenziano particolari problemi di mancata coerenza. Infatti, l area oggetto di analisi è già riconosciuta come area sciabile dal PUP. Per quanto riguarda il PGUAP le carte di pericolosità e rischio idrogeologico evidenziano in maniera puntuale le aree con maggiori problematiche riconoscendo alcune penalità che interessano la stazione di monte della nuova telecabina che ricade in area ad elevata pericolosità valanghiva e la stazione di valle della nuova telecabina che in parte insiste in un area ad elevata pericolosità geologica (Figura 4-1, Figura 4-2, Figura 4-3, Figura 4-4, Figura 4-5, Figura 4-6, Figura 4-7) Figura 4-1 Carta paesaggio 39

40 Figura 4-2 Rete ecologica Figura 4-3 Sistema insediativo e reti infrastrutturali 40

41 Figura 4-4 Inquadramento strutturale Figura 4-5 Tutele paesistiche 41

42 Figura 4-6 Carta del rischio idrogeologico Figura 4-7 Carta della pericolosità idrogeologica 42

43 4.2 Analisi della coerenza interna L analisi della coerenza interna è stata effettuata confrontando tra loro gli obiettivi e le azioni del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena e verificando che a ciascuno di essi sia associato almeno un indicatore di monitoraggio (quest ultimo aspetto è illustrato nel capitolo 6). I 5 obiettivi generali del Programma degli interventi di riordino ambientale e le azioni sono stati numerati come in Tabella 4-1. Dall analisi di coerenza interna non emergono particolari criticità essendo le azioni volte a perseguire gli obiettivi del Programma degli interventi. Legenda: Interazione positiva Interazione negativa Interazione nulla Obiettivi Azioni Tutela dell integrità strutturale del ghiacciao e riduzione dell ablazione estiva Razionalizzazione degli impianti Razionalizzazione delle strutture e miglioramento paesaggistico Miglioramento ambientale Valorizzazione ambientale e culturale A1. Copertura della superficie del ghiacciaio con geotessile A2. Produzione di neve artificiale per incrementare quella derivante dagli apporti naturali. A3. Adozione di buone pratiche nella gestione dell area sciistica: tecniche di battitura e spostamento della neve sulle piste, limitazioni all apertura della pista in funzione della temperatura dell aria e dello spessore del manto nevoso, ecc A4. Demolizione degli impianti obsoleti, non utilizzati e non necessari alla gestione della stazione sciistica A5. Costruzione di una nuova telecabina A6. Demolizione di tutte le stazioni di partenza e di arrivo degli impianti obsoleti, non utilizzati o non necessari alla gestione della stazione 43

44 A7. Demolizione delle strutture edili risalenti ai primi impianti sul ghiacciaio A8. Demolizione del rifugio Capanna Presena (intervanto condizionato dalla disponibilità della proprietà) A9. Ricostruzione del rifugio Capanna Presena con capacità ricettiva ridotta (intervanto condizionato dalla disponibilità della proprietà) A10. Costruzione della stazione di monte, intermedia e di valle della nuova telecabina A11. Costruzione dei nuovi locali tecnici, magazzini e officine incorporati nelle nuove opere edili (sottostanti al rifugio o alle nuove stazioni) A12. Riordino patrimoniale A13. Demolizione e rimozione dei vecchi plinti dei sostegni degli impianti in disuso A14. Definizione delle buone pratiche da adottare nella gestione dei rifiuti. A15. Trattamento spinto delle acque reflue dei locali di servizio e ricettivi A16. Realizzazione di un punto panoramico incorporato nella struttura della stazione di monte della nuova telecabina A17. Valorizzazione della galleria multimediale con l esposizione di armi ed attrezzi della grande guerra sul Passo Paradiso A18. Valorizzazione del sentiero dei fiori che ripercorre i camminamenti dei combattenti A19. Rimodellamento delle piste esistenti con un profilo più dolce e regolare A20. Realizzazione di un nuovo anello per lo sci da fondo A21. Regolarizzazione delle piste in uso ma non regolamentari A22. Riordino di tutte le strutture e infrastrutture costruite a vista (cavidotti, condotte ecc) A23. Predisposizione di un programma di monitoraggio della qualità del Lago Monticello (chimico fisica e biologica) Tabella 4-4 Coerenze interne tra obiettivi e azioni del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena. 44

45 5 Valutazione degli effetti ambientali Per la valutazione degli effetti ambientali del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena, si è fatto riferimento ad un gruppo di indicatori, per lo più geografici, il cui calcolo, integrato con considerazioni di natura qualitativa, ha permesso di supportare la redazione del Programma, confrontando diversi scenari possibili e analizzandone gli effetti legati agli interventi principali. Gli indicatori vengono anche utilizzati per confrontare le condizioni attuali del territorio (stato di fatto) e le condizioni relative all attuazione della proposta del Programma di interventi sul ghiacciaio Presena (scenario di progetto). Nei paragrafi seguenti vengono illustrate le modalità di calcolo di ogni indicatore. La valutazione degli effetti ambientali viene presentata attraverso schede descrittive in cui vengono proposte alcune misure di mitigazione. 5.1 Esposizione ai campi elettromagnetici Per quanto riguarda l esposizione ai campi elettromagnetici, è stato calcolato un buffer di distanza pari a 15 metri dall elettrodotto presente nell area di studio. Tale valore è indicativo e può essere considerato come distanza cautelativa, in quanto, il quadro normativo di settore fissa dei limiti massimi basati sul valore dell'induzione magnetica, che a sua volta dipende, oltre che dalla tensione della linea elettrica, dalle sue caratteristiche, dalla geometria, dall'altezza dei conduttori e dalla frequenza di rete. Il d.p.c.m. 8 luglio 2003 stabilisce il rispetto dell obiettivo di qualità di 3 µt come limite per la protezione dall esposizione da campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. Per la determinazione delle aree potenzialmente interessate da valori di induzione magnetica superiori a tale obiettivo di qualità, si deve procedere al calcolo delle fasce di rispetto, in base alle disposizioni normative introdotte dal D.Dirett. del 29 maggio 2008 in materia di Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti. La determinazione di tale fascia di rispetto consiste nel calcolo del volume tridimensionale entro il quale sono racchiusi i valori di induzione magnetica che superano l obiettivo di qualità imposto dal d.p.c.m. 8 luglio La determinazione di tale volume deve essere effettuata dal gestore/proprietario della linea secondo la metodologia di calcolo prevista dal sopraccitato D.Dirett. del 29 maggio 2008 ed è necessaria quando viene proposta la realizzazione di un nuovo insediamento abitativo o per la presenza di luoghi o edifici destinati a permanenza prolungata di persone per una durata non inferiore alle 4 ore giornaliere. Per lo scenario di progetto, l analisi non rileva interferenze con il buffer di prossimità dall elettrodotto. Soprattutto per quel che riguarda le stazioni di valle e intermedia della nuova telecabina, dove potenzialmente si può verificare una permanenza del personale addetto maggiore delle 4 ore giornaliere, non si rivelano particolari criticità. Anche l attuale edificio del Rifugio Capanna Presena, non interferisce con il buffer di distanza, quindi nell eventualità di un mancato accordo con i proprietari del rifugio per la demolizione e ricostruzione dello stabile, non si presentano fattori di rischio per gli utenti ed il personale (Figura 5-1). 45

46 Figura 5-1 Fonti di inquinamento elettromagnetico 5.2 Analisi di sensibilità visiva del paesaggio Per valutare la sensibilità visiva del paesaggio si è proceduto a un analisi spaziale che utilizza gli algoritmi delle lines of sight per determinare la visibilità dell area da un determinato punto di osservazione del territorio. Il risultato ottenuto è mostrato in Figura 5-2 e permette di valutare l estensione delle aree da cui sono visibili i nuovi interventi e di confrontarli con lo stato attuale. 46

47 Figura 5-2 Analisi di sensibilità visiva del paesaggio (stato di fatto sx e scenario di progetto dx) Dall analisi si osserva come lo scenario di progetto, migliori notevolmente la situazione attuale presentando una visibilità circoscritta ad alcuni picchi da cui sono già visibili gli attuali impianti. La dislocazione delle stazioni di nuova realizzazione e la scelta del tracciato della futura telecabina, permettono la completa invisibilità degli interventi dai territori del bacino del Sarca di Genova e dal Ghiacciaio Adamello di notevole pregio paesaggistico. 5.3 Rischi naturali Per quanto concerne la valutazione del rischio naturale sono state utilizzate alcune informazioni di sintesi derivanti dal PGUAP. La valutazione evidenzia che la stazione di monte della nuova telecabina insiste su aree a pericolosità valanghiva elevata, cosi come già segnalato dall analisi di coerenza esterna. Anche la stazione di valle del nuovo impianto di risalita, ricade parzialmente in area ad elevata pericolosità geologica. Il posizionamento della stazione intermedia in un area a moderata pericolosità geologica migliora lo stato attuale dove la partenza della sciovia che porta sul ghiacciaio, ricade in area ad elevato rischio valanghivo. Il confronto tra le aree a rischio idrogeologico e le aree dove sono previsti i futuri interventi, evidenzia come la maggior parte degli interventi proposti ricada in area a rischio medio (R2). Vista la presenza di alcune criticità, gli interventi dovranno essere subordinati all effettuazione di un accurata indagine geologicotecnica, secondo quanto previsto dalla normativa vigente (Figura 5-3 e Figura 5-4) 47

48 Figura 5-3 Carta della pericolosità geologica e valanghiva (scenario di progetto) Figura 5-4 Carta del rischio idrogeologico (scenario di progetto) 48

49 5.4 Indagine sul valore ecologico Interferenza con gli habitat. L analisi ha previsto il confronto tra la zonizzazione degli habitat e gli interventi previsti dal Programma di riordino ambientale del ghiacciaio Presena. Lo scenario di progetto presenta interferenze con gli habitat 8220 (rocce silicatiche con praterie e aree umide a tricoforo), 8110 (ghiaioni silicatici) e 3130 (lago oligotrofico). Il tracciato del nuovo impianto prevede il posizionamento dei piloni su roccia quindi un interazione con gli habitat 8220 e 8110, così come le aree in cui si prevede la costruzione delle stazioni della nuova telecabina. La proposta di rimodellamento delle piste determina degli sbancamenti e movimentazioni di terre e rocce con un interazione con gli habitat 8110 e 8220 limitata alla fase di cantiere. La realizzazione del nuovo anello per lo sci da fondo, prevede la possibilità di eliminare le asperità superficiali del piano pista, mediante lo spostamento dei singoli massi; ciò determina un interferenza con l habitat 8110 del tutto trascurabile. Infine il prelievo di acqua dal Lago di Monticello per la produzione di neve artificiale, ha effetto sull habitat La Figura 5-5 e la Figura 5-6 mostrano il confronto degli interventi previsti con gli habitat e la Tabella 5-1 sintetizza il tipo di vegetazione che caratterizza ogni habitat e che può subire deterioramento o depauperamento evidenziandone la superficie. Figura 5-5 Interferenza delle nuova telecabina con gli habitat 49

50 Figura 5-6 Interferenza delle piste di progetto con gli habitat Codice habitat Descrizione 3130 lago oligotrofico 8110 ghiaioni silicatici 8220 rocce silicatiche con praterie e aree umide a tricoforo Vegetazione vegetazione annua delle rive Androsacetalia alpinae e Galeopsietalia ladani Superficie interessata dall intervento (m2) vegetazione casmofitica ghiacciaio Tabella 5-1 Interferenza degli interventi con gli habitat 50

51 Interferenza con gli home range L analisi ha previsto il confronto tra la perimetrazione dell areale della specie faunistica maggiormente presente nel contesto territoriale (pernice bianca), e le aree interessate dagli interventi previsti dal Programma di riordino ambientale del ghiacciaio Presena. Lo scenario di progetto, essendo il territorio in esame caratterizzato dall'assenza quasi totale di fauna stanziale, evidenzia l interferenza con i soli home range della pernice bianca e dei crostacei acquatici presenti nel Lago di Monticello. Lo scenario di progetto non è peggiorativo della situazione attuale per l area morenica ai piedi del ghiacciaio, infatti, gli interventi che possono arrecare disturbo alle specie faunistiche, insistono in aree con intensa presenza antropica già allo stato di fatto. L area del ghiacciaio invece può subire una pressione antropica rilevante dovuta alla maggiore fruibilità delle alte quote grazie alla realizzazione della nuova telecabina. L ambiente acquatico del Lago di Monticello è caratterizzato da bassa produttività e il depauperamento delle specie crostacee presenti è limitato essendo il prelievo di acqua dal lago, per la produzione di neve artificiale, limitato al periodo invernale. La Figura 5-7 mostra l interferenza degli interventi con gli home range. Figura 5-7 Interferenza degli interventi con gli home range 51

52 5.5 Indice di sfruttamento idrico L indice di sfruttamento idrico misura la percentuale dei prelievi idrici rispetto alla disponibilità media annuale di risorsa idrica. La concessione al prelievo di acqua dal Lago di Monticello per la produzione di neve artificiale, autorizzato nell ambito del progetto sperimentale di protezione del ghiacciaio Presena, ammonta a un volume pari a m3. I bilanci idrici sui bacini idrografici che contribuiscono all alimentazione del lago evidenziano una disponibilità idrica media annua pari a m3. La Tabella 5-2 mostra i parametri principali di calcolo e il valore dell indice di sfruttamento idrico per l area di studio. Non esiste un target normativo che regolamenti i valori dell indice di sfruttamento idrico ma la letteratura scientifica individua un valore del 20% come limite di scarsità idrica e valori superiori al 40% evidenziano severi problemi di approvvigionamento idrico. Per lo scenario di progetto non esistono particolari criticità legate allo sfruttamento idrico evidenziato da un valore dell indice pari al 10% abbondantemente sotto il limite del 20% della scarsità idrica. Prelievo idrico dal Lago Monticello ( m 3) Disponibilità idrica media annua (m3) Indice di sfruttamento idrico % Tabella 5-2 Parametri principali e indice di sfruttamento idrico. 5.6 Valutazione dei principali interventi e misure di mitigazione La valutazione dei principali interventi viene presentata attraverso schede descrittive, in cui si analizzano gli effetti ambientali previsti. Il documento del Programma degli interventi per il riordino ambientale del ghiacciaio Presena, dà una direzione alle azioni e in alcuni casi offre contenuti progettuali. Per tutti gli interventi, il Programma prevede che i criteri connessi con le problematiche di sostenibilità ambientale e geologiche siano soddisfatti 52

53 Copertura della superficie del ghiacciaio con geotessile L intervento consiste nello stendimento di geotessile sulla superficie del ghiacciaio con l utilizzo di mezzi batti neve adattati allo scopo. L intervento è volto alla tutela dell integrità strutturale del ghiacciaio e alla riduzione dell ablazione estiva. Non presenta particolari criticità di carattere ambientale, ma al contrario permette di contrastare l effetto dei cambiamenti climatici in atto a livello globale. L area a nord del ghiacciaio (parte bassa) presenta elevata pericolosità valanghiva a cui si pone rimedio con la gestione e l utilizzo del sistema di distacco delle valanghe: funivia Catex. La copertura con geotessile non presenta particolari criticità legate all impatto paesaggistico essendo efficacemente mimetizzati con la copertura nevosa visto il suo colore bianco. L intervento deve prevedere una corretta gestione e smaltimento dei geotessili non più utilizzabili e si deve prevedere la rimozione dei residui dei precedenti interventi Gli interventi possono determinare degli effetti indiretti sull ambiente, seppur minimi, legati al disturbo della fauna dovuto all uso dei mezzi batti neve durante la fase di copertura del ghiacciaio. 53

54 Produzione di neve artificiale L intervento prevede il prelievo di acqua dal Lago di Monticello per la produzione di neve artificiale direttamente nell area a nord del ghiacciaio (parte bassa) attraverso un sistema di pompaggio e di tubazioni parzialmente interrate. L intervento presenta una criticità legata alla concessione al prelievo in bacini montani posti ad altitudine maggior di 1500 m.s.l.m. non permesso dall art. 9 del PGUAP. Attualmente il prelievo di acqua dal lago è autorizzato nell ambito del Progetto sperimentale di protezione del ghiacciaio Presena. L intervento non determina depauperamento della risorsa idrica così come dimostrato dall indice di sfruttamento idrico che presenta valori pari al 10% abbondantemente sotto il limite del 20% della scarsità idrica. Il prelievo di acqua dal Lago di Monticello può avere effetti diretti sull habitat acquatico con perdita della vegetazione che si forma annualmente e depauperamento delle colonie di crostacei presenti. Per mitigare questi effetti si prevede di prelevare l acqua solo nel periodo invernale quando la produttività del lago è particolarmente bassa. Inoltre sarà avviato un programma di monitoraggio della qualità chimica, fisica e biologica del Lago Monticello. Visto il riordino di tutte le strutture presenti nell area, l impianto di pompaggio e il tracciato delle tubazioni subiranno degli spostamenti e delle ottimizzazioni. Questo non determinerà impatti poiché gli interventi ricadono in aree già antropizzate e inseriti nel programma di cantierizzazione per la realizzazione di altre opere. 54

55 Demolizione degli impianti obsoleti, non utilizzati e non necessari alla gestione della stazione sciistica. L intervento prevede la demolizione degli impianti: Sciovia Presena destra Sciovia Presena sinistra Seggiovia Paradiso Presena Seggiovia Alveo Cantiere Teleferica L intervento migliora notevolmente le condizioni attuali dal punto di vista paesaggistico, cosi come mostra l analisi di sensibilità visiva. La demolizione di impianti attualmente usati per servizio, determina una minore pressione antropica in aree ad elevata naturalità. L intervento non ha effetti diretti sugli habitat ma può determinare impatti indiretti seppur minimi, legati al disturbo della fauna e al depauperamento degli habitat dovuto al passaggio dei mezzi pesanti in fase di cantiere, non pregiudicandone comunque la funzionalità. L attività di demolizione determina la produzione di rifiuti che necessita un attenta gestione dello smaltimento o del loro riutilizzo. 55

56 Costruzione di una nuova telecabina L intervento prevede la realizzazione di una nuova telecabina con capacità minore rispetto agli impianti attuali (sciovia Presena dx e sx) passando da 2400 p/h a 1500 p/h. I piloni di ancoraggio hanno fondazioni su roccia non interferendo con il ghiacciaio. L intervento migliora notevolmente le condizioni attuali dal punto di vista paesaggistico, cosi come mostra l analisi di sensibilità visiva. La realizzazione dei piloni di ancoraggio della nuova telecabina interferisce con gli habitat 8110 (ghiaioni silicei del piano montano fino a nivale) e 8220 (pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica) limitatamente all area delle fondazioni dei piloni. La fase di cantiere può incidere negativamente sugli habitat a causa del transito dei mezzi pesanti, senza comunque pregiudicarne la funzionalità. Gli habitat 8110 e 8220 sono tra i più diffusi nell area degli interventi e sono poco vulnerabili. Gli estremi del tracciato dell impianto interferiscono marginalmente con l areale della pernice bianca. Il posizionamento dei piloni su roccia garantiscono l integrità del ghiacciaio e la possibilità di ottimizzare l efficacia dell innevamento artificiale. La diminuzione della capacità di trasporto dell impianto rispetto a quello attuale, consente di diminuire la presenza antropica e quindi la pressione nella zona morenica ai piedi del ghiacciaio mentre alle alte quote si può verificare un aggravio della pressione antropica dovuta alla maggiore fruibilità, grazie alla realizzazione della nuova telecabina. Infine il nuovo impianto essendo attivo durante tutto l anno determina una presenza antropica costante senza permettere periodi di recupero. 56

57 Demolizione delle stazioni degli impianti obsoleti, non utilizzati o non necessari alla gestione della stazione sciistica L intervento prevede la demolizione delle: stazione di valle e di monte della seggiovia Paradiso Presena stazione della ex seggiovia Alveo Cantiere stazione della teleferica stazione di partenza delle sciovie Presena dx e sx L intervento migliora notevolmente le condizioni attuali dal punto di vista paesaggistico, cosi come mostra l analisi di sensibilità visiva, e permette una riorganizzazione del comparto sciistico ottimizzandone spazzi e dimensioni. Gli interventi insistono su aree a elevata presenza antropica e quindi soggette a pressione. Le aree d intervento non sono caratterizzate da habitat della rete Natura 2000 quindi non si hanno effetti diretti sugli stessi, ma si possono determinare impatti indiretti seppur minimi, legati al disturbo della fauna e al depauperamento di habitat nelle aree limitrofe, dovuto al passaggio dei mezzi pesanti in fase di cantiere; in ogni caso non ne viene pregiudicata la funzionalità. La stazione di valle della seggiovia Paradiso Presena e la stazione della ex Alveo Cantiere sono interne all home range della pernice bianca che può subire disturbo durante le fasi di demolizione. L attività di demolizione determina la produzione di rifiuti che necessita un attenta gestione dello smaltimento o del loro riutilizzo. 57

58 Demolizione delle strutture edili risalenti ai primi impianti sul ghiacciaio L intervento prevede la demolizione delle: Ex stazioni di partenza della sciovia Ex stazione di partenza della sciovia Campo scuola Ex stazione della sciovia Maroccaro Ex stazione di monte della vecchia telecabina L intervento migliora notevolmente le condizioni attuali dal punto di vista paesaggistico, cosi come mostra l analisi di sensibilità visiva, e permette una riorganizzazione del comparto sciistico ottimizzandone spazzi e dimensioni. Gli interventi insistono su aree ad elevata presenza antropica e quindi soggette a pressione Le aree d intervento non sono caratterizzate da habitat della rete Natura 2000 quindi non hanno effetti diretti sugli stessi, ma si possono determinare impatti indiretti seppur minimi, legati al depauperamento di habitat nelle aree limitrofe, dovuto al passaggio dei mezzi pesanti in fase di cantiere; in ogni caso non ne viene pregiudicata la funzionalità. L attività di demolizione determina la produzione di rifiuti che necessita un attenta gestione dello smaltimento o del loro riutilizzo. 58

59 Demolizione del rifugio Capanna Presena (intervento condizionato dalla disponibilità della proprietà) L intervento prevede la demolizione del rifugio Capanna Presena a condizione del dimostrato interesse da parte della proprietà. L intervento migliora notevolmente le condizioni attuali dal punto di vista paesaggistico, cosi come mostra l analisi di sensibilità visiva, e permette una riorganizzazione del comparto sciistico ottimizzandone spazzi e dimensioni. L azione insiste su aree ad elevata presenza antropica e quindi soggette a pressione L area non è caratterizzata dalla presenza di habitat della rete Natura 2000 quindi non si hanno effetti diretti sugli stessi, ma si possono determinare impatti indiretti seppur minimi, legati al depauperamento di habitat nelle aree limitrofe, dovuto al passaggio dei mezzi pesanti in fase di cantiere; in ogni caso non ne viene pregiudicata la funzionalità. L attività di demolizione determina la produzione di rifiuti che necessita un attenta gestione dello smaltimento o del loro riutilizzo. 59

60 Ricostruzione del rifugio Capanna Presena (intervento condizionato dalla disponibilità della proprietà L intervento prevede la ricostruzione del rifugio Capanna Presena con capacità ricettiva ridotta a condizione del dimostrato interesse da parte della proprietà. L intervento migliora notevolmente le condizioni attuali dal punto di vista paesaggistico, cosi come mostra l analisi di sensibilità visiva, e permette una riorganizzazione del comparto sciistico ottimizzandone spazzi e dimensioni. È auspicabile la realizzazione di un unico nuovo edificio adibito a rifugio, ristoro e che preveda degli spazi idonei a ospitare i locali tecnici necessari alla gestione della stazione sciistica, così da garantire la compattezza dell edificato e migliorare le visuali per una armoniosa percezione del paesaggio. L azione insiste su aree a elevata presenza antropica e quindi già soggette a pressione. L area non è caratterizzata dalla presenza di habitat della rete Natura 2000 quindi non si hanno effetti diretti sugli stessi, ma si possono determinare impatti indiretti seppur minimi, legati al depauperamento di habitat nelle aree limitrofe, dovuto al passaggio dei mezzi pesanti in fase di cantiere e per le operazioni di sbancamento; in ogni caso non ne viene pregiudicata la funzionalità. La ricostruzione del rifugio con una capacità ricettiva ridotta rispetto a quella attuale, migliora e facilita la gestione dei rifiuti solidi urbani e delle acque di scarico. In ogni caso è previsto un trattamento spinto di depurazione delle acque nere. L intervento non presenta criticità sotto il punto di vista dell inquinamento elettromagnetico e ricade in area a rischio idrogeologico medio (R2) e a modetata pericolosità geologica. Si raccomanda di predisporre ulteriori indagini sulla fattibilità dell opera in relazione alle risultanze della carta del rischio e della pericolosità idrogeologica. In caso di mancato interesse da parte della proprietà del rifugio, si prevede la realizzazione di nuovi locali ad uso magazzino - garage sull area del Passo Paradiso o del Passo Presena. Questi devo preferibilmente essere accorpati alle nuove strutture per evitare interferenze con gli habitat. 60

61 Costruzione della stazione di monte della nuova telecabina L intervento prevede la costruzione della stazione di monte della nuova telecabina con una struttura essenziale e fornita di belvedere sulla copertura. L intervento migliora notevolmente le condizioni attuali dal punto di vista paesaggistico, cosi come mostra l analisi di sensibilità visiva, e permette una riorganizzazione del comparto sciistico. La valutazione delle possibili alternative ha permesso di individuare la posizione della stazione di monte sotto cresta per evitare la visibilità della struttura dal bacino del Sarca di Genova e dal Ghiacciaio Adamello, aree di notevole pregio paesaggistico. La struttura di monte non prevede la realizzazione di locali ricettivi ma le sole strutture previste dalle norme che disciplinano la realizzazione degli impianti di risalita. La maggiore fruibilità da parte degli utenti, delle alte quote dovuta alla realizzazione del nuovo impianto, determina una pressione antropica rilevante ed esclude periodi di assenza di disturbo, essendo l impianto operativo tutto l anno L area dove è realizzata la stazione di monte presenta un rischio idrogeologico medio (R2) e una elevata pericolosità valanghiva. Si deve quindi prevedere la realizzazione degli interventi necessari alla messa in sicurezza dell area. L intervento non determina perdita diretta dell habitat 8340 (ghiacciaio permanente) ne punti di rottura. La stazione di monte interferisce con l areale della pernice bianca che può subire disturbo durante le fasi di cantiere e di esercizio. L area del ghiacciaio può subire una pressione antropica rilevante dovuta alla maggiore fruibilità delle alte quote grazie alla realizzazione della nuova telecabina. 61

62 Costruzione della stazione intermedia della nuova telecabina L intervento prevede la costruzione della stazione intermedia della nuova telecabina con una struttura leggera. L intervento migliora notevolmente le condizioni attuali dal punto di vista paesaggistico, cosi come mostra l analisi di sensibilità visiva, e permette una riorganizzazione del comparto sciistico. La valutazione delle possibili alternative ha permesso di individuare la posizione della stazione intermedia in un area morfologicamente affossata cosi da minimizzare l impatto paesaggistico e garantire l esclusione da aree ad elevata pericolosità valanghiva. Tuttavia l area presenta un rischio idrogeologico medio (R2) e una moderata pericolosità geologica. L intervento non prevede la realizzazione di locali recettivi ma le sole strutture previste dalle norme che disciplinano la realizzazione degli impianti di risalita e i locali tecnici necessari alla gestione del comparto sciistico nell eventualità che non fosse possibile realizzarli nella struttura che ospita il nuovo rifugio Capanna Presena. Questo riduce la pressione antropica in un area limitrofa a zone di accumulo delle acque di scioglimento del ghiacciaio e quindi particolarmente sensibili. L intervento non mostra particolari criticità dal punto di vista dell inquinamento elettromagnetico e del disturbo della fauna locale. La realizzazione della stazione determina una perdita diretta degli habitat 8110 (ghiaioni silicei del piano montano fino a nivale) e 8220 (pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica) limitatamente all area delle fondazioni. La fase di cantiere può incidere negativamente sugli habitat a causa del transito dei mezzi pesanti, senza comunque pregiudicarne la funzionalità. Gli habitat 8110 e 8220 sono tra i più diffusi nell area degli interventi e sono poco vulnerabili. 62

63 Costruzione della stazione di valle della nuova telecabina L intervento prevede la costruzione della stazione di valle della nuova telecabina con una struttura simile a quella già in essere della stazione di monte della telecabina Tonale Paradiso. L intervento migliora notevolmente le condizioni attuali dal punto di vista paesaggistico, cosi come mostra l analisi di sensibilità visiva, e permette una riorganizzazione del comparto sciistico. La posizione della stazione cerca il miglior compromesso tra l esclusione da aree a elevata pericolosità geologica e la minimizzazione delle interferenze con gli habitat prioritari. Tuttavia l intervento ricade parzialmente in area a elevata pericolosità geologica e a rischio idrogeologico medio (R2). È quindi necessario prevedere adeguati interventi per la messa in sicurezza dell area. L intervento ricade parzialmente in aree con presenza dell habitat 8220 (pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica) determinandone una riduzione senza comunque pregiudicarne la funzionalità. L intervento non mostra particolari criticità dal punto di vista dell inquinamento elettromagnetico ma la stazione ricade marginalmente nell areale della pernice bianca con la possibilità di recare disturbo. 63

64 Rimodellamento delle piste esistenti L intervento prevede la sistemazione del piano sciabile della pista Paradiso Presena per adeguare le pendenze e la realizzazione di un raccordo tra le piste Presena dx e sx con la Paradiso Presena per ottenere un profilo più dolce ed evitare la contropendenza presente attualmente. L intervento determina una perdita diretta degli habitat 8110 (ghiaioni silicei del piano montano fino a nivale) e 8220 (pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica) per una superficie rispettivamente di circa 2.6 ha e 0.4 ha. Inoltre si possono determinare degli effetti indiretti, seppur minimi, legati al depauperamento degli habitat dovuto al passaggio dei mezzi pesanti in fase di cantiere e durante le fasi di scavo per lo sbancamento. È quindi necessario gestire la fase di cantiere in modo tale da minimizzare gli impatti indiretti sugli habitat. Essendo gli habitat 8110 e 8220 tra i più diffusi nell area analizzata ed essendo per loro natura poco vulnerabili, la riduzione di superficie non pregiudica la funzionalità ecosistemica. La pista ricade in un area che presenta rischio idrogeologico medio (R2) e moderata pericolosità geologica. Si deve quindi valutare in fase progettuale se l intervento necessita provvedimenti per mettere in sicurezza la zona. 64

65 Realizzazione di un anello per lo sci da fondo L intervento prevede la realizzazione di un anello per la pratica dello sci da fondo L intervento non comporta rimodellamento o cambiamento della morfologia ne un cambio di uso del suolo. Si prevede la possibilità di eliminare le asperità superficiali del piano pista, mediante lo spostamento dei singoli massi, ciò determina un interferenza con l habitat 8110 del tutto trascurabile. Non è prevista perdita di habitat ne della loro funzionalità ecosistemica visto che l intervento riguarda perlopiù il solo manto nevoso. L analisi delle alternative eseguita durante il procedimento di VAS, ha portato ad evitare che si realizzasse l anello nella parte ad ovest del tracciato della pista Paradiso Presena. Quest area è particolarmente sensibile visto che ad oggi non ha subito rimodellamenti morfologici e non subisce particolari perturbazioni antropiche. Infine si evidenzia la necessità di non utilizzare neve artificiale per garantire l operatività della pista per evitare impatti sul Lago di Monticello. L intervento è interno all area definita dal PUP come area sciabile. 65

66 Regolarizzazione delle piste in uso ma non regolamentari L intervento prevede la sistemazione del terreno per adeguare pendenze e larghezze alle norme sulle piste da sci e quindi chiedere l autorizzazione per classificare l area come pista da sci. L intervento è un adeguamento allo stato di fatto, infatti, la pista è attualmente usata regolarmente pur non rientrando nel catalogo delle piste da sci. L azione è quindi orientata alla messa in sicurezza di un area che attualmente non corrisponde agli standard necessari per essere classificata come pista da sci. L intervento è interno all area definita dal PUP come area sciabile. L adeguamento determina una perdita diretta dell habitat 8110 per una superficie di circa 0.85 ha.. Il substrato è in assoluto tra i più diffusi nel territorio oggetto di intervento ed è per sua natura poco vulnerabile, la riduzione di superficie quindi, non pregiudica la funzionalità ecosistemica. Si possono determinare degli effetti indiretti, seppur minimi, legati al depauperamento degli habitat dovuto al passaggio dei mezzi pesanti in fase di cantiere. È quindi necessario gestire la fase di cantiere in modo tale da minimizzare gli impatti indiretti sugli habitat. La pista ricade in un area che presenta rischio idrogeologico medio (R2) e moderata pericolosità geologica. Si deve quindi valutare in fase progettuale se l intervento necessita provvedimenti per mettere in sicurezza la zona. 66

67 Riordino di tutte le strutture e infrastrutture costruite a vista L intervento prevede la sistemazione di tutte le strutture e infrastrutture costruite a vista come ad esempio cavidotti, condotte ecc. L intervento migliora la situazione attuale dal punto di vista della percezione del paesaggio fornendo una parvenza di ordine e cura nella gestione della stazione sciistica. Il riordino e l ottimizzazione non determinerà impatti poiché gli interventi ricadono in aree già antropizzate e inseriti nel programma di cantierizzazione per la realizzazione di altre opere. 67

68 5.7 Valutazione di incidenza del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena sui Siti di interesse Comunitario La valutazione di incidenza è una procedura introdotta dalla Direttiva Europea 92/43/Habitat, poi recepita a livello provinciale (L.P. 11/07 e successivo regolamento di attuazione D.P.P n /Leg, Titolo II), allo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti Natura Per il D.P.P. n , la valutazione di incidenza dei piani, è compresa nell'ambito della valutazione ambientale strategica (VAS), secondo quanto stabilito nelle disposizioni regolamentari emanate ai sensi dell'articolo 11 della legge provinciale 15 dicembre 2004, n. 10 (Misure urgenti di adeguamento della normativa provinciale in materia di tutela dell'ambiente al quadro normativo statale e comunitario). Di seguito viene illustrata la sequenza logica generale sancita dall articolo 6, paragrafi 3 e 4, della direttiva Habitat. 92/43/CEE (Figura 5-8) Figura 5-8 Procedura generale prevista dalla direttiva Habitat. 92/43/CEE 68

69 5.7.1 Descrizione sintetica del Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena. Nella descrizione del Programma si sono identificati tutti quegli elementi che, isolatamente o congiuntamente con altri, possono produrre effetti significativi sul sito Natura 2000 (Tabella 5-3). Per una descrizione più dettagliata degli interventi, si rimanda al capitolo 4. Programma Descrizione Settore del Programma Attuazione delle norme del PUP per disciplinare la tutela delle aree ad elevata integrità Superficie interessata ha Cambiamenti fisici derivanti dal Programma Modifica della morfologia dovuta al rimodellamento delle piste da sci, agli scavi per le fondazioni delle nuove stazioni di valle, intermedia e monte della telecabina e alle fondazioni dei piloni di sostegno della nuova telecabina. Fabbisogno di risorse Prelievo di m3/anno d acqua dal Lago di Monticello per la produzione di neve artificiale Emissioni e rifiuti Emissioni in atmosfera in fase di cantiere per i mezzi pesanti da lavoro. Rifiuti da demolizioni riutilizzati in loco Interferenza con l area SIC Gli interventi ricadono in area SIC Impatti cumulativi con altri piani/programmi Non si rilevano impatti cumulativi Tabella 5-3 Elementi che possono produrre effetti significativi sul sito Natura Inquadramento territoriale e descrizione del sito La Rete Natura 2000 è una rete ecologica, istituita a livello comunitario in virtù della direttiva Habitat 92/43, che ricomprende diverse tipologie di siti ed aree protette, quali ad esempio le Zone a Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409 e i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) istituiti ai sensi della già citata Direttiva Habitat. Lo scopo dell'istituzione di Rete Natura 2000 è quello di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità presente sul continente europeo. In particolare, le ZPS hanno l'obiettivo specifico di tutelare i siti in cui vivono le specie ornitiche contenute nell allegato 1 della Direttiva Uccelli e di proteggere le specie migratrici non riportate nell'allegato, con particolar riferimento alle zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Mentre i SIC sono istituiti al fine di tutelare un habitat naturale (allegato I) o una specie (allegato II), in accordo con la Direttiva Habitat. Ciascun sito è descritto da un Formulario Standard contenente tutte le informazioni sulle specie e gli habitat che lo caratterizzano. L'insieme di tutti i siti definisce pertanto un sistema strettamente correlato da un punto di vista funzionale. Tuttavia la rete non è costituita solamente dalle aree ad elevata naturalità identificate dai diversi Paesi membri ai fini di Rete Natura 2000, ma anche da quei territori contigui ad esse indispensabili per mettere in relazione ambiti naturali distanti spazialmente ma vicini per funzionalità ecologica. Diventa pertanto strategico la definizione di reti ecologiche a vario livello (regionale, provinciale, comunale) in grado di integrare il sistema della Rete Natura 2000 e delle aree protette attraverso un disegno strutturalmente e funzionalmente 69

70 coerente. L area oggetto di studio è definita come SIC con la denominazione Vermiglio Folgarida. La Tabella 5-4 riporta i dettagli identificativi e localizzativi del sito. Nome Codice Tipologia Regione biogeografica Regione amministrativa Comuni Superficie Altitudine minima Altitudine massima Vermiglio Folgarida IT SIC Alpina Trento Vermiglio, Ossana, Pellizzano, Mezzana, Commezzadura 8723 (ha) 1224 (mslm) 3537 (mslm) Tabella 5-4 Dati della ZSC La Figura 5-9 mostra la relazione spaziale tra i siti Natura 2000 riconosciuti dalle Regioni: Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto per comprendere meglio la connettività ecologica. Figura 5-9 Siti Natura

71 L area sottoposta al programma degli interventi per il riordino ambientale del ghiacciaio Presena, si trova all estremo sud occidentale del sito Natura 2000 ed interessa la sola area sciabile definita dal PUP vigente (Figura 5-10) caratterizzata dalla presenza di habitat di interesse comunitario quali (Figura 5-11): Ghiaioni silicei del piano montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e Galoepsietalia ladani) - (8110); Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica (Androsacetalia vandellii) - (8220); Acque oligotrofe - (3130); Ghiacciai permanenti - (8340). Figura 5-10 Area sottoposta al Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena rispetto alla ZSC - ZPS 71

72 Figura 5-11 Habitat presenti nell area sottoposta al Programma degli interventi di riordino ambientale del ghiacciaio Presena Il sito Natura 2000 Vermiglio Folgarida/Adamello Presena è un massiccio granitico del Trentino occidentale con ghiacciai e grandi depositi morenici, laghetti alpini, vasti accumuli detritici. Ad oriente i versanti del massiccio si fanno sempre meno acclivi, per cui sono presenti torbiere e lembi di foreste di conifere su torba. La vegetazione é formata da foreste di latifoglie (faggete) e di conifere (abete rosso e larice, con nuclei di pino cembro). Sopra il limite del bosco sono diffusi ovunque pascoli alpini e brughiere subalpine. Il sito è di rilevante interesse nazionale e provinciale per la presenza e la riproduzione di specie animali in via di estinzione, importanti relitti glaciali, esclusive e tipiche delle Alpi. Le principali vulnerabilità sono evidenziate dal Formulario standard come il pericolo di espansione delle stazioni turistiche per gli sport invernali, con costruzione di nuovi impianti sciistici di risalita e piste già esistenti nel sito o in località immediatamente adiacenti Descrizione degli habitat e delle specie presenti Di seguito si riporta un elenco degli habitat, tra quelli indicati nell'allegato I della Direttiva 92/43, che risultano presenti all'interno dei confini della ZSC - ZPS, così come riportato nel formulario standard per la Rete Natura 2000 e la loro dislocazione nell area (Tabella 5-5 e Figura 5-12) 72

73 A=conservazione eccellente B=conservazione buona C=conservazione media o ridotta Tabella 5-5 Habitat presenti nell area di interesse tra quelli elencati nell Allegato I della Direttiva 92/43 Figura 5-12 Habitat presenti nella ZSC 73

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