Guarnaccino, un vitigno per valorizzare il territorio
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1 CARATTERIZZAZIONE DI UN VITIGNO AUTOCTONO LUCANO Guarnaccino, un vitigno per valorizzare il territorio Il Guarnaccino n., iscritto nel Catalogo nazionale delle varietà da vino, va ad arricchire il patrimonio dei vitigni lucani autoctoni. Un opportunità per rafforzare il legame tra territorio e produzioni enologiche Limiti territoriali del Parco Nazionale del Pollino Limiti territoriale dle Comune di Chiaromonte Areale di elezione del Guarnacchio Foto 1 Area di studio del vitigno Guarnaccino di Pasquale Cirigliano Con decreto ministeriale (Mipaaf) del (Modificazioni al Registro nazionale delle varietà di vite), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 186 del , è stato omologato e di conseguenza registrato alla Sezione I Vitigni a uve da vino con codice varietà n. 467 del Catalogo nazionale delle varietà di vite il vitigno autoctono a bacca rossa del patrimonio viticolo della Basilicata: il Guarnaccino n. Il vitigno, che arricchisce la piattaforma ampelografia regionale, ha rive- lato interessantissime caratteristiche tecnologiche e l iscrizione al Catalogo nazionale ne permetterà, oltre che la salvaguardia genetica, anche la propagazione vivaistica a fini commerciali. Scopo dell indagine Nel corso del 2007, con risorse del Comune di Chiaromonte (Potenza) e intenti condivisi con alcuni produttori pionieri, è nato un programma di ricerca pluriennale di recupero, caratterizzazione e valorizzazione del germoplasma viticolo del territorio comunale. Il programma di ricerca è stato affidato a chi scrive (CRA-Vit di Arezzo) e da esso scaturisce la selezione del vitigno Guarnaccino n. Collocazione geografica Il più ampio e circostante territorio di riferimento, che si caratterizza per un elevata biodiversità viticola autoctona e una storica tradizione basata sulla coltivazione di alcuni vitigni minori con peculiari caratteristiche enologiche, è quello del medio bacino idrografico del fiume Sinni sul confine lucano del Parco nazionale del Pollino (foto 1). TABELLA 1 - Confronto delle date fenologiche medie del vitigno Guarnaccino n. rispetto al Sangiovese a Chiaramonte (Potenza) Fasi fenologiche Guarnaccino Sangiovese Germogliamento 15 aprile 20 aprile Fioritura 30 maggio 5 giugno Invaiatura 2 agosto 10 agosto Vendemmia 28 settembre 7 ottobre TABELLA 2 - Dati produttivi del vitigno Guarnaccino n. (vendemmie ) Parametri produttivi Media Grappoli/ceppo (n.) ,3 Produzione media ceppo (kg) 3,45 3,96 3,68 3,7 Peso medio grappolo (g) Peso medio acino (g) 1,6 1,7 1,6 1,63 Le caratteristiche dei grappoli e degli acini nelle tre annate sono risultati simili, ciò denota una stabilità genetica del Guarnaccino. 64 L Informatore Agrario 12/2014
2 TABELLA 3 - Analisi del mosto del vitigno Guarnaccino n. (vendemmie ) Parametri mosto Media Brix 23,20 23,80 24,60 23,87 Acidità titolabile g/l 6,30 6,39 7,81 6,83 ph 3,18 3,19 3,42 3,26 Le analisi sul mosto rimarcano l equilibrio e la stabilità dei tre parametri rilevati nelle tre annate. Sull areale di elezione del Guarnaccino n. (circa 12 ettari), nel comune di Chiaromonte, sono presenti altri storici biotipi a bacca nera, tra cui lo «zagarese», il «bombino», il «calabrese» e il più recente Sangiovese. Comportamento agronomico ed enologico Fasi fenologiche Il Guarnaccino n., rispetto alla varietà di riferimento Sangiovese, presenta una maggiore precocità generale (tabella 1). Attitudini colturali Dall analisi dei dati (tabella 2) risulta che Guarnaccino n. si caratterizza per: vigore medio-alto; fertilità dal 2-3 nodo; produzione regolare; La caratterizzazione del vitigno Il vitigno Guarnaccino n. è stato selezionato secondo il protocollo previsto dal dm Le indagini per la sua caratterizzazione e distinzione da altre varietà note e già iscritte nel Registro nazionale sono state condotte a livello ampelografico, ampelometrico, isoenzimatico e molecolare. La caratterizzazione ampelografica per la descrizione dei caratteri morfologici e fisiologici del Guarnaccino n. è stata ottenuta mediante utilizzazione di 86 dei caratteri del Codice Oiv (Oiv, manca in biblio) con i relativi livelli di espressione, confrontati con quelli del Sangiovese ISV2 (foto 2 e 3). grappolo di dimensioni medie e con un elevata tolleranza agli attacchi fungini; valore del germogliamento pari al 100%; 2-3 infiorescenze per tralcio; distanza tra i nodi di cm; posizione del 1 germoglio al II-III nodo. Analisi chimica dell uva alla vendemmia Nella tabella 3 sono descritte le analisi eseguite sul mosto delle vendemmie Il contenuto di antociani totali nel triennio si è attestato su 403 mg/l, mentre i polifenoli totali (catechina) a mg/l. La caratterizzazione ampelometrica (analisi fillometrica) è stata invece eseguita su un campione medio di 20 foglie del nuovo vitigno, con l ausilio del software SuperAmpelo (Soldavini et al., manca in biblio) (foto 4). L analisi molecolare del Guarnaccino n., infine, è stata eseguita mediante sequenziamento con marcatori microsatellite su 13 loci, secondo le metodiche proposte da Bowers et al. (1999). Le fasi fenologiche fanno riferimento agli indici Baggiolini e BBCH. Le attitudini enologiche sono state invece determinate seguendo i metodi ufficiali di analisi enologiche riconosciute dal Mipaaf. Un vitigno che si distingue Dai raffronti ampelografici, ampelometrici e biomolecolari risulta il Guarnaccino n. varietà distinta, autonoma e geneticamente stabile. Dal punto di vista enologico presenta un ottimale equilibrio, in entrambi gli ambienti di studio, tra maturazione zuccherina (stabilmente intorno ai 24 Brix), acidità titolabile e ph. Anche dal confronto con la varietà di riferimento (Sangiovese ISV2) nel triennio , il Guarnaccino n. presenta, al netto dell eccezionalità termica in fase di vendemmia 2011, stabilità e maggiore equilibrio nei tre Foto 2 Foglia adulta di Guarnaccino (a) e Sangiovese ISV2 (b) a confronto a b 12/2014 L Informatore Agrario 65
3 valori nel mosto. Interessanti, infine, sono la dotazione polifenolica totale e la caratteristica del profilo antocianico. In particolare la dotazione di antocianina non eccessivamente elevata ne fa una delle caratteristiche varietali specifiche. Un patrimonio da non perdere Anche in Basilicata, a causa dell affermarsi di un mercato vitivinicolo globalizzato, stiamo assistendo, ormai in modo intenso da almeno due decenni, a una progressiva e inarrestabile riduzione del patrimonio varietale storico della vite. Ciò accade sia nel modello di viticoltura specializzata nelle aree a dop e igp, sia in ambito di viticoltura tradizionale per autoconsumo. La perdita di patrimonio genetico-viticolo riguarda tutto ciò che era preesistente sul territorio, autoctoni e non, a vantaggio di pochi vitigni «internazionali» esterni. Appurato ormai che il problema della conservazione della biodiversità è anche di tipo etico-culturale, questa tendenza rischia di provocare l irreparabile perdita di un eredità di tradizioni e di vicende socio-economiche. Dal punto di vista economico, tra l altro, la questione è paradossale, perché mentre si registra una saturazione del mercato dei vini a causa delle stesse tipologie imposte dalla globalizzazione, Foto 4 Confronto tra il profilo della foglia media del Guarnaccino con il Sangiovese ISV2 a b Foto 3 Grappolo di Guarnaccino (a) e Sangiovese ISV2 (b) a confronto si distrugge inconsapevolmente l unica fonte, esclusiva per ogni area, che può garantire la variabilità di prodotto. In tal senso i vini da vitigni autoctoni rappresentano una delle più alte espressioni del legame tra territorio e prodotto. E del resto la nozione di prodotto tipico è strettamente interconnessa, oltre che con le sue caratteristiche organolettiche, con la sua localizzazione e soprattutto la sua storia. In definitiva, la questione della biodiversità viticola ha a che fare con la conoscenza e la riappropriazione in chiave moderna di un patrimonio radicato nella storia dei luoghi, nella cultura e nelle tradizioni delle popolazioni rurali. Salvare e valorizzare quindi la biodiversità autoctona viticola serve a raggiungere più obiettivi: quello assoluto della conservazione genetica delle diversità vegetali; quello della conservazione del patrimonio culturale che si porta dietro; quello del recupero di antichi sapori che, per la memoria storica, rivestono un ruolo formidabile di identità culturale. Il Guarnaccino n. è sì un vitigno autoctono lucano di nuova iscrizione al Catalogo nazionale, ma non può diventare (a parere di chi scrive) un Aglianico bis. Di contro può inserirsi a pieno titolo nel panorama ampelografico ed enologico regionale solo se circoscritto al territorio di provenienza: cioè al suo territorio di elezione e di selezione. Si ritiene, quindi, che il risultato conseguito con il Guarnaccino n. debba avere un respiro e una connotazione d area. Ciò significa che la risorsa genetica recuperata deve servire a far apprezzare e legare il potenziale viticoltore del territorio interessato alla sua memoria storica; diventando, in questo modo, anche produttore-custode. In definitiva, il percorso che si propone di seguire per la sua l utilizzazione è quello che può idealmente essere tracciato come quello di «un vino-un territorio». Pasquale Cirigliano CRA - Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura Unità di ricerca per la viticoltura, Arezzo L autore ringrazia il Comune di Chiaromonte per il sostegno economico allo svolgimento delle attività di ricerca. Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografi a: rdlia/14ia12_7245_web 66 L Informatore Agrario 12/2014
4 ARTICOLO PUBBLICATO SU L INFORMATORE AGRARIO N. 12/2014 A PAG. 64 Guarnaccino, un vitigno per valorizzare il territorio BIBLIOGRAFIA Monaco A. et al. (2008) - Atlante delle varietà di vite dell isola d Ischia. Università Federico II di Napoli. Bowers J.E., Dangl G.S., Meredith C.P. (1999) - Development and characterization of additional microsatellite DNA markers for grape. Am. Jour. Enol. Vitic., 50: Costacurta A., Calò A., Giust M. (1992) - Analisi ampelografiche e ampelometriche mediante sistemi di rilevatori computerizzati. Atti Congresso Germoplasma viticolo, Alghero, settembre: Calò A., Costacurta A., Paludetti G., Calò G., Arulsekar S., Parfitt D. (1989) - The use of isozyme marker to characterizer grape cultivars. Riv. Viticol. Enol., 42,1:
5 Edizioni L Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all uso dell opera.
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