La programmazione integrata delle filiere agro alimentari
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- Sabrina Contini
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1 DIREZIONE OPERE PUBBLICHE ECONOMIA MONTANA E FORESTE La programmazione integrata delle filiere agro alimentari nelle aree LEADER del Piemonte Torino, 27 novembre
2 PSR ASSE IV LEADER 13 GRUPPI DI AZIONE LOCALE Popolazione abitanti in zone C e D Beneficiari: GAL, soggetti pubblici, imprese agricole, microimprese Programmi di sviluppo locale basati su 4 tematismi : Sviluppo filiere, servizi alla popolazione, recupero architettonico e paesaggistico, turismo rurale CONTRIBUTO PUBBLICO 53 Milioni di Euro INVESTIMENTO TOTALE: 100 Milioni di Euro 2
3 ASSE IV LEADER PIEMONTE ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE DEI CONTRIBUTI CONCESSI PER TIPOLOGIE DI INTERVENTI Contributo totale al netto di revoche ed economie
4 ASSE IV LEADER PIEMONTE ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE DI DOMANDE PER TIPOLOGIE DI INTERVENTI Numero totale di domande 1698 Gestione Gal 6% Filiera forestale 2% Formazione e informazione 1% Cooperazione 0,1% Filiere artigianali 9% Servizi per la popolazione 8% Filiera agroalimentare 22% Filiera turistica 15% Recupero beni culturali e architettonici 20% Recupero paesaggio 17% 4
5 L INTERESSE PER LO SVILUPPO DI FILIERE LOCALI Le filiere agroalimentari, forestali e artigianali sono state attivate da 12 GAL Le filiere agroalimentari da 11 GAL Investimento totale pari a 24,5% del totale Asse IV OBIETTIVI DELLE FILIERE consolidano le relazioni tra le imprese e ne creano di nuove ; potenziano l offerta di prodotti trasformati e commercializzati in loco; migliorano la qualità e aumentano il valore aggiunto dei prodotti; contribuiscono a qualificare l offerta turistica rurale e a rendere più diretto il rapporto tra produttori e consumatori finali Creano nuove opportunità occupazionali. 5
6 IL BANDO PER LA REALIZZAZIONE DELLE FILIERE LOCALI Soggetti coinvolti Imprenditori agricoli (Misura 121 Ammodernamento delle aziende agricole) Aziende agricole che diversificano (mis. 311 Diversificazione in attività non agricole Microimprese che trasformano prodotti dell allegato I del Trattato (Misura Sviluppo microimprese e commercializzazione prodotti agricoli) Microimprese (Misura Sviluppo microimprese) Interventi su tutte le fasi della filiera Produzione / trasformazione / commercializzazione Settori che possono rafforzare l immagine del territorio Agroalimentare (latte, carne, ortofrutta, cereali, frutta a guscio..) Artigianale (legno, pietra, edilizia tradizionale) Forestale 6
7 LO SCHEMA DI ACCORDO ALLEGATO AL BANDO Deve essere sottoscritto da almeno due imprese indipendenti che presentano domanda di contributo, da eventuali altre che non presentano domanda e che possono anche essere esterne all area Riguarda un progetto che coinvolge almeno due fasi della filiera e specifica gli obiettivi di ciascuna fase Contiene la definizione degli obiettivi di sviluppo (individuazione nuovi canali di vendita, rapporti di scambio, commercializzazione congiunta ) Ha una durata di almeno 3 anni Definisce il ruolo svolto da ciascuna impresa nell ambito dell accordo Specifica la produzione interessata rispetto alla produzione complessiva dell impresa 7
8 FILIERA CORTA Un certo numero di aziende agricole collaborano tra loro per la vendita dei propri prodotti (punti vendita, tramite e commerce, consegna a domicilio, GAS..). Talvolta le medesime aziende fungono da contoterzisti per la trasformazione in modo da consentire la vendita al dettaglio anche a chi non possiede ancora impianti per la trasformazione (es. marmellate, succhi di frutta, carne confezionata, farine, formaggio di capra, salumi ). Sono filiere molto attente alla valorizzazione del territorio e alla qualità delle produzioni, alcuni hanno stabilito accordi diretti con la ristorazione. In alcuni casi si tratta di esempi assolutamente innovativi per i territori perché consentono la creazione panieri locali anche dove l agricoltura non è un settore trainante, favorendo l incremento di valore aggiunto per le aziende produttrici locali. 8
9 ALCUNI ESEMPI DI FILIERA CORTA Filiera Che bun da lì a là Il progetto riguarda il settore carne e coinvolge 8 imprese di cui 3 beneficiarie (5 imprese agricole che allevano vitelli di razza piemontese con mangimi autoprodotti o tramite pascolamento, 2 imprese della ristorazione, un impresa di trasformazione (piccolo macello). Le aziende produttrici vendonoattraverso la consegna a domicilio la carne trasformata. La filiera Biellese di Qualità riguarda diversi settori produttivi (caseario, carne e salumi, orticolo, castanicolo, frutticolo) con l'obiettivo di coordinare la commercializzazione delle produzioni agricole dell'areale delle montagne biellesi anche attraverso l organizzazione di iniziative in vari periodi dell anno. Sono coinvolti nella filiera 6 spacci agricoli verso i quali convergono le produzioni delle singole aziende agricole per la commercializzazione. Gli interventi presso le singole aziende beneficiarie hanno riguardato prioritariamente l'allestimento di locali di trasformazione e maturazione, nonché l'acquisto di macchinari ed attrezzature funzionali all'attività agricola. 9
10 FILIERA Si tratta di accordi promossi da forme associative quali Cooperative e Consorzi (alcuni creati grazie a Leader nelle passate programmazioni) o imprese fuori area GAL di una certa dimensione. I rapporti tra alcune aziende sono preesistenti e il progetto prevede spesso l ingresso di nuovi soci. In alcuni casi si tratta di accordi di collaborazione con l obiettivo della tracciabilità dei prodotti, la valorizzazione delle produzioni certificate (biologiche, IGP). Tra i beneficiari del progetto ci sono imprese dell artigianato agroalimentare (es. produzione dolci e gelati) che utilizzano le produzioni locali. In alcuni casi le filiere consentono di valorizzare produzioni autoctone (es. vigneti) che assumono un elevato valore aggiunto anche per il richiamo ai luoghi di produzione. Alcuni progetti sono incentrati sulla prima lavorazione delle produzioni (es. erbe officinali) da parte dei produttori per aumentarne il valore aggiunto. 10
11 ALCUNI ESEMPI DI FILIERA Filiera ortaggi Composta da 15 imprese per la produzione e prima lavorazione di prodotti che vengono conferiti alla SACLA' che realizza il prodotto finito e lo commercializza. Si tratta di una filiera di grande valore metodologico per future filiere che coinvolgano produttori finanziabili sul territorio ma che si appoggiano (anche) ad aziende esterne. Filiera di piccolo impatto economico, ma di altissimo impatto territoriale in quanto coinvolge come destinatario finale dei prodotti semilavorati la Saclà, nota azienda che opera ad Asti e quindi fuori territorio GAL. Rispetto ad altri casi il numero di aderenti alla filiera non beneficiari è molto alto. È una metodologia da percorrere anche in altri settori con la programmazione che prevede il coinvolgimento in CLLD di piccole imprese. 11
12 ANCORA ESEMPI DI FILIERA Valorizzazione e commercializzazione delle produzioni locali di fragola e piccoli frutti con la sottoscrizione di un accordo di filiera per il conferimento degli stessi alla cooperativa ( ) che provvederà al confezionamento e alla distribuzione attraverso i propri canali di vendita. L azienda agricola F. P. si occupa della coltivazione e della raccolta di patate dell Alta Valle Belbo; la sua produzione viene conferita, assieme a quella di altre aziende agricole che hanno sottoscritto l accordo di filiera ma non hanno presentato domanda di contributo, alla neo costituita Cooperativa. Quest ultima, grazie agli investimenti inseriti nel progetto di filiera, si occuperà della lavorazione, del confezionamento e della commercializzazione del prodotto agricolo, anche tramite il canale telematico. 12
13 ANCORA ESEMPI DI FILIERA Filiera della Nocciola Le aziende agricole F. e Q. hanno stipulato un accordo di conferimento dell intera produzione ad una piccola impresa (non finanziabile) con un premio rispetto al prezzo medio di mercato per la qualità del prodotto (organolettica, dimensione,..); La piccola impresa si occupa della trasformazione del prodotto in semilavorato (nocciola intera sgusciata e tostata) e prodotto finito (olio di nocciola, granella, prodotti per dolci e pasticcerie in genere); che commercializza presso la piccola distribuzione, pasticcerie, industrie agroalimentari di trasformazione,. La filiera risulta molto semplice e di facile impatto organizzativo con ampi spazi di ampliamento dei conferenti di prodotto a seconda delle necessità riscontrate sul mercato di sbocco. 13
14 RETE Insieme di imprese di produzione, trasformazione e commercializzazione che collaborano per potenziare i canali di mercato e valorizzare il territorio. Riguarda più prodotti che vengono scambiati e e venduti e che creano una sorta di mercato diffuso locale. Coinvolge aziende agricole, agriturismi, ristorazione ESEMPIO DI RETE Diverse produzioni di vino, salumi, formaggio di capra vengono commercializzate in modo coordinato da un aderente filiera. Si tratta di una rete di produttori e trasformatori che conferiscono i prodotti finiti ad un'azienda che a sua volta produce e trasforma e che accoglie altre produzioni per valorizzare il territorio e di conseguenza le sue produzioni. 14
15 LA DISTRIBUZIONE DELLE FILIERE E DELLE RETI PER MACRO SETTORE Agroalimentari 12 Artigianali 2 Forestali 15
16 FILIERE E RETI AGROALIMENTARI: TIPOLOGIE DI AGGREGAZIONE Reti Filiere corte Filiere Filiere Filiere corte Reti Numero
17 NUMERO DI FILIERE E RETI AGROALIMENTARI PER SETTORE 17
18 NUMERO DI OPERATORI PER FILIERA O RETE AGROALIMENTARE 18
19 FILIERE E RETI AGROALIMENTARI: INVESTIMENTO TOTALE PER SETTORE 19
20 FILIERE E RETI AGROALIMENTARI CLASSE DI INVESTIMENTO MEDIO PER DOMANDA 20
21 CONSIDERAZIONI EMERSE DA PARTE DEI GAL Alcune filiere risalgono a Leader II, i GAL nel tempo hanno contribuito a sostenerle e ampliarle grazie alle risorse Leader, ora possono lavorare su obiettivi qualitativi come la tracciabilità, le certificazioni volontarie,. Altre sono state create con la programmazione , l iterèstatomolto complesso perché mancavano analoghe esperienze pregresse che coinvolgessero piccole imprese ma è stata un opportunità per le imprese di conoscersi; gli obiettivi sono stati raggiunti, con modalità diverse a seconda dei territori e delle specificità che i GAL hanno saputo valorizzare. Per il futuro occorre incentivare la creazione di servizi dedicati da parte delle organizzazioni di categoria dedicate alla creazione di reti e filiere locali. Per il futuro il mercato offre spazi per sviluppare filiere e filiere corte in alcuni ambiti (es. frutta a guscio, vendita on line e a domicilio, accordi con la ristorazione, carne, cereali minori..) e con obiettivi incentrati sulla qualità dei prodotti (es. certificazione volontaria, tracciabilità...) e in sinergia con iniziative nel settore turismo. 21
22 CONSIDERAZIONI EMERSE DA PARTE DEI GAL La maggior parte delle produzioni potrebbero rientrare in una rete/filiera territoriale più completa che riguarda l offerta turistica locale, gli itinerari Dove non ci sono produzioni trainanti è utile sviluppare un unica rete multisettoriale per la commercializzazione, può essere un opportunità per piccolissime produzioni di elevata qualità e per microfiliere corte; Curare il più possibile la semplificazione amministrativa per i bandi plurimisura e le tempistiche (6 mesi massimo dall apertura del bando alla concessione del contributo) e sfruttare le relazioni esistenti per potenziarle; Le reti territoriali (es. consorzi) devono avere obiettivi ben definiti, devono poter essere strumenti agili, diversamente rischiano di diventare contenitori più di forma che di sostanza; Il sostegno del GAL alle piccole realtà produttive è fondamentale anche per la promozione e l inserimento in circuiti turistici. 22
23 MISURE A SUPPORTO DELLE RETI LOCALI MISURA/SOTTOMISURA 16 COOPERAZIONE 16.3: sostegno alla creazione di nuove forme di cooperazione per l'organizzazione di processi di lavoro comuni (anche per servizi di turismo rurale) 16.4: Sostegno a nuove forme di cooperazione per creazione di filiere 16 corte, mercati locali, attività promozionali 16.6: attuazione di progetti specifici per la produzione di energia e processi industriali BENEFICIARI Partenariato misto pubblico privato Partenariato misto pubblico privato Partenariato misto pubblico privato MODALITA' ATTUATIVA BANDO PUBBLICO BANDO PUBBLICO BANDO PUBBLICO NOTE Misura attivabile ANCHE con CLLD Leader Misura attivabile ANCHE con CLLD Leader Misura attivabile ANCHE con CLLD Leader 16.9: Progetti di cooperazione nell'ambito dell'agricoltura sociale Partenariato misto pubblico privato BANDO PUBBLICO Misura attivabile ANCHE con CLLD Leader 23
24 Si ringraziano i GAL del Piemonte per i dati qualitativi forniti. Lavoro curato da: Claudia Cominotti e Silvia Cresto Dina R&P Ricerche e progetti / Bianca Eula e Veruschka Piras Regione Piemonte leader@regione.piemonte.it 24
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