Università di Bologna Scuola di Economia, Management e Statistica Corso di laurea CLEF. Economia pubblica. (8 crediti, 60 ore insegnamento)
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1 Università di Bologna Scuola di Economia, Management e Statistica Corso di laurea CLEF Economia pubblica a.a. a (8 crediti, 60 ore insegnamento) Il sistema pensionistico i Alberto Zanardi
2 Sistema di sicurezza sociale Insieme degli strumenti di intervento attraverso cui il settore pubblico offre copertura ai cittadini rispetto a 4 tipologie di rischi sociali: 1) Vecchiaia e invalidità 2) Infot Infortuni nisul llavoro oo 3) Malattia 4) Disoccupazione e povertà 2
3 Il sistema di sicurezza sociale in Italia (+ istruzione) Prestazioni previdenziali Sanità Ammortizzatori sociali Assistenza Istruzione Pens. vecchiaia Assistenza di base Cassa integrazione Assegni per i figli Istr. primaria Pens. anzianità Spesa farmaceutica Indennità disoccupazione Pensione sociale Istr. secondaria Pens. superstiti Assist. specialistica e ospedaliera Reddito minimo di inserimento Istr. universitaria Assic. Infortuni lavoro Pensioni i e rendite per handicap Assic. Malattia Assic. maternità Pens. invalidi civili Servizi a nonautosufficienti Scuola materna Nidi e scuole di infanzia
4 Previdenza Prestazioni in qualche misura correlate a versamenti contributivi Assistenza Prestazioni non correlate a versamenti contributivi finanziamento attraverso fiscalità generale 4
5 Il sistema pensionistico èunmeccanismo redistributivo che trasferisce risorse correntemente prodotte dalla popolazione attiva a favore di chi: ha cessato l'attività lavorativa per ragioni di età anagrafica (pensioni di vecchiaia) ) o di età contributiva (pensioni di anzianità) pur non avendo mai fatto parte della forza lavoro, è legato da rapporti familiari con persone decedute che hanno fatto parte della forza lavoro (pensioni ai superstiti) è sprovvisto di qualunque forma di reddito e non è in grado di lavorare (pensioni assistenziali) 5
6 Il sistema è finanziato dai contributi sociali versati dai lavoratori e dai datori di lavoro agli enti che erogano prestazioni i pensionistiche In presenza di squilibrio tra spese pensionistiche ed entrate contributive, lo Stato può intervenire ricorrendo alla fiscalità generale 6
7 Pensioni di vecchiaia Trasferimenti monetari periodici percepiti dai lavoratori che: 1) abbiano raggiunto l età anagrafica di pensionamento (anzianità anagrafica) 2) abbiano versato contributi per almeno un numero minimo di anni i( (anzianità itàcontributiva) tib ti Pensioni di anzianità Trasferimenti monetari periodici percepiti dai lavoratori che abbiano versato contributi per un numero relativamente elevato di anni a prescindere dal raggiungimento dell anzianità anagrafica Pensioni ai superstiti (di reversibilità) Trasferimenti che spettano ai familiari superstiti del lavoratore deceduto cioè a persone che, pur non avendo fatto parte della forza lavoro, sono legate da rapporti familiari con chi ha fatto parte della forza lavoro Pensioni sociali Trasferimenti monetari periodici erogati a favore dei cittadini che siano: 1) anziani (> 65 anni) 2) privi di reddito o in possesso di un reddito minimo 3) non assicurati nell ambito di una gestione pensionistica 7
8 8
9 Nel periodo le pensioni aumentano del 40% mentre la popolazione > 60 anni cresce del 51% 9
10 10
11 Schema della discussione Analisi degli elementi costitutivi che definiscono la struttura e l organizzazione di un sistema pensionistico Caratteristiche essenziali del sistema pensionistico in Italia e recenti riforme 11
12 Struttura e organizzazione dei sistemi pensionistici Funzioni attribuite a un sistema previdenziale e corrispondenti criteri di equità Motivazioni dell intervento pubblico in campo pensionistico Modalità di finanziamento Modalità di determinazione della prestazione 12
13 Funzioni svolte Funzione assicurativa (income smoothing): il sistema pensionistico trasferisce reddito lungo l arco di vita dell individuo dal periodo di attività a quello di vecchiaia assicurazione contro la caduta di reddito associata alla cessazione dell attività lavorativa; associa il trattamento pensionistico ai contributi versati affianca il meccanismo individuale del risparmio/investimento Funzione previdenziale: il sistema pensionistico garantisce all'individuo id il mantenimento t di un tenore di vita simile il a quello raggiunto nella fase finale della vita lavorativa (purché abbia adeguatamente contribuito al finanziamento del sistema) implica un vantaggio per le carriere caratterizzate da una crescita salariale rapida Funzione assistenziale: il sistema attribuisce a tutti i cittadini un reddito al di sopra della povertà richiede una dissociazione tra contributi versati e pensioni percepite in modo da sostenere i redditi bassi 13
14 Concetti di equità Equità assicurativa o attuariale: si realizza quando a tutti gli individui è garantito un identico tasso di rendimento interno (cioè il tasso che eguaglia in un dato istante di tempo (es: il momento del pensionamento) il valore capitalizzato dei contributi versati al valore attuale del flusso di pensioni ricevute) Equità previdenziale: si realizza quando a tutti gli individui, a parità di durata della vita lavorativa (e quindi contributiva), viene garantito un identico tasso di sostituzione (cioè rapporto prima pensione/ultima retribuzione) Equità assistenziale: si realizza quando tutti gli individui possono raggiungere un identico livello di reddito minimo 14
15 Motivazione dell intervento pubblico in campo pensionistico Perché la funzione assicurativa e quella previdenziale non sempre possono essere adeguatamente t realizzate mediante il mercato, ovvero mediante le scelte individuali di risparmio? Selezione avversa (fallimento del mercato assicurativo privato): l assicuratore non è in grado di distinguere rischi buoni da rischi cattivi il mercato non è in grado di offrire a tutti copertura completa (o lo fa a costi troppo elevati) Non-indipendenza dei rischi individuali (fallimento del mercato assicurativo privato): il mercato non è in grado di garantire prestazioni indicizzate rispetto all andamento andamento dei prezzi (inflazione come rischio sociale) 15
16 Motivazione dell intervento pubblico in campo pensionistico Paternalismo: gli individui, se non obbligati, risparmierebbero e si assicurerebbero in misura insufficiente Redistribuzione intergenerazionale: il sistema pensionistico consente di trasferire risorse a generazioni in particolari i condizioni i i di bisogno (es: coinvolte in eventi bellici) 16
17 Modalità di finanziamento Sistemi a capitalizzazione (fully funded) ) Sistemi a ripartizione (pay-as-you-go) Sistemi Sse misti (su più pilastri) Confronti tra le diverse modalità di finanziamento con riferimento a: rendimento individuale dei contributi versati effetti sul risparmio i e sull'accumulazione l del capitale modalità di determinazione delle prestazioni distribuzione dei rischi tra le diverse generazioni coinvolte 17
18 Modalità di finanziamento Consideriamo i individui id i che vivono per 2 periodi: nel primo lavorano e versano contributi, nel secondo riposano e ricevono la pensione Sistema a capitalizzazione: le pensioni di ciascun individuo (generazione) sono finanziati mediante i contributi precedentemente versati dallo stesso individuo (generazione). I contributi che ogni lavoratore versa nel periodo di attività sono investiti sul mercato dei capitali. La pensione corrisponderà al montante accumulato riscosso sotto forma di rendita P t+1 = C t (1+i) accumulazione di riserve: PROSPETTIVA ASSICURATIVA INDIVIDUALE Sistema a ripartizione: in ogni periodo il gettito contributivo (somma dei contributi sociali) versato dai lavoratori è destinato al finanziamento delle prestazioni erogate nello stesso periodo a favore degli anziani loro contemporanei : C t P t : PATTO INTERGENERAZIONALE generalmente garantito dallo Stato 18
19 Modalità di finanziamento In realtà, indipendentemente dalle modalità di finanziamento, a la spesa pensionistica s realizza a un trasferimento di risorse a favore degli anziani che deve essere comunque prelevato dal valore aggiunto prodotto in quello stesso periodo Ciò che cambia tra capitalizzazione e ripartizione sono le modalità di definizione dei diritti sulla base dei quali agli anziani viene attribuita una parte del valore aggiunto prodotto in ogni anno: capitalizzazione: proprietà di titoli di credito (titoli, polizze, ecc.) ripartizione: legge dello Stato che definisce le condizioni da soddisfare per avere diritto alla pensione 19
20 Schema a generazioni sovrapposte t-1 t t+1 t+2 G t-1 (N t-1 ) t t Giovani G t-1 (N t-1 ) t t Vecchi G t (N t ) Giovani G t (N t ) Vecchi G t+1 (N t+1 Giovani t+1 ) G t+1 (N t+1 Vecchi t+1 ) N t+1 = (1+n) N t G t+2 (N t+2 Giovani t+2 )
21 Confronto tra il rendimento dei contributi in capitalizzazione e in ripartizione Consideriamo la generazione G t : pensioni finanziate esclusivamente con contributi sociali W t =montesalarial tempo t (al lordo dei contributi sociali) n = tasso di crescita della popolazione (= occupazione) m = tasso di crescita della produttività (= salari) = aliquota di contribuzione W t+1 = W t (1+n)(1+m) = monte salari al tempo t+1 21
22 SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE Contributi versati al tempo t investiti sul mercato dei capitali al tasso i C t = W t Pensioni erogate al tempo t+1 P t+1 = C t (1+i) = W t (1+i) Il rendimento implicito ottenuto dalla generazione che lavora e versa contributi al tempo t e percepisce pensione al tempo t+1 è = i P t 1 1 Rendimento implicito 1 C t W t (1 i ) 1 i W t Un sistema pensionistico a capitalizzazione garantisce un rendimento pari al tasso di rendimento garantito sui mercati dei capitali 22
23 SISTEMA A RIPARTIZIONE b l l C t = W t = P t Contributi versati al tempo t = Pensioni erogate al tempo t Contributi versati al tempo t+1= t 1 Pensioni erogate al tempo t+1 C t+1 = W t+1 =W t (1+n) (1+m) = P t+1 Il rendimento implicito ottenuto dalla generazione che lavora e versa contributi al tempo t e percepisce pensione al tempo t+1 è: 1 Rendimento implicito 1 C Wt (1 m)(1 n) 1 WW t P t m t n Un sistema pensionistico a ripartizione garantisce un rendimento implicito pari (circa) alla somma del tasso di crescita dell'occupazione e della produttività (salari) Il sistema a ripartizione garantisce un rendimento superiore (inferiore) mn del sistema a capitalizzazione se n+m >i(<i ) m n 23
24 Effetti sul risparmio e accumulazione del capitale SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE In ogni periodo gli individui risparmiano e destinano (obbligatoriamente) parte del risparmio al finanziamento della propria previdenza Poiché anche il risparmio previdenziale è investito sul mercato dei capitali al tasso i il livello complessivo del risparmio effettuato in ogni periodo non è distorto dall introduzione del sistema pensionistico il sentiero di accumulazione del capitale di un sistema economico non è modificato 24
25 SISTEMA A RIPARTIZIONE Il risparmio previdenziale in ogni periodo finanzia l erogazione delle pensioni nello stesso periodo. Se si addotta l approccio del ciclo di vita: gli anziani i consumano interamente t le pensioni i ricevute i giovani considerano i contributi come un prelievo obbligatorio e quindi subiranno una riduzione del reddito disponibile con conseguente riduzione del livello di consumo e del livello di risparmio individuale il livello complessivo del risparmio e l accumulazione di capitale vengono ridotti dall introduzione del sistema pensionistico VANTAGGIO: è possibile avviare immediatamente i trasferimenti pensionistici a favore delle classi anziane anche se in precedenza non è stato versato alcun contributo EFFETTO PRIMA GENERAZIONE: il sistema a ripartizione genera nella fase di avvio fenomeni redistributivi a favore delle generazioni correntemente anziane, attive prima della sua introduzione tasso di rendimento implicito infinitamente alto per la prima generazione Ma specularmente effetto ultima generazione 25
26 Determinazione delle prestazioni SISTEMA A RIPARTIZIONE Eit Esistono due fondamentali tlimetodi di calcolo l della pensione: il metodo retributivo il metodo contributivo 26
27 Accumulazione Prestazione Età pensionabile L = anni idi contribuzione tib i R j =R 1 (1+m) j-1 = retribuzione nell anno j I contributi sono una percentuale della retribuzione e(l) = speranza di vita al pensionamento P = pensione al momento del pensionamento 27
28 Il metodo retributivo La pensione è pari a: P = R p L con = coeff. di rendimento R p = retribuzione pensionabile L = anni di contribuzione R p: funzione delle retribuzioni che l individuo hapercepito durante la vita lavorativa a) R p =R L P = R L L S = tasso di sostituzione = P/R L = L realizza l equità previdenziale i premia (in termini di tasso di rendimento interno) i profili salariali dinamici 28
29 Il metodo retributivo b) R p = media delle retribuzioni di tutta la vita lavorativa rivalutate all ultimo anno di lavoro: R P L j1 R 1 r j L L j con R j R (1 m) 1 j1 r = tasso di rivalutazione delle retribuzioni se r = m i due metodi di calcolo sono equivalenti se r m vengono penalizzati (in termini di tasso di sostituzione e tasso di rendimento interno) i profili salariali dinamici i i ( (m>r ) 29
30 Il metodo contributivo La pensione si ottiene: MC = VA (P) MC = montante contributivo individuale (all ultimo anno di lavoro) VA(P) = valore attuale pensioni future (all ultimo anno di lavoro) MC si ottiene capitalizzando ad un tasso prefissato (r) i contributi versati: L j 1 L j j 1 j 1 MC R (1 r ) con R R (1 m ) j el ( ) el ( ) P 1 VA ( P ) P (, ( )) j P r Z e L j j 1 (1 r z ) j 1 (1 r z ) MC VA ( P ) MC P ( r Z, e ( L )) MC se r z 0, VA ( P ) e ( L ) P, P el ( ) realizza l equità attuariale - r stabilito per legge: riflette grandezze reali del sistema economico (tasso di crescita dell occupazione e della produttività) 30
31 SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE I contributi sono investiti sul mercato dei capitali La pensione si ottiene: MC = VA (P) L MC RR j1 j (1 i ) L j con R j R 1 (1 m ) j 1 differenza rispetto al sistema a ripartizione: tassi di mercato per r eperr r z realizza l equità attuariale 31
32 Rischi Rischi del sistema pensionistico Rischi nella fase di formazione del diritto alla pensione: rischio di inadeguatezza dei rendimenti Rischi nel periodo successivo al pensionamento: rischio di inflazione rischio demografico rischio salariale 32
33 Equilibrio finanziario del sistema pensionistico a ripartizione: le entrate contributive devono eguagliare le pensioni erogate in un certo istante di tempo R l N l PN p aliquota contributiva, Nl numero lavoratori, N p numero pensionati * N p N l aliquota indice di contributiva dipendenza Rl retribuzione media pro capite P pensione media pro capite di equilibrio P Rl N p Nl 33
34 Distribuzione del rischio demografico Rischio demografico: N p /N L Ragioni demografiche (allungamento della vita media, diminuzione della natalità) Ragioni economiche (riduzione del tasso di occupazione) Come si ripartisce questo rischio tra le generazioni coinvolte? SISTEMA A RIPARTIZIONE I caso: P/R costante R N t se l N N pt lt lt P N t pt aumenta, e t P N t R N l pt è dato, lt t N N pt lt deve aumentare il rischio demografico è a carico dei lavoratori 34
35 II caso: costante se N P t N pt R N N l pt lt lt aumenta e è dato P t deve diminuire il rischio demografico è a carico dei pensionati 35
36 SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE Non si pone a livello individuale il problema dell attribuzione del rischio demografico La pensione individuale tiene conto della speranza di vita della popolazione nel momento in cui viene definita ma non è influenzata da un allungamento successivo della vita attesa, né individuale né della popolazione 36
37 Piramide dell età della popolazione italiana,
38 Previsioni demografiche Istat,
39 Previsioni demografiche Istat 39
40 Distribuzione del rischio di inflazione Valore reale della pensione = P t / (indice dei prezzi) t SISTEMA A RIPARTIZIONE A carico dei giovani se sono previste forme di indicizzazione delle pensioni erogate al tasso d inflazione Indicizzazione: p t+1 = p t (1+tasso dinflazione) d inflazione) Valore reale della pensione costante nel tempo SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE A carico degli anziani poiché si tratta di un rischio non assicurabile in quanto rischio sociale (coperto eventualmente con intervento pubblico) 40
41 Distribuzione del rischio salariale Valore relativo pensione/salari SISTEMA A RIPARTIZIONE A carico dei giovani se sono previste forme di indicizzazione delle pensioni i al tasso di crescita dei salari Indicizzazione: p t+1 = p t (1+tasso di crescita reale dei salari) Pensione/retribuzione = costante nel tempo A carico degli anziani se non sono previste forme di indicizzazione delle pensioni al tasso di crescita dei salari SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE A carico degli anziani poiché la dinamica salariale degli attivi non influenza la dinamica delle pensioni percepite 41
42 Distribuzione del rischio di inadeguatezza dei rendimenti SISTEMA A RIPARTIZIONE Non si pone il problema dell inadeguatezza dei rendimenti poiché i contributi vengono rivalutati a tassi che riflettono grandezze reali del sistema economico (tasso di crescita dell occupazione e della produttività) rendimenti poco volatili SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE Il rischio di inadeguatezza dei rendimenti è a carico dei futuri pensionati poiché i contributi vengono capitalizzati al tasso di rendimento dei mercati finanziari rendimenti insufficienti i perdite in conto capitale variabilità dei rendimenti 42
43 Il sistema pensionistico italiano Tappe principali: Sistema pre-amato 1992: riforma Amato 1995: riforma Dini 2004: Riforma Maroni 2012: Riforma Fornero 43
44 Sistema pre-amato (INPS) Sistema a ripartizione Metodo di calcolo retributivo: P = β R p L R p = media retribuzioni degli ultimi 5 anni rivalutate al costo della vita β=2% (max βl=80%) Equità previdenziale Indicizzazioni: inflazione (semestrale) tasso di crescita dei salari (annuale) Pensioni di vecchiaia requisiti: L 15 anni Età = 60 anni M (55 anni F) Pensioni di anzianità requisiti: L 35 anni 44
45 Sistema pre-amato (INPS) Prestazioni di natura assistenziale Integrazione al minimo: integrazione a 480 mensili (2012) per le pensioni a calcolo inferiori a questo minimo Pensioni di invalidità: concessione della pensione integrata al minimo, dopo soli 5 anni di contribuzione, se veniva dichiarata l invalidità del beneficiario Pensioni sociali (assegno sociale dal 1996): a favore dei cittadini senza storia professionale e sprovvisti di reddito, sempre inferiori i i alle pensioni i integrate t al minimo i (442 mensili 2013) 45
46 Finanziamento contributivo del sistema pensionistico 46
47 Riforma Amato (1992) Obiettivi Equilibrio macroeconomico (stabilizzare spesa previdenziale/pil) Equità (razionalizzazione) i Distinzione tra componente assistenziale e previdenziale Incentivo a forme di previdenza integrativa 47
48 48
49 Riforma Amato: obiettivo equilibrio macroeconomico Riduzione di N p Innalzamento a odell età àper le pensioni di vecchiaia aa(a65 M 60 F) Aumento del periodo minimo di contribuzione (a 20 anni) Riduzione di P Rp = media delle retribuzioni dell intera vita lavorativa (per i nuovi assunti) Penalizzazione delle carriere dinamiche Discrezionalità (legge finanziaria) dell indicizzazione al tasso di crescita dei salari N.B.: rimane indicizzazione all inflazione Nessun intervento sulle pensioni di anzianità e su quelle di natura assistenziale 49
50 Obiettivi: Riforma Dini (1995) I 4 obiettivi della riforma Amato più: Maggiore flessibilità nei requisiti di accesso alla pensione Copertura previdenziale per lavoro precario, discontinuo Passaggio al metodo contributivo Maggior correlazione tra contributi versati e prestazioni ricevute Accentuazione degli aspetti assicurativi (pur conservando natura pubblica: sistema a ripartizione e tassi di capitalizzazione/attualizzazione quelli finanziari di mercato) capitalizzazione simulata Fase di transizione (fino al 2036 immediata solo per neo-assunti) 50
51 Riforma Dini: metodo contributivo P L j 1 e ( L ) R j (1 r ) 1 (1 r j j 1 z ) L j L = anni di contribuzione = 33% lavoratori dipendenti (aliquota effettiva: 32%) 20% lavoratori autonomi (aliquota effettiva: 15%) r = media dei tassi di crescita del PIL nominale nel quinquennio precedente r Z = tasso di crescita del PIL di lungo periodo (fissato = 1,5%) e(l) = calcolata su tabelle di mortalità Istat DENOMINATORE: modificabile ogni 10 anni (in base andamento speranza di vita e tasso di crescita del Pil di lungo periodo) 51
52 Coefficienti di trasformazione Coefficienti di trasformazione revisione 2010 revisione 2012 età divisori valori % divisori valori %
53 Riforma Dini: maggiore flessibilità Pensioni di vecchiaia: Flessibilità di scelta dell etàetà di pensionamento: minimo 57 anni, massimo 65 anni pensione crescente con l età di pensionamento : equivalenza attuariale Drastica riduzione del requisito minimo di anzianità contributiva da 20 anni a 5 anni obiettivo: facilitare l accesso alle pensioni per carriere discontinue, scoraggiare evasione contributiva 53
54 Riforma Dini: controllo spesa pensionistica Pensioni di anzianità: di fatto limitate (con gradualità) anzianità contributiva richiesta per pensionamento prima di 57 anni di anzianità anagrafica: 40 anni Revisione decennale dei coefficienti di trasformazione (2010) Indicizzazione (parziale) all inflazione l'adeguamento all inflazione è al 100% solo per pensioni relativamente limitate Abolizione indicizzazione ai salari Ridimensionamento istituti assistenziali: Integrazione al minimo: di fatto abolita Pensioni di invalidità: attribuite solo in caso di gravi menomazioni fisiche Pensioni i sociali: sostituite dall assegno sociale (429 mensili nel 2012) 54
55 Riforma Dini: transizione Lunga e complessa transizione al regime definitivo (2036) per i lavoratori che avevano > 18 anzianità contributiva nel 1995: soltanto regime retributivo per i lavoratori che avevano < 18 anzianità contributiva ma già attivi nel 1995: regime misto (retributivo fino al 1995, contributivo dopo) per i nuovi lavoratori a partire da 1995: soltanto regime contributivo Rilevanza della disciplina transitoria: nel 2010 (2030) il 97% (50%) delle pensioni erogate era (sarà) regolato ancora dal regime pre-dini 55
56 Confronti internazionali (1) (EC 2009 Aging g report) 56
57 Confronti internazionali (2) (EC 2009 Aging report) 57
58 Le riforme recenti A partire dal 2004 numerosi interventi di riforma soprattutto per ridurre la spesa pensionistica Riforma Maroni (2004): abolizione flessibilità di scelta dell età di pensionamento. Pensioni di vecchiaia: 60 anni donne; 65 anni uomini dal 2008 pensioni di anzianità: accelerazione della loro (graduale) abolizione Riforma 2007: meccanismo delle quote (anzianità contributiva + anzianità anagrafica) per l accesso alla pensione di anzianità 58
59 Le riforme recenti Riforma Fornero (2012): ritorno alla flessibilità di scelta nell età di pensionamento (Dini): a regime (2035) pensioni di vecchiaia tra 67 e 70 anni (con almeno 20 anni di contribuzione e pensione a calcolo non < 1,5 l assegno sociale) applicazione immediata (dal 2012) del metodo contributivo a tutti tti i lavoratori in attività ità (quindi: ai lavoratori che avevano nel 1995 (riforma Dini) > 18 anni di anzianità lavorativa si applica il metodo retributivo fino al 2011 e quello contributivo dal 2012) revisione dei coefficienti di trasformazione ogni 2 anni 59
60 Le riforme recenti Riforma Fornero (2012): nella transizione: i regime complicato con progressivo avvicinamento al trattamento a regime Es: i requisiti per l accesso alle pensioni di vecchiaia per il
61 Previsioni sulla spesa pensionistica (1) Fonte: RGS, Tendenze di medio e lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario Aggiornamento
62 Previsioni sulla spesa pensionistica (2) Fonte: RGS, Tendenze di medio e lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario Aggiornamento
63 Previsioni sulla spesa pensionistica (3) Fonte: RGS, Tendenze di medio e lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario Aggiornamento
64 Previsioni sulla spesa pensionistica Inadeguatezza pensioni pubbliche future (tassi di sostituzione) 64
65 Previdenza integrativa Se i fattori demografici ed economici portano ad una riduzione delle prestazioni pensionistiche pubbliche (soprattutto dopo la riforma Dini per i lavoratori dinamici) si creano spazi per sistemi pensionistici integrativi, di natura essenzialmente privatistica ma regolamentati dalla normativa pubblica In Italia: TFR, sostituito in prospettiva dai: fondi pensione 65
66 Trattamento di fine rapporto TFR: indennità erogata sotto forma di capitale pari all accantonamento accantonamento di una mensilità per anno di lavoro e dall applicazione di un tasso di rendimento annuo dell 1,5% maggiorato del 75% del tasso di inflazione Caratteristica del TFR è l impiego delle risorse accantonate presso l impresa di appartenenza a del lavoratore, senza alcuna uscita di fondi dall impresa stessa fino al momento del pagamento dell indennità A partire dal 2007 incentivi ai lavoratori per destinare il TFR di nuova formazione ai fondi pensione 66
67 Fondi pensione Due tipologie fondamentali: 1) fondi a contribuzione definita 2) fondi a prestazione definita In Italia, secondo la normativa, i fondi pensione devono essere a contribuzione definita 67
68 Fondi pensione 1) fondi a contribuzione definita I contributi sono predeterminati contrattualmente, eventualmente integrati da una componente volontaria. Il montante t contributivo ti determina la rendita al momento della cessazione del rapporto di lavoro Analogia con gli schemi di capitalizzazione dei sistemi privati: il rischio dell investimento (perdite in conto capitale o di rendimenti inadeguati) è a carico del lavoratore 68
69 Fondi pensione 2) fondi a prestazione definita La prestazione pensionistica è determinata in base al salario (in genere relativo all ultima parte della vita lavorativa) e agli anni idi contribuzione tib i Analogia con gli schemi a ripartizione dei sistemi pubblici con metodo di calcolo retributivo. A tutela dei lavoratori predisposizione di riserve utilizzate per far fronte agli impegni pensionistici 69
70 Previdenza integrativa Quindi in Italia convivono: sistema previdenziale pubblico, con prestazioni (parzialmente) indicizzate all inflazione, con tassi di sostituzione decrescenti all'aumentare del saggio di crescita medio della retribuzione sistema it previdenziale il privato, con prestazioni inon indicizzate all inflazione, fondato sul principio della contribuzione definita 70
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