7.1 LA REGOLAZIONE DEI DEFLUSSI
|
|
- Evelina Colombo
- 6 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 7.1 LA REGOLAZIONE DEI DEFLUSSI Introduzione La finalità principale della regolazione è quella di definire la capacità necessaria del serbatoio per consentire l erogazione della risorsa da un corso d acqua superficiale verso le utenze secondo un prefissato programma di erogazione. In termini più ampi, variando l entità della erogazione, si tratta di determinare la cosiddetta curva di possibilità di erogazione che lega, appunto, la capacità del serbatoio con l erogazione ammissibile. In linea di massima si può affermare che, anche con capacità di regolazione nulla (assenza di invaso), è possibile effettuare una derivazione ad acqua fluente dal corso d acqua verso le utenze con la realizzazione di opere di derivazione (traverse) e di presa. L idrologia della Sardegna, che vede i corsi d acqua andare pressoché in secca nei periodi estivi, determina, tuttavia, la assoluta necessità che siano costruite opere di sbarramento (dighe). Queste importanti opere idrauliche determinano la formazione di un serbatoio artificiale (lago artificiale) con una adeguata capacità di invaso, necessaria per la regolazione dei deflussi. In questo corso valuteremo, appunto, la capacità necessaria per il serbatoio di regolazione realizzato con la costruzione della diga. Assumiamo come conosciuta la relazione che lega l altezza d invaso con il volume invasato (curva d invaso). Per gli ulteriori elementi conoscitivi sugli invasi, si rimanda al corso di Opere di sbarramento. Fatti salvi eventuali trend programmati, utilizzati nella definizione dei fabbisogni dell utenza (che ovviamente sono conseguenti a studi specificatamente sviluppati per la definizione dei fabbisogni dei quali si tratterà nel corso di Gestione delle Risorse Idriche), l erogazione dal serbatoio presenta in genere delle ciclicità che possono, di norma, essere definite su base annua. Esempio classico è quello dell utenza irrigua che presenta una marcata stagionalità con richieste concentrate nel periodo irriguo. In genere si definisce un semestre irriguo con richieste elevate, mentre le richieste sono pressoché nulle negli altri periodi. La richiesta di erogazione per le utenze, U(t) nel periodo (t =1,T), può pertanto essere definita attraverso l espressione: (7.1) 1
2 dove il passo temporale t =1,T assume frequentemente valore pari ad un mese mentre l orizzonte temporale T può estendersi per diverse decadi, se e necessario caratterizzare la regolazione considerando periodi critici estesi anche diversi anni (periodi di magra). Il vettore β(t) (t =1, τ), per quanto detto prima, è ciclico con periodo di ciclicità τ pari, usualmente, ad un anno. In questa situazione UA rappresenta il fabbisogno annuo ed è considerato costante. Nel caso di trend nell andamento dei fabbisogni, si può definire un fabbisogno annuo variabile nel tempo UA(τ) (τ=1,t) con variabilità annua definita nell orizzonte temporale esaminato. Dobbiamo considerare alcuni vincoli nell impostare la regolazione: 1) Vincolo sulla risorsa disponibile - Rappresenta una limitazione superiore alla erogazione. E infatti ovvio che risulti: (7.2) ossia che l erogazione complessiva nell arco temporale esaminato non sia superiore all afflusso, A(t), t=1,t nello stesso periodo. Questo vincolo ci assicura che, nell arco temporale dell analisi T, stiamo sfruttando la sola risorsa disponibile. Normalmente si parla di regolazione completa (o totale) quando la risorsa viene sfruttata completamente e nella (7.2) risulta valido il segno di uguaglianza. In altre parole si può anche dire che l erogazione media annua UA in tal caso e uguale all afflusso medio annuo al serbatoio AA =. In tale situazione non una goccia del deflusso potrà proseguire verso valle e l intera risorsa sarà completamente trasferita all erogazione. Questa ipotesi è ovviamente solo teorica in quanto esisteranno, comunque, perdite sul deflusso (es. evaporazione dal lago) e dovrà essere garantito il deflusso minimo vitale a valle dello sbarramento. Si parla invece di regolazione parziale quando nella (7.2) è valido il segno di disuguaglianza. In genere, infatti, non si superano livelli dell ordine del 70-80% nel grado di sfruttamento della risorsa. Questo, oltre che per tener conto delle perdite e consentire rilasci verso l alveo naturale a valle dello sbarramento, anche per cautelarsi nella eventualità di deficit determinati 2
3 dall entità reale della risorsa a seguito di periodi futuri più critici di quelli osservati ed utilizzati nella regolazione. 2) Vincolo di ripetitività - Altra condizione associata alla regolazione è quella che il serbatoio alla fine dell orizzonte temporale considerato T si ritrovi nelle stesse condizioni di invaso iniziali, in modo da garantire la ripetitività della regolazione in intervalli temporali adiacenti: V (0) = V (T) (7.3) Dove, ovviamente, con V(t) si indica il volume invasato nel generico periodo t e con V(0) il volume invasato all inizio del periodo di regolazione L equazione di continuità dell invaso In sintesi, la funzione dell invaso è quella di regolare le portate naturali trasferendo nel tempo volumi d acqua resi disponibili dal deflusso superficiale, tramite un processo di accumulazione nell invaso nei periodi ricchi di deflusso e di rilascio controllato verso le utenze in periodi successivi carenti di deflusso. Ci saranno quindi periodi t nei quali risulta A(t) > U(t), con aumento di volume invasato, e periodi nei quali A(t) < U(t), con diminuzione di volume invasato. Trascurando, in questa sede, i classici approcci di determinazione della capacità di invaso basati sulla costruzione grafica della curva cumulata dei deflussi (si veda in proposito le dispense del corso di Opere di sbarramento), illustreremo di seguito un metodo che si basa sulla utilizzazione ripetuta della equazione di continuità dell invaso, facilmente implementabile su computer. Consideriamo, inoltre, la possibilità che oltre l afflusso naturale A(t), possa arrivare al serbatoio anche il rilascio da altri invasi o il trasferimento da opere di derivazione (traverse) su bacini di gronda, che indichiamo con T(t). Consideriamo, inizialmente, anche le più importanti forme di perdita dall invaso: 1) per evaporazione dallo specchio liquido dell invaso, indicate 3
4 con E(t); 2) per filtrazione attraverso il corpo e la fondazione dello sbarramento ed eventuali perdite per infiltrazione nel sito d invaso, che complessivamente sono indicate con P(t); 3) si indicano, infine, con S(t) le perdite per lo sfioro dall invaso che in genere avviene dalla parte superiore della diga ed è determinato dal superamento della massima altezza utile di regolazione. Questa forma di perdita ai fini della utilizzazione è quindi causata dalla impossibilità di invasare ulteriormente i volumi resi disponibili da deflussi abbondanti (ad esempio in occasioni di piene). L equazione di continuità all invaso si può scrivere: V (t) = V (t 1) + A(t) + T(t) U(t) E(t) P(t) S(t) t =1,..., T (7.4) In prima ipotesi, è usuale assumere che l invaso sia inizialmente pieno, ossia il volume iniziale pari alla capacità di invaso: V(0) = K. La valutazione della E(t) viene effettuata normalmente sulla base della conoscenza della relazione tra altezza di invaso, volume e superficie invasata (curva delle superfici e dei volumi di invaso). Questa relazione è ricavabile sulla base della conoscenza della morfometria del sito di invaso e consente di esprimere la superficie di invaso SI(t) in funzione del volume di invaso V(t) nel generico periodo t=1,t : Dalla attribuzione al periodo t di un altezza di evaporazione dallo specchio liquido e(t), in genere stimata sulla base delle caratteristiche medie climatiche della zona ed in particolare della temperatura nel periodo t, si può ottenere la valutazione del volume della perdita. In definitiva la perdita per evaporazione si può stimare: (7.5) Spesso la E(t) si fa dipendere unicamente dallo stato di invaso V(t), fissando la e(t) come vettore ciclico (con ciclicità annua) predefinito. Ugualmente, la valutazione della perdita P(t) può essere riportata ad una funzionalità nella sola V(t) ipotizzando che le perdite per filtrazione ed infiltrazione possano essere valutate sulla base del solo carico idraulico determinato dall entità dell invaso: 4
5 (7.6) Al fine di semplificare la descrizione della metodologia per la determinazione della capacità K, nel seguito ipotizziamo di trascurare i termini E(t) e P(t), anche se la loro valutazione può essere riportata ad aliquote del volume invasato, come sopra illustrato. Indichiamo, inoltre, con Q(t) la somma degli input (deflussi naturali e trasferimenti) al serbatoio: (7.7) e con R(t) gli output dal serbatoio (perdite ed erogazioni, comprensive sia dei prelievi per le utenze che di eventuali rilasci programmati in alveo, ad esempio per assicurare il deflusso minimo a valle degli sbarramenti): (7.8) L equazione di continuità dell invaso potrà quindi essere scritta in forma più sintetica come segue: V(t) V(t-1) Q(t) + R(t) + S(t) = 0 (7.4b) Questa forma sarà considerata nel seguito per quantificare l entità della variazione del volume invasato La capacità d invaso ottenuta come massimo svuotamento Indichiamo con k (t) la variazione di invaso tra il periodo t e quello (t-1). In termini generali possiamo scrivere: k'(t) = V (t) V(t 1) = R(t) Q(t) + S(T) t =1,..., T (7.9) Il valore di k (t) dipenderà dal fatto che in t sia avvenuto un input di acqua superiore o inferiore all output e, nel caso che l input sia superiore all output, dal fatto che in condizioni antecedenti si fosse in condizioni di invaso pieno, o comunque tale da determinare lo sfioro S(t), ovvero di invaso che consente ulteriore conservazione di risorsa. 5
6 Pertanto per tenere correttamente conto del fatto che l invaso si può trovare in condizioni di sfioro, definiamo un altra variabile k(t) che memorizza solo gli svuotamenti rispetto alla situazione di invaso pieno. Partendo dalle condizioni di invaso pieno, che implica k(0)=0, si ha: k(t) = max { 0, [(R(t) Q(t)) + k(t 1) ] } t =1,..., T (7.10) Nel caso in cui il valore [R(t) Q(t)+k(t-1)] dovesse risultare negativo l invaso si trova in condizioni di riempimento e si dovrà attivare lo sfioro S(t), in modulo uguale a tale valore. In questa situazione, la espressione (7.10) è formulata in modo da riportare k(t) al valore 0, corrispondente ad invaso pieno. In definitiva, in k(t) saranno memorizzati gli svuotamenti dell invaso conseguenti agli input ed output che avvengono al trascorrere del tempo. Il massimo svuotamento determinato dalla sequenza sopra definita è uguale alla capacità K necessaria per effettuare la regolazione dei deflussi in t=1,t assicurando nel serbatoio la presenza di risorsa invasata per far fronte all erogazione anche nel periodo di magra più critica nella serie osservata: K = max { k(t), t =1,..., T } (7.11) Questa espressione è corretta nel caso in cui si accetti di avere il serbatoio vuoto nel periodo critico t=t* nel quale è avvenuto il massimo svuotamento. Cautelativamente si può porre: K = Vr + max { k(t), t =1,..., T } (7.12) dove Vr indica un volume di riserva, comunque disponibile per assicurare il soddisfacimento di richieste prioritarie anche in periodi idrologicamente più critici rispetto a quelli considerati nella regolazione. La curva di possibilità di erogazione può essere valutata reiterando le (7.10), (7.11) ed eventualmente la (7.12) per diversi valori di erogazione programmata R(t). 6
7 La determinazione di R(t) può essere fatta ipotizzando un valore di erogazione annua RA uguale ad un aliquota α, compresa tra 0 ed 1, dell afflusso medio annuo QA al serbatoio, comprensivo, ovviamente, sia dell input idrologico dal bacino imbrifero, sia dei trasferimenti di risorsa in arrivo da altri invasi o opere di derivazione. Ad α =1 corrisponde la condizione di regolazione completa dei deflussi. Indicando con α i il valore che indica il grado di regolazione effettuato, le erogazioni nel mese t saranno: (7.13) Pertanto, al variare di α i, dalle equazioni precedenti si può ricavare la capacità K α i che, associata alla erogazione annua RA α i = α i QA, definisce la possibilità di erogazione dall invaso. La curva di possibilità di erogazione riportata nella figura seguente mostra l andamento della relazione RA = f(k) ottenuta facendo variare il grado di regolazione α i. 7
8 7.2 LA LAMINAZIONE DELLE PIENE Esistono essenzialmente tre tipologie di opere per il controllo delle portate di piena al fine di proteggere le aree vallive a rischio di esondazione: 1. la realizzazione di invasi per la laminazione dell onda di piena; 2. la possibilità di realizzare aree di esondazione controllata dell onda di piena (vasche di espansione); 3. la protezione tramite le opere di difesa delle sponde (arginature) e regolarizzazione del tracciato del corso d acqua. In questo corso ci occuperemo della prima tipologia di opere fornendo i principali elementi nell ottica del loro utilizzo nell ambito più generale della simulazione dei sistemi idrici quando siano da trattare anche gli eventi critici di piena. Le tecniche di comparazione tecnico-economica delle diverse tipologia di interventi è sviluppata nel corso di Gestione delle Risorse idriche. Per gli argomenti di cui al secondo e terzo punto si rimanda anche al corso di Sistemazione dei bacini idrografici. La presenza di un invaso lungo un corso d acqua provoca una laminazione dell idrogramma di piena che, in assenza di particolari manovre degli organi di scarico, determina una portata al colmo uscente dall invaso di regola minore di quella entrante. Si ipotizza nota la curva dei volumi di invaso (v. paragrafo precedente) e le leggi di efflusso degli organi di scarico, sia di superficie (sfioratori) che sotto battente (scarichi di fondo e di mezzo-fondo). La determinazione dell idrogramma laminato in uscita dall invaso può essere determinato tramite una simulazione del processo di invaso che, a partire dalla conoscenza dell idrogramma in ingresso e delle leggi di efflusso, è ancora fondamentalmente basata sulla applicazione dell equazione di continuità all invaso. E da osservare preliminarmente che le finalità di uso dell invaso possono modificare sostanzialmente la sua modalità di gestione e questo si ripercuote sull entità delle portate di piena rilasciate a valle. Se l invaso è destinato unicamente alla laminazione delle piene, di norma esso è dotato di una luce libera in prossimità del fondo e di uno sfioratore superficiale. Inoltre l invaso viene, di norma, lasciato vuoto in modo da massimizzare il suo effetto di laminazione. In questa situazione si determina un forte effetto di laminazione, almeno fino al punto in cui il pelo libero non raggiunge la quota degli sfioratori. 8
9 Se l invaso svolge anche funzione di regolazione dei deflussi ai fini delle utilizzazioni, oltre che al controllo delle piene, si possono avere risultati diversi al variare delle regole di gestione, dell entità del volume riservato per la laminazione delle piene, oltre che dalle leggi di efflusso dalle luci di scarico dell acqua. Inoltre, lo studio può essere effettuato partendo da serie storiche di idrogrammi registrati (eventi di piena osservati) o considerando idrogrammi sintetici (eventi di piena generati), in genere di forma preassegnata. Sulla generazione di idrogrammi sintetici si tornerà più avanti. In una prima fase di dimensionamento, in relazione alla finalità di definire il volume di laminazione K necessario a limitare la portata massima Q u rilasciata a valle dell invaso, si può fare riferimento all approccio già seguito nel paragrafo precedente sulla determinazione del volume di regolazione. In via semplificata, si ipotizza che gli organi di scarico possano rilasciare la portata massima Q u indipendentemente dal volume invasato nel serbatoio e si trascurano sia le perdite sia i volumi erogati verso le utenze (che in questo contesto sono di gran lunga inferiori alle portate di piena), ovvero si sommano nella Q u. Ovviamente, anche in questo caso, sarebbe comunque possibile definire una relazione Q u = f(v). Dopo aver discretizzato l idrogramma storico o sintetico in T intervalli di tempo Δt, si determinano le portate in ingresso Q e (t) in ciascun elemento di discretizzazione t=(1, T) ed il corrispondente volume in ingresso al serbatoio Q e (t)δt. Rifacendoci a quanto già esaminato nel paragrafo precedente, possiamo affermare che il volume di laminazione K si può desumere dalla relazione: (7.14) Si nota che, stavolta, la capacità è fornita dal massimo riempimento dell invaso. Nella (7.14) i valori k(t) indicano i volumi invasati, necessari per la laminazione della piena al tempo t, garantendo una portata in uscita non superiore a Q u (t). Si nota ancora che nella espressione sono positivi i termini di input e negativi i termini di output. 9
10 Nel caso in cui l invaso sia già dimensionato, la fase di verifica del volume di laminazione richiede la ricostruzione dei deflussi uscenti (e la conseguente verifica della laminazione operata) che può essere fatta simulando il processo di laminazione mediante l integrazione numerica delle equazioni di continuità e di efflusso: (7.15) Nell ipotesi che l unica portata uscente dall invaso sia costituita dall efflusso degli sfioratori si ha: (7.16) nella quale, ovviamente, h, µ ed L indicano, rispettivamente l altezza del pelo libero sopra la soglia sfiorante, il coefficiente di efflusso e la larghezza della soglia sfiorante Nel caso vi fossero altri organi di scarico le relative portate uscenti saranno sommate in Q u. La variazione del carico h è ovviamente legata alla variazione del volume invasato V tramite la seguente espressione di carattere generale, che rappresenta la curva di invaso: (7.17) Il processo di laminazione può essere simulato tramite integrazione per intervalli finiti Δt, iterando tra le equazioni (7.15), (7.16) e (7.17). Infatti, dalla conoscenza di h nello stato iniziale si può stimare un primo valore di Q u dalla equazione (7.16). Inserendo tale valore e la portata Q e in ingresso (valutata dall idrogramma storico o generato) nella equazione (7.15) si ricava la variazione di volume invasato, che consente di rideterminare h dalla equazione (7.17) che, in genere, risulterà diverso da quello inizialmente ipotizzato. A questo punto si può reiterare la soluzione delle equazioni (7.16), (7.15) e (7.17), fino a riscontrare variazioni trascurabili nella determinazione di h e, conseguentemente, di Q u. Questo è un processo di semplice analisi per simulazione dell invaso ed ovviamente si complicherebbe ulteriormente se si dovessero tenere presenti 10
11 le possibilità di manovra che il gestore può effettuare su eventuali paratoie sugli stramazzi, la possibilità di operare scarichi da luci di alleggerimento sotto battente e di altre possibili operazioni sugli organi di controllo dell invaso. In definitiva, la ricostruzione delle Q u al variare del tempo consente sulla base di un idrogramma in ingresso di riferimento, di stimare l idrogramma in uscita delle portate laminate dal serbatoio di caratteristiche note. Modificando le caratteristiche degli organi di scarico, il volume riservato per la laminazione e le regole gestionali (il che modifica, ovviamente, i risultati dalle espressioni precedenti) questo approccio simulativo può essere utilizzato iterando fino ad ottenere volumi scaricati compatibili con le esigenze di controllo delle piene. 11
12 APPENDICE: GENERAZIONE DEGLI IDROGRAMMI DI PIENA L approccio che si propone è inserito in un contesto di modellazione complessiva dei sistemi di risorse idriche nel quale si voglia, tuttavia, tenere in considerazione anche la possibilità di laminazione delle piene operate dai serbatoi. Con riferimento ad un approccio per simulazione di sistemi di risorse idriche (che sarà analizzato in dettaglio nel corso di Gestione delle Risorse Idriche), la procedura di generazione dell idrogramma di piena viene attivata quando la portata media mensile Q m supera valori di soglia prefissati. In queste condizioni il modello di simulazione genera un idrogramma per ciascuna sezione di interesse ed il passo della simulazione viene opportunamente ridotto in modo da consentire la simulazione dell evento di piena con discretizzazione temporale adeguata. In questo contesto di simulazione non è in genere necessario una descrizione dettagliata dell evento e può risultare conveniente ricorrere al tipo di modellazione utilizzata nell ambito del SISS - Piano Regionale delle Acque, che sarà di seguito riportata. La metodologia adottata, peraltro utilizzabile con le necessarie varianti in altri contesti geografici, prevede vengano utilizzati due modelli, distinti ma interconnessi, atti a simulare il sistema con riferimento ai deflussi mensili ed agli eventi di piena, adottando per questi ultimi una rappresentazione schematica. L approccio modellistico prevede di utilizzare esclusivamente i dati di deflusso, evitando di proposito il ricorso all informazione pluviometrica, e si basa, conseguentemente sulla analisi delle interrelazioni tra deflussi mensili e principali caratteristiche del corrispondente evento di piena. In tal modo i primi (deflussi mensili) vengono ad assumere il ruolo di variabili di ingresso del modello che fornisce in uscita le grandezze caratteristiche dell idrogramma. L idrogramma di piena è schematizzato di forma triangolare, come risulta nella Figura 1, con grandezze caratteristiche rappresentate dalla portata di colmo Q c, dal tempo di concentrazione T c, dal tempo di esaurimento T e e dal volume di piena V p. 12
13 Ovviamente solo tre di esse sono necessarie per la completa definizione dell idrogramma. Non si entra qui nel merito della procedura che ha portato alla stima delle relazioni che saranno fornite di seguito. Le relative informazioni si possono trovare nei testi indicati in bibliografia. Lo schema di generazione prevede i seguenti passi: 1. Partendo dalla conoscenza della portata media Q m e, conseguentemente, del deflusso mensile V m (si considera noto sulla base dello studio idrologico, ad es. SISS) valutare anzitutto il volume di piena parziale V p che ricade interamente all interno del mese in esame, 2. Si assume quindi che la portata al colmo Q c possa essere determinata in base alla conoscenza del volume di piena complessivo V p dell evento, valutato a sua volta sulla base della conoscenza di V p e della caratterizzazione della localizzazione temporale dell evento, secondo una procedura iterativa illustrata più avanti. 3. Il tempo di concentrazione T c e l istante di colmo T 0 vengono generati autonomamente sulla base delle caratteristiche del bacino (che qui vengono sinteticamente indicate col vettore S) e di una generazione random nella durata del mese. 4. Il tempo di esaurimento T e si desume di conseguenza una volta valutate le precedenti grandezze. In forma sintetica le operazioni di cui sopra si possono riportare alle seguenti relazioni: Per adeguare la varianza di stima a quella osservata, nelle relazioni precedenti risulta necessario aggiungere delle componenti casuali ε in ciascun passo di generazione. (1) (2) (3) (4) (5) (6) 13
14 Per la Sardegna le relazioni precedenti sono state specificate secondo un semplice modello regressivo lineare tra le trasformate logaritmiche delle variabili. La (1) e la (3) precedenti si possono scrivere: essendo, ovviamente, µ m, µ p, µ p e µ c le medie delle trasformate logaritmiche di V m, V p, V p, e Q c, mentre b p e b c sono i coefficienti delle regressioni ed, infine, ε p ed ε c le relative componenti casuali da adottare in generazione. Esprimendo i volumi in m 3, le portate in m 3 s -1, ed utilizzando nelle (7) e (8) i logaritmi decimali, la conoscenza dei parametri locali di media e varianza di stima consente di operare le generazioni richieste per la definizione dell idrogramma di piena. Per la valutazione del tempo di concentrazione dell idrogramma si possono utilizzare le usuali formule del tempo di corrivazione per il bacino, ovvero la relazione multiregressiva data di seguito, con l avvertenza che la stessa può essere utilizzata per bacini di superficie superiore a 100 km 2 : nella quale T c è espresso in ore, la superficie del bacino S in km 2, l altitudine media relativa alla sezione di chiusura del bacino H in metri, la pendenza media del bacino J in m/m, e ε t indica una componente casuale da inserire nella generazione. La utilizzazione pratica della modellazione alle sezioni di interesse richiede la regionalizzazione delle espressioni (7) e (8). Nella tabella della Figura 2 sono riportati i valori dei parametri e le varianze residue delle regressioni regionalizzate per i versanti orientale ed occidentale dell isola (secondo una ripartizione territoriale frequentemente utilizzata nella modellazione idrologica degli eventi estremi) e stagionalizzate a livello mensile nei periodi da Ottobre a Maggio. L approccio seguito nel Piano Acque Regionale prevede infatti trascurabile la probabilità di piena nel periodo estivo. (7) (8) (9) 14
15 Ai fini della applicazione del modello regionalizzato alle sezioni di interesse, per le quali non si conoscono le stime locali dei parametri, i valori indice locali µ p e µ c devono essere preliminarmente stimati utilizzando espressioni che legano le medie delle trasformate logaritmiche delle grandezze di partenza. Queste relazioni si scrivono: (10) (11) nelle quali i coefficienti b * p e b * c assumono i valori dati nella tabella seguente: BACINI OCCIDENTALI BACINI ORIENTALI MESI b * p b * c b * p b * c Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Ottobre Novembre Dicembre I valori dei coefficienti regionalizzati di b p e di b c delle relazioni (7) e (8) sono invece dati nella seguente tabella: BACINI OCCIDENTALI BACINI ORIENTALI MESI b p b c b p b c Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Ottobre Novembre Dicembre
16 In sintesi la procedura consiste nel calcolare, per ciascun mese la media dei deflussi mensili nella sezione µ m, utilizzando la (10) valutare µ p, utilizzando la (11) valutare µ c, con la (7) e (8) valutare il volume di piena e la portata al colmo nella prima ipotesi che tutta l idrogramma sia contenuto nel mese in esame. Valutare quindi il tempo di concentrazione tramite la (9) o espressione alternativa, ricavare il tempo di esaurimento sulla base del congruenza con il volume di piena, generare infine il tempo di colmo entro il mese con un procedura random considerando una distribuzione rettangolare sulla durata complessiva del mese. Avendo posto in prima ipotesi V p =V p sarà ora possibile verificare se l idrogramma sintetico ricade interamente nel mese e rivalutare conseguentemente V p e reiterare, se necessario, la procedura fino alla convergenza. Per l inserimento delle componenti casuali ε p ed ε c nel modello si considerano semplici modelli probabilistici normali caratterizzati da medie nulle e varianze pari alle varianze residue v p e v c date in tabella. Pertanto le componenti casuali nelle regressioni (7) e (8) sono modellate medianti le usuali espressioni: (12) essendo: u=n(0,1) il frattile di una distribuzione Normale standard con media nulla e varianza unitaria, le deviazioni standard regionalizzate ricavabili, per ciascun mese dalla tabella in Figura 2. Relativamente al modello di regressione (9) adottato per i tempi di concentrazione T c, la generazione della componente casuale potrà essere effettuata in modo analogo con l espressione: (13) essendo anche qui u=n(0.1), mentre la deviazione standard deriva dalla varianza regionalizzata di stima, pari a:. 16
17 Figura 1: Schematizzazione triangolare dell idrogramma di piena 17
18 Figura 2: Parametri del modello di generazione regionale 18
[ ] L incremento di invaso in un intervallo di tempo t è dato da:
METODO DI MUSKINGUM-CUNGE E un modello del 1938 che prende il nome dal fiume in cui è stato applicato la prima volta. Alla base del modello ci sono le ipotesi che il volume d acqua invasato nel tronco
DettagliRicostruzione dei volumi affluiti ad un serbatoio
Corso di Gestione delle risorse idriche A.A. 2008/2009 Esercitazione 1 Ricostruzione dei volumi affluiti ad un serbatoio Ing. Vincenzo Marco Nicolosi Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Università
DettagliStima della portata di piena: un esempio
Stima della portata di piena: un esempio Giuseppe Pino APAT Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale 1 aprile 2008 Stima della portata di massima piena Obiettivo: determinare la portata
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE E IL TERRITORIO TESI DI LAUREA IN PROGETTAZIONE DELLE OPERE IDRAULICHE Modellazione numerica
DettagliCURVE DI DURATA: Introduzione e Rappresentazione analitica
CURVE DI DURATA: Introduzione e Rappresentazione analitica Premesse Si definisce durata di una portata Q riferita ad una sezione di misura, l'intervallo di tempo in cui le portate naturali del corso d
DettagliLezione 8: Esercizi di Idrologia
Lezione 8: Esercizi di Idrologia Problemi di Idrologia 1 Problemi di bilancio idrologico Problema 1 Alla sezione di ciusura di un bacino idrografico di 40 km di superficie è stata registrata una portata
DettagliAppunti del Corso di Gestione delle Risorse Idriche
A.A. 2011-2012 Appunti del Corso di Gestione delle Risorse Idriche APPENDICE D : Formulazione di un modello di ottimizzazione lineare per la pianificazione di un sistema di risorse idriche APPENDICE D:
DettagliUniversità della Calabria
Università della Calabria FACOLTA DI INGEGNERIA Corso di Laurea in Ingegneria Civile CORSO DI IDROLOGIA N.O. Prof. Pasquale Versace SCHEDA DIDATTICA N 3 CURVE DI PROBABILITÀ PLUVIOMETRICA A.A. 00- CURVE
DettagliINFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE
STUDI SULLE CARATTERISTICHE DELLE ONDE DI PIENA ARTIFICIALI CONSEGUENTI A MANOVRE DEGLI ORGANI DI SCARICO DELLE DIGHE O AD IPOTETICO COLLASSO DEGLI SBARRAMENTI E SULLA INDIVIDUAZIONE DELLE AREE SOGGETTE
DettagliDI IDROLOGIA TECNICA PARTE III
FACOLTA DI INGEGNERIA Laurea Specialistica in Ingegneria Civile N.O. Giuseppe T. Aronica CORSO DI IDROLOGIA TECNICA PARTE III Idrologia delle piene Lezione XI: Generalità Generalità Piena: significativo
DettagliOpere ed interventi di difesa dalle piene fluviali
Corso di Protezione Idraulica del Territorio Opere ed interventi di difesa dalle piene fluviali Antonino Cancelliere Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Università di Catania acance@dica.unict.it
Dettagliil rischio prodotto sulle aree a valle dello sbarramento per effetto della costruzione dell impianto.
1) Definizioni GUIDA ALLA DETERMINAZIONE DELLA CLASSE DELL IMPIANTO E DEL RISCHIO Ai fini della classificazione si definiscono: Altezza dello sbarramento: dislivello tra quota del piano di coronamento
DettagliLa Cassa di Espansione sul Torrente Baganza
Dipartimento di Ingegneria Civile, dell Ambiente, del Territorio e Architettura - DICATeA Università degli Studi di La Cassa di Espansione sul Torrente Baganza, 13 o:obre 2015 Ing Massimo Valente Evento
DettagliIL MODELLO FLaIR. Descrizione sintetica del modello
IL MODELLO FLaIR Descrizione sintetica del modello Il modello idrologico FLaIR (Forecasting of Landslides Induced by Rainfalls), proposto da Sirangelo e Versace nel 992, costituisce uno strumento di interpretazione
DettagliI Bilanci Idrologici!
I Bilanci Idrologici! Evapotraspirazione potenziale ed effettiva D=deficit agricolo = Etp-ET Il deficit idrico (agricolo) rappresenta il fabbisogno idrico mensile di una coltura (domanda idrica irrigua)!"
DettagliRENDITE. Ricerca del tasso di una rendita
RENDITE Ricerca del tasso di una rendita Un problema che si presenta spesso nelle applicazioni è quello di calcolare il tasso di interesse associato a una rendita quando siano note le altre grandezze 1
DettagliI Bilanci Idrologici a lungo termine! P. Claps -Idrologia!
I Bilanci Idrologici a lungo termine! P. Claps -Idrologia! Obiettivi! in sintesi:! ISTITUIRE UN CONFRONTO TRA DISPONIBILITA IDRICA SUPERFICIALE E FABBISOGNO.! Definire la risorsa idrica superficiale e
DettagliCorso di Matematica per la Chimica. Dott.ssa Maria Carmela De Bonis a.a
Dott.ssa Maria Carmela De Bonis a.a. 2013-14 Risoluzione di Equazioni non lineari Sia F C 0 ([a, b]), cioé F è una funzione continua in un intervallo [a, b] R, tale che F(a)F(b) < 0 1.5 1 F(b) 0.5 0 a
DettagliTOPOGRAFIA 2013/2014. Prof. Francesco-Gaspare Caputo
TOPOGRAFIA 2013/2014 L operazione di misura di una grandezza produce un numero reale che esprime il rapporto della grandezza stessa rispetto a un altra, a essa omogenea, assunta come unità di misura. L
DettagliDI IDROLOGIA TECNICA PARTE III
FACOLTA DI INGEGNERIA Laurea Specialistica in Ingegneria Civile N.O. Giuseppe T. Aronica CORSO DI IDROLOGIA TECNICA PARTE III Idrologia delle piene Lezione XIX: I metodi indiretti per la valutazione delle
DettagliIL CRITERIO DELLA MASSIMA VEROSIMIGLIANZA
Metodi per l Analisi dei Dati Sperimentali AA009/010 IL CRITERIO DELLA MASSIMA VEROSIMIGLIANZA Sommario Massima Verosimiglianza Introduzione La Massima Verosimiglianza Esempio 1: una sola misura sperimentale
DettagliRiesame dei risultati del metodo razionale con due metodi di stima della pioggia netta
Angela Cianchi Matr. 188270 16 Dicembre 2012 Riesame dei risultati del metodo razionale con due metodi di stima della pioggia netta Svolgimento Il metodo della corrivazione si basa sulle seguenti ipotesi:
DettagliCorso di Idraulica ed Idrologia Forestale
Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale Docente: Prof. Santo Marcello Zimbone Collaboratori: Dott. Giuseppe Bombino - Ing. Demetrio Zema Lezione introduttiva Anno Accademico 2008-2009 2009 1 Obiettivi
DettagliIdraulica e idrologia: Lezione 9
Idraulica e idrologia: Lezione 9 Agenda del giorno - Relazioni per la stima della portata al colmo; - Tempo di corrivazione di un bacino; - Metodo razionale. 1 LINEA SEGNALATRICE DI PROBABILITA PLUVIOMETRICA
DettagliAutorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni METODO PER IL RENDERING DEI DIAGRAMMI DI IRRADIAZIONE VERTICALI BASATO SUI DATI PREVISTI DALLE SPECIFICHE DI FORMATO DEL CATASTO AGCOM 1. Premessa Per calcolare
DettagliIl Metodo Cinematico lineare, comunemente anche detto Metodo della Corrivazione, si basa su alcune considerazioni:
Teoria del metodo Cinematico Il Metodo Cinematico lineare, comunemente anche detto Metodo della Corrivazione, si basa su alcune considerazioni: - gocce di pioggia cadute contemporaneamente in punti diversi
Dettagliλ è detto intensità e rappresenta il numero di eventi che si
ESERCITAZIONE N 1 STUDIO DI UN SISTEMA DI CODA M/M/1 1. Introduzione Per poter studiare un sistema di coda occorre necessariamente simulare gli arrivi, le partenze e i tempi di ingresso nel sistema e di
DettagliModello del moto vario nelle correnti a superficie libera
Modello del moto vario nelle correnti a superficie libera 1. Schematizzazione della corrente a superficie libera Nei casi in cui la corrente, pur se in condizioni evolutive di moto vario turbolento, mantiene
DettagliGESTIONE delle RISORSE IDRICHE
Corso di laurea specialistica in Ingegneria delle Acque e della Difesa del Suolo Corso di GESTIONE delle RISORSE IDRICHE a.a. 2003-2004 Prof. Luca Lanza Dipartimento di Ingegneria Ambientale - DIAM IL
DettagliOrgani di intercettazione e di sicurezza. degli sbarramenti di ritenuta alla luce del Decreto del 26 giugno 2014
venerdì 12 maggio 2017 Centrale Idroelettrica Cardano (BZ) Ispezioni e manutenzione di impianti idroelettrici CONVEGNO Organi di intercettazione e di sicurezza Organi di intercettazione e di sicurezza
DettagliINDICE GENERALE 1. PREMESSA INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED IDROGRAFIA TOMBINI IDRAULICI... 9
INDICE GENERALE 1. PREMESSA... 2 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED IDROGRAFIA... 2 2.1. Bacino idrografico fiume Ofanto... 3 2.2. Pluviometria... 4 3. TOMBINI IDRAULICI... 9 1 1. PREMESSA Nella presente
DettagliAnalisi della disponibilità d acqua. Valutazione dell impianto attraverso il calcolo di un indice economico (criterio)
Analisi della disponibilità d acqua Valutazione dell impianto attraverso il calcolo di un indice economico (criterio) Approccio diverso a seconda del criterio di valutazione Nel caso di criterio statistico
DettagliOggetto: Riqualificazione strade comunali anno Luogo: VIA PAPINI-VIA TRIESTE-VIA HACK-VIA PELLICO Camaiore (LU) Titolo:
1 2017-02-03 Revisione 0 Rev.: 2017-01-23 Data: Emissione Descrizione: Committente: COMUNE DI CAMAIORE Provincia di Lucca Oggetto: Riqualificazione strade comunali anno 2016 Luogo: VIA PAPINI-VIA TRIESTE-VIA
DettagliSistemi lineari. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara
Sistemi lineari Lorenzo Pareschi Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara http://utenti.unife.it/lorenzo.pareschi/ lorenzo.pareschi@unife.it Lorenzo Pareschi (Univ. Ferrara)
DettagliTest delle Ipotesi Parte I
Test delle Ipotesi Parte I Test delle Ipotesi sulla media Introduzione Definizioni basilari Teoria per il caso di varianza nota Rischi nel test delle ipotesi Teoria per il caso di varianza non nota Test
DettagliIdraulica e Idrologia: Lezione 6
Idraulica e Idrologia: Lezione 6 Agenda del giorno - Eventi estremi in idrologia: legame fra magnitudo e probabilità; - Statistica e probabilità in idrologia; - Tempo di ritorno. 1 Analisi statistica di
DettagliIl dimensionamento delle vasche volano:
Università degli Studi di Ferrara Corsi di Costruzioni Idrauliche e Gestione ottimale dei sistemi idrici Il dimensionamento delle vasche volano: approfondimenti Prof. Ing. Marco Franchini Dott. Ing. Enrico
DettagliPROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA PROGETTO DEFINITIVO VERIFICHE IDROGEOLOGICHE. I e II TRATTO ING. MARIO ADDARIO ARCH. ORAZIA TRIBASTONE SCALA DATA
PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA PROGETTO: SISTEMAZIONE DELLA S.P. 45 "BUGILFEZZA - POZZALLO. TRATTI COMPRESI DAL KM 5+250 AL KM 5+550 E DAL KM 6+800 AL KM 7+000". PROGETTO DEFINITIVO TITOLO: VERIFICHE IDROGEOLOGICHE.
DettagliCorso di PIANIFICAZIONE E GESTIONE DEI SISTEMI IDRICI APPENDICE LAMINAZIONE DELLE PIENE AD OPERA DEI SERBATOI
Corso di PIANIFICAZIONE E GESTIONE DEI SISTEMI IDRICI APPENDICE LAMINAZIONE DELLE PIENE AD OPERA DEI SERBATOI 1 LA LAMINAZIONE DELLE PIENE NEI SERBATOI Esistono essenzialmente tre tipologie di opere per
DettagliAutorità di Bacino del Fiume Arno
Autorità di Bacino del Fiume Arno Situazione delle risorse idriche e della siccità nel bacino del fiume Arno Si riporta un quadro sintetico della situazione delle risorse idriche nel bacino dell'arno,
Dettagli1 Schemi alle differenze finite per funzioni di una variabile
Introduzione In questa dispensa vengono forniti alcuni elementi di base per la soluzione di equazioni alle derivate parziali che governano problemi al contorno. A questo scopo si introducono, in forma
DettagliCASSE DI ESPANSIONE DEL SECCHIA
ENTE DI GESTIONE PER I PARCHI E LA BIODIVERSITÀ EMILIA CENTRALE Provincia di Reggio Emilia PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELL'EMILIA ROMAGNA 2007/2013 Asse 3 Qualità della vita e diversificazione dell'economia
Dettaglitabelle grafici misure di
Statistica Descrittiva descrivere e riassumere un insieme di dati in maniera ordinata tabelle grafici misure di posizione dispersione associazione Misure di posizione Forniscono indicazioni sull ordine
DettagliConsideriamo come piena solo l innalzamento del livello causato da un aumento delle portate nel corso d acqua considerato.
Propagazione delle piene: generalità Consideriamo come piena solo l innalzamento del livello causato da un aumento delle portate nel corso d acqua considerato. La propagazione dell onda di piena dipende
DettagliSimulazione dei dati
Simulazione dei dati Scopo della simulazione Fasi della simulazione Generazione di numeri casuali Esempi Simulazione con Montecarlo 0 Scopo della simulazione Le distribuzioni di riferimento usate per determinare
DettagliMacroattività B - Modellazione idrologica Attività B1: Regionalizzazione precipitazioni
ACCORDO DI COLLABORAZIONE SCIENTIFICA TRA REGIONE TOSCANA E DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE PER ATTIVITA DI RICERCA PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO
DettagliMETODOLOGIE DI CALCOLO DELLA RISERVA AGGIUNTIVA PER RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE GARANTITO
Allegato 1 METODOLOGIE DI CALCOLO DELLA RISERVA AGGIUNTIVA PER RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE GARANTITO Ai fini dell illustrazione delle metodologie di calcolo e della verifica delle riserve aggiuntive
DettagliCORRENTI A SUPERFICIE LIBERA Fenomeni localizzati di moto permanente lineare
CORRENTI A SUPERFICIE LIBERA Fenomeni localizzati di moto permanente lineare 1. Schema generale In condizioni di moto stazionario, l evoluzione di una corrente a superficie libera può discostarsi dalle
DettagliAUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE. Procedura operativa del modello pressioni-impatti-misure
AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE Procedura operativa del modello pressioni-impatti-misure Generalità Il modello è articolato su due distinti livelli applicativi: il primo a scala di distretto/subdistretto
DettagliDispensa di Statistica
Dispensa di Statistica 1 parziale 2012/2013 Diagrammi... 2 Indici di posizione... 4 Media... 4 Moda... 5 Mediana... 5 Indici di dispersione... 7 Varianza... 7 Scarto Quadratico Medio (SQM)... 7 La disuguaglianza
DettagliLINEE GUIDA E INDIRIZZI OPERATIVI PER L ATTUAZIONE DEL PRINCIPIO DELLA INVARIANZA IDRAULICA
PRESIDÈNTZIA PRESIDENZA AUTORITA DI BACINO REGIONALE DELLA SARDEGNA LINEE GUIDA E INDIRIZZI OPERATIVI PER L ATTUAZIONE DEL PRINCIPIO DELLA INVARIANZA IDRAULICA (articolo 47 delle NTA del PAI) Allegato
DettagliPROVINCIA DI LECCO SP 583 Lariana Interventi di messa in sicurezza 1 stralcio - III lotto RELAZIONE IDRAULICA SOMMARIO
RELAZIONE IDRAULICA SOMMARIO 1 RELAZIONE IDROLOGICA 2 1.1 PREMESSE E CONSIDERAZIONI GENERALI... 2 1.2 Le caratteristiche pluviometriche... 2 1.3 il bacino imbrifero... 3 1.4 valutazione dei tempi di corrivazione...
DettagliSTATISTICA (2) ESERCITAZIONE Dott.ssa Antonella Costanzo
STATISTICA (2) ESERCITAZIONE 7 11.03.2014 Dott.ssa Antonella Costanzo Esercizio 1. Test di indipendenza tra mutabili In un indagine vengono rilevate le informazioni su settore produttivo (Y) e genere (X)
DettagliGNDCI Linea 1. Rapporto di sintesi sulla valutazione delle piene in Italia 11. SINTESI DEL RAPPORTO REGIONALE SICILIA
11. SINTESI DEL RAPPORTO REGIONALE SICILIA 11.1 Premessa In questa breve nota vengono sintetizzati i risultati salienti del Progetto VAPI per la stima delle portate di assegnato tempo di ritorno, per qualsiasi
DettagliModelli e Metodi per la Simulazione (MMS)
Modelli e Metodi per la Simulazione (MMS) adacher@dia.uniroma3.it Programma La simulazione ad eventi discreti, è una metodologia fondamentale per la valutazione delle prestazioni di sistemi complessi (di
DettagliCOMUNE DI CONSIGLIO DI RUMO
COMUNE DI CONSIGLIO DI RUMO Provincia di Como Aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica di supporto al Piano di Governo del Territorio - L.R. 1/05 e successive modifiche. ANALISI
DettagliApplicazioni. Rete di monitoraggio idropluviometrica:verifica e taratura
ACCORDO DI COLLABORAZIONE SCIENTIFICA TRA REGIONE TOSCANA E DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE PER ATTIVITA DI RICERCA PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO
DettagliPROGETTAZIONE COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DEGLI SBARRAMENTI DI COMPETENZA REGIONALE. Applicazione normativa D.P.R. 1363/ Legge 584/94, art.
giunta regionale 8^ legislatura ALLEGATOA_(pag.01_pag.08) alla Dgr n. 1722 del 16 giugno 2009 pag. 1/22 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DEGLI SBARRAMENTI DI COMPETENZA REGIONALE Applicazione normativa
DettagliPROBABILITÀ SCHEDA N. 5 SOMMA E DIFFERENZA DI DUE VARIABILI ALEATORIE DISCRETE
PROBABILITÀ SCHEDA N. 5 SOMMA E DIFFERENZA DI DUE VARIABILI ALEATORIE DISCRETE 1. Distribuzione congiunta Ci sono situazioni in cui un esperimento casuale non si può modellare con una sola variabile casuale,
DettagliLocalizzazione di una esplosione
XXIII Ciclo di Dottorato in Geofisica Università di Bologna Corso di: Il problema inverso in sismologia Prof. Morelli Localizzazione di una esplosione Paola Baccheschi & Pamela Roselli 1 INTRODUZIONE Problema
DettagliISTOGRAMMI E DISTRIBUZIONI:
ISTOGRAMMI E DISTRIBUZIONI: i 3 4 5 6 7 8 9 0 i 0. 8.5 3 0 9.5 7 9.8 8.6 8. bin (=.) 5-7. 7.-9.4 n k 3 n k 6 5 n=0 =. 9.4-.6 5 4.6-3.8 3 Numero di misure nell intervallo 0 0 4 6 8 0 4 6 8 30 ISTOGRAMMI
DettagliRipasso segnali e processi casuali. Trasmissione dell Informazione
Ripasso segnali e processi casuali 1 Breve ripasso di segnali e trasformate Dato un segnale s(t), la sua densità spettrale si calcola come dove S(f) è la trasformata di Fourier. L energia di un segnale
Dettagli0 altimenti 1 soggetto trova lavoroentro 6 mesi}
Lezione n. 16 (a cura di Peluso Filomena Francesca) Oltre alle normali variabili risposta che presentano una continuità almeno all'interno di un certo intervallo di valori, esistono variabili risposta
DettagliLA LAMINAZIONE DELLE PIENE
LA LAMINAZIONE DELLE PIENE COMPAGNIA VALDOSTANA DELLE ACQUE S.p.A. Relatore: Sergio Ballatore MARZO 2009 LA LAMINAZIONE DINAMICA L effetto di laminazione dei serbatoi è ben noto. E questo il motivo per
DettagliREGRESSIONE E CORRELAZIONE
REGRESSIONE E CORRELAZIONE Nella Statistica, per studio della connessione si intende la ricerca di eventuali relazioni, di dipendenza ed interdipendenza, intercorrenti tra due variabili statistiche 1.
DettagliLa notazione usata è quella usuale nel caso scalare, ed è estesa al caso generale. Consideriamo una forma quadratica:
. SU ALCUNI OPERAORI DI DERIVAZIONE Alcune operazioni tipiche dell analisi matematica hanno un diretto riscontro in termini matriciali. Consideriamo ad esempio una forma lineare: f() l l + l +..l n n ;
DettagliPOLIGONALE ESTERNA DI BARI S.P. 92 "BITRITTO - MODUGNO" ADEGUAMENTO FUNZIONALE ED AMPLIAMENTO DEL TRATTO DAL KM AL KM 1+250
S.P. 92 "BITRITTO - MODUGNO" ADEGUAMENTO FUNZIONALE ED AMPLIAMENTO DEL TRATTO DAL KM 0+000 AL KM 1+250 RELAZIONE DI COMPATIBILITA IDRAULICA 1. PREMESSA Nella presente relazione viene riportato lo studio
DettagliBLAND-ALTMAN PLOT. + X 2i 2 la differenza ( d ) tra le due misure per ognuno degli n campioni; d i. X i. = X 1i. X 2i
BLAND-ALTMAN PLOT Il metodo di J. M. Bland e D. G. Altman è finalizzato alla verifica se due tecniche di misura sono comparabili. Resta da comprendere cosa si intenda con il termine metodi comparabili
DettagliRELAZIONE DI COMPATIBILITA IDRAULICA
RELAZIONE DI COMPATIBILITA IDRAULICA 1. PREMESSA Nella presente relazione viene riportato lo studio idrologico ed idraulico relativo al reticolo idrografico interferente con la strada di collegamento tra
DettagliDensità di probabilità del prodotto di due variabili casuali distribuite uniformemente
Firenze - Dip. di Fisica 2 agosto 2008 Densità di probabilità del prodotto di due variabili casuali distribuite uniformemente In questa dispensa, che presentiamo a semplice titolo di esercizio e applicazione
DettagliVERIFICA DI UNA RETE DI DISTRIBUZIONE INTERNA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale VERIFICA DI UNA RETE DI DISTRIBUZIONE INTERNA mediante programma realizzato in ambiente Office Excel
DettagliPREMESSA... 3 INQUADRAMENTO IDRAULICO DELL AREA... 5 CALCOLO DELLA PORTATA TOTALE (METEORICA + NERA)... 8 DIMENSIONAMENTO TUBAZIONI...
RELAZIONE IDRAULICA per il dimensionamento del sistema di smaltimento delle acque miste (meteoriche e reflue) derivanti da nuova lottizzazione in Loc. Viustino, San Giorgio piacentino (PC) INDICE PREMESSA...
DettagliSIMULAZIONE - 29 APRILE QUESITI
www.matefilia.it SIMULAZIONE - 29 APRILE 206 - QUESITI Q Determinare il volume del solido generato dalla rotazione attorno alla retta di equazione y= della regione di piano delimitata dalla curva di equazione
DettagliSerie storiche Mario Guarracino Laboratorio di Sistemi Informativi Aziendali a.a. 2006/2007
Serie storiche Introduzione Per alcuni dataset, l attributo target è soggetto ad un evoluzione temporale e risulta associato ad istanti di tempo successivi. I modelli di analisi delle serie storiche si
DettagliContenuti: Capitolo 14 del libro di testo
Test d Ipotesi / TIPICI PROBLEMI DI VERIFICA DI IPOTESI SONO Test per la media Test per una proporzione Test per la varianza Test per due campioni indipendenti Test di indipendenza Contenuti Capitolo 4
DettagliStatistica a.a Autovalutazione 1
Statistica a.a. 016-17 Autovalutazione 1 CORSO: Diritto per le Imprese e le Istituzioni ATTENZIONE: alle domande aperte è stato dato un possibile esempio di risposta, altre parole possono essere usate
DettagliRISOLUZIONE DI PROBLEMI DI FISICA
RISOUZIONE DI PROBEMI DI FISICA Problema 1 Una massa puntiforme m = 2 kg è soggetta ad una forza centrale con associata energia potenziale radiale U( r) 6 A =, dove A = 2 J m 6. Il momento angolare della
DettagliIl Modello di Scomposizione
Approccio Classico: Metodi di Scomposizione Il Modello di Scomposizione Il modello matematico ipotizzato nel metodo classico di scomposizione è: y t =f(s t, T t, E t ) dove y t è il dato riferito al periodo
DettagliRENERFOR-IDROLOGIA LAGO DEL CHIOTAS - ENTRACQUE VALLE GESSO - CN. Gruppo di lavoro: P. Claps, F. Laio, D. Ganora, S. Borra, E.Gallo, E.
RENERFOR-IDROLOGIA LAGO DEL CHIOTAS - ENTRACQUE VALLE GESSO - CN Gruppo di lavoro: P. Claps, F. Laio, D. Ganora, S. Borra, E.Gallo, E. Bartolini Gruppo di lavoro: P. Claps, F. Laio, D. Ganora, S. Borra,
DettagliCalcolo degli integrali indefiniti
Appendice B Calcolo degli integrali indefiniti Se f è una funzione continua nell intervallo X, la totalità delle sue primitive prende il nome di integrale indefinito della funzione f, o del differenziale
DettagliINDICE 1. PREMESSA VERIFICA FUNZIONALITA SFIORATORE... 2
INDICE 1. PREMESSA... 2 2. VERIFICA FUNZIONALITA SFIORATORE... 2 2.1. Calcolo portata media nera giornaliera... 2 2.2. Calcolo portata limite... 3 2.3. Calcolo coefficiente di diluizione e verifica funzionalità
DettagliIdentificazione dei Parametri Caratteristici di un Plasma Circolare Tramite Rete Neuronale
Identificazione dei Parametri Caratteristici di un Plasma Circolare Tramite Rete Neuronale Il presente lavoro, facente segiuto a quanto scritto precedentemente ha il fine di descrivere il codice di calcolo
DettagliDISTRIBUZIONE NORMALE (1)
DISTRIBUZIONE NORMALE (1) Nella popolazione generale molte variabili presentano una distribuzione a forma di campana, bene caratterizzata da un punto di vista matematico, chiamata distribuzione normale
DettagliSEMINARIO. La valutazione della pericolosità idraulica: modellazione 1D -2D
SEMINARIO La valutazione della pericolosità idraulica: modellazione 1D -2D Un caso studio di perimetrazione delle aree inondate con il modello idraulico 2D WEC-Flood Ing. Marco Sinagra Università degli
DettagliInvasi Artificiali 0
Invasi Artificiali 0 Dighe vs. Traverse 1 DIGA 4 Curva dei volumi di invaso Curva delle superfici 5 6 Classificazione degli sbarramenti Decreto M.LL.PP. 24/03/1982 Dighe murarie Sbarramenti in muratura
DettagliFondamenti di idraulica stramazzi e idrometria
Corso di Laurea in Tecnologie Forestali e Ambientali Idrologia e Sistemazioni Idraulico-Forestali Fondamenti di idraulica stramazzi e idrometria Giancarlo Dalla Fontana Università di Padova A.A. 2013/2014
DettagliRETI LINEARI R 3 I 3 R 2 I 4
RETI LINERI 1 Leggi di Kirchoff. Metodo delle correnti di maglia R 1 R 3 I 1 I 3 E 1 J 1 J 2 J 3 I 2 I 4 R 4 I 5 R 5 I 6 R 6 J 4 R 7 Il calcolo delle correnti e delle differenze di potenziale in un circuito
Dettaglipercorso 4 Estensione on line lezione 2 I fattori della produzione e le forme di mercato La produttività La produzione
Estensione on line percorso 4 I fattori della produzione e le forme di mercato lezione 2 a produzione a produttività Una volta reperiti i fattori produttivi necessari l imprenditore dovrà decidere come
DettagliSCHEMI TIPICI DI PIANIFICAZIONE
Allegato 5 CRITERI PER IL DIMENSIONAMENTO E LA GESTIONE DELLE OPERE DI LAMINAZIONE E POTENZIAMENTO DELLA RETE, PER NUOVI INSEDIAMENTI, INDUSTRIALI, COMMERCIALI E RESIDENZIALI. Questo documento può essere
DettagliLaboratorio Tecniche di valutazione dei progetti di trasporto. 2 lezione: Cos è un investimento? Prof. Ing. Gianfranco Fancello A.
Laboratorio Tecniche di valutazione dei progetti di trasporto 2 lezione: Cos è un investimento? Prof. Ing. Gianfranco Fancello A.A: 2016-2017 Cos è un investimento? Un investimento è: - un esborso di capitale
DettagliREALIZZAZIONE NUOVO BACINO PER L'INNEVAMENTO PROGRAMMATO DELLA VOLUMETRIA DI 60'000 MC IN LOC. «BUSE DE TRESCA» IN C.C.PREDAZZO STUDIO PRELIMINARE
COMUNE DI PREDAZZO PROVINCIA DI TRENTO REALIZZAZIONE NUOVO BACINO PER L'INNEVAMENTO PROGRAMMATO DELLA VOLUMETRIA DI 60'000 MC IN LOC. «BUSE DE TRESCA» IN C.C.PREDAZZO STUDIO PRELIMINARE PREMESSA NELL ULTIMO
DettagliRELAZIONE IDROLOGICA IDRAULICA
RELAZIONE IDROLOGICA IDRAULICA 1. PREMESSA In relazione ai lavori di realizzazione della nuova rotatoria sulla S.S. 16 Adriatica al km 326+040 in corrispondenza dell intersezione con la S.P. 24 Bellaluce
DettagliIntegrazione delle equazioni del moto
Giorgio Pastore - note per il corso di Laboratorio di Calcolo Integrazione delle equazioni del moto In generale, le equazioni del moto della meccanica newtoniana si presentano nella forma di sistemi di
DettagliSTUDIO PER IL PIANO STRALCIO DI BACINO DEL FIUME MAGRA (Allegato 6)
STUDIO PER IL PIANO STRALCIO DI BACINO DEL FIUME MAGRA (Allegato 6) Elaborazione statistica dei dati di portata finalizzata alla valutazione della disponibilità idrica Ing. Branca Alessia 1. Periodi di
DettagliESERCITAZIONI 1 e 2: calcoli
ESERCITAZIONI 1 e 2: calcoli L uso del foglio elettronico nel laboratorio di ispezione degli alimenti. Funzioni utilizzate negli esercizi e traduzione in inglese americano per l utilizzo su computer con
DettagliRETI DI TELECOMUNICAZIONE
RETI DI TELECOMUNICAZIONE Modelli delle Sorgenti di Traffico Generalità Per la realizzazione di un modello analitico di un sistema di telecomunicazione dobbiamo tenere in considerazione 3 distinte sezioni
DettagliAnalisi degli Errori di Misura. 08/04/2009 G.Sirri
Analisi degli Errori di Misura 08/04/2009 G.Sirri 1 Misure di grandezze fisiche La misura di una grandezza fisica è descrivibile tramite tre elementi: valore più probabile; incertezza (o errore ) ossia
DettagliElementi idromorfologici: indice di alterazione del regime idrologico (IARI)
Direttiva 2000/60/CE: Struttura delle reti e dei programmi di monitoraggio sui corsi d acqua Indici di classificazione dello stato di qualità Elementi idromorfologici: indice di alterazione del regime
DettagliMaurizio Giugni Problemi di pianificazione e gestione delle risorse idriche.
Maurizio Giugni Problemi di pianificazione e gestione delle risorse idriche. 1 Lezione n. Parole chiave: Gestione risorse idriche. Disponibilità e fabbisogni. Corso di Laurea: Ingegneria per l Ambiente
Dettaglia.a. 2014/2015 Docente: Stefano Bifaretti
a.a. 2014/2015 Docente: Stefano Bifaretti email: bifaretti@ing.uniroma2.it Gli schemi circuitali impiegati per la realizzazione dei convertitori statici sono molteplici. Infatti, la struttura del convertitore
Dettagli