La funzione e le responsabilità dirigenziali nell evoluzione del sistema scolastico territoriale

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1 La funzione e le responsabilità dirigenziali nell evoluzione del sistema scolastico territoriale i Firenze, 18 novembre 2014 Anna Armone

2 Il sistema scolastico «territoriale» è composto da diversi attori che agiscono con competenze e intensità diverse Lo Stato centrale attraverso l USR con compiti.. La regione e gli enti locali che esercitano (in piccola parte) la funzione amministrativa ex d.lgs. N. 112/1998 Le autonomie scolastiche che erogano il servizio di Le autonomie scolastiche che erogano il servizio di istruzione, educazione e formazione

3 Per fissare un punto di partenza Pregiudiziale a qualsiasi considerazione del ruolo svolto dal dirigente scolastico e delle potenzialità di tale ruolo, è l idea che si assume dell autonomia scolastica Se si ritiene che l autonomia scolastica sia un autonomia al pari delle altre autonomie citate in costituzione, il dirigente «portatore della missione dell istituzione scolastica, capace di coniugare l aspetto politico a quello amministrativo» Se si ritiene che l autonomia scolastica sia delimitata dall accezione «funzionale» e che sia esercitata dalla scuola-organo con personalità giuridica, il dirigente svolge la sua funzione nell ambito di una filiera programmatoria economico finanziaria e di finalità collocata, principalmente nell amministrazione dello Stato

4 A che punto è l evoluzione del sistema territoriale dell istruzione? Stato Regione Enti locali Autonomie scolastiche

5 ..tra masterplan, mancata attuazione e nuova riforma Nell attuale articolo 117 della Costituzione la materia dell istruzione è stata scomposta secondo quattro profili di competenze

6 Materia di legislazione esclusiva dello Stato Norme generali sull istruzione (art. 117, secondo comma, lettera n) e alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (art. 117, secondo comma, lettere m), rispondendo così all esigenza di garantire una pari fruibilità del diritto all istruzione per l intero Paese.

7 La competenza legislativa delle Regioni è stata invece articolata su tre differenti direttrici Da un lato l istruzione si presenta come materia di legislazione concorrente, fatta salva l autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale. Qui è riservata allo Stato la determinazione dei principi fondamentali, mentre la funzione legislativa di dettaglio e quella regolamentare spettano alle Regioni.

8 A proposito di competenza legislativa concorrente regionale L art. 1 della legge della Regione Emilia Romagna n. 12 del 2003, che verrà esaminata in seguito e che prevede Le norme generali e i principi fondamentali sull istruzione e i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, definiti a livello nazionale ai sensi dell articolo 117 della Costituzione, costituiscono la base sulla quale la Regione organizza e sviluppa le proprie politiche i in tali materie, in modo che siano garantite le pari opportunità el uguaglianza formale e sostanziale nell esercizio esercizio dei diritti dei cittadini.

9 La seconda direttrice Si è consolidata in favore degli enti territoriali una competenza residuale ed esclusiva in materia di istruzione e formazione professionale. (art 117, comma 4). In merito ai servizi scolastici e all istruzione e formazione professionale, il Nuovo Titolo V precisa che le Regioni esercitano la funzione legislativa esclusiva in riferimento all organizzazione in ambito regionale dei servizi scolastici, salva l autonomia delle istituzioni scolastiche, nonché all istruzione i e formazione professionale.

10 La terza direttrice Ai sensi dell art 116 comma 3 Cost., è stata prevista la possibilità di attribuire ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni in materia di norme generali sull istruzione, mediante legge approvata dal Parlamento a maggioranza assoluta su iniziativa delle regioni interessate e sentiti gli enti locali.

11 Norme generali Principi fondamentali Livelli essenziali Policy (azioni strategiche) Competenza legislativa concorrente Competenze organizzative regione Competenze amministrative EE.TT. Istituzione scolastica

12 Il dirigente e il territorio..oggi L unica disposizione speciale che riconosce un ruolo del dirigente scolastico da esercitare su e con il territorio è l art lart. 3 del dpr d.p.r. n. 275/1999 che afferma che «ai fini di cui al comma 2 [elaborazione del Pof] il dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio» Ma quest azione di attivazione e gestione dei processi (di partenariato, di collaborazione, di partecipazione ) si estende ogniqualvolta la scuola entra in relazione con un ente territoriale che svolge funzioni attribuitegli in materia di istruzione e formazione professionale e con altri stakeholder

13 Chiariamo. Il dirigente i sul territorio i si pone come rappresentante t legale dell istituzione scolastica, che assume i propri obiettivi da una filiera complessa Obiettivi fissati nelle norme generali Obiettivi derivanti dalla programmazione economico finanziaria e strategica del MIUR Obiettivi rilevati dalle esigenze del contesto territoriale Obiettivi derivanti dalla programmazione economico finanziaria i i e strategica t della Regione e degli enti locali

14 Cosa accade di fatto.. Innumerevoli esempi di relazioni informali con gli amministratori locali Rari esempi di coinvolgimento (in rappresentanza della scuola o di una rete di scuole) in attività di programmazione o consultazione Diretta partecipazione ad iniziative di coinvolgimento del territorio in quanto appartenenti ad un gruppo professionale

15 Perché? Perché la scuola sul territorio è un organizzazione molecolare Perché le relazioni con gli organismi territoriali e locali hanno come scenario la politica territoriale sulla scuola.e la politica territoriale della scuola è programmata sull intera dimensione e territoriale

16 Più scuole, tutte insieme O meglio, la scuola territoriale tutta insieme, attraverso un sistema di rappresentanze che può incidere sulla politica regionale. Le varie disposizioni normative e regolamentari che prevedono la possibilità di costituire reti di scopo, non consentono loro una piena capacità giuridica (art. 7 d.p.r. 275/1999, d.p.r , n. 119, art. 56 d.i. 44/2001, art. 3 d.p.r. 119/2009)

17 Un esempio L art. 50 del D.L. n. 5/2012, conv. dalla legge n. 35/2012, al fine di consolidare e sviluppare l'autonomia delle istituzioni scolastiche, ha previsto la possibilità di costituire, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie, nonché la definizione di un organico di rete.

18 La funzione del dirigente Su questo tipo di rete la posizione dirigenziale rimane nell ambito dell attivazione di processi e di successiva gestione di un ruolo formale qualora riconosciuto negli atti di regolazione della rete.

19 La funzione del dirigente L interlocuzione con il territorio ha bisogno di una istituzionalizzazione del modello generale Ma le regioni hanno competenza legislativa concorrente nella materia dell istruzione. Pertanto.. t È necessario che una fonte normativa primaria riconosca la soggettività giuridica di diritto pubblico a soggetti rappresentativi delle istituzioni scolastiche e contestualmente fissi il principio fondamentale relativo alla necessità di un modello partecipativo individuato dalle regioni

20 Più scuole, tutte insieme Attraverso forme associative riconosciute in una fonte normativa o regolamentare, il dirigente si potrebbe relazionare con il territorio in quanto investito della rappresentanza di un aggregazione istituzionale di scuole Si attiverebbe una dialettica interna alle scuole, governata da una dirigenza che costituirebbe il relais tra la Governance interna alla scuola e la Governance territoriale.

21 Cosa bolle in pentola Il progetto di riforma costituzionale Lo Stato si limita, in alcune materie, a porre una sorta di legislazione che costituisce una sorta di zoccolo duro : disposizioni generali e comuni disposizioni generali e comuni sull istruzione, sull ordinamento scolastico.

22 La fine della competenza concorrente Sparisce la competenza concorrente, così come prevista dal vigente c. 3 dell art. 117 Cost. Ma come potremmo definire la legislazione conseguente alle norme generali o alle disposizioni generali e comuni dello Stato? Una implicita legislazione di attuazione e di dettaglio delle norme e disposizioni generali?

23 La competenza regionale Secondo il testo approvato dal Senato, spetta alle Regioni la potestà legislativa in materia di:.. organizzazione dei servizi scolastici e della formazione professionale, salva l autonomia delle istituzioni scolastiche, promozione del diritto allo studio, anche universitario

24 La compressione delle competenze regionali A norma del c. 4 dell art. 117 Cost., lo Stato può, con legge, intervenire anche in materie regionali quando ricorrono esigenze di tutela dell unità giuridica o economica della Repubblica ovvero, la tutela dell interesse nazionale: viene, così, introdotta la clausola di supremazia, tipica di alcuni ordinamenti federali10, la cui utilizzazione potrebbe costituire una forte riduzione dello spazio del legislatore regionale.

25 Gli effetti sull autonomia scolastica L autonomia scolastica vivrà in uno spazio «limitato e limitativo» Come si correla questo disegno al piano della Buona Scuola

26 La Buona scuola e la riforma costituzionale Mai vengono chiamati in causa i soggetti costituzionali che hanno competenze amministrative i ti e organizzative sulla scuola Competenze ex artt 117 e 118 della Costituzione d.lgs. N. 112/1998

27 PROCESSO DI MIGLIORAMENTO CONTINUO CONVERGENZA DEL SISTEMA VERSO LA BUONA SCUOLA OBIETTIVI E TARGET MONITORAGGIO ACCOMPAGNAMENTO SISTEMA INFORMATIVO

28 Un ruolo attivo per le autonomie scolastiche (dal commento della Conferenza delle Regioni alla buona scuola) Rete delle Conferenze cittadine con autonomie scolastiche La creazione di conferenze cittadine delle autonomie scolastiche come luogo di incontro periodico e di confronto tra Città, USR, autonomie scolastiche per lo scambio e il coordinamento dei progetti e anche per la creazione e il rafforzamento di reti tra scuole, più che mai utili oggi che le risorse scarseggiano, ma sempre fondamentali come sviluppo coordinato tra i vari attori delle politiche educative.

29 Dal commento dell ANCI Il numero degli alunni con attestazione di disabilità è in aumento in modo costante e continuo e negli ultimi anni si osserva fra questi un alta incidenza di alunni stranieri disabili. Scuola, ente locale, ASL hanno ruoli diversi, sarebbe auspicabile la creazione di una rete per cercare di soddisfare i bisogni di ogni singolo alunno tenendo conto delle risorse disponibili e rendere davvero dinamica l integrazione tra i diversi soggetti coinvolti: l assegnazione di servizi i agli alunni disabili deve essere trasparente e realmente condivisa al fine di garantire il diritto allo studio in modo equo per tutti.

30 Il dirigente nella Buona scuola Sarà pienamente responsabile della gestione generale e della realizzazione del progetto di miglioramento definito sulla base della valutazione

31 L autonomia e l apertura al territorio Sostegno della comunità territoriale per l apertura della scuola ad iniziative sociali di vario genere

32 E per concludere Il Sistema di valutazione delle scuole e dei dirigenti in quale misura dovrà tenere conto dell evoluzione territoriale del sistema? La Buona scuola parla delle Regioni incidentalmente a proposito della connettività e dei Pon E non cita mai i Comuni

33 Quadro di riferimento PATTO EDUCATIVO LEP - COSTI STANDARD COMPETENZE ISTITUZIONALI RACCORDO INTERISTITUZIONALE OBIETTIVI CONDIVISI E TARGET PROCEDURE DI ACCOMPAGNAMENTO Elementi concertati SISTEMA INFORMATIVO E INDICATORI DI VALUTAZIONE

34 Quadro di riferimento LEP - COSTI STANDARD PATTO EDUCATIVO COMPETENZE ISTITUZIONALI Modelli di Partecipazione e concertazione RACCORDO INTERISTITUZIONALE Programmazione dell offerta formativa territoriale OIBIETTIVI CONDIVISI E TARGET PROCEDURE DI ACCOMPAGNAMENTO Elementi concertati SISTEMA INFORMATIVO E INDICATORI DI VALUTAZIONE Co definizione di set di indicatori Relativi alle competenze di policy

35 Il futuro possibile (ma anche impossibile) Le regioni potranno esercitare pienamente le funzioni amministrative quando sarà realizzato il federalismo fiscale Il passaggio della gestione degli organici alle Regioni comporterà, naturalmente, il pagamento degli stipendi Nel bilancio del MIUR non compariranno più le risorse finanziarie affidate ai CRA per le funzioni amministrative di competenza regionale

36 . Ma allora la valutazione del dirigente dovrà essere il risultato di una concertazione tra lo Stato e le Regioni al fine di: Individuare gli indicatori di valutazione Valutare la performance dirigenziale Valutare la performance delle scuole

37 .la strada è lunga e tortuosa L Grazie a tutti Anna Armone

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