GLI AMBIENTI DI TRANSIZIONE LO STAGNONE DI MARSALA
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- Leo Masi
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1 GLI AMBIENTI DI TRANSIZIONE LO STAGNONE DI MARSALA Le aree umide costiere, in cui è possibile includere anche lo Stagnone di Marsala TP, sono ambienti definiti come ambienti di transizione che occupano una piccola fascia all interno delle aree litorali. Questi ambienti rappresentano un luogo ideale per la riproduzione oppure per lo svezzamento della prole di molte specie ittiche, inoltre, rappresentano un luogo ideale per molti uccelli migratori (fenicotteri, spatole, cavalieri d Italia, avocette, garzette, anatidi ecc..) per effettuare delle soste lungo il loro cammino. 1
2 Lo Stagnone di Marsala è una tra le più belle lagune marine costiere del bacino Mediterraneo con caratteristiche particolari dovute a diversi fattori quali: la sua posizione rispetto al mare aperto, dalle basse profondità, dall elevata evaporazione estiva ed inoltre anche le isolette ( Isola Grande, Santa Maria, S. Pantaleo, Scuola e Mothia) presenti al suo interno incidono sul ricambio idrico. Lo Stagnone di Marsala si inserisce tra le R.N.O. (Riserve Naturali Orientate) in cui l aspetto protezionistico prevede oltre la salvaguardia delle flora e fauna anche una serie di interventi di recupero in quei casi dove si ha una sofferenza ambientale ed ecologica in seguito ad attività antropiche. Lo Stagnone di Marsala è un braccio di mare semichiuso che si estende per circa 21 km 2 lungo la costa della Sicilia occidentale. L intera area è caratterizzata come accennato sopra da basse profondità con un fonadale di natura sabbioso-fangosa ricco di detriti. Dal punto di vista geomorfologico possiamo dividere lo Stagnone in due sottobacini quello settentrionale e quello meridionale. Il regime idrico è strettamente condizionato dalle sue due bocche che lo collegano con il mare antistante: la bocca nord nei pressi di S. Teodoro e la bocca sud che si estende tra Punta d Alga e Punta Stagnone. La temperatura e la salinità dello Stagnine di Marsala sono tipici di ambienti costieri di bassofondo ad elevata salinità (iperalini) i valori di Ph invece sono leggermente superiori a quelli del mare aperto con valori medi annuali di 8,5/9 unità. Infatti a differenza di altre arre lagunari lo Stagnone risulta essere fortemente influenzato dal mare con valori di produttività primaria paragonabili a quelli del mare aperto ovvero condizioni di oligotrofia, infatti la colonna d acqua seppur lagunare presenta un elevata trasparenza specialmente nei periodi di calma. La vegetazione sommersa è rappresentata essenzialmente da rizofite data anche la natura sabbioso-fangosa dei substrati, le specie più frequenti sono P. oceanica soprattutto nella parte esterna mentre nelle zone più interne 2
3 dove il substrato presenta una granulometria sempre più fine si assiste ad un massiccia presenza di Cymodocea nodosa associata a Caulerpa prolifera. Molto scarsi sono i popolamenti ad aptofite vista la quasi assenza di substrati duri, mentre frequenti sono i popolamenti a pleurostofite tipiche delle aree lagunari subtropicali come la Valonia aegagropila, Rytiphaea tintoria ecc Lo Stagnone è anche ricco di fauna, il gruppo più abbondante è rappresentato dai molluschi con più di 100 specie in prevalenza gasteropodi, per quanto riguarda quest ultimi è stata segnalata la presenza nella vasca di freffa della salina Ettore-Infersa del mollusco Brachidontes pharaonis un bivalve dell Oceano Indiano entrato nel Mediterraneo dopo l apertura del canale di Suez. Tra il macrozoobentos sessile troviamo diverse spugne e tunicati coloniali che vivono sui rizomi di P. oceanica. 3
4 Il popolamento ittico è rappresentato sia da specie che vivono perennemente in laguna sia da specie migratrici che utilizzano la laguna solo in determinati periodi dell ano o come area di nursery. Considerando la complessità strutturale e le diversità biologiche possiamo suddividere lo Stagnone in tre aree nelle quali dominano diverse specie ittiche: nelle zone di bocca sono presenti Mugilidi, Gobidi e Cyprinodontidi come il piccolo Aphanius fasciatus, nelle zone medie a complessità medio alta sono presenti Gobidi, Aterinidi e Blennidi, infine nelle zone più interne e centrali della laguna possiamo trovare diversi esemplari di Signatidi quali: Syngnathus abaster e Syngnathus typhle. Specialmente negli ultimi anni si è visto crescere sempre più un interesse verso attività di acquicoltura di specie eurialine (spigole, orate, mugilidi) e mitilicoltura sfruttando appunto le caratteristiche intrinseche di questi ambienti. Inoltre le saline dello Stagnone di Marsala, insieme a quelle di Trapani e Pacco sono le uniche zone della Sicilia dove si pratica la salicoltura. Infatti nella laguna è consentito esercitare la salicoltura e le attività di acquicoltura esclusivamente di tipo estensivo nelle vasche di fredda delle saline secondo un modello di produzione mista salepesce. 4
5 Il D. Lgs 152/99 identifica come significative, tra le acque di transizione, le acque delle lagune, dei laghi salmastri e degli stagni costieri. Sul territorio siciliano sono stati individuati 12 corpi idrici di transizione. Per ciascun corpo idrico di transizione, in accordo con quanto previsto dal Il D. Lgs 152/99, è stata identificata una procedura in base al quale viene attribuito lo stato di qualità ambientale. Tuttavia, malgrado l importante valore naturalistico ed ecologico di queste aree, si assiste sempre più ad un incremento della pressione antropica su questi biotopi attraverso la realizzazione di opere di urbanizzazione, industrializzazione e coltivazioni agricole intensive lungo i loro margini. Più che in altri ambienti nelle lagune costiere sarebbe opportuno applicare piani di gestione responsabile, secondo un programma di sfruttamento razionale in tempi-medio lunghi in modo da consentire il rinnovamento delle risorse. Sarebbe opportuno inoltre nell ambito della conservazione e valorizzazione di queste aree, incoraggiare tutte quelle attività sia produttive che turistiche con il rilancio di un turismo responsabile che tengano conto dei modelli di sviluppo sostenibile. 5
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