9 10 Giugno Congresso Regionale UILCA di Roma e del Lazio. Segreteria Regionale di Roma e del Lazio DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITA

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1 DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITA UILCA DI ROMA E DEL LAZIO Congresso Regionale UILCA di Roma e del Lazio Segreteria Regionale di Roma e del Lazio 9 10 Giugno 2014 Via Collina n Roma Tel Fax

2 PREMESSA Il Dipartimento per le Pari Opportunità UILCA di Roma e del Lazio, dalla sua nascita dedica particolare attenzione alla valorizzazione della diversità di genere e alla tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori in materia di Pari Opportunità sui luoghi di lavoro. Le stesse tematiche sono oggetto di continui aggiornamenti, integrazioni, interpretazioni normative e giuridiche ed il Dipartimento con la sua attività, intende dare supporto ai quadri sindacali e agli iscritti nel diffondere la cultura delle Pari Opportunità, oltre che a vigilare sulla corretta applicazione delle norme vigenti. Oltre alle risposte dirette alle lavoratrici, ai lavoratori e ai dirigenti sindacali per approfondimenti su argomenti specifici, il Dipartimento realizza mensilmente il Giornalino DPPO, che viene distribuito ai lavoratori delle Aziende dei tre comparti e pubblicato sul sito Uilca di Roma e del Lazio: L uguaglianza ha lo stesso peso. Questo documento, predisposto appositamente in occasione del Congresso Regionale Uilca di Roma e del Lazio, vuole essere un utile vademecum sulle attività di tutela e promozione delle Pari Opportunità. LEGISLAZIONE La legislazione più recente a proposito di Pari Opportunità : Conciliazione vita e lavoro Decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53 (in GU, 26 aprile 2001, n. 96, suppl. ord., n. 93). Legge 8 marzo 2000, n. 53, disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città (in GU, 13 marzo 2000, n. 60). Azioni a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro. Avviso comune 8 Marzo 2011 siglato con le parti sociali sulle misure a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro, con l obiettivo primario di sostenere la crescita dell occupazione femminile. Nell intesa si sottolinea l'importanza di una modulazione flessibile dei tempi e degli orari di lavoro, tanto nell' interesse dei lavoratori che dell'impresa, e si concorda che è anche attraverso la pratica della contrattazione di secondo livello che può essere assicurata nel modo migliore la distribuzione degli orari di lavoro nell'arco della settimana, del mese, dell'anno, in risposta alle esigenze dei mercati, adeguando - nel rispetto della normativa di legge - la durata media e massima degli orari alle esigenze produttive, conciliandole con il rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone. Documentazione comunitaria su conciliazione vita e lavoro Direttiva del Consiglio dell'unione europea 8 marzo 2010, n. 2010/18/UE, Congedi parentali: l'accordo diventa direttiva (in GUUE, 18 marzo 2010, L 68, 13). Direttiva del Consiglio dell'unione europea 3 giugno 1996, n. 1996/34/CE, Direttiva concernente l'accordo quadro sul congedo parentale concluso dall'unice, dal Ceep e dalla Ces. Pari Opportunità Decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 5, Pari Opportunità in materia di occupazione e impiego (in GU, 5 febbraio 2010, n. 29). Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per le Pari Opportunità, Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, 1 dicembre 2009, Italia 2020: programma di azioni per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro. 2

3 Decreto Legge 23 febbraio 2009, n. 11 convertito in Legge 23 aprile 2009, n. 38 recante 15 misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori. Decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, Codice delle Pari Opportunità tra uomo e donna, a norma dell'articolo 6 della L. 28 novembre 2005, 246 (in GU, 11 maggio 2006, n. 133 suppl. ord., n. 125). D.L. 216/2003 "Attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro" (Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 187 del 13 agosto 2003). Protocollo d Intesa 27/11/2012 CGIL/CISL/UIL Violenza sulle Donne nei luoghi di Lavoro. La violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani, che coinvolge tutti gli strati e gli ambiti della società, da quello familiare a quello del lavoro. Documentazione comunitaria su Pari Opportunità Direttiva 2006/54/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 riguardante l'attuazione del principio di parità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego. Regolamento (CE) n. 1922/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, che costituisce un Istituto Europeo per l'uguaglianza di genere (Gazzetta ufficiale L 403 del ) con il compito di aiutare le istituzioni europee e gli Stati membri a promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne in tutte le politiche comunitarie e nelle relative politiche nazionali e a lottare contro la discriminazione fondata sul sesso. Direttiva 2002/73/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 settembre 2002, che modifica la direttiva 76/207/CEE del Consiglio relativa all'attuazione del principio della parità di trattamento tra gli uomini e le donne per quanto riguarda l'accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni di lavoro; D. Lgs. 30 maggio 2005, n. 145 (in G.U. n. 173 del 27 luglio 2005) di attuazione della direttiva 2002/73/CE. Azioni Positive Decreto lgs. n. 165 del 30 marzo 2001, norme generali sull ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche Decreto lgs. n. 196 del 23 maggio 2000, disciplina dell attività delle consigliere e dei consiglieri di parità e disposizioni in materia di azioni positive Legge n. 144 del 17 maggio 1999, misure in materia di investimenti, delega al Governo per gli incentivi all occupazione e della normativa che disciplina l Inail, nonché disposizioni per il riordino degli enti previdenziali Legge n. 215 del 25 febbraio 1992, azioni positive per l imprenditoria femminile Legge n. 125 del 10 aprile 1991, azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro. CONGEDI PARENTALI Il congedo parentale (in passato conosciuto come astensione facoltativa ed erroneamente chiamato anche permesso parentale) consiste nel diritto spettante sia alla madre e sia al padre di godere di un periodo di dieci mesi di astensione dal lavoro da ripartire tra i due genitori e da fruire nei primi otto anni di vita del bambino. La funzione dei congedi parentali è quella di consentire la presenza del genitore accanto al bambino nei primi anni della sua vita al fine di soddisfare i suoi bisogni affettivi e relazionali. Il congedo parentale spetta al genitore richiedente anche qualora l'altro genitore non ne abbia diritto in quanto disoccupato o lavoratore autonomo. La legge cd. di stabilità 2013 (n. 228/2012) prevede che la contrattazione collettiva di settore stabilisca le modalità di fruizione del congedo su base oraria. La legge prevede un prolungamento del congedo parentale per un periodo massimo di tre anni in favore della madre o, in alternativa, del padre di minore con disabilità grave fino al compimento dell ottavo anno di vita del bambino. 3

4 CONGEDI PARENTALI IN EUROPA In Francia. Per il primo figlio la durata massima del congedo parentale con sussidio è di sei mesi. Diventa di tre anni dal secondo figlio. Questo congedo può essere usufruito a tempo parziale o a tempo pieno con un sussidio fino a 566 euro al mese. Il congedo può essere richiesto a scelta dal padre, dalla madre o da entrambi in tempi successivi, fino ai tre anni di età del bambino. E legge poter donare periodi di ferie a colleghi in difficoltà. Il Senato francese ha approvato definitivamente la proposta di legge che consentirà di donare alcuni giorni delle proprie ferie a favore di colleghi con figli gravemente malati. Un testo che era stato depositato presso l'assemblea Nazionale il 13 luglio 2011, ispirato ad un'iniziativa locale senza dubbio esemplare. In Germania. La durata del congedo è di tre anni, che possono essere utilizzati dal padre o dalla madre entro gli 8 anni del bambino. Il datore di lavoro non può rifiutarsi di concedere il congedo salvo che per gravi motivazioni. Il genitore percepisce il 67% del suo stipendio entro il limite del euro al mese, per un anno. Per incentivare i padri ad usufruire del loro congedo, quando il padre e la madre prendono almeno due mesi di congedo ciascuno vengono concessi due mesi di congedo bonus (vengono pagati 14 mesi e non 12). In Spagna. Il congedo è di tre anni per genitore e per ogni figlio. Questo significa, in teoria, che i genitori possono smettere di lavorare per sei anni senza perdere il proprio impiego. Però non c è alcuna retribuzione. Non è previsto nessun sussidio a livello nazionale, ma alcune regioni prevedono dei contribuiti. Nel Regno Unito. Tredici settimane a genitore per ogni figlio, senza sussidio. In Svezia. E il primo Paese europeo ad avere istituito il congedo parentale, dal Ad oggi, quello svedese è uno dei congedi più vantaggiosi. I genitori possono infatti usufruire di 480 giorni (un po più di 15 mesi) da dividersi. Con, in particolare, 60 giorni assegnati ad ognuno. Il congedo può essere utilizzato fino agli 8 anni del bambino. Soprattutto, è ben retribuito: il padre o la madre raggiungono l 80% del loro stipendio per 390 giorni. I 90 giorni restanti sono retribuiti con un forfait di 7 euro al giorno. MATERNITA Le norme che disciplinano permessi e congedi a tutela della maternità e della paternità sono contenute nel decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001, cosiddetto Testo Unico maternità/paternità. Il congedo di maternità è il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto alla lavoratrice durante il periodo di gravidanza e puerperio. Durante il periodo di assenza obbligatoria dal lavoro la lavoratrice percepisce un indennità economica in sostituzione della retribuzione. Il diritto al congedo ed alla relativa indennità spettano anche in caso di adozione o affidamento di minori. In presenza di determinate condizioni che impediscono alla madre di beneficiare del congedo di maternità, il diritto all astensione dal lavoro ed alla relativa indennità spettano al padre (congedo di paternità). MATERNITA NEL MONDO Maternità e paternità nel lavoro: legislazioni e prassi nel mondo, l ILO afferma che su 185 paesi e territori, sono appena 66 gli Stati che hanno assunto impegni in tal senso. Le tre Convenzioni stabiliscono: la prevenzione dall esposizione a rischi per la salute e la sicurezza durante la gravidanza e l allattamento; il diritto al congedo di maternità retribuito, alla tutela della salute della madre e del bambino e ai permessi per allattamento; il diritto al reintegro sul posto di lavoro dopo il periodo di congedo. 4

5 DISABILITA Legge 1 marzo 2006, n. 67 Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni" D. L. 10 gennaio 2006, n. 4 art. 6 "Semplificazione degli adempimenti amministrativi per le persone con disabilità", convertito in legge dalla Legge 6 marzo 2006, n. 80 Legge 5 febbraio 1992, n. 104 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate" Più nota come legge 104/92, è il riferimento legislativo "per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate". Principali destinatari sono dunque i disabili, ma non mancano riferimenti anche a chi vive con loro. Il presupposto è infatti che l'autonomia e l'integrazione sociale si raggiungono garantendo alla persona handicappata e alla famiglia adeguato sostegno. Questo supporto può essere sotto forma di servizi di aiuto personale o familiare, ma si può anche intendere come aiuto psicologico, psicopedagogico, tecnico. La legge (art. 3, comma 4) "si applica anche agli stranieri e agli apolidi, residenti, domiciliati o aventi stabile dimora nel territorio nazionale". L'accertamento dell'handicap di una persona avviene attraverso un esame effettuato da un'apposita commissione medica presente in ogni Asl. E' quanto indicato nell'articolo 4 della legge 104/92. Nella commissione sono presenti anche un operatore sociale, un esperto per i vari casi da esaminare, e dal 2010, anche un medico INPS. Per ottenere il riconoscimento dell'handicap, occorre presentare domanda all'inps per via telematica. Questa procedura si struttura in due fasi: - Il medico curante compila il certificato introduttivo e lo trasmette all'inps. - il cittadino presenta all'inps la domanda, da abbinare al certificato medico. L'operazione avviene per via telematica. Può essere effettuata dal cittadino autonomamente o attraverso gli enti abilitati, come patronati sindacali, associazioni di categoria, CAAF e altre organizzazioni. Da sottolineare che l'accertamento dell'handicap è una questione distinta dal riconoscimento di invalidità. INVALIDI CIVILI L invalidità si può definire come la difficoltà a svolgere le funzioni tipiche della vita quotidiana o di relazione a causa di una menomazione o di un deficit fisico, psichico o intellettivo, della vista o dell udito. Per la legge italiana, si considerano mutilati e invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo (compresi gli irregolari psichici per arresto congenito o precoce dello sviluppo dell intelligenza o per insufficienze mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali), che abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore ad un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età. L invalidità si definisce civile quando non deriva da cause di servizio, di guerra o di lavoro e viene espressa in percentuale (ad esempio invalido civile al 50% ). Ai soli fini dell assistenza sociosanitaria e della concessione dell indennità di accompagnamento, si considerano mutilati e invalidi civili i soggetti ultrasessantacinquenni che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età. Dal 1 gennaio 2010 le domande per ottenere benefici in materia di invalidità, cecità e sordità civile, handicap e disabilità devono essere presentate all'inps unicamente TRAMITE INTERNET. Per esercitare i diritti che spettano alla persona disabile è necessario ottenere il RICONOSCIMENTO della condizione invalidante. LEGGE 2 aprile 1968, n. 482 Disciplina generale delle assunzioni obbligatorie presso le pubbliche amministrazioni e le aziende private. (GU n.109 del ). 5

6 Se è un dovere rispettare i diritti degli altri, è anche un dovere far rispettare i propri. Herbert Spencer DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITA UILCA DI ROMA E DEL LAZIO Segretario Generale Paolo Battisti Segreteria Regionale di Roma e del Lazio Segretario Regionale Uilca e Responsabile per le Pari Opportunità Maurizio Angelone 6