Il colpo di fuoco delle Rosaceae
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- Gino Cicci
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1 Il colpo di fuoco delle Rosaceae Fireblight Feu bactérien Feuerbrand Fuego bacteriano
2 Erwinia amylovora, batterio La sua importanza è dovuta a: Il colpo di fuoco delle Rosaceae ampio campo di ospiti: le piante suscettibili comprendono numerosissime specie, tra le quali si annoverano sia fruttiferi che ornamentali e spontanee; vasta diffusione geografica: praticamente tutta l Europa e il Nord- America; entità del danno, che consiste in disseccamenti degli organi aerei e marciumi dei frutti, sino alla morte della pianta; notevole difficoltà nella difesa. E citato da APS tra i fitopatogeni di interesse per la biosicurezza!
3 Il campo di ospiti del colpo di fuoco è assai esteso e comprende circa 200 specie appartenenti a 40 generi della famiglia Rosaceae, sottofamiglia Maloideae Pero (fruttifero e ornamentale), Pyrus Melo (fruttifero e ornamentale), Malus Azzeruolo, Biancospino, Crataegus Cotogno da fiore, Chaenomeles Cotogno, Melo cotogno, Cydonia Cotognastro, Cotoneaster Sorbo, Sorbus Pero corvino, Amelanchier Nespolo del Giappone, Eriobotrya Nespolo, Mespilus Agazzino, Pyracantha Stranvesia/Fotinia, Stranvaesia/Photinia
4 Ogni anno, nella sola Emilia-Romagna, sono importate 1-2 milioni di piante ospiti di Erwinia amylovora Controlli fitosanitari in Australia Nonostante che il sia presente in Nuova Zelanda sin dal 1917, la malattia non è segnalata in Australia
5 Si ritiene che il patogeno si indigeno del Nord-America, ma che infettasse piante di scarso interesse. Nota negli USA dal 1794 su varietà europee di melo e pero importate dai coloni, il colpo di fuoco è stata la prima malattia batterica descritta (Burril, 1883). Acquarelli della collezione Pomological Watercolors dipinti dall artista americana Deborah Griscom Passmore ( ) nel periodo
6 Il colpo di fuoco in Italia Attualmente è presente in tutti gli stati europei, ad eccezione del Portogallo e della Finlandia. In Italia la malattia è stata riscontrata per la prima volta in Puglia (1990), e successivamente Sicilia (1991), Emilia Romagna (1994), Campania (1996), Lombardia e Veneto (1997), Alto Adige (2000), Trentino (2003).
7 Fronti di avanzamento di Erwinia amylovora in Europa
8 Diffusione di (Erwinia amylovora in Svizzera, )
9 Informatore Agrario 1990, 46(35): 97-98
10 Modalità di diffusione di Erwinia amylovora A lunga distanza trasporto di piante infette trasporto di frutti infetti uccelli migratori A breve distanza pioggia insetti impollinatori (api) (70 generi!) altri animali (uccelli) attrezzi da lavoro (forbici)
11 Il ruolo degli insetti come vettori a breve e media distanza Sono descritti 70 generi di insetti in grado di agire come vettori di Erwinia amylovora; il batterio può sopravvivere sia sul corpo dell insetto, sia nel tratto intestinale per almeno 48 h, mentre rimane vitale per alcune settimane se inglobato nel nettare, nel miele o nella cera.
12 Erwinia amylovora (precedenti sinonimi: Microcossus amylovorus, Bacillus amylovorus, Bacterium amylovorum) Le Erwiniae sono Gram-negative, bastoncelliformi (1,0-4,0 x 0,5-1,0 m), anaerobie facoltative, dotate di flagelli peritrichi
13 Colpo di fuoco : sintomi Fiori: alla ripresa vegetativa si possono osservare avvizzimenti e annerimenti. Frutti: dopo l allegagione l infezione passa ai giovani frutticini. I frutti si disidratano progressivamente, fino ad assumere un aspetto mummificato di colore nerastro. Foglie e germogli: i germogli colpiti dall infezione avvizziscono ed assumono colorazione bruno-nerastra. Gli apici vegetativi si ripiegano a pastorale. Le foglie imbruniscono fino a diventare nerastre, al tatto hanno consistenza cuoiosa. Branche e tronco: si osservano cancri corticali, in corrispondenza dei quali la corteccia si screpola. Asportando uno strato sottile corteccia in corrispondenza della linea di confine tra tessuto infetto e tessuto sano si possono notare striature bruno-rossastre sul legno. Fiori, foglie e frutticini colpiti rimangono attaccati ai rami, i tessuti rimangono umidi. In condizioni di elevata umidità sulle superfici infette si può osservare la comparsa di essudato batterico in forma di piccole goccioline.
14 Colpo di fuoco : sintomi su foglie e germogli pastorale Essudato essudato batterico batterico
15 Colpo di fuoco : sintomi sui frutti
16 Colpo di fuoco batterico : sintomi su piante ornamentali Crategus sp. Cotoneaster salicifolius Cotoneaster waterii Crategus sp.
17 Il ciclo del colpo di fuoco batterico inoculo primario Infezione diretta ai germogli Le cellule batteriche sono disseminate da pioggia e insetti Moltiplicazione intercellulare e diffusione dei batteri nella corteccia cancri svernanti I cancri si allargano e circondano il ramo Collasso della corteccia Formazione di nuovi cancri sui rami inoculo secondario Appassimento e avvizzimento
18 DIFFUSIONE DELLA MALATTIA In primavera, alla ripresa vegetativa, le sorgenti di inoculo della malattia sono rappresentate dai cancri. Il batterio si moltiplica e si diffonde sotto forma di essudato. La disseminazione può avvenire tramite: insetti, uccelli, pioggia, vento, potature. Il periodo più critico per l infezione è considerato l epoca della fioritura, sia per quanto riguarda la recettività delle piante sia per la diffusione dell inoculo. Il batterio penetra nella pianta attraverso: - aperture naturali presenti su fiori e foglie (stomi) - ferite causate da grandine, punture di insetti, tagli di potatura, etc.
19 Una volta penetrato, il batterio inizia a colonizzare gli spazi intercellulari e i vasi xilematici. Esso dimostra una grande capacità di movimento sia acropeto che basipeto. La colonizzazione dei tessuti comporta riempimento di spazi intercellulari, di trachee e tracheidi, con una miriade di batteri inclusi dentro abbondante polisaccaride extracellulare (prodotto dai batteri stessi). La massa batterica, essendo assai igroscopica, tende ad idratarsi notevolmente dopo alcune divisioni cellulari e a creare notevoli pressioni sui tessuti malati, i quali cedendo si fratturano e permettono la fuoriuscita dell'essudato. Le gocce di essudato rappresentano una via di fuga passiva per il batterio verso l'esterno della pianta; esse, di colore lattiginoso od ambrato tendono a scivolare lungo i rami.
20 Il fiore delle rosacee
21 Difesa dal colpo di fuoco prevenzione-prevenzione-prevenzione - impiegare materiale di coltivazione sano, certificato, accompagnato da passaporto delle piante; - eliminare le fioriture secondarie; - evitare le irrigazioni soprachioma (a pioggia); - limitare le concimazioni azotate e l uso di fitoregolatori; - limitare le forti potature; - nel caso vi sia la presenza di piante infette, procedere alla disinfezione degli attrezzi e delle mani (un paio di forbici infette può inoculare anche 300 getti); - bruciare eventuali rami sintomatici, asportandoli con tagli effettuati almeno 1 m dal punto di infezione; - effettuare ripetute visite per individuare sintomi, controllando anche ospiti spontanei presenti nelle vicinanze; - evitare di introdurre alveari in zone contaminate. NON E CONSENTITO L USO DI ANTIBIOTICI
22 Forbici per potatura actinidia con dispositivi autodisinfettanti
23 Il decreto di lotta obbligatoria contro il colpo di fuoco batterico Per la sua pericolosità e la necessità di contrastarne la diffusione nella U.E., il batterio è inserito nella lista europea dei patogeni da quarantena (Direttiva 2000/29/CE) ed in Italia è soggetto alle misure di lotta obbligatoria stabilite dal D.M. 10 settembre 1999 n. 356 (G.U. 243 del )
24 Il decreto di lotta obbligatoria Il Decreto si compone di 16 articoli, i cui punti fondamentali sono: l introduzione di controlli sistematici annuali da parte dei servizi fitosanitari regionali sulle specie di rosacee ospiti, coltivate o spontanee, dei generi Amelanchier, Chaenomeles, Crataegus, Cotoneaster, Cydonia, Eriobotrya, Malus, Mespillus, Pyracantha, Pyrus, Sorbus e Stranvaesia, con particolare attenzione ai vivai. E prevista l attuazione di reti di monitoraggio regionali, ciascuna delle quali si avvale di un centro diagnostico e di metodiche standardizzate.
25 Il decreto di lotta obbligatoria l'obbligo di denuncia di ogni caso sospetto al servizio fitosanitario regionale, il quale deve provvedere all'accertamento dell'effettiva infezione; le Regioni sono tenute a dare la massima divulgazione della conoscenza dei sintomi e della pericolosità della malattia
26 Il decreto di lotta obbligatoria Nel caso di accertamento ufficiale di un caso: - estirpazione e distruzione di ogni pianta visibilmente infetta e di quelle asintomatiche circostanti, per un raggio di 10 m (o superiore nel caso di vivai); - istituzione di una zona di sicurezza attorno al punto del focolaio accertato, di area non inferiore ai 3,5 km 2 (raggio almeno 1 km); tale area deve essere frequentemente ispezionata nel resto della stagione vegetativa e per quella successiva,in modo da rilevare tempestivamente il presentarsi di altri focolai. Alla terza stagione senza ulteriori casi, la prescrizione può essere tolta. Nel caso in cui, invece, si presentino nuovi focolai, l area deve essere estesa per almeno 1 km di raggio dal punto del nuovo accertamento;
27 Il decreto di lotta obbligatoria Trasporti vietati: - divieto di trasporto di materiale di piante ospiti dalle/nelle zone di sicurezza per 12 mesi successivi alla scoperta dell'ultimo caso accertato, il provvedimento riguarda anche legname, polline, frutti e semi; - vietato lo spostamento di alveari, nei periodi a rischio, da aree contaminate verso zone indenni;
28 Il decreto di lotta obbligatoria Distruzione delle piante infette: - l estirpazione di piante e l asportazione di parti infette (con taglio ad almeno 50 cm dal limite prossimale visibile della lesione) devono essere effettuate a spese del proprietario (o del conduttore) (le Regioni possono stabilire interventi di sostegno), sotto il controllo del servizio regionale, tale materiale deve essere accatastato nel punto di estirpazione e incenerito in loco; - al termine delle operazioni gli strumenti di taglio devono essere sterilizzati per via chimica o fisica;
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