LE AREE PROTETTE NEL LAZIO

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LE AREE PROTETTE NEL LAZIO"

Transcript

1 Facoltà di Architettura Corso di Laurea in Architettura del Paesaggio Laboratorio di pianificazione del paesaggio A.A. 2013/2014 Prof. Elio Trusiani Prof. Giacomo Cozzolino LE AREE PROTETTE NEL LAZIO Studenti: M. Forte, M. Proietti Tocca, A. Zannoni, A. Tucci, K. Rawicha A. Iulianella, E. Melaranci, M. Tomasucci M. Coviello, M. Gallo

2 Definizione di Area Protetta Il concetto di area protetta ha subito negli anni una profonda evoluzione. Le aree protette non sono nuclei isolati dal resto dell ambiente, ma piuttosto nodi di una rete biologica in continua relazione e collegamento reciproco attraverso corridoi che assicurano la riproduzione della fauna e della flora. Oggi le aree protette vengono indicate come aree di terra e/o mare dedicate specificatamente alla protezione e al mantenimento della diversità biologica e alle risorse naturali e culturali connesse.

3 Parchi Nazionali Abruzzo, Lazio e Molise Alta Murgia Appennino Tosco-Emiliano Arcipelago di La Maddalena Arcipelago Toscano Asinara Aspromonte Circeo Cilento e Vallo di Diano Dolomiti Bellunesi Cinque Terre Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna Gargano Gennargentu Gran Paradiso Gran Sasso e Monti della Laga Majella Monti Sibillini Pollino Sila (Calabria) Stelvio Val Grande Vesuvio

4 Cartina dello stato di attuazione dei Parchi nazionali in Italia

5 LE AREE PROTETTE NELLA REGIONE LAZIO La Regione Lazio possiede: 3 Parchi Nazionali 4 Riserve Naturali Statali 2 Aree Naturali Marine Protette 16 Parchi Naturali Regionali 30 Riserve Naturali Regionali 23 Monumenti Naturali

6 Il quadro normativo 1922: R.d.l. n 1584 del 3 dicembre primo parco nazionale: Parco Nazionale del Gran Paradiso (Valle d Aosta) 1922: Legge 778/1922 per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico. Concetto di oasi da preservare 1939: L. 1497/1939 protezione delle bellezze naturali (tuttora vigente integrata con la L.431/1985)

7 1977: D.P.R. 616/1977 trasferimento alle regioni delle competenze relative alla protezione della natura, alle riserve e parchi naturali e all urbanistica. 1979: direttiva Uccelli (Comunità Europea) per la conservazione degli uccelli selvatici attraverso la conservazione degli habitat Zps (zone a protezione speciale) Direttiva uccelli abrogata e sostituita integralmente dalla direttiva 2009/147/CE In Italia è stata recepita attraverso la L.157/1992

8 1980: strategia 80 per i parchi e le riserve d Italia. la sfida del 10% in 10 anni arrivare a proteggere almeno il 1/10 del territorio 1985: L.431/1985 Legge Galasso per la tutela dei beni naturalistici - classificazione delle bellezze naturalistiche. - le regioni devono redigere un Piano Paesistico - non è totalmente esclusa l attività edificatoria - le aree sono sottoposte alla giurisdizione demaniale

9 Legge quadro sulle aree protette 1991: L.394/1991 art. 2: classificazione delle aree protette - parchi nazionali - parchi regionali - aree marine protette - Istituzione di un ente gestore per i parchi nazionali e regionali - Gli strumenti di pianificazione dei parchi nazionali sono il Piano per il Parco e il regolamento

10 Le misure di salvaguardia Sospensione di ogni attività di modifica del territorio in attesa della pianificazione disposta dal Piano per il Parco art. 12: suddivisione del parco a) Riserve integrali conservazione b) Riserve generali orientate no a nuove opere utilizzazioni produttive tradizionali, realizzazione infrastrutture strettamente necessarie e manutenzioni opere esistenti

11 c) Aree di protezione attività agro-silvo-pastorali, pesca e raccolta d) Aree di promozione economica e sociale attività finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori

12 1992: Direttiva Habitat (Comunità Europea) conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche Sic (Siti di Interesse Comunitario) Zsc (Zone Speciali di Conservazione)

13 1993: Comitato nazionale per le aree naturali protette, detta i criteri per l istituzione delle aree protette: - il soggetto titolato a presentare domanda è quello che ha istituito l area; - esistenza di provvedimento istitutivo formale, pubblico o privato - valori naturalistici - coerenza con le norme di salvaguardia (L.394/91) - garanzie di gestione dell area - esistenza di un bilancio

14 1994: Classificazione IUCN (Inetrnational Union for Conservation of Nature) delle aree protette: - Riserve naturali integrali e aree protette - Parchi nazionali - Monumenti naturali - Aree per la gestione di habitat e specie - Paesaggi terrestri e marini protetti - Aree per la gestione sostenibile delle risorse

15 Legge quadro Regionale 1997: L.R. 29/1997 norme generali e procedure di individuazione ed istituzione delle aree naturali protette Obiettivi principali: a) la tutela, il recupero di habitat e paesaggi b) Conservazione di elementi con rilevante valore naturalistico ed amientale c) Applicazione e metodi di gestione e restauro ambientale d) Promozione di attività educative, di formazione e ricreative e) Difesa degli equilibri idraulici e geologici f) Valorizzazione delle risorse umane

16 Il sistema delle aree naturali protette del Lazio è suddiviso in: - Parco naturale - Riserva naturale

17 2010: ultimo aggiornamento classificazione EUAP (Elenco Ufficiale delle Aree naturali Protette): - Parchi nazionali - Parchi naturali regionali e interregionali - Riserve naturali - Zone umide di interesse internazionale - Altre aree naturali protette - Aree di reperimento terrestri e marine

18 L organizzazione amministrativa Rispettando il principio enunciato nell articolo 1, di cooperazione e intesa fra Stato, Regioni e enti locali, la legge quadro 394/91 prevedeva due organismi: il Comitato per le aree naturali protette e la Consulta tecnica per le aree naturali protette, affiancati dalla Segreteria tecnica per le aree naturali protette.

19 Il Comitato, che già in questa stesura prevedeva la partecipazione paritaria dello Stato e delle Regioni, è stato abolito dalla cosiddetta riforma Bassanini e le sue funzioni sono passate alla Conferenza Stato- Regioni, che esprime parere in merito a: identificazione delle linee fondamentali dell assetto del territorio con riferimento ai valori naturali e ambientali, sulla base della Carta della natura (della cui predisposizione la legge incarica i Servizi tecnici nazionali);

20 identificazione delle linee fondamentali dell assetto del territorio con riferimento ai valori naturali e ambientali, sulla base della Carta della natura (della cui predisposizione la legge incarica i Servizi tecnici nazionali); integrazione della classificazione delle aree protette (sentita la Consulta); adozione del programma per le aree naturali protette di rilievo internazionale e nazionale (sentita la Consulta), nonché delle relative direttive per l attuazione e le modifiche;

21 approvazione dell elenco ufficiale delle aree naturali protette. Nell ultima riunione del Comitato, che si è tenuta il 2 dicembre 1996, è stato deliberato: la classificazione delle aree protette, l elenco ufficiale delle aree naturali protette, il programma operativo per la Carta della Natura.

22 La Consulta tecnica esprime pareri di carattere tecnico-scientifico in materia di conservazione della natura, di sua iniziativa o su richiesta del Comitato o del Ministro dell Ambiente. Ciò vuol dire che gli aspetti tecnico-scientifici relativi alle aree protette devono essere considerati non solo in fase di esecuzione ma anche al momento della programmazione e della definizione degli indirizzi.

23 Della consulta fanno parte 9 esperti nominati, per cinque anni, dal Ministro dell Ambiente su indicazione di associazioni ambientaliste; Accademia nazionale dei Lincei, Società botanica italiana e Unione zoologica italiana; Cnr; presidenti dei parchi nazionali e regionali.

24 La gestione L organo di gestione dei parchi nazionali, per la legge 394/91, è l Ente parco, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell Ambiente e con sede legale e amministrativa nel territorio del parco. Sono organi dell Ente parco: il Presidente, il Consiglio direttivo, la Giunta esecutiva, il Collegio dei revisori dei conti, la Comunità del parco. Il Presidenteè nominato dal Ministro dell Ambiente, di intesa con i presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate. Il Presidente, oltre a avere la legale rappresentanza dell Ente parco, ne coordina l attività, esplica le funzioni che gli sono delegate dal Consiglio direttivo, adotta provvedimenti urgenti e indifferibili che sottopone alla ratifica del Consiglio direttivo. Attribuzioni queste particolarmente importanti che conferiscono poteri molto ampi al presidente.

25 Il Consiglio direttivo è formato dal presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell Ambiente, di cui cinque designati dalla Comunità del parco, due dalle associazioni di protezione ambientale, due da Accademia nazionale dei Lincei, Società botanica italiana, Unione zoologica italiana, Cnr, Università con sede nelle province nei cui territori ricade il parco, uno dal Ministro per le Politiche agricole, due dal Ministro dell Ambiente. I membri del Consiglio sono nominati sentito il parere delle Regioni. Il Consiglio delibera in merito a tutte le questioni generali, si esprime sui bilanci, sui piani e sul regolamento e, inoltre, elabora lo statuto. Il Consiglio nomina una Giunta esecutiva, per la quale lo statuto del parco disciplina funzioni e attribuzioni.

26 Il Collegio dei revisori dei conti, i cui membri sono nominati su designazione delle Regioni interessate, verifica la corrispondenza contabile degli atti dell Ente parco. La Comunità del parco, costituita dai presidenti delle Regioni e delle Province, dai sindaci dei Comuni e dai presidenti delle Comunità montane dei territori compresi nel parco, è, insieme al Presidente, l organo più rappresentativo.

27 L ente parco si avvale anche di una struttura amministrativa al vertice della quale si pone il Direttore, nominato dal Ministro dell Ambiente. Gli strumenti dell Ente parco sono: lo Statuto di disciplina dei suoi organi e dei suoi uffici, da redigere in modo da assicurare forme di partecipazione popolare e la pubblicità degli atti; il Regolamento del parco, con cui viene disciplinato l esercizio delle attività all interno del territorio del parco al fine di salvaguardare il paesaggio e gli ambienti naturali; il Piano del parco, che individua la vocazione d uso dei territori ricadenti nel parco, articolandone il livello di tutela; il Piano pluriennale economico e sociale, che promuove e orienta lo sviluppo in tali settori all interno dei territori del parco, nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale.

28 Gli atti sopra descritti, elaborati dall Ente parco, vengono adottati dal Ministro dell Ambiente, di intesa con le Regioni e le Province autonome. L Ente parco pertanto non sottrae specifiche competenze territoriali agli enti preposti, ma si affianca a essi. L Ente parco concede il nulla osta per lo svolgimento di determinate attività o per la realizzazione di interventi o opere previste dal piano del parco e definisce i provvedimenti di urgenza, laddove non sia stato rilasciato o venga disatteso il nulla osta concesso.

29 La creazione di questo specifico organismo di gestione (l Ente parco appunto) trova la sua motivazione nella necessità di rendere più organica e snella l attività della pubblica amministrazione su un territorio sul quale vige un particolare regime di tutela. I compiti relativi alla conservazione della natura, alla promozione di attività educative e scientifiche, così come alla salvaguardia e alla valorizzazione delle attività tradizionali e delle culture locali, coinvolgono infatti le competenze di diversi soggetti territoriali. Ordinariamente, a diversi livelli intervengono su tali materie lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni che, in caso di loro coinvolgimento, attivano procedimenti sempre macchinosi e lunghi. L Ente parco costituisce il momento unitario e continuativo di coordinamento di tali azioni permettendo, allo stesso tempo, a tutti i soggetti istituzionali interessati di partecipare alla vita del parco e alla determinazione delle sue decisioni. In conclusione, l Ente parco, perseguendo gli obiettivi della legge, intende stabilire il necessario equilibrio fra la tutela delle istanze e delle necessità delle comunità locali e gli interessi sia locali che nazionali di salvaguardia ecologica delle aree protette. A tali fini lo Stato prevede lo stanziamento di appositi fondi, aumentando così le risorse a beneficio delle comunità interessate.

30 GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE

31 OBIETTIVI: -organizzazione generale del territorio e la sua articolazione in aree caratterizzate da forme di uso,godimento e tutela; Legge 394/1991,Titolo II, Aree Naturali protette Nazionali,art 12 Piano per Il Parco AUTORITA COMPETENTE: Ente Parco VIGENZA DEL PIANO: Regione -vincoli,destinazioni d uso e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano; -sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai portatori di handicap ed anziani; -sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco; - Indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull ambiente in generale.

32 Il Piano suddivide il territorio in base al grado di protezione: -Riserve Integrali -Riserve generali -Aree di Protezione -Aree di promozione economica e sociale Dal punto di vista gerarchico il Piano del Parco è sovraordinato nei confronti deipiani Territoriali di Coordinamentoe deipiani Regolatori Generali. Questi devono obbligatoriamente conformarsi a quanto previsto dallo stesso Piano per il Parco. IlPiano Paesaggistico prevale sul Piano per il Parco in via esclusiva solo per i temi relativi alla tutela del paesaggio (art. 145 del D.Lgs n. 42 recante Codice dei beni culturali e del paesaggio e s.m.i.).

33

34 ELABORATI DEL PIANO PER IL PARCO GLI ELABORATI GRAFICI RIGUARDANO: L ANALISI DELLO STATO DI FATTO LE CARTOGRAFIE DI SINTESI PER INDIVIDUARE GLI ELEMENTI DI PREGIO RELATIVI ALLA FLORA, ALLA FAUNA, AI BENI STORICI, CULTURALI E AMBIENTALI, ALLA FRUIBILITA PAESAGGISTICA, ALLA GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA, AI SISTEMI ECOLOGICI E ALL INDIVIDUAZIONE DEI FATTORI DI PRESSIONE E RISCHIO ANTROPICO Il progetto comprende cartografie caratterizzanti: -la vulnerabilità attuale del territorio -la zonizzazione -il sistema della viabilità e delle strutture di fruizione del Parco

35 REGOLAMENTI PER IL PARCO Il Regolamento del Parco, stabilisce il modo in cui le persone possono usufruire del Parco. In poche parole, le regole da seguire al suo interno.

36

37 Inquadramento ed uso del suolo

38 Parco Regionale dei Castelli Romani Il Parco Regionale dei Castelli Romani è un area protetta della Regione Lazio che si estende nella zona dell antico Vulcano Laziale in provincia di Roma. Obiettivi del Parco 1) Mantenimento dell equilibrio ambientale del territorio 2) Aumento della biodiversità Inquadramento Territoriale 3) Preservare la natura e contribuire al mantenimento delle usanze locali 4) Protezione delle tipologie insediative storiche

39 Caratteristiche del parco Il Parco è una Riserva Ambientale creata dalla natura e gestita dall uomo, ed è caratterizzata da variegati scenari paesaggistici, abitati da una moltitudine di specie faunistiche e floristiche. Veduta panoramica del Lago di Albano (dx) e del Lago di Nemi (sx) Di interesse particolare sono il sito archeologico del Tuscolo, come anche le numerose ville tuscolane. Del parco fanno parte anche il Lago di Albano e il Lago di Nemi, due elementi del sistema idrografico di grande valenza ambientale, che caratterizzano la struttura del luogo. Villa Aldobrandini - Frascati

40 Istituzione del parco Il Parco Regionale dei Castelli Romani ha alle sue spalle una storia di grande consapevolezza, sensibilità e senso civico. Furono proprio gli abitanti dei Castelli Romani, oltre 25 anni fa, a raccogliere le firme per chiedere l istituzione di un area protetta che difendesse il patrimonio ambientale della zona dei Colli Albani. Fu cosi che il Parco dei Castelli Romani venne istituito con la Legge regionale n.2 del 13 gennaio 1984 Che tutela l integrità delle caratteristiche naturali e culturali dei 15 comuni che occupano l antico Vulcano Laziale. Veduta a volo d uccello del Parco dei Castelli Romani

41 Altresì l istituzione del Parco ha comportato una maggiore tutela floristica: I boschi di Castagno che ricoprono parti importanti del territorio sono sottoposti a controlli continui e periodici che impediscono tagli indiscriminati. Funzione ecologica principale dei boschi è il mantenimento degli equilibri dell ecosistema, la tutela delle acque, dei bacini lacustri e il servizio antincendio. Uno dei pochi boschi originari dei Castelli Romani scampato alla conversione in castagneto e ai disboscamenti è il bosco del Cerquone (S.I.C.), una delle zone di maggior pregio naturalistico dell area. Sito d Importanza Comunitaria: il «Cerquone»

42 A distanza di 7 anni dall istituzione del Parco arriva la Legge Quadro sulle aree protette (Legge 6 dicembre 1991 n. 394). Principali obiettivi della legge all interno del Parco: Articoli Art.1 Art.2 Descrizione Detta i principi fondamentali per l istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale Ai fini della presente legge costituiscono il patrimonio naturale le formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche, che hanno rilevante valore naturalistico e ambientale Art.3 Art.4 I territori nei quali siano presenti specie vulnerabili sono sottoposti ad uno speciale regime di tutela e di gestione (conservazione di specie animali, vegetali, associazioni forestali, singolarità geologiche etc ) Nelle aree sottoposte a regime di tutela possono essere promosse: la valorizzazione e la sperimentazione di attività produttive compatibili

43 La Regione Lazio si è conformata alla normativa con la Legge regionale n. 29 del 6 ottobre 1997 «Norme in materia di aree naturali protette regionali» Finalità: Le finalità che la Regione Lazio persegue attraverso l istituzione delle aree protette sono dettate dall articolo 2 della L. 29/97: «garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione delle aree protette nonché il recupero e il restauro ambientale dei siti degradati». Obiettivi: La Regione, attraverso la creazione di un sistema di aree naturali protette nonché mediante l istituzione dei monumenti naturali e l individuazione dei siti di importanza comunitaria ( S.I.C. ), persegue i seguenti obiettivi: Obiettivi Tutela, recupero e restauro degli habitat naturali Conservazione di ambienti naturali con rilevante valore naturalistico ed ambientale Integrazione tra uomo e ambiente con il recupero e la valorizzazione delle testimonianze storiche, archeologiche e architettoniche Difesa degli equilibri idraulici ed idrogeologici La promozione del turismo sostenibile e delle attività ad esso connesse

44 Piano del Parco dei Castelli Romani Adeguamento alla L.R. 29/97 - Regolamento Il presente Regolamento disciplina l esercizio delle attività consentite e le modalità di fruizione delle risorse presenti entro il territorio del Parco Regionale dei Castelli Romani. Il Regolamento disciplina in particolare a) La tutela delle caratteristiche e componenti naturali b) Lo svolgimento di attività agro-silvo-pastorali, artigianali, commerciali e di servizio c) La tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti d) I limiti alle emissioni sonore, luminose o di altro genere, nell ambito della legislazione in materia e) Il soggiorno e circolazione del pubblico con qualsiasi mezzo di trasporto, lo svolgimento di attività sportive, ricreative ed educative f) Lo svolgimento di attività di ricerca scientifica g) Lo svolgimento delle attività da affidare a interventi di occupazione giovanile, di volontariato, con particolare riferimento alle comunità terapeutiche, e al servizio civile volontario h) L accessibilità nel territorio del Parco attraverso percorsi e strutture idonee per disabili e anziani

45 Divieti di carattere generale Nel Parco sono vitate le attività che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali, specialmente a quelli sottoposti a particolari forme di tutela, ad esempio: -Il disturbo delle specie animali e danneggiamento delle specie vegetali; -L apertura e l esercizio di cave, miniere e discariche; -L uso di fuochi all aperto; -La sottrazione permanente di aree boscate Restano salvi i diritti reali e civici delle collettività locali Divieti specifici per le zone di riserva generale Il Regolamento stabilisce divieti specifici per le zone del parco assoggettate a diverso grado di tutela. Nelle zone di riserva generale sono vietate: -Gli interventi di nuova edificazione abitativa -Ampliamento degli edifici esistenti -I cambiamenti di destinazione d uso ogni qualvolta possano provocare aumento di carico urbanistico -Apertura di strade purché compatibili con gli ecosistemi protetti

46 Siti di Importanza Comunitaria S.I.C. / Zone di Protezione Speciale Z.P.S. Lago di Albano Cerquone/ Doganella Lago di Albano Maschio dell Artemisio

47 :

48 Inquadramento e uso del suolo Carta uso suolo Parchi Regionali Parchi Nazionali Parco Naturale Regionale Monti Lucretili

49 Parco naturale regionale dei Monti Lucretili Ilparco naturale regionale deimonti Lucretiliè una area naturale protetta dellaregione Lazio istituita nel Il Parco regionale, in parte ancora incontaminato, si trova sulla dorsale calcarea del pre-appennino laziale. Obiettivi del Parco Inquadramento territoriale 1. il corretto uso e valorizzazione del territorio e delle sue risorse naturali e culturali; 2. la conservazione degli ecosistemi e dei processi ecologici essenziali; 3. la utilizzazione razionale e duratura delle specie e degli ecosistemi; 4. il mantenimento della diversità genetica delle specie animali e vegetali presenti; 5. lo sviluppo sociale ed economico delle comunità locali interessate.

50 Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili Dorsale Monte Pellecchia Valle Cavalera La ricchezza naturalistica del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili risiede nella particolare configurazione del paesaggio, di tipo spiccatamente pre-appenninico, dove la vicinanza del mare ha concorso alla formazione e alla coesistenza di biotopi determinati da microclimi differenziati dovuti ad esposizioni diverse e influenzati da variazioni della circolazione delle masse d aria all interno del complesso montuoso. L'aspetto territoriale dei Monti Lucretili risulta fortemente condizionato dalla storia geologica e strutturale che ha dato origine a un gruppo montuoso ben definito geograficamente. L'attuale assetto della vegetazione sui Monti Lucretili ha origine da una altalenante successione di eventi prodotti da un'azione antropica determinante per il mutamento degli aspetti originari. Come il paesaggio vegetale anche il popolamento faunistico ha risentito in modo sostanziale dell'azione antropica operata sia attraverso l'attività venatoria sia con attività di trasformazione millenarie dell'ambiente.nonostante ciò nei suoi molteplici ambienti l'area protetta conserva elementi di estremo interesse. Lagustelli di Percile

51 Il Parco dei Monti Lucretili vede la presenza, al suo interno o in prossimità, di 13 Comuni e alcune frazioni con centri storici medioevali e imponenti castelli dove si può girare spesso solo a piedi nei caratteristici vicoli. Licenza Marcellina Monteflavio Montorio Romano Moricone Orvinio Licenza Palombara Sabina Percile Poggio Moiano Roccagiovine San Polo dei Cavalieri Scandriglia Vicovaro

52 Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili L Ente Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, istituito dalla legge regionale n. 29 del 6 ottobre 1997, è ente regionale di diritto pubblico non economico, dotato di autonomia amministrativa, denominato Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, di seguito definito semplicemente Parco. Sono organi del Parco: a) il Presidente; b) il Consiglio direttivo; c) la Comunità; d) il Collegio dei revisori dei conti.

53 Istituzione del Parco Il Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili istituito con Legge Regionale n. 41 del , nasce per tutelare un territorio di straordinaria valenza paesaggistica e naturalistica. Esso si estende su una superficie di ha., che abbraccia 13 Comuni, 2 Province e 3 Comunità montane. Le principali azioni praticate dal Parco sono: 1. Conservazione della Natura; 2. Recuperi ambientali e storico-architettonici; 3. Attività agrosilvopastorali; 4. Educazione ambientale; 5. Escursionismo, attività ricreative e culturali; 6. Ricezione turistica

54 A distanza di 2 anni dall istituzione del Parco arriva la Legge Quadro sulle aree protette (Legge 6 dicembre 1991 n. 394). La Legge Quadro ha contribuito a dare un po di ordine ed uniformità alle aree protette. In seguito nel novembre del 1997 è stata approvata lalegge n 29, Norme in materia di aree naturali protette regionali, che ha definito modalità di istituzione di nuove aree protette, principi generali, finalità e obiettivi. Le finalità di questa legge sono dettate dall art. 2: garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione delle aree protette nonché il recupero e il restauro ambientale dei siti degradati.

55 All interno del Parco sono stati individuati 2 Siti d Importanza Comunitaria (SIC) e una Zona Protezione Speciale (ZPS). SIC 1 Monte Pellecchia 2 Monte Gennaro ZPS Monti Lucretili 1 Superficie del Parco 2

56 Fonti bibliografiche -N.Centofanti, I beni pubblici: tutela amministrativa e giurisdizione, Giuffrè Editore, E. Salzano, Fondamenti di urbanistica. La storia e la norma, Editori Laterza, Bari E. Trusiani, Orientarsi nell urbanistica, Carocci editore, Roma 2008 Fonti sitografiche Fonti cartografiche -Carta uso del suolo, Regione Lazio, Tav. 24, 25, 29, 30. -Piano Territoriale Paesaggistico Regionale ( Lazio ), Tav. B 29/ B 30

Riserva Naturale Regionale Orientata Dune di Campomarino. Aspetti normativi

Riserva Naturale Regionale Orientata Dune di Campomarino. Aspetti normativi Riserva Naturale Regionale Orientata Dune di Campomarino Aspetti normativi Il quadro normativo Le Aree Protette Beni paesaggistici Politiche e strumenti di sostegno dell UE Le Direttive CEE Il quadro normativo

Dettagli

Pianificazione dei parchi

Pianificazione dei parchi Pianificazione dei parchi PIANO DEL PARCO Legislazione nazionale Funzioni (L. 394/91): organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di

Dettagli

- a tutte le tipologie di aree a cui è riconosciuta valenza ambientale, istituite e gestite da associazioni ambientaliste (Oasi, IBA, Aree Wilderness)

- a tutte le tipologie di aree a cui è riconosciuta valenza ambientale, istituite e gestite da associazioni ambientaliste (Oasi, IBA, Aree Wilderness) - alla Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) - alle zone umide di cui alla Convenzione di Ramsar - a tutte le tipologie di aree a cui è riconosciuta valenza ambientale, istituite e gestite da associazioni ambientaliste

Dettagli

LA NORMATIVA SULLA DIFESA DEL SUOLO

LA NORMATIVA SULLA DIFESA DEL SUOLO LA NORMATIVA SULLA DIFESA DEL SUOLO R.D. 25 luglio 1904, n. 523 - Testo Unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie. R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775 - Testo Unico

Dettagli

NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA

NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA 1 NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA ADEGUATE ALLA DELIBERA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL ABRUZZO, N.122/2 IN DATA 30 DICEMBRE 2008, DI APPROVAZIONE DEL PIANO TITOLO I DISPOSIZIONI

Dettagli

Capitolo 3 Caratterizzazione delle aree protette

Capitolo 3 Caratterizzazione delle aree protette Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali Bacino dello slizza Capitolo 3 I INDICE 3. CARATTERIZZAZIONE DELLE AREE PROTETTE... 1 3.1. AREE PER L ESTRAZIONE DI ACQUE DESTINATE AL CONSUMO

Dettagli

RETI ECOLOGICHE e TUTELE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE

RETI ECOLOGICHE e TUTELE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE RETI ECOLOGICHE e TUTELE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE OBIETTIVO DEL PTCP: COORDINAMENTO e INTEGRAZIONE di diverse politiche e normative volte alla conservazione, tutela e valorizzazione della biodiversità,

Dettagli

Dott. Agr. Edoardo Corbucci Presidente dell Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Roma

Dott. Agr. Edoardo Corbucci Presidente dell Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Roma ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI DELLA PROVINCIA DI ROMA DIECI ANNI DI ATTIVITÀ DI GESTIONE AGRO-FORESTALE DELLA PROVINCIA DI ROMA 1999-2009 Roma, 18/12/2009 Dott. Agr. Edoardo Corbucci

Dettagli

La Rete Natura 2000 in Sicilia: tra tutela e sviluppo PALERMO, 28 NOVEMBRE 2007

La Rete Natura 2000 in Sicilia: tra tutela e sviluppo PALERMO, 28 NOVEMBRE 2007 La Rete Natura 2000 in Sicilia: tra tutela e sviluppo PALERMO, 28 NOVEMBRE 2007 La Rete Natura 2000 nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013: quali opportunità? Il Programma Operativo FESR dott.ssa

Dettagli

Distretto Idrografico dell Appennino Meridionale

Distretto Idrografico dell Appennino Meridionale 1.1 IL SISTEMA DELLE AREE NATURALI PROTETTE Le aree naturali protette costituiscono una delle tipologie di aree di cui al Registro delle aree protette: Aree designate per la protezione degli habitat e

Dettagli

Autonomie Locali Michele Ottino

Autonomie Locali Michele Ottino Parco Nazionale Gran Paradiso Un Parco Nazionale tra Europa e Autonomie Locali Michele Ottino Classificare per innovare la gestione delle aree protette Torino, 19 Maggio 2008 Un territorio prevalentemente

Dettagli

1. I BENI PAESAGGISTICI

1. I BENI PAESAGGISTICI 1. I BENI PAESAGGISTICI I beni paesaggistici e ambientali costituiscono gli elementi di riferimento cardine per la definizione dell assetto ambientale, esso è costituito dall insieme degli elementi territoriali

Dettagli

Il decentramento delle competenze in materia di governo del territorio

Il decentramento delle competenze in materia di governo del territorio Il decentramento delle competenze in materia di governo del territorio Tre fasi principali: L istituzione delle regioni a statuto speciali e delle province autonome (1946) L istituzione delle regioni a

Dettagli

Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte. VAS nel processo di pianificazione

Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte. VAS nel processo di pianificazione Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte VAS significato e norme Lucia Brizzolara - Giuseppina Sestito Settore Sistema Informativo Ambientale

Dettagli

PROPOSTA DI ATTO ISTITUTIVO DELL AREA DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO TORRAZZUOLO - PROVINCIA DI MODENA

PROPOSTA DI ATTO ISTITUTIVO DELL AREA DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO TORRAZZUOLO - PROVINCIA DI MODENA PROPOSTA DI ATTO ISTITUTIVO DELL AREA DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO TORRAZZUOLO - PROVINCIA DI MODENA 1. Istituzione Ai sensi della L.R. 6/2005 art. 53 - è istituita l Area di riequilibrio ecologico (di seguito

Dettagli

Disciplinare per l attribuzione ai Comuni delle competenze in materia di Valutazione di Incidenza

Disciplinare per l attribuzione ai Comuni delle competenze in materia di Valutazione di Incidenza Disciplinare per l attribuzione ai Comuni delle competenze in materia di Valutazione di Incidenza Premessa I commi 4 e 5, art. 1 della L.R. n. 16/2014 dispongono quanto segue: comma 4. Le determinazioni

Dettagli

La Rete Natura 2000 in Liguria. Paola Carnevale Regione Liguria - Settore Progetti e programmi per la tutela e la valorizzazione ambientale

La Rete Natura 2000 in Liguria. Paola Carnevale Regione Liguria - Settore Progetti e programmi per la tutela e la valorizzazione ambientale La Rete Natura 2000 in Liguria Paola Carnevale Regione Liguria - Settore Progetti e programmi per la tutela e la valorizzazione ambientale SIC e Rete Ecologica direttiva habitat - 43/1992/CEE individua

Dettagli

La Convenzione Europea e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio

La Convenzione Europea e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio La Convenzione Europea e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio Convenzione Europea: condivisione internazionale della concezione di paesaggio: la qualità e la diversità dei paesaggi europei costituiscono

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA COMUNI DI ORANI E SARULE

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA COMUNI DI ORANI E SARULE 0 REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA COMUNI DI ORANI E SARULE PIANO DI GESTIONE DEL SIC MONTE GONARE ITB021156 A CURA DI PROF. IGNAZIO CAMARDA (COORDINATORE, ASPETTI BOTANICI) ING. SEBASTIANO CARTA (PIANIFICAZIONE)

Dettagli

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE COMITATO TECNICO REGIONALE CRITERI PER L ELABORAZIONE DEI PIANI DI BACINO SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO RACCOMANDAZIONE

Dettagli

Protocollo d intesa tra

Protocollo d intesa tra Ministero per Culturali Dipartimento i Beni e le Attività per i Beni Culturali e Paesaggistici Regione Autonoma della Sardegna Protocollo d intesa tra MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI DIPARTIMENTO

Dettagli

REPUBBLICA ITALIANA. Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente Dipartimento Regionale dell Ambiente Il Dirigente Generale

REPUBBLICA ITALIANA. Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente Dipartimento Regionale dell Ambiente Il Dirigente Generale D.D.G. n. 402 REPUBBLICA ITALIANA VISTO lo Statuto della Regione Siciliana; Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente Dipartimento Regionale dell Ambiente Il Dirigente Generale VISTA la Legge

Dettagli

La Rete Natura 2000 in Piemonte

La Rete Natura 2000 in Piemonte Il PSR per la tutela della biodiversità La in Piemonte Marina Cerra Torino, 13 dicembre 2010 Settore Pianificazione e Gestione Aree naturali protette Conservazione della natura approcci diversi nel tempo

Dettagli

Det. n. 302 del 04/08/2016

Det. n. 302 del 04/08/2016 Det. n. 302 del 04/08/2016 Oggetto: D.P.G.R. 24.03.2014 n. 2/R. Regolamento regionale recante: Attuazione dell articolo 33 della l.r. 29.06.2009 n. 19 relativo alla gestione faunistica all interno delle

Dettagli

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 19 giugno 2009 Elenco delle Zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE. (09A07896) IL MINISTRO

Dettagli

BACINO REGIONALE OMBRONE BACINO INTERREGIONALE FIORA PIANIFICAZIONE DI BACINO E NORME PAI

BACINO REGIONALE OMBRONE BACINO INTERREGIONALE FIORA PIANIFICAZIONE DI BACINO E NORME PAI BACINO INTERREGIONALE FIORA PIANIFICAZIONE DI BACINO E NORME PAI COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI GROSSETO 30 OTTOBRE 2013 1 BACINO INTERREGIONALE FIORA NORME PAI Disposizioni immediatamente vincolanti:

Dettagli

LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PIANIFICAZIONE INTEGRATA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI NATURA

LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PIANIFICAZIONE INTEGRATA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI NATURA Workshop LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PIANIFICAZIONE INTEGRATA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI NATURA 2000 8 luglio 2015 - Palermo IL PIANO TERRITORIALE DEL PARCO DEI NEBRODI Massimo Geraci La Politica

Dettagli

Piano d'ambito - Elenco allegati grafici. n Titolo Scala Rev. Data

Piano d'ambito - Elenco allegati grafici. n Titolo Scala Rev. Data Inquadramento generale 1.1 Regione Veneto: suddivisione in Ambiti Territoriali Ottimali 1:500.000 1.2 Corografia generale dell'aato Veneto Orientale 1:150.000 1.3 Carta delle unità idrogeologiche 1:100.000

Dettagli

Università Roma Tre CdLM Architettura - Progettazione urbana

Università Roma Tre CdLM Architettura - Progettazione urbana Università Roma Tre CdLM Architettura - Progettazione urbana Laboratorio di Urbanistica 1 Docente: Simone Ombuen Anno accademico 2014-2015 secondo semestre Modulo Diritto (4 cfu) Docente: Roberto Gallia

Dettagli

Dpr 16 aprile 2013, n. 73

Dpr 16 aprile 2013, n. 73 Dpr 16 aprile 2013, n. 73 Regolamento recante riordino degli Enti vigilati dal Ministero dell'ambiente Questo provvedimento reca modifiche a: Legge 6 dicembre 1991, n. 394 Questo provvedimento attua quanto

Dettagli

Distretti rurali. L.R. 5 Aprile 2004, n. 21. Nigro Elisabetta Gravano. Marisa Nigro. Direzione Generale Sviluppo Economico REGIONE TOSCANA

Distretti rurali. L.R. 5 Aprile 2004, n. 21. Nigro Elisabetta Gravano. Marisa Nigro. Direzione Generale Sviluppo Economico REGIONE TOSCANA Campotizzoro 9 maggio 2009 Distretti rurali L.R. 5 Aprile 2004, n. 21 Marisa Nigro Nigro Elisabetta Gravano Direzione Generale Sviluppo Economico REGIONE TOSCANA Riferimenti Normativi D.lgs n. 228 del

Dettagli

LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PIANIFICAZIONE INTEGRATA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI NATURA

LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PIANIFICAZIONE INTEGRATA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI NATURA Workshop LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PIANIFICAZIONE INTEGRATA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI NATURA 2000 8 luglio 2015 - Palermo La pianificazione integrata delle Aree Naturali Protette e dei siti della

Dettagli

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4 Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica Norme di Attuazione: Titolo 4 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 1 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO dei diversi STRUMENTI

Dettagli

Giunta Regionale della Campania. Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 25 del 9 maggio 2005

Giunta Regionale della Campania. Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 25 del 9 maggio 2005 Giunta Regionale della Campania Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 25 del 9 maggio 2005 REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta del 19 marzo 2005 - Deliberazione n. 417 - Area Generale

Dettagli

A relazione dell'assessore Valmaggia:

A relazione dell'assessore Valmaggia: REGIONE PIEMONTE BU49 07/12/2016 Deliberazione della Giunta Regionale 21 novembre 2016, n. 30-4238 L.r. 19/2009 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversita'". Art. 40 Misure di Conservazione

Dettagli

Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente DIPARTIMENTO DELL AMBIENTE Il Dirigente Generale

Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente DIPARTIMENTO DELL AMBIENTE Il Dirigente Generale D.D.G. n. 3 Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente DIPARTIMENTO DELL AMBIENTE Il Dirigente Generale VISTO lo Statuto della regione Siciliana; VISTA la Direttiva comunitaria 92/43/CEE del

Dettagli

OSSERVATORIO DEL LAGO DI VARESE

OSSERVATORIO DEL LAGO DI VARESE OSSERVATORIO DEL LAGO DI VARESE PROTOCOLLO D INTESA 2015-2020 PROTOCOLLO D INTESA PER LA COSTITUZIONE DELL OSSERVATORIO DEL LAGO DI VARESE Premesse Art. 1 Ambito dell Osservatorio del Lago di Varese Art.

Dettagli

DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO EDILIZIA URBANISTICA E AMBIENTE. Nr. 316 DEL 30/07/2011

DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO EDILIZIA URBANISTICA E AMBIENTE. Nr. 316 DEL 30/07/2011 DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO ELIZIA URBANISTICA E AMBIENTE Nr. 316 DEL 30/07/2011 OGGETTO: APPROVAZIONE VALUTAZIONE INCIDENZA DEL P.A.E. - PIANO ATTIVITÀ ESTRATTIVE COMUNALE - pag.1 nr.

Dettagli

VISTO: VISTO altresì:

VISTO: VISTO altresì: A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Politica del Territorio Decreto dirigenziale n. 59 del 12 marzo 2010 ATTIVITA' DI PIANIFICAZIONE DE- GLI ENTI

Dettagli

1 - ILLUSTRAZIONE DELLE RAGIONI DELLA SCELTA DEL SITO E DELLA SOLUZIONE PROGETTUALE PROPOSTA

1 - ILLUSTRAZIONE DELLE RAGIONI DELLA SCELTA DEL SITO E DELLA SOLUZIONE PROGETTUALE PROPOSTA La presente relazione illustra la proposta per la realizzazione di un Centro Residenziale di Cure Palliative Hospice di iniziativa privata, da localizzare nel territorio comunale di Campli, in località

Dettagli

AREE NON IDONEE IMPIANTI A BIOMASSA - FILIERA LIGNO-CELLULOSICA CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO

AREE NON IDONEE IMPIANTI A BIOMASSA - FILIERA LIGNO-CELLULOSICA CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO AREE NON IDONEE IMPIANTI A BIOMASSA - FILIERA LIGNO-CELLULOSICA AMBITI DI INTERESSE SITI inseriti nel patrimonio mondiale dell UNESCO e relative ZONE TAMPONE Siti UNESCO - candidature in atto Core zone

Dettagli

Il Portale SIRA della Toscana Le basi geografiche: strumento di integrazione delle informazioni territoriali ed ambientali Mario Desideri Servizio Geografico Regionale Firenze 14-2-2005 www.geografia.toscana.it

Dettagli

Risorse (personale, mezzi e immobili) dei Coordinamenti Territoriali per l Ambiente nei Parchi Nazionali

Risorse (personale, mezzi e immobili) dei Coordinamenti Territoriali per l Ambiente nei Parchi Nazionali Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare DIREZIONE GENERALE PER LA PROTEZIONE DELLA NATURA E DEL MARE Risorse (personale, mezzi e immobili) dei Coordinamenti Territoriali per l

Dettagli

Convenzione tra il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e l Unione dei. Comuni del Casentino per l esecuzione di un programma di interventi di

Convenzione tra il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e l Unione dei. Comuni del Casentino per l esecuzione di un programma di interventi di Convenzione tra il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e l Unione dei Comuni del Casentino per l esecuzione di un programma di interventi di miglioramento e razionalizzazione dell attività agricola

Dettagli

I Piani della Ricostruzione

I Piani della Ricostruzione Servizio Pianificazione Urbanistica, Paesaggio e Uso sostenibile del territorio I Piani della Ricostruzione SAIE 2014 Bologna, 23/10/2014 ing. Barbara Nerozzi Le politiche per la ricostruzione In poco

Dettagli

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA ESTRATTO del Processo verbale dell adunanza del 18 luglio 2006 Seduta pubblica Sessione II ordinaria Intervenuti Consiglieri N. 33 Presidente Giacomo Ronzitti Consiglieri

Dettagli

PARTE SECONDA. cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 3310/1996 e 1157/2002.

PARTE SECONDA. cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 3310/1996 e 1157/2002. 4544 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 41 del 30-3-2006 PARTE SECONDA Deliberazioni del Consiglio e della Giunta DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 14 marzo 2006, n. 304 Atto di indirizzo

Dettagli

1. Ai sensi dell articolo 6 della legge regionale 24 luglio 1997, n. 19, è istituito il Parco naturale regionale Salina di Punta della Contessa.

1. Ai sensi dell articolo 6 della legge regionale 24 luglio 1997, n. 19, è istituito il Parco naturale regionale Salina di Punta della Contessa. LEGGE REGIONALE N. 28 DEL 23-12-2002 REGIONE PUGLIA "Istituzione del Parco naturale regionale Salina di Punta della Contessa. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE PUGLIA N. 164 del 30 dicembre 2002

Dettagli

CRITICITA DEL SISTEMA DELLE A.M.P. ITALIANE E PROBLEMATICHE DI GESTIONE: IL CASO DELL A.M.P. DI TAVOLARA PUNTA CODA CAVALLO

CRITICITA DEL SISTEMA DELLE A.M.P. ITALIANE E PROBLEMATICHE DI GESTIONE: IL CASO DELL A.M.P. DI TAVOLARA PUNTA CODA CAVALLO CRITICITA DEL SISTEMA DELLE A.M.P. ITALIANE E PROBLEMATICHE DI GESTIONE: IL CASO DELL A.M.P. DI TAVOLARA PUNTA CODA CAVALLO Dr. Augusto Navone Direttore A.M.P. Tavolara Punta Coda Cavallo Le aree marine

Dettagli

Quello che l uomo definisce dissesto idrogeologico per la natura è un nuovo assetto che si verifica quando il territorio non è più in equilibrio e,

Quello che l uomo definisce dissesto idrogeologico per la natura è un nuovo assetto che si verifica quando il territorio non è più in equilibrio e, Quello che l uomo definisce dissesto idrogeologico per la natura è un nuovo assetto che si verifica quando il territorio non è più in equilibrio e, attraverso l evento erosivo e deposizionale, si assesta

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 26 DEL REGIONE ABRUZZO

LEGGE REGIONALE N. 26 DEL REGIONE ABRUZZO LEGGE REGIONALE N. 26 DEL 20-07-2007 REGIONE ABRUZZO Modifiche alla L.R. 16 marzo 2001, n. 6 recante: Norme in materia di coltivazione, allevamento, sperimentazione e commercializzazione di organismi geneticamente

Dettagli

Legislazione forestale nazionale di maggiore interesse per la pianificazione

Legislazione forestale nazionale di maggiore interesse per la pianificazione Box 7.1 Principali riferimenti normativi a livello nazionale riguardanti il settore forestale - Regio Decreto 30 dicembre 1923 n. 3267 - Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi

Dettagli

Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 19 del 12/02/2014

Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 19 del 12/02/2014 Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 19 del 12/02/2014 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 14 gennaio 2014, n. 1 Approvazione del Piano di gestione del SIC Bosco Mesola IT 9120013 e del SIC Pozzo

Dettagli

L.R. 23 Gennaio 2006, n. 1 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità (1)

L.R. 23 Gennaio 2006, n. 1 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità (1) L.R. 23 Gennaio 2006, n. 1 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità (1) SOMMARIO Art. 1 - Oggetto e finalità Art. 2 - Definizioni Art. 3 - Requisiti per l individuazione

Dettagli

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo

Dettagli

Paesaggio, biodiversità e patrimonio culturale. Massimo Sargolini Università di Camerino

Paesaggio, biodiversità e patrimonio culturale. Massimo Sargolini Università di Camerino Paesaggio, biodiversità e patrimonio culturale Massimo Sargolini Università di Camerino sviluppo di turismo sostenibile, attrattività dei luoghi,. Paesaggio, Patrimonio culturale, qualità della vita, biodiversità,

Dettagli

PIANO ENERGETICO PROVINCIALE

PIANO ENERGETICO PROVINCIALE PROVINCIA REGIONALE DI MESSINA V Dipartimento I U. D. Politiche energetiche e Tutela dell Ambiente PROTOCOLLO D INTESA PER LA REDAZIONE DEL PIANO ENERGETICO PROVINCIALE della PROVINCIA REGIONALE DI MESSINA

Dettagli

PROPOSTA DI ATTO ISTITUTIVO DELL AREA DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO AREA BOSCATA DI MARZAGLIA - PROVINCIA DI MODENA

PROPOSTA DI ATTO ISTITUTIVO DELL AREA DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO AREA BOSCATA DI MARZAGLIA - PROVINCIA DI MODENA PROPOSTA DI ATTO ISTITUTIVO DELL AREA DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO AREA BOSCATA DI MARZAGLIA - PROVINCIA DI MODENA 1. Istituzione Ai sensi della L.R. 6/2005 art. 53 - è istituita l Area di riequilibrio ecologico

Dettagli

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Bellelli Sara Provincia di Mantova

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Bellelli Sara Provincia di Mantova Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Bellelli Sara Provincia di Mantova AREA MORENICA MANTOVANA: PROGETTI, PATRIMONIO, TESORI NASCOSTI, EVENTI PATRIMONIO Villa Mirra, Cavriana, 5 maggio 2008

Dettagli

La politica ambientale italiana Valutazione di impatto ambientale e prevenzione del rischio

La politica ambientale italiana Valutazione di impatto ambientale e prevenzione del rischio La politica ambientale italiana Valutazione di impatto ambientale e prevenzione del rischio Valutazione di impatto ambientale: quadro normativo 1969: National Environmental Act (USA) 1976: ètudes d impact

Dettagli

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI MINISTERO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 9 aprile 2015. Approvazione del regolamento di esecuzione e organizzazione dell area

Dettagli

Ente Parco Nazionale Appennino Lucano Val d Agri Lagonegrese DIREZIONE GENERALE Area Tecnica e L.L. e Pianificazione Ufficio n. 4

Ente Parco Nazionale Appennino Lucano Val d Agri Lagonegrese DIREZIONE GENERALE Area Tecnica e L.L. e Pianificazione Ufficio n. 4 NULLA OSTA del 30 ottobre 2015 Parere Favorevole con prescrizioni R. d. A. n. 235/2015 Oggetto: PSR Basilicata 2007-2013. Bando Misura 227 Lavori di realizzazione investimenti volti a migliorare la fruizione

Dettagli

COMUNE di EMPOLI REGOLAMENTO PER L ESERCIZIO DELLE FUNZIONI DEL GARANTE DELLA COMUNICAZIONE. Articolo 19 Legge Regionale Toscana 3 gennaio 2005, n.

COMUNE di EMPOLI REGOLAMENTO PER L ESERCIZIO DELLE FUNZIONI DEL GARANTE DELLA COMUNICAZIONE. Articolo 19 Legge Regionale Toscana 3 gennaio 2005, n. COMUNE di EMPOLI REGOLAMENTO PER L ESERCIZIO DELLE FUNZIONI DEL GARANTE DELLA COMUNICAZIONE Articolo 19 Legge Regionale Toscana 3 gennaio 2005, n. 1 Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 4 del

Dettagli

AGGIORNAMENTO ALLEGATI CARTOGRAFICI

AGGIORNAMENTO ALLEGATI CARTOGRAFICI REGIONE SICILIANA COMUNE DI SAN MAURO CASTELVERDE STUDIO ECOLOGICO TERRITORIALE A SUPPORTO DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI SAN MAURO CASTELVERDE

Dettagli

Misura M07 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (art.20)

Misura M07 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (art.20) Misura M7 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (art.2) Sottomisura 7.6 - Sostegno per studi/investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio

Dettagli

A relazione dell'assessore Valmaggia:

A relazione dell'assessore Valmaggia: REGIONE PIEMONTE BU36 10/09/2015 Deliberazione della Giunta Regionale 31 luglio 2015, n. 52-1979 Legge regionale del 29 giugno 2009, n. 19 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversita'".

Dettagli

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 16 settembre 2013 Designazione di venti ZSC della regione biogeografica mediterranea insistenti nel territorio della Regione Basilicata,

Dettagli

dare risposte e strumenti operativi a supporto dell attivitàdel PNGSML nella direzione di una efficace implementazione della gestione forestale sosten

dare risposte e strumenti operativi a supporto dell attivitàdel PNGSML nella direzione di una efficace implementazione della gestione forestale sosten Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga(PNGSML) Accademia Italiana di Scienze Forestali (AISF) Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali dell Abruzzo (FOAFA) Giornata

Dettagli

A relazione del Vicepresidente Cavallera:

A relazione del Vicepresidente Cavallera: REGIONE PIEMONTE BU11 14/03/2013 Deliberazione della Giunta Regionale 4 marzo 2013, n. 14-5460 L.R. 5.12.1977 n. 56 e successive modificazioni. Comune di VILLAFALLETTO (CN). Variante Generale al Piano

Dettagli

(Art. 28 L.R. 06.10.1997 n. 29 art. 13 legge 06.12.1991 n. 394) IL DIRETTORE DELLA RISERVA NATURALE

(Art. 28 L.R. 06.10.1997 n. 29 art. 13 legge 06.12.1991 n. 394) IL DIRETTORE DELLA RISERVA NATURALE Prot. 1976 del 18 novembre 2013 N U L L A (Art. 28 L.R. 06.10.1997 n. 29 art. 13 legge 06.12.1991 n. 394) IL DIRETTORE DELLA RISERVA NATURALE Viste le Leggi Regionali 47/1982 (e succ. modificazioni ed

Dettagli

Rete Natura 2000 in Basilicata

Rete Natura 2000 in Basilicata Rete Natura 2000 in Basilicata Workshop Regione Basilicata Potenza, 3 luglio 2013 Sala Inguscio Sede Regione Basilicata Antonella Logiurato Ufficio Tutela della Natura Il Sistema Regionale delle Aree Protette

Dettagli

3.2 Descrizione di eventuali impatti ambientali dovuti all opera e misure compensative da prevedersi

3.2 Descrizione di eventuali impatti ambientali dovuti all opera e misure compensative da prevedersi 3.2 Descrizione di eventuali impatti ambientali dovuti all opera e misure compensative da prevedersi 3.2.1 Verifica della compatibilità dell opera con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione

Dettagli

1. SINTESI DELLE OPERAZIONI SVOLTE Le direttive dell Amministrazione Comunale Lo schema di massima Il progetto definitivo 15

1. SINTESI DELLE OPERAZIONI SVOLTE Le direttive dell Amministrazione Comunale Lo schema di massima Il progetto definitivo 15 SOMMARIO Pag. 0. IL SENSO DEL PIANO, L APPROCCIO, IL METODO 1 0.1 Città e nuovo PRG 1 0.2 Verso una diversa natura del Piano Urbanistico 3 0.3 L approccio al Piano e il percorso metodologico e operativo

Dettagli

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE DELL'ASSETTO DIREZIONALE

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE DELL'ASSETTO DIREZIONALE REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE DELL'ASSETTO DIREZIONALE CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1 Funzione dirigenziale Sono attribuiti ai dirigenti tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi

Dettagli

IL SISTEMA REGIONALE DELLE AREE PROTETTE E DELLA BIODIVERSITA

IL SISTEMA REGIONALE DELLE AREE PROTETTE E DELLA BIODIVERSITA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Scuola Russell - Newton Classe IV G - Costruzioni Ambiente e Territorio Tommaso Giusto IL SISTEMA REGIONALE DELLE AREE PROTETTE E DELLA BIODIVERSITA L.394/91 L.R.30/2015: dal monitoraggio

Dettagli

Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline

Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline Parco Naturale Regionale -Saline Progetto Progetto Laika - Chi trova un amico trova un tesoro Programma Straordinario di Prevenzione del Randagismo Anno (Delib. CD n. 1 del 14/01/).. Programma di Finanziamento

Dettagli

7.1 Aree protette. La protezione della natura viene realizzata mediante. l istituzione di diverse tipologie di aree protette:

7.1 Aree protette. La protezione della natura viene realizzata mediante. l istituzione di diverse tipologie di aree protette: NATURA Pagina 200.1 Aree protette Figura.1 Grado di urbanizzazione dei comuni della provincia di Lecco 200 L istituzione di aree protette in provincia di Lecco deve tener conto della diversa situazione

Dettagli

Bando di selezione per formulazione di graduatorie per assunzioni a tempo determinato

Bando di selezione per formulazione di graduatorie per assunzioni a tempo determinato Bando di selezione per formulazione di graduatorie per assunzioni a tempo determinato materie d esame Per tutti i profili professionali: 1. Ordinamento degli Enti Locali 2. Elementi di Diritto Amministrativo

Dettagli

La Valutazione di Impatto Ambientale nella Regione Puglia

La Valutazione di Impatto Ambientale nella Regione Puglia La Valutazione di Impatto Ambientale nella Regione Puglia NASCITA DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE IN MATERIA DI VIA In attuazione art. 40 della Legge 22 febbraio 1994 n. 146 Dpr 12 APRILE 1996 È un atto di

Dettagli

Azione di sistema Impatto antropico da pressione turistica nelle aree protette: interferenze su territorio e biodiversità

Azione di sistema Impatto antropico da pressione turistica nelle aree protette: interferenze su territorio e biodiversità Azione di sistema Impatto antropico da pressione turistica nelle aree protette: interferenze su territorio e biodiversità Carlo Blasi Coordinamento tecnicoscientifico: Temperata 2 Divisioni Mediterranea

Dettagli

Come finanziare la sostenibilità in agricoltura? Fabrizio Adriano Dagostin Responsabile Servizio Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento

Come finanziare la sostenibilità in agricoltura? Fabrizio Adriano Dagostin Responsabile Servizio Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento COLTIVARE LA SOSTENIBILITÀ I valori della cooperazione e la sostenibilità d impresa SALA DELLA COOPERAZIONE GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016 Come finanziare la sostenibilità in agricoltura? Fabrizio Adriano Dagostin

Dettagli

PREAMBOLO. Il Consiglio regionale

PREAMBOLO. Il Consiglio regionale Proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale Istituzione del Comune di Abetone Cutigliano, per fusione dei Comuni di Abetone e di Cutigliano. Visti gli articoli 117 e 133, della Costituzione;

Dettagli

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Ministero per i Beni e le Attività Culturali PROTOCOLLO D INTESA tra MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI e VISTI gli articoli 5, 9, 117 e 118 della Costituzione; VISTO il D. Lgs. 20 ottobre 1998, n. 368 recante Istituzione del Ministero

Dettagli

I vincoli paesaggistici negli strumenti di pianificazione

I vincoli paesaggistici negli strumenti di pianificazione VINCOLI PAESAGGISTICI: ricadute sulla pianificazione giovedì 24 settembre 2015// Centro Studi PIM Villa Scheibler I vincoli paesaggistici negli strumenti di pianificazione a cura di ing. Francesca Boeri

Dettagli

C O N S I G L I O R E G I O N A L E. LEGGE REGIONALE (n. 181)

C O N S I G L I O R E G I O N A L E. LEGGE REGIONALE (n. 181) Atti consiliari Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia C O N S I G L I O R E G I O N A L E LEGGE REGIONALE (n. 181) approvata dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana del 20 novembre 2002 -----

Dettagli

Regione Siciliana PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE DELLA REGIONE SICILIANA MONITORAGGIO. (Misure adottate in merito al monitoraggio art.

Regione Siciliana PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE DELLA REGIONE SICILIANA MONITORAGGIO. (Misure adottate in merito al monitoraggio art. PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE DELLA REGIONE SICILIANA MONITORAGGIO (Misure adottate in merito al monitoraggio art. 10) VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (Dir. 42/2001/CE) 1 SISTEMA DI MONITORAGGIO

Dettagli

Valutazione Ambientale. Sanremo. Criticità ambientali e obiettivi. Arch. Andrea Cavaliere

Valutazione Ambientale. Sanremo. Criticità ambientali e obiettivi. Arch. Andrea Cavaliere Valutazione Ambientale preliminare del PUC di Sanremo Criticità ambientali e obiettivi Arch. Andrea Cavaliere Sanremo, Palafiori 2 marzo 2011 VAS VAS Procedura finalizzata a integrare le considerazioni

Dettagli

Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare DIREZIONE GENERALE PER LA PROTEZIONE DELLA NATURA E DEL MARE

Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare DIREZIONE GENERALE PER LA PROTEZIONE DELLA NATURA E DEL MARE Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare DIREZIONE GENERALE PER LA PROTEZIONE DELLA NATURA E DEL MARE PERSONALE, MEZZI E IMMOBILI dei CTA nei P.N. ANALISI DELLE RISORSE E STRUTTURE

Dettagli

L ECONOMIA REALE NEL SISTEMA DELLE AREE NATURALI PROTETTE

L ECONOMIA REALE NEL SISTEMA DELLE AREE NATURALI PROTETTE L ECONOMIA REALE NEL SISTEMA DELLE AREE NATURALI PROTETTE Domenico Mauriello, Centro Studi Unioncamere Pescasseroli (AQ), 5 ottobre 2012 I PARCHI NAZIONALI ITALIANI ATTRAVERSO LA LENTE DELL ECONOMIA REALE

Dettagli

COORDINATORE DEL PROGETTO: DOTT. RAIMONDO SCHIAVONE

COORDINATORE DEL PROGETTO: DOTT. RAIMONDO SCHIAVONE PIANO DI GESTIONE AREA S.I.C. MONTI DEL GENNARGENTU 1 RELAZIONE GENERALE SEZIONE 1 COMITATO SCIENTIFICO COORDINATORE DEL PROGETTO: DOTT. RAIMONDO SCHIAVONE PAESAGGIO E ASSETTO DEL TERRITORIO PROF. GIANCARLO

Dettagli

Udine Fiere dal 23 al 26 gennaio Orario 9.30/ pag. 1/6 segue >>

Udine Fiere dal 23 al 26 gennaio Orario 9.30/ pag. 1/6 segue >> Udine Fiere dal 23 al 26 gennaio 2014 Orario 9.30/18.30 pag. 1/6 segue >> L edizione di Agriest con focus su territorio e tutela dell ambiente Interazione tra paesaggio urbano e extraurbano Tutela dell

Dettagli

IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO IL MINISTRO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO IL MINISTRO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 10 settembre 2010. Linee guida per l autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DI CONCERTO CON IL MINISTRO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA

Dettagli

PARTECIPATO IANO URBANISTICO COMUNALE. Comune di Sanza SANZA CHE VOGLIAMO. Prime riflessioni sul territorio Oggi per il futuro

PARTECIPATO IANO URBANISTICO COMUNALE. Comune di Sanza SANZA CHE VOGLIAMO. Prime riflessioni sul territorio Oggi per il futuro Comune di Sanza IANO URBANISTICO COMUNALE PARTECIPATO Prime riflessioni sul territorio Oggi per il futuro LA TUA IDEA + LA NOSTRA IDEA = SANZA CHE VOGLIAMO cittadini istituzioni progettisti Aula Consiliare

Dettagli

Valutazione Ambientale VAS PEAR. Conferenza di Valutazione finale e Forum pubblico. Milano, 19 gennaio 2015

Valutazione Ambientale VAS PEAR. Conferenza di Valutazione finale e Forum pubblico. Milano, 19 gennaio 2015 Valutazione Ambientale VAS PEAR Conferenza di Valutazione finale e Forum pubblico Milano, 19 gennaio 2015 Autorità competente per la VAS Struttura Fondamenti, Strategie per il governo del territorio e

Dettagli

PIANO DI UTILIZZO DEI LITORALI

PIANO DI UTILIZZO DEI LITORALI Comune di Muravera Provincia di Cagliari PIANO DI UTILIZZO DEI LITORALI L.R. n. 9 del 12 giugno 2006, art. 41. Delibera G. R. 12/8 del 05/03/2013. RELAZIONE TECNICA Rev.3 del 20/02/2015 Pagina 1 di 11

Dettagli

IL RUOLO DEL GEOLOGO NEI PROCESSI DI VALUTAZIONE AMBIENTALE

IL RUOLO DEL GEOLOGO NEI PROCESSI DI VALUTAZIONE AMBIENTALE IL RUOLO DEL GEOLOGO NEI PROCESSI DI VALUTAZIONE AMBIENTALE Corso di Aggiornamento Professionale Viterbo, 24 maggio 2010 - Palazzo della Provincia Prima Sessione Le componenti geologiche nello SIA: ambiente

Dettagli

Parco regionale metropolitano delle colline di Napoli. Norme di salvaguardia

Parco regionale metropolitano delle colline di Napoli. Norme di salvaguardia Parco regionale metropolitano delle colline di Napoli Norme di salvaguardia 1 Parte I Norme generali Art.1 (finalità e ambito di applicazione) 1. Le presenti norme, ai sensi e per gli effetti della legge

Dettagli

Disposizioni per la gestione della Tenuta di San Rossore e per il funzionamento del Comitato di Presidenza.

Disposizioni per la gestione della Tenuta di San Rossore e per il funzionamento del Comitato di Presidenza. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- LEGGE REGIONALE 17 marzo 2000, n. 24 Disposizioni per la gestione della Tenuta

Dettagli

Regione Abruzzo. Pescara 16/04/2010. Autorizzazione generalizzata per impianti fotovoltaici di potenza fino a 1 MW

Regione Abruzzo. Pescara 16/04/2010. Autorizzazione generalizzata per impianti fotovoltaici di potenza fino a 1 MW Regione Abruzzo Pescara 16/04/2010 Autorizzazione generalizzata per impianti fotovoltaici di potenza fino a 1 MW Dott.ssa Iris Flacco Dirigente Servizio Politica Energetica, Qualità dell aria, SINA -Direttiva

Dettagli

Complementarietà e sviluppo di sinergie con il programma per l ambiente e l azione per il clima LIFE a supporto dei PSR 2014/2020

Complementarietà e sviluppo di sinergie con il programma per l ambiente e l azione per il clima LIFE a supporto dei PSR 2014/2020 Complementarietà e sviluppo di sinergie con il programma per l ambiente e l azione per il clima LIFE a supporto dei PSR 2014/2020 1. Istituzione proponente Consiglio per la ricerca in agricoltura e l analisi

Dettagli