Sostenibilità e sviluppo turistico LEZIONE 8 Sostenibilità dello sviluppo (2/2)
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- Valerio Mancuso
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1 Sostenibilità e sviluppo turistico LEZIONE 8 Sostenibilità dello sviluppo (2/2) Diapositive Lezione 8 Perman et al. Natural Resource and the Environmental Economics (ch. 3-4 quarta edizione)
2 Premessa Nella cronologia usuale dello sviluppo sostenibile identifichiamo come pietre miliari del dibattito internazionale: 1969 ONU: Man and His Environment 1972 Club of Rome: Limits to Growth 1987 Summit di Tokyo: Rapporto Brundtland - Our Common Future 1992 Rio de Janeiro ONU: Earth Summit, sono impostati i primi lineamenti di un Piano d Azione Mondiale per la Tutela dell Ambiente Dichiarazione su ambiente e sviluppo Agenda 21, Convenzioni sul clima e per la conservazione della biodiversità.
3 Premessa Obiettivo del dibattito economico e politico: identificare un processo di crescita che garantisse un progressivo miglioramento negli standard di vita tenendo conto della relazione tra povertà, sviluppo economico e ambiente Altre tappe importanti: Millennium Declaration con i suoi 8 Millennium Development Goals da raggiungere entro il Agenda 2013 con i suoi 17 SDGs
4 Premessa Il concetto di sostenibilità: nasce più sugli aspetti ambientali (Brundtland); oggi è un concetto multidimensionale molto difficile da operativizzare; per questo si affronta in termini di indicatori; rimane comunque la necessità di avere modelli di riferimento; in questo senso il contributo degli economisti non è certo mancato ora facciamo un passo indietro
5 La crescita come soluzione ai problemi di povertà e disuguaglianza I temi della povertà e della disuguaglianza sono da diversi decenni al centro dell agenda politica delle istituzioni nazionali e internazionali Sotto questo aspetto, per gli economisti la crescita economica dovrebbe rappresentare il principale obiettivo dei governi: è vista come unica via percorribile per risolvere il problema della povertà; Purtroppo, la strada verso la lotta alla povertà è ricca di incognite: può generare conflitti sociali e violenza; la riduzione della povertà attraverso una redistribuzione della ricchezza potrebbe non funzionare: i poveri sono molto più numerosi dei ricchi.
6 La crescita come soluzione ai problemi di povertà e disuguaglianza Alla fine della II Guerra Mondiale gli economisti pensarono di aver compreso come avviare un processo di crescita tale, appunto, da risolvere il problema della povertà: molti ritennero che il modello macroeconomico Keynesiano fosse il mezzo per raggiungere la piena occupazione e la crescita sostenuta in tutto il mondo; la matematica dietro ai modelli di crescita che dimostrano le condizioni per una crescita proporzionale e costante è veramente robusta: tutto sembra funzionare.
7 La crescita come soluzione ai problemi di povertà e disuguaglianza Anche i dati sembrano confortanti: i dati storici dimostrano che i consumi delle popolazioni dei paesi industrializzati sono aumentati a livelli difficilmente immaginabili durante i 200 anni precedenti. i dati sembrano anche dire che la crescita abbia ridotto la povertà per i paesi in via di sviluppo. la matematica della crescita, però non implica che alla crescita si accompagni necessariamente una riduzione nelle disuguaglianze economiche: su questo punto l evidenza è mista
8 Ma esistono limiti alla crescita? The Limits to Growth E il noto libro di Meadows et al in cui si riporta il risultato di una simulazione ottenuta per mezzo del modello World3. Vengono delineati diversi scenari mondiali sulla base di quelli che sono considerati i limiti ambientali. In generale, il modello ha previsto per il 21esimo secolo un collasso del Sistema economico mondiale dovuto all esaurimento delle risorse. La maggior parte degli economisti condannano questo esercizio
9 Ma esistono limiti alla crescita? Il modello incorpora: un limite alla terra disponibile per l agricoltura ; un limite alla quantità di output producibile per unità di terra; un limite all estrazione di risorse non-rinnovabili; un limite alla capacità dell ambiente di assorbire rifiuti. Il comportamento del Sistema economico è stato ricostruito come prosecuzione dei trend passati in cui si sono simulati gli effetti dei diversi limiti ipotizzati Sono stati considerati gli effetti di feedback positivi e negativi tra tutte le variabili del modello: ogni variabile dipende e influenza le altre
10 Figure 2.13: Base run projections of the limits to growth model
11 Ma esistono limiti alla crescita? Le principali conclusioni della simulazione del 1972 contenute nella Figura 2.13: 1. se l attuale crescita della popolazione mondiale, dell industrializzazione, dell inquinamento, della produzione di cibo e sfruttamento delle risorse continua invariato, questo pianeta raggiungerà i suoi limiti alla crescita tra 100 anni; 2. la conseguenza più probabile sarà un improvviso e ineludibile declino della popolazione e della capacità industriale; 3. è possibile invertire questa tendenza facendo si che ogni persona della terra abbia le risorse per soddisfatte i bisogni primari con uguali opportunità per tutti; 4. prima si comincia questa inversione di tendenza, maggiori sono le probabilità di ottenere i risultati sperati.
12 Ma esistono limiti alla crescita? Beyond the Limits E una nuova simulazione del modello avvenuta nel 1992 attraverso una modifica del modello originario Suscitò meno controversie Le principali conclusioni furono che: the three conclusions we drew in The Limits to Growth are still valid, but they need to be strengthened.
13 Ma esistono limiti alla crescita? Limits to Growth: The 30-Year Update E stato pubblicato nel 2005 a seguito di un ulteriore modifica del modello World3. Gli autori si dicono: much more pessimistic about the global future than previously tristi che l umanità abbia perso 30 anni in dibattiti inutili non ci sono altri 30 a disposizione per continuare a parlare
14 La visione degli economisti sui limiti ambientali Come anticipato in una precedente slide, la risposta degli economisti al The Limits to Growth fu ostile. Le risposte più critiche furono quelle di Page (1973), Nordhaus (1972), Beckerman (1972, 1974), Cole et al. (1973) and Lecomber (1975): It was a brazen, impudent piece of nonsense that nobody could possibly take seriously (Beckerman, 1972) Al contrario, fu molto meno critica la reazione a Beyond the Limits. Jan Tinbergen, premio Nobel, scrisse: We can all learn something from this book, especially we economists.
15 La visione degli economisti sui limiti ambientali La principale criticità rilevata dagli economisti riguardava il fatto che il meccanismo dei feedback nella simulazione World3 non tenesse conto di aggiustamenti nel comportamento dovuti al meccanismo dei prezzi. In particolare, fu evidenziato come una modifica del pattern della scarsità relativa avrebbe alterato la struttura dei prezzi determinando una modifica comportamentale nell uso delle risorse
16 La visione degli economisti sui limiti ambientali In sostanza, gli economisti dissero che, funzionando il meccanismo dei prezzi, i limiti alla crescita non operano come descritto nel modello. Su questo punto, però gli stessi economisti hanno ammesso che questa argomentazione diviene più debole nel caso delle risorse ambientali perché in questo caso manca un mercato di riferimento. Si tratterebbe di un fallimento di mercato che però potrebbe essere corretto da un intervento appropriato di politica economica che affronti il problema specifico.
17 La visione degli economisti sui limiti ambientali Ciò presuppone che esista sostituibilità la possibilità di sostituire i servizi che i beni ambientali sono in grado di offrire. Questa rimane proprio una delle questioni sulle quali più si dibatte: il problema della sostenibilità va visto alla luce dell esistenza di servizi ambientali tra loro efficacemente sostituibili.
18 La visione degli economisti sui limiti ambientali Per gli economisti si è posta quindi la sfida di trovare un contesto teorico in cui modellare la relazione tra povertà, sviluppo economico e lo stato di conservazione delle risorse ambientali Il contesto teorico in cui gli economisti hanno ragionato è dato dai modelli di crescita
19 Come interviene l etica? La domanda Cosa succederà al consumo di petrolio se le tasse aumentano di x%? è una domanda di economia positiva. Non implica alcuna considerazione di tipo etico. La domanda Le tasse sul petrolio dovrebbero essere incrementate? è una domanda di economia normativa ovvero dell economia del benessere. La risposta può essere data solo seguendo criteri etici. La maggior parte dei problemi riguardanti l economia delle risorse naturali e ambientali è del secondo tipo, ovvero domande su quali targets considerare e quali strumenti di politica economica utilizzare. Il criterio etico cui ricorre l economia del benessere è di tipo Utilitarista.
20 Utilitarismo L Utilitarismo è una filosofia morale di tipo consequenziale: sono le conseguenze di un azione che ne determinano la valenza morale. Il fine giustifica il mezzo, come nel caso di una bugia che salva la vita. L Utilitarismo su cui si basa l economia del benessere è antropocentrica: l interesse è ristretto all uomo o a qualsiasi altra entità che possa intervenire nel benessere umano Dal punto di vista economico ciò che è buono o cattivo per l essere umano, ovvero che accresce o decresce l utilità, dipende dalle preferenze: preference satisfaction utilitarianism. Il benessere sociale è l aggregazione delle utilità individuali: individui della stessa generazione individui di generazioni diverse
21 Funzione di benessere sociale Individui della stessa generazione Max W = W(U A, U B ) - In questo caso, date certe condizioni, se gli individui hanno la stessa funzione di utilità (U), la massimizzazione della funzione di benessere sociale (W) implica l uguaglianza dei consumi tra individui. - Con utilità diverse la soluzione cambia. Individui di due generazioni Tempo discreto: Tempo continuo: W = W(U 0, U 1 ) W = U 0 + U 1 /(1+ ρ) con ρ tasso di sconto dell utilità W = t= t=0 U t e ρt dt = t t 0 U dt t t
22 Funzione di benessere sociale Perchè scontare E l operazione con cui si riduce il peso delle utilità delle future generazioni Questo avviene perchè la generazione attuale è impaziente di consumare Il peso delle utilità future decresce con: l aumento del tasso di sconto il passare del tempo Discount rate t ρ=0.001 ρ=0.01 ρ=0.02 ρ=0.03 ρ= Children Grandchildren Great Grandchildren
23 Crescita ottima: il modello Abbiamo visto che la ragione per cui occorre scontare i futuri consumi è l impazienza I FATTO STILIZZATO: gli individui preferiscono consumare oggi piuttosto che in futuro Ma sulla rinuncia ai consumi esiste anche un altra prospettiva II FATTO STILIZZATO: l accumulazione di capitale è produttiva per cui a ogni unità di consumo cui si rinuncia oggi corrisponde più di una unità di consumo futuro Lo studio della crescita ottima si basa sulla ricerca di un equilibrio tra impazienza e produttività
24 Crescita ottima: il modello Il più semplice esercizio di crescita ottima è trovare il sentiero temporale del consumo. Supposta costante la popolazione, il sentiero si ottiene dalla massimizzazione della seguente funzione obiettivo: t W U( C t )e ρtdt t 0 con ρ = tasso di sconto Funzione di benessere sociale di tipo utilitarista: dipende solo da C cresce a un tasso decrescente ogni unità consumata ha un utilità minore dell unità precedente U C = utilità marginale decrescente
25 Crescita ottima: il modello Esiste un vincolo alla massimizzazione dato dalla funzione dell investimento: la produzione Q può essere consumata oppure investita per creare capitale K K Q(K ) t C t Termine a sinistra = tasso di variazione del capitale ovvero investimenti Termine a destra = una nazione investe tutto ciò che del suo prodotto totale Q non viene consumato Il prodotto Q dipende dal capitale K secondo la funzione di produzione: Q f(k t ) Definiamo QK la produttività marginale del capitale, ovvero le unità di prodotto dovute all impiego di un unità aggiuntiva di capitale
26 Crescita ottima: le condizioni Risolvendo matematicamente il precedente modello si ottiene la seguente condizione U U C C ρ Q K Interpretazione: lungo il sentiero di crescita ottima, il tasso di variazione proporzionale dell utilità marginale è uguale alla differenza tra tra il tasso di sconto dell utilità, ρ, e la produttività marginale del capitale, Q K : ρ è costante Q K diminuisce al crescere di K
27 Crescita ottima: le condizioni Risolvendo matematicamente il precedente modello si ottiene la seguente condizione U U C C ρ Q K Se Q K > ρ I consumi crescono, ma a un tasso meno che proporzionale, quindi cresce anche K Se Q K = ρ Se K cresce QK diminuisce per cui consumi e capitale rimangono costanti: i consumi crescono asintoticamente verso un livello che dipende da ρ (tasso di sconto) ossia dal risparmio della generazione presente a vantaggio di quelle future: a) con ρ = 0, oggi si risparmia moltissimo per cui l accumulazione del capitale renderà più ricche le generazioni future (fino a che si annulla la produttività marginale del capitale Q K ). b) con ρ alto, il risparmio di oggi è basso per cui non c è possibilità che le generazioni future diventino più ricche
28 Crescita ottima con risorse non rinnovabili Ora modifichiamo il modello per tenere conto delle risorse nonrinnovabili W t t 0 U(C t )e ρt dt Vincolo K Q(K,R t t ) C t R = risorse non-rinnovabili usate nella produzione di Q S R t S = stock di risorse disponibili Lo stock diminuisce con l utilizzo S R t t 0 t dt L utilizzo di risorse non può eccedere lo stock iniziale disponibile
29 Crescita ottima con risorse non rinnovabili Sostenibilità La domanda: la crescita è sostenibile, intendendo per sostenibile una situazione in cui rimane positiva e costante nel tempo l utilità di ogni unità di bene consumata (rapporto consumi/utilità)? (a) Modello base (b) Modello con risorse nonrinnovabili: con ρ > 0 i consumi inizialmente crescono ma poi cominciano a diminuire fino ad annullarsi sembra impossibile che i consumi rimangano constanti nel tempo
30 Crescita ottima con risorse non rinnovabili Sostenibilità La risposta In un mondo in cui le risorse non-rinnovabili rappresentano un input dei processi produttivi, l approccio utilitarista basato sul meccanismo del tasso di sconto migliora la situazione nel futuro più prossimo, mentre peggiora la condizione per le generazioni più distanti che vedranno l esaurirsi della risorsa Questo succede a patto che la risorsa non trovi un sostituto nel processo produttivo (Solow 1974): dato un sufficiente livello di capitale, alti livelli di output possono essere prodotti con piccole quantità di risorse; quindi con un adeguato programma di investimenti lo stock di risorsa non si esaurisce mai
31 Sostenibilità debole e forte Non si tratta di due concetti diversi: entrambi si riferiscono al rapporto consumo/utilità. La distinzione risiede nell ipotesi circa il grado di sostituibilità della risorsa. In generale Q = Q(L, K N, K H ) dove K N è il capitale natural, K H è il capitale prodotto dall uomo, o riproducibile, La distinzione weak/strong dipende dalla sostituibilità tra K N e K H -strong sustainability: non deve decrescere K N -weak sustainability: non deve decrescere K H + K N.
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