Progetto Prevenzione della violenza interpersonale nelle scuole primarie Obiettivo Salute AUSL Bologna
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- Baldassare Abate
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1 Progetto Prevenzione della violenza interpersonale nelle scuole primarie Obiettivo Salute AUSL Bologna PREMESSE TEORICHE Allegato. Premesse teoriche e dettagli del progetto Fare prevenzione significa fornire conoscenze e abilità in grado di accrescere la sensibilità delle persone a contrasto di fenomeni dannosi per la salute. Il maltrattamento fisico, psicologico ed emotivo/affettivo, la violenza sessuale, il bullismo/cyberbullismo non fanno parte del pacchetto educativo offerto da tutte le scuole e le famiglie. E possibile pensare che i bambini/ragazzi vengano informati senza spaventarli e senza allarmare i loro genitori, coinvolgendoli e creando un canale comune. Ciò è fondamentale rispetto allo scopo del presente progetto, ovvero, favorire il riconoscimento e l intervento precoce sulle diverse situazioni che in ambito scolastico, amicale o familiare potrebbero verificarsi. Riflettere sui comportamenti in maniera profonda implica il parlare con bambini e ragazzi di come ci si sente dentro e favorire così, il riconoscimento delle emozioni proprie e altrui nelle diverse situazioni della vita e il contatto empatico tra i ragazzi. Non è facile, né per gli insegnanti né per i genitori, parlare con i giovani e in particolare con i più piccoli, in modo chiaro e comprensibile della violenza interpersonale, per fare in modo che la riconoscano nel momento in cui rischiano di esserne vittime. E comune pensare che non vi sia il bisogno di fornire informazioni ai ragazzi, a meno che non siano sono stati coinvolti in nulla di simile. Inoltre, affrontare in maniera educativa l argomento non è facile per gli adulti: può essere fonte di imbarazzo, ansia, paura di sbagliare e di traumatizzare i più piccoli. Quando non si sa bene come fare o si ha paura di sbagliare, si ricorre al coinvolgimento dell esperto, mentre basterebbe introdurre fin da piccoli nozioni di educazione alle emozioni e sul significato di comportarsi nel rispetto dell altro. Non molte sollecitazioni arrivano, ad esempio, ai genitori in merito all importanza di affrontare con i figli il rispetto del corpo fin dalla tenera età. Mentre, questo tipo approccio educativo-informato degli adulti, potrebbe permettere loro di andare oltre le rappresentazioni mediatiche e i discorsi allarmistici sul fenomeno. Un genitore e un insegnante in-formati possono sentirsi più sicuri e rischiare in misura minore di bloccare l ascolto e la comunicazione con i ragazzi e i bambini, favorendo ascolto e confronto, anche su queste tematiche. Come emerge da rilevazioni e ricerche sul fenomeno, la violenza riguarda nella maggior parte dei casi l ambiente prossimo di vita di bambini e ragazzi, senza differenze significative per appartenenza geografica o etnica; è un fenomeno, quindi, trasversale e molto diffuso, di interesse pubblico rispetto agli esiti sulla salute psico-fisica e relazionale delle persone a breve, medio e lungo termine (OMS, 2006). Si tratta di un fenomeno in cui c è ancora molto sommerso (ISTAT; Save the children e Terre des Hommes, 2010) e in cui gli interventi sono più sbilanciati verso l approccio ripartivo del danno, piuttosto che preventivo - nonostante numerose ricerche internazionali ne abbiano comprovato l efficacia. Donne che hanno partecipato a programmi di prevenzione dell abuso sessuale da bambine hanno il 50% in meno di probabilità di divenire vittime, rispetto alle donne che non hanno seguito programmi di prevenzione e, qualora si trovino nel ruolo della vittima, di rivelare il loro problema rispetto a quello necessario alle vittime che non sono mai state coinvolte in un intervento di prevenzione durante l infanzia (Gibson e Leitenberg, 2000) Articolo Le parole non dette di Alberto Pellai, esperto in prevenzione dell abuso sessuale sui minori di età. In Psicologia contemporanea, Gennaio-Febbraio 2009
2 Fare prevenzione della violenza interpersonale tramite interventi in ambito educativo e favorire un ambiente di crescita maggiormente protettivo per i minori di età non può prescindere, per noi, da un movimento su più livelli, tra loro connessi: l informazione diretta di bambini/ragazzi; la formazione degli adulti di riferimento; il potenziamento delle capacità comunicative e di comprensione reciproca, attraverso un linguaggio comune e coerente negli interventi scuola-famiglia. DETTAGLI DEL PROGETTO PER LE SCUOLE PRIMARIE Non è troppo presto alle scuole elementari per iniziare a parlare con i bambini di cosa è la violenza interpersonale e farli riflettere su come ci si può sentire quando adulti o bambini possono agire non rispettando gli altri, il loro corpo o la loro identità. Conoscere e riconoscere comportamenti ed emozioni insieme ai bambini, riflettere insieme su come possono sentirsi nelle diverse circostanze della vita, è fondamentale per sostenere il normale processo di acquisizione della capacità di capire se stessi e di mettersi nei panni degli altri. Riconoscere in maniera guidata (non si lavora sull esperienza individuale, ma sulle dinamiche della classe e, in via indiretta, con vignette e role-playing) la rabbia, la paura, l impotenza, il senso di colpa e la vergogna sperimentate di fronte alla violenza ha lo scopo di rafforzare nei bambini la capacità di discernere tra cosa è giusto e cosa è sbagliato, a quali sono gli spazi è propedeutica ad un maggiormente consapevolezza emotiva e all adozione di comportamenti adeguati tra compagni. Scheda tecnica del progetto Destinatari - Studenti delle 3 e 4 classi della scuola primaria, insegnanti e genitori Finalità - Promuovere: la cultura dei diritti nei bambini, l educazione all affettività, al rispetto e alla non violenza; la capacità di riconoscere le situazioni di rischio di maltrattamento e abuso nei bambini e negli adulti di riferimento. Obiettivi - Fornire una informazione corretta, completa e non allarmistica ai bambini e agli adulti di riferimento sulla violenza (bullismo, cyber bullismo, violenza fisica, assistita, psicologica e sessuale) volta a favorire il riconoscimento di situazioni di rischio;promuovere un clima di rispetto, uno stile comunicativo e relazionale non violento tra i bambini;diffondere principi di sicurezza e protezione personale. Metodi - Coinvolgimento attivo dei bambini della classe nell esperienza a carattere laboratoriale: giochi di esplorazione delle principali emozioni, di ruolo, discussione di gruppo su materiale informativo (immagini, storie,etc.);coinvolgimento degli insegnanti in fase di presentazione del progetto; coinvolgimento degli insegnanti e dei genitori in fase di restituzione. Il materiale elaborato in classe verrà consegnato agli insegnanti per successivi approfondimenti e attività integrative da poter utilizzare con i bambini (con il monitoraggio/confronto con i conduttori del laboratorio). Contenuti/strumenti - Lettera di presentazione per le famiglie, disegni, letture di storie, commento di vignette, interazione di gruppo, giochi di ruolo. Verifica Valutazione di gradimento rivolto ai bambini, agli insegnanti e ai genitori; valutazione di efficacia degli interventi.
3 Operatori - Psicologo e assistente sociale, professionisti dell Associazione L Isola che c è - Onlus convenzionata con il Dipartimento di Cure Primarie dell Ausl di Bologna, con la consulenza e supervisione del Centro Specialistico contro gli abusi e i maltrattamenti Il Faro. Tempi - Un incontro di presentazione del progetto all insegnate della classe, di un ora e trenta circa. Due mattine di tre ore ciascuna con la classe in presenza dell insegnante di referente del progetto. Un incontro pomeridiano di restituzione agli insegnanti e ai genitori di un ora e trenta circa. Nota importante- Il progetto è rivolto alle singole classi.verrà individuato un referente tra gli insegnanti che dovrà essere presente a tutti gli incontri. Saranno accolte le prime 10 richieste in base alla data d invio della richiesta. Per informazioni: Francesca Pincanelli - Martedì dalle ore 14 alle ore 17 - tel. 348/ pincanelli@ausl.bologna.it Le fasi dell'intervento possono essere declinate, in base alle attività proposte, come segue: 1. Incontro conoscitivo e analisi della domanda. Informazione e presentazione dei contenuti e del materiale e dettagli del progetto agli insegnanti. Proposta progettuale concordata con gli insegnanti. 2. Conoscenza dei bambini della classe. Presentazione: Chi siamo, che lavoro facciamo, dove lavoriamo? Perché siamo qui? Cosa faremo insieme? 3. Avvio del laboratorio tematico. a. Rispettare diritti e doveri dei bambini; b. Le diverse forme di violenza. Gioco Il mio spazio vitale e Il bullo, la vittima, lo spettatore : vignette e giochi di ruolo sulla violenza tra pari e le strategie comportamentali. 4. Esploriamo insieme le emozioni e i comportamenti: felicità, tristezza, rabbia, paura, vergogna e senso di colpa ( attività di gruppo e compilazione di slide/cartelloni); 5. Rilevazione sul gradimento/efficacia (somministrazione di questionari); 6. Restituzione alle insegnanti e ai genitori e fase di confronto con gli insegnanti sul materiale prodotto.
4 Report del progetto di prevenzione della violenza interpersonale nelle scuole Obiettivo Salute Andamento degli interventi nel triennio Prevenzione della violenza nelle scuole 1. REPORT di EFFICACIA DEGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE DELLA VIOLENZA NELL SCUOLE PRIMARIE di BOLOGNA E PROVINCIA edizione REPORT di GRADIMENTO DELL INTERVENTO PER BAMBINI E INSEGNANTI DELLE SCUOLE PRIMARIE edizione
5 1. REPORT di EFFICACIA DEGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE DELLA VIOLENZA INTERPERSONALE NELLE SCUOLE PRIMARIE di BOLOGNA E PROVINCIA realizzati nell a.a Periodo della rilevazione: Dicembre Giugno 2016 Popolazione bambini delle classi III-IV-V delle scuole elementari di Bologna/provincia, che hanno richiesto di partecipare al progetto promosso attraverso il catalogo Obiettivo Salute dell AUSL di Bologna, a.a Realizzato in collaborazione Centro IL FARO (supervisone e formazione) e ONLU L Isola che c è (realizzazione e rilevazione di efficacia). 135 bambini, n. 6 classi - n. 4 Istituti di Bologna/città e provincia Classe III 13 Classe IV 62 Classe V 39 Il progetto prevedeva due incontri da 3 ore per ogni classe durante i quali sono stati raccolti ed elaborati N. 114 questionari di ingresso e di uscita sugli apprendimenti di altrettanti bambini*, presenti sia al primo che al secondo incontro (valutazione delle conoscenze iniziali e finali). *21 casi non rilevati, per assenze Efficacia degli interventi di prevenzione nelle scuole primarie N. 114 questionari raccolti conoscenze iniziali e finali 8-11 anni M 54% F 46% Classi III IV V elementare 6 ore di intervento in classe + restituzione 1. Quantitativamente sono presenti più del doppio delle nozioni, nelle risposte fornite a posteriori dai bambini in merito al riconoscimento di diritti, emozioni, forma di violenza e comportamenti corretti (48%- 57%) 2. Nel 77% (min)/85% (max) dei casi si riscontra un arricchimento in chi già possedeva delle conoscenze sui temi trattati.
6 Maggior difficoltà riscontra no i bambini nel definire cosa si intende per maltrattamento e come comportarsi: Il principale riferimento è alla violenza fisica e verbale (denigrare, offendere). Spesso, per la prima volta vengono in contatto con un informazione chiara e completa in merito ( non giuidicante/punitiva/tabu): -il 20% dei bambini afferma inizialmente di non sapere cosa si intende per maltrattamento, valore che scende sotto il 9% dopo la partecipazione al progetto; - quasi il 30% afferma inizialmente di non sapere cosa fare se si subisce violenza, contro il 5% alla fine. -Rispetto al riconoscimento di segreti buoni/imbroglioni il 54% afferma di non sapere cosa si intende in fase iniziale, contro il 17% alla fine. Riscontriamo in uscita un 67% di risposte corrette riguardo la definizione tra i due, predittive di una possibilità nel concreto di riconoscere le situazioni di rischio per i bambini coinvolti nel progetto. -Rileviamo, infine, nel 74% dei casi un arricchimento nelle risposte date sul tema della violenza.
7 2. REPORT DI GRADIMENTO DEGLI INTERVENTI NELLE SCUOLE PRIMARIE RILEVAZIONE 196 BAMBINI A.s Report di gradimento dei bambini e degli insegnanti GRADIMENTO DEL LABORATORIO NEL 92% DEI BAMBINI PARTECIPANTI IN PARTICOLARE PER LE ATTIVITÀ 1.PARLARE DELLE PROPRIE EMOZIONI 2.IL GIOCO FATTO CON LA VIGNETTA VITTIMA,BULLO E SPETTATORE: COSA FANNO E COSA PROVANO; COSA PROVERESTI NEI SUOI PANNI LE MODALITÀ RELAZIONALI PREDILETTE RISULTANO ESSERE: 1.ESPRIMERSI E ESSERE ASCOLTATI SU EMOZIONI/ESPERIENZE PERSONALI 2.BIGLIETTINI ANONIMI IN CUI SENTIRSI LIBERI DI SCRIVERE CIÒ CHE PENSANO E SENTONO Report di gradimento dei bambini e degli insegnanti -TUTTI GLI INSEGNANTI AFFERMANO DI AVER GRADITO IL PROGETTO (100%) IN PARTICOLARE, SONO APPREZZATE LE ATTIVITÀ ESPLORAZIONE DELLE EMOZIONI E DEL BULLISMO E IL METODO INTERATTIVO/PARTECIPATIVO E ORIENTATO ALL ASCOLTO -NEL 77% AFFERMANO DI AVER VISTO CORRISPOSTE LE PROPRIE ASPETTATIVE VALUTAZIONE DEI CONDUTTORI (SCALA A 6 PUNTI) PADRONANZA DEL TEMA 5,8 INTERAZIONE CON L AULA 5,8 CHIAREZZA ESPOSITIVA 5,9
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