Elisa Paganini (Università degli Studi di Milano)

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1 Elisa Paganini (Università degli Studi di Milano) STRAWSON E DONNELLAN: LE PRIME CRITICHE ALLA TEORIA DELLE DESCRIZIONI DI RUSSELL (Dispense per il secondo modulo del corso di Filosofia del linguaggio ) [Le dispense sono uno strumento per aiutare lo studente a orientarsi nella lettura dei testi di Strawson e Donnellan. Chiunque trovi errori o parti poco comprensibili è pregato di segnalarli all autore. Grazie] Per Teoria delle Descrizioni di Russell si intende comunemente la teoria delle descrizioni definite. Quindi d ora in poi si abbrevierà spesso descrizioni definite con descrizioni. La teoria delle Descrizioni di Russell è stata oggetto di svariate critiche. La prima critica che prenderemo in considerazione è volta a dimostrare che la teoria di Russell è sbagliata: si tratta della critica di Peter Strawson. La seconda critica che prenderemo in considerazione si propone invece di mostrare che la teoria di Russell è solo parzialmente corretta, e occorre integrarla in modo opportuno, e questa è la critica di Keith Donnellan. 1. Breve introduzione a Peter Strawson (questa breve introduzione è ad uso dello studente e non verrà chiesta all esame) Peter Strawson ( ) è stato un filosofo inglese che ha insegnato a Oxford per tutta la vita. E utile tener presente che Strawson è stato uno dei principali esponenti della filosofia del linguaggio ordinario, una corrente filosofica attiva a Oxford negli anni fra il 1940 e il 1960/70. Fra gli altri esponenti della filosofia del linguaggio ordinario vale la pena di ricordare John L. Austin, Gilbert Ryle e Herbert Hart. Un filosofo molto vicino alla posizione dei cosiddetti filosofi del linguaggio ordinario è stato Wittgenstein, nella seconda fase della sua riflessione filosofica. La tesi principale sostenuta dai cosiddetti filosofi del linguaggio ordinario è che, per affrontare i problemi filosofici, occorre fare attenzione al linguaggio ordinario, a come parlano comunemente le persone. L idea generale è che il linguaggio ordinario deve essere rispettato nella sua ricchezza e varietà e non appiattito sui formalismi logici. I loro bersagli polemici sono Frege, Russell, il Circolo di Vienna, Quine e il cosiddetto primo Wittgenstein. Tutti questi filosofi hanno cercato di liberarsi dalle impurità del linguaggio ordinario e di creare un linguaggio ideale con l aiuto della logica. I filosofi del linguaggio ordinario ritengono invece che il linguaggio come è comunemente usato abbia una ricchezza di cui la forma logica non

2 riesce a rendere conto. Questo tipo di osservazione verrà appunto ribadita da Strawson alla fine del saggio che noi leggeremo, cioè On Referring (tr. it. Sul riferimento ) La critica di Strawson e la sua proposta Strawson si propone di mostrare che la teoria di Russell non è corretta. Egli innanzitutto si concentra su quelle che considera espressioni referenziali, cioè espressioni per lo più usate per riferirsi a un particolare oggetto, come nomi, descrizioni definite, pronomi personali (egli, io, tu, ecc.) e dimostrativi singolari (questo, quello). Già da questa prima osservazione si può notare una differenza sostanziale rispetto a Russell: per Russell le descrizioni non si riferiscono a oggetti, sono funzioni proposizionali o descrizioni verbali che possono essere soddisfatte o no. Sebbene Strawson sia propenso a credere che una descrizione definita, in quanto espressione referenziale, sia usata per lo più per riferirsi a oggetti, riconosce che ci sono eccezioni che non vanno dimenticate. Si pensi ad esempio all enunciato La balena è un mammifero, in questo caso la descrizione definita la balena non è usata per riferirsi a una particolare balena. Oppure si consideri l enunciato Napoleone è il più valoroso soldato francese, in questo caso la descrizione il più valoroso soldato francese è parte del predicato e non serve per riferirsi a una particolare persona. Sebbene le descrizioni non siano sempre usate in modo referenziale e sebbene ci siano enunciati in cui compaiono anche più descrizioni, come ad esempio Il più valoroso soldato francese ha incontrato il meno valoroso soldato tedesco, e in cui non tutte le descrizioni sono usate referenzialmente, la funzione referenziale delle descrizioni è secondo Strawson indiscutibile quando la descrizione compare come soggetto di un enunciato costituito semplicemente da soggetto e predicato. Quando un enunciato è costituito da soggetto e predicato e quando il soggetto è costituito da una descrizione definita, allora secondo Strawson la descrizione ha una funzione referenziale, cioè ha la funzione di riferirsi a un oggetto. Se questa funzione della descrizione non è soddisfatta allora l enunciato non è né vero né falso. Si pensi ad esempio all enunciato Il re di Francia è saggio, secondo Strawson questo enunciato, proferito oggi, non è né vero né falso. Di fronte a questa presa di posizione si potrebbe credere che Strawson si limiti a ripetere quello che diceva Frege. Anche per Frege infatti un enunciato costituito da una descrizione definita in posizione di soggetto non è né vero né falso se la descrizione definita non denota alcun oggetto. 2

3 C è però una differenza importante. Per Frege, l enunciato Il re di Francia è saggio pur non essendo né vero né falso, esprime comunque un pensiero, ha cioè un contenuto che può essere afferrato con la mente. Al riguardo, Strawson non è così perentorio. Talvolta sembra sostenere che in effetti un enunciato del genere esprime un contenuto che non è né vero né falso e questo corrisponde in effetti all affermazione freghiana che l enunciato esprime un pensiero, ma non ha valore di verità. Altre volte sostiene che l enunciato non riesce ad esprimere un contenuto e per questo non ha valore di verità, e questo è in contrasto con l affermazione freghiana che l enunciato esprime un pensiero. In ogni caso, le argomentazioni che hanno portato Strawson a sostenere la sua posizione sono diverse da quelle di Frege e vanno pertanto considerate autonomamente. 1.2 La ricostruzione da parte di Strawson del ragionamento russelliano Strawson si preoccupa di ricostruire qual è il ragionamento che ha portato Russell a ritenere che l analisi corretta delle descrizioni definite fosse quella da lui proposta e si propone di mostrare dove a suo avviso Russell ha sbagliato. Secondo Strawson, Russell era preoccupato dal seguente ragionamento che viene ricostruito attraverso 5 tesi di cui l ultima è la conclusione: 1) sia il re di Francia il soggetto dell enunciato S 2) pertanto se S è significante, allora S riguarda il re di Francia 3) ma se il re di Francia non esiste, l enunciato S non può riguardare il re di Francia 4) S è significante 5) Quindi il re di Francia deve esistere in un qualche senso Russell vuole rifiutare la conclusione di questo argomento, non vuole sostenere che gli oggetti inesistenti esistono in un qualche senso. Per rifiutare la conclusione di un argomento occorre rifiutare una delle sue premesse. Russell rifiuta pertanto la premessa 1) e di conseguenza anche la premessa 2) viene ritenuta falsa. E non c è di conseguenza nessuna ragione di doversi impegnare alla verità della conclusione 5). Innanzitutto, vale la pena di considerare perché Russell rifiuta la premessa 1). Consideriamo l enunciato Il re di Francia è saggio : il soggetto grammaticale dell enunciato S è il re di Francia, ma la descrizione il re di Francia non è il soggetto logico dell enunciato. Per Russell, l enunciato S è un enunciato esistenziale che pertanto non contiene un termine singolare che si riferisce a un particolare oggetto. 3

4 Veniamo ora alla premessa 2). La premessa 2) è un implicazione e per dimostrare che un implicazione è falsa, occorre mostrare che si può dare il caso che l antecedente è vero, ma il conseguente è falso. Secondo Russell, l enunciato non riguarda un particolare oggetto, il re di Francia, anche se è significante. Come è noto, l enunciato Il re di Francia è saggio è analizzato da Russell attraverso tre clausole che possono essere così riassunte: esiste uno e un solo re di Francia e chiunque sia re di Francia è saggio. Il fatto che l enunciato sia traducibile attraverso le tre clausole garantisce che l enunciato sia significante. D altra parte, se consideriamo l analisi logica di Russell, non troviamo un soggetto logico (o termine singolare) che ha ruolo referenziale e quindi secondo Russell l enunciato non riguarda alcun oggetto o persona. Ora, poiché 1) e di conseguenza 2) sono falsi, non c è alcuna garanzia che la conclusione 5) sia vera e quindi Russell presenta delle ragioni per non impegnarsi alla verità di 5). Veniamo ora alle ragione per cui, secondo Strawson, Russell si è sbagliato. Secondo Strawson, si può rifiutare la premessa 2) senza doversi impegnare alla teoria di Russell. L idea di Strawson è che un enunciato che contiene un termine singolare come soggetto può essere significante anche se il termine referenziale non si riferisce ad alcunché e quindi anche se l enunciato non riguarda un particolare oggetto. Quindi la differenza fra Russell e Strawson è la seguente: Russell ritiene che una descrizione non sia un termine referenziale; Strawson ritiene invece che le descrizioni siano termini referenziali, anche se talvolta non hanno riferimento. Per riuscire a capire la strategia argomentativa di Strawson occorre distinguere fra significato (di un termine singolare o di un enunciato) e riferimento (di un termine singolare) o valore di verità (di un enunciato). Il significato di un enunciato va distinto secondo Strawson dal valore di verità che assume l enunciato quando viene usato. E il significato di un termine singolare va distinto da ciò a cui si riferisce un particolare uso dello stesso termine singolare. Cominciamo con la distinzione fra significato e riferimento di una descrizione. Per rendersi conto che il significato della descrizione il re di Francia non coincide col suo riferimento basta osservare che questa espressione è stata usata in tempi diversi per riferirsi a persone diverse. Ad esempio, quando la descrizione era usata al tempo di Luigi XIV si riferiva a Luigi XIV, quando era usata al tempo di Luigi XV si riferiva a Luigi XV, e così via. E quindi evidente che la descrizione è stata usata in tempi diversi per riferirsi a persone diverse e la descrizione di per sé non ha alcun riferimento. Il riferimento è ciò che una descrizione ottiene solo sulla base dell uso che se ne fa e non indipendentemente dall uso. 4

5 Tuttavia la descrizione è significante. Qual è il suo significato? Per fornire il significato di una descrizione occorre, per Strawson, fornire istruzioni generali per il suo uso al fine di riferirsi a un particolare oggetto o persona. Strawson fa il seguente esempio. Se qualcuno ci chiede il significato del dimostrativo questo non gli diamo in mano (o gli indichiamo) un oggetto, ma gli spieghiamo l insieme di regole e convenzioni che stabiliscono il suo uso. Così, se qualcuno ci chiede il significato di il re di Francia non gli mostriamo un ritratto di Luigi XIV, ma gli spieghiamo le regole e le convenzioni che presiedono al suo uso. Veniamo ora alla distinzione fra significato di un enunciato e il valore di verità che esso assume. Ancora una volta, se prendiamo in considerazione l enunciato il re di Francia è saggio, questo enunciato può avere assunto valori di verità diversi in tempi diversi (ammesso che ci sia stato almeno un re saggio nella storia della Francia e dando per scontato che ce ne sono stati almeno alcuni non saggi). Questo enunciato non ha quindi un valore di verità di per sé, ma assume un valore di verità solo in base al suo uso. Se le diverse occorrenze di enunciato possono assumere valori di verità diversi, questo non vuol dire che l enunciato cambia significato. Il significato è sempre lo stesso, ma diverse occorrenze possono assumere diversi valori di verità. E qual è il significato di un enunciato? Per fornire il significato di un enunciato occorre fornire istruzioni generali per il suo uso al fine di fare asserzioni vere o false. Così come se qualcuno chiede il significato dell enunciato Ho mal di testa gli forniamo istruzioni generali che permettono di fare un asserzione vera con quell enunciato, così dobbiamo fare con l enunciato il re di Francia è saggio. Prendiamo ora in considerazione l enunciato il re di Francia è saggio proferito ai giorni nostri. E evidente che in questo caso l occorrenza della descrizione il re di Francia non ha riferimento. Secondo Strawson, l enunciato Il re di Francia è saggio è significante, anche se la sua occorrenza attuale è priva di valore di verità, e la descrizione il re di Francia è significante anche se una sua occorrenza attuale non si riferisce ad alcunché. Quindi, secondo Strawson, l enunciato Il re di Francia è saggio è significante anche se qualche sua occorrenza non riguarda il re di Francia. Pertanto, secondo Strawson, si può rifiutare la premessa 2) dell argomento che ha creato problemi a Russell e evidentemente non ci si deve impegnare alla conclusione dell argomento, senza doversi impegnare alla tesi che gli enunciati che contengono descrizioni definite sono enunciati esistenziali (come sosteneva Russell). 5

6 1.3 Gli errori nella teoria di Russell secondo Strawson Nel paragrafo precedente abbiamo considerato che cosa, secondo Strawson, ha portato erroneamente Russell a sostenere la sua teoria. In questo paragrafo prendiamo in considerazione le ragioni per cui la teoria di Russell è sbagliata secondo Strawson. Secondo Strawson, Russell fa erroneamente le seguenti due assunzioni: 1) chiunque asserisca l enunciato Il re di Francia è saggio fa un asserzione vera o falsa 2) parte di ciò che viene asserito è che esiste uno e un solo re di Francia Strawson critica queste due affermazioni. Da una parte contro l affermazione 1) egli ribadisce che di fronte all affermazione Il re di Francia è saggio fatta al giorno d oggi, saremmo propensi a replicare Ma non c è alcun re di Francia, cosa stai dicendo? e per questa ragione chi facesse un asserzione del genere non riuscirebbe ad asserire qualcosa di vero o di falso. Al riguardo, la maggior parte dei critici ritiene che tanto la posizione di Russell che quella di Strawson siano ugualmente accettabili. Ci si trova di fronte a un contrasto fra intuizioni, ugualmente accettabili. 1 È interessante capire perché Strawson rifiuta l asserzione 2) secondo cui parte di ciò che è asserito dall enunciato Il re di Francia è saggio è che esiste uno e un solo re di Francia. Secondo Strawson, quando usiamo una descrizione definita, il suo uso primario è quello di riferirsi a un oggetto o persona. Una descrizione definita quindi, come ogni altro termine singolare, segnala con il suo uso che ci si sta riferendo a qualcosa. Questo ovviamente non vuol dire che il riferimento avviene sempre, ma vuol dire che questo è il suo uso primario. L idea di Strawson è quindi che di fatto non viene asserito che esiste uno e un solo re di Francia quando usiamo un enunciato che contiene la descrizione definita il re di Francia, ma tutt al più che l uso primario di una descrizione è quello di riferirsi a una persona, ma questo uso può anche essere disatteso. In alcuni casi, Strawson afferma che il fatto che esista un re di Francia è ciò che è presupposto affinché l asserzione sia vera, ma non è ciò che viene asserito. Strawson fa qui un esempio che verrà ripreso da Kripke (come avremo modo di vedere). L esempio è costituito dall enunciato seguente: Il tavolo è pieno di libri. E evidente che in questo caso non si sta asserendo che esiste uno e un solo tavolo e che qualsiasi cosa sia un tavolo è pieno di libri. 1 Alcuni filosofi contrari a Strawson presentano esempi che, in base alle nostre intuizioni, sono chiaramente a sostegno dell analisi di Russell. Si pensi ad esempio a Il re di Francia telefona a Mario Monti tutte le sere, in questo caso l intuizione della maggior parte dei parlanti è che l enunciato sia falso (e non che non sia né vero né falso). 6

7 Quando usiamo un enunciato del genere, generalmente usiamo la descrizione definita il tavolo per riferirci a un particolare tavolo che è evidenziato dal contesto d uso. Non asseriamo che esiste uno e un solo tavolo, ma presupponiamo che ci sia uno e un solo tavolo rilevante a cui facciamo riferimento col nostro uso. Secondo Strawson il ruolo di una descrizione definita è un ruolo referenziale, mentre il ruolo attributivo (cioè la funzione di attribuire una proprietà a un oggetto) è svolto preferibilmente dal predicato. Quindi contrariamente a quello che dice Russell, secondo Strawson, quando usiamo un termine singolare il suo ruolo privilegiato (anche se non sempre messo in pratica) è quello di riferirsi a un oggetto e non quello di fornire una descrizione di un oggetto. Secondo Strawson, Russell ha confuso l uso referenziale (che si applica a tutti i termini singolari, comprese le descrizioni definite) con l uso attributivo (che si applica soprattutto ai termini predicativi). Russell quindi fornisce la sua analisi dando per scontato un uso attributivo delle descrizioni definite, mentre secondo Strawson il loro uso è prevalentemente referenziale. 1.4 La differenza fra ruolo referenziale e ruolo attributivo delle espressioni linguistiche Per Strawson, un espressione ha un ruolo referenziale quando può essere usato nella risposta alla domanda Di che cosa si sta parlando?, mentre ha un ruolo attributivo quando può essere usata per rispondere alla domanda Che cosa si sta dicendo a proposito di ciò (di lui o di lei)?. Come si è detto, per Strawson il ruolo privilegiato di una descrizione definita è quello referenziale. Tuttavia Strawson sottolinea che il ruolo referenziale di un termine singolare dipende dal suo uso e ci tiene a precisare quali sono i fattori che permettono a ciascun termine singolare di avere il riferimento che di volta in volta ha. Per Strawson, un termine singolare preso isolatamente dal suo uso non ha alcun riferimento. Il riferimento di un termine singolare dipende da una parte dal contesto di emissione dell enunciato che contiene il termine singolare (e il contesto è costituito dall identità del parlante e dell ascoltatore, dal tempo di emissione, dal luogo di emissione, dalla storia personale del parlante e dell ascoltatore, ecc.) e dall altra da convenzioni che sono associate alle espressioni linguistiche. In base alle convenzioni linguistiche associate ai termini singolari, l oggetto a cui di volta in volta si fa riferimento deve essere in particolari relazioni che vanno di volta in volta specificate con il parlante e il contesto di emissione dell enunciato. Ad esempio, per la parola io, le convenzioni linguistiche prevedono che l oggetto di riferimento sia il parlante, e che quindi il fattore contestuale rilevante per stabilire il riferimento del termine sia costituito dal parlante. Per altre espressioni, le convenzioni saranno diverse e più difficili da specificare. 7

8 Strawson sottolinea che il ruolo del contesto e le convenzioni che permettono a un termine singolare di avere il riferimento che ha non sono parte di ciò che viene detto con un enunciato che contiene un termine singolare nel ruolo di soggetto, ma sono ciò che viene presupposto con l uso di tale espressione e restano pertanto impliciti. Secondo Strawson, ci sono termini singolari che hanno prevalentemente una funzione referenziale (come i nomi e i pronomi) e termini singolari che possono svolgere sia una funzione referenziale che una funzione attributiva (come i nomi comuni [ad esempio: uomo, cane, pappagallo, tavolo, ecc.], anche accompagnati da aggettivi o predicati). Le espressioni capaci di avere un ruolo referenziale, secondo Strawson, possono svolgere questo ruolo in modi diversi a seconda dei seguenti tre parametri: 1) L uso di un termine singolare può permettere all espressione di avere riferimento facendo più o meno affidamento sul contesto di proferimento: ad esempio l uso di io permette a questa espressione di avere riferimento facendo fortemente affidamento sul contesto d uso, mentre l uso dell espressione il diciottesimo re di Francia fa un minimo affidamento sul contesto d uso. 2) Un termine singolare può avere maggiore o minore contenuto descrittivo. Secondo Strawson il contenuto descrittivo concerne delle limitazioni convenzionali che riguardano il tipo di cose a cui un espressione si può riferire. Ad esempio, un pronome ha un minimo contenuto descrittivo, mentre una descrizione definita come la tavola rotonda ha un massimo contenuto descrittivo. Ci sono poi nomi propri impuri che hanno un contenuto descrittivo come La Tavola Rotonda. 3) Infine l uso referenziale di un termine singolare può dipendere da convenzioni generali che riguardano qualunque suo uso o da convenzioni ad hoc che riguardano alcuni suoi usi. Dipendono da convenzioni generali i pronomi e da convenzioni ad hoc i nomi propri (ad esempio ci sono molte persone chiamate Maria e di volta in volta occorre sapere qual è la convenzione rilevante per poter stabilire il riferimento di Maria ). Ci sono poi termini singolari che hanno un grado intermedio di dipendenza dalle convenzioni, sono i nomi propri impuri come il Vecchio Pretendente ( the Old Pretender - nome utilizzato per James Francis Edward Stuart ( ), figlio del re James II d Inghilterra deposto dal suo ruolo in seguito alla rivolta guidata da Guglielmo d Orange): solo colui che ha la proprietà di essere pretendente può essere il riferimento del nome, ma il riferimento del nome dipende anche da convenzioni ad hoc. 8

9 1.5 Alcune precisazioni terminologiche Come abbiamo avuto modo di constatare, Strawson critica Russell per aver posto l accento sul ruolo attrubutivo delle descrizioni, mentre Strawson ritiene che le descrizioni definite abbiano prevalentemente un ruolo referenziale. Per Strawson, il ruolo referenziale delle descrizioni dipende dal fatto che possono essere usate per rispondere alla domanda Di che cosa stiamo parlando? e dal fatto che le descrizioni hanno come ruolo privilegiato quello di riferirsi a un oggetto. Il ruolo attributivo è svolto invece da quelle espressioni che servono a rispondere alla domanda Che cosa si sta dicendo a proposito di ciò (di lei o di lui)? e non hanno come ruolo quello di riferirsi ad oggetti, ma quello di descriverli. Vale la pena di considerare se Russell si sarebbe riconosciuto come sostenitore della tesi che le descrizioni hanno un ruolo attributivo. Di fatto, Russell si sarebbe riconosciuto nella tesi che le descrizioni hanno il ruolo di introdurre funzioni proposizionali, di essere tradotti con l ausilio di quantificatori esistenziali, ma non avrebbe probabilmente accettato di dire che le descrizioni hanno un ruolo attributivo. Uno degli esempi famosi di Russell è l enunciato Il re di Francia è calvo. Russell non avrebbe sostenuto che la descrizione il re di Francia ha un ruolo attributivo, cioè il ruolo di descrivere un oggetto, tanto più che Russell riteneva che l enunciato proferito ai suoi tempi fosse falso proprio perché non esisteva ai suoi tempi un re di Francia. 1.6 Alcuni problemi per gli usi referenziali Sebbene Strawson ritenga che i termini singolari abbiano un uso referenziale privilegiato, tuttavia egli presenta tre problemi che la sua teoria sembra avere e per ciascuno di tali problemi fornisce una soluzione che rende la sua teoria plausibile e accettabile. 1) Le descrizioni indefinite Obiezione: Secondo Strawson, come abbiamo detto, l uso dei termini referenziali permette di rispondere alla domanda Di chi stai parlando?. Ci sono termini referenziali che inducono questa domanda (ad esempio, se qualcuno ci dice egli è arrivato tardi, possiamo tranquillamente chiedergli di chi stai parlando? ) e altri per cui è meno plausibile (ad esempio Napoleone era francese ). Tuttavia questa domanda può essere indotta anche da espressioni che tradizionalmente vengono tradotte con un quantificatore esistenziale come le descrizioni indefinite. Ad esempio se qualcuno ci dice Qualcuno mi ha detto che o Uno mi ha detto che (completate l enunciato come volete), possiamo tranquillamente chiedergli a chi ti stai riferendo?/ di chi stai parlando?. Ora un enunciato che contiene una descrizione indefinita viene chiaramente tradotto con un quantificatore 9

10 esistenziale e non dovrebbe pertanto essere possibile fare questa domanda se gli enunciati che contengono un quantificatore esistenziale sono attributivi e non referenziali. Ora, poiché Russell ha fornito un analisi delle descrizioni definite che fa uso del quantificatore esistenziale e poiché certi usi del quantificatore esistenziale permettono la domanda che ci permette di individuare le espressioni referenziali, si potrebbe ritenere che Strawson non ha mostrato i limiti della teoria di Russell. Risposta all obiezione: Secondo Strawson, quando usiamo una descrizione indefinita, generalmente non intendiamo riferirci a una persona particolare o, se abbiamo in mente una specifica persona, vogliamo lasciare la sua identità nascosta. Quindi quando usiamo una descrizione indefinita facciamo capire chiaramente che non vogliamo o non possiamo rispondere alla domanda a chi ti stai riferendo?/ di chi stai parlando?. 2) Gli enunciati di identificazione Obiezione: Russell ha sottolineato che fra i pregi della sua teoria c è la possibilità di distinguere fra enunciati di identità e enunciati che non sono di identità. Quindi se prendiamo in considerazione questi due enunciati: (a) Napoleone è colui che ha ordinato l esecuzione del duca di Engheim (b) Napoleone ha ordinato l esecuzione del duca di Engheim Russell è in grado di presentare la differenza fra di essi. Per rendercene conto, introduciamo i seguenti simboli per una costante individuale e per una costante predicativa: n = Napoleone O = aver ordinato l esecuzione del duca di Engheim Ora i due enunciati (a) e (b) verranno tradotti rispettivamente nel modo seguente: (a*) x (Ox y(oy x=y) n=x) (b*) On L obiezione è che Strawson non riesce a rendere conto della differenza fra questi due enunciati. Per Strawson in entrambi i casi si ha a che fare con un termine referenziale a cui si connette un termine predicativo. Risposta all obiezione: 10

11 Strawson è disposto a riconoscere che il contenuto dei due enunciati è lo stesso, quello che cambia è il tipo di assunzione che il parlante fa riguardo alle conoscenze del suo interlocutore. Nel primo caso il parlante presuppone che l interlocutore sappia che è stata ordinata l esecuzione del duca di Engheim da qualcuno, anche se non sa da chi. Mentre nel secondo caso il parlante non suppone che l interlocutore abbia questa conoscenza. Strawson non è pertanto disposto a chiamare l enunciato (a) un enunciato di identità come fa Russell, ma lo considera piuttosto un enunciato di identificazione (un enunciato cioè che permette all interlocutore di individuare chi ha una certa proprietà). 3) La logica degli enunciati costituiti da soggetto e predicato Obiezione: Si considerino gli enunciati che sono introdotti da un quantificatore universale come Tutti i miei figli sono a letto che è, dal punto di vista logico, equivalente a Non esiste qualcuno che è mio figlio e non è a letto. Ora una persona che non ha figli non sarebbe disposta ad asserire né l enunciato Tutti i miei figli sono a letto né la sua negazione (sia essa la contraria o la contraddittoria). Si potrebbe ritenere che la condizione di asseribilità dell enunciato dipende dal fatto che il quantificatore esistenziale è soddisfatto da almeno un oggetto e quando questa presupposizione non è soddisfatta, l enunciato non è asseribile. E, se fosse così, anche nel caso di un enunciato che contiene una descrizione definita si potrebbero avere uguali condizioni di asseribilità e la traduzione Russelliana sarebbe adeguata con una semplice aggiunta che riguarda le condizioni di asseribilità. Risposta all obiezione: Un enunciato universale come Tutti i miei figli sono a letto può essere usata per far intendere all interlocutore che il parlante ha figli, e possono addirittura essere usate in modo referenziale. Così come certe descrizioni definite possono essere usate per far intendere che ci sono oggetti che soddisfano certe proprietà. Tuttavia queste considerazioni non ci servono per stabilire qual è la struttura logica di un enunciato. Strawson conclude il suo saggio affermando che il linguaggio comunemente usato non si presta a un analisi logica rigorosa. E in queste affermazioni finali riscontriamo in Strawson la sua consonanza con gli intenti dei cosiddetti filosofi del linguaggio ordinario. 11

12 2. Breve introduzione a Keith Donnellan (questa breve introduzione è ad uso dello studente e non verrà chiesta all esame) Keith Donnellan (1931- ) è un filosofo americano, ha studiato a Cornell e ha insegnato per la maggior parte della sua vita a UCLA (University of California, Los Angeles) dove è tuttora Professore Emerito. I suoi contributi maggiori alla filosofia sono in filosofia del linguaggio e il suo saggio più famoso è proprio quello che leggiamo noi, cioè Reference and Definite Descriptions (tr. it. Riferimento e descrizioni definite ). 2.1 La tesi principale di Donnellan Secondo Donnellan si deve distinguere fra due diversi usi delle descrizioni definite, un uso attributivo e un uso referenziale. Si può pensare (erroneamente, come vedremo) che Donnellan intenda semplicemente conciliare il ruolo attributivo delle descrizioni attribuito da Strawson a Russell con il ruolo referenziale delle descrizioni proposto da Strawson. Non è così. Secondo Donnellan le tesi di Russell e Strawson possono rendere conto in modo parziale degli usi attributivi delle descrizioni definite, mentre l uso referenziale delle descrizioni, per come lo intende Donnellan, è stato trascurato da entrambi. Il suo saggio è quindi una critica sia a Russell che a Strawson perché hanno trascurato quello che egli chiama l uso referenziale delle descrizioni definite e per questa ragione sono incorsi in errori di vario tipo. 2.2 La differenza fra uso referenziale e uso attributivo secondo Donnellan Prendiamo un qualunque enunciato che contenga una descrizione definita nella posizione di soggetto grammaticale, ad esempio l enunciato L assassino di Smith è pazzo. La descrizione in questo enunciato può essere usata in modo attributivo o in modo referenziale. Si usa in modo attributivo quando si intende riferirsi a chiunque soddisfa la descrizione, si usa in modo referenziale quando la descrizione è usata dal parlante per far capire al suo uditorio a chi si sta riferendo. Consideriamo la seguente situazione. Ci troviamo sul luogo di un delitto orribile in cui vediamo il corpo di Smith barbaramente massacrato e ucciso. Di fronte a questa scena straziante il parlante dice L assassino di Smith è pazzo. E evidente che il parlante può non sapere chi ha ucciso Smith, può non avere neanche un sospetto al riguardo, ma usa la descrizione in modo attributivo intendendo che chiunque ha compiuto l atto di uccidere Smith è un pazzo. Consideriamo ora una situazione diversa, siamo in un aula di tribunale e Jones è imputato per aver ucciso Smith. Jones dà evidenti segni di squilibrio col suo comportamento. E uno che assiste al processo dice L assassino di Smith è pazzo. In questo caso il parlante intende chiaramente 12

13 riferirsi a Jones e si riferisce a Jones anche se di fatto Jones non ha ucciso Smith. E l ascoltatore può capire che il parlante si riferisce a Jones anche se non crede che Jones sia colpevole. In questo caso il parlante usa la descrizione in modo referenziale. Consideriamo un secondo esempio che non riguarda un enunciato dichiarativo, ma un enunciato interrogativo. Una descrizione può essere usata in modo attributivo o in modo referenziale anche se compare all interno di un enunciato interrogativo. L enunciato interrogativo è il seguente: Chi è l uomo che beve Martini? Supponiamo di essere a una festa e di notare una persona dall aspetto interessante con un bicchiere di Martini in mano. Il parlante chiede Chi è l uomo che beve Martini?, l interlocutore capisce a chi si riferisce il parlante anche se di fatto nessuno sta bevendo Martini e l uomo a cui fa riferimento ha in mano un bicchiere di Martini che contiene solo acqua. In questo caso la descrizione è usata in modo referenziale. Supponiamo ora di essere a un raduno dell Unione degli Astemi e il presidente viene a sapere che qualcuno sta bevendo Martini e chiede Chi è l uomo che beve Martini?. In questo caso, il parlante non ha intenzione di riferirsi a una persona in particolare, semplicemente si riferisce a chiunque soddisfi la descrizione e l uso della descrizione in questo caso è attributivo. Prendiamo in considerazione un terzo enunciato, un enunciato imperativo, in cui si compie una richiesta a un altra persona: Portami il libro sul tavolo. Supponiamo che qualcuno usi la descrizione in modo referenziale perché ha bisogno del libro che pensa di aver lasciato sul tavolo. Se uno di noi è il suo interlocutore e sul tavolo non ci sono libri, ma c è un libro lì accanto, gli portiamo il libro che è lì vicino perché presumiamo che sia quello inteso dal parlante. Consideriamo invece il caso in cui il parlante possegga un tavolo molto prezioso e antico che non debba assolutamente essere rovinato. Quando il parlante si rivolge a noi con Portami il libro sul tavolo sta usando la descrizione in modo attributivo e non gli saremmo d aiuto se gli portassimo un libro nelle vicinanze. Ora che abbiamo introdotto la distinzione fra uso referenziale e uso attributivo delle descrizioni definite, è bene osservare che Donnellan distingue fra uso referenziale e uso attributivo delle descrizioni, mentre Strawson distingue fra ruolo referenziale e ruolo attributivo delle diverse espressioni del linguaggio. Le definizioni sono diverse e lo studente è invitato a concentrarsi sulla differenza fra le diverse definizioni. 13

14 Questa differenza sarà utile per considerare il confronto che Donnellan fa fra la sua posizione e quella di Russell e Strawson. Prima occorre però considerare una premessa importante. 2.3 Una premessa importante: distinzione fra riferimento e denotazione Per Russell le descrizioni definite non si riferiscono ad oggetti, ma possono comunque denotare oggetti. Una descrizione denota un oggetto se l oggetto soddisfa la descrizione, ad esempio il maestro di Alessandro Magno per Russell denota una persona, cioè Aristotele, perché Aristotele soddisfa la descrizione, ma non si riferisce ad Aristotele, perché per Russell le descrizioni non si riferiscono ad oggetti. La nozione di riferimento viene intesa da Donnellan in modo diverso da quanto ritengono Russell e Strawson. Per Russell, come abbiamo visto, una descrizione definita non si riferisce ad un oggetto. Per Strawson, il ruolo privilegiato di una descrizione è quella di riferirsi a un oggetto. Per Donnellan, il riferimento di una descrizione dipende unicamente da come la descrizione è usata. Se la descrizione è usata in modo attributivo, la descrizione si riferisce a qualunque cosa soddisfi la descrizione, e se nulla soddisfa la descrizione, la descrizione non ha riferimento. Questo non vuol dire che quando la descrizione è usata attributivamente il parlante abbia in mente qualcuno in particolare a cui si riferisce, può anche essere che il parlante non l abbia in mente o può darsi che il parlante creda erroneamente che una cosa soddisfi la descrizione; ciò a cui il parlante si riferisce con la descrizione è comunque qualunque cosa soddisfi la descrizione e quindi non si riferisce a qualcosa in particolare. Quindi, ad esempio, consideriamo l enunciato il candidato repubblicano per le presidenziali americane nel 1964 sarà un conservatore proferito nel 1960, la descrizione denota Goldwater, ma non si riferisce a quella persona in particolare, si riferisce genericamente a chiunque soddisfi la descrizione. Quando la descrizione è usata in modo referenziale, invece, il riferimento è l oggetto su cui il parlante dirige l attenzione dell interlocutore. Pensiamo a l assassino di Smith è pazzo proferito durante il processo per l assassinio di Smith e in cui Jones è imputato, la descrizione si riferisce nel caso specifico a Jones, perché Jones è la persona su cui il parlante vuole dirigere l attenzione dei suoi interlocutori, anche se Jones non fosse l assassino di Smith. 2.4 La prima critica di Donnellan a Russell e Strawson Secondo Donnellan, Russell e Strawson fanno errori che li accomunano. Il primo errore che viene imputato da Donnellan a Russell e Strawson è quello di ritenere che 1) la funzione di una descrizione definita è indipendente dalle occasioni d uso. 14

15 Verifichiamo se Russell e Strawson effettivamente sostengono questa tesi. Per Russell, le descrizioni sono funzioni proposizionali, qualunque sia il loro uso. Per Strawson, la funzione di una descrizione è quella di riferirsi a un oggetto o persona, anche se ovviamente in diverse occasioni d uso la descrizione può riferirsi ad oggetti diversi; può anche succedere che la descrizione non si riferisca ad alcunché, ma la sua funzione principale è comunque quella di riferirsi a un oggetto o persona. Quindi effettivamente Russell e Strawson aderiscono alla tesi 1). Secondo Donnellan, questa assunzione è sbagliata. Come abbiamo visto, la descrizione contenuta in uno stesso enunciato può essere usata in modo referenziale o in modo attributivo. E quindi la funzione della descrizione dipende dal modo in cui è usata. 2.5 La seconda critica di Donnellan a Russell e Strawson Il secondo errore che viene imputato da Donnellan a Russell e Strawson è quello di aver sostenuto quanto segue: 2a) chi usa una descrizione presuppone o implica che qualcosa soddisfi la stessa descrizione 2b) quando la presupposizione o l implicazione non è soddisfatta, l enunciato non è vero (Russell direbbe che è falso, Strawson che non è né vero né falso) La replica di Donnellan a 2a) Consideriamo innanzitutto se Russell e Strawson accetterebbero 2a). Strawson accetta che l uso di una descrizione presuppone che la descrizione sia soddisfatta, come abbiamo visto si può dare il caso che la presupposizione non sia soddisfatta, ma comunque il fatto che qualcosa soddisfi la descrizione è generalmente presupposto dall uso della stessa. Per Russell chi usa una descrizione sta facendo un affermazione esistenziale, implica con l uso della descrizione che esista qualcosa che soddisfa la descrizione; questa ricostruzione del pensiero di Russell è accettabile almeno finché non abbiamo a che fare con la negazione (come abbiamo visto, se si dice Il re di Francia non è calvo, questa affermazione è equivalente almeno in una sua interpretazione a Non esiste qualcosa che sia l unico re di Francia e che sia calvo, non si sta quindi implicando che ci sia qualcosa che soddisfa la proprietà di essere re di Francia). Quindi Donnellan attribuisce a Russell e Strawson un assunzione che può essere attribuita a Russell solo parzialmente. Consideriamo ora perché, per Donnellan, questa assunzione (cioè 2a)) non sia accettabile. 15

16 -Innanzitutto Donnellan sottolinea che le descrizioni definite possono essere usate senza che ci sia da parte del parlante questa presupposizione o implicazione. Donnellan sottolinea che in alcuni casi le descrizioni sono usate chiaramente senza che si presupponga che qualcosa le soddisfi. Gli esempi che fa Donnellan sono i seguenti. Nel caso dell enunciato L attuale re di Francia non esiste ovviamente non si presuppone che vi sia qualcosa che soddisfa la descrizione l attuale re di Francia. E nel caso di chi fa la domanda de Gaulle è il re di Francia?, non si deve assumere che chi fa la domanda presupponga che la descrizione sia soddisfatta (a differenza della domanda Il re di Francia è de Gaulle? in cui invece la domanda può essere posta solo da chi fa quella presupposizione). Questa osservazione sarebbe probabilmente accettata da Russell senza problemi, ma sembra creare qualche difficoltà a Strawson che non dice come interpretare ad esempio l enunciato Il re di Francia non esiste. -In molti casi una presupposizione o implicazione c è, ma va qualificata meglio. Nel caso di una descrizione usata in modo attributivo, si presuppone che una cosa o l altra soddisfi la descrizione, non si presuppone che ci sia qualcosa di particolare che la soddisfi. Si pensi al caso dell enunciato L assassino di Smith è pazzo proferito di fronte al corpo straziato di Smith: non si assume chiaramente di una particolare persona che sia l assassino di Smith. Nel caso di una descrizione usata in modo referenziale, si presuppone invece che ci sia una particolare persona o oggetto a cui si fa riferimento. Si pensi all enunciato L assassino di Smith è pazzo proferito al momento del processo in cui Jones è l imputato, la presupposizione (o implicazione) è che ci sia qualcuno in particolare, cioè Jones, a cui si sta facendo riferimento. Qui è evidente che Strawson e Russell non hanno preso in considerazione l uso referenziale delle descrizioni definite. Strawson parla di ruolo referenziale delle descrizioni definite, ma intende semplicemente che il ruolo privilegiato di una descrizione è quello di riferirsi a un oggetto. Per Donnellan una descrizione è usata in modo referenziale quando il suo uso permette all interlocutore di capire qual è l oggetto che ha in mente il parlante. Per qualificare meglio la presupposizione o implicazione che accompagna l uso di una descrizione, occorre rendersi conto che la presupposizione non dipende dalle credenze del parlante, ma dipende dal modo in cui la descrizione è usata indipendentemente da tali credenze, dipende cioè dalle intenzioni del parlante. 16

17 Si può pensare ad esempio che una descrizione viene usata in modo attributivo perché il parlante non ha idea di chi possa soddisfare la descrizione e quindi non creda di una persona specifica che soddisfi la descrizione. In realtà non è così. Supponiamo che qualcuno creda di Jones che sia l assassino di Smith, ma facendo appello al modo in cui è stato ritrovato il corpo di Smith dica L assassino di Smith è un pazzo. Il suo uso della descrizione è in questo caso attributivo; se poi si dimostrasse che Jones non è l assassino di Smith, il parlante potrebbe ribattere in piena onestà che lui intendeva che chiunque avesse commesso un delitto del genere fosse pazzo. In questo caso non conta che il parlante creda di una particolare persona che sia l assassino di Smith, conta invece che usa la descrizione con l intenzione di riferirsi a chiunque soddisfa la descrizione. Donnellan sottolinea inoltre che, sebbene negli usi referenziali, il parlante abbia spesso in mente una particolare persona e creda che quella particolare persona a cui intende riferirsi soddisfi la descrizione, ci possono essere eccezioni. L eccezione che propone è la seguente. Supponiamo che una persona si arroghi il ruolo di regnante di un certo paese senza averne i titoli. Poiché la persona è molto potente, sparge terrore (supponiamo che si tratti di un tiranno) e pretende di essere considerata il re di quel certo paese, il parlante può usare la descrizione il re per riferirsi a quella persona anche se non crede che la persona a cui fa riferimento soddisfi la proprietà di essere re. E anche i suoi interlocutori possono condividere la sua stessa convinzione, cioè pensare che la persona a cui si riferisce il parlante non sia re, ma tuttavia capiscono a chi il parlante fa riferimento quando il parlante usa l enunciato interrogativo Il re è nella sua sala contabile?. Si è così mostrato che anche se il parlante crede che la persona a cui fa riferimento non soddisfa la descrizione, tuttavia il suo particolare uso gli permette di riferirsi a quella specifica persona La replica di Donnellan a 2b) Abbiamo visto che, secondo Donnellan, la presupposizione (o implicazione) che accompagna gli usi referenziali è diversa dalla presupposizione (o implicazione) che accompagna gli usi attributivi delle descrizioni. Ma che cosa succede nel caso in cui la presupposizione (o implicazione) non venga soddisfatta? Occorre ancora una volta distinguere fra uso referenziale e uso attributivo. Nel caso dell uso attributivo di una descrizione, se la descrizione non viene soddisfatta, allora l enunciato effettivamente non può assumere il valore di verità vero. In questo caso quanto viene detto è privo di contenuto. Nel caso dell uso referenziale di una descrizione le cose sono però diverse. Se non esiste effettivamente qualcosa che soddisfa la descrizione, l uditorio può comunque comprendere quello che è stato espresso con l enunciato. Riconsideriamo il caso in cui si è a una festa e viene chiesto Chi è l uomo che beve Martini?. La domanda può essere perfettamente compresa e il parlante può 17

18 riuscire a farsi intendere anche se di fatto nessuno sta bevendo Martini e anche se l uditorio sa che nessuno sta bevendo Martini alla festa. E nel caso delle asserzioni, si può addirittura fare un asserzione veritiera quando il parlante usa la descrizione in modo referenziale, ma non esiste qualcuno che soddisfa la descrizione. Si pensi al caso in cui si è a una festa e una donna è in compagnia di un uomo molto gentile con lei. Qualcuno commenta Suo marito è gentile con lei ; non ha importanza se l uomo è effettivamente il marito della donna o se la donna è sposata, quello che conta è che l uditorio comprende a chi si riferisce la descrizione suo marito e il parlante può addirittura aver fatto un affermazione veritiera dell uomo a cui intende riferirsi. Secondo Donnellan, l errore principale di Russell e Strawson è quello di non aver compreso il ruolo dell uso referenziale delle descrizioni. Secondo Donnellan, Russell si è concentrato sull uso attributivo delle descrizioni ed è pertanto comprensibile che non abbia inteso l importanza dell uso referenziale. Come abbiamo già constatato, Russell non si sarebbe riconosciuto in questa caratterizzazione, ma in ogni caso, dopo Strawson, Russell è spesso caratterizzato in questo modo. Secondo Donnellan, Strawson invece si propone proprio di analizzare l uso referenziale delle descrizioni, ma la sua analisi si adatta tuttalpiù all uso attributivo delle stesse. Di fatto questa ricostruzione del pensiero di Strawson non è pienamente adeguata: Strawson dice che il ruolo delle descrizioni è un ruolo referenziale, cioè si propongono generalmente di riferirsi ad oggetti o persone. Questo non vuol dire che si concentra sull uso referenziale delle descrizioni per come lo intende Donnellan. Tuttavia è vero che Strawson dà per scontato che l oggetto a cui si fa riferimento con una descrizione soddisfa la stessa descrizione, e quando il parlante usa una descrizione che non è soddisfatta non riesce a proferire un asserto vero o falso. Donnellan ritiene invece che nel caso di descrizioni usate referenzialmente, il parlante può arrivare addirittura a dire qualcosa di vero di un certo oggetto anche se la descrizione con cui ci si riferisce a quell oggetto non è soddisfatta. 2.6 Una precisazione sull uso referenziale delle descrizioni Vale la pena tener presente che per Donnellan non è sempre vero che una descrizione usata referenzialmente ha riferimento. L esempio che fa Donnellan è il caso della seguente domanda: L uomo col bastone da passeggio è il professore di storia?. Questa domanda può essere proferita in diverse occasioni: nel caso in cui nelle vicinanze del parlante ci sia effettivamente un uomo col bastone da passeggio, oppure nel caso in cui ci sia un uomo con un ombrello, oppure nel caso in cui ci sia un sasso che ha la forma di un uomo col bastone. Nel primo caso, il riferimento della 18

19 descrizione è l uomo col bastone da passeggio, nel secondo l uomo con l ombrello, nel terzo caso il sasso che ha la forma di un uomo col bastone. Ma se il parlante ha preso semplicemente un abbaglio e di fronte a lui non c è alcun oggetto, allora anche se la descrizione è usata referenzialmente non ha riferimento. 2.7 Una conclusione con omaggio a Russell Sebbene Russell sia uno degli obiettivi polemici di Donnellan, il suo saggio si conclude con un omaggio a Russell. L uso referenziale delle descrizioni definite è paragonato da Donnellan ai nomi propri per come li intende Russell: così come i nomi propri si riferiscono a un oggetto senza la mediazioni di una descrizione, nel caso degli usi referenziali delle descrizioni, le stesse descrizioni sono semplicemente uno strumento per far intendere all uditorio l oggetto a cui ci si intende riferire e non è essenziale che l oggetto denotato soddisfi la stessa descrizione. 19

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