Le famiglie violente: caratteristiche e conseguenze sui minori
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- Dionisia Bertini
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1 Le famiglie violente: caratteristiche e conseguenze sui minori Dr.ssa Flavia Cirillo Psicologa U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile Bambino Gesù Ospedale Pediatrico
2 Il Maltrattamento dei minori in famiglia è stato identificato per anni come: Henry Kempe Violenza fisica, di cui la «sindrome del bambino battuto» descritta dal pediatra nordamericano, ancora oggi l espressione clinica più conosciuta ed efficace OMS Organizzazione Mondiale della Sanità Definizione ampia anno 1999: «per maltrattamento all infanzia si intendono tutte le forme di cattiva cura fisica e affettiva, di abusi sessuali, di trascuratezza o di trattamento trascurante, di sfruttamento commerciale o altre, che comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, la sua sopravvivenza, il suo sviluppo o la sua dignità nel contesto di una relazione di responsabilità, di fiducia o di potere»
3 Quali sono le diverse forme di violenza nei confronti dei minori? Maltrattamento fisico e psicologico: mentre il maltrattamento fisico è facilmente riconoscibile, quello psicologico si può individuare spesso solo quando ha prodotto effetti devastanti sullo sviluppo della personalità della vittima, nella misura in cui può essere confuso con atteggiamenti pedagogici rigidi oppure inadeguati; Patologia della fornitura di cure sia in senso quantitativo che qualitativo (incuria, discuria e ipercuria): si verifica incuria quando i genitori non sono capaci di capire i bisogni materiali ed affettivi dei figli, fino a minacciare in modo serio la sopravvivenza psicofisica; discuria quando le cure, seppur fornite, sono distorte ed inadeguate se rapportate al momento evolutivo del bambino; ipercuria quando le cure sono somministrate in eccesso, come nei disturbi della condotta denominati medical shopping, chemical abuse e sindrome di Munchausen per procura;
4 Quali sono le diverse forme di violenza nei confronti dei minori? Abuso sessuale: il coinvolgimento in attività sessuali di soggetti immaturi dipendenti a cui manca la consapevolezza delle proprie azioni nonché la possibilità di scegliere può essere distinto, a seconda dell abusante, in abuso extra-familiare (se si tratta di figura estranea al nucleo familiare), abuso peri-familiare (come un amico di famiglia o un vicino di casa) e abuso intra-familiare (se l abusante è un parente stretto, convivente). Inoltre, l abuso intra-familiare può verificarsi non solo tra abusanti maschili e vittime femminili (la forma più nota e riconosciuta), ma anche tra madri e figli maschi (una forma più nascosta, ma ugualmente devastante); Violenza assistita o abuso assistito: questa tipologia di maltrattamento si riferisce ad esperienze indirette di violenza, ovvero ai casi in cui il bambino non viene coinvolto in prima persona ma è testimone di abuso agito su figure di riferimento o su altre figure significative. Tale forma di maltrattamento intra-familiare può produrre effetti devastanti nella misura in cui la vittima è costituita da una o più figure affettivamente rilevanti per il bambino
5 Ogni maltrattamento ha delle cause che appaiono strettamente legate ad un complicato e problematico rapporto genitore-figlio: Caratteristiche della personalità dell autore: le violenze degli adulti nei confronti dei bambini possono essere lette sia come messa in scena inconsapevole di drammi vissuti nell infanzia da parte del soggetto maltrattante, sia come incapacità di dare ciò che non ha mai avuto
6 Ogni maltrattamento ha delle cause che appaiono strettamente legate ad un complicato e problematico rapporto genitore-figlio: Caratteristiche della vittima: un bambino difficile, irritabile, esigente o ipercinetico può provocare l ira dei genitori, come accade per molti bambini con disabilità; infatti, per la tipologia dei genitori che percuotono, i bambini stessi sono considerati movente del maltrattamento in quanto disturbanti o percepiti tali; Supporto materiale e psicologico inadeguato: i genitori che si sentono isolati, non protetti e vulnerabili per l assenza o carenza del sostegno fisico e psicologico, in particolar modo nei periodi di cambiamento degli equilibri intra-familiari, che comportano esperienze di stress, sono potenzialmente a rischio di condotte inadeguate o violente nei confronti dei figli
7 Quali sono le conseguenze per il minore maltrattato? Di breve periodo Sintomi internalizzanti (ansia, depressione, senso di colpa, vergogna) e/o esternalizzati (disturbi della condotta, dell alimentazione) e/o disturbi psicosomatici (dolori addominali, cefalee, crisi asmatiche), oltre che PTSD; Compressione del legame di attaccamento, con ricadute anche sui livelli di autostima; Dissociazione: evitamento cognitivo ed emotivo Di lungo periodo I primi sintomi si trasformano in comportamenti concreti e possono evolvere in diversi tipi di patologie: dello sviluppo psicoaffettivo, dell immagine del sé e del senso dell autostima; disturbi ansiosi, disturbo del comportamento sessuale, disturbo del comportamento alimentare, oltre che abuso di sostanze e gravi disturbi di personalità
8 Oltre alla violenza fisica il bambino può sperimentare modelli violenti di relazione caratterizzati da aggressioni verbali, svalutazioni, critiche sistematiche alla madre, ai familiari o a lui stesso Definizione di violenza assistita, formulata dal CISMAI nel 2003: «per violenza assistita da minori in ambito familiare si intende il fare esperienza da parte del/della bambino/bambina di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulte e minori. Si includono le violenze messe in atto da minori su minori e/o su altri membri della famiglia, gli abbandoni e i maltrattamenti ai danni di animali domestici. Il bambino può fare esperienza di tali atti sia direttamente, quando avvengono nel suo campo percettivo, sia indirettamente, quando ne viene a conoscenza e/o ne percepisce gli effetti»
9 Attenzione! si tratta di violenza in famiglia, non di conflitto Il conflitto prevede un dissidio anche grave, radicale, ma caratterizzato da una sostanziale parità tra le persone La violenza domestica presuppone una relazione fortemente sbilanciata e caratterizzata da sopraffazione, dominio e vittimizzazione di una parte sull altra; inoltre non è caratterizzata da episodi di violenza sporadici con carattere episodico, ma si manifesta in una ripetizione sistematica di eventi che durano nel tempo e con una graduale escalation in termini sia di danno prodotto sia di pericolosità
10 Caratteristiche comuni agli episodi di violenza domestica L uso dell autorità: comportamento caratterizzato dal pretendere obbedienza immediata e indiscussa; in questo caso il genitore, incapace di modulare la severità, fatica ad accettare critiche dai figli e da altri familiari, ed a ciò si accompagna il disimpegno, per cui si è meno coinvolti nel processo di crescita dei figli che considerano come proprietà ; Delegittimazione dell altro genitore, solitamente la madre: l atto di maltrattare fisicamente e verbalmente la compagna porta ad una sua delegittimazione come figura autorevole sul piano educativo e ha come conseguenza, nel tempo, la tendenza dei figli a imitare il padre negli atteggiamenti svalutativi o apertamente aggressivi nei confronti della madre e in generale a strutturare atteggiamenti ostili verso le figure femminili;
11 Caratteristiche comuni agli episodi di violenza domestica L autoreferenzialità: i genitori maltrattanti sono portati a considerare se stessi come il centro della famiglia e faticano ad accogliere i bisogni dei figli, ribaltando i ruoli per cui è il padre che si attende che i figli soddisfino i suoi bisogni e gli offrano supporto emotivo in relazione alla violenza domestica da essi scatenata; La differenza tra comportamento privato e pubblico: spesso nelle situazioni sociali, il padre maltrattante è in grado di comportarsi in modo molto attento e affettuoso nei confronti dei figli
12 L analisi della violenza familiare Il fenomeno della violenza familiare è trasversale ed è legato non solo a contesti caratterizzati da disagio materiale o da multiproblematicità, ma anche a contesti socio-culturali alti e insospettabili. Sempre più frequentemente, si tratta di contesti relazionali incapaci di soddisfare i bisogni evolutivi del bambino, ciò che fa sì che si strutturino anomalie relazionali fra genitori e figlio; In generale, le famiglie che sviluppano comportamenti violenti sono caratterizzate da una struttura interna piuttosto instabile, sul piano sia relazionale e di coppia, sia dell organizzazione. I genitori spesso risentono di una forte dipendenza dalle rispettive famiglie d origine, con cui vivono rapporti conflittuali o non risolti;
13 L analisi della violenza familiare Il clima familiare è quindi caratterizzato dalla continua instabilità affettiva e da conflitti agiti durante i quali i figli sono costretti a subire, se pur indirettamente, gli scoppi d ira, spesso immotivata, del padre e ad assistere ai maltrattamenti fisici e psicologici e, nei casi più gravi, anche a delle violenze sessuali, sulla madre; La situazione relazionale della coppia non permette l esercizio di una genitorialità adeguata e attenta ai bisogni dei figli: i genitori, impegnati nel conflitto, diventano gravemente trascuranti
14 Quali sono i fattori di rischio nel contesto familiare? Individuali: mancanza di comprensione, da parte dei genitori, delle esigenze dei bambini, dello sviluppo del bambino e delle capacità genitoriali; la storia dei genitori di maltrattamento sui minori in famiglia d'origine; abuso di sostanze e/o problemi di salute mentale inclusa depressione in famiglia; caratteristiche genitoriali come la giovane età, bassa istruzione, monoparentali, un gran numero di bambini a carico e basso reddito; assistenti familiari non-biologici e transitori in casa (ad es. il partner maschile della madre); pensieri ed emozioni dei genitori che tendono a sostenere o giustificare i comportamenti di maltrattamento
15 Quali sono i fattori di rischio nel contesto familiare? Familiare: isolamento sociale; disorganizzazione familiare, dissoluzione e violenza, compresa la violenza da parte dei partner; stress genitoriale, relazioni povere genitore-figlio e interazioni negative; Comunitario: violenza comunitaria; svantaggio concentrato del vicinato (ad esempio, alta povertà e instabilità residenziale, alti tassi di disoccupazione e alta densità di sbocchi di alcol) e scarse connessioni sociali.
16 Quali sono i fattori di protezione nel contesto familiare? Fattori protettivi per il maltrattamento sui minori: i fattori di protezione impediscono ai bambini di essere abusati o trascurati. Questi fattori esistono a vari livelli. I fattori protettivi non sono stati studiati in modo estensivo o rigoroso come fattori di rischio; tuttavia, l'identificazione e la comprensione degli stessi sono altrettanto importanti della ricerca dei fattori di rischio. Tra quelli familiari, ritroviamo: relazioni familiari stabili; regole domestiche e monitoraggio dei minori; occupazione dei genitori; alloggio adeguato; accesso all'assistenza sanitaria e ai servizi sociali; prendersi cura degli adulti fuori dalla famiglia che possono fungere da modelli o mentori
17 Quali sono i fattori di protezione nel contesto familiare? Sicuramente è necessario sia presente un sentimento di coesione e supporto emotivo, in quanto sembrano favorire adeguate abilità di parenting, di problem solving ed interesse alla conoscenza dello sviluppo infantile; Una combinazione di fattori individuali, relazionali, comunitari e sociali contribuisce al rischio di abusi e di abbandono dei minori
18 Le conseguenze della violenza familiare Come per tutte le esperienze traumatiche, le conseguenze sono strettamente connesse all età dell insorgenza, alla qualità e alla frequenza degli eventi in cui il figlio è coinvolto emotivamente e fisicamente, alla presenza o alla mancanza di fattori protettivi: più bassa sarà l età dei figli e più gravi e frequenti gli episodi di violenza, maggiori sono i riflessi sullo sviluppo psicofisico e per la strutturazione della personalità;
19 Le conseguenze della violenza familiare L assistere alla violenza domestica viene inserita nella categoria del maltrattamento psicologico e sottolinea che alcune aree dello sviluppo appaiono più compromesse di altre, tanto che sono state individuate connessioni più consistenti tra maltrattamento psicologico e legame di attaccamento, adattamento e competenze sociali, problemi comportamentali, abilità cognitive e problem solving, apprendimento scolastico. Inoltre, i bambini oscillano tra comportamenti protettivi e aggressivi nei confronti delle madri o dei fratelli; tra i comportamenti prevalenti, il bambino può manifestare atteggiamenti che vanno da quello timoroso, da vittima, a quello aggressivo, da carnefice
20 Le conseguenze della violenza familiare I bambini che assistono alla violenza possono sviluppare comportamenti adultizzati d accudimento verso uno o entrambi i genitori e i fratelli ed avere continui pensieri su come prevenire la violenza: tendono ad assumere atteggiamenti compiacenti, a dire bugie, ad adattarsi all uno o all altro genitore a seconda delle circostanze. Oppure, imparano il disprezzo per le persone viste come deboli e identificano le relazioni affettive come relazioni di sopraffazione
21 Le conseguenze della violenza familiare Quello che si registra è in generale una competenza nei rapporti sociali deteriorata e compressa, che porta talvolta a inibizione e ritiro sociale; a livello psicologico possiamo ritrovare un autostima molto bassa, poca fiducia in se stessi e una continua svalutazione delle proprie azioni e pensieri, come ad esempio non sono capace
22 Le conseguenze della violenza familiare In definitiva, la scarsa regolazione delle emozioni materne ed il funzionamento familiare, quando i bambini si trovano nella prima adolescenza, possono avere un impatto negativo sulla qualità della genitorialità materna e sul comportamento dei bambini stessi nella maggiore età dell adolescenza; Tutti i membri integranti in un unità familiare sono importanti per il modo in cui i membri della famiglia funzionano in relazione l uno con l altro e, in ultima analisi, per la stabilità della famiglia o l eruzione di processi malsani individuali e familiari
23 Le ricerche in materia La letteratura pone l attenzione sullo stress genitoriale, sulle esperienze pregresse di abuso subite dal caregiver e sui disturbi psichiatrici, sulle condizioni socio-economiche che caratterizzano il caregiver e sulla regolazione emozionale di tipo materno; altre ricerche si concentrano sul funzionamento della famiglia; Altre ancora rilevano come una relazione familiare caratterizzata da una difficile regolazione emozionale possa favorire lo sviluppo di comportamenti disadattivi negli adolescenti;
24 Le ricerche in materia Ma non sono presenti, in letteratura, studi che correlano il funzionamento familiare e la sua influenza sui caregivers, alle conseguenze psicopatologiche dei bambini sottoposti a stress.
25 Grazie per l attenzione
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