Governo clinico del diabete mellito, tra specialisti e medici di medicina generale

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Governo clinico del diabete mellito, tra specialisti e medici di medicina generale"

Transcript

1 G It Diabetol Metab 2011;31: Attività Diabetologica e Metabolica in Italia Governo clinico del diabete mellito, tra specialisti e medici di medicina generale RIASSUNTO La provincia di Ferrara rappresenta per le caratteristiche demografiche (elevati indici di anzianità) ed epidemiologiche (elevata prevalenza) una delle aree regionali e nazionali a maggiore impatto di diabete mellito. Negli ultimi dieci anni sono stati sviluppati e applicati tre accordi successivi con la medicina generale per la gestione integrata del paziente diabetico di tipo 2. La gestione integrata ha modificato il modello storico con l inserimento nel sistema di diagnosi, cura e prevenzione della malattia diabetica e delle sue complicanze di 282 medici di medicina generale sui 288 convenzionati nei tre distretti della provincia di Ferrara. Nel 2004, al fine di conoscere l evolversi delle complesse dinamiche epidemiologiche e organizzative dell assistenza diabetologica provinciale, è stato costituito il Registro Provinciale Diabete che ha consentito, oltre alla valutazione di alcuni degli indicatori di processo della gestione integrata, l analisi dell utilizzo di risorse per l assistenza ai diabetici residenti in provincia di Ferrara, anche in funzione del modello assistenziale (SD, medici di medicina generale). SUMMARY Diabetes clinical governance between specialists and general practitioners The province of Ferrara represents for demographic characteristics and epidemiology one of the areas with higher impact of diabetes mellitus. Over the past ten years it has been developed and applied three subsequent agreements with general practitioners for the integrated management of type 2 diabetic patient. Integrated management has changed the historical pattern by including in the system for diagnosis, treatment and prevention of diabetes and its complications, 282 general practitioners out of 288 in the province of Ferrara. In 2004 in order to understand the evolution of complex epidemiological dynamics and organization of diabetes assistance, we set up the Provincial Diabetes Registry, that has allowed the assessment of some indicators of the integrated management process, and the analysis of the resources used for diabetes care, in the province of Ferrara, with regard to the care model (diabetes clinics, general practitioners). D. Pelizzola 1, M. Manfredini 2 1 Servizi di Diabetologia, Presidio Unico Ospedaliero Azienda USL di Ferrara; 2 Dipartimento Cure Primarie, Distretto Ovest Azienda USL di Ferrara Corrispondenza: dott. Dario Pelizzola, Ospedale di Copparo, via Roma 18, Copparo (FE) pld@unife.it G It Diabetol Metab 2011;31: Pervenuto in Redazione il Accettato per la pubblicazione il Parole chiave: diabete mellito, gestione integrata, governo clinico, medici di medicina generale Key words: diabetes mellitus, integrated management, clinical governance, general practitioners

2 Governo clinico del diabete mellito, tra specialisti e medici di medicina generale 109 Introduzione I servizi ambulatoriali di diabetologia dell Azienda USL di Ferrara hanno attraversato un evoluzione dei modelli organizzativi rispetto alle mutate disponibilità di risorse e alle consistenze delle casistiche. Negli ultimi dieci anni sono stati implementati tre successivi protocolli operativi di gestione integrata (GI) in collaborazione con il medico di medicina generale (MMG), con un evidente impatto sulle modalità operative, sugli obiettivi dei servizi e sui protocolli operativi derivati dalle linee guida della GI 1-3. La GI del diabete mellito a Ferrara, anche se attraverso diverse vicissitudini, ha il merito di avere aperto il nuovo corso dell integrazione tra settori sanitari, puntando sulla valorizzazione della medicina territoriale e sul confronto tra professionisti della sanità, tentando di superare le barriere erette tra specialisti e MMG. L esperienza ferrarese ha la caratteristica di avere, fin dal suo esordio, puntato su dimensioni di scala provinciale piuttosto che su progetti locali, come in altre realtà. Il percorso seguito a Ferrara nello sviluppo del programma di GI del diabete mellito si è caratterizzato da azioni dirette su più aree: ridefinizione e uniformazione di attività, prodotti e standard degli ambulatori diabetologici; allestimento di procedure e istruzioni operative della rete dei servizi diabetologici (SD); attivazione della gestione informatizzata dei SD; promozione della collaborazione e dell integrazione con i MMG; organizzazione della distribuzione di ausili e presidi per il controllo metabolico; costituzione del Registro Provinciale Diabete; attivazione del coordinamento infermieristico diabetologico aziendale; misurazione sistematica degli indicatori di efficienza, efficacia, appropriatezza; attivazione di un percorso di formazione continua diabetologica per operatori diabetologici e MMG; sviluppo di attività strutturate di educazione terapeutica e di educazione sanitaria; valutazione del gradimento da parte degli utenti del servizio offerto. Scopo Lo scopo del presente studio è orientato alla valutazione dei risultati prodotti da un modello a diffusione provinciale di GI del diabete mellito sviluppato nell arco di dieci anni, quale esperienza originale per dimensioni e durata temporale. Metodologia Lo studio analizza gli aspetti organizzativi della GI del diabete in provincia di Ferrara valutando inoltre alcuni degli indicatori di processo monitorati mediante il Registro Provinciale Diabete. La rete diabetologica aziendale La struttura dell offerta diabetologica della provincia di Ferrara è così articolata: Azienda Ospedaliera di Ferrara Unità Operativa di Diabetologia; Azienda USL di Ferrara Servizio Diabetologia UO Medicina Interna di Argenta (sedi di Argenta e Portomaggiore); Servizio Diabetologia UO Medicina Interna di Cento e LPA Bondeno (sedi di Cento e Bondeno); Servizio Diabetologia UO Medicina Interna di Copparo (sedi di Copparo, Tresigallo); Servizio Diabetologia UO Medicina Interna di Lagosanto (sedi di Comacchio e Codigoro). La GI ha modificato il modello storico con l inserimento nel sistema di diagnosi, cura e prevenzione della malattia diabetica e delle sue complicanze di 282 MMG sui 288 convenzionati attivi nei tre distretti della Provincia di Ferrara. Ciò ha comportato una progressiva assegnazione di responsabilità clinica di gestione ambulatoriale della malattia, secondo i principi definiti da un protocollo condiviso, di assistiti con diabete mellito di tipo 2 in condizioni di stabilità metabolica e con ridotto impatto di complicanze, non in trattamento insulinico, mentre, per quanto riguarda l assistenza domiciliare, la responsabilità è estesa anche ai diabetici insulino-trattati. Il protocollo di GI applicato a Ferrara, in sintonia con le linee guida regionali e nazionali 4,5, giunto alla seconda revisione nel 2009, può essere sintetizzato nel diagramma di flusso illustrato in figura 1. Le azioni di revisione delle attività degli ambulatori diabetologici hanno infatti dato spazio alle attività di prevenzione (diagnosi precoce delle complicanze, educazione terapeutica, promozione stili di vita) perseguendo il controllo metabolico non solo con approcci farmacologici, ma anche comportamentali. Sono stati quindi attivati alcuni sottoprogetti per rendere adeguata l organizzazione dei servizi specialistici di diabetologia al progetto complessivo assistenziale diabetologico. 1. Uniformazione organizzativa dei team diabetologici. Si è perseguito il modello di identificazione di un gruppo di operatori esperti (medico, infermieri, dietista) che, operando ciascuno sulle due sedi del proprio ambito territoriale, riducesse i fattori di disuniformità delle attività. 2. Definizione dei modelli di attività. È stato discusso e applicato un modello uniforme di attività che consenta: certezza dei tempi di accesso degli assistiti (spazi di accesso per tipologie di utenti); definizione delle aree di attività infermieristiche rispetto a efficienza ed efficacia (risorse umane formate, ore dedicate al servizio, priorità di attività); rivalutazione del ruolo e superamento della rilevazione sistematica dei parametri biochimici al momento dell accesso al servizio e delle attività di prelievo ematico; identificazione di spazi organizzativi per educazione terapeutica individuale e di gruppo.

3 110 D. Pelizzola e M. Manfredini Figura 1 Diagramma di flusso protocollo GI Ferrara. 3. Revisione dell assetto organizzativo: attivazione della figura del referente infermieristico diabetologico aziendale con funzioni di uniformazione organizzativa, formativa e di promozione dell autonomia infermieristica nel team diabetologico aziendale (per es. diffusione dello screening infermieristico del piede diabetico); predisposizione delle procedure e istruzioni opera - tive; informatizzazione dei SD integrata al progetto SOLE (Sanità On LinE) 6 nel programma di allineamento dei dati clinici tra specialisti e MMG; sviluppo e diffusione dell educazione terapeutica con inserimento sistematico nelle attività assistenziali di interventi educativi individuali e di gruppo anche in collaborazione con associazioni di volontariato e con iniziative nazionali e internazionali 7 ; costituzione di percorsi specialistici di presa in carico autogestita (cardiologia, oculistica, nefrologia, chirurgia vascolare, diagnostica di laboratorio) per gli assistiti dei SD e in via sperimentale per gli assistiti in GI a rischio di scompenso metabolico. Epidemiologia provinciale Lo sviluppo di tale percorso ha raggiunto livelli di discreta stabilità, tali da consentire un affidabile descrizione degli assetti assistenziali territoriali raggiunti. Si può così definire dall analisi delle dinamiche epidemiologiche nella provincia di Ferrara che la popolazione di assistiti con diabete incrementi ogni anno di circa 1000 unità, tenuto conto che si stimano circa 1700 nuove diagnosi di diabete per anno e che si registrano circa 650 decessi annui tra la popolazione diabetica. Attualmente la prevalenza di diabete nella provincia di Ferrara si attesta al 5,9% in progressivo incremento dal 2003, con significative differenze tra territori dove l area del capoluogo presenta valori del 4,9%, mentre il limitrofo territorio Copparese riscontra una prevalenza del 6,5%. La distribuzione della prevalenza per classi di età conferma la relazione diretta tra prevalenza di diabete ed età, raggiun-

4 Governo clinico del diabete mellito, tra specialisti e medici di medicina generale 111 gendo valori del 12% per gli assistiti con più di 70 anni. Tale informazione, coniugata con il rilievo di uno dei tassi di vecchiaia (residenti > 65 anni) della popolazione ferrarese tra i più elevati d Italia (24,9%) giustifica una prevalenza di malattia globale maggiore rispetto a quanto atteso in ambito nazionale. Fattore concomitante risulta dalla tradizionale propensione alla diagnosi precoce del diabete, che da vari decenni è perseguita in provincia di Ferrara, con iniziative di sensibilizzazione e di screening su popolazione a rischio. Le casistiche di utenti in carico agli ambulatori diabetologici, valutate nel tempo, hanno risentito degli effetti della GI più nella qualità che nella quantità. È comunque evidente che l attesa di una drastica caduta dei carichi di lavoro degli ambulatori diabetologici, a seguito della GI, è stata delusa dai fatti, se si escludono gli effetti, rispetto agli anni precedenti al 1997, della massiccia dimissione dai SD del voluminoso gruppo di soggetti con intolleranza glucidica (IGT/IFG), che peraltro comportavano i minori carichi di lavoro per il basso tasso di accessi annui pro capite. Occorre inoltre ricordare che uno degli effetti della GI è stato lo sviluppo della diagnosi precoce e quindi l emersione di casistica sommersa. Parallelamente i livelli di complessità della casistica degli assistiti rimasti in carico ai SD è incrementata. Per cui, nei SD, a fronte di un decremento del 15% della casistica, si è assistito a un raddoppio del rapporto tra diabetici insulino-trattati su non insulino-trattati, sia come effetto diretto del protocollo di GI sia per una migliore applicazione delle linee guida che promuovono una precoce insulinizzazione dei soggetti che, né con la correzione degli stili di vita, né con le diverse combinazioni di farmaci antidiabetici orali mantengono soddisfacenti livelli di controllo metabolico. La stabilizzazione del modello di GI di fatto consente di contenere l aumento quantitativo di utenti in carico ai SD, inducendo un incremento di complessità della casistica, coerente con l ambito specialistico di II e III livello, mentre si riscontra una progressiva crescita di diabetici in carico al MMG, valorizzandone il ruolo di sorveglianza precoce di patologia e rallentamento della progressione della storia naturale della malattia. Il Registro Provinciale Diabete Nel 2004, al fine di conoscere l evolversi delle complesse dinamiche epidemiologiche e organizzative dell assistenza diabetologica provinciale, è stato costituito il Registro Provinciale Diabete. Si è proceduto mediante il contributo di vari flussi informativi che consentissero di definire il pool di assistiti residenti nella provincia di Ferrara con diagnosi di diabete mellito e delle attività sanitarie incidenti su di loro. Il registro provinciale diabete rende possibile l estrazione dalle banche dati delle degenze, della specialistica ambulatoriale, della farmaceutica, oltre che da altri archivi clinici (per es. sistema informativo laboratorio analisi), informazioni specifiche sulla popolazione diabetica. Evidente l utilità nel valutare sia aspetti epidemiologici locali sia effetti delle dinamiche organizzative, oltre che le dimensioni economiche delle varie componenti clinico-terapeutiche correlate alla malattia diabetica. L opportunità di integrare la struttura del registro con le rilevazioni dei fattori di rischio cardiovascolare da parte dei MMG e da parte degli specialisti diabetologi, offre ulteriori prospettive di governo clinico e di programmazione sanitaria. Discussione dei risultati Analisi dello stato assistenziale della GI Gli effetti dell applicazione del protocollo della GI evidenziano un ottima adesione da parte degli assistiti che, solo in minima parte (6% degli assistiti individuati per la GI), richiedono di non essere affidati al proprio medico in occasione della proposta di GI. Sostanzialmente stabile la quota di rientri al SD per ragioni cliniche (5% annuo su diabetici in GI). Ciò che, nella valutazione dell applicazione del protocollo, relativamente ai rapporti tra MMG e SD, appare disatteso è la valutazione diabetologica periodica di follow-up (12-24 mesi), che sostanzialmente è ben poco utilizzata (4,5% annuo dei diabetici in GI). Ciò ha indotto una revisione del protocollo provinciale della GI, definendo tempi differenziati in funzione delle caratteristiche dei pazienti che possono trarre maggiori vantaggi da una valutazione complessiva periodica diabetologica, superando la cadenza temporale che prescinde dalle caratteristiche cliniche. Restano evidenti le specificità territoriali che condizionano una disuniformità di sistema, che riconosce le sue origini nei comportamenti dei singoli professionisti coinvolti nella GI. Per evitare che tale fenomeno possa condizionare gli esiti e di fatto modificare le opportunità offerte agli assistiti, occorre, per mezzo di formazione, sistematica misura degli indicatori e audit, ridurre le derive dei principali fattori assistenziali. Tra gli indicatori che esprimono una sostanziale disomogeneità, vi è la quota di pazienti diabetici in GI per Nucleo di Cure Primarie (NCP), risultante di variabili livelli di applicazione del protocollo di GI da parte dei SD e dei MMG, oltre che del gradimento degli assistiti, che comunque porta a scostamenti tra alcuni NCP e la media provinciale di quasi il 100%. Così come il livello di coinvolgimento del MMG nella GI risulta eterogeneo, altrettanto la prevalenza di malattia diabetica non è uniformemente rappresentata nelle casistiche dei NCP. Tale indice può essere l espressione di un livello di coinvolgimento e di sorveglianza attiva nei confronti della malattia diabetica, che talvolta può condizionare la precocità di diagnosi del diabete di tipo 2 e delle sue complicanze. La notevole dispersione dei livelli di prevalenza di diabete si amplifica ulteriormente se valutata per MMG, anche se correlata con la dimensione della casistica di assistiti, fonte di possibile variabilità specie per i medici con pochi pazienti. Il riscontro di vari NCP e MMG che riportano prevalenze superiori al 7-8%, suggerisce quanto possa pesare sulla popolazione assistita la quota di diabete non diagnosticato da parte dei colleghi con indici ben più bassi. L applicazione dei criteri definiti per l attivazione della GI non è risultata problematica (il protocollo della GI definisce: Sono

5 112 D. Pelizzola e M. Manfredini Tabella 1 Monitoraggio valori medi di HbA 1c nei diabetici in GI a Ferrara N. HbA 1c determinate * % HbA 1c /diabetici assistiti 85% 82% 65% 78% 77% % HbA 1c < 7,0 66% 61% 67% 68% 59% Media HbA 1c 6,8% 6,8% 6,7% 6,7% 6,9% % dosaggi entro 6 mesi 43% 71% 58% 75% 61% * Dati rilevati da Sistema Informativo Laboratori Analisi. dimissibili i soggetti affetti da diabete di tipo 2 in terapia dietetica e/o con ipoglicemizzanti orali senza complicanze in evoluzione o con complicanze lievi e stabilizzate e con stabile compenso metabolico HbA 1c < 7%), sebbene i tempi di valutazione della stabilità e la valutazione di entità delle complicanze abbiano introdotto variabili soggettive sul processo di dimissione. La rilevazione dei valori di HbA 1c è un importante indicatore di stabilità del controllo metabolico del diabetico in GI, ma la valutazione di quanti pazienti per NCP non rientrano nei parametri indicati, mette in evidenza notevoli differenze tra nuclei, con valori che in alcuni casi superano il terzo degli assistiti. Rimane comunque rilevante che per gli 8608 diabetici di cui i MMG hanno riportato per il 2009 l ultimo valore di HbA 1c, il 41% presentasse valori superiori a 7,0%. Nel quinquennio il monitoraggio della HbA 1c (Tab. 1) ha dimostrato una complessiva stabilità di tendenze, mentre resta critica la regolarità di determinazione del parametro, secondo i tempi definiti dal protocollo. Auspicabile inoltre una maggiore estensione della determinazione dell HbA 1c, poiché appare legittimo assumere che l impossibilità di di - sporre di un valore analitico di riferimento, per la verifica di buon compenso di malattia, esprima una scarsa efficacia nel follow-up del diabetico. Se si valuta la qualità del dato 2009 emerge che oltre un terzo dei valori di HbA 1c è datato oltre i 180 giorni, denotando una scarsa puntualità di applicazione del protocollo. La rilevazione da parte dei MMG della presenza di fattori di rischio e complicanze nella popolazione diabetica in GI, evidenzia valori medi a volte inferiori rispetto a quanto proposto dalla letteratura, poiché si tratta di un gruppo di diabetici selezionati con minore gravità di malattia (Tab. 2). Interessante infine il monitoraggio del tasso annuo di mortalità nella popolazione provinciale con diabete mellito diagnosticato (Fig. 2) che dimostra un andamento in tendenziale decremento, verosimilmente correlato a un progressivo incremento quantitativo di popolazione diabetica, dovuto sia a ben noti fattori epidemiologici sia a precocità di diagnosi, che non si accompagna a proporzionale incremento della mortalità. Figura 2 Tasso di mortalità annuo dei diabetici in provincia di Ferrara. Tabella 2 Prevalenza di complicanze e fattori di rischio nei diabetici in GI a Ferrara Prevalenza fumatori su diabetici in GI 13% 12% 14% 12% 12% Prevalenza ipertensione su diabetici in GI 75% 77% 67% 75% 79% Prevalenza dislipidemia su diabetici in GI 46% 50% 45% 58% 63% Prevalenza cardiopatia ischemica su diabetici in GI 25% 27% 23% 25% 24% Prevalenza nefropatia su diabetici in GI 9% 10% 8% 10% 10% Prevalenza retinopatia su diabetici in GI 11% 11% 8% 69% 8% Prevalenza arteriopatia su diabetici in GI 23% 27% 21% 26% 26% Prevalenza neuropatia su diabetici in GI 8% 8% 7% 7% 7% Prevalenza piede diabetico su diabetici in GI 2% 2% 2% 2% 2%

6 Governo clinico del diabete mellito, tra specialisti e medici di medicina generale 113 Di particolare interesse sarà il monitoraggio nel tempo della prevalenza di complicanze e quindi dell utilizzo di diagnostica (in particolare di elevata tecnologia), di degenza e di farmaci in funzione della precoce gestione di malattia. Il monitoraggio degli indicatori di esito risulta determinante per la comprensione delle numerose variabili coinvolte nella gestione di un sistema organizzativo a elevata complessità. La GI ha introdotto ulteriori fattori di variabilità e appare plausibile che il sistema attuale, seppure in progressiva evoluzione, sia lontano da principi di uniformità e quindi anche di equità. La rilevazione di indicatori e la promozione di condivisione delle informazioni non può che passare da una progressiva gestione informatizzata dei dati clinici e da condivisioni strutturate e sicure delle informazioni da parte di tutti gli attori del percorso sanitario e organizzativo. Diversi sono gli effetti positivi che la GI lascia intravedere, ma occorre consolidare i sistemi di monitoraggio con gli opportuni feed-back per alimentare un indispensabile processo di miglioramento. Le risorse sanitarie nell assistenza diabetologica Con l ausilio del Registro Diabete è stato possibile analizzare l utilizzo di risorse medio per paziente diabetico in regime di assistenza specialistica e in GI nella provincia di Ferrara, analogamente a quanto effettuato in altri studi Il costo assistenziale medio 2009 per assistito diabetico nella provincia di Ferrara è stimabile in 2188 con costi per i diabetici in GI di 1882 e costi per i diabetici non idonei alla GI di 2428 (Tab. 3). Tali costi risultano minori del 10% rispetto al 2007 sia per l incremento di nuove diagnosi con livelli iniziali di malattia sia per la riduzione di ricorso alla degenza. I maggiori costi sostenuti per l assistenza dei diabetici più gravi (insulino-trattati, pluricomplicati e con gravi fattori di rischio), sono dovuti a tutte le componenti assistenziali. Il costo assistenziale nel diabete, per le voci considerate, resta comunque superiore di circa il doppio rispetto alla popolazione generale, per la quale si stima un costo medio di Tale rilievo è comunque sottostimato poiché gli indici di popolazione generale comprendono anche i diabetici, per i quali occorre distinguere tra livelli di complessità Tabella 3 Costi medi assistenziali annui, per diabetico in funzione del livello assistenziale e delle componenti di costo Diabetologia G. integrata Totale Degenza Farmaci antidiabetici Altri farmaci Specialistica Presidi/Diagnostici Gestione integrata Totale assistenziali, essendo ben diverso l onere per un diabete di tipo 2 neodiagnosticato, privo di complicanze e in sola terapia dietetica, rispetto a un diabete evoluto con gravi complicanze vascolari e disabilità acquisite. Nel 2009 si stima che complessivamente l assistenza ai diabetici riconosciuti abbia comportato un utilizzo di risorse per oltre e che rispetto ad analoghe valutazioni eseguite nel 2004 e nel 2007 il trend di crescita economico sia dell ordine di grandezza dell 8% annuo, con una tendenza alla riduzione dell incremento dei costi registrata tra il 2007 e il Sintesi Il rimodellamento delle attività diabetologiche nell Azienda USL di Ferrara è stato ampio e articolato (sebbene a basso costo economico), divenuto ineludibile a fronte dei profondi mutamenti introdotti dalla GI, dall evoluzione epidemiologica di malattia, dalle evidenze scientifiche e dalle sollecitazioni provenienti da organizzazioni scientifiche e da organismi nazionali e internazionali di tutela della salute pubblica (Ministero della Salute, OMS). Il percorso di miglioramento avviato, nel quadro di iniziative regionali, prevede numerose tappe ulteriori e non può prescindere dalla sincronizzazione con analoghe iniziative dell Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara e con le aziende di area vasta. Lo sviluppo di un area specialistica integrata (medici delle UUOO di medicina interna, infermieri, dietiste, MMG, specialisti cardiologi, oculisti ecc.) nell ambito della cronicità, costituisce un modello avanzato di rete pluridisciplinare Ospedale-Territorio replicabile per altre aree di patologia degenerativa 14. L obiettivo ambizioso, nel riordino delle attività diabetologiche, è di ricavare spazi sempre più ampi di educazione strutturata orientata a gruppi di pazienti selezionati per tipologia di problematicità e di promuovere iniziative analoghe rispetto ai diabetici in GI, nei quali le finalità di prevenzione risultano altrettanto prioritarie. Le valutazioni comparate, in termini di risultati clinici dei più rappresentativi modelli nazionali di gestione del diabete, forniscono elementi sempre più evidenti di come la strutturazione di team diabetologici dedicati alla cura e all assistenza delle persone affette da diabete mellito sia l elemento più significativamente correlato con i migliori outcome dichiarati. Gli interventi educativi individuali e di gruppo richiedono lo sviluppo di competenze comunicative, che sono oggetto determinante degli eventi formativi aziendali programmati in questi anni. Accanto alle attività strutturate di tipo educativo, coesistono iniziative informative attraverso collaborazioni con associazioni di volontariato e con iniziative nazionali e internazionali. La GI ha introdotto ulteriori fattori di variabilità e appare plausibile che il sistema attuale, seppure in progressiva evoluzione, debba tendere a principi di maggiore uniformità. Il monitoraggio degli indicatori di esito, nei percorsi assisten-

7 114 D. Pelizzola e M. Manfredini ziali specialistici e nella GI, risulta determinante per la comprensione delle numerose variabili coinvolte nella gestione di un sistema organizzativo a elevata complessità. La rilevazione di indicatori e la promozione di condivisione delle informazioni non può che passare da una progressiva gestione informatizzata dei dati clinici e da condivisioni strutturate e sicure delle informazioni da parte di tutti gli attori del percorso sanitario e organizzativo. Diversi sono gli effetti positivi che la GI lascia intravedere, ma occorre consolidare i sistemi di monitoraggio, con gli opportuni feed-back, per alimentare un indispensabile processo di miglioramento. Ringraziamenti Si ringraziano per l indispensabile contributo allo svolgimento dell elaborato: dott.ssa Maria Antonella Zampini (Servizio Diabetologia Copparo, Azienda USL di Ferrara); Emanuela Frezzati (referente infermieristico Servizi Diabetologia, Azienda USL di Ferrara); Cristina Rossi (Ufficio Amministrativo Distrettuale Dipartimento Cure Primarie, Distretto Centro Nord, Azienda USL di Ferrara); dott. Marcello Cellini (direttore Sistema Informativo, Azienda USL di Ferrara); ing. Pierluigi Coppi (direttore ICT, Azienda USL di Ferrara); dott.ssa Anna Campi (Dipartimento Farmaceutico Interaziendale). Conflitto di interessi Nessuno. Bibliografia 1. Centro per la Valutazione dell Efficacia dell Assistenza Sanitaria. La gestione integrata del diabete mellito. Modena: Pubbli - cazione CeVEAS dicembre Centro per la Valutazione dell Efficacia dell Assistenza Sanitaria. Linee guida finalizzate alla prevenzione delle malattie cardiovascolari nei pazienti con diabete di tipo 1 e di tipo 2. Modena: Pubblicazione CeVEAS settembre Centro per la Valutazione dell Efficacia dell Assistenza Sanitaria. Diabete mellito: analisi comparata delle linee guida e dei rapporti di technology assessment. Modena: Pubblicazione CeVEAS Maggini M, D Elia R, Magrini N, Nonino F, Ciardullo AV, Vignatelli L et al. Progetto IGEA Gestione Integrata del diabete mellito di tipo 2 nell adulto. Documento di indirizzo. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore Maggini M, Raschetti R, Giusti A, Lombardo F, Pricci F, Rossi Mori A et al. Requisiti informativi per un sistema di gestione integrata del diabete mellito di tipo 2 nell adulto. Documento di indirizzo. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore Osti C. La rete SOLE e le ipotesi di sviluppo. Le reti dell accesso per la sanità e l assistenza. Milano: Franco Angeli Edizioni Lacroix A, Assal JP. Educazione terapeutica dei pazienti. Nuovi approcci alla malattia cronica. Torino: Edizioni Minerva Medica Lucioni C, Garancini MP, Massi-Benedetti M, Mazzi S, Serra G. Il costo sociale del diabete di tipo 2 in Italia: lo studio CODE-2. PharmacoEconomics 2000;2: Agenzia Sanitaria e Sociale Regione Emilia Romagna. Profili di assistenza e costi del diabete in Emilia Romagna. Collana Dossier n Del Prato S, Pappagallo M. Changing diabetes barometer Italia. II report. %20def%20novem09.pdf 11. Funnell MM. The Diabetes Attitudes, Wishes, and Needs (DAWN) Study. Clinical Diabetes 2006;24: Rubin RR, Peyrot M, Siminerio LM. Health care and patientreported outcomes. Results of the cross-national Diabetes Attitudes, Wishes and Needs (DAWN) study. Diabetes Care 2006;29: Aprile V, Baldissera S, D Argenzio A, Lopresti S, Mingozzi O, Scondotto S et al. I risultati nazionali dello studio QUADRI (QUalità dell Assistenza alle persone Diabetiche nelle Regioni Italiane). Rapporto ISTISAN 2007;07/10, pp Musacchio N, Arcangeli A, Cavallo MR, Giancaterini A, Noto G, Orlandini D et al. I profili di assistenza per le malattie croniche: il modello Diabete Mellito. Milano: Springer-Verlag Italia 2007.

Flussi informativi e profili di assistenza.

Flussi informativi e profili di assistenza. Flussi informativi e profili di assistenza. Assetto Assistenziale della Gestione Integrata: 10 anni di esperienza nella Provincia di Ferrara Dario Pelizzola (Coordinamento Diabetologie Azienda Usl Ferrara)

Dettagli

IL diabetico. Gestione condivisa. Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini

IL diabetico. Gestione condivisa. Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini IL diabetico anziano Gestione condivisa Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini SEEd srl C.so Vigevano, 35-10152 Torino Tel. 011.566.02.58 - Fax 011.518.68.92 www.edizioniseed.it info@seed-online.it

Dettagli

Diabete e confini. Valerio Miselli, Reggio Emilia

Diabete e confini. Valerio Miselli, Reggio Emilia Diabete e confini Valerio Miselli, Reggio Emilia I mutamenti demografici e sociali in corso, la necessità di presa in carico del cittadino durante l intero arco della vita, pongono il tema dell integrazione

Dettagli

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE Il presente documento, presentato in V commissione in occasione dell audizione del 23 settembre, si compone di due parti: Introduzione e

Dettagli

ASSESSORATO DELL'IGIENE E SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE PIANO OPERATIVO DEL PRP REGIONE SARDEGNA 2010-2012

ASSESSORATO DELL'IGIENE E SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE PIANO OPERATIVO DEL PRP REGIONE SARDEGNA 2010-2012 ASSESSORATO DELL'IGIENE E SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE Allegato 2. PIANO OPERATIVO DEL PRP REGIONE SARDEGNA 2010-2012 1) Regione: Regione Autonoma della Sardegna 2) Titolo del progetto o del programma:

Dettagli

Modalità di Gestione nelle Cure Primarie

Modalità di Gestione nelle Cure Primarie Modalità di Gestione nelle Cure Primarie Medicina d attesa Medicina d opportunità Medicina d Iniziativa Campagne di sensibilizzazione e di prevenzione Dr. Maurizio Pozzi Modelli Generali delle Cure Primarie

Dettagli

Gli interventi delle professioni sanitarie

Gli interventi delle professioni sanitarie Gli interventi delle professioni sanitarie 19 febbraio 2015 Dott. BALDINI CLAUDIO Direttore UOC Direzione Professioni Sanitarie Territoriali ASL 11 EMPOLI 23/02/2015 1 Secondo me la missione delle cure

Dettagli

Azienda USL Ferrara. L assistenza integrata al Paziente diabetico nella Provincia di Ferrara da parte dei Medici di Medicina generale

Azienda USL Ferrara. L assistenza integrata al Paziente diabetico nella Provincia di Ferrara da parte dei Medici di Medicina generale Azienda USL Ferrara L assistenza integrata al Paziente diabetico nella Provincia di Ferrara da parte dei Medici di Medicina generale Bo 13 aprile 2007 Mauro Manfredini Composizione Commissione Provinciale

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE INDICE PREMESSA ANALISI DELLE CRITICITA' TERRITORIALI AREE PRIORITARIE DI INTERVENTO NEL RISPETTO DEGLI INDIRIZZI

Dettagli

Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana

Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana Giornata di lavoro Il percorso dell assistito con patologia cronica ad alta prevalenza Milano, 13 novembre 2013 francesco.profili@ars.toscana.it paolo.francesconi@ars.toscana.it

Dettagli

IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO PER LE PERSONE AFFETTE DA DMT2 NELL AREA METROPOLITANA DI GENOVA

IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO PER LE PERSONE AFFETTE DA DMT2 NELL AREA METROPOLITANA DI GENOVA IL DIABETE IN ITALIA ASPETTI EPIDEMIOLOGICI E MODELLI ASSISTENZIALI IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO PER LE PERSONE AFFETTE DA DMT2 NELL AREA METROPOLITANA DI GENOVA DIABETE MELLITO CONTESTO ASSISTENZIALE

Dettagli

Miglioramento continuo dell assistenza infermieristica in ambito chirurgico attraverso la discussione dei casi

Miglioramento continuo dell assistenza infermieristica in ambito chirurgico attraverso la discussione dei casi MODULO DI PRESENTAZIONE per la valutazione e l accreditamento di progetti di AUDIT CLINICO GENERALITÀ Titolo del Miglioramento continuo dell assistenza infermieristica in ambito chirurgico attraverso la

Dettagli

Metodologie e modelli di assistenza sanitaria territoriale

Metodologie e modelli di assistenza sanitaria territoriale Metodologie e modelli di assistenza sanitaria territoriale e prevenzione e promozione della salute Corso 60 ore I sistemi sanitari di tutti i Paesi Occidentali sono sotto pressione, a causa del contestuale

Dettagli

La gestione del Rischio Clinico in Valle d Aosta: consolidamento del metodo FMEA

La gestione del Rischio Clinico in Valle d Aosta: consolidamento del metodo FMEA La gestione del Rischio Clinico in Valle d Aosta: consolidamento del metodo FMEA Vuillermin Giuliana Berti Pierluigi Ippolito Rita Azienda USL Regione Valle d Aosta Analisi del contesto L Azienda USL della

Dettagli

La rete per la promozione della salute in Lombardia

La rete per la promozione della salute in Lombardia La differenza che vale Gli ospedali di ANDREA: amici del bambino e della sua famiglia Bosisio Parini (LC) - 12-14 Novembre 2009 - IRCCS E. MEDEA La rete per la promozione della salute in Lombardia Giancarlo

Dettagli

Daniela Riccò Direttore Sanitario AUSL RE

Daniela Riccò Direttore Sanitario AUSL RE Daniela Riccò Direttore Sanitario AUSL RE ESPANDERE PROGRESSIVAMENTE LE LOGICHE DI INTEGRAZIONE SISTEMICA UTILIZZANDO I PERCORSI ASSISTENZIALI COME METODO PER PROMUOVERE PRASSI INTEGRATA E PER RENDERE

Dettagli

dott. Francesco Cavasin

dott. Francesco Cavasin dott. Francesco Cavasin Confronto tra esperienze e progetti realizzati o in via di realizzazione: PDTA o PROGETTI? Gruppo di Lavoro : Francesco CAVASIN, Alessandro CALDERAN, Giulio BERGAMASCO, Umberto

Dettagli

Diagnosi precoce delle neoplasie del collo dell utero

Diagnosi precoce delle neoplasie del collo dell utero Diagnosi precoce delle neoplasie del collo dell utero La neoplasia del collo dell utero a livello mondiale rappresenta ancora il secondo tumore maligno della donna, con circa 500.000 nuovi casi stimati

Dettagli

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI L ACCREDITAMENTO INTERNAZIONALE ALL ECCELLENZA Fondazione Poliambulanza ha ricevuto nel dicembre 2013 l accreditamento internazionale all eccellenza da parte di

Dettagli

AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI

AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI Provincia Autonoma di Trento AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI Trento via Degasperi 79 VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE Reg. delib. n. 271 2014 OGGETTO: Approvazione del documento

Dettagli

L infermiere al Controllo di Gestione

L infermiere al Controllo di Gestione L infermiere al Controllo di Gestione Una definizione da manuale del Controllo di gestione, lo delinea come l insieme delle attività attraverso le quali i manager guidano il processo di allocazione e di

Dettagli

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE Titolo 3 - PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO DELLA RETE PEDIATRICA REGIONALE Art. 20 - Art. 21 - Art. 22 - Art. 23 - Art. 24 - Art. 25 - Verso

Dettagli

Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT

Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT Fabrizio Muscas Firenze, 29-30 Giugno 2012 Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT La normativa La Normativa 38 ha riportato

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 44/ 12 DEL 31.10.2007

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 44/ 12 DEL 31.10.2007 DELIBERAZIONE N. 44/ 12 Oggetto: Aumento del numero massimo di strisce per autocontrollo della glicemia concedibili gratuitamente ai pazienti diabetici in età pediatrica e adolescenziale. L Assessore dell

Dettagli

PROPOSTA DI UN MODELLO DI RIFERIMENTO

PROPOSTA DI UN MODELLO DI RIFERIMENTO IPA Adriatic CBC Programme Progetto LOVE YOUR HEART PROPOSTA DI UN MODELLO DI RIFERIMENTO Montona, 10 giugno 2013 Lamberto Pressato - SCF MODELLO DEL DISEASE MANAGEMENT nella PREVENZIONE del RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Dettagli

L esperienza dell Università di Bologna

L esperienza dell Università di Bologna PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E Capacità Istituzionale Obiettivo specifico 5.1 Performance PA Linea 2 WEBINAR Ciclo delle Performance nelle Università: La programmazione della formazione e il

Dettagli

L assistenza garantita dal medico di famiglia: tutte le novità per il prossimo triennio

L assistenza garantita dal medico di famiglia: tutte le novità per il prossimo triennio Conferenza Stampa L assistenza garantita dal medico di famiglia: tutte le novità per il prossimo triennio Presentazione dell Accordo Locale 2012/2014 tra l Azienda USL di Parma e le Organizzazioni Sindacali

Dettagli

FORUM P.A. SANITA' 2001

FORUM P.A. SANITA' 2001 FORUM P.A. SANITA' 2001 Azienda Sanitaria Locale della provincia di Como Direzione Sanitaria, Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate (A.S.S.I.) Dipartimento Servizi Sanitari di Base, Staff Educazione

Dettagli

La cooperativa di servizi alla medicina generale per la gestione delle AFT/UCCP: obiettivi, struttura, processi, ruoli e persone

La cooperativa di servizi alla medicina generale per la gestione delle AFT/UCCP: obiettivi, struttura, processi, ruoli e persone La cooperativa di servizi alla medicina generale per la gestione delle AFT/UCCP: obiettivi, struttura, processi, ruoli e persone Milano 8 Giugno 2013 Gianfranco Piseri Obiettivi delle UCCP Coordinamento

Dettagli

Innovazione organizzativa nelle cure primarie:

Innovazione organizzativa nelle cure primarie: Innovazione organizzativa nelle cure primarie: Il progetto di modernizzazione NOA dell Area Vasta Emilia Centro 2010-2012 obiettivi e risultati Maria Chiara Tassinari Convegno Nazionale AICM Riccione 25-26

Dettagli

Il progetto regionale di ricerca MACONDO

Il progetto regionale di ricerca MACONDO Il progetto regionale di ricerca MACONDO Reggio Emilia, 12-12 12-20082008 Relatrice: Cristina Pedroni Cos è MACONDO? Un progetto multicentrico di Ricerca Oncologica(di durata triennale) che coinvolge la

Dettagli

L ASSISTENZA DIABETOLOGICA NELLA A.S.N.7

L ASSISTENZA DIABETOLOGICA NELLA A.S.N.7 L ASSISTENZA DIABETOLOGICA NELLA A.S.N.7 G.Pipicelli, L.Mustara, G.Angotzi, T.Colosimo,R.Guarnieri,A.Parottino,I.Pinto U.O Complessa di Diabetologia e Dietologia Territoriale A.S.n.7 Catanzaro Direttore

Dettagli

LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE Delibera di Giunta - N.ro 2004/1016 - approvato il 31/5/2004 Oggetto: LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE Prot. n. (SAM/03/27628) LA GIUNTA DELLA REGIONE

Dettagli

Il ruolo delle discipline universitarie nella qualificazione dell assistenza territoriale

Il ruolo delle discipline universitarie nella qualificazione dell assistenza territoriale Il ruolo delle discipline universitarie nella qualificazione dell assistenza territoriale dott. Edgardo Contato Direttore Sanitario 01 Ferrara, 20 Febbraio 2008 Premessa Le Aziende Sanitarie devono rispondere

Dettagli

Trattamento integrato dei disturbi mentali nelle Cure Primarie: il Programma Regionale G. Leggieri

Trattamento integrato dei disturbi mentali nelle Cure Primarie: il Programma Regionale G. Leggieri SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Unità Sanitaria Locale di Reggio Emilia Trattamento integrato dei disturbi mentali nelle Cure Primarie: il Programma Regionale G. Leggieri Dr.ssa Marina

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto

L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto Stefania Franciolini, Direttore U.O. Servizio Assistenza Infermieristica Territoriale Simonetta Tamburini,

Dettagli

Azienda Sanitaria Locale Roma G

Azienda Sanitaria Locale Roma G Il Diabete Giornata di lavoro sul Percorso integrato Territorio Ospedale Roviano 6 giugno 2011 Verso l integrazione tra Territorio Ospedale Dr. Pasquale Trecca Presidio Ospedaliero di: Tivoli Colleferro

Dettagli

Proposta di implementaziome del sistema qualità in cardiologia. Dott. A. Gandolfo

Proposta di implementaziome del sistema qualità in cardiologia. Dott. A. Gandolfo Proposta di implementaziome del sistema qualità in cardiologia Dott. A. Gandolfo Sistema Qualità Il Sistema Qualità è un sistema di gestione che ha lo scopo di tenere sotto controllo i processi di una

Dettagli

La Gestione del Paziente

La Gestione del Paziente Circolare n. 5/15 - Protocollo n. 201500045 - Brescia, 03 marzo 2015 Progetto Formativo ECM La Gestione del Paziente attraverso percorsi sanitari e terapeutici condivisi: Il Diabete nella Rete Ospedale/Territorio

Dettagli

La continuità assistenziale: il modello PAI. Divisione Oncologia Medica

La continuità assistenziale: il modello PAI. Divisione Oncologia Medica La continuità assistenziale: il modello PAI LIVIA DE SIO Divisione Oncologia Medica ACO A.C.O. SanFilippoNeriRoma RETE SANITARIA IN ONCOLOGIA: obiettivi Presa in carico del paziente in modo globale Riconoscimentoi

Dettagli

REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione

REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione REGIONE TOSCANA REGIONE TOSCANA Azienda USL3 di Pistoia REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione - AREA della DIRIGENZA MEDICA e VETERINARIA - 1 Finalità La gestione degli incarichi e delle verifiche

Dettagli

GIORNATE MEDICHE FIORENTINE 2011 Firenze 2-3 Dicembre 2011

GIORNATE MEDICHE FIORENTINE 2011 Firenze 2-3 Dicembre 2011 GIORNATE MEDICHE FIORENTINE 2011 Firenze 2-3 Dicembre 2011 La Medicina di iniziativa L esperienza fiorentina Alessandro Del Re CHRONIC CARE MODEL SANITA D INIZIATIVA Dalla medicina di attesa Alla sanità

Dettagli

FAMIGLIE AL CENTRO: Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013

FAMIGLIE AL CENTRO: Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013 FAMIGLIE AL CENTRO: funzioni di ascolto, orientamento e accompagnamento sociale delle famiglie all interno dei gruppi associati dei Medici di Medicina Generale Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013 Il contesto

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

Modello di erogazione diffusa delle Cure Palliative/Fine Vita con supporto di esperti. Parma, 21 ottobre 2011 Dott.ssa Maria Luisa De Luca

Modello di erogazione diffusa delle Cure Palliative/Fine Vita con supporto di esperti. Parma, 21 ottobre 2011 Dott.ssa Maria Luisa De Luca Modello di erogazione diffusa delle Cure Palliative/Fine Vita con supporto di esperti Parma, 21 ottobre 2011 Dott.ssa Maria Luisa De Luca 1 Le Aziende USL di Modena e Reggio Emilia hanno sviluppato una

Dettagli

Progetto MATTONI SSN

Progetto MATTONI SSN f Nolan, Norton Italia Ministero della Salute Servizi di consulenza direzionale a supporto della Cabina di Regia per la realizzazione del NSIS Progetto MATTONI SSN Mese di Riferimento (Maggio 2004) Documento:

Dettagli

Dott. Umberto Salinas

Dott. Umberto Salinas Gestione Integrata del Paziente Diabetico: sfide aperte e bisogni insoddisfatti Dott. Umberto Salinas Medico di Medicina Generale - Grottaglie Il Diabete nel mondo: un crescente. 2003: 194 milioni 2025:

Dettagli

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 43 DEL 18 SETTEMBRE 2006

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 43 DEL 18 SETTEMBRE 2006 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 43 DEL 18 SETTEMBRE 2006 REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta del 3 agosto 2006 - Deliberazione N. 1337 - Area Generale di Coordinamento N. 20 -

Dettagli

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 (art. 14 comma 5 - d.lgs 150/2009) sintesi dati Generali, per Area e tipologia di dipendente Le Amministrazioni pubbliche, nella prospettiva di

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

IL RUOLO DELL INFERMIERE

IL RUOLO DELL INFERMIERE A06 152 Maria Grazia Belvedere Paolo Ruggeri IL RUOLO DELL INFERMIERE NELL ASSISTENZA AL PAZIENTE AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA POLMONARE ANALISI DI UN CASO CLINICO E REVISIONE DELLA LETTERATURA Copyright

Dettagli

Maria Cristina Cimicchi, Tiziana Risolo, Paola Saccò, Carlo Percudani Ambulatorio Diabetologico di Colorno, DCP AUSL di Parma

Maria Cristina Cimicchi, Tiziana Risolo, Paola Saccò, Carlo Percudani Ambulatorio Diabetologico di Colorno, DCP AUSL di Parma Educazione terapeutica strutturata nel diabete tipo 2. L'esperienza dell'ambulatorio infermieristico del Team diabetologico del Polo Sanitario di Colorno Maria Cristina Cimicchi, Tiziana Risolo, Paola

Dettagli

INFERMIERE ESPERTO TEAM DIABETOLOGICO. L infermiere opera in due dimensioni : collaborativa con gli altri operatori del team

INFERMIERE ESPERTO TEAM DIABETOLOGICO. L infermiere opera in due dimensioni : collaborativa con gli altri operatori del team INFERMIERE ESPERTO E TEAM DIABETOLOGICO Diabetologo L infermiere opera in due dimensioni : collaborativa con gli altri operatori del team autonoma nel processo assistenziale infermieristico di presain

Dettagli

Migliorare la gestione del paziente con BPCO in Medicina Generale.

Migliorare la gestione del paziente con BPCO in Medicina Generale. Progetto di audit clinico. Migliorare la gestione del paziente con BPCO in Medicina Generale. Razionale. Numerose esperienze hanno dimostrato che la gestione del paziente con BPCO è subottimale. La diagnosi

Dettagli

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA 16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA Obiettivi della presentazione Illustrare i principali risultati

Dettagli

REGIONANDO 2000 REGIONE EMILIA ROMAGNA AZ OSP. POLICLINICO MODENA

REGIONANDO 2000 REGIONE EMILIA ROMAGNA AZ OSP. POLICLINICO MODENA REGIONANDO 2000 REGIONE EMILIA ROMAGNA AZ OSP. POLICLINICO MODENA SPERIMENTAZIONE DI METODOLOGIE, STRUMENTI DI SUPPORTO, FORMAZIONE PER UNA ATTIVITA' SISTEMATICA DI MEDICAL AUDIT PRESSO IL POLICLINICO

Dettagli

Obiettivo formativo: Principi, procedure e strumenti per il governo clinico delle attività sanitarie

Obiettivo formativo: Principi, procedure e strumenti per il governo clinico delle attività sanitarie Mostra Dettagli Obiettivo formativo: Principi, procedure e strumenti per il governo clinico delle attività sanitarie Il sistema sanitario è un sistema complesso in cui interagiscono molteplici fattori

Dettagli

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo NORD 2 - Brescia Via Costalunga, 15-25123 BRESCIA Cod. Min. BSIC88400D - Cod.Fisc. 80049710173 Tel.030307858-0308379448-9

Dettagli

Convegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo

Convegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo Convegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo L esperienza dell Azienda Sanitaria Locale della provincia di Varese ALCUNE CONSIDERAZIONI La creazione

Dettagli

A relazione dell'assessore Monferino:

A relazione dell'assessore Monferino: REGIONE PIEMONTE BU42 20/10/2011 Deliberazione della Giunta Regionale 3 ottobre 2011, n. 18-2663 Proseguimento e consolidamento a regime del percorso per la Gestione integrata del diabete di tipo 2 nell'adulto,

Dettagli

Cristina Della Rosa Dipartimento Cure Primarie ASL Como ASSISTENZA PROTESICA ED INTEGRATIVA Nell ambito dell assistenza al paziente cronico l assistenza protesica ed integrativa rappresentano un aspetto

Dettagli

CAP di Arona ESPERIENZE DI CURE PRIMARIE NEL TERRITORIO

CAP di Arona ESPERIENZE DI CURE PRIMARIE NEL TERRITORIO Venerdì, 12 giugno 2015 Aula Magna di Pediatria O.I.R.M. S. Anna, AOU Città della Salute Torino 9.30 13.30 CAP di Arona ESPERIENZE DI CURE PRIMARIE NEL TERRITORIO GLI INFERMIERI DI FAMIGLIA E DI COMUNITÀ

Dettagli

Il ruolo dell infermiere specializzato nell educazione educazione terapeutica

Il ruolo dell infermiere specializzato nell educazione educazione terapeutica Il ruolo dell infermiere specializzato nell educazione educazione terapeutica Satta Hai Anna SDD A.O. Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi - Varese Nella legge n, 42 del 26/02/ 99 scompare la parola

Dettagli

Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo

Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo Prof. Lucio Moderato Psicologo Psicoterapeuta - Direttore Servizi Diurni e Territoriali Fondazione

Dettagli

I bisogni della cittadinanza, le risposte di assistenza infermieristica.

I bisogni della cittadinanza, le risposte di assistenza infermieristica. L Infermiere di comunità: prospettive di sviluppo in Lombardia I bisogni della cittadinanza, le risposte di assistenza infermieristica. 12 maggio 2011 Dott. Duilio Loi 1 IL PARADIGMA DELLA COMPLESSITA

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 373 clienti di Tiemme Spa sede operativa di Piombino (errore di campionamento +/- 2%) rappresentativo

Dettagli

Migliorare la gestione del paziente con BPCO in Medicina Generale.

Migliorare la gestione del paziente con BPCO in Medicina Generale. Progetto di audit clinico. Migliorare la gestione del paziente con BPCO in. Razionale. Numerose esperienze hanno dimostrato che la gestione del paziente con BPCO è subottimale. La diagnosi spesso non è

Dettagli

1 LA GESTIONE INTEGRATA LA GESTIONE ATTUALE

1 LA GESTIONE INTEGRATA LA GESTIONE ATTUALE LA GESTIONE ATTUALE 1 LA GESTIONE INTEGRATA 2 specialisti famiglia e associazioni centro diabetologico centro diabetologico medico di base medico di base persona con diabete specialisti famiglia e associazioni

Dettagli

ASSESSORATO PER LA SANITA'

ASSESSORATO PER LA SANITA' R E P U B B L I C A I T A L I A N A REGIONE SICILIANA ASSESSORATO PER LA SANITA' DIPARTIMENTO OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO PREVENZIONE E FORMAZIONE PERMANENTE Allegato al punto 4B del Cronoprogramma anno

Dettagli

Dall evidenza all azione. Politiche di governance per una scuola sana

Dall evidenza all azione. Politiche di governance per una scuola sana Dall evidenza all azione Politiche di governance per una scuola sana Un mandato impegnativo Risulta ormai evidente che per conciliare e soddisfare i bisogni di salute nel contesto scolastico, gli orientamenti

Dettagli

Il recupero funzionale del cardiopatico

Il recupero funzionale del cardiopatico XVIII CONVEGNO NAZIONALE GERIATRICO Dottore Angelico 11-12-13 giugno 2015 - Cassino Il recupero funzionale del cardiopatico Matteo Grezzana Marina Lugarà Elisa Maya Boldo UOC Geriatria Attuale mission

Dettagli

RSA Provincia di Milano

RSA Provincia di Milano SA Provincia di Milano Popolazione e società Fig. 1: natalità e mortalità in Provincia di Milano Fig. 2: l indice di ricambio (fonte SIA) L analisi ambientale di un territorio rappresenta lo studio del

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d 32 Oggetto: Istituzione della rete di cure palliative della d Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto del

Dettagli

NORME PER LA PREVENZIONE, LA DIAGNOSI E LA CURA DEL DIABETE MELLITO DELL ETÀ ADULTA E PEDIATRICA

NORME PER LA PREVENZIONE, LA DIAGNOSI E LA CURA DEL DIABETE MELLITO DELL ETÀ ADULTA E PEDIATRICA NORME PER LA PREVENZIONE, LA DIAGNOSI E LA CURA DEL DIABETE MELLITO DELL ETÀ ADULTA E PEDIATRICA Legge regionale 11 novembre 2011, n. 24 (BUR n. 85/2011) [sommario] [RTF] Art. 1 - Finalità. 1. La Regione

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 795 clienti TIEMME SpA (errore di campionamento +/ 2%) rappresentativo della popolazione obiettivo,

Dettagli

Azione Disabilità. Per raggiungere gli obiettivi enunciati si perseguiranno sue punti: Le attività previste verranno realizzate in tre fasi:

Azione Disabilità. Per raggiungere gli obiettivi enunciati si perseguiranno sue punti: Le attività previste verranno realizzate in tre fasi: Azione Disabilità Num. Scheda 2 TITOLO AZIONE o o Assistenza domiciliare per disabili LIVEAS OBIETTIVI Scopo dell intervento è consentire alle persone disabili la permanenza nell abituale contesto di vita

Dettagli

Il sistema di comunità e di cura in Emilia-Romagna: le modalità di integrazione tra cure primarie e salute mentale

Il sistema di comunità e di cura in Emilia-Romagna: le modalità di integrazione tra cure primarie e salute mentale Il sistema di comunità e di cura in Emilia-Romagna: le modalità di integrazione tra cure primarie e salute mentale VII Congresso Nazionale Card Padova 17 settembre 2010 Autori Mara Morini Direttore dipartimento

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI Indice : 1. Scopo del protocollo 2. Invio 3. Verifiche 2.1 tipologia dell utenza 2.2 procedura segnalazione 2.3 procedura

Dettagli

Progetto della Regione Piemonte

Progetto della Regione Piemonte 3 Convegno Nazionale Centro Studi e Ricerche AMD Ancona, 12-14 Ottobre 2006 Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007 Progetto della Regione Piemonte Giampaolo MAGRO - Roberto SIVIERI Normativa Regionale

Dettagli

La malnutrizione nell anziano: interventi di prevenzione e controllo

La malnutrizione nell anziano: interventi di prevenzione e controllo AZIENDA USL 2 LUCCA Corso di aggiornamento La malnutrizione nell anziano: interventi di prevenzione e controllo Capannori, 25 maggio 2013 I percorsi di valutazione dell anziano Dott. Marco Farnè Responsabile

Dettagli

Sviluppo del Sistema Cure Intermedie al fine dell utilizzo corretto delle risorse ex DGR 1235/2012

Sviluppo del Sistema Cure Intermedie al fine dell utilizzo corretto delle risorse ex DGR 1235/2012 Pagina 1 di 6 Sviluppo del Sistema Cure Intermedie al fine dell utilizzo corretto delle risorse ex DGR 1235/2012 Il presente documento è inteso a suggerire una allocazione ottimale dei pazienti che non

Dettagli

La proposta Server per il modello Piacenza

La proposta Server per il modello Piacenza Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche U.O. SerT di Piacenza CODICI Agenzia di ricerca sociale La proposta Server per il modello Piacenza Documento di progetto per la discussione

Dettagli

IL TAVOLO ARESS per i PDTA nella PSICOLOGIA OSPEDALIERA. Marina Bertolotti Ivrea, 16 novembre 2012

IL TAVOLO ARESS per i PDTA nella PSICOLOGIA OSPEDALIERA. Marina Bertolotti Ivrea, 16 novembre 2012 IL TAVOLO ARESS per i PDTA nella PSICOLOGIA OSPEDALIERA Marina Bertolotti Ivrea, 16 novembre 2012 Aress Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari Percorsi assistenziali, standard di attività e modelli organizzativi

Dettagli

Protocollo d Intesa. tra

Protocollo d Intesa. tra Allegato 1 delib. As n. 2_2015 Protocollo d Intesa tra l Associazione ONLUS La vita oltre lo specchio, il Comune di Pisa, la Società della Salute di Pisa e l Azienda USL 5 di Pisa. PREMESSO - che nel Gennaio

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Assessorato dell Igiene e Sanità e dell Assistenza Sociale

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Assessorato dell Igiene e Sanità e dell Assistenza Sociale Assessorato dell Igiene e Sanità e dell Assistenza Sociale proposta approvata nella seduta del 9 agosto 2002 Oggetto: Individuazione rete dei presidi regionali per le malattie rare e adempimenti regionali

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 5/31 DEL 11.2.2014. Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna.

DELIBERAZIONE N. 5/31 DEL 11.2.2014. Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna. Oggetto: Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto

Dettagli

CONSULTA PROVINCIALE PER LA SALUTE: UN LAVORO DI RETE

CONSULTA PROVINCIALE PER LA SALUTE: UN LAVORO DI RETE CONSULTA PROVINCIALE PER LA SALUTE: UN LAVORO DI RETE CONSULTA PROVINCIALE PER LA SALUTE ORGANISMO DI RAPPRESENTANZA DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO SANITARIO ISTITUITO DALL ART. 5 della LEGGE PROVINCIALE

Dettagli

CRONICITÀ E APPROPRIATEZZA NEI SETTING DI CURA FIBROSI CISTICA DALL OSPEDALE AL TERRITORIO

CRONICITÀ E APPROPRIATEZZA NEI SETTING DI CURA FIBROSI CISTICA DALL OSPEDALE AL TERRITORIO CRONICITÀ E APPROPRIATEZZA NEI SETTING DI CURA FIBROSI CISTICA DALL OSPEDALE AL TERRITORIO Cammi Emilio Reggio Emilia, 25 settembre 2015 Fibrosi cistica Malattia genetica rara Patologia multiorgano che

Dettagli

Le attività della Fondazione si suddividono in due macro aree di intervento:

Le attività della Fondazione si suddividono in due macro aree di intervento: La Fondazione Paideia, dal 1993, opera a livello regionale per migliorare le condizioni di vita dei bambini disagiati, promuovendo iniziative e fornendo un aiuto concreto a chi è quotidianamente impegnato

Dettagli

INTEGRAZIONE PROFESSIONALE E CONTINUITA DELLE CURE: EVIDENZE DISPONIBILI E GAP DI MANAGEMENT

INTEGRAZIONE PROFESSIONALE E CONTINUITA DELLE CURE: EVIDENZE DISPONIBILI E GAP DI MANAGEMENT Il Distretto Socio Sanitario: una identità incompiuta? Esperienze a confronto INTEGRAZIONE PROFESSIONALE E CONTINUITA DELLE CURE: EVIDENZE DISPONIBILI E GAP DI MANAGEMENT di Francesco Longo Direttore CERGAS

Dettagli

Il case management, metodologia che consente il governo dell intero processo di cura dell uremico cronico D.ssa Cesarina Prandi

Il case management, metodologia che consente il governo dell intero processo di cura dell uremico cronico D.ssa Cesarina Prandi Il case management, metodologia che consente il governo dell intero processo di cura dell uremico cronico D.ssa Cesarina Prandi Infermiera Consulente Formazione e Organizzazione in Sanità In Italia è 10

Dettagli

Dal panorama regionale la RETE delle Cure Palliative analisi dei dati di attività e organizzazione. Mauro Manfredini

Dal panorama regionale la RETE delle Cure Palliative analisi dei dati di attività e organizzazione. Mauro Manfredini 1 Dal panorama regionale la RETE delle Cure Palliative analisi dei dati di attività e organizzazione 24 novembre 2010 Mauro Manfredini Punti di forza 2 Grande attenzione alle competenze Dettagliata e ampia

Dettagli

Udine, 30 ottobre 2015

Udine, 30 ottobre 2015 Udine, 30 ottobre 2015 2 CONVEGNO INTERREGIONALE CARD La Prevenzione nel distretto DIREZIONI TECNICHE REGIONALI: Stato dell arte nelle Regioni del Triveneto, della realizzazione delle leggi di riforma

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

TITOLO SCREENING ONCOLOGICO DEL TUMORE DEL COLON-RETTO IN PROVINCIA DI RAGUSA: TASSI DI INVITI E ADESIONI PERIODO 2011-2014.

TITOLO SCREENING ONCOLOGICO DEL TUMORE DEL COLON-RETTO IN PROVINCIA DI RAGUSA: TASSI DI INVITI E ADESIONI PERIODO 2011-2014. TITOLO SCREENING ONCOLOGICO DEL TUMORE DEL COLON-RETTO IN PROVINCIA DI RAGUSA: TASSI DI INVITI E ADESIONI PERIODO 2011-2014. Ferrera G.* Cilia S.**, Puglisi C.***, Aprile E., Venga R.. * Resp. U.O. Epidemiologia

Dettagli

PROCEDURA OPERATIVA DI VALUTAZIONE DEI DIPENDENTI

PROCEDURA OPERATIVA DI VALUTAZIONE DEI DIPENDENTI PROCEDURA OPERATIVA DI VALUTAZIONE DEI DIPENDENTI A fini dell erogazione della produttività individuale e di gruppo ( art 17 comma 1 lettera a) dell Accordo nazionale e ai fini della progressione economica

Dettagli

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili. Comune di Sondrio LINEE GUIDA PER LA SPERIMENTAZIONE del coordinamento territoriale per l integrazione dei servizi a favore dell inclusione scolastica degli alunni con disabilità PREMESSA Il Comune di

Dettagli

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE Maggio 2006 1 La costituzione dell Audit Interno La rivisitazione del modello per i controlli di regolarità amministrativa e contabile è stata

Dettagli