Protezione dai Pericoli di Esplosione (D.Lgs 233/03) Proposta di una metodologia di analisi
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- Ada Rocchi
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1 Protezione dai Pericoli di Esplosione (D.Lgs 233/03) Proposta di una metodologia di analisi Ing. Pinetti G.1, Ing. MULÈ G.2, Ing. GIOÈ F.3 1. TRR S.r.l., Piazza Giovanni XXIII, 2, Osio Sotto (BG), 24046, Italia 2. TRR S.r.l., Piazza Giovanni XXIII, 2, Osio Sotto (BG), 24046, Italia 3. TRR S.r.l., Viale Scala Greca, 293, Siracusa 96100, Italia SOMMARIO Il pericolo di formazione di miscele esplosive è frequente nelle industrie di processo nelle quali si stoccano, manipolano, trasformano sostanze infiammabili. Il pericolo di esplosione è peraltro, con il pericolo di incendio e quello di emissione di sostanze tossiche, uno dei pericoli specifici dell industrie con pericolo di incidente rilevante. La direttiva CE 92/99 recepita col D. Lgs 233/03 dispone che Le attrezzature da utilizzare nelle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive, già utilizzate o a disposizione dell impresa o dello stabilimento per la prima volta prima del 30 giugno 2003, debbono soddisfare, a decorrere da tale data i requisiti minimi di cui all allegato II Parte A.. La suddetta normativa prevede quindi che gli impianti, attrezzature e sistemi di protezioni già in uso prima del 30 giugno 2003 debbano essere adeguati in modo da poter essere utilizzati senza rischio in un atmosfera esplosiva Grazie alla esperienza ormai ventennale nello studio dei pericoli delle industrie di processo con pericolo di incidente rilevante la TRR è stata chiamata con frequenza alla elaborazione del documento previsto dalla normativa per la individuazione delle aree con pericolo di formazione atmosfere esplosive e per la proposizione di misure e interventi idonei a determinare condizioni di protezione efficaci e adeguate. Sulla base di questa esperienza di interventi di studio, la TRR ha elaborato una metodologia di analisi dei luoghi con pericolo di esplosione che partendo dalla individuazione dei pericoli arriva alla elaborazione di piani di intervento specifici per l adeguamento delle apparecchiature e degli impianti. 1. INTRODUZIONE Scopo del presente manoscritto è l individuazione di elementi necessari al fine di verificare l adeguatezza delle misure tecniche e organizzative per limitare la formazione e l innesco delle miscele esplosive nell ottica di attuare il principio di protezione integrata contro il rischio di esplosione Lo studio si sviluppa secondo le seguenti fasi: 2. RACCOLTA DELLE PROPRIETÀ CARATTERISTICHE DELLE SOSTANZE: Vengono prese in considerazione tutte le sostanze infiammabili presenti come materie prime, prodotti finiti, prodotti intermedi, eventuali sottoprodotti di decomposizione o di reazioni secondarie, rifiuti che possano generare pericolo di atmosfere esplosive. 3. AUDIT DI SICUREZZA E la fase iniziale, propedeutica e fondamentale dello studio ed è finalizzata all analisi del sistema di gestione della sicurezza e delle relative procedure adottate dall azienda per verificarne la corrispondenza formale e sostanziale con quanto stabilito dal titolo VIII bis del D.Lgs 626/94 Lo studio prevede la definizione di Check list specifiche per la verifica delle misure di prevenzione e protezione adottate dallo stabilimento e la definizione delle possibili azioni di miglioramento.
2 Le problematiche principali analizzate mediante le suddette check list con la collaborazione del personale interessato e coinvolto nella gestione delle aree con pericolo di esplosione riguardano: - Probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive: Classificazione Aree Pericolose - Potenziali fonti di Ignizione. - Sistemi di prevenzione e mitigazione. 2.1 Probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive: Classificazione Aree Pericolose Secondo l art. 88-octies e l Allegato XV-bis del D.Lgs. 626/94 (come introdotti dal D.Lgs. 233/03), le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive in quantità tali da richiedere particolari provvedimenti di protezione per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori interessati, sono ripartite in zone in base alla frequenza e alla durata della presenza di atmosfere esplosive. Per le zone esterne alle apparecchiature: si fa riferimento alla Classificazione delle aree pericolose redatta secondo la Norma CEI 64 2 e già a disposizione di molte aziende o alla norma UNI EN (CEI 31 30). I rapporti riportano una descrizione delle sorgenti di emissioni e le relative sostanze, la qualificazione ed estensione delle zone AD ed i gradi di emissione derivanti dai centri di pericolo. Questi ultimi possono essere riassunti come segue: Centro di pericolo di grado continuo Costituiti da sfiati di fognature e condotti di scarico di sostanze infiammabili; Centro di pericolo di primo grado Costituiti da sfiati di valvole di regolazione automatica, valvole di sicurezza non convogliati, premistoppa; Centro di pericolo di secondo grado Costituiti da valvole di sicurezza con scarichi convogliati, flange, premistoppa di tutte le valvole soggette ad un numero di manovre al giorno inferiore a 10 e da tutti i drenaggi soggetti a manovre per una durata complessiva non superiore a 5 min ogni 24 ore. Nell ambito delle aree pericolose classificate secondo la Norma CEI si fa invece riferimento alle zone elencate di seguito: Zona 0 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un'atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia. Zona 1 Area in cui la formazione di un'atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività. Zona 2 Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un'atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata. Di seguito si riporta un esempio di Check list riguardante la gestione della classificazione delle aree pericolose:
3 Classificazione Aree Pericolose Aggiornamento per Progetti e Modifiche Ci sono meccanismi che consentono di mantenere aggiornata la documentazione riportando l installazione di attrezzature fisse che costituiscano nuove Sorgenti di Emissione (SE) ovvero la eliminazione/cambio posizione? Ci sono meccanismi che impongono di verificare che le attrezzature elettrostrumentali già installate siano adeguate e compatibili con la modifica apportata alla classificazione area? Per i nuovi luoghi di lavoro utilizzati dopo Giugno 2003 la classificazione aree è effettuata secondo la metodologia della UNI EN ? Per le modifiche impiantistiche è definito quando effettuare la classificazione totale o parziale della zona? NOTE / POSSIBILI MIGLIORAMENTI Fissare i criteri che regolino come e quando effettuare la classificazione totale o parziale ed il metodo di classificazione da utilizzare. Esplicitare quale è la Organizzazione di Stabilimento che deve richiedere la classificazione aree ed i compiti ad essa assegnati. (oltre all aggiornamento disegno deve essere prodotta la relazione esplicativa della classificazione) Definire,nel caso di modifica della classificazione area, quale è la Organizzazione responsabile di verificare che le attrezzature esistenti coinvolte dalla modifica restino idonee ad essere utilizzate Definire quale fase del progetto (e quale Organizzazione) deve aggiornare il Documento di protezione contro le esplosioni ovvero redigere un documento parziale relativo alla modifica/nuovo impianto
4 Classificazione Aree Pericolose Modifiche temporanee Ci sono meccanismi che consentono di tenere conto delle variazioni temporanee delle Sorgenti di Emissione (nuove sostanze infiammabili e/o nuove attrezzature)? Presenza di sostanze in contenitori mobili (additivi/prodotti chimici/solventi/ecc.) che possono modificare la classificazione area? NOTE / POSSIBILI MIGLIORAMENTI Gli interventi/modifiche che si completano in breve tempo, sono regolamentati con il permesso di lavoro e non richiedono alcuna variazione alle procedure. Procedura per la gestione delle modifiche temporanee: Specificare che - In caso di introduzione di nuove sorgenti di emissioni - In caso di introduzione di nuove apparecchiature ( sia elettrostrumentali che meccaniche) occorre valutare in via qualitativa (qualcosa simile ad una analisi di rischio) se sia prevedibile una estensione della zona classificata che coinvolga apparecchiature già presenti in loco e se esistano rischi dovuti alle caratteristiche di antideflagranza delle nuove apparecchiature Definire quale organizzazione gestisce il processo di verifica Per modifiche temporanee non è mandatario modificare i disegni di classificazione area in presenza di una analisi di rischio.
5 2.2 Potenziali fonti di ignizione Nella valutazione delle fonti di accensione, vengono dapprima considerate tutte le fonti di innesco (così come riportato nella norma italiana UNI EN , Febbraio 2001); vengono quindi identificate quelle presenti all interno delle zone classificate dello stabilimento e viene valutata l idoneità di accensione per confronto con le caratteristiche di accensione della sostanza infiammabile; infine è valutata la probabilità di esistenza di tali fonti (considerando anche quelle introdotte temporaneamente, per esempio durante le operazioni di manutenzione e pulizia), tenendo conto delle misure tecniche specifiche di prevenzione e protezione adottate. Le fonti di innesco riportate nell elenco della norma italiana UNI EN sono le seguenti: Superfici calde Fiamme e gas caldi (incluse le particelle calde) Scintille di origine meccanica Materiale elettrico Correnti elettriche vaganti, protezione contro la corrosione catodica Elettricità statica Fulmini Onde elettromagnetiche a radiofrequenza (RF) da 10 4 Hz a 3*10 12 Hz Onde elettromagnetiche a radiofrequenza (RF) da 3*10 11 Hz a 3*10 15 Hz Radiazioni ionizzanti Ultrasuoni Compressione adiabatiche e onde d'urto Reazioni esotermiche, inclusa l autoaccensione delle polveri La check list di supporto per valutare la probabilità di esistenza di tali fonti in funzione delle misure tecniche e organizzative di prevenzione e protezione adottate a fronte della suddetta problematica è riportata di seguito.
6 INSTALLAZIONE Attrezzature Elettrostrumentali Impianti Elettrici Strutture contenenti attrezzature elettrostrumentali POTENZIALI FONTI DI IGNIZIONE Gli impianti elettrici esistenti sono muniti di certificato di conformità? Gli impianti elettrici esistenti sono verificati ogni 2 anni (come richiesto da DPR 462/01)? Il materiale elettrostrumentale installato in maniera permanente è adeguato alla classificazione delle aree? Esiste la documentazione di certificazione per tutte le apparecchiature che ricadono in area classificata? Le apparecchiature sono munite di targhetta? Eventualmente acquisire valutazione di quale % di attrezzature non dispongono di documentazione formale e nemmeno di documentazione tecnica; verificarne la tipologia e se ricadono nello stesso impianto. Verificare se esistono attrezzature IDENTICHE (non similari) munite di certificazione. Esistono meccanismi finalizzati a verifica che il materiale elettrostrumentale installato sia come da progetto prima della messa in esercizio degli impianti? Esistono meccanismi per verificare che il materiale elettrostrumentale utilizzato in maniera temporanea sia adeguato alla classificazione delle aree? (ad es pompe strumentazione per test). È stato verificato che la posizione di Cabine elettriche, Cabine analizzatori, Cabine strumentazione, non ricada all interno di aree classificate? Esistono situazioni in cui la condizione di antideflagranza è assicurata da pressurizzazione della struttura edificio apparecchiatura (per impedire l ingresso di miscela esplosiva)? Tali sistemi sono muniti di allarme blocco in caso di mancanza pressurizzazione? Formalizzare/rivedere periodicamente il programma di censimento-normalizzazione È opportuno avere un programma controllato per completar4e rapidamente l attività che porta alla identificazione e normalizzazione delle eventuali apparecchiature non idonee. Occorre definire un responsabile per le eventuali sostituzioni richieste per normalizzare le deviazioni riscontrate dall attività di censimento ispezione e che tenga traccia della tempistica dei progressi. Acquisire elenco di strutture pressurizzate (Cabine elettriche,cabine analizzatori, Cabine strumenti)
7 Superfici Calde (UNI EN 1127) Fiamme e gas caldi (incluse le particelle calde) (UNI EN 1127) POTENZIALI FONTI DI IGNIZIONE È stato verificato che la posizione di strutture temporanee (baracche, officine mobili, spogliatoi, punti di ristoro, ecc.) non ricada all interno di aree classificate? Le apparecchiature elettrostrumentali installate dopo giugno 2003 sono conformi al DPR 126/98 (ATEX)? Hanno il marchio ATEX? Dove sono ubicate e qual è la temperatura max di superficie Sono ipotizzabili altre situazioni oltre quelle di seguito elencate? Generate da utensili/attrezzi/lavori (vedi permesso di lavoro); Fiamme libere nei posti fumo. Si dispone di procedure per il posizionamento di nuove strutture che preveda il controllo dell ubicazione in relazione alla classificazione dell area? Chi effettua il controllo? Istituire procedura che gestisca il flusso della documentazione di certificazione ATEX sia per apparecchiature nuove installate dai progetti, sia per apparecchiature sostituite per manutenzione. Confrontare le temperature massime di superficie con le AIT delle sostanze presenti in quella determinata area tenendo conto delle considerazioni dettate dalla norma API Vedere procedura di posizionamento dei posti fumo. Vedere procedure di gestione dei posti fumo Procedure permessi di lavoro
8 Scintille di origine meccanica (UNI EN 1127) POTENZIALI FONTI DI IGNIZIONE Vi sono 2 tipologie: Generate da utensili/attrezzi/lavori (vedi permesso di lavoro); Generate da attrezzature fisse con organi in movimento veloce 8escluse ad esempio valvole regolatrici / motorizate Le apparecchiature meccaniche installate dopo giugno 2003 sono conformi al DPR 126/98 (ATEX)? Hanno il marchio ATEX? Chi effettua il controllo? I soggetti principali di questa categoria sono pompe e compressori (e relativi motrici) che per presenza di cuscinetti, baderne, steli e assi rotanti hanno la potenzialità di generare scintille come stadio finale di una disfunzione che prelude una rottura grave del macchinario. Solitamente è stato evidenziato che i macchinari principali di Stabilimento quali grossi compressori/pompe e relativi motori, considerata la loro criticità per ricambistica e manutenzione sono equipaggiati con sistemi di rilevazione/monitoraggio della vibrazioni che riportano eventuali segnali di allarme nelle sale controllo; in tal modo viene preventivamente rilevato ogni inizio di disfunzione vibrazionale che possa portare a cedimenti della macchina. In questa ottica si considera che la presenza di tali sistemi antivibrazione costituisca un fattore di prevenzione di potenziali rotture che inducano scintille. Elettricità statica (UNI EN 1127) Sono state individuate le aree e le operazioni a rischio? (movimentazione prodotti, operazioni di carico/scarico mezzi mobili) È previsto l uso di DPI antistatici per il personale? Esistono procedure che regolamentano le operazioni? Per i mezzi mobili è prevista la presenza di sistemi di messa a terra con consenso. Sono presenti sistemi di inertizzazione? Fulmini (UNI EN 1127) Impianti di messa a terra I sistemi di protezione contro i fulmini sono dotati di certificazione di conformità? I sistemi di protezione contro i fulmini sono oggetto di verifica periodica?
9 Attrezzature elettrostrumentali portatili Presenza di automezzi con motore a combustione interna Reazioni esotermiche, inclusa l autoaccensione delle polveri (UNI EN 1127) Altre fonti di agnizione previste dalla norma UNI EN 1127 POTENZIALI FONTI DI IGNIZIONE Esistono procedure per non introdurre/usare cellulari? Esistono procedure per non introdurre/usare strumentazione portatile, macchine fotografiche, ecc. che non sia adeguata alla classificazione area? Esiste una procedura finalizzata a garantire l uso della retina parafiamma? È stato verificato che le strade non siano interessate da zone classificate? Sono state individuate possibili operazioni in cui sono coinvolte sostanze con comportamento piroforico? Verificare se sono presenti e dove sono ubicate: Correnti elettriche vaganti, protezione contro la corrosione catodica Onde elettromagnetiche a radiofrequenza (RF) da 104 Hz a 3*1012 Hz Onde elettromagnetiche da 3*1011 Hz a 3*1015 Hz Radiazioni ionizzanti Ultrasuoni Compressione adiabatiche e onde d urto L utilizzo di altre attrezzature elettrostrumentali portatili nelle aree operative classificate è controllato da procedure dei permessi di lavoro? Tale problematica è coperta dalla procedura di permesso di lavoro a caldo con opportune azioni di controllo / prevenzione / protezione? Esiste procedura che gestisca prevenzione e controllo? Esistono procedure per le operazioni di manutenzione quali scarico catalizzatori, materiale di fondo colonna ecc?
10 4. SISTEMI DI PREVENZIONE / PROTEZIONE / MITIGAZIONE. Il terzo step dell analisi consiste nella verifica di rispondenza alle prescrizioni minime previste nell allegato XV ter del D.LGS. 233/2003. Nell ottica di attuare il principio di protezione integrata contro il rischio di esplosione, si distingue tra misure tecniche e misure organizzative per limitare la formazione e l innesco delle miscele esplosive.
11 1. Provvedimenti organizzativi 1.1 Formazione professionale dei lavoratori Il datore di lavoro provvede ad una sufficiente ed adeguata formazione in materia di protezione dalle esplosioni dei lavoratori impegnati in luoghi dove possono formarsi atmosfere esplosive 1.2 Istruzioni scritte e autorizzazione al lavoro Ove stabilito dal documento sulla protezione contro le esplosioni: a) il lavoro nelle aree a rischio si effettua secondo le istruzioni scritte impartite dal datore di lavoro; b) è applicato un sistema di autorizzazioni al lavoro per le attività pericolose e per le attività che possono diventare pericolose quando interferiscono con altre operazioni di lavoro. Le autorizzazioni al lavoro sono rilasciate prima dell inizio dei lavori da una persona abilitata a farlo. Esiste formazione di base? Previsto corso di refreshment? Lo svolgimento di lavori-attività in genere nelle aree classificate a rischio di esplosione è regolamentato? Il permesso di lavoro tiene conto della classificazione dell area? È prevista la verifica in continuo dell esplosività?
12 2. Misure di protezione contro le esplosioni 2.1 Fughe ed emissioni, intenzionali o no, di gas, vapori, nebbie o polveri combustibili che possano dar luogo a rischi di esplosioni sono opportunamente deviate o rimosse verso un luogo sicuro o, se ciò non è realizzabile, contenuti in modo sicuro o resi adeguatamente sicuri con altri metodi appropriati. Scarichi di valvole di sicurezza sono convogliati a candela o se in atmosfera posti in altezza in luogo sicuro? Drenaggi di idrocarburi durante il normale esercizio sono convogliati? Spurghi di apparecchiature per bonifica prima della manutenzione sono effettuati da personale competente che conosce la disposizione impiantistica e prende opportune precauzioni? 2.2 Qualora l'atmosfera esplosiva contenga più tipi di gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili o combustibili, le misure di protezione devono essere programmate per il massimo pericolo possibile. Tale criterio è applicato nella normale pratica di progettazione? 2.3 Per la prevenzione dei rischi di accensione, conformemente all'art. 88-quater, si tiene conto anche delle scariche elettrostatiche che provengono dai lavoratori o dall'ambiente di lavoro, che agiscono come elementi portatori di carica o generatori di carica. I lavoratori sono dotati di adeguati indumenti di lavoro fabbricati con materiali che non producono scariche elettrostatiche che possano causare l'accensione di atmosfere esplosive. Trattato nelle precedenti check list Esistenza di procedure che tengono conto della elettricità statica in specifiche operazioni. Acquisto di indumenti antistatici in corso.
13 2.4 Impianti, attrezzature, sistemi di protezione e tutti i loro dispositivi di collegamento sono posti in servizio soltanto se dal documento sulla protezione contro le esplosioni risulta che possono essere utilizzati senza rischio in un'atmosfera esplosiva. Ciò vale anche per attrezzature di lavoro e relativi dispositivi di collegamento che non sono apparecchi o sistemi di protezione ai sensi del D.P.R. 23 marzo 1998 n. 126, qualora possano rappresentare un pericolo di accensione unicamente per il fatto di essere incorporati in un impianto. Vanno adottate le misure necessarie per evitare il rischio di confusione tra i dispositivi di collegamento. 2.5 Si devono prendere tutte le misure necessarie per garantire che le attrezzature di lavoro con i loro dispositivi di collegamento a disposizione dei lavoratori, nonché la struttura del luogo di lavoro siano state progettate, costruite, montate, installate, tenute in efficienza e utilizzate in modo tale da ridurre al minimo i rischi di esplosione e, se questa dovesse verificarsi, si possa controllarne o ridurne al minimo la propagazione all'interno del luogo di lavoro e dell'attrezzatura. Per detti luoghi di lavoro si adottano le misure necessarie per ridurre al minimo gli effetti sanitari di una esplosione sui lavoratori. Il requisito si applica a nuovi impianti, installazioni per cui è necessario approntare un documento sulla protezione contro le esplosioni ovvero modificare l esistente. Impianto di messa a terra Rilevatori di esplosività Apparecchi di arresto esplosione Costruzioni resistenti I sistemi di messa a terra sono dotati di certificazione di conformità? Sono oggetto di verifica periodica? È prevista la presenza di rilevatori di esplosività fissi? Dispongono di segnale di allarme? Sono presenti dispositivi di arresto di fiamma (flame arresters, retine, ecc.) Sono previste strutture resistenti all esplosione (blast resistance).
14 Pratiche di manutenzione Le sostituzioni per manutenzione sono effettuate con prodotti di classe uguale o superiore? È utilizzato materiale con marcatura ATEX? Gli interventi di manutenzione sono finalizzati a mantenere le caratteristiche di antideflagranza di origine (problematica critica specialmente per i motori)? Come viene garantita tale caratteristica? 2.6 Se del caso, i lavoratori sono avvertiti con dispositivi ottici e acustici e allontanati prima che le condizioni per un'esplosione siano raggiunte. Si hanno certificazioni degli interventi di manutenzione? Sono previsti rilevatori di esplosività che sono muniti di dispositivi ottici/acustici? La problematica generale di avvertire i lavoratori in caso di rischio (sia da esplosione, sia da altri eventi è trattata nel PEI (Piano di Emergenza Interno) che riporta le indicazioni relative ai dispositivi sonori che allertano per una potenziale emergenza?
15 2.7 Ove stabilito dal documento sulla protezione contro le esplosioni, sono forniti e mantenuti in servizio sistemi di evacuazione per garantire che in caso di pericolo i lavoratori possano allontanarsi rapidamente e in modo sicuro dai luoghi pericolosi. 2.8 Anteriormente all'utilizzazione per la prima volta di luoghi di lavoro che comprendono aree in cui possano formarsi atmosfere esplosive, è verificata la sicurezza dell'intero impianto per quanto riguarda le esplosioni. Tutte le condizioni necessarie a garantire protezione contro le esplosioni sono mantenute. La verifica del mantenimento di dette condizioni è effettuata da persone che, per la loro esperienza e formazione professionale, sono competenti nel campo della protezione contro le esplosioni. La problematica generale di avvertire i lavoratori in caso di rischio (sia da esplosione sia da altri eventi è trattata nel PEI (Piano di Emergenza Interno) che riporta tutte le precauzioni ed indicazioni da seguire nel caso di una potenziale emergenza. Il PEI include anche la descrizione dei servizi e procedure per garantire l evacuazione in caso di pericolo? Il raggiungimento delle condizioni necessarie a garantire la protezione contro le esplosioni è il criterio portante di tutte le attività degli stabilimenti petrolchimici in genere. Ad esso contribuiscono tutte le procedure gestionali e di sicurezza che si applicano nelle varie fasi (progettocostruzione-messa in esercizio-esercizio). Verifica del Sistema di Gestione che si articola nei vari settori, al fine di garantire il raggiungimento di operazioni sicure. Specificamente verificare che siano previste procedure che abbiano lo scopo di verificare diversi punti riguardanti la sicurezza nelle fasi di progettazione ed in generale prima dell avviamento di un impianto (procedure di gestione progetti, ecc.). La verifica del mantenimento delle condizioni di sicurezza fa parte degli svariati meccanismi di controllo presenti negli Stabilimenti (ispezioni apparecchiature, ispezioni operative, controlli manutentivi, sistemi critici, ecc.) effettuati da personale qualificato dell Azienda o di Ditte specializzate.
16 2.9 Qualora risulti necessario dalla valutazione del rischio: a) deve essere possibile, quando una interruzione di energia elettrica può dar luogo a rischi supplementari, assicurare la continuità del funzionamento in sicurezza degli apparecchi e dei sistemi di protezione, indipendentemente dal resto dell'impianto in caso della predetta interruzione; b) gli apparecchi e sistemi di protezione a funzionamento automatico, che si discostano dalle condizioni di funzionamento previste, devono poter essere disinseriti manualmente, purché ciò non comprometta la sicurezza. Questo tipo di interventi deve essere eseguito solo da personale competente; c) in caso di arresto di emergenza, l'energia accumulata deve essere dissipata nel modo più rapido e sicuro possibile o isolata in modo da non costituire più una fonte di pericolo. a) La problematica di valutare gli impatti di una mancanza di energia elettrica sul ciclo operativo dello Stabilimento o di un impianto deve essere ben conosciuta ed affrontata nello Stabilimento. A tale scopo, devono essere previste apparecchiature e sistemi idonei a proteggere e presidiare quali ad esempio: utenze a vapore con avviamento automatico; sistema computerizzato di stacco carico elettrico; disponibilità di sistemi di alimentazione alternativa (batterie tampone-gruppi di continuità.) b) I sistemi preposti a garantire la sicurezza (blocchi, allarmi, strumentazione varia, valvole di sicurezza, ecc.) devono poter essere disinseriti manualmente per effettuare operazioni di controllo, calibratura, manutenzione. Gli interventi sono effettuati da personale competente, sia dello Stabilimento, sia di Ditte specializzate). c) In caso di arresto di emergenza, l eventuale energia accumulata dai fluidi di processo (sotto forma di pressione e temperatura) viene dissipata in modo rapido e sicuro scaricando i prodotti/idrocarburi pericolosi in CANDELA, ove per la distanza e configurazione, vengono combusti senza generare alcuna fonte di pericolo.
17 5. CONCLUSIONI Sulla base dei risultati dell analisi di rischio e tenendo conto dei risultati delle verifiche di adeguatezza delle misure tecniche e organizzative per limitare la formazione e l innesco delle miscele esplosive nell ottica di attuare il principio di protezione integrata contro il rischio di esplosione, verrà predisposto un piano di miglioramento finalizzato a ridurre i rischi di esplosioni a livelli tollerabili
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