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1 Università degli Studi di Roma Tor Vergata Facoltà di Lettere CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE Lezione 1: Introduzione al corso Il concetto di azienda e la classificazione delle aziende Dott. Fabio Monteduro 5 Ottobre 2012

2 Corso di economia aziendale: oggetto di studio e contenuti Di cosa ci occuperemo: analizzeremo, dal punto di vista concettuale, la nozione di azienda, impresa, il campo di gestione e le funzioni aziendali parleremo di programmazione e controllo impareremo a leggere, analizzare ed interpretare un bilancio di esercizio

3 Corso di economia aziendale: oggetto di studio e contenuti Inoltre introdurremo il concetto di rendicontazione sociale parleremo di gestione delle aziende non profit

4 Corso di economia aziendale TESTO DI RIFERIMENTO HINNA L., MONTEDURO F. (a cura di), Lezioni di Economia Aziendale. Manuale per gli studenti delle facoltà non economiche, Maggioli Editore, Dispense pubblicate sul sito contenenti approfondimenti specifici e casi studio - Slide delle lezioni

5 Corso di economia aziendale INFORMAZIONI GENERALI E previsto lo svolgimento di un lavoro individuale sulle tematiche trattate durante le lezioni, che sarà valutato in trentesimi, ed il cui voto verrà preso in considerazione insieme a quello dell esame finale. L esame finale consiste in una prova orale.

6 Introduzione all economia aziendale uno spettro si aggira per le aule delle Facoltà [di Lettere]: la paura della matematica, delle formule, dei grafici e delle equazioni. (da L. Hinna, 2008)

7 Introduzione all economia aziendale Welfare? Competizione? Terzo Settore? Crisi? ognuno di noi, quotidianamente, si trova a dover fare i conti con l economia.

8 Introduzione all economia aziendale Ogni attività che svolgiamo è improntata al soddisfacimento dei nostri bisogni Tali bisogni possono essere di varia natura (fisiologica, di sicurezza, di autorealizzazione, ecc.); Come soddisfiamo i nostri bisogni?

9 Introduzione all economia aziendale Attraverso l utilizzo di risorse scarse Questo è definito come problema economico : ossia il problema di soddisfare la molteplicità dei bisogni dell uomo con beni limitati. È necessario, quindi, deve porre in essere una serie di attività, frutto della selezione dei bisogni prioritari e dei mezzi per il loro soddisfacimento: attività economica.

10 Introduzione all economia aziendale La selezione delle priorità può avvenire attraverso diversi criteri principio etico: la scelta è guidata dal sistema di valori che ogni individuo ha (di ordine religioso, politico, sociale, ecc.); principio del tornaconto o edonistico: la scelta è guidata dal calcolo economico, ossia, volta al soddisfacimento del maggior numero di bisogni attraverso un utilizzo ottimale delle risorse a disposizione;

11 Introduzione all economia aziendale La soluzione al problema economico può essere individuata nella creazione dei mezzi necessari al soddisfacimento dei bisogni e nel loro utilizzo, con lo scopo ultimo di appagare le necessità dell uomo.

12 Introduzione all economia aziendale Tali funzioni economiche vengono svolte da una pluralità di attori: individui famiglie associazioni enti aziende

13 Introduzione all economia aziendale L azienda rappresenta, quindi, un entità creata dall uomo, un mezzo che egli utilizza per il soddisfacimento dei proprio bisogni. Il fine ultimo dell azienda non è quello di soddisfare i bisogni dell uomo; questo è un fine dell uomo. È, tuttavia, un fine indiretto per l azienda: è creata per rispondere alle necessità dell uomo.

14 Introduzione all economia aziendale Il fine assegnato all azienda è la creazione di ricchezza o di valore. L azienda ha responsabilità sociali in quanto opera nella collettività, non ha, invece, fini sociali diretti (R. Ferrari Franceschi, 2005) La creazione del valore può avvenire solo salvaguardando se stessa: il fine ultimo dell azienda è la sua capacità di durare e crescere nel tempo.

15 Introduzione all economia aziendale L economia aziendale: non studia le funzioni economiche di produzione, distribuzione e consumo; X studia le aziende: ne studia le caratteristiche, le modalità di funzionamento, di sopravvivenza, di crescita;

16 Introduzione all economia aziendale Le origini dell economia aziendale: Nasce nel 1927 ad opera di Gino Zappa. Durante l apertura dell anno accademico 1926/1927 dell Università Ca Foscari di Venezia, parlò di una scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende, che chiamò con il nome di scienza dell amministrazione economica delle aziende o economia aziendale.

17 Introduzione all economia aziendale L economia aziendale è una scienza generale, empirica, sociale. Generale: si tratta di una disciplina che intende rappresentare delle leggi che siano valide per tutte le aziende. Sono leggi economiche. Empirica: non si tratta di leggi astratte, ma verificate, confutate, modificate sul campo. Sociale: l oggetto di studio è l uomo e le sue interazioni con i propri simili

18 L economia aziendale: oggetto di studio e contenuti L economia aziendale, così come l ha presentata Zappa, unisce la dottrina della gestione a quella dell organizzazione economico-aziendale. In parole povere, l economia aziendale si compone di: Ragioneria (rilevazione); Tecnica amministrativa (gestione); Organizzazione d azienda.

19 Il concetto di azienda

20 Il concetto di azienda: la molteplicità delle definizioni Esistono diverse definizioni utilizzate per individuare il concetto di azienda Le differenze/sfumature, dipendono da chi la propone e dalle finalità che si pone. Non è possibile, quindi, affermare che una sia più giusta di un altra. È, tuttavia, possibile affermare che una meglio si adatta rispetto ad un altra agli scopi ed alle finalità che si intende raggiungere.

21 Il concetto di azienda l azienda è un sistema di forze che sviluppa in maniera coordinata ed autonoma un attività economica e, cioè, un processo di produzione volto al soddisfacimento di bisogni umani. Si tratta di una definizione generica, che può essere applicata a diverse realtà apparentemente distanti tra loro

22 L azienda secondo l approccio giuridico Art del Codice Civile l azienda è il complesso di beni organizzati dall imprenditore per l esercizio dell impresa. Quali sono le caratteristiche di questa definizione?

23 L azienda secondo l approccio giuridico La definizione non considera né le persone che operano nell azienda, né l attività che vi viene svolta per raggiungere un fine economico. Nella prospettiva giuridica, l azienda si identifica con l apparato strumentale (locali, macchinari, attrezzature, merci, materie prime, ecc.) di cui l imprenditore si avvale per lo svolgimento e nello svolgimento dell attività di impresa.

24 L impresa secondo l approccio giuridico Art del Codice Civile E imprenditore chi esercita professionalmente un attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi. Quali sono le caratteristiche di questa definizione?

25 L impresa secondo l approccio giuridico L impresa, dunque, è: l attività: caratterizzata cioè da una serie di atti diretti alla produzione o allo scambio di beni o servizi; economica: l attività deve essere organizzata in maniera tale che i costi sostenuti siano inferiori ai profitti; organizzata: s intende l organizzazione di fattori produttivi quali capitale, lavoro,macchinari etc. professionalmente, dall imprenditore, utilizzando la struttura aziendale, allo scopo di produrre e scambiare beni e/o servizi con il fine di conseguire un risultato economico positivo.

26 Azienda vs impresa La figura giuridica dell imprenditore è il punto di partenza per il diritto commerciale SCOPO: distinguere l impresa da altre forme (lavoro autonomo) ai fini dell applicazione delle norme in materia di: fallimento ed altre procedure concorsuali; contabilità; registrazione delle imprese; rappresentanza commerciale, ecc. rilevanza economica dei beni organizzati dall imprenditore ai fini di regolare la cessione di azienda, i marchi, ecc. Secondo la prospettiva giuridica azienda ed impresa sono due concetti distinti, il primo strumentale al secondo, il primo statico ed il secondo dinamico.

27 L azienda secondo l approccio economico aziendale L azienda è «un istituto economico destinato a perdurare che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione o il procacciamento e il consumo della ricchezza» (Gino Zappa)

28 L azienda secondo l approccio economico aziendale L azienda «è un sistema di forze economiche che sviluppa, nell ambiente di cui è parte complementare, un processo di produzione, o di consumo, o di produzione e di consumo insieme, a favore del soggetto economico, ed altresì degli individui che vi cooperano» (Aldo Amaduzzi)

29 L azienda secondo l approccio economico aziendale: caratteristiche L azienda è un organizzazione stabile volta a combinare e coordinare le risorse impiegate nel processo produttivo compiendo operazioni non occasionali e per tempi medio lunghi; All interno dell azienda vi sono le persone, che prestano, nell ambito dell organizzazione, energie di lavoro e svolgono funzioni e compiti tra loro coordinati a diversi livelli di responsabilità;

30 L azienda secondo l approccio economico aziendale: caratteristiche Un altro elemento sono i beni economici (materiali, immateriali e finanziari) destinati ad essere scambiati od utilizzati per svolgere l attività produttiva e soddisfare i bisogni diretti e/o indiretti; All interno dell azienda vengono realizzate le operazioni sui beni, che sono svolte da persone per il raggiungimento del fine per cui l azienda è costituita ed amministrata; Inoltre, il fine o scopo dell azienda consistente nel soddisfacimento indiretto dei bisogni umani.

31 L azienda come sistema Un sistema può essere definito come un complesso di elementi uniti tra loro o interdipendenti. Ne consegue che le operazioni poste in essere per realizzare gli obiettivi dell organizzazione debbano essere necessariamente integrate tra di loro. In altri termini, i fatti aziendali che costituiscono la vita aziendale non sono tra loro scollegati ma sono strettamente avvinti in un rapporto di causa-effetto.

32 L autonomia dell azienda L autonomia, nell azienda, implica libertà di decisione a livello strategico e operativo e si manifesta come sintesi di condizioni oggettive (durabilità) e soggettive (indipendenza).

33 L economicità dell azienda L economicità dell azienda implica che l intera attività posta in essere dall organizzazione produttiva sia spirata alla logica: dell efficacia strategica (intesa come capacità di programmare e realizzare obiettivi coerenti con le attese complessive degli interlocutori aziendali) dell efficienza operativa (capacità di realizzare le produzioni, ai dovuti livelli qualitativi, con il minor impiego delle risorse disponibili). La costante tensione all efficienza e all efficacia porta alla creazione di valore e pone le condizioni necessarie per garantire nel tempo la sopravvivenza dell organizzazione.

34 Lo schema logico per interpretare il funzionamento aziendale BISOGNI Attese degli interlocutori aziendali RISORSE (input) Processo PRODOTTI E SERVIZI output

35 Lo schema logico per interpretare il funzionamento aziendale BISOGNI Attese degli interlocutori aziendali (stakeholder) Efficacia (capacità di programmare e realizzare obiettivi coerenti con le attese degli stakeholder) RISORSE (input) Processo PRODOTTI E SERVIZI output Efficienza (capacità di massimizzare l output dati gli input)

36 Chi sono gli interlocutori aziendali (stakeholder)? Azionisti/investitori (portatori di capitale) Finanziatori (fornitori di mezzi finanziari) Lavoratori (fornitori di lavoro) Clienti (acquirenti dei prodotti) Fornitori (di fattori produttivi) Fisco Comunità locale Quali sono le attese di questi soggetti?

37 Le attese degli stakeholder? Azionisti/investitori (profitti-dividendi) Finanziatori (tasso di interesse) Lavoratori (salari) Clienti (rapporto qualità/prezzo) Fornitori (corrispettivi delle forniture, stabilità, tempi) Fisco (tasse) Comunità locale (responsabilità sociale) Nelle aziende pubbliche e non profit ce ne sono di diversi?

38 Gli stakeholder tipici delle aziende pubbliche e non profit PA Cittadini-utenti (qualità dei servizi ricevuti) Cittadini-contribuenti (intensità del prelievo fiscale) Altre amministrazioni/partner (collaborazione tra enti) NON PROFIT Volontari (rendersi utili attivamente) Donatori (trasparenza nella distribuzione dei fondi) Beneficiari (capillarità e qualità dell aiuto)

39 La classificazione delle aziende

40 I criteri di classificazione delle aziende Esistono diversi criteri di classificazione delle aziende; In analogia con le definizioni, anche le classificazioni dipendono dalle finalità e dagli scopi che si intende perseguire. Verranno di seguito proposte alcune classificazioni che si ritengono funzionali agli scopi di questo Corso.

41 I criteri di classificazione delle aziende In base allo scopo Imprese (aziende private di mercato o for profit) Aziende pubbliche (o amministrazioni pubbliche) Aziende non profit (imprese sociali) In base al soggetto giuridico Aziende private e non profit Aziende pubbliche In base alla forma giuridica Aziende individuali Aziende collettive o società In base al settore di attività Aziende del settore primario Aziende del settore secondario Aziende del settore terziario In base alle dimensioni Grandi imprese Medie imprese Piccole imprese In base al mercato Aziende che operano in un mercato concorrenziale Aziende che operano in un mercato non concorrenziale In base alla localizzazione dei mercati di vendita Aziende locali Aziende nazionali Aziende multinazionali

42 Il criterio dello scopo IMPRESE (aziende for profit) AZIENDE PUBBLICHE AZIENDE NON PROFIT Profitto Interesse pubblico Utilità sociale

43 Il criterio dello scopo In base a tale criterio si può distinguere in: imprese (private o for profit): si tratta di organizzazioni che producono beni e servizi destinati allo scambio. Il fine è l ottenimento del profitto. aziende pubbliche: sono quelle aziende che perseguono l interesse pubblico; aziende non profit: si tratta di organizzazioni che hanno come fine quello di soddisfare i bisogni delle persone nel cui interesse è costituita e gestita

44 Il criterio dello scopo Imprese (aziende for profit): realizzano utili per i soci o per l imprenditore. Le imprese producono beni e/o servizi (output) per lo scambio, da cui derivano le entrate (ricavi) che vanno a remunerare i fattori produttivi (input) impiegati nel processo produttivo Fattori produttivi (capitale, terra, lavoro) Processo di produzione di beni/servizi Vendita Consumatori Utilizzatori Entrate/Ricavi Condizione necessaria per la sopravvivenza e lo sviluppo delle imprese è l equilibrio economico nel medio lungo termine

45 Il criterio del soggetto giuridico Soggetto giuridico Pubblico Aziende pubbliche (diritto amministrativo) Privato Imprese o Società commerciali (Srl, Sas, Snc, ecc.) Libro V del Cod. civ. Associazioni e Fondazioni (Libro I del Cod. civ. e legislazioni speciali) Altre istituzioni

46 Il criterio del soggetto giuridico Aziende private e non profit: caratterizzate da un soggetto giuridico di tipo privato, regolamentato nel primo caso dal Libro V del Codice Civile e nel secondo dal Libro I del Codice Civile e dalle legislazioni speciali. Aziende pubbliche: caratterizzate da un soggetto giuridico di natura pubblica, per cui sono soggette alle norme di diritto amministrativo. Molte sono le fattispecie che rientrano in questa categoria, tra cui gli Enti pubblici territoriali (Stato, Regione, Province, Comuni), gli Enti pubblici non economici (Aci, INPS, INAIL, Camere di Commercio, ecc.), gli Enti pubblici economici (IRI, ENI, Cassa Depositi e prestiti, trasformatisi oggi in S.p.a), ecc 46

47 Il criterio della forma giuridica Aziende individuali: il soggetto giuridico è una persona fisica. In questo caso il proprietario dell azienda incentra su di sé i compiti di direttore, amministratore ed organizzatore. Aziende collettive o società: nel caso in cui l attività d impresa è esercitata da due o più persone che svolgono in comune un attività operativa, dietro l apporto di capitali, al fine di dividere il rischio d impresa. Queste aziende hanno dunque come soggetto giuridico più persone fisiche o una persona giuridica. Società di persone: il soggetto giuridico è rappresentato dai singoli soci, titolari di diritti e obblighi derivanti dall attività aziendale Società di capitali: in cui il soggetto giuridico è rappresentato dalla stessa società, che risulta titolare di diritti e obblighi 47

48 Il criterio del settore di attività Aziende del settore primario: svolgono attività fondate direttamente sullo sfruttamento delle risorse naturali (ad es. attività agricole, estrattive, ecc.); Aziende del settore secondario: svolgono attività di trasformazione fisica delle materie prime (ad es. attività di trasformazioni alimentari, chimiche, artigiane, meccaniche, ecc.); Aziende del settore terziario (aziende servizi): svolgono attività che hanno per oggetto la fornitura di servizi immateriali (ad es. attività di distribuzione dei prodotti, attività alberghiere, bancarie, ecc.); settore quaternario o terziario avanzato (aziende di know how): costituito da tutte le imprese che fanno ampio uso delle più moderne tecnologie informatiche e telematiche (cosiddetta ICT, Information and Communication Technologies).

49 Il criterio della dimensione Tale criterio, sebbene possa sembrare il più oggettivo, risulta essere alquanto variabile in base al parametro di riferimento. Quali possono essere questi parametri?

50 Il criterio della dimensione Tra i parametri si citano: numero addetti; fatturato; capitale sociale; contesto legislativo nazionale: fiscale; civile; contesto legislativo europeo.

51 Il criterio della dimensione In base alle norme comunitarie piccola impresa: numero di dipendenti inferiore a 50 e fatturato inferiore a 7 mln ; media impresa: numero di dipendenti inferiore a 250 e 40 mln.

52 Il criterio della dimensione grande impresa: impresa in grado di esercitare un elevato grado di controllo del mercato. Quindi, con il suo comportamento, riesce a influenzare il comportamento delle altre imprese e a indirizzare la domanda dei consumatori o utilizzatori dei suoi prodotti; piccola impresa: imprese che NON riescono a influenzare le variabili di mercato; esse sono esposte al mutamento della domanda e dell offerta; media impresa:?

53 Il criterio del mercato Aziende che operano in un mercato concorrenziale: è il caso delle imprese, che operano su mercati concorrenziali sia dal lato della domanda cioè per l acquisizione dei fattori produttivi (input) che dal lato dell offerta nell attività di collocamento dei propri prodotti (output). Aziende che operano in un mercato non concorrenziale: operano totalmente o parzialmente in mercati caratterizzati da una concorrenza attenuata o assente, dal lato della domanda o dal lato dell offerta o in entrambi i casi. Le aziende cooperative (operano dal lato della domanda e/o dell offerta in un mercato parzialmente concorrenziale in quanto i fornitori di alcuni fattori o i clienti coincidono con i proprietari dell azienda stessa). Le amministrazioni pubbliche (operano dal lato dell offerta in mercati non concorrenziali in quanto cedono i propri servizi alla collettività dietro un corrispettivo che non corrisponde al prezzo di mercato e acquisiscono buona parte dei mezzi finanziari attraverso l imposizione tributaria). Le aziende non profit (operano dal lato della domanda e dell offerta in un ambiente non concorrenziale).

54 Il criterio del mercato Sistema economico Operano in un mercato concorrenziale Operano in un mercato non concorrenziale Imprese for profit Stato e Pubblica amministrazione Aziende cooperative Aziende non profit

55 Il criterio del mercato FOCUS: La relazione con i mercati Lavoro Materiali Finanziamenti Risorse (input) PROCESSO Prodotti e Servizi (output) Cittadini Clienti Beneficiari Relazioni di mercato /non di mercato Relazioni di mercato /non di mercato

56 Il criterio della localizzazione dei mercati di vendita Aziende locali: collocano i propri prodotti (beni e servizi) in un ambito locale (comune, provincia, regione). Aziende nazionali: collocano la maggior parte dei propri prodotti in tutto (od in una porzione rilevante) del territorio nazionale; Aziende multinazionali: collocano la maggior parte dei propri prodotti in diverse nazioni. A loro volta ripartite in: orizzontali che gestiscono impianti produttivi, collocati in diversi nazioni, al fine di realizzare produzioni simili (esempio: McDonalds); verticali che producono in alcuni paesi merci che servono come materie prime per stabilimenti in altri paesi (esempio: Nike); diversificate che producono, in diversi paesi, vari prodotti non direttamente collegati tra loro (esempio: Microsoft).

57 Il criterio dell intensità di conoscenza In base a tale criterio si può distinguere in: aziende di produzione di beni, che possono essere: tipiche del settore primario: attività che comportano lo sfruttamento delle risorse naturali (es. agricoltura) tipiche del settore secondario: attività di trasformazione delle materie prime (es. industria) aziende di produzione di servizi tipiche del settore terziario: si tratta di una molteplicità di attività eterogenee (es. distribuzione, attività bancarie, ecc.) aziende di know how del settore quaternario o terziario avanzato: sono le aziende che offrono servizi (es. ricerca e sviluppo, consulenza, ecc.)

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