STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE SIA 1. Impianto idroelettrico nei Comuni di Lesegno (CN) e San Michele Mondovì (CN)

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1 Impianto idroelettrico nei Comuni di Lesegno (CN) e San Michele Mondovì (CN) SIA 1 REGIONE PIEMONTE Provincia di Cuneo COMUNI DI LESEGNO e SAN MICHELE MONDOVI' Proponente: Clear Energy s.r.l. - Corso Statuto 2c - Mondovì (CN) IMPIANTO IDROELETTRICO SUL TORRENTE CORSAGLIA TRA CASCINA DELL'ISOLA E CASCINA LA GATTA I Tecnici incaricati: Dott. For. Giorgio Colombo - c.so Statuto, 21 - Mondovì (CN) - tel 0174/46906 Dott. Ing. Sergio Sordo - c.so Langhe, 10 - Alba (CN) - tel 0173/ Con la collaborazione di: Dott. Geol. Luca Bertino Dott. Ing. Marco Carretto Dott. Arch. Davide Mulattieri Dott. For. Giorgio Curetti Dott. For. Marco Allasia Mondovì, dicembre 2011 FASE DI VALUTAZIONE DELLA ROCEDURA DI VIA STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE RELAZIONE CONTENENTE QUANTO SPECIFICATO DALLA LEGGE REGIONALE N. 40/98 - ART ALLEGATO D

2 INDICE 0. INTRODUZIONE QUADRO PROGRAMMATICO INQUADRAMENTO TERRITORIALE Inquadramento geografico Immagini aeree Aree vincolate Idrografia INQUADRAMENTO NORMATIVO Norme in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) Riferimenti alla Legge regionale 40/ Norme di tutela delle unità ambientali sensibili Vincolo paesaggistico Beni culturali ed ambientali Quadro riepilogativo sul tema vincolistico IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE (P.T.R.) PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE (P.T.P.) Carta dei caratteri territoriali e paesistici Carta degli indirizzi di governo del territorio Carta dei paesaggi insediativi Carta della naturalità della vegetazione PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA) DELLA REGIONE PIEMONTE Inquadramento territoriale acque superficiali Misure di Piano relative all Area Idrografica Basso Tanaro Inquadramento territoriale acque sotterranee Vincoli esistenti Reti di monitoraggio ambientale e stato di qualità dei corpi idrici a specifica destinazione Pressioni - prelievi e scarichi Pressioni - prelievi ad uso irriguo Pressioni - uso del suolo e attività antropiche Stato quantitativo Stato ambientale D.Lgs. 152/ Criticità quali-quantitative Analisi e conclusioni del PTA in merito agli impianti idroelettrici LINEE GUIDA PER L UTILIZZAZIONE DELLA RISORSA IDROELETTRICA IN PROVINCIA DI CUNEO I principali impatti provocati dalle derivazioni Quadro delle derivazioni esistenti Analisi dello sfruttamento attuale Criteri delle Linee guida provinciali Norme di attuazione Ambito territoriale di applicazione Quadro delle derivazioni Quadro dell utilizzazione dei corsi d acqua nell ambito montano Quadro dell utilizzazione dei sottobacini aventi superficie superiore a 5 Km 2 in ambito montano Analisi dello stato di progetto Indice di sfruttamento d asta previsto PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI Piano regolatore generale del Comune di San Michele Mondovì Piano regolatore generale del Comune di Lesegno PROGRAMMAZIONE IN MATERIA DI ENERGIA Pianificazione energetica internazionale

3 1.11. EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA ITALIANA IN MATERIA DI PRODUZIONE DI ENERGIA PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE Attualità sul tema energia QUADRO PROGETTUALE INTRODUZIONE ELENCO ELABORATI SCELTE PROGETTUALI E SOLUZIONI ALTERNATIVE AL PROGETTO Ipotesi di non realizzazione del progetto Ipotesi alternativa B Ipotesi alternativa C Ipotesi progettuale Soluzione A DESCRIZIONE GENERALE DELL IMPIANTO Idrografia Aspetti principali del progetto Inserimento dell opera nell ambiente Opere di presa Canale di adduzione Sgrigliatore e vasca di carico Sistemazione dell alveo a monte ed a valle dell opera di presa Scala di rimonta per ittiofauna La condotta forzata interrata Scelta del tracciato Scelta del diametro Blocchi di ancoraggio Attraversamenti di corsi d acqua Il fabbricato del locale turbine - centrale idroelettrica Le opere di restituzione Ripristino del suolo e della copertura vegetale Il recupero della terra vegetale esistente La copertura con georeti L inerbimento L impianto di vegetazione arborea e arbustiva INTERAZIONE CON L ASSETTO FLUVIALE E LE OPERE ESISTENTI Aspetti idrogeologici ACCESSIBILITÀ DELLE AREE E ORGANIZZAZIONE DI CANTIERE SUPERFICI INTERESSATE DALL INTERVENTO MOVIMENTI TERRA E VALUTAZIONE DEGLI SCAVI QUADRO AMBIENTALE METODOLOGIA E STRUMENTI D INDAGINE Identificazione delle unità ambientali sensibili Lista di controllo delle Unità ambientali naturalistiche ed ecosistemiche Lista di controllo delle Unità ambientali idrogeomorfologiche Lista di controllo delle Unità ambientali antropiche Individuazione di componenti e fattori ambientali Definizione della lista di controllo (check - list) Azioni di progetto Categorie e settori ambientali Linee d impatto Criteri di significatività ARIA Normativa vigente in tema di inquinamento atmosferico Qualità dell aria Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Produzioni significative di inquinamento atmosferico (polvere ecc.) durante la fase di cantiere Individuazione dei ricettori sensibili potenzialmente interessati Effetti sulla qualità dell aria in fase di realizzazione dell opera Stima dei livelli di concentrazione indotti presso i ricettori

4 Valutazione dei risultati Stima degli impatti potenziali CLIMA Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Riduzione delle emissioni di gas-serra (e dei conseguenti contributi al global change) rispetto alla situazione attuale Stima degli impatti potenziali AMBIENTE IDRICO Idrografia Caratteristiche della derivazione Considerazioni sulle modalità di rilascio dell impianto in progetto Qualità delle acque (schede IBE) Piano di monitoraggio delle acque Analisi delle interferenze con l ambiente idrico Valutazione dei risultati Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Deviazione temporanea di corsi d acqua per esigenze di cantiere ed impatti conseguenti Derivazione permanente del corso d'acqua ed impatti conseguenti Aspetti del prelievo idrico e deflusso minimo vitale (DMV) Rischi di inquinamento di corpi idrici da sversamenti incidentali di sostanze pericolose da automezzi Stima degli impatti potenziali SUOLO, SOTTOSUOLO, ASSETTO IDROGEOLOGICO Individuazione di unità litologiche e dissesti Aspetti litologici Aspetti idrogeologici Aspetti pedologici Difesa e conservazione dei suoli Capacità d uso dei suoli ai fini agricoli e forestali Atlante cartografico Regione Piemonte Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Alterazione dell attuale assetto dei suoli Stima degli impatti potenziali RUMORE Individuazione dei limiti di legge Delimitazione dell area di studio Impatti da rumore durante le fasi di cantiere Individuazione dei ricettori Analisi ante-operam del territorio all interno dell area di studio Modello e metodologia dei calcoli impiegati Combinazione di livelli sonori Analisi delle emissioni sonore e della sensibilità al rumore Valutazione emissioni sonore in fase di costruzione Impatti diretti da rumore su ricettori sensibili in fase di esercizio da elementi tecnologici (turbine ecc.) realizzati con il progetto Individuazione dei ricettori Valutazione emissioni sonore in fase di esercizio Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Stima degli impatti potenziali FLORA E VEGETAZIONE Descrizione della vegetazione dell area vasta Seminativi irrigui e coltivi Vegetazione d invasione e di greto Boscaglie pioniere e Acero-tiglio-frassineti d invasione Robinieti Qurceti mesofili Descrizione e quantificazione della vegetazione direttamente interessata dall intervento Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale

5 Danneggiamento (o rischio di danneggiamento) di attività agro-forestali Stima degli impatti potenziali FAUNA Descrizione della fauna direttamente coinvolta nell intervento Mammiferi Uccelli Ittiofauna Analisi delle interferenze con la fauna e valutazione dei risultati Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Danni o disturbi su animali sensibili in fase di cantiere Stima degli impatti potenziali ECOSISTEMI Quadro ecosistemico Interazione dell opera con gli ecosistemi Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Perdita complessiva di naturalità nelle aree coinvolte - Impatti negativi sugli ecosistemi acquatici conseguenti alla diminuzione di portata del corso d acqua Stima degli impatti potenziali SALUTE E BENESSERE Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Stima degli impatti potenziali PAESAGGIO Paesaggi agrari e forestali Intervisibilità Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Intrusione nel paesaggio visibile di nuovi elementi potenzialmente negativi sul piano estetico-percettivo Stima degli impatti potenziali BENI CULTURALI Beni culturali ambientali Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Stima degli impatti potenziali ASSETTO TERRITORIALE Uso del suolo Infrastrutture Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Miglioramento dell offerta di servizi Offerta di nuove opportunità occupazionali Risparmi nell utilizzo complessivo di combustibili fossili, e dei rischi energetici conseguenti Impegno temporaneo di viabilità locale da parte del traffico indotto in fase di cantiere Stima degli impatti potenziali ANALISI DELLA SENSIBILITÀ AMBIENTALE Individuazione delle aree sensibili Determinazione degli indici di sensibilità ambientale Individuazione cartografica delle aree sensibili agli impatti negativi QUALITÀ E CAPACITÀ DI RIGENERAZIONE DELLE RISORSE NATURALI DELLA ZONA Capacità di carico dell'ambiente circostante Utilizzazione di risorse naturali Produzione di rifiuti, inquinamento e disturbi ambientali Rischio di incidenti STIMA DEGLI EFFETTI CUMULATIVI DEGLI IMPATTI NEL TEMPO E CON ALTRE FONTI D IMPATTO PRESENTI SUL TERRITORIO Valutazione delle pressioni ambientali preesistenti DEFINIZIONE DELLE MATRICI DI IMPATTO AMBIENTALE (VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI CUMULATIVI) Metodologia

6 Analisi dei risultati e stima degli impatti potenziali MISURE PREVISTE PER EVITARE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EFFETTI NEGATIVI DEL PROGETTO SULL AMBIENTE Misure di recupero e mitigazione ambientale CONCLUSIONI

7 0. INTRODUZIONE Il presente Studio di Impatto Ambientale (SIA) è stato redatto ai sensi dell art. 12 della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40, per l attivazione della Fase di Valutazione della Procedura di VIA finalizzata al giudizio di compatibilità ambientale. La relazione riporta le considerazioni ambientali e tecniche messe in luce nella stesura del progetto di Impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia tra Cascina Isola Cascina La Gatta, redatto dall Ing. Sergio Sordo con studio in Corso Langhe 10, Alba (CN), dal Dott. Geol. Luca Bertino con studio in via Risorgimento 6 Mondovì (CN) e dal sottoscritto Dott. Agr. For. Giorgio Colombo con studio in corso Statuto 21, Mondovì (CN). Il progetto è stato commissionato dalla società Clear Energy s.r.l. con sede a Mondovì (CN) in C.so Statuto 20, Partita IVA Il progetto si sviluppa interamente in Comune di San Michele Mondovì e in Comune di Lesegno, in Provincia di Cuneo, nel bacino idrografico del Torrente Corsaglia, tributario di sinistra del Fiume Tanaro. I dati territoriali e la documentazione citata nella presente relazione sono ricavati prevalentemente dalle seguenti fonti: Repertorio Cartografico della Regione Piemonte, Settore Cartografico, Assessorato Pianificazione e Gestione Urbanistica; Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di San Michele Mondovì, Variante parziale n. 13, approvata dal Consiglio Comunale con delibera n. 22 del 26 aprile 2010; Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di Lesegno, Variante n. 14, approvata dal Consiglio Comunale con delibera n. 7 del 31 marzo Lo Studio di Impatto Ambientale è redatto con criteri che hanno la finalità di semplificare il più possibile la lettura e la comprensione del progetto, sia da parte delle Autorità competenti, che dovranno esprimere il giudizio di compatibilità ambientale del progetto, sia degli Enti e dei Cittadini che ne prenderanno visione durante la fase di consultazione e che potranno esprimere osservazioni in merito. Il documento è conforme a quanto stabilito dall art. 29, comma 1, del D.P.R. 21 dicembre 1999, n. 554 e dal Decreto 1 aprile 2004 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio. Lo studio è stato elaborato seguendo l Allegato D Contenuti della relazione di cui all art. 12, da redigere ai fini della fase di valutazione della Procedura di VIA della Legge Regionale 14 dicembre 1998, n. 40, riguardante le Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione, e si articola in tre distinti quadri di riferimento: programmatico: fornisce gli elementi conoscitivi circa le relazioni tra l'opera di progetto e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale a livello regionale, provinciale e comunale; progettuale: offre gli elementi tecnici significativi ai fini dell'illustrazione del progetto in esame e dello studio di impatto ambientale ad esso relativo, evidenziando le qualità paesaggistiche e gli aspetti gestionali dell impianto; ambientale: analizza le componenti ambientali nella situazione attuale, definendo le necessarie misure di mitigazione, compensazione e monitoraggio. 6

8 1. QUADRO PROGRAMMATICO 1.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE L inquadramento territoriale dell opera in progetto è stato redatto mediante l utilizzo del GIS, (Sistema di Informazione Geografico), adottando come fondo topografico di riferimento la Carta Tecnica della Regione Piemonte in formato Raster (CTR) e avente coordinate UTM Datum ED50; la suddetta carta topografica è stata inoltre corredata delle informazioni contenute nella cartografia tematica messa a disposizione della Regione Piemonte. Allo scopo di definire l ambito territoriale in cui è inserita l area di intervento sono state prodotte le seguenti tavole tematiche: Tavola n Inquadramento geografico (scala 1:25.000) - individua la posizione geografica Tavola n. 1.2 Ortofotocarta (scala 1:15.000) - illustra l aspetto di percezione reale del territorio e della situazione idrografica attraverso le foto aeree Tavola n. 1.3 Aree vincolate (scala 1:15.000) indicano con esattezza le aree del territorio che sono soggette a particolari vincoli Tavola n. 1.4 Idrografia (scala 1:25.000) - permette di individuare cartograficamente la rete idrografica interessata dall intervento. L analisi degli aspetti ambientali tiene conto anche di quanto già stabilito dal Legislatore e dalle Amministrazioni locali, in materia di tutela ambientale e di uso del territorio, con particolare riferimento al Piano regolatore comunale di Castello di Annone (PRGC) e al tema vincolistico esaminato nel presente quadro programmatico. 7

9 Inquadramento geografico La Tavola n. 1.1 Inquadramento geografico (scala 1:20.000) individua il progetto nella parte nord-orientale del Comune di San Michele Mondovì, in Provincia di Cuneo. Il progetto è interamente contenuto nelle Sezione n della Carta Tecnica Regionale (CTR) scala 1: L area dell impianto idroelettrico in progetto è accessibile percorrendo la strada Comunale che collega San Michele Mondovì a Niella Tanaro, nei pressi di Case dell Isola. Il locale turbine in progetto si trova nei pressi del sito denominato Cascina La Gatta. A monte di tale sito è prevista l installazione di una condotta forzata interrata il cui tracciato si sviluppa per circa m attraversando il torrente Corsaglia in sub alveo in 5 punti. L opera di presa è prevista al termine di un ansa del torrente a circa 200 metri a est del nucleo di case denominato Cascina Isola. La carta dell Inquadramento geografico riportata nell allegato SIA 2 8

10 Immagini aeree La Tavola n. 1.2 Ortofotocarta (scala 1:10.000) riporta il rilievo aerofotografico effettuato con il volo del 2006, disponibile sul web al seguente URL: Tale carta permette di avere una percezione realistica del territorio grazie alla sovrapposizione dell immagine fotografica (raddrizzata) con la carta tecnica regionale (CTR), realizzata su volo Regione Piemonte del L Ortofotocarta riportata nell allegato SIA 2 9

11 Aree vincolate Le Tavole n. 1.3 Aree vincolate (scala 1:10.000) indica le aree sottoposte a vincolo ubicate nell intorno dell intervento in progetto. In particolare la tavola evidenzia che il progetto in esame si trova interamente all interno della zona soggetta a vincolo idrogeologico (R.D. 3267/23). Per quanto riguarda il vincolo paesistico-ambientale la Tavola n. 1.3 Aree vincolate, evidenzia la presenza di: Fascia di rispetto fluviale 150 metri (ai sensi dell art. 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio D.lgs 42/2004) che interessa il sito in esame; Boschi (ai sensi dell art. 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio D.lgs 42/2004). Il vincolo interessa il progetto in esame. L analisi del tema vincolistico, è analizzato dettagliatamente nel par. 1.2 Inquadramento normativo. La carta delle Aree vincolate riportata nell allegato SIA 2 10

12 Idrografia Il progetto dell impianto idroelettrico si basa sull utilizzo delle acque del bacino del Torrente Corsaglia alla sezione di chiusura di quota 398 m s.l.m., comprendente l intero sottobacino del Torrente Casotto, affluente di destra del Torrente Corsaglia. La superficie territoriale le cui acque alimentano l impianto è pari a 231,8 km 2 come evidenziato con la Tavola n. 2.1 Planimetria del Bacino idrografico in scala 1: La Tavola n. 1.4 Idrografia (scala 1:10.000) evidenzia che l asta del Torrente Corsaglia nel tratto interessato dall intervento, quindi nel tratto sotteso dall impianto idroelettrico in progetto, non presenta immissioni di corsi d acqua che possano rimpinguare il corso d acqua in modo significativo. Il tratto di bacino compreso tra le opere di presa e quelle di restituzione, che subirà un decremento delle portate idriche in fase di esercizio dell impianto in progetto, ha una lunghezza complessiva di m, corrispondente all 8,2% della lunghezza complessiva del Torrente Corsaglia pari a 43,2 km Gli aspetti idrologici sono trattati nella Relazione idrologica (elaborato di progetto n. 1.2), redatta dall ing. Sergio Sordo, mentre per gli aspetti idrogeologici della zona interessata dalla costruzione dell impianto idroelettrico si fa riferimento alla Relazione geologica (elaborato di progetto n. 1.3) del dott. geol. Luca Bertino. Le caratteristiche idrologiche e idrogeologiche del Bacino del Torrente Corsaglia non inducono a ipotizzare danni ambientali indotti dalle fasi di costruzione e di esercizio dell impianto in progetto. La carta dell idrografia riportata nell allegato SIA 2 11

13 1.2. INQUADRAMENTO NORMATIVO Norme in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) La presente relazione è redatta in ottemperanza alle normative di legge esistenti ed in particolare alla legislazione in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) europee, nazionali e regionali. Le Direttive Comunitarie Direttiva 85/337 CEE concernente la valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici o privati ; Direttiva 97/11 CE che modifica la direttiva 85/667 sopra citata. Il quadro Legislativo Nazionale Legge 8 luglio 1986, n. 349 Istituzione del Ministero dell Ambiente e norme in materia di danno ambientale Art. 6; D.P.C.M. 10 agosto 1988, n. 377 Regolamentazione delle pronunce di compatibilità ambientale di cui all art. 6 della Legge 349/86 ; D.P.C.M. 27 dicembre 1988 Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formazione del giudizio di compatibilità di cui all art. 6 della Legge 349/86, adottata ai sensi dell art. 3 del D.P.C.M. 377/88 ; D.P.R. 12 aprile 1996 Atto di indirizzo e coordinamento per l attuazione dell art. 40 comma 1, della Legge 22 febbraio 1994, n. 146, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale ; D.P.R. 27 aprile 1992 Regolamentazione delle pronunce di compatibilità ambientale e norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all art. 6 della legge 349/86 per gli elettrodotti aerei esterni ; D.P.R. 11 febbraio 1998 Disposizioni integrative al Decreto del Consiglio dei Ministri 377/88, in materia di disciplina delle pronunce di compatibilità ambientale, di cui alla legge 349/86 art. 6. D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale Parte Seconda Procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la Valutazione d Impatto Ambientale (VIA) e per l autorizzazione Ambientale Integrata (IPPC) D. Lgs 16 gennaio 2008, n. 4 Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale. La normativa della Regione Piemonte Legge Regionale 14 dicembre 1998, n. 40 Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione. Il contenuto del presente Studio di impatto ambientale si riferisce a quanto specificato nell art. 12 della Legge Regionale 40/1998 (fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale). 12

14 Riferimenti alla Legge regionale 40/98 La Legge Regionale 14 dicembre 1998, n. 40 Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione, definisce i progetti che devono essere sottoposti alla fase di verifica oppure alla fase di valutazione ; con l art. 4, comma 2, individua i progetti sottoposti alla fase di valutazione che sono elencati negli elaborati allegati. L aggiornamento degli allegati alla legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40, a seguito dell entrata in vigore del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), come modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4. è stato definito con Deliberazione del Consiglio Regionale 30 luglio 2008, n Il progetto in oggetto rientra nella categoria progettuale n. 41 dell Allegato B2 Impianti per la produzione di energia idroelettrica con potenza installata superiore a 100 kw oppure alimentati da derivazioni con portata massima prelevata superiore a 260 litri al secondo. Per le derivazioni localizzate in zona C, come definita dal d.g.r. del , n , o la cui sezione di presa sottende un bacino di superficie minore o uguale a 200 kmq, la soglia inferiore è ridotta a 140 l/s. Sono comunque esclusi gli impianti destinati all autoproduzione aventi potenza installata inferiore o uguale a 30 kw valore costante da assumere, indifferentemente dalla localizzazione o meno in area protetta la cui verifica è di competenza della Provincia quando non ricada, neppure parzialmente in aree protette. Nel caso specifico l intervento non ricade in aree protette pertanto è sottoposto alla fase di verifica della Procedura di VIA. Per scelta del Proponente il progetto viene sottoposto alla fase di valutazione della Procedura di VIA, presso la PROVINCIA di CUNEO. Il presente studio di impatto è redatto secondo quanto prescritto dall allegato D (art. 5, comma 1, LR 40/98). 13

15 Norme di tutela delle unità ambientali sensibili Per l individuazione delle aree vincolate ai sensi dell attuale normativa di tutela ambientale è stata utilizzata la Lista di controllo unità ambientali sensibili codificate dal D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale ed indicata come prima lista di controllo utilizzabile per l individuazione delle sensibilità ambientali, di eventuali problemi inerenti la scelta localizzativa, per un primo screening di fattibilità di tale scelta. Data la localizzazione del progetto in ambiente continentale, nello specifico, si elencano soltanto le Unità terrestri, escludendo dallo screening quelle marine. Lista di controllo unità ambientali sensibili Unità terrestri Aree vincolate con specifica normativa Riserve integrali e/o riserve generali orientate in parchi regionali di cui all art. 2 della legge 6 dicembre 1991, istituite o comunque perimetrate ai sensi della medesima legge Riserve naturali di cui all art. 2 della legge 6 dicembre 1991, istituite o comunque perimetrate ai sensi della medesima legge Fasce di rispetto di fiumi, corsi d acqua, laghi e coste marine, ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Presenza - - X Boschi tutelati ai sensi del D. Lgs. 42/2004. X Altre aree vincolate ai sensi del D. Lgs. 42/ Zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar (DPR 448 del ) Siti di Importanza Comunitaria proposti per l inserimento della rete Natura 2000, di cui al DPR 8/91997 n. 357 Fasce di rispetto di sorgenti o captazioni idriche (art. 6 del DPR 236/88) Zone ad elevato livello di tutela o conservazione da parte di Piani Territoriali Paesistici regionali Ambiti di rilevanza ambientale individuati da leggi regionali - Vincoli paesistici: Bellezze naturali e singolarità geologiche ai sensi del D. Lgs. 42/ Vincoli paesistici: Ville, giardini e parchi di cui al D. Lgs. 42/ Vincoli paesistici: Complessi di valore estetico e tradizionale di cui al D. Lgs. 42/2004 Vincoli paesistici: Bellezze panoramiche e punti di vista di cui al D. Lgs. 42/2004 Tutele delle cose di interesse artistico o storico: vincoli archeologici, ai sensi del D. Lgs. 42/2004 Beni sottoposti a vincolo architettonico e monumentale ai sensi del D. Lgs. 42/ * D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale Capitolo 3 14

16 La lista di controllo permette di evidenziare che l area d intervento è soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Tale vincolo è dovuto all interferenza con la fascia di rispetto fluviale del Torrente Corsaglia e con porzioni di aree boscate. Le verifiche hanno permesso di constatare che l area d intervento non è soggetta a vincolo naturalistico in quanto l area d intervento si trova al di fuori aree protette o tutelate. La carta tematica Tavola n. 2.1 Beni culturali ambientali (scala 1:10.000) che individua e localizza le emergenze architettoniche, i beni ambientali urbanistici e archeologici presenti nell area di studio, indica che l impianto idroelettrico in progetto non interferisce direttamente con Beni Ambientali Architettonici né con Beni Urbanistici e Archeologici. Il progetto non interferisce con Siti archeologici vincolati ai sensi dell art. 2 del D.Lgs. 42/04, sostituente la precedente legge nazionale 1/6/1939 n. 1089, riguardante beni di particolare interesse archeologico entro e fuori dai centri urbani. Individuate le unità ambientali sensibili attraverso la lista di controllo (D.M. 1 aprile 2004), nel presente paragrafo si approfondisce il tema vincolistico facendo riferimento alle principali norme di tutela ambientale che prevedono particolari autorizzazioni per la realizzazione dell opera; in particolare si analizzano gli atti legislativi riguardanti il vincolo paesaggistico Vincolo paesaggistico Riferimenti al Decreto Legislativo 42/04 Il Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, che sostituisce ed integra il D.Lgs 29 ottobre 1999, n. 490 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell articolo 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352, la legge n. 1497/39 e la legge n. 431/85, con l articolo 142, individua i Beni tutelati per legge in ragione del loro interesse paesaggistico. L area interessata dal progetto è soggetta a vincolo paesaggistico perché ricade: nella Fascia di rispetto dei corsi d acqua 150 m ; tale fascia individua le aree vincolate ai sensi del D.lgs. n. 42 del 22/01/2004, art. 142, lettera c); in territorio ricoperto da boschi ; tale zona individua le aree vincolate ai sensi del D.lgs. n. 42 del 22/01/2004, art. 142, lettera g). Il progetto interessa vegetazione arborea prevalentemente di tipo ripariale posta su entrambe le sponde del Torrente Corsaglia che costituiscono bosco ai sensi della L.R. 4/

17 Beni culturali ed ambientali La Tavola n. 2.1 Beni culturali ambientali (scala 1:10.000) individua e localizza le emergenze architettoniche, culturali e ambientali dell area di studio. I beni culturali, architettonici, urbanistici ed archeologici della Regione Piemonte sono stati rilevati, per conto della stessa Regione, da un gruppo di lavoro della Facoltà di Architettura di Torino, coordinato dal Prof. G. Vigliano, negli anni , e resi noti attraverso il Settore Cartografico dell Assessorato Pianificazione e Gestione Urbanistica regionale, quindi diffusi con il disciplinare per la consultazione e la cessione in copia dei documenti fotocartografici disponibili presso il Settore Cartografico, approvato con DGR n del 23/01/90 e s.m.i., con le variazioni introdotte dalla DGR n del 01/03/2000. Osservando la cartografia emerge che il tracciato della condotta forzata in progetto non passa nelle vicinanze di beni culturali e ambientali. Pertanto si precisa che l opera in progetto non interferirà negativamente con tali beni sia in fase di cantiere, sia in fase di esercizio. Lo scavo per l interramento della condotta non coinvolgerà bene culturale e ambientale l interramento della stessa permetterà un impatto paesaggistico pressoché nullo. La carta dei Beni culturali ambientali riportata nell allegato SIA 2 16

18 Quadro riepilogativo sul tema vincolistico Nella seguente tabella si riassume quanto enunciato nei paragrafi precedenti indicando sinteticamente l esistenza e le ragioni dei vincoli a cui è sottoposto il progetto di impianto idroelettrico. Quadro riepilogativo del tema vincolistico L analisi del tema vincolistico permette di evidenziare che: il progetto è sottoposto a vincolo paesaggistico (D.Lgs. 42/2004), per la presenza della fascia di rispetto dei corsi d acqua; il progetto è sottoposto a vincolo paesaggistico (D.Lgs. 42/2004), per la presenza di aree boscate; il progetto non è sottoposto a vincolo paesaggistico (D.Lgs. 42/2004 Art. 157 ex Galassini ai sensi del D.Lgs. 1/8/1985); il progetto è sottoposto a vincolo idrogeologico (R.D. 3267/23); il progetto non interferisce con Siti di Importanza Comunitaria (SIC); il progetto non interferisce con Siti di Importanza Regionale (SIR); il progetto non interessa, Zone di protezione speciale (ZPS); il progetto non interferisce con Beni Architettonici e Ambientali vincolati ai sensi dell art. 2 del D.Lgs. 42/2004, sostituente la precedente legge 1/6/1939 n. 1089; il progetto non interferisce con Siti archeologici vincolati ai sensi dell art. 2 del D.Lgs. 42/2004, sostituente la precedente legge 1/6/1939 n. 1089; 17

19 1.3. IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Al fine dell inquadramento Paesaggistico dell Area oggetto di studio si è proceduto ad analizzare Piano paesaggistico Regionale della Regione Piemonte (P.P.R.), adottato con D.G.R. n del 4 agosto IL Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) disciplina la pianificazione del paesaggio e, unitamente al Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) e al Documento Strategico Territoriale (D.S.T.) costituisce il Quadro di Governo del Territorio (Q.G.T.) con il quale la Regione e definisce gli indirizzi strategici per uno sviluppo sostenibile del proprio territorio. Il Piano costituisce atto di pianificazione generale regionale ed è improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. Obiettivi del Piano Paesistico Regionale sono: Integrazione tra valorizzazione del patrimonio ambientale, storico, culturale, paesaggistico e attività connesse; Riqualificazione delle aree urbane e rigenerazione delle aree dimesse e degradate; Recupero e riqualificazione di aree degradate in territori rurali (insediamenti industriali dimessi, cave, discariche ecc.); Contenimento dell edificato frammentato e disperso. Le tavole del Piano individuano: Il Quadro strutturale: in questa tavola (P1) sono riconosciuti i fattori costitutivi della struttura paesaggistica articolati in relazione agli aspetti naturalisticiambientali, idro-geomorfologici, storico-culturali e percettivi identitari. I beni paesaggistici: i beni paesaggistici sono identificati nella Tavola P2 e nei relativi elenchi: la loro disciplina generale è definita da quella delle componenti in essi ricadenti, fatto salvo quanto previsto dagli articolo 138, comma 3, 140, comma 2 e 141 bis, comma 3 del Codice; tale disciplina si applica per ciascuna delle componenti individuate, nelle presenti norme, e nella Tavola P4. Gli ambiti e le Unità di Paesaggio: il PPR articola il territorio regionale in 76 ambiti di paesaggio (AP) che costituiscono complessi integrati di paesaggi locali differenti. Gli ambiti di paesaggio sono ulteriormente articolati in 535 unità di paesaggio (UP), intese come sub-ambiti connotati da specifici sistemi di relazioni che conferiscono loro un immagine unitaria, distinta e riconoscibile. Le UP sono raccolte in nove tipologie normative specificate all'articolo 11, individuate sulla base degli aspetti paesaggistici prevalenti, con riferimento all integrità, alla rilevanza e alle dinamiche trasformative che le caratterizzano. Le componenti paesaggistiche: a integrazione e specificazione del quadro strutturale e dell individuazione degli ambiti e delle unita di paesaggio, il PPR riconosce le componenti paesaggistiche finalizzate ad assicurare la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio regionale, come disciplinate dagli articoli di cui alla presente Parte. La rete ecologica, storico-culturale e fruitivi: il PPR promuove la formazione della rete ecologica, inquadrata nelle rete ecologica nazionale ed europea, quale sistema integrato di risorse naturali interconnesse, volto ad assicurare in tutto il territorio regionale le condizioni di base per la sostenibilità ambientale dei processi di crescita e di trasformazione e in primo luogo per la conservazione attiva della biodiversità. 18

20 La Tavola P3 Ambiti e Unità di paesaggio inserisce il territorio dei tre Comuni interessati dall opera oggetto del presente studio all interno di diversi ambiti territoriali paesistici e diverse unità di paesaggio. Per quanto riguarda la parte di territorio, interessata dall opera in progetto, inserita nel Comune di San Michele Mondovi, la Tavola P3 Ambiti e Unità di paesaggio inserisce questa parte di territorio del Comune di San Michele Mondovi all interno dell ambito territoriale paesistico n. 60 Monregalese, Unità di paesaggio 6005 Tra Vicoforte e San Michele. In particolare, all interno dell Area oggetto del presente studio, le norme di attuazione del PPR inseriscono la seguente Unità di paesaggio secondo quanto contenuto nella tavola Ambiti e unità di paesaggio alla quale si fa riferimento: Naturale/rurale o rurale a media rilevanza e integrità (Tipologia VII): il cui carattere tipizzante prevede la compresenza e consolidata interazione tra sistemi insediativi tradizionali, rurali o microurbani, in parte alterati dalla realizzazione, relativamente recente, di infrastrutture e insediamenti abitativi o produttivi sparsi. Per quanto riguarda la parte di territorio, interessata dall opera in progetto, inserita nel Comune di Lesegno, la Tavola P3 Ambiti e Unità di paesaggio inserisce questa parte di territorio del Comune di Lesegno all interno dell ambito territoriale paesistico n. 60 Monregalese, Unità di paesaggio 6005 Tra Vicoforte e San Michele. Per quanto riguarda gli indirizzi riguardanti le UP, il PPR prevede degli indirizzi generali che dovranno essere applicati nella formazione o nell adeguamento al PPR dei piani territoriali provinciali e dei piani locali. Indirizzi Fermo restando quanto previsto dalla Parte IV delle norme del PPR riguardante le Componenti e i Beni paesaggistici, gli indirizzi da seguire in ogni UP per gli interventi e le forme di gestione sono orientati a rafforzare: a. la coesione: interventi e forme di gestione devono tendere a potenziare la coesione e la connettività interna della UP, sia in termini di funzionalità ecosistemica che di unitarietà, leggibilità e riconoscibilità dell immagine complessiva, particolarmente nelle UP caratterizzate da consolidati sistemi di relazioni tra componenti diversificate, naturali o culturali; b. l identità: interventi e forme di gestione devono tendere a rafforzare i caratteri identitari dell UP, particolarmente quando tali caratteri abbiano specifica rilevanza in termini di diversità biologica e paesaggistica; c. la qualità: interventi e forme di gestione devono tendere prioritariamente alla mitigazione dei fattori di degrado, rischio o criticità che caratterizzano negativamente la UP o che ostacolano l attuazione dei suddetti criteri di coesione e di identità o il perseguimento degli obiettivi di qualità associati all ambito di paesaggio interessato. L immagine seguente mostra un estratto della Carta in oggetto. Il tratteggio di colore blu individua all incirca la posizione dell area d intervento. 19

21 Estratto della Tavola P3 Ambiti e unità di paesaggio - Legenda Estratto della Tavola P3 Ambiti e unità di paesaggio Area d intervento 20

22 Le Componenti Paesaggistiche sono individuate dalle norme tecniche del PPR e sono rappresentate nella Tavola 4 del PPR Componenti Paesaggistiche alla quale si fa riferimento per verificare la compatibilità dell intervento con la pianificazione regionale. La Tavola 4 Componenti Paesaggistiche individua per il sito di intervento i seguenti elementi: Componenti e sistemi naturalistici: - territori a prevalente copertura boscata (art.16); - fascia fluviale allargata (art.14); Componenti morfologiche-insediative: - Aree rurali di pianura o collina con edificato diffuso (art. 40) m.i. 10; Componenti e caratteri percettivi - All interno delle relazioni visive tra insediamento e contesto: si individuano insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi (Art.31). Per quanto riguarda le Componenti e sistemi naturalistici individuati nell area oggetto di studio il PPR, prevede: Per i territori a prevalente copertura boscata (art.16) il PPR prevede indirizzi, direttive che rimandano ai piani di settore e prescrizioni che interesso solamente i boschi costituenti habitat di interesse comunitario, non presenti nell area di interesse del presente studio. Nelle fascia fluviale allargata (art.14) individuata nel sito oggetto dell intervento, le direttive del PPR, fermi restando i vincoli e le limitazioni dettate dal PAI per quanto non attiene la tutela del paesaggio, al fine di garantire il miglioramento delle condizioni ecologiche e paesaggistiche, prevedono che si provveda a favorire il mantenimento degli ecosistemi più naturali, con la rimozione o la mitigazione dei fattori di frammentazione e di isolamento e la realizzazione o il potenziamento dei corridoi di connessione ecologica, di cui all articolo 42; inoltre le direttive del PPR prevedono il miglioramento dell accessibilità e la percorribilità pedonale, ciclabile, a cavallo, nonché la fruibilità degli spazi ricreativi con attrezzature ed impianti a basso impatto ambientale. All interno delle Componenti morfologiche-insediative: - Aree rurali di pianura o collina con edificato diffuso (art. 40) m.i. 10, individuate nell area del presente studio, le Direttive del PPR rimandano ai piani territoriali provinciali, in relazione alle specificità dei territori interessati, le precisazioni dei criteri per la delimitazione delle morfologie all interno della pianificazione locale. Per quanto riguarda le Componenti e caratteri percettivi (Art.31): - All interno delle relazioni visive tra insediamento e contesto: si individuano insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi (Art.31). Il Ppr individua, nella Tavola P4 e negli elenchi di cui alla lettera e. del comma 1, dell articolo 4, e tutela i luoghi caratterizzati da peculiari interazioni di componenti edificate e parti libere coltivate o naturaliformi, o da relazioni morfologiche dei fondali, dei profili paesistici e delle emergenze visive. Direttive I piani territoriali provinciali e i piani locali: 21

23 a. completano le individuazioni di cui al comma 1 distinguendo i casi in cui emerga una buona leggibilità delle relazioni o la particolarità delle morfologie localizzative o delle componenti costruite, coltivate o naturali; b. precisano tutti gli elementi contestuali che concorrono a definirne gli aspetti caratterizzanti oltre ad assicurarne la leggibilità dai percorsi e dai luoghi di maggiore frequentazione; c. definiscono le modalità localizzative degli edifici e delle parti vegetate, i profili paesistici e i rapporti con i fondali o con il contesto non costruito dei nuclei o delle altre emergenze costruite, avendo attenzione a non alterare la morfologia e i caratteri dell emergenza visiva; d. salvaguardano la visibilità dalle strade e dai punti panoramici e dal sistema dei crinali collinari; e. incentivano il ripristino degli aspetti alterati da interventi pregressi, prevedendo la rilocalizzazione o la dismissione delle attività e degli edifici incompatibili, o la mitigazione di impatti irreversibili, con particolare riferimento agli impianti produttivi industriali e agricoli e alle attrezzature tecnologiche; f. mantengono e, ove necessario, ripristinano l integrità e la riconoscibilità di bordi urbani e porte urbane segnalate ed evitano l edificazione nelle fasce libere prospicienti; nel caso di bordi e porte urbane il cui assetto sia segnalato come critico, alterato, non consolidato e in via di completamento e definizione, si applica 'articolo 41 delle presenti norme. Estratto della Tavola P4 Componenti paesaggistiche Evidenziata con ovale giallo la zona interessata dall opera in oggetto Area d intervento 22

24 Estratto della Tavola P4 Componenti paesaggistiche - Legenda 23

25 1.4. IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE (P.T.R.) Ai fini di un inquadramento programmatico dell area di studio dal punto di vista territoriale e paesistico è stato analizzato Piano Territoriale Regionale (PTR) Piemontese, approvato dal Consiglio Regionale con Delibera n del 19 giugno Il PTR viene qualificato come Piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici ed ambientali ad espressione della scelta operata dalla Regione Piemonte a favore di uno strumento territoriale con valenza paesistica che consideri unitariamente le problematiche del territorio e quelle dell'ambiente. Il PTR è lo strumento di pianificazione territoriale più attuale e più completo, ed è un riferimento normativo per i tecnici e i professionisti che operano sul territorio regionale. Il suddetto piano propone strategie di salvaguardia dei beni paesaggistici del territorio regionale, attraverso vincoli posti a tutela di beni specificatamente individuati e prescrizioni che integrano e completano gli strumenti di pianificazione urbanistica. Le linee guida proposte dal PTR si fondano sul principio di sviluppo sostenibile, per cui si pone particolare attenzione a favorire quelle attività che sono compatibili con i caratteri e le tradizioni del territorio, fornendo in questo modo una visione omogenea dello sviluppo locale e regionale. Le strategie di sviluppo perseguite rispettano le qualità dell ambiente e il patrimonio storico e culturale piemontese. In conseguenza della sua valenza paesistica ed ambientale il PTR contiene vincoli specifici a tutela dei beni individuati e prescrizioni vincolanti per gli strumenti urbanistici, nonché direttive e indirizzi per i soggetti pubblici locali. In concreto, il Piano individua: le aree di tutela per le quali non sono possibili interventi che ne alterino le caratteristiche; gli interventi ammessi; le limitazioni per particolari trasformazioni; le azioni strategiche da attivare per concrete iniziative di progettazione. Sintetizzando, le politiche principali riguardano: i centri urbani: si tratta dell individuazione gerarchica di insiemi di centri rispetto ai quali indirizzare una politica localizzata di interventi; essi sono costituiti dal polo di Torino e la sua area metropolitana, dai poli regionali di Alessandria, Cuneo e Novara e dai poli subregionali di Alba, Asti, Biella, Borgosesia, Bra, Casale Monferrato, Fossano, Ivrea, Mondovì, Pinerolo, Saluzzo, Savigliano, Verbania e Vercelli; le interconnessioni al sistema internazionale: si tratta delle grandi infrastrutture (viarie e ferroviarie, esistenti e in progetto) che consentono l inserimento del sistema regionale nel sistema delle comunicazioni europee; esse si focalizzano sui passi del Sempione, del Bianco, del Frejus e del Mercantour e sulla realizzazione del progetto ferroviario ad alta capacità tra Lione e Milano; le dorsali di riequilibrio: si tratta del disegno delle relazioni, non solo fisiche e infrastrutturali, che interconnettono i sistemi dei grandi centri urbani attraverso la realizzazione, in queste aree, delle principali politiche regionali; in particolare esse riguardano la direttrice nord-sud (da Verbania alla Liguria attraverso Novara, Vercelli e Alessandria), la direttrice trasversale (da Cuneo ad Asti e poi verso Milano) e la pedemontana (da Arona a Cuneo attraverso Biella, Ivrea e Torino); 24

26 le principali politiche settoriali urbane o di area: si tratta di un insieme selezionato di alcune politiche di settore (università, industria, centri intermodali, aeroporti e turismo) ritenute significative per lo sviluppo dei centri urbani piemontesi. In particolare, all interno dell Area oggetto del presente studio, le norme di attuazione del PTR individuano i seguenti Caratteri Territoriali e Paesistici secondo quanto contenuto nella tavola I caratteri territoriali e paesistici alla quale si fa riferimento: Sistema dei suoli a buona produttività: tali aree comprendono suoli di buona e media fertilità, con un più limitato valore agronomico. In relazione a esse, si pongono le problematiche di riqualificazione morfologica e funzionale dell'ambiente urbano, di "ridisegno e "ricucitura" dei tessuti insediativi, di integrazione tra funzioni complesse, residenziali, terziarie e produttive: e in queste aree che potranno trovare collocazione eventuali flussi di riurbanizzazione nelle aree individuate dalle dorsali di riequilibrio, nelle rimanenti aree destinazioni diverse da quella agricola solo con adeguata motivazione. Conseguentemente, la programmazione di settore si connota per una minore centralità delle esigenze agricole, alle quali si affiancano, assumendo un rilievo che può anche essere prevalente, altri obiettivi, legati ai processi di rilocalizzazione delle residenze e delle attività produttive. Indirizzi. Il Piano territoriale provinciale e i piani regolatori generali definiscono le aree da conservare all'uso agricolo e quelle da destinare ad altri usi e possono fissare standard e indicare criteri qualitativi riferiti ai processi di riequilibrio e di espansione urbana. Il progetto non interferisce con le altre aree evidenziate nella tavola di piano I caratteri territoriali e paesistici della quale si riporta un estratto. 25

27 La legenda del Piano Territoriale Regionale per i caratteri territoriali e paesistici 26

28 Piano Territoriale Regionale Carta dei caratteri territoriali e paesistici Evidenziata con cerchio rosso la zona interessata dall opera in oggetto Area d intervento L estratto cartografico del Piano Territoriale Regionale del Piemonte evidenzia come la zona interessata dall opera in progetto (indicata nell area tratteggiata con il colore rosso), sia attraversata dalla fascia di colore verde che individua i suoli descritti in precedenza. 27

29 Gli Indirizzi di governo del territorio sono individuati dalle norme tecniche del PTR e sono rappresentati nella Tavola 2 del PTR Gli indirizzi di governo del territorio alla quale si fa riferimento per verificare la compatibilità dell intervento con la pianificazione regionale. L area di studio considerata, sulla quale gravita il progetto non rientra in alcun particolare indirizzo di governo del territorio. Piano Territoriale Regionale Carta degli indirizzi di governo del territorio Evidenziata con l ovale la zona interessata dall opera in oggetto Area d intervento 28

30 La legenda del Piano Territoriale Regionale Per gli indirizzi di governo del territorio 29

31 1.5. PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE (P.T.P.) Il Piano Territoriale Provinciale è un documento di programmazione a valenza provinciale, che risponde agli adempimenti già perseguiti dal Piano Territoriale Regionale. Il Piano Territoriale Provinciale verifica, integra e specifica le indicazioni e gli obiettivi del Piano Territoriale Regionale, in particolare si propone di valorizzare le realtà locali integrando i procedimenti di tutela e valorizzazione previste dal PTR in merito a: Sistema delle Emergenze Paesistiche Sistema del Verde Aree Protette Nazionali e Regionali Aree con Strutture Colturali a Forte Dominanza Paesistica Aree ad Elevata Qualità Paesistico Ambientale Sistema dei Suoli ad Eccellente e Buona Produttività Centri Storici e alla Rete dei Corsi d Acqua Carta dei caratteri territoriali e paesistici Il Piano Territoriale Provinciale (PTP) allega alle norme di attuazione la Carta dei caratteri Territoriali e Paesistici che orienta i processi di trasformazione territoriale della provincia ed organizza le manovre di conservazione e protezione attiva dei valori naturali e storico culturali presenti sul territorio provinciale, alla luce di obiettivi strategici selezionati nel Documento Programmatico al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile della società e dell'economia della provincia. Il Piano Territoriale Provinciale individua nella zona oggetto indicata con l ellisse blu tratteggiato dell intervento specifici Caratteri territoriali e paesistici. L estratto sopra riportato evidenzia come l area oggetto di intervento, è interessata dai seguenti indirizzi pianificatori: Aree boscate; Fasce fluviali corsi d acqua di interesse regionale. In questo contesto il progetto in questione è localizzato in un area in cui le coperture sono in parte condizionate dall attività antropica. Per quanto riguarda il resto del territorio oggetto di studio è interessato dalla presenza di aree boscate e dalle fasce fluviali dei corsi d acqua interessati. Nelle vicinanze dell opera oggetto del presente studio si riscontra la presenza altresì di aree insediate. Parte delle superfici interessate dal progetto sono coltivate a seminativi. Inoltre vi è, su tali superfici, la presenza di vegetazione di tipo più evoluto o derivante da colonizzazioni successive all abbandono di aree marginali e meno produttive (arbustiva ed arborea, con rinnovazione di specie pioniere), caratterizzate da un maggior grado di naturalità rispetto alle coperture erbacee. 30

32 La legenda del Piano Territoriale Provinciale 31

33 La legenda del Piano Territoriale Provinciale - Dettaglio punti 1 e 2. 32

34 Piano Territoriale Provinciale Carta dei caratteri territoriali e paesistici Area d intervento L ovale tratteggiato di colore rosso, localizza l intervento ed evidenzia le indicazioni del Piano Provinciale. 33

35 Carta degli indirizzi di governo del territorio La Carta degli indirizzi di governo del territorio indica gli orientamenti di pianificazione, ai sensi dei quali il progetto risulta interessare un area che prevede determinati indirizzi di governo del territorio La legenda del Piano Territoriale Provinciale 34

36 La legenda del Piano Territoriale Provinciale- Dettaglio Rete viabilistica primaria La legenda del Piano Territoriale Provinciale- Dettaglio Aree a dominante costruita 35

37 Piano Territoriale Provinciale: carta degli indirizzi di governo del territorio Area d intervento Gli Indirizzi di governo del territorio sono individuati dalle norme tecniche del PTP e sono rappresentati nella Tavola IGT 193SO del PTP indirizzi di governo del territorio alla quale si fa riferimento per verificare la compatibilità dell intervento con la pianificazione provinciale. L Area indicata con l ellisse rossa tratteggiata, rientra nei suoli con alcune moderate limitazioni Classe I della capacità d uso dei suoli. L estratto sopra riportato evidenzia come l area oggetto di intervento, è interessata dai seguenti indirizzi pianificatori: Capacità d uso dei suoli: Classe I suoli con alcune moderate limitazioni. 36

38 Carta dei paesaggi insediativi La carta dei paesaggi insediativi si prefigge lo scopo di descrivere l organizzazione del territorio analizzando il rapporto tra territorio fortemente insediato, quello debolmente insediato e quello privato di presidio urbano. La carta dei paesaggi insediativi descrive la varietà di paesaggi presenti nella provincia di Cuneo. Essi sono in buona parte condizionati dalle caratteristiche geomorfologiche tipiche delle aree di pianura, di collina, di fondovalle, di alta montagna e dalle opportunità e vincoli creati da tali condizioni alle economie di base possibili. L immagine mostra un estratto della Carta in oggetto. L area tratteggiata in blu individua la posizione dell area d intervento. L area oggetto dell intervento, fa parte degli ambienti insediativi rurali. Gli ambienti insediativi non urbani descrivono il territorio non direttamente occupato da insediamenti umani, ma più o meno soggetto ad un apporto di energia e di attività umana. Gli ambienti insediativi non prettamente urbani presentano una distribuzioni per aree omogenee di grandi dimensioni, eccezion fatta per la zona collinare delle Langhe e dei Roeri. Quest ultima presenta una notevole frammentazione tra ambienti insediativi rurali delle colture specializzate (soprattutto vigneti), ambienti insediativi rurali dei seminativi collinari ed ambienti a dominante forestale localmente interessati da insediamenti rurali del rilievo appenninico. Il Piano Territoriale Provinciale (PTP) allega alle norme di attuazione la Carta dei paesaggi insediativi. La Carta dei paesaggi insediativi inquadra il sito in progetto, nell ambito degli: Ambienti insediativi rurali delle colture agricole marginali I PRG disciplinano le azioni di conservazione, recupero e trasformazione del patrimonio edilizio rurale anche in relazione alla determinazione degli usi ammessi, avendo prioritario riferimento alle seguenti esigenze: a) di favorire il consolidamento di assetti produttivi e fondiari improntati a condizioni di efficienza e funzionalità delle aziende agricole limitando l'inserimento di funzioni extragricole nel recupero dei manufatti esistenti, nelle aree di particolare vocazione agraria (1 a e 2 a classe di fertilità); b) di garantire e promuovere la conservazione dei beni di valore storico culturale individuati dal PTP e dai PRG stessi, in tutte le aree del territorio provinciale; c) di promuovere la utilizzazione del patrimonio edilizio rurale ai fini della fruizione e della valorizzazione ambientale, specialmente nelle aree collinari e montane, con particolare riferimento alle aree interessate dai Progetti di Tutela, Recupero e Valorizzazione Ambientale in relazione alle finalità e con le limitazioni conseguenti agli stessi progetti di valorizzazione. I PRG individuano per il territorio rurale delle aree collinari e montane gli insediamenti storici annucleati e sparsi, che costituiscono il riferimento per la catalogazione e la valorizzazione del patrimonio edilizio storico, per la disciplina delle trasformazioni e per la individuazione delle dotazioni territoriali necessarie allo sviluppo rurale. 37

39 Estratto della Carta dei paesaggi insediativi Area d intervento 38

40 Carta della naturalità della vegetazione Tra le applicazioni più significative ed immediate della banca dati territoriale costituita dagli usi reali del suolo vi è la rappresentazione provinciale della naturalità della vegetazione. La carta evidenzia la distribuzione spaziale degli elementi che costituiscono la matrice naturale della Provincia di Cuneo dando un immagine varia e complessa del territorio provinciale. Sono, tuttavia, riconoscibili quattro ambiti omogenei corrispondenti grosso modo ai principali paesaggi agrari e forestali (pianura, collina, montagna e alta montagna) ed un trend che, seguendo la progressione altitudinale, va dalle zone a più bassa a quelle a più alta naturalità. In seguito, è riportata la legenda della Carta della naturalità della vegetazione. Estratto della Carta della naturalità della vegetazione legenda 39

41 Estratto della Carta della naturalità della vegetazione Area d intervento L immagine mostra un estratto della Carta in oggetto. L area tratteggiata di colore blu individua la posizione dell area d intervento. Sull Area oggetto dell intervento sono presenti colture agrarie a seminativi. Il Piano Territoriale Provinciale (PTP) allega alle norme di attuazione la Carta della naturalità della vegetazione. La Carta della naturalità della vegetazione inquadra il sito in progetto, nell ambito delle: Aree ad artificializzazione alta identificate con il Grado3. Il Grado 3, artificializzazione abbastanza forte o forte. È caratterizzato da Vegetazione boschiva o erbacea, indotta dall uomo per modificazione dei tipi naturali attraverso cure colturali intense e ripetitive (es.: prati da fieno e pascoli permanenti, castagneti regolarmente curati. piantagione massiccia di conifere in boschi di latifoglie). Vegetazione indotta indirettamente per modificazioni ambientali diverse (es.: vegetazione spontanea dei campi abbandonati, fintanto che viene mantenuta la composizione floristica di tipo ruderale, vegetazione nitrofila). 40

42 1.6. PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA) DELLA REGIONE PIEMONTE In data 6 aprile 2004, con deliberazione n , la Giunta regionale ha approvato il Progetto di Piano di tutela delle acque (PTA) previsto dall articolo 44 del decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152 quale strumento finalizzato al raggiungimento di ambiziosi obiettivi di qualità dei corpi idrici e più in generale alla protezione dell intero sistema idrico superficiale e sotterraneo. Dell approvazione del Progetto di PTA è stata data notizia nella Gazzetta Ufficiale n. 92 del 20 aprile 2004, nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 14 dell 8 aprile 2004 e sul Sito Internet ufficiale della Regione Piemonte, con la precisazione dei tempi, dei luoghi e delle modalità con cui chiunque interessato potesse prendere visione e consultare la documentazione. Nei novanta giorni successivi alla pubblicazione, sono pervenuti i pareri delle Province, nonché numerose osservazioni da parte di una molteplicità di soggetti istituzionali e di privati. Sulla base delle risultanze degli studi e delle indagini condotte ed alla luce dei contributi apportati nel corso delle consultazioni effettuate, la Giunta regionale, rielaborato il Progetto approvato, con deliberazione n del 20 settembre 2004 ha quindi adottato il Piano di tutela delle acque e trasmesso il medesimo all Autorità di bacino del fiume Po per l espressione del relativo parere e al Consiglio Regionale per la sua definitiva approvazione. In data 13 marzo 2007 è stato approvato dal Consiglio Regionale, con D.C.R. n , il Piano di Tutela delle Acque (PTA). Il PTA definisce l'insieme degli interventi per mezzo dei quali conseguire gli obiettivi generali del D.Lgs. 152/1999: prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; migliorare lo stato delle acque ed individuare adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche; mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Oltre ad attenersi alle prescrizioni del D.Lgs. 152/99, il PTA si ispira alle Linee Guida messe a punto dai gruppi di esperti della Commissione europea per la costruzione di una comune strategia per la tutela delle acque da parte dei Paesi membri, in applicazione della Direttiva Quadro in materia di acque 2000/60/CE. Il PTA è costituito dai seguenti documenti: la Relazione generale, composta da una relazione illustrativa, che fornisce il quadro descrittivo generale della struttura e dei caratteri del piano, ne espone in modo sintetico i contenuti descritti analiticamente nelle monografie di area, evidenzia le motivazioni delle scelte operate, indica gli strumenti e le modalità di attuazione. Ad essa si aggiungono una serie di carte in scala 1/ , ed una relazione di sintesi che ha lo scopo di informare il largo pubblico sui contenuti e gli effetti del piano; le Monografie di area, contenenti in forma sintetica le conoscenze acquisite sui bacini idrografici presi a riferimento, le informazioni e i dati necessari per caratterizzare i corpi idrici superficiali e sotterranei del bacino, le criticità emerse e le misure adottate dal piano; le Norme di piano, articolate in norme generali, che definiscono ruolo, compiti, efficacia e contenuti generali del piano, e norme di area, che assegnano valenza normativa al programma delle misure previste dal piano e descritte, nel loro dettaglio tecnico, nelle monografie di area; 41

43 le Tavole di piano, che sono parte integrante delle norme e si distinguono dalla cartografia tematica che accompagna la relazione generale e dagli allegati tecnici poiché assumono carattere normativo; Le tavole di piano riferite alla specifica Area idrografica AI 19 TANARO, sono le seguenti: - Tav.1 Inquadramento territoriale acque superficiali - Tav.2 Inquadramento territoriale acque sotterranee - Tav.3 Vincoli esistenti - Tav.4 Reti di monitoraggio ambientale e stato di qualità dei corpi idrici a specifica destinazione - Tav.5 Pressioni- prelievi e scarichi - Tav.6 Pressioni- prelievi ad uso irriguo - Tav.7 Pressioni- uso del suolo e attività antropiche - Tav.8 Stato quantitativo - Tav.9 Stato ambientale D.Lgs. 152/99 - Tav.10 Criticità quali-quantitative Inquadramento territoriale acque superficiali I dati caratteristici del bacino idrografico interessato dal progetto sono contenuti nella monografia dell Area idrografica AI19 Alto Tanaro della quale si riportano alcuni estratti. Estratto PTA Regione Piemonte Localizzazione dell area d intervento nel Sottobacino del Tanaro Area Idrografica AI 19 Alto Tanaro. AREA DI INTERVENTO 42

44 Il territorio piemontese risulta contraddistinto dai seguenti bacini idrografici: PTA - Sottobacini idrografici e aree idrografiche di riferimento L intervento in progetto si trova nel bacino idrografico del Po, sottobacino del Tanaro, Area idrografica dell Alto Tanaro (AI19) alla cui monografia si fa riferimento. Nel dettaglio insiste sul Torrente Corsaglia, affluente di sinistra del Tanaro. 43

45 PTA - Corsi d acqua significativi Il Torrente Corsaglia non è segnalato nell elenco dei Corsi d acqua significativi. Si tratta di corsi d acqua da monitorare e classificare in ragione del loro rilevante interesse ambientale, per particolari utilizzazioni in atto o per valori naturalistici e/o paesaggistici, nonché quelli che, per carico inquinante convogliato, possono aver influenza negativa sui corpi idrici. Il Torrente Corsaglia è invece inserito nell elenco dei Corsi d acqua potenzialmente influenti sui corpi idrici significativi e/o di particolare interesse ambientale. 44

46 PTA - Corsi d acqua potenzialmente influenti sui corpi idrici significativi e/o di particolare interesse ambientale 45

47 Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-1 Inquadramento territoriale acque superficiali Area d intervento Legenda Tavola-1 Inquadramento territoriale acque superficiali L intervento in progetto, localizzato sul Torrente Corsaglia, non interessa l asta principale del Tanaro, pertanto ha un influenza di tipo locale e, quindi, di secondo ordine rispetto agli obiettivi di qualità ambientale dei corsi d acqua individuati dal PTA. 46

48 Misure di Piano relative all Area Idrografica Basso Tanaro Il PTA per ogni Area Idrografica una scheda di sintesi delle misure di Piano che riportano l identificazione delle misure previste e i relativi indicatori di efficacia rispetto agli obiettivi fissati per gli stati bersaglio relativamente alla temporizzazione degli stessi nelle due fasi cronologiche di riferimento (traguardi dal 2008 e del 2016), secondo la procedura valutativa descritta in A Le note che seguono riprendono le principali osservazioni relative ai piani d azione dell Area idrografica dell AltoTanaro, con particolare riferimento agli elementi di correlazione tra criticità, azioni e obiettivi, in relazione specificatamente allo stato bersaglio della qualità chimico-fisico-biologica dei corpi idrici superficiali e del riequilibrio del bilancio idrico. Scheda PTA - Alto Tanaro Il bacino dell'alto Tanaro è situato nel Piemonte meridionale, in una zona prevalentemente alpina e collinare; complessivamente ricadono nel bacino 8 punti di monitoraggio, di cui 4 sull'asta del Tanaro e 4 sui suoi affluenti, tutti in sinistra idrografica (2 punti sul Corsaglia, 1 sull'ellero e 1 sul Pesio). Lo stato qualitativo manifesta una tendenza a migliorare spostandosi da monte verso valle: infatti i punti ricadenti nel bacino a monte (Priola, Ceva) sono caratterizzati da un SACA sufficiente, con l'ibe come fattore limitante (punteggio IBE pari a 7) ma anche alcuni parametri macrodescrittori, come l'escherichia Coli e l'ossigeno disciolto, manifestano criticità; tale fatto è imputabile ad un'elevata urbanizzazione e alla diffusa presenza di impianti di trattamento primario nel bacino, oltre che alla presenza di scarichi industriali localizzati nella parte iniziale del bacino: ad Ormea ( m3, fabbricazione di pastacarta, carta e cartone), a Garessio ( m3, fabbricazione di prodotti chimici e fibre sintetiche) e a Lesegno ( m3, fusione di metalli). Proseguendo verso valle le acque del Tanaro ricevono quelle del Corsaglia, caratterizzate da stato qualitativo buono (LIM intorno a 400 e IBE di punteggio 8), e l'ibe migliora a valle della confluenza, aumentando il punteggio da 7 a 8 alla sezione di Lesegno e - conseguentemente - aumentando anche il SACA a un giudizio pari a buono. A valle di Lesegno confluisce l'ellero, di qualità decisamente più scadente (SACA corrispondente a sufficiente nel punto di Bastia Mondovì), con valori di LIM bassi nel biennio di riferimento (150) e aventi per fattori limitanti NH4, O2 ed Escherichia Coli; nel corso dell'ellero vengono d'altronde recapitati alcuni scarichi produttivi (area di Roccaforte Mondovì) e del depuratore di Mondovì ( a.e., trattamento secondario). Poco a valle dell'ellero confluisce nel Tanaro il Pesio, il cui stato qualitativo mantiene il valore buono negli ultimi anni (LIM = 300 e punteggio IBE pari a 9 nel biennio ), nonostante la presenza nel bacino di numerosi scarichi, sia civili che industriali, ma di piccola entità. A valle di queste 2 confluenze il Tanaro mantiene uno stato qualitativo buono, sostanzialmente confermando alla stazione di Narzole, in chiusura del bacino dell'alto Tanaro, i punteggi di LIM e IBE misurati più a monte, alla stazione di Lesegno. Relativamente ai prodotti fitosanitari, si riscontrano presenze di Atrazina, Metolaclor, Terbumeton e Terbutilazina, limitatamente all'asta del Tanaro (e non sugli affluenti) ed in concentrazioni inferiori ai limiti di quantificazione nel Per quanto riguarda metalli pesanti e solventi clorurati, non si segnalano presenze critiche, eccezion fatta per il rilevamento in passato di rame nel Pesio. Lo stato ambientale attuale è in linea con l'obiettivo al Il regime dei deflussi presenta una criticità classificabile come medio-alta in relazione agli altri sottobacini regionali, in quanto, anche se sull'asta principale del Tanaro non sussistono particolari pressioni che causino depauperamenti significativi di risorsa, a meno delle condizioni di criticità locale sui tratti sottesi da impianti idroelettrici, sulle aste dei tributari il livello di compromissione è decisamente maggiore, specialmente sul Pesio, a causa di prelievi irrigui significativi. 47

49 L'applicazione del DMV, pur contribuendo alla diluizione degli inquinanti, non determina effetti potenziali sul livello dei macrodescrittori in grado di comportare un incremento dello stato ambientale. Per il raggiungimento dell'obiettivo buono al 2016 anche nei siti presenti nella porzione di monte del bacino, l'azione va supportata da specifici interventi di risanamento rivolti alle principali situazioni di criticità osservate (misura R scarichi civili e industriali aree Ormea, Lesegno, Garessio). Considerazioni in merito all inserimento dell impianto idroelettrico La realizzazione dell impianto in progetto, viste le sue caratteristiche specifiche di impianto idroelettrico ad acqua fluente che sottende un tratto di corso d acqua (T. Corsaglia) caratterizzato da stato qualitativo buono, e che non produce alcun tipo di inquinante, sembra in linea con gli obiettivi di tutela della qualità dei corsi d acqua stabiliti dal PTA e non è in contrasto con le misure di Piano relative all area idrografica di riferimento sopra enunciate Inquadramento territoriale acque sotterranee Il progetto si sviluppa in un ambito dove non è segnalata la presenza di acque sotterranee. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-2 Inquadramento territoriale acque sotterranee Area d intervento 48

50 Legenda Tavola-2 Inquadramento territoriale acque sotterranee 49

51 Vincoli esistenti Per quanto riguarda le aree soggette a vincolo la cartografia di piano evidenzia che l area di intervento ricade al di fuori di aree vincolate Estratto PTA Regione Piemonte - Tavola-3 Vincoli esistenti Area d intervento Legenda Tavola-3 Vincoli esistenti 50

52 Reti di monitoraggio ambientale e stato di qualità dei corpi idrici a specifica destinazione Sul Torrente Corsaglia, a valle e a monte dell area d intervento, il PTA segnala la presenza di una sezione di monitoraggio chimico-fisico e biologica sul corso d acqua. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-4 Rete di monitoraggio e stato di qualità dei corpi idrici a specifica destinazione Area d intervento Legenda Tavola-4 Rete di monitoraggio e stato di qualità dei corpi idrici a specifica destinazione 51

53 Pressioni - prelievi e scarichi Per quanto riguarda i prelievi e gli scarichi segnalati dal PTA, si osserva che a monte dell impianto è indicato uno scarico civile trattato con trattamento secondario (<2000 A.e.): si tratta del depuratore di San Michele Mondovì. Nella zona dell opera di restituzione sono invece segnalati due scarichi civili trattati con trattamento primario (<2000 A.e.): si tratta di due fosse settiche relative agli scarichi civili dei fabbricati rurali di località La Gatta e della parte civile dello stabilimento delle acciaierie del Tanaro che conferiscono entrambi appena a valle dell opera di restituzione prevista in progetto. Estratto PTA Regione Piemonte - Tavola-5 Pressioni - prelievi e scarichi Area d intervento Legenda Tavola-5 Pressioni- prelievi e scarichi 52

54 Pressioni - prelievi ad uso irriguo La Tavola 6 Pressioni - prelievi ad uso irriguo individua la densità di prelievo irriguo. L area di intervento, delimitata dal cerchio rosso, non ricade sul territorio di competenza del Comprensorio irriguo individuato dal PTA come Alto Tanaro. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-6 Pressioni- prelievi ad uso irriguo Area d intervento Legenda Tavola-6 Pressioni- prelievi ad uso irriguo 53

55 Pressioni - uso del suolo e attività antropiche L estratto della Tavola 7 Pressioni uso suolo e attività antropiche individua le fonti di pressione antropica che si ripercuotono sulla risorsa suolo in particolare ponendo particolare attenzione sulla presenza di impianti industriali a rischio di incidenti rilevanti, di siti inquinanti temporanei e di discariche. Dalla lettura della carta si percepisce che l area di indagine è interessata principalmente da zone agricole eterogenee e dalla presenza di prati stabili. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-7 Pressioni uso suolo e attività antropiche Area d intervento Legenda Tavola-7 Pressioni uso suolo e attività antropiche 54

56 Stato quantitativo La Tavola 8 Stato quantitativo fornisce indicazioni sulla quantità di acqua disponibile nell intero bacino. La lettura dei dati globali, permette di osservare che a livello quantitativo, il Tanaro a monte della confluenza con lo Stura di Demonte ha valori soddisfacenti che influiscono positivamente sulla qualità del corso d acqua definita sostanzialmente buona dal PTA. L intervento in progetto ricade in un area priva di indicatori di stato relativi all aspetto quantitativo, pertanto lo stesso ha modeste ripercussioni locali e non influisce quantitativamente sull assetto complessivo del bacino del Tanaro. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-8 Stato quantitativo Area d intervento Legenda Tavola-8 Stato quantitativo 55

57 Stato ambientale D.Lgs. 152/99 L estratto dalla Tavola 9 Stato ambientale fornisce indicazioni sullo stato ambientale dei corsi d acqua superficiale che solcano l area idrografica AI 19 Alto Tanaro. Nel caso specifico il PTA non segnala alcuna criticità dell area oggetto d intervento come, in linea generale in tutto il bacino del Corsaglia. A valle di tale tratto è però segnalato un buono stato ambientale definito sul biennio di monitoraggio Estratto PTA Regione Piemonte - Tavola-9 Stato ambientale Area d intervento Legenda Tavola-9 Stato ambientale 56

58 Criticità quali-quantitative L estratto della Tavola 10 Criticità quali-quantitative indica che il tratto del Torrente Corsaglia interessato dall intervento non presenta alcuno stato di criticità né quantitativo né qualitativo rispetto al regime idrologico naturale del corso d acqua. Il torrente Corsaglia confluisce nel Fiume Tanaro che, invece, presenta criticità di tipo quantitativo classificate ad impatto medio dei prelievi in alveo inferiori al DMV per di giorni/anno e contribuisce a migliorarne lo stato qualitativo. La realizzazione dell impianto non interferisce con la qualità dell acqua complessiva del Torrente Corsaglia che si prevede possa continuare a indurre un effetto positivo sulla qualità delle acque del Fiume Tanaro. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-10 Criticità quali-quantitative Area d intervento Legenda Tavola-10 Criticità quali-quantitative 57

59 58

60 Analisi e conclusioni del PTA in merito agli impianti idroelettrici Nell elaborazione del PTA, è stata condotta un analisi dei prelievi da acque superficiali sul territorio regionale basata sui dati contenuti del Catasto derivazioni idriche della Regione Piemonte (2003); l analisi è stata condotta considerando solo le utenze attive. Vengono evidenziati: 1) i principali areali per la produzione idroelettrica: Toce, Dora Baltea, Dora Riparia, Alto Tanaro e Basso Po; minori come entità, ma molto significativi sulle realtà locali, sono i sistemi idroelettrici localizzati su Gesso e Orco; significativi risultano inoltre gli impianti su Chisone, Alto Sesia, Stura di Lanzo, Ticino e Stura di Demonte 2) i principali areali da cui si preleva acqua a scopo irriguo: Basso Po, Dora Baltea, Ticino, Basso Sesia, Stura di Demonte, Stura di Lanzo, Alto Tanaro, Orco e Dora Riparia. Si afferma anche che Le pressioni che più contribuiscono al disequilibrio del bilancio idrico, fattore che risulta di notevole criticità nel riguardo degli obiettivi di qualità ambientale su numerosi corsi d acqua piemontesi, sono quelle adducibili ai grossi prelievi che inducono sottrazione di risorsa all alveo, ovvero i prelievi dissipativi, prevalentemente di tipo irriguo. E vero che, specialmente sulle aree montane interessate da complessi sistemi idroelettrici, con gronde, serbatoi di regolazione, canali adduttori, alcune derivazioni operano vere e proprie sottrazioni di risorsa e trasferimento di volumi idrici fra un sottobacino e l altro; tuttavia gli impatti conseguenti sono generalmente limitati alla scala locale del singolo sottobacino e sono di fatto controllabili assumendo un vincolo di rilascio. L'impatto operato dai prelievi per impianti idroelettrici ad acqua fluente, i più numerosi sul territorio regionale, si traduce nella sottensione di tratti più o meno lunghi di asta fluviale, con conseguenti depauperamenti di risorsa che alterano le normali condizioni di vitalità dell'ecosistema fluviale, condizionano la naturale capacità autodepurativa del corso d'acqua stesso e riducono le disponibilità idriche per gli usi di valle; anche in questo caso si tratta di criticità locale che non risulta alterare il bilancio idrico a scala di bacino. Relativamente ai prelievi idroelettrici esistenti in ambito montano, il PTA osserva che: 1) gli impianti a bacino operano, in genere, vere e proprie sottrazioni di risorsa e trasferimento di volumi idrici fra un sottobacino e l altro; tuttavia gli impatti conseguenti sono generalmente limitati alla scala locale del singolo sottobacino e sono di fatto controllabili assumendo un vincolo di rilascio. 2) gli impianti ad acqua fluente provocano sottensione di tratti più o meno lunghi di asta fluviale, con conseguenti depauperamenti di risorsa che alterano le normali condizioni di vitalità dell ecosistema fluviale, condizionano la naturale capacità autodepurativa del corso d acqua stesso e riducono le disponibilità idriche per gli usi di valle; anche in questo caso si tratta di criticità locale che non risulta alterare il bilancio idrico a scala di bacino. Facendo presente che, anche gli impianti a bacino sottendono tratti di asta fluviale, è importante notare come le modifiche al bilancio idrico definite dal PTA siano molto limitate: gli impianti idroelettrici, in generale, rappresentano quindi esclusivamente delle criticità locali, e quindi, come tali, non sono obiettivo primario. 59

61 1.7. LINEE GUIDA PER L UTILIZZAZIONE DELLA RISORSA IDROELETTRICA IN PROVINCIA DI CUNEO La Provincia di Cuneo si è dotata di uno strumento capace di orientare gli operatori del settore idroelettrico la cui presentazione al pubblico per la consultazione è preceduta dalle seguenti considerazioni: La produzione di energia idroelettrica è da sempre un tema di rilevante interesse in Provincia di Cuneo; nell'ultimo decennio la richiesta di concessioni è notevolmente aumentata, da un lato per l'intervenuta esigenza di promuovere l'utilizzo delle fonti rinnovabili e dall'altro per l'introduzione di nuovi meccanismi di incentivazione. La conduzione di numerose istruttorie, soprattutto in sede di valutazione di impatto ambientale, ha portato il Settore provinciale delle Risorse idriche a mettere a fuoco le problematiche inerenti la situazione che si veniva delineando con il riscontro sul territorio della considerazione espressa nel Piano energetico Regionale, che vi sia, cioè, un: "progressivo esaurimento della risorsa e dei siti disponibili, [..], nonché una diffusa e crescente consapevolezza degli impatti non trascurabili sull'ambiente idrico prodotto dalle centrali idroelettriche". La completa rivisitazione della situazione esistente e delle prospettive attese è avvenuta attraverso uno studio di dettaglio, che ha permesso di giungere a definire l'indice di sfruttamento dei corsi d'acqua cuneesi: esso consiste nel semplice rapporto, espresso in percentuale, tra la somma dei tratti sottesi esistenti e la lunghezza complessiva del corso d'acqua alla sezione considerata e permette di visualizzare con immediatezza lo stato del corso d' acqua. Sulla base di questo studio è stato elaborato uno strumento in grado di porre un freno ad un fenomeno che, se esasperato, potrebbe portare ad una situazione particolarmente critica: la formazione di un corso d'acqua intubato parallelo ad un alveo privato delle sue caratteristiche naturali. Le linee guida devono essere interpretate come uno strumento che, applicando il principio della sostenibilità ambientale intesa come metodo di sviluppo economico che permetta alle generazioni presenti di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro, permetta agli operatori del comparto, di individuare dove sia ancora possibile operare e dove non sia più incrementabile un impatto ambientale già troppo elevato. Nei paragrafi successivi si riportano alcune considerazioni al fine di focalizzare gli elementi che riguardano direttamente l impianto in progetto. 60

62 I principali impatti provocati dalle derivazioni Le Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo sottolineano che il prelievo di acque superficiali presenta due ordini di impatti: l impatto relativo alla variazione (diminuzione) della quantità dell'acqua; l impatto relativo alla variazione della qualità dell'acqua in conseguenza delle variazioni di quantità. In particolare si mette in evidenza che gli impatti che si verificano sul corso d acqua e sull ambiente fluviale complessivo a valle di una derivazione si possono individuare nelle seguenti categorie di fenomeni: a) riduzione della portata: riduzione della capacità di diluizione: o aumento della vulnerabilità all inquinamento; riduzione delle velocità e alterazione del campo idrodinamico: o o riduzione della capacità di ricreazione, di autodepurazione e della concentrazione di ossigeno disciolto; aumento della sedimentazione di materiale fine e alterazione della composizione dei substrati di fondo; riduzione delle profondità e dell ampiezza dell alveo bagnato: o o riduzione degli spazi vitali e aumento della competizione intraspecifica; riduzione della qualità e della diversificazione dell habitat idraulicomorfologico; alterazione dei regimi termici: o alterazione (in compresenza delle variazioni dell habitat idraulico morfologico) della successione delle zone ittiche; b) interruzione della continuità idraulica: impedimento delle migrazioni trofiche e riproduttive. 61

63 Quadro delle derivazioni esistenti Le Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo, nell analisi della situazione attuale, presentano un quadro delle derivazioni esistenti attraverso il quale si osserva la presenza in Comune di Lesegno di una derivazione idrolelttrica registrata in quinta riga della tabella Quadro delle derivazioni esistenti nel Bacino del Torrente Corsaglia. Si tratta della derivazione della società SI.CA. s.r.l. sita 4300 metri più a valle del punto di restituzione previsto dal progetto in esame. Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo Quadro delle derivazioni esistenti nel Bacino del Torrente Corsaglia 62

64 Analisi dello sfruttamento attuale Le Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo mettono in evidenza l indice di sfruttamento d asta dei corsi d acqua calcolato in percentuale sulla lunghezza complessiva dell asta. Per quanto riguarda l Asta principale del Torrente Corsaglia, l indice di sfruttamento complessivo è pari al 34% prevalentemente concentrato nella parte montana del corso d acqua, in Comune di Frabosa Soprana e Montaldo Mondovì. Si tratta, come indicato dalla Provincia di Cuneo, di un indice che definisce un livello moderato di sfruttamento. Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo Analisi dello sfruttamento attuale 63

65 Criteri delle Linee guida provinciali I criteri che ispirano le Linee Guida Provinciali possono essere riassunti nei seguenti punti: 1. per tutti i corsi d acqua principali nei tratti rimasti liberi, possono essere attivate derivazioni a scopo idroelettrico, purché non venga superata una soglia massima definita tramite l indice di sfruttamento; 2. i corsi d acqua secondari che ricadono nella zona di massimo sfruttamento non possono essere derivati; 3. i corsi d acqua secondari non compresi nella zona di massimo sfruttamento possono essere derivati purché non venga superata una soglia massima definita tramite l indice di sfruttamento; 4. per i corsi d acqua principali, al fine di rendere paritario l utilizzo tra Comuni che insistono sul medesimo corso d acqua, possono essere attivate derivazioni a scopo idroelettrico, purché non venga superata una soglia massima definita mediante l indice di sfruttamento di pertinenza comunale; 5. tra due derivazioni che insistono sullo stesso corso d acqua, deve essere lasciato un tratto libero ed indisturbato di lunghezza adeguata al contesto ambientale; 6. viene posto in essere il divieto di derivare lungo tratti già sottesi da derivazioni esistenti; 7. la realizzazione di nuovi impianti in zone classificate come Area protetta è sottoposta alla specifica normativa; 8. i parametri di progetto delle derivazioni (lunghezza del tratto sotteso, portata massima di prelievo, rilasci, periodo di funzionamento) devono basarsi sul contesto ambientale (contributi rii secondari, caratteristiche dell alveo, quadro delle derivazioni concesse, tratti soggetti a regolazione); 9. le derivazioni devono minimizzare le differenze fra il regime idrico ante e post prelievo, con speciale riferimento ai periodi di normale e scarso deflusso Norme di attuazione Si riporta il testo di alcuni articoli delle norme di attuazione delle Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo. Art. 1 Definizioni Ambito montano: la porzione di territorio della Provincia di Cuneo come definita nella cartografia allegata (Tavola n. 1). Ambito di elevato sfruttamento: l insieme delle aree dei bacini secondari che presentano al loro interno almeno uno sfruttamento idroelettrico. Nel circoscrivere questa entità si sono considerati tutti i bacini di superficie superiore a 5 Km 2. La delimitazione è definita nella cartografia allegata (Tavola n. 4). Corso d acqua di fondovalle o asta fluviale principale: i corsi d acqua di seguito elencati: Po, Varaita, Maira, Grana, Stura di Demonte, Gesso, Vermenagna, Pesio, Ellero, Corsaglia e Tanaro. Corsi d acqua secondari o aste fluviali secondarie: tutti i corsi d acqua diversi da quelli definiti al precedente punto. Asta di pertinenza comunale: tratto di asta fluviale principale che ricade all interno del territorio del Comune, ovvero che confini o sia prospiciente ad esso. Tratto sotteso: tratto di corso d acqua compreso tra la presa e la restituzione della derivazione omissis ---- Art. 5 - Tratti indisponibili al rilascio di concessioni di derivazione d acqua ad uso energetico Sono indisponibili al rilascio delle concessioni di derivazione d acqua ad uso energetico: 64

66 1. i tratti di corso d acqua sottesi da altri impianti idroelettrici; 2. i tratti dei corsi d acqua secondari che ricadono all interno dell ambito ad elevato sfruttamento come indicato nella allegata Tavola n. 4; 3. i tratti di lunghezza pari ad almeno 2 km dall origine dei corsi d acqua di fondovalle, per i quali il tratto sorgentizio non sia costituito da aste di ordine inferiore; La realizzazione di impianti localizzati in aree protette deve essere consentita dalle leggi istitutive e conforme agli strumenti di pianificazione degli Enti di Gestione. Art. 6 - Limite di sfruttamento di asta fluviale principale 1. Per le aste fluviali principali (Po, Varaita, Maira, Grana, Stura di Demonte, Gesso, Vermenagna, Pesio, Ellero, Corsaglia e Tanaro) viene definito il limite massimo di sfruttamento nella misura del 60%; 2. Per ciascuna asta di pertinenza comunale, il limite massimo di sfruttamento è pari al 50% del tratto di competenza del Comune, come definito all articolo 1; 3. Sono esclusi dal limite contenuto nel precedente comma 2 le aste fluviali che insistano sul territorio di un unico Comune, valendo in tal caso il disposto del comma 1; 4. In deroga al comma 2 nel caso di lunghezza di asta di pertinenza comunale inferiore a 0.5 km non si applica tale limite; 5. In deroga al comma 2 nel caso in cui lo stesso tratto fluviale sia soggetto a più vincoli di pertinenza comunale, si applica di norma il vincolo meno restrittivo. Art. 7 - Limite di sfruttamento di asta fluviale secondaria 1. Per i corsi d acqua secondari non ricadenti nell Ambito ad elevato sfruttamento è definito un limite di sfruttamento massimo pari al 50%. 2. Per i corsi d acqua secondari ricadenti nell Ambito ad elevato sfruttamento si applica quanto indicato al comma 2 dell articolo 5. Art. 8 Derivazioni che effettuano regolazione Ogni derivazione con capacità di regolazione deve dotarsi, in prossimità dello scarico, di adeguati dispositivi di rimodulazione delle portate. Art. 9 Salvaguardia di tratti fluviali tra derivazioni idroelettriche contigue A monte e a valle di ogni derivazione deve essere salvaguardato un tratto di corso d acqua indisturbato, funzione del contesto ambientale e dei parametri della derivazione così come definiti al successivo comma 2 dell art. 10. Art. 10 Indirizzi per il rilascio di concessioni di derivazione d acqua ad uso energetico 1. La derivazione deve minimizzare le differenze fra il regime idrico ante e post prelievo, concentrando il prelievo nei periodi ad elevata disponibilità idrica e salvaguardando le portata naturali nei situazioni di scarso deflusso. 2. L esame istruttorio compara il contesto ambientale presente (contributi idrici nel tratto sotteso, caratteristiche morfologiche, fisiche e idrobiologiche dell alveo, quadro delle derivazioni concesse e tratti soggetti a regolazione nell ambito montano di riferimento), con i parametri di progetto (lunghezza del tratto sotteso, portata massima di prelievo, rilasci, periodo di funzionamento). 3. La localizzazione del tratto sotteso deve essere tale da intercettare corsi d acqua secondari in grado di rimpinguare le portate in alveo. 4. Il contestuale prelievo di più corsi d acqua, ad opera della stessa derivazione, è permesso solo previa dettagliata valutazione delle mutue dipendenze tra condizioni locali e parametri di progetto. 65

67 Ambito territoriale di applicazione L ambito territoriale di applicazione delle Linee Guida è definito dalla Tavola 1 Ambito territoriale di applicazione è coincide con quello che è territorialmente definito come Zona montana. L area d intervento, così come il territorio comunale di Lesegno e gran parte dei quello di San Michele Mondovì, si trova in zona definita Zona montana non soggetta al piano ora appartenente alla Comunità Montana Alto Tanaro Cebano Monregalese che ha accorpato le vecchie CM Mongia, Cevetta, Langa montana e CM delle Valli Monregalesi. Estratto Linee guida Provincia di Cuneo Tavola 1 Ambito territoriale di applicazione Area d intervento L area d intervento risulta essere al di fuori dell ambito di applicazione del Piano, quindi delle Linee guida provinciali in materia di impianti idroelettrici. 66

68 Quadro delle derivazioni La Tavola 2 Quadro delle derivazioni evidenzia che la parte bassa del Torrente Corsaglia è al di fuori dell ambito di applicazione delle Linee guida provinciali dove è presente un impianto idroelettrico in Comune di Lesegno. Estratto Linee guida Provincia di Cuneo Tavola 2 Quadro delle derivazioni Area d intervento Legenda Tavola 2 Quadro delle derivazioni 67

69 Quadro dell utilizzazione dei corsi d acqua nell ambito montano La Tavola 3 Quadro dell utilizzazione dei corsi d acqua nell ambito montano conferma quanto detto nel paragrafo precedente: infatti le derivazioni attive in Zona Montana soggetta al Piano sono caratterizzate dalla segnalazione di tratto di asta sotteso da derivazioni idroelettriche attive mentre quelle attive in Zona montana non soggetta al piano sono prive di questa segnalazione. Estratto Linee guida Provincia di Cuneo Tavola 3 Quadro dell utilizzazione dei corsi d acqua nell ambito montano Area d intervento Legenda Tavola 3 Quadro dell utilizzazione dei corsi d acqua nell ambito montano 68

70 Quadro dell utilizzazione dei sottobacini aventi superficie superiore a 5 Km 2 in ambito montano L inserimento dell area d intervento nella Tavola 4 Quadro dell utilizzazione dei sottobacini aventi superficie superiore a 5 Km 2 in ambito montano mette in evidenza che il progetto si trova in un area esterna all ambito montano di applicazione. Estratto Linee guida Provincia di Cuneo Tavola 4 Quadro dell utilizzazione dei sottobacini aventi superficie superiore a 5 Km 2 in ambito montano Area d intervento Tavola 1 Quadro dell utilizzazione dei sottobacini aventi superficie superiore a 5 Km 2 in ambito montano 69

71 Analisi dello stato di progetto Il nuovo progetto prevede un aumento del tratto sotteso pari a m Indice di sfruttamento d asta previsto Sulla base dei dati forniti dalla Provincia che definiscono una lunghezza complessiva dell asta di m e una lunghezza dei tratti sottesi di m (v par Analisi dello sfruttamento attuale), per effetto della realizzazione dell impianto in progetto, l indice di sfruttamento d asta del Torrente Corsaglia varierà in aumento e passerà dal 34% al 47 attestandosi su un valore accettabile e compatibile con l assetto ambientale del corso d acqua, di 13 punti inferiore a quanto indicato dai criteri delle Linee Guida Provinciali, riportati nel paragrafo , per i quali la soglia massima definita per il Torrente Corsaglia è pari al 60% (Art. 6, comma 1 dei criteri citati). 70

72 1.8. PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) In questo paragrafo si analizza il Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI), approvato in data 24 maggio 2001 con DPCM. Tale Piano persegue l obiettivo di garantire al territorio del bacino del fiume Po un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico, attraverso il ripristino degli equilibri idrogeologici e ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni, il recupero delle aste fluviali ad utilizzi ricreativi. Le finalità richiamate sono perseguite mediante: L adeguamento della strumentazione urbanistico-territoriale; La definizione del quadro del rischio idraulico e idrogeologico in relazione ai fenomeni di dissesto considerati; La costituzione di vincoli, di prescrizioni, di incentivi e di destinazioni d uso del suolo in relazione al diverso grado di rischio; L individuazione di interventi finalizzati al recupero naturalistico ed ambientale, nonché alla tutela e al recupero dei valori monumentali, paesaggistici ed ambientali presenti e/o la riqualificazione delle aree degradate; L individuazione di interventi su infrastrutture e manufatti di ogni tipo, anche edilizi, che determinino rischi idrogeologici, anche con finalità di ri-localizzazione; La sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle infrastrutture adottando modalità di intervento che privilegiano la conservazione e il recupero delle caratteristiche naturali del terreno; La moderazione delle piene, la difesa e la regolazione dei corsi d acqua, con specifica attenzione alla valorizzazione della naturalità delle regioni fluviali; La definizione delle esigenze di manutenzione, completamento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti in funzione del grado si sicurezza compatibile e del loro livello di efficienza ed efficacia, La definizione di nuovi sistemi di difesa, ad integrazione di quelli esistenti, con funzioni di controllo dell evoluzione dei fenomeni di dissesto, in relazione al grado di sicurezza da conseguire; Il monitoraggio dei caratteri di naturalità e dello stato dei dissesti; L individuazione di progetti di gestione agro-ambientale e forestale; Lo svolgimento funzionale dei servizi di navigazione interna, nonché della gestione dei relativi impianti. 71

73 Tav 4 - GEOLITOLOGIA Legenda per la lettura della cartografia delle componenti geolitologiche nell area oggetto d intervento 72

74 Dalla cartografia delle componenti geolitologiche emerge che l area oggetto d intervento giace su una matrice litologica con frequenti discontinuità per stratificazione o scistosità e presenta il seguente substrato litologico: - Alluvioni fluviali e lacustri fiancheggianti i principali corsi d acqua. Ghiaie, sabbie e limi (AFL) Cartografia delle componenti geolitologiche Tav 4 Geolitologia Area di intervento Il PAI classifica i territori amministrativi dei comuni e le aree soggette a dissesto e nell Allegato 1 all Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici ne individua le classi di rischio idraulico e idrogeologico, in una scala di quattro valori da moderato a molto elevato. I valori di rischio attribuiti ai singoli comuni sono definiti dalla relazione: dove: R = E H V R = rischio relativo a un determinato elemento, inteso come valore atteso del danno che mediamente può subire l elemento stesso in un periodo di tempo E = entità degli elementi a rischio, cioè le persone e i beni che possono subire danni quando si verifica un evento, misurata in modo diverso a seconda della loro natura H = pericolosità, cioè probabilità di accadimento di un determinato fenomeno potenziale in uno specifico periodo di tempo e in una data area. V = vulnerabilità, definita come attitudine dell elemento a rischio a subire danni per effetto dell evento stesso Il Comune di Castello di Annone appartiene alla classe di rischio idraulico e idrogeologico identificata dalla sigla R3. La classe di rischio R3 corrisponde ad un livello di rischio elevato, per il quale sono possibili problemi per l incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi e l interruzione delle attività socio-economiche, danni al patrimonio culturale. Le principali tipologie di dissesto componenti il rischi sono dovute a esondazioni, fluvio torrentizie e frane. 73

75 I Comuni di San Michele Mondovi e di Lesegno appartengono alla classe di rischio idraulico e idrogeologico identificata dalla sigla R3. La classe di rischio R3 corrisponde ad un livello di rischio elevato, per il quale sono possibili problemi per l incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi e l interruzione delle attività socio-economiche, danni al patrimonio culturale. Le principali tipologie di dissesto componenti il rischi sono dovute a esondazioni, fluvio torrentizie e frane. Indice di rischio Comunale RISCHIO Rischio idraulico e idrogeologico Comune di Lesegno elevato (R3) Comune di San Michele Mondovi elevato (R2) L area oggetto di intervento, come evidenziato nella Tav. 6.1 Del rischio idraulico e idrogeologico, rientra nella sua interezza nella categoria di rischio totale R3 elevato PAI Tav 6.1 Rischio idraulico e idrogeologico Area di intervento Il cerchio verde individua l area oggetto di intervento che il PAI cataloga come area a rischio totale elevato (R3). 74

76 PAI Tav 6.1 Rischio idraulico e idrogeologico - Legenda 75

77 Il PAI, con deliberazione C.I. n. 18/2001, è stato dotato dell Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici e della relativa Delimitazione delle Aree di dissesto attraverso la pubblicazione di carte topografiche in scala 1: di cui si riporta un estratto. PAI - Delimitazione delle Aree di dissesto Estratto del Fg227 Sez. I - Vicoforte Area di intervento L area oggetto d intervento non è interessata da fasce fluviali e non sono segnalate esondazioni e dissesti morfologici a carattere torrentizio come, invece, si verifica nel tratto a valle dell impianto previsto, in Comune di Lesegno, dove è segnalata un area a pericolosità elevata che non viene interessata dal progetto in esame. L area d intervento è priva di segnalazioni di dissesti di qualsiasi tipo. 76

78 PAI - Delimitazione delle Aree di dissesto - Legenda 77

79 1.9. STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI Il progetto interessa il territorio comunale di San Michele Mondovì (CN) dove si prevede di realizzare le opere di derivazione e la gran parte della condotta forzata, e quello di Lesegno (CN) dove è prevista la costruzione della centrale di produzione idroelettrica e delle opere di restituzione. I piani regolatori interessati sono: Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di San Michele Mondovì, Variante parziale n. 13, approvata dal Consiglio Comunale con delibera n. 22 del 26 aprile 2010; Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di Lesegno, Variante n. 14, approvata dal Consiglio Comunale con delibera n. 7 del 31 marzo Piano regolatore generale del Comune di San Michele Mondovì Il progetto interessa il territorio comunale di San Michele Mondovì (CN) dove si prevede di realizzare le opere di derivazione e la gran parte della condotta forzata. Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di San Michele Mondovì, Variante parziale n. 14, approvata dal Consiglio Comunale con delibera n. 22 del 26 aprile 2010; Comune di San Michele Mondovì PRGC 78

80 Comune di San Michele Mondovì - Estratto PRGC Dalla carta di PRGC riportata nell elaborato 2.3 Planimetria di inquadramento urbanistico PRGC di San Michele Mondovì emerge che la zona di intervento, indicata con tratto rosso per la condotta forzata, giallo per le opere di presa e verde per la centrale idroelettrica e le opere di restituzione, ricade interamente in un area individuata a livello di zonizzazione urbanistica come Area AE - Area Agricola di classe idrogeologica IIIa Aree a pericolosità media o moderata, che comprendono le parti più elevate dei terreni del fondovalle Corsaglia che raccordano il fondovalle stesso con il terrazzo soprastante, generalmente coltivato a seminativo e IIIa1 Aree esondabili a pericolosità molto elevata corrispondente all alveo attivo e alle sue immediate vicinanze. Come si può ravvisare dall estratto di PRG sopra riportato e dalla tavola di progetto citata, il progetto non interferisce con elementi architettonici, elementi di carattere etnografico o archeologico da salvaguardare. Per quanto riguarda la zonizzazione acustica, il Comune di San Michele Mondovì è dotato di apposito piano di Classificazione acustica adottato con delibera del Consiglio Comunale n. 35 del 28 novembre 2008, che include le aree oggetto di intervento in Classe III aree miste. 79

81 Piano regolatore generale del Comune di Lesegno Il progetto interessa il territorio comunale di Lesegno (CN) dove è prevista la costruzione della centrale di produzione idroelettrica e delle opere di restituzione. Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di Lesegno, Variante n. 14, approvata dal Consiglio Comunale con delibera n. 7 del 31 marzo Comune di Lesegno PRGC 80

82 Comune di Lesegno - Estratto PRGC Dalla carta di PRGC riportata nell elaborato 2.4 Planimetria di inquadramento urbanistico PRGC di Lesegno che la zona di intervento, indicata con tratto rosso per la condotta forzata e verde per la centrale idroelettrica e le opere di restituzione, ricade interamente in un area individuata a livello di zonizzazione urbanistica come Area Agricola di classe idrogeologica III Aree a pericolosità media o moderata. Come si può ravvisare dall estratto di PRG sopra riportato e dalla tavola di progetto citata, il progetto non interferisce con elementi architettonici, elementi di carattere etnografico o archeologico da salvaguardare. Per quanto riguarda la zonizzazione acustica, il Comune di San Michele Mondovì è dotato di apposito piano di Classificazione acustica adottato con delibera del Consiglio Comunale n. 35 del 28 novembre 2008, che include le aree oggetto di intervento in Classe III aree miste. 81

83 1.10. PROGRAMMAZIONE IN MATERIA DI ENERGIA La programmazione in materia di energia si presenta molto articolata a causa del sovrapporsi della legislazione nazionale con gli indirizzi e le politiche internazionali, sia europee sia mondiali. Si cercherà nel presente capitolo di rendere un quadro più completo possibile della programmazione esistente in materia, senza trascurare le numerose notizie che hanno coinvolto gli operatori del settore nel corso degli ultimi 3 4 anni Pianificazione energetica internazionale È evidente che per la tipologia progettuale occorre prendere in analisi fin dalla fonte primaria quanto previsto dai piani e programmi che mirano a sovraordinare la materia del risparmio energetico connesso alla riduzione dell impatto dovuto alle attività energivore del mondo industrializzato. In quest ottica è iniziare dal Protocollo di Kyoto del 10 dicembre 1997, che ha fissato gli obiettivi di riduzione dei gas serra entro il 2012 per i Paesi industrializzati; contestualmente l Unione Europea ha fissato i seguenti obiettivi: a) ridurre l utilizzo dei combustibili fossili contestualmente alla riduzione dell 8% delle emissioni di gas serra; b) ridurre l importazione di energia al fine di acquisire maggiori flessibilità, economicità e sicurezza negli approvvigionamenti energetici; c) creare e sviluppare la produzione di energia maggiormente rispondente alle esigenze della piccola e media impresa; d) incrementare l occupazione. La Direttiva 2001/77/CE del 27 settembre 2001 sulla promozione dell energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità mira a definire un quadro complessivo di sviluppo delle fonti rinnovabili all interno dell Unione Europea coerente con gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto in termini di riduzione delle emissioni climalteranti. Nel documento vengono fissati: i valori di riferimento per gli obiettivi indicativi nazionali relativamente al contributo dell elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili (rispetto alle previsioni di consumo lordo di elettricità entro il 2010); il calendario delle scadenze per gli Stati membri; le modalità di armonizzazione del settore con le regole del mercato interno dell elettricità in termini di sostegno, trasparenza e semplificazione delle procedure amministrative; le garanzie di trasmissione e distribuzione dell energia elettrica da fonti rinnovabili negli Stati membri. Dalle decisioni prese a livello europeo, per l Italia si profila un duplice obiettivo: 1. la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in quantità pari al 25% del totale dell energia prodotta al 2010 (nel 1997 è stato registrato il 16%); 2. entro il , la riduzione delle emissioni del 6,5% rispetto ai livelli registrati nel

84 1.11. EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA ITALIANA IN MATERIA DI PRODUZIONE DI ENERGIA Nell agosto 1988 l Italia vide approvato da parte del Consiglio dei Ministri il Piano Energetico Nazionale (P.E.N.), successivamente aggiornato nel 1991; esso enunciava i principi strategici e le soluzioni operative atte a soddisfare le esigenze energetiche del Paese fino all anno Benché sottolineasse già temi ancor oggi di grande attualità, come il risparmio dell energia, la protezione dell ambiente, lo sviluppo delle fonti nazionali, la necessità di diversificare le fonti e le provenienze geopolitiche, la competitività del sistema produttivo, venne presto superato dagli accordi internazionali riassunti nel capitolo precedente. Alla luce dei cambiamenti avvenuti, a dieci anni dall'emanazione del PEN, il Governo convocò la Conferenza Nazionale Energia Ambiente con l'obiettivo di fare il punto sui risultati della politica energetica dal 1988 al 1998 e di avviare una nuova fase di attività in questo settore. La Conferenza si concluse con l'approvazione di un documento di sintesi delle scelte strategiche del Governo e delle azioni da intraprendere per il futuro, demandando la loro applicazione ad una serie di accordi volontari tra le parti di volta in volta interessate. Con Deliberazione del 19 novembre 1998, n. 137, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (C.I.P.E.) individuò le Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra, che, a seguito dell emanazione della L. 1 giugno 2002, n. 120, Modalità per la ratifica e l esecuzione del Protocollo di Kyoto, ed alla luce delle novità intervenute con le decisioni della Settima Conferenza delle Parti alla Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (COP7), è stata revisionata dal CIPE stesso con proprio atto del 19 dicembre 2002, n. 123, Revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra (G.U. n. 68 del 22 marzo 2003). Fra le misure individuate dal CIPE nelle Deliberazioni 137/98 e 123/2002, prendendo atto dell andamento di crescita delle emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990, che ancora oggi si registra in Italia, c è proprio un maggior ricorso alle fonti rinnovabili. È del novembre 1998 il "Patto per l'energia e l'ambiente", frutto di un programma di lavoro promosso e coordinato dalla Conferenza Nazionale Energia e Ambiente, in rapporto con i Ministeri dell'industria, dell'ambiente, della Ricerca Scientifica, con la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e con l'enea, coinvolgendo 32 organizzazioni interessate al rapporto energia ed ambiente, espressione del mondo imprenditoriale, finanziario, del lavoro, dell'ambientalismo, dei consumatori e delle istituzioni territoriali. L'obiettivo del programma è stato quello di verificare se ed a quali condizioni i diversi soggetti interessati si sarebbero resi disponibili a sottoscrivere un impegno politico programmatico da assumere come cornice di riferimento per il loro agire futuro nella prospettiva del perseguimento degli obiettivi di Kyoto. Inserendosi nell'ambito dei riferimenti politici, internazionali e nazionali a cornice dell attuazione del Protocollo di Kyoto. Il meccanismo di funzionamento si fonda sullo sviluppo di attività di negoziazione a diversi livelli: settoriale, con accordi sottoscritti dalle rappresentanze dei soggetti interessati a livello nazionale, in cui sono indicati specifici indirizzi, obiettivi e programmi di azione di specifici comparti economici e produttivi; territoriale, con accordi sottoscritti dalle rappresentanze interessate a livello locale, in cui sono definiti dei programmi caratterizzati, di volta in volta, da obiettivi e interventi individuati in relazione a problemi concreti. Con Delibera CIPE 126/1999 è approvato il Libro Bianco per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili, che riporta per ogni fonte rinnovabile gli obiettivi di diffusione al 2012, sia nel settore della generazione di elettricità sia in quello della produzione del calore, come mostra la tabella seguente: 83

85 Tabella Obiettivi di diffusione nei settori dell energia per il 2012 Le fonti rinnovabili in Italia Situazione nel 1999 Obiettivi per il 2012 Idroelettrico > 10 MW MWe MWe Idroelettrico < 10 MW MWe MWe Eolico 904 MWe MWe Fotovoltaico 22 MWe 300 MWe Solare termico mq mq Geotermia 860 MWe 800 MWe Biomasse 225 MWe MWe Il 5 settembre 2002 la Conferenza unificata Stato-Regioni sull esercizio dei compiti in materia di produzione di energia elettrica stabilisce con il Decreto Legge 7/2002 il rafforzamento della struttura energetica nazionale tramite l installazione di un adeguata potenza di generazione, atta al soddisfacimento del fabbisogno interno, il mantenimento della sicurezza del sistema ed il rinnovo del parco produttivo per un miglioramento delle prestazioni ambientali PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE Il ruolo e le competenze regionali in materia energetica sono divenuti molto importanti dopo l introduzione del DLgs 112/98 sul decentramento e la successiva legiferazione regionale in materia, comprese le deleghe alle Province. Le Regioni possono elaborare e deliberare i propri Piani Energetici Regionali. Allo Stato restano le decisioni sugli indirizzi di politica energetica e di coordinamento della programmazione energetica regionale. La Regione Piemonte ha approvato con deliberazione del Consiglio Regionale 3 febbraio 2004, n il Piano Regionale Energetico Ambientale, che pone tra i suoi obiettivi la trattazione e la regolamentazione delle fonti rinnovabili e dell innovazione tecnologica, la razionalizzazione della produzione di energia, la razionalizzazione dei consumi di energia. Nello specifico della produzione di energia idroelettrica il Paino privilegia le tipologie impiantistiche di piccola taglia collocate all interno di sistemi idrici ad uso plurimo e in generale ad impianti con capacità di regolazione almeno giornaliera, prevedendo contestualmente la dismissione degli impianti meno efficienti e meno compatibili con le esigenze di tutela dell ambiente idrico. Il Piano stima un incremento del settore idroelettrico al 2010 in Piemonte pari a 150 MW in termini di nuovi impianti Attualità sul tema energia La proposta progettuale in esame avviene in un momento di grande sensibilità da parte dell opinione pubblica sulle tematiche ambientali e di risparmio energetico, tant è vero che negli ultimi tempi quasi quotidianamente è possibile leggere sui giornali o assistere a servizi televisivi inerenti questi temi, pungolati da un serrato susseguirsi di avvenimenti. Tra quelli più recenti ed interessanti il progetto in esame, citiamo il parere Cese (assemblea consultiva delle istituzioni Ue) del 12 luglio 2007 e pubblicato sulla Guue del 27 ottobre 2007, n. C 256, intitolato "Definizione di un politica energetica per l'europa - strategia di Lisbona", con cui l Ue esprime la volontà di trasformarsi in un'economia a basse emissioni di carbonio, utilizzando come strumenti principali il potenziamento della ricerca e sviluppo (R&S) e la determinazione di un prezzo economico per le emissioni di CO 2. Per il Cese, in estrema sintesi, i cambiamenti climatici e la dimensione sociale 84

86 dell'energia (occupazione e prezzi accessibili) impongono la via dell'efficienza energetica e delle rinnovabili. Tutto questo mette in evidenza come, in particolare in Italia, sia necessario attuare rapidamente gli interventi per il ricorso massiccio alle fonti di energia rinnovabili e tra queste l interesse per l idroelettrico, in un territorio come quello italiano, è certamente grande. 85

87 2. QUADRO PROGETTUALE 2.1. INTRODUZIONE Il presente progetto riguarda la costruzione di un nuovo impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia nei Comuni di San Michele Mondovì e Lesegno, in Provincia di Cuneo. L impianto previsto si estende nella parte bassa del bcino imbrifero del Torrente Corsaglia, affluente di sinistra del Fiume Tanaro, nella fascia altitudinale compresa tra 400 e 375 m s.l.m.. Il progetto si sviluppa nel fondovalle tra Cascina dell Isola e Cascina La Gatta. L impianto è classificabile in funzione delle proprie caratteristiche nei seguenti modi: - piccolo impianto (1000 kw P < kw) l impianto idroelettrico progettato ha una potenza massima nominale di 2452 kw; la potenza media nominale è di 1099 kw e la produzione media annua ammonta a 7.29 GWh; - impianto ad acqua fluente l impianto idroelettrico progettato non possiede capacità d invaso, se non per i piccoli volumi d acqua contenuti nelle varie opere idrauliche che compongono la centrale, che non possono essere sfruttate in modo proficuo per la modulazione della portata; - impianto a bassa caduta (< 50 m) l impianto idroelettrico progettato sfrutta un salto idraulico medio di 25 m; - impianto a piccola portata (Q < 10 m 3 /s) l impianto idroelettrico progettato sfrutta portate comprese tra 2.00 m 3 /s e 10,000 m 3 /s, mediamente la centrale deriva la portata di m 3 /s. Il progetto si basa su un rilievo topografico dettagliato, eseguito con stazione totale, con la registrazione di circa 560 punti, che ha permesso di studiare con precisione il migliore tracciato della condotta e la localizzazione delle altre opere ingegneristiche e idrauliche. Le caratteristiche tecniche e costruttive proposte in questa fase progettuale sono il frutto di una collaborazione fra studi professionali che hanno lavorato in modo sinergico al fine di definire soluzioni tecniche che conciliano l esigenza di una razionale utilizzazione idroelettrica delle acque del Torrente Corsaglia con le esigenze di salvaguardia ambientale. L impianto in progetto, non disponendo di capacità di invaso degli afflussi, deriva soltanto una parte della portata presente nel corso d'acqua. Nel tratto sotteso di Torrente Corsaglia è garantito il deflusso di una quota della portata superiore al deflusso minimo vitale (DMV), anche in periodi di magra se disponibile da monte. Quindi nell impianto in progetto le macchine idrauliche ed elettriche producono con modi e tempi totalmente dipendenti dalla disponibilità idrica del corso d'acqua; nel caso in cui il corso d'acqua sia in magra e si scenda sotto un livello minimo di portata, cessa la produzione di energia elettrica. Il presente progetto è stato realizzato in stretto contatto con il proponente, la ditta Clear Energy s.r.l. di Mondovì (CN) che opera già da anni nel settore, essendo specializzata nella gestione di impianti idroelettrici. Il progetto è redatto con un livello di definizione e approfondimento assimilabile al Progetto definitivo prescritto dalla Legge 109/94 e s.m.i. per lavori pubblici similari; nella seguente tabella sono elencati gli elaborati di progetto la cui definizione di dettaglio è stata possibile attraverso un continuo raffronto con le risultanza delle indagini ambientali condotte per lo Studio di Impatto Ambientale. 86

88 2.2. ELENCO ELABORATI Gli elaborati del progetto definitivo sono elencati nel seguente prospetto. N. ELENCO ELABORATI Scala 1 Relazioni 1.1 Relazione tecnica 1.2 Relazione idrologica e idraulica 1.3 Relazione geologica 1.4 Relazione fotografica 1.5 Relazione forestale 1.6 Relazione paesaggistica 1.7 Relazione di impatto acustico 2 Tavole di inquadramento 2.1 Planimetria del bacino idrografico 1: Corografia su Carta Tecnica Regionale 1: Planimetria di inquadramento urbanistico PRGC di San Michele M.vì 1: Planimetria di inquadramento urbanistico PRGC di Lesegno 1: Planimetria di inquadramento catastale 1: Planimetria di progetto 3.1 Planimetria generale 1: Opere di derivazione 4.1 Coordinate U.T.M. 1: Planimetria di rilievo 1: Planimetria di progetto 1: Particolari costruttivi di traversa, presa, vasca di carico e sgrigliatore 1: Profili longitudinali del Torrente Corsaglia 1:500/1: Sezioni trasversali del Torrente Corsaglia 1:200 5 Condotta di adduzione 5.1 Sezioni di rilievo e progetto 1: Profilo longitudinale e piezometrico 1:500/1: Particolari costruttivi e opere d arte tipo 1: Attraversamenti in subalveo 1:100 6 Centrale idroelettrica 6.1 Planimetria di rilievo 1: Planimetria di progetto 1: Piante, prospetti e sezioni 1:100 7 Opere di restituzione 7.1 Coordinate U.T.M. 1: Piante, prospetti e sezioni 1:200 8 Aree di cantiere e accessi 8.1 Planimetria 1: Opere di recupero ambientale e vegetazionale 9.1 Planimetria 1: Piani operativi 10.1 Cronoprogramma dei lavori 10.2 Piano di gestione e manutenzione delle opere 10.3 Piano di monitoraggio ambientale 10.4 Piano di dismissione delle opere 10.5 Piano economico finanziario 10.6 Piano particellare di esproprio 11 Allacciamento alle rete elettrica 11.1 Richiesta di preventivo Enel 11.2 Accettazione del preventivo Enel Gli elaborati dello Studio di Impatto Ambientale sono invece riportati nel seguente elenco. 87

89 STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE Num. ELENCO ALLEGATI Scala SIA 1 SIA 2 Relazione ai sensi della L.R. 40/98, art. 12, Allegato D Documentazione Cartografica 1 Tavole di Inquadramento territoriale 1.1 Inquadramento geografico 1: Ortofotocarta 1: Idrografia 1: Aree vincolate 1: Tavole di Analisi della Qualità ambientale 2.1 Beni culturali ambientali 1: Paesaggi agrari e forestali 1: Litologia e dissesti 1: Capacità d uso dei suoli ai fini agricoli e forestali 1: Uso del suolo 1: Ecosistemi 1: Intervisibilità 1: Infrastrutture 1: Tavole di Analisi della Sensibilità ambientale 3.1 Sensibilità ambientale 1: Impatti 1: Proposte alternative 4.1 Soluzioni alternative 1: SIA 3 Documentazione Fotografica SIA 4 SIA 5 SIA 6 Simulazioni con Modello tridimensionale Stralcio Piani Urbanistici Sintesi in linguaggio non tecnico 88

90 2.3. SCELTE PROGETTUALI E SOLUZIONI ALTERNATIVE AL PROGETTO L analisi delle scelte progettuali ha permesso di giungere alla definizione del progetto proposto. Lo studio per la realizzazione del progetto ha permesso di analizzare le diverse ipotesi alternative di seguito riportate. 1. Ipotesi di non realizzazione del progetto 2. Ipotesi alternativa B 3. Ipotesi alternativa C 4. Ipotesi progettuale Soluzione A Ipotesi di non realizzazione del progetto L interesse pubblico ad una iniziativa di questo tipo, è dichiarato in modo implicito dalle vigenti normative comunitarie, nazionali e regionali in materia di produzione di energia rinnovabile, con particolare riferimento ai noti obiettivi del protocollo di Kyoto e al risparmio di emissioni di CO 2 in atmosfera. Fermo restante il doveroso rispetto di tutte le componenti ambientali nell inserimento di nuove opere sul territorio la cui compatibilità deve essere accertata caso per caso, in linea di principio, la non realizzazione di un progetto per la produzione di energia da fonti rinnovabili equivale ad una mancata attenuazione del problema ambientale globale legato all eccessiva produzione di CO 2. In condizioni di compatibilità ambientale di un qualsiasi progetto, gli ostacoli da superare per condurre in porto l iniziativa di derivazione idroelettrica sono sostanzialmente di natura economica, dal momento che è necessario un investimento di alcuni milioni di euro, oltre che di natura ambientale, per cui è necessario verificare che il progetto sia compatibile con l ambiente e con il territorio coinvolto. Dal momento che la questione economica legata all investimento iniziale può essere risolta dal proponente (ditta Clear Energy s.r.l.), e che l ipotesi di non realizzazione dell opera non porterebbe alcun vantaggio economico né all Amministrazione dei Comuni interessati né all Ente concessionario, l unica reale motivazione per la non realizzazione dell opera sarebbe l inadeguatezza ambientale dell opera stessa. Anticipando le conclusioni del presente studio, si ritiene che l impianto di derivazione idroelettrica sul Torrrente Corsaglia in Comune di San Michele Mondovì e Lesegno sia compatibile con l ambiente, in tal caso la non realizzazione del progetto recherebbe pochi vantaggi al territorio, lasciando improduttiva una risorsa naturale utile per la collettività. 89

91 Ipotesi alternativa B La prima soluzione progettuale valutata dal team di progettazione è quella che prevede la captazione dell acqua all altezza del centro abitato di San Michele Mondovì a quota 400 m s.l.m. La condotta forzata prende origine dalla vasca di carico a quota 400 m s.l.m. e si sviluppa con percorso completamente interrato per circa m con inbocco in sinistra orografica e scarico in destra con tre attraversamenti in subalveo del Torrente Corsaglia fino a raggiungere il sito della centrale idroelettrica prevista in sinistra orografica all altezza di Cascina Meronda con quota di restituzione di 383 m s.l.m. Sulla base di questa ipotesi si è provveduto alla verifica della fattibilità di un impianto con le seguenti azioni di progetto: derivare acqua dal Torrente Corsaglia; costruire la condotta forzata di m interrata; realizzare un salto idraulico di 17 m; costruire il locale turbine in località Cascina Meronda. Ipotesi alternativa B L analisi della fattibilità di questa ipotesi si è subito imbattuta nella presenza, poco più a valle dell opera di presa, del depuratore degli scarichi fognari del Centro abitato di San Michele Mondovì che non possono essere sottesi da una derivazione idroelettrica in quanto il corso d acqua perderebbe la capacità di diluizione degli scarici civili rendendo il progetto incompatibile con l equilibrio del corso d acqua. Inoltre, anche se lunghezza della condotta è ridotta rispetto alla soluzione progettuale adottata e gli attraversamenti in subalveo sono tre anzichè cinque, la producibilità dell impianto rapportata al costo fa mettere in dubbio la realizzabilità della soluzione in termini di fattibilità economica. 90

92 Ipotesi alternativa C La seconda soluzione progettuale valutata dal team di progettazione è quella che prevede la captazione dell acqua all altezza di località Cascina dell Isola a quota 398 m s.l.m. La condotta forzata prende origine dalla vasca di carico a quota 398 m s.l.m. e si sviluppa con percorso completamente interrato per circa m con inbocco in sinistra orografica e scarico in sinistra con otto attraversamenti in subalveo del Torrente Corsaglia fino a raggiungere il sito della centrale idroelettrica prevista in destra orografica all altezza di Cascina La Gatta con quota di restituzione di 367 m s.l.m. Sulla base di questa ipotesi si è provveduto alla verifica della fattibilità di un impianto con le seguenti azioni di progetto: derivare acqua dal Torrente Corsaglia; costruire la condotta forzata di m interrata; realizzare un salto idraulico di 31 m; costruire il locale turbine in località Cascina San Gervasio. Ipotesi alternativa C L alternativa progettiuale definita con la lettera C a fronte di un aumento di salto rispetto alla soluzione progettuale pari al 24%, comporta un aumento della lunghezza della condotta pari al 50% ed un aumento degli attraversmenti in subalveo da 5 a 8 rendendone inadeguata la fattibilità tecnico-economica dell impianto. Oltre ai limiti sopra esposti, un ulteriore fattore limitante è la distanza dalla centrale idroelettrica di Lesegno la cui traversa di derivazione è posta circa metri più a valle del punto di restituzione dell ipotesi alternativa C. Per i motivi sopra esposti la scelta progettuale è ricaduta sulla soluzione A di seguito descritta nelle sue caratteristiche essenziali. 91

93 Ipotesi progettuale Soluzione A L analisi delle scelte progettuali ha permesso di giungere alla definizione del progetto proposto. Il sito dove sono previste le opere di derivazione e la vasca di carico si trova poco a monte della località Cascina dell Isola. La condotta forzata prende origine dalla vasca di carico a quota 398 m s.l.m. e si sviluppa con percorso completamente interrato per circa m con inbocco in sinistra orografica e scarico in destra con cinque attraversamenti in subalveo del Torrente Corsaglia fino a raggiungere il sito della centrale idroelettrica prevista in destra orografica all altezza di Cascina La Gatta con quota di restituzione di 375 m s.l.m. Sulla base di questa ipotesi si è provveduto alla verifica della fattibilità di un impianto con le seguenti azioni di progetto: derivare acqua dal Torrente Corsaglia; costruire la condotta forzata di m interrata; realizzare un salto idraulico di 23 m; costruire il locale turbine in località Cascina La Gatta. Ipotesi progettuale - Soluzione A 92

94 2.4. DESCRIZIONE GENERALE DELL IMPIANTO Idrografia Il progetto si colloca nell ambito del bacino idrografico Alto Tanaro nei pressi di San Michele Mondovì, in Provincia di Cuneo. Più in particolare l intervento interessa il sottobacino del Torrente Corsaglia. Il bacino di alimentazione dell impianto idroelettrico Il progetto dell impianto idroelettrico si basa sull utilizzo delle acque convogliate dal Torrente Corsaglia, alla sezione di chiusura di quota 398,00 m s.l.m. Le superfici di deflusso del bacino sono le seguenti: Bacino Torrente Casotto 77,8 km 2 Bacino Torrente Corsaglia 153,9 km 2 Totale Bacino Corsaglia a San Michele M.vì 231,7 km 2 Il bacino del Torrente Corsaglia si estende per 231,7 km 2 a monte della sezione di chiusura di San Michele Mondovì e comprende i sottobacini dei Torrenti Casotto e Corsaglia. 93

95 Aspetti principali del progetto Per una migliore consultazione del progetto, nel presente paragrafo si riporta una sintesi degli elementi dimensionali e tecnici relativi alle opere previste e si rimanda ai successivi capitoli e alla relazione tecnica di progetto per gli approfondimenti tecnici. Il Progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto idroelettrico ad acqua fluente, costituito da opera di presa, ubicata sul Torrente Corsaglia (alla quota di 398 m s.l.m.), da una condotta forzata della lunghezza di circa m e da un edificio adibito a centrale idroelettrica ubicato alla quota di circa 380 m s.l.m., in sponda destra del Torrente Corsaglia. Le caratteristiche del prelievo risultano: portata massima derivabile = l/s; portata derivata media = 4480 l/s; DMV di base (Torrente Corsaglia) = l/s Il bacino imbrifero del Torrente Corsaglia sotteso alla sezione di presa possiede i seguenti parametri morfologici principali: superficie = 231,7 kmq; altitudine massima = m s.l.m.; altitudine minima (sezione di presa) = 398 m s.l.m; Le principali caratteristiche tecniche e dimensionali dell impianto sono: portata derivata media = l/s; salto nominale = 25 m; producibilità media = 7,29 GWh/anno. Il progetto prevede la realizzazione delle seguenti opere: opera di presa sul Torrente Corsaglia, costituita da: - una traversa fissa in cls armato rivestito in pietrame, dotata di scala di risalita per l ittiofauna; - un canale di adduzione in cls della larghezza di 5,00 m e lunghezza di circa 75,00 metri; - una vasca di sedimentazione interrata dotata di sgrigliatore (di dimensioni interne in pianta pari a 15,00 m x 5,00 m e di altezza utile di circa 2,50 m); - un piccolo edificio a protezione delle parti elettromeccaniche dello sgrigliatore (di dimensioni in pianta pari a m x 5,00 m con altezza fuori terra complessiva al colmo pari a 4,20 m) - una vasca di carico interrata (di dimensioni in pianta a 15,00 m x 5,00 m e di altezza utile pari a 3,60 m); condotta forzata, costituita da una tubazione interrata in acciaio del diametro di mm, della lunghezza di m, comprendente le seguenti opere: - attraversamento in subalveo del Torrente Corsaglia tra C. Isola e C. Santi per circa 25,00 m (p.to 7 e 8); - attraversamento in subalveo del Torrente Corsaglia tra C. Santi e C. Meronda per circa 28,00 m (p.to 12 e 13); - attraversamento in subalveo del Torrente Corsaglia tra C. Meronda e C. Ravotti per circa 23,00 m (p.to 15 e 16); 94

96 - attraversamento in subalveo del Torrente Corsaglia tra C. Ravotti e C. Bonetto per circa 22,00 m (p.to 20 e 21); - attraversamento in subalveo del Torrente Corsaglia tra C. Bonetto e C. Bertini per circa 19,00 m (p.to 22 e 23); locale turbine - centrale idroelettrica: - costituita da un edificio parzialmente interrato, con dimensioni in pianta pari a 15,00 m x 12,00 m, tetto a due falde con altezza di gronda pari a 6,40 m e piccola appendice accessoria con pianta 4,50 m x 4,50 m, con tetto a una falda e altezza alla gronda pari a 2,70 m. opera di restituzione: - costituita da un canale totalmente interrato, con sezione rettangolare 150 x 350 cm il cui sbocco nel torrente è protetto da scogliere di sponda e massi a consolidamento del fondo Inserimento dell opera nell ambiente I riferimenti progettuali analizzati e lo Studio di Impatto Ambientale predisposto in merito, rendono evidente il coerente inserimento dell opera nell ambiente naturale con una costante attenzione alle problematiche ambientali. In particolare si osserva che: tutte le superfici soggette ad intervento saranno ripristinate con il completo inerbimento o rimboschimento finalizzato al recupero delle caratteristiche naturali originarie dei luoghi, attualmente utilizzati come prati e come boschi; la condotta forzata di adduzione alla centrale idroelettrica è prevista completamente interrata e localizzata su terreni prevalentemente originati da depositi alluvionali che facilitano le operazioni di scavo e di ripristino; le costruzioni previste, cioè il piccolo fabbricato in pietra localizzato presso la derivazione e l edificio centrale nel quale sono collocate le turbine, oltre ad avere una limitata intervisibilità rispetto ai luoghi di transito frequentati, saranno realizzati con tipologie costruttive locali utilizzando; le difese spondali, peraltro limitate nella quantità e ridotte all essenziale, sono realizzate con massi e pietrame intasati in terra con messa a dimora di talee e specie arbustive. L impianto è in grado di generare 7,29 GWh/anno, pari ai consumi annui di circa persone, pur rispettano appieno le priorità d uso delle acque (il DMV e le portate irrigue ed idropotabili), con una riduzione di circa t/anno di CO 2, 23 t/anno di ossidi di azoto oltre a kg/anno di particolati vari rispetto alla medesima produzione derivata da altre fonti inquinanti come idrocarburi ed altri combustibili fossili. 95

97 Schema dell impianto idroelettrico Opere di presa Le opere di captazione idrica sono collocate in prossimità della Cascina dell Isola in Comune di San Michele Mondovì, circa 200 metri più a valle dello scarico del depuratore della rete fognaria di San Michele ad una quota di m s.l.m. Le opere di presa hanno il compito di deviare parte della portata idrica del corso d acqua verso le vasche di sedimentazione e di carico attraverso la quali verrà riempita la condotta forzata; nel tratto di alveo sotteso verrà sempre rilasciata una considerevole quantità d acqua, e comunque anche nei periodi di magra verrà garantita la portata definita minimo deflusso vitale (DMV), così come previsto dalla normativa sulle concessione di derivazione attualmente in vigore. L opera di presa è localizzata sul Torrente Corsaglia, al termine di una parete rocciosa verticale che delimita il corso d acqua in sinistra orografica e che permette un buon ammorsamento dei manufatti e impedisce un aggiramento delle opere da parte delle ondate di piena, quindi protegge i manufatti che si prevede di costruire inevitabilmente nelle immediate vicinanze dell alveo attivo. La traversa di derivazione è realizzata con corpo principale in calcestruzzo armato al quale è addossata una struttura in massi intasati in cls e risulta avere un coronamento rialzato di circa un metro rispetto al fondo naturale attuale che genererà un effetto di rigurgito tale da non influire sugli scarichi del depuratore posto a monte dell opera di presa. Nei pressi dell imbocco del canale di adduzione, lateralmente rispetto alla paratoia principale dello stesso e sul corpo della traversa di derivazione è prevista la rampa di rimonta dell'ittiofauna, formata da una serie di vasche successive, delimitate da setti in calcestruzzo e pietrame. 96

98 L opera trasversale di derivazione convoglia l acqua nella vasca di sedimentazione, all inizio della quale è installata una difesa paratronchi costituita da una griglia rimovibile in acciaio con aste verticali appoggiate a due travi orizzontali. Alle spalle della difesa paratronchi è posizionata una paratoia in acciaio con funzione di regolazione delle portate derivate. Nella parte centrale della vasca di sedimentazione (dissabbiatore) è presente un setto sfioratore posto longitudinalmente sul lato del torrente, con canale di scarico di troppo pieno che elimina l acqua in eccesso ed è utilizzato in fase di esercizio per scaricare il deposito solido attraverso un apposita paratoia. Dopo la vasca di sedimentazione, l acqua entra nella camera di carico dove è ulteriormente filtrata dallo sgrigliatore che raccoglie i materiali galleggianti trasportati dalla corrente (foglie, ramoscelli) per impedire che queste entrino nella condotta forzata. La vasca di carico e le strutture tecniche dell opera di presa sono coperte da una piccola struttura fuori terra formata da muri in calcestruzzo rivestito in pietra con copertura ad una falda in coppi con orditura in legno che protegge l area dello sgrigliatore. Si prevede che il fabbricato sia accessibile con piccoli mezzi e dal personale che provvederà alla rimozione dei cassoni di materiale raccolto in modo automatico dallo sgrigliatore. Tale materiale sarà conferito a discarica autorizzata. Il Torrente Corsaglia nel punto di derivazione Canale di adduzione Dalla traversa di derivazione, attraverso una soglia di derivazione laterale rispetto al corso d acqua ed alla traversa stessa, l acqua derivata si immette nel canale di adduzione in cemento armato che ha anche funzione di bacino di sedimentazione con particolare riferimento alla parte terminale. Il canale ha sezione rettangolare aperta con larghezza di base di 8,00 m ed altezza di 2,50 m. La pendenza è pari all 1,2, costante per tutta la lunghezza complessiva di circa 47,00 m. Il sedimentatore ha lo sviluppo longitudinale complessivo di circa 25,00 m e la larghezza massima è di 8,00 m. Sulla sponda destra della vasca è ricavato uno sfioratore laterale di guardia. La soglia di sfioro è 10 cm più elevata del pelo libero della corrente. Quindi lo sfioratore funziona solamente in caso di emergenza e durante il normale esercizio dell impianto gode di un adeguato franco di sicurezza. Al termine dello sfioratore, sempre in sponda destra, è presente la paratoia dissabbiatrice che convoglia i sedimenti nello stesso canale di scarico dello sfioratore di guardia. A valle del sedimentatore il canale si immette nella vasca di carico. 97

99 Sgrigliatore e vasca di carico La camera di carico della condotta forzata è posta al termine di quella di sedimentazione. Lo sgrigliatore, necessario per evitare l ingresso nelle condotte di materiale solido non filtrato o depositato dalle strutture a monte è collocato a circa metà della vasca di carico. Lo sgrigliatore è costituito da parti fisse in acciaio e da un braccio mobile che viene azionato automaticamente da un sensore che rileva il grado di intasamento della griglia; il materiale raccolto viene depositato in un cassone accessibile dall esterno, che viene svuotato periodicamente da ditte autorizzate al conferimento a discarica. Il Torrente Corsaglia nel punto di derivazione La vasca di carico, delle dimensioni in pianta di 15,00 m x 8,00 m, con altezza di 4,50 m, è munita, all'ingresso, di una paratoia, presidiante l immissione nella condotta dell impianto idroelettrico della portata derivata. La camera è anche dotata di un piccolo scarico di fondo indipendente posto a valle dello sgrigliatore. L area dello sgrigliatore è coperta da una tettoia edificio di modeste dimensioni (pianta 8,00 m x 8,50 m e altezza 3,40 m) aperto su un solo lato, con muri portanti in pietra, copertura a una falda in coppi con orditura in legno Sistemazione dell alveo a monte ed a valle dell opera di presa A completamento e difesa delle strutture tecniche dell opera di presa si prevede la realizzazione di difese spondali in massi ciclopici non cementati che proteggono le opere in sponda sinistra e la sponda destra nel punto di ammorsamento della traversa. A valle della traversa è previsto il consolidamento dell alveo con formazione di una mantellata di massi ciclopici posizionati in modo non regolare con la funzione di dissipatori di energia cinetica e di protezione antierosiva Scala di rimonta per ittiofauna La soglia di rilascio della DMV è ricavata sul coronamento della traversa e corrisponde all imbocco del passaggio per l ittiofauna che prevede la realizzazione di una rampa di rimonta del tipo a bacini successivi ad acqua fluente, costruita in massi delle dimensioni approssimative di 0,10 0,30 mc infissi nella sottostante struttura della traversa e cementati. Il posizionamento della rampa è studiato in modo da sfruttare al meglio la morfologia della traversa e il deflusso naturale delle acque. 98

100 L imbocco della rampa si prevede inciso nel coronamento, con livello di fondo gaveta più profondo rispetto alla soglia sfiorante della presa. La gaveta della scala di rimonta è dimensionata per convogliare una parte della portata fissata per il Deflusso Minimo Vitale la cui restante parte è rilasciata da una luce sottobattente ricavata nella paratoia dello scarico di fondo della traversa La condotta forzata interrata La condotta forzata, che prende origine dalla camera di carico ha un diametro interno di 2500 mm, segue un percorso totalmente interrato che interferisce cinque volte con l alveo del Torrente Corsaglia, attraversandolo in subalveo (p.to 7-8, 12-13, 15-16, e 22-23), si immette nel locale turbine-centrale idroelettrica di località Cascina La Gatta con salto idraulico utile di circa 23 m e sviluppo complessivo della condotta di m circa. I prati e seminativi attraversati dalla condotta forzata in zona Cascina Isola Scelta del tracciato Il tracciato della condotta è interamente interrato ed interessa prevalentemente zone prive di vegetazione arborea (prati e incolti); nella parte alta segue il Torrente Corsaglia in sponda sinistra passando sotto Cascina dell Isola, per poi attraversare in subalveo il Torrente Corsaglia poco prima di Cascina Santi. L attraversamento del torrente ed il passaggio sulla sponda destra sono indotti dalla conformazione a meandri del Torrente Corsaglia che ha inciso la soprastante pianura alluvionale formando una valle caratterizzata da pareti verticali sui lati e da terrazzi alluvionali nella parte centrale. Il tracciato della condotta forzata in zona Cascina Meronda 99

101 La particolare conformazione del Torrente permette di inserire la condotta forzata seguendo un tracciato che si adatta alla morfologia dei terrazzi centrali ed evita sia l alveo inciso, sia le pareti rocciose implicando inevitabilmente diversi attraversamenti in subalveo la cui fattibilità operativa è stata verificata. La verifica della fattibilità tecnica degli attraversamenti in subalveo ha permesso di individuare un tracciato della condotta proponibile dal punto di vista della sua effettiva realizzabilità in un contesto che, apparentemente, risulta alquanto ostile ma che, fatte le necessarie valutazioni, permette la costruzione della condotta in condizioni operative di non difficile organizzazione e gestione Scelta del diametro Il diametro ottimale della condotta è stato scelto, in funzione di parametri di costo, di perdite di carico, di differenza di produzione di energia, in modo da rendere minimo l onere di gestione annuo. L esigenza dell impianto, dato il ridotto salto utile pari a circa 23 metri, è quella di essere efficiente con portate dell ordine di grandezza dei 5-10 m 3 /s che il Torrente Corsaglia raggiunge e supera abbondantemente nei mesi primaverili così da consentire la fattibilità tecnico-economica dell impianto. Da quanto sopra esposto il confronto si è limitato a tubazioni del diametro compreso fra 1500 mm e 2800 mm per le quali si sono calcolati tutti gli elementi di confronto (perdite di carico, salti netti, potenze, differenti produzioni di energia, differenti costi di costruzione e da ultimo diversi guadagni in funzione delle stesse quantità di acqua turbinate in un anno). Da tale confronto é risultata di maggiore tornaconto la tubazione del diametro di 2500 mm per tutta la lunghezza della condotta. Nel presente progetto si è pertanto adottata una condotta forzata del diametro nominale di 2500 mm, realizzata in acciaio tipo Fe 410, conforme alle norme UNI 6363/84 ed ISO Blocchi di ancoraggio I blocchi di ancoraggio, totalmente interrati, sono realizzati in conglomerato cementizio armato dosato a 250 Kg/mc di cemento tipo 425; sono posti in corrispondenza delle curve planimetriche ed altimetriche. Le loro dimensioni devono essere tali da contrastare le spinte che si producono in quei punti Attraversamenti di corsi d acqua Il progetto prevede cinque attraversamenti in subalveo del Torrente Corsaglia nei seguenti punti: 1. tra Cascina dell Isola e Cascina Santi; 2. tra Cascina Santi e Cascina Meronda; 3. tra Cascina Meronda e Cascina C. Ravotti; 4. tra Cascina Ravotti e Cascina Bonetto; 5. tra Cascina Bonetto e Cascina Bertini. 100

102 Il Primo attraversamento si trova a valle di Cascina dell Isola. Dopo il primo attraversamento in subalveo la condotta risale un versante a moderata pendenza laterale con copertura prevalentemente boscata, sfruttando tracce di viabilità forestale esistente per poi immettersi in un ampia pianura di fondovalle coltivata a prato e sopraelevata di alcuni metri rispetto al corso d acqua. Il secondo attraversamento, tra Cascina Santi e Cascina Meronda non presenta difficoltà morfologiche in quanto collega due territori sostanzialmente analoghi per morfologia e uso del suolo. Dopo circa 250 metri è necessario attraversare di nuovo verso Cascina Ravotti dove le difficoltà costruttive sono maggiori in quanto, in sponda destra, il terreno ha una pendenza forte per un breve tratto prima di raggiungere i prati ondulati del soprastante terrazzo alluvionale. La morfologia del terreno fa prevedere l utilizzo di opere di sostegno in massi da utilizzarsi anche in modo provvisionale per garantire la sicurezza del cantiere in fase di scavo. Per la sistemazione definitiva dell area si prevede la realizzazione di una scogliera di sponda della lunghezza di circa 50 metri. Nel tratto di Cascina Santi la condotta interessa prevalentemente formazioni boscate ma anche un ampia zona prativa. L attraversamento del Torrente Corsaglia tra C. Santi e C. Meronda Il quarto attraversamento in subalveo verso Cascina Bonetto è piuttosto agevole dal punto di vista costruttivo così come l ultimo immediatamente successivo che permette di raggiungere la sponda sinistra sui terreni di Cascina La Gatta dove si prevede di realizzare la centrale di produzione idroelettrica. La tipologia di intervento prevede: il conglobamento delle tubazioni in un getto di c.a.; la sistemazione del fondo alveo con massi di pietra naturale; L imbottitura delle sponde con massi con funzione antierosiva; La realizzazione di scogliere in massi con funzione di sostegno. Gli attraversamenti sono previsti in subalveo e non provocano modificazioni permanenti ed apprezzabili al profilo del fondo del torrente Il fabbricato del locale turbine - centrale idroelettrica L edificio che ospita le macchine per la produzione idroelettrica si trova nel Comune di Lesegno, in prossimità della Cascina La Gatta con accesso veicolare previsto con 101

103 miglioramento della strada esistente di accesso alla stazione di pompaggio delle Acciaierie del Tanaro che prosegue la strada vicinale di Cascina Crotte e Cascina Bertini. Il luogo scelto per la localizzazione della centrale idroelettrica si trova a monte e nelle immediate vicinanze del piccolo fabbricato che ospita le pompe dell impianto di pompaggio citato in un area parzialmente e irregolarmente boscata con presenza di alti pioppi da produzione legnosa. La centrale idroelettrica in progetto, di tipo completamente automatizzato, è costituita da un edificio in cui sono installati i gruppi di produzione d energia elettrica con le relative apparecchiature di protezione, comando e controllo, i generatori di corrente, i trasformatori nonché il locale ENEL ed i servizi ausiliari che permettono lo smistamento dell energia elettrica ed il suo trasporto al locale tecnico esistente di località Centrale, dove attualmente è attivo il collegamento con la rete di trasporto energetico. L energia idroelettrica prodotta dalle nuove turbine sarà trasportata a località centrale attraverso un elettrodotto interrato.. Le caratteristiche funzionali della centrale sono strettamente collegate al tipo di macchinario adoperato, per cui si è previsto un fabbricato in grado di accogliere due turbine. La pianta del fabbricato ha forma di rettangolo con lato maggiore di 15,0 ml e lato minore 12,0 ml, al quale è addossato un piccolo corpo di fabbrica anch esso a pianta rettangolare (4,0 x 3,0 ml). Il fabbricato della centrale idroelettrica sarà realizzato in parte al di sotto del piano di campagna. La parte emergente avrà l aspetto di una casa tipica degli annucleamenti locali, con un solo piano fuori terra, copertura a due falde con orditura in ferro, passafuori in legno e soprastante manto in coppi, struttura portante in calcestruzzo intonacato, finestre di piccole dimensioni con serramenti in legno a due ante bipartite. L edificio si sviluppa fuori terra per un altezza massima di 10 m al colmo del tetto, il fabbricato si compone di un unico ampio locale, la cui fondazione è disposta su due livelli, uno inferiore, che ospiterà due turbine, e uno superiore, rialzato di 2,5 m, destinato ad accogliere le componenti elettriche accessorie. All interno del locale verrà realizzato un piccolo locale uffici e un soppalco, con relativa scala di accesso, destinato ad ospitare i trasformatori e la sala Enel. La zona della centrale idroelettrica in zona Cascina La Gatta La struttura portante è in cls armato, con fondazione continua; la muratura contro terra è protetta dall umidità da un rivestimento impermeabilizzante e da un drenaggio in ciottoli di fiume e raccolta dell acqua alla base con tubi drenanti. La copertura ha la struttura portante in acciaio a doppia orditura con passafuori in legno, con isolamento realizzato con doppio pannello in legno e interposto materiale isolante. Il manto di copertura è in coppi posati secondo la tradizione costruttiva locale. 102

104 I serramenti sono in legno verniciato con materiale protettivo trasparente; gli infissi delle finestre sono a due ante bipartite con sovrastante architrave in legno di castagno e davanzale in pietra. Nel locale di produzione è presente un carro ponte, che permette la posa in opera, la manutenzione e l eventuale sostituzione dei gruppi turbina generatore. La posizione del portone di ingresso e degli elementi elettromeccanici permette di entrare nell edificio con un autocarro e disporlo in posizione accessibile al carro ponte. L accesso al locale di produzione, anche con i mezzi per il trasporto degli elementi elettromeccanici, è garantito da un portone a doppia anta in acciaio interamente rivestito in legno. Nell anta destra è ricavata una porta per l ingresso pedonale. All ufficio si accede dall interno attraverso una porta vicina all ingresso, oppure direttamente dall esterno tramite un portone rivestito in legno Le opere di restituzione Le opere di restituzione consistono nella realizzazione di una vasca di scarico sottostante le turbine che riceve l acqua turbinata e di canale scatolare in calcestruzzo armato, completamente interrato, di dimensioni interne di 200 x 100 cm, e di lunghezza complessiva pari a 21 metri, che sfocia in alveo in un tratto nel quale si prevede una difesa spondale in massi al fine di facilitare l immissione dell acqua nel Fiume Tanaro ed evitare fenomeni erosivi di sponda. La stazione di pompaggio e il punto di restituzione Ripristino del suolo e della copertura vegetale Le operazioni di recupero ambientale proposte, sono finalizzate alla creazione di una copertura vegetale, prima di tipo erbaceo e successivamente di tipo arbustivo ed arboreo, in modo da naturalizzare il luogo, e riportarlo alle stesse caratteristiche di qualità ambientale attualmente esistenti. Le prescrizioni tecniche esecutive sono relative a lavori da eseguire in conformità alle seguenti fasi di intervento: - recupero della terra vegetale esistente - consolidamento degli strati superficiali - copertura con georeti - inerbimento - impianto di vegetazione arborea e arbustiva 103

105 Il recupero della terra vegetale esistente Prima della realizzazione degli scavi si procederà al recupero della parte superficiale del suolo per uno spessore di circa 30 cm sull intera superficie in modo da accantonare la maggiore quantità possibile di componenti organiche del terreno, separandole da quelle minerali. La porzione organica del terreno sarà ammassata nelle vicinanze degli scavi e riutilizzata la formazione del letto di semina. In linea generale nelle zone di scavo e di riporto, dove le caratteristiche di rocciosità e la profondità del suolo lo permettano, si prevede una preventiva asportazione del terreno vegetale con ammassamento e successivo riutilizzo dello stesso per i lavori di finitura, in modo da non disperdere e riutilizzare le componenti organiche del terreno. Particolare attenzione e cura saranno rivolte alla sistemazione superficiale dei materiali coinvolti dai lavori procedendo ad un adeguata regolarizzazione degli stessi, alla stesura del terreno vegetale accantonato ed al successivo inerbimento La copertura con georeti Per favorire l'attecchimento del manto erboso nei punti maggiormente acclivi ed esposti al rischio di erosione si prescrive la stesura, precedente alla semina, di georeti in juta in modo da garantire la protezione del terreno sottostante dagli eventi meteorici e la pacciamatura dello stesso. Le georeti devono essere di materiale biodegradabile ed hanno la funzione di proteggere il terreno dall azione battente della pioggia e dai piccoli fenomeni di erosione superficiale; devono essere stese totalmente a contatto con il terreno seguendo la massima pendenza, previo interramento del lato a monte, e rese solidali al terreno tramite picchetti o talee. Figura 1: Sezione tipo dei consolidamentoi con geojuta L inerbimento Le superfici scoticate saranno oggetto di un intervento di inerbimento che sarà effettuato in prevalenza con la tecnica della semina a spaglio e localmente con idrosemina al fine di garantire una celere ricostruzione del manto erboso. Obbiettivo principale dell'intervento di ripristino è la immediata creazione di una copertura vegetale con caratteristiche simili alla fitocenosi presente in zona. L'intervento di inerbimento deve essere il più tempestivo possibile, sarà effettuato con il metodo della semina a spaglio e localmente (scarpate delle strade e tratti a maggiore pendenza) con quello dell'idrosemina, utilizzando un miscuglio composto da sostanze colloidali e agglomeranti, sostanze igroscopiche, materiale organico, fertilizzante e sementi. Il concime utilizzato per l idrosemina dovrà essere del tipo a lenta cessione con un alto titolo d azoto per favorire la germinazione delle sementi. 104

106 E importante l uniforme distribuzione della miscela inerbitrice sulla superficie interessata. I semi, quindi, non vengono interrati ma rimangono in superficie, parzialmente protetti dalle sostanze solide componenti la miscela. Con questo sistema si tende a ridurre al minimo i tempi di lavorazione concentrando le diverse operazioni (fertilizzazione, concimazione, semina, irrigazione e protezione del terreno), in un unico intervento, grazie al quale sia anche possibile ridurre al minimo le cure colturali. Per ogni metro quadrato di superficie trattata oltre ad una adeguata quantità di acqua variabile a seconda del tipo di idroseminatrice utilizzata, la miscela inerbitrice dovrà contenere le seguenti sostanze nella quantità minima indicata: * sostanze colloidali e agglomeranti 300 gr * sostanze igroscopiche 250 gr * materiale organico 400 gr * concime complesso azotato a lenta cessione 30 gr * miscuglio di sementi 30 gr Molto importante è la presenza, nella miscela inerbitrice, delle sostanze agglomeranti che hanno la prerogativa di legare le particelle terrose fini, opponendo una resistenza all'azione erosiva degli agenti meteorici sul terreno nudo. Esse devono poter penetrare nel terreno per alcuni centimetri e formare un reticolo in modo da espletare l'azione antierosiva di protezione e di garantire, nel contempo, l'infiltrazione dell'acqua ed i normali scambi gassosi tra radice ed atmosfera, necessari per lo sviluppo dei vegetali. Gli agglomeranti devono essere biodegradabili e non lasciare traccia nel terreno dopo 6-12 mesi dalla loro applicazione in modo da contribuire, con le loro proprietà, al trattenimento del terreno superficiale nei primi mesi dopo la semina; la funzione antierosiva degli agglomeranti permette anche di incollare il seme al terreno garantendo un buon attecchimento del seme. Le sostanze igroscopiche tipo la cellulosa rivestono anch esse una notevole importanza tecnico-colturale in quanto trattengono l acqua e garantiscono per lungo tempo il minimo apporto di acqua alle piante. Il miscuglio di sementi da utilizzare sarà composto in prevalenza da (90%) graminacee prative, comunque con caratteristiche di buona rusticità e resistenza al calpestio nonché elevata capacità colonizzante e in minore misura (10%) da leguminose anch'esse rustiche ed adatte a pascoli montani. La composizione del miscuglio di sementi da adottare per l inerbimento delle superfici erodibili sarà indicativamente la seguente: GRAMINACEE 80% - Dactylis glomerata 15% - Phleum pratense 15% - Festuca rubra 10% - Festuca pratensis 10% - Agrostis tenuis 10% - Lolium perenne 10% - Poa pratensis 10% LEGUMINOSE 20% - Trifolium hibridum pratensis 8% - Trifolium repens 8% - Lotus corniculatus 2% - Vicia villosa 2% 105

107 Per l inerbimento delle superfici a prato, viene impiegata una miscela di 11 specie foraggere, composta dall 80% da semi di graminacee molto resistenti al freddo, al calpestio ed alle escursioni termiche in modo da fornire una rapida ed efficace copertura del suolo. Le Graminacee garantiscono la colonizzazione del suolo nudo in breve tempo, e la persistenza delle stesse nel medio e lungo periodo. Il rimanente 20% è costituito da specie appartenenti alla famiglia delle Leguminose, anch esse resistenti al freddo, molto rustiche e adatte ai pascoli del piano montano. La formazione futura rispecchia le caratteristiche qualitative delle specie ora presenti nelle aree più fertili di media valle, e permette nel tempo lo sviluppo di alcune leguminose prato-pascolive (inizialmente meno competitive delle graminacee) migliorandone l attitudine al pascolo e la produttività in termini generali L impianto di vegetazione arborea e arbustiva La realizzazione della copertura vegetale forestale delle sponde sarà realizzata utilizzando le specie autoctone presenti in sito, con particolare riferimento all impianto diffuso di talee di salice reperite in sito nel numero di 4/m 2. Si ritiene che l infissione di talee di salice sia la migliore azione di ricostruzione della copertura vegetale che permette un risultato rapido sia in termine di consolidamento delle sponde, sia in termini naturalistici e di formazione di una quinta verde di mascheramento delle opere in progetto. 106

108 2.5. INTERAZIONE CON L ASSETTO FLUVIALE E LE OPERE ESISTENTI Il tratto di asta fluviale interessato dall intervento è privo di derivazioni irrigue attive ma si segnala la presenza di residui di manufatti un tempo utilizzati per questo scopo ed ora da decenni abbandonati. In particolare il punto di derivazione individuato in progetto presenta evidenti segni di presenza di un canale irriguo la cui derivazione era ad una quota di tre metri più alta rispetto alla quota d alveo ed era collocata a monte. IL canale era addossato alla parete rocciosa ed è stato completamente distrutto dalle ultime piene disastrose Il Torrente Corsaglia nel punto di derivazione La costruzione dell impianto tiene anche conto della possibilità di rilasciare a scopo irriguo parte dell acqua incanalata nella condotta, qualora dovessero sopraggiungere eventuali diritti di terzi che l indagine da noi svolta presso la Provincia di Cuneo, Ente concessionario delle derivazioni idriche, non ha evidenziato. Esiste una derivazione irrigua a valle dell impianto ad una distanza di più di metri ed una derivazione per il pompaggio di acque di raffreddamento delle Acciaierie del Tanaro che si trova immediatamente a valle dell opera di restituzione prevista per l impianto in progetto. Per quanto riguarda l interferenza con la stazione di pompaggio l impianto non crea alcuna alterazione dell efficienza della stessa in quanto non altera i livelli e le quantità d acqua presenti naturalmente in alveo. Il punto di restituzione posto a monte dell opera di presa della stazione di pompaggio delle Acciaierie del Tanaro in zona Cascina La Gatta 107

109 Una possibilità di interferenza è solo data dalla fase iniziale di messa in funzione dell impianto con riempimento della condotta forzata durante la quale l acqua entra nella condotta a monte e non esce temporaneamente a valle perchè deve colmare la condotta stessa. A tale proposito si osserva che la suddetta fase avviene con periodicità indicativamente annuale e viene eseguita con portate di ingresso modeste rispetto alla potenzialità della condotta per evitare colpi di ariete e per permettere la fuoriuscita dell aria, quindi non può incidere in modo tale da provocare dei malfunzionamento della stazione di pompaggio. Per evitare qualsiasi tipo di interferenza anche accidentale, in ogni caso, saranno necessarie forme di collaborazione con i gestori della centrale di pompaggio con i quali si prevede di condividere la strada di accesso al sito produttivo. Per quanto riguarda i prelievi e gli scarichi segnalati dal PTA, si osserva che a monte dell impianto è indicato uno scarico civile trattato con trattamento secondario (<2000 A.e.): si tratta del depuratore di San Michele Mondovì. Nella zona dell opera di restituzione sono invece segnalati due scarichi civili trattati con trattamento primario (<2000 A.e.): si tratta di due fosse settiche relative agli scarichi civili dei fabbricati rurali di località La Gatta e della parte civile dello stabilimento delle acciaierie del Tanaro che conferiscono entrambi appena a valle dell opera di restituzione prevista in progetto. Per quanto riguarda l assetto fluviale l impianto non inserisce elementi potenzialmente dannosi per lo stesso, fermo restando il rispetto di tutte le norme di gestione della derivazione idrica e di realizzazione dell impianto idroelettrico che garantiscono, insieme al Deflusso Minimo Vitale del corso d acqua, anche una corretta attività di produzione di energia compatibile con l ambiente fluviale Aspetti idrogeologici Il tema dell assetto idrogeologico è stato studiato nel dettaglio ed i risultati principali dell indagine risultano ben evidenziati dalla cartografia dei rischi idrogeologici che riguarda l individuazione delle scarpate di erosione spondale, l alveo del torrente, l alveo di piena, il limite del campo di inondazione dell alluvione del 94 e i processi franosi per saturazione e fluidificazione del terreno superficiale. I fenomeni idrogeologici sono stati determinanti nella scelta del tracciato della condotta forzata con percorso sotterraneo e nella collocazione degli elementi di progetto emergenti rispetto al piano di campagna che sono previsti in aree esterne rispetto all alveo di piena. Legenda della carta dei rischi idrogeologici 108

110 Estratto della carta dei rischi idrogeologici parte alta dell impianto 109

111 Estratto della carta dei rischi idrogeologici parte bassa dell impianto 110

112 2.6. ACCESSIBILITÀ DELLE AREE E ORGANIZZAZIONE DI CANTIERE Non si segnalano in loco particolari infrastrutture, fatto salvo la presenza della strada comunale che collega San Michele Mondovì a Codovilla che percorre la sinistra orografica del torrente Corsaglia e la Strada Statale n. 28 del Colle di Nava, situata in destra orografica. Il sito è raggiungibile percorrendo le suddette strade dalle quali si dipartono strade interpoderali che si avvicinano all asta del Torrente Corsaglia, alcune delle quali sono state individuate come accessi al cantiere e messe in evidenza sulla Tavola n. 8.1 Aree di cantiere e accessi. Tavola n. 8.1 Aree di cantiere e accessi 111

113 2.7. SUPERFICI INTERESSATE DALL INTERVENTO La seguente tabella indica l occupazione temporanea di suolo della soluzione progettuale adottata considerando tutte le aree individuate come aree di cantiere. Tabella 5 - Occupazione di suolo del progetto per Categoria d uso del suolo Categoria d uso del suolo area m 2 % Prati e coltivi % boschi % greto % Viabilità forestale e vicinale 450 1% TOTALE % Le tipologie ambientali maggiormente interessate sono i prati e coltivi (71%) e i boschi (21%) essendo l intervento localizzato in un comprensorio prevalentemente agricolo e pianeggiante solcato dall alveo del Torrente Corsaglia. Le superfici di greto interessate dal progetto riguardano l 8% della superficie totale coinvolta dagli interventi in progetto mentre molto bassa è l occupazione di viabilità forestale e vicinale. Grafico 7 - Occupazione di suolo del progetto per Categoria d uso del suolo 112

114 2.8. MOVIMENTI TERRA E VALUTAZIONE DEGLI SCAVI Considerando tutte le aree interessate dal cartiere, ivi comprese le aree di manovra e di stoccaggio e quindi una suparficie complessiva pari a circa m 2 interessata dai lavori, la realizzazione dell impianto idroelettrico in progetto prevede movimenti terra per volumi complessivi di scavo pari a m 3. I materiali provenienti dagli scavi saranno prevalentemente utilizzati in loco, si pensi all esubero di materiale dovuto all interramento delle condotte che sarà sistemato sulla condotta stessa quando il tracciato si sviluppa su terreni naturali, distribuito su una fascia di circa 10 metri a cavallo della tubazione, rimodellando il terreno prima della stesura definitiva del terreno vegetale precedentemente accantonato e della successiva realizzazione delle opere di ripristino ambientale e vegetazionale. I volumi di scavo previsti sono complessivamente circa m 3 così suddivisi: Opere di presa m 3 Canale di adduzione e vasca di carico m 3 Condotta forzata m 3 Centrale idrolettrica 900 m 3 Canale di restituzione m 3 I volumi di riporto previsti sono complessivamente circa m 3 così suddivisi: Opere di presa m 3 Canale di adduzione e vasca di carico m 3 Condotta forzata m 3 Centrale idrolettrica m 3 Canale di restituzione 900 m 3 Viabilità m 3 Il progetto in questa fase definitiva prevede un esubero di materiale pari a m 3 corrispondenti sostanzialmente al volume complessivo della condotta interrata. I volumi dei materiali provenienti dall esterno e che saranno utilizzati per opere comprese nella sagoma della sistemazione definitiva di progetto sono complessivamente circa m 3 così suddivisi: massi per scogliere m 3 sabbia per il letto di posa della condotta m 3 Calcestruzzo per blocchi e attraversamenti m 3 Se si considerano i volumi dei materiali sopra elencati, il materiale complessivo da conferire a discarica autorizzata risulta essere pari a m 3. Le discariche individuate per questa operazione sono quelle di San Michele Mondovì e di Lesegno. 113

115 3. QUADRO AMBIENTALE 3.1. METODOLOGIA E STRUMENTI D INDAGINE Questo studio si basa sulle indicazioni inerenti la redazione degli studi di impatto ambientale prodotte dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e contenute nel D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale. Lo Studio di Impatto Ambientale diviene uno strumento utile alla descrizione dei potenziali effetti sull ambiente provocati dalla realizzazione dell impianto in oggetto, con riferimento a: attività di cantiere e strutture provvisorie; opera finita e fase di esercizio. Allo scopo di fornire un valutazione esauriente sui rapporti tra progetto e ambiente, il presente studio si propone di descrivere i rapporti che intercorrono tra l elemento progettuale e l ambito paesaggistico e ambientale in cui lo steso si inserisce. In questo contesto lo studio si articola come segue: descrizione delle attività previste; individuazione e informazione sui ricettori sensibili; previsione degli effetti indotti sull ambiente. L entità degli impatti sull ambiente sono valutati, sia per la fase di attività dell impianto, sia per la fase di realizzazione. Trattandosi di impianto idroelettrico, lo studio provvede ad analizzare la specifica fase di esercizio valutando gli effetti sull ambiente conseguenti al prelievo idrico in alveo, alla produzione di rumore e alla sottrazione di risorse naturali; per completezza saranno valutati gli impatti derivanti dal rischio di possibili incidenti connessi all attività dell impianto. Le considerazioni sull impatto ambientale derivante dall attività di costruzione dell impianto, implicano un analisi delle fasi di cantiere; tali fasi sono considerate assimilabili a quelle svolte nei cantieri di tipo stradale, saranno pertanto presi in considerazione i livelli di rumore, la concentrazione delle polveri, l immissione nell ambiente di sostanze inquinanti, il numero di mezzi utilizzati ovvero tutti parametri tipici dei cantieri edili e di quelli mobili che sono solitamente allestiti per la costruzione delle strade. I valori così stimati sono cautelativi e potranno subire delle variazioni in relazione a: ulteriori modifiche alle opere da realizzare; variazioni non prevedibili dovuti ad esigenze locali del programma dei lavori; programma definitivo dei lavori. Gli impatti sono stati valutati considerando i parametri tecnici di cantieri tradizionali che vengono allestiti per la realizzazione di opere edili e di strade, considerando esclusivamente i parametri significativi di un cantiere quali le fasi di lavorazione, la successione delle attività, il tipo e il numero di mezzi impiegati, le ore lavorative nella giornata. 114

116 Le situazioni specifiche e gli effettivi impatti potranno essere conosciuti soltanto quando sarà possibile definire con esattezza il programma definitivo dei lavori di costruzione. Per completezza dello studio si provvederà ad individuare anche i ricettori sensibili in relazione ai quali saranno previste opere di mitigazione sia provvisorie, nelle fasi di cantiere, che definitive, facenti parte a tutti gli effetti degli elementi costruttivi dell opera finita. Le problematiche relative alle attività di costruzione vengono qui affrontate considerando le diverse tipologie delle opere in progetto secondo il seguente schema: descrizione delle attività con riferimento a quelle specifiche di cantiere in fase di costruzione con definizione di tempi di esecuzione dei lavori, di lavorazioni e gruppi di macchinari, individuazione degli interventi di sistemazione ambientale, dismissione degli allacciamenti di cantiere e recupero ambientale della viabilità di servizio; descrizione dei rischi ambientali riferiti ai prevedibili effetti sull atmosfera, come le immissioni di polveri e di inquinanti, sull ambiente idrico, come l inquinamento delle acque e sulla vivibilità generale dell ambiente circostante che subirà gli effetti dovuti alla produzione di rumore e vibrazioni Identificazione delle unità ambientali sensibili Per l individuazione delle Unità ambientali sensibili che possono risentire degli effetti derivanti dal progetto è stata utilizzata la Lista di controllo Unità ambientali sensibili codificate dal D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale che comprende l elenco delle Unità ambientali naturalistiche ed ecosistemiche, delle Unità ambientali idrogeomorfologiche e delle Unità ambientali antropiche definite pregiate, vulnerabili o comunque potenzialmente critiche. Data la localizzazione del progetto in un ambiente dell entroterra piemontese, nello specifico, si elencano soltanto le Unità terrestri, escludendo dallo screening quelle marine. 115

117 Lista di controllo delle Unità ambientali naturalistiche ed ecosistemiche Per quanto riguarda le Unità ambientali naturalistiche ed ecosistemiche si evidenzia che l intervento in progetto ricade in area tutelata da vincoli elencati nella lista di controllo delle Unità ambientali sensibili codificate dal D.M. 1 aprile 2004 come pregiate, pregiate o comunque parzialmente critiche. In particolare si tratta di unità ambientali piuttosto generiche e diffuse sul territorio come i prati polifiti e le formazioni arboree-arbustive, altrettanto presenti in modo estensivo nei territori pedemontani. Lista di controllo unità ambientali naturalistiche ed ecosistemiche pregiate Unità ambientali naturalistiche ed ecosistemiche pregiate, vulnerabili o comunque potenzialmente critiche Presenza Siti con presenze floristiche rilevanti (specie rare e/o minacciate) - Siti con presenze faunistiche rilevanti (specie rare e/o minacciate) - Habitat naturali con storia evolutiva specifica (es. presenti da oltre 50 anni) Zone di specifico interesse funzionale per l ecomosaico (corridoi biologici, gangli di reti ecologiche locali ecc.) Varchi in ambiti antropizzati, a rischio ai fini della permeabilità ecologica - Ecosistemi fragili di alta e medio-alta quota - Prati polifiti X Boschi disetanei e polispecifici con presenza significativa di specie autoctone Aree con presenza generica di vegetazione arborea o arbustiva X Zone umide (torbiere, prati umidi, canneti, lagune ecc.) - Laghi oligotrofi o comunque di interesse ecologico - Corsi d'acqua con caratteristiche di naturalità residua - Litorali marini e lacustri con caratteristiche di naturalità residua - Fasce di pertinenza fluviale a ruolo polivalente (ecosistemico, buffer nei confronti dell inquinamento di origine esterna) Sorgenti perenni Fontanili Altri elementi di interesse naturalistico-ecosistemico nell ambito interessato dal progetto * D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale Appendice 2B

118 Lista di controllo delle Unità ambientali idrogeomorfologiche Per quanto riguarda le Unità ambientali idrogeomorfologiche si osserva che il progetto e le aree interessate dallo stesso, interferiscono in zone vulnerabili unicamente per quanto riguarda le porzioni di impianto che interferiscono con l alveo del Torrente Corsaglia che, di sua natura è un area soggetta ad erosione e direttamente interessata dagli effetti idrogeologici dovuti al deflusso delle acque superficiali. Come evidenziato dalla lista di controllo di seguito riportata, le principali unità ambientali idrogeomorfologiche individuate dal D.M. 1 aprile 2004 come pregiate, vulnerabili o comunque potenzialmente critiche, non sono presenti nell area d intervento. Lista di controllo unità ambientali idrogeomorfologiche Unità ambientali idrogeomorfologiche pregiate, vulnerabili o comunque potenzialmente critiche Presenza Faglie Aree a dissesto idrogeologico attuale o potenziale (franosità ecc.) - Aree a frequente rischio di esondazione (es. con tempi di ritorno indicativamente inferiori a 20 anni) Aree a rischio di esondazione non trascurabile (es. con tempi di ritorno indicativamente superiori a 20 anni) Aree a rischio di valanghe nell ambito interessato dal progetto - Aree oggetto di subsidenza nell ambito interessato dal progetto - Aree sotto il livello del mare nell ambito interessato dal progetto - Zone con falde acquifere superficiali e/o profonde importanti per l approvvigionamento idropotabile Pozzi per usi idropotabili - Pozzi per altri usi Sorgenti per usi idropotabili - Fonti idrotermali Coste in arretramento - Coste in subsidenza attiva - Geotopi di interesse (grotte, salse, piramidi di terra, massi erratici ecc.) - Boschi con ruolo di protezione idrogeologica (stabilità dei versanti, contenimento di valanghe, difesa litorali) Altre aree vulnerabili dal punto di vista idro-geo-morfologico (alveo di torrenti) * D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale Appendice 2B X 117

119 Lista di controllo delle Unità ambientali antropiche Per quanto riguarda le Unità ambientali antropiche è stato individuato in direzione Sud-ovest rispetto all opere di presa previste e a circa 1000 m di distanza, il centro abitato di San Michele Mondovì, mentre a circa 500 metri dalla centrale idroelettrica in direzione sud-est, è ubicato il complesso industriale delle Acciaierie del Tanaro. Lungo l asta del Torrente Corsaglia si osserva la presenza di abitazioni rurali sparse. L area interessata dal progetto può essere considerata a pieno titolo un area agricola in ambito pianeggiante solcato dal Torrente Corsaglia, nella quale le superfici e le risorse vegetali vengono adibite a coltivazioni e a prati destinati prevalentemente all agricoltura di tipo intensivo anche se con caratteri marginali rispetto all agricoltura di pianura. Anche per quanto riguarda questa lista di controllo, si osserva che l area di progetto interessa marginalmente le unità ambientali antropiche individuate dal D.M. 1 aprile 2004 come pregiate, vulnerabili o comunque potenzialmente critiche. Lista di controllo unità ambientali antropiche Unità ambientali antropiche pregiate, vulnerabili o comunque potenzialmente critiche Presenza Edifici abitati in modo permanente o semipermanente - Edifici abitati in modo permanente o semipermanente da soggetti vulnerabili (scuole, ospedali) - Aree utilizzate per attività ricreative - Aree oggetto di balneazione - Strutture insediative storiche, urbane - Strutture insediative di interesse storico, extra-urbane - Aree di accertato interesse archeologico, ancorché non oggetti di specifiche tutele - Zone di riconosciuta importanza storica e culturale (siti di battaglie, percorsi storici ecc.) anche se non tutelate - Aree con coltivazioni di interesse storico (marcite, piantate di gelsi ecc.) - Infrastrutture attuali (trasportistiche, energetiche, idrauliche ecc.) che non devono essere compromesse per la funzionalità del territorio - Stabilimenti potenzialmente origine di rischi tecnologici - Suoli di prima e seconda classe per la Land Capability (U.S.G.S.) - Aree agricole con prodotti destinati direttamente o indirettamente all alimentazione umana X Aree agricole di particolare pregio agronomico (vigneti doc, uliveti secolari ecc.), interferite dal progetto - Zone costiere oggetto di vallicoltura - Zone con elevati livelli attuali di inquinamento atmosferico - Zone con elevati livelli attuali di inquinamento da rumore - Corpi idrici sottoposti ad utilizzo intensivo della risorsa idrica (rete - irrigua, corsi d acqua con significative derivazioni di portata ecc.) Corpi idrici già significativamente inquinati - Altre aree vulnerabili in ragione delle presenze antropiche - Zone di espansione insediativa - Zone interessate da previsioni infrastrutturali - Altre aree vulnerabili per la presenza di elementi antropici - D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale Appendice 2B 118

120 Individuazione di componenti e fattori ambientali Ai fini della descrizione del sistema ambientale interessato direttamente ed indirettamente dall intervento di progetto, si è fatto riferimento alle componenti ed ai fattori ambientali così come intesi nell allegato I del D.P.C.M. del 27/12/1988, cioè: atmosfera: qualità dell aria e caratterizzazione meteoclimatica; ambiente idrico: acque superficiali ed acque sotterranee, considerate come componenti, come ambienti e come risorse; suolo e sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico, nel quadro dell ambiente in esame ed anche come risorse non rinnovabili; vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali, emergenze più significative, specie protette ed equilibri naturali; ecosistemi. complessi di componenti e fattori fisici, chimici e biologici tra loro interagenti ed interdipendenti, che formano un sistema unitario ed identificabile (quali un lago, un bosco, un fiume, il mare, ecc.) per propria struttura, funzionamento ed evoluzione temporale; rumore e vibrazioni: considerati in rapporto all ambiente sia naturale che umano; paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità umane interessate e relativi beni culturali. Per quanto concerne l area vasta d indagine, si è considerato la porzione di territorio compresa entro un ipotetica fascia nell intorno dell area di progetto avente ampiezza di almeno 1 km. Le modalità con le quali si è provveduto a caratterizzare componenti e fattori ambientali, in modo da determinare la Qualità ambientale dell area di indagine, sono di seguito illustrate: Metodologie e strumenti d indagine in relazione alle componenti ambientali Componenti ambientali Atmosfera Ambiente idrico Suolo e sottosuolo Metodologie e strumenti di indagine In assenza di dati puntuali, al fine di caratterizzare, a livello di area vasta, il livello di qualità ambientale dell aria, si è fatto riferimento ai dati, pubblicati dalla Regione Piemonte, su base comunale ( 1 ) per il territorio comunale di Lesegno e San Michele Mondovì. Per i dati idrologici si è fatto riferimento ai dati forniti dalla Regione Piemonte attraverso il servizio cartografico regionale ed agli estratti cartografici del di Piano di tutela delle Acque. approvato dalla Giunta regionale, in data 6 aprile 2004, con deliberazione n e gli aggiornamenti del 13 marzo 2007, approvato dal Consiglio Regionale con D.C.R. n La caratterizzazione geologica è avvenuta essenzialmente mediante rilevamenti diretti in situ ed attraverso l analisi delle fotografie aeree e delle indagini geognostiche; si tratta in parte di 1 Cfr. ARPA PIEMONTE (2004) Rapporto sullo stato dell ambiente in Piemonte. 119

121 studi eseguiti specificamente per il presente lavoro, ma, per la maggior parte, ripresi da indagini precedenti. Per quanto concerne gli aspetti pedologici, le indagini sono state volte, innanzitutto, a riconoscere le principali tipologie dei suoli presenti all interno dell area vasta di indagine, descrivendone le principali caratteristiche pedologiche. In seguito, in base alle caratteristiche di ogni tipologia individuata, è possibile derivare il livello di qualità ambientale che, nel presente caso, si identifica con la stima della sua capacità d uso. Gli strumenti di indagine, in ambito pedologico, si identificano con le seguenti voci: osservazioni dirette in campo, effettuate su profili preesistenti; estrapolazione di dati da cartografia tematica esistente ( 2 ). Vegetazione, flora e fauna Ecosistemi Rumore Paesaggio Lo studio dell assetto vegetazionale, è stato effettuato su differenti scale di dettaglio, cioè: a livello di area vasta, mediante fotointerpretazione con successiva ricognizione a terra per aree campione; a livello di area puntuale, mediante rilievo vegetazionale diretto, individuando direttamente sul luogo le singole unità vegetazionali ed effettuando in ognuna di esse un rilievo secondo il metodo fitosociologico. Per quanto concerne l ambito faunistico, l indagine è stata per lo più effettuata su base bibliografica, integrando i dati estrapolati con alcune osservazioni dirette (es. tracce) ed interviste raccolte in sito. L analisi degli ecosistemi è stata effettuata per derivazione delle informazioni relative alle singole componenti di ogni ecosistema (acqua, vegetazione, fauna etc.), definendo pertanto le caratteristiche sulla base dei parametri relativi alle succitate componenti. Si è stimata la qualità della componente in corrispondenza dei ricettori sensibili individuati, operando mediante l applicazione di una formula di attenuazione in funzione della distanza sul livello sonoro equivalente misurato relativo all attività dell impianto di trattamento di inerti esistente La prima fase di analisi è consistita nel riconoscimento delle caratteristiche principali del paesaggio caratterizzante l area di studio. In questa prima fase, si è operato con un approccio di tipo geografico, basato sull analisi strutturale del paesaggio medesimo, attraverso il riconoscimento delle componenti paesistiche di origine naturale ed antropica, anche con l ausilio delle informazioni tratte dalla Carta dei paesaggi agrari e forestali (I.P.L.A., 1995). In seguito si è proceduto ad eseguire alcune verifiche di potenziali impatti generati dall'attività posta in essere sull ambiente circostante (3), al fine di elaborare soluzioni 2 Cfr. I.P.L.A.-REG. PIEMONTE (1985) Carta della capacità d uso dei suoli del Piemonte, scala 1: Cfr. L.R. 40/98 All. D, rif. punto 2 del Quadro ambientale 120

122 progettuali mirate a minimizzare gli effetti negativi determinati dall attività prevista e, viceversa, a massimizzare quelli positivi. Lo studio di impatto ambientale è stato condotto valutando le azioni di progetto sulle diverse componenti ambientali, con particolare attenzione agli effetti spazio-temporali e all intensità degli stessi, evidenziando le principali componenti ambientali e territoriali interessate dall'attività in progetto, e riportando tali voci su matrici coassiali, facendo riferimento a quanto reperito in bibliografia specializzata. Schematicamente, l analisi è stata sviluppata attraverso le seguenti fasi: 1) definizione delle azioni elementari che costituiscono il progetto; 2) selezione della specifica lista di controllo (check list), con particolare riferimento all individuazione dei fattori primari di interferenza ambientale, dei processi di trasferimento, dei fattori sinergismi e dei bersagli sensibili; 3) determinazione degli impatti potenzialmente significativi del progetto in esame, a cui dedicare uno specifico approfondimento. L individuazione è eseguita attraverso le interazioni azioni di progetto - categorie ambientali, valutando queste ultime sulla base delle voci definite al punto precedente, attraverso il modello sorgente - azione elementare interferenza - bersaglio ambientale pressione ambientale; 4) stima e valutazione di dettaglio, con indicazione dei relativi metodi di previsione utilizzati delle interferenze ambientali attese a seguito della fase precedente; 5) estrapolazione, dal quadro generale delle interazioni opera di progetto ambiente, delle informazioni concernenti gli impatti legati all utilizzazione delle risorse, all emissione di inquinanti, alla produzione di sostanze nocive e allo smaltimento di rifiuti; 6) realizzazione di una matrice d impatto coassiale di tipo analitico, finalizzata a sottolineare, in modo grafico, la significatività delle relazioni tra le differenti categorie di elementi considerati attraverso il flusso categoria ambientale indicatore ambientale azione di progetto elemento d impatto bersaglio ambientale; 7) stima degli effetti cumulativi degli impatti, rilevati ai punti precedenti, nel tempo e con le altre fonti d impatto presenti sul territorio, valutata attraverso il modello D.P.S.I.R.; 8) determinazione ed evidenziazione delle azioni di mitigazione e compensazione ambientale, ivi compresi la realizzazione di eventuali programmi di monitoraggio ambientale. 121

123 Definizione della lista di controllo (check - list) Azioni di progetto Con il termine azioni di progetto si fa riferimento agli elementi dell intervento che costituiscono la sorgente di interferenze sull ambiente circostante, e sono quindi causa di perturbazione dello stesso; essi risultano ordinati come di seguito elencato. Nell ambito della valutazione degli impatti, le azioni di progetto sono inserite nelle matrici di competenza come cause d impatto. Come verrà meglio specificato nel seguito, non tutte le azioni di progetto così definite costituiscono fonte di impatto sull ambiente nel caso in esame. Nell ambito della valutazione degli impatti, le azioni di progetto sono inserite nelle matrici di competenza come cause d impatto. Azioni di progetto per fasi d intervento Fase d intervento Azioni di progetto 1. Rimozione della coltre vegetazionale e pedologica 2. Scavi e sbancamenti FASE DI REALIZZAZIONE 3. Movimentazione delle terre 4. Costruzione dei manufatti 5. Modellamento morfologico 6. Opere di rinaturalizzazione FASE DI ESERCIZIO 7. Fase di esercizio dell impianto idroelettrico 122

124 Categorie e settori ambientali Nel presente ambito d indagine sono state adottate, in prima istanza, le categorie ambientali così come descritte nei profili d analisi ambientale indicati nell Allegato 1 del D.P.C.M. del 27/12/1988 Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità ambientale di cui all art. 6 della legge 8 luglio 1986 n. 349, adottate ai sensi dell art. 3 del D.P.C.M. 10 agosto 1988, n Le categorie ambientali sono di seguito riportate: a) atmosfera: qualità dell aria; b) ambiente idrico: acque superficiali ed acque sotterranee, considerate come componenti, come ambienti e come risorse; c) suolo e sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico, nel quadro dell ambiente in esame ed anche come risorse non rinnovabili; d) vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali, emergenze più significative, specie protette ed equilibri naturali; e) ecosistemi. complessi di componenti e fattori fisici, chimici e biologici tra loro interagenti ed interdipendenti, che formano un sistema unitario ed identificabile (quali un lago, un bosco, un fiume, il mare, ecc.) per propria struttura, funzionamento ed evoluzione temporale; f) salute pubblica: in relazione agli individui ed alle comunità; g) rumore e vibrazioni: considerati in rapporto all ambiente sia naturale che umano; h) radiazioni ionizzanti e non ionizzanti: considerati in rapporto all ambiente sia naturale, che umano; i) paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità umane interessate e relativi beni culturali. Dalle categorie ambientali sopra indicate, facendo riferimento ai profili di analisi ambientale indicati nelle linee guida V.I.A., redatte dall A.N.P.A. e dal Ministero dell Ambiente e pubblicate con D.M. 1 aprile 2004, sono stati scorporati i seguenti settori ambientali, che assumono ai fini del presente studio, significato di parametro valutativo ai fini del giudizio di compatibilità ambientale del progetto. Settori ambientali facenti parte dello Studio di Impatto Ambientale Categorie ambientali ATMOSFERA AMBIENTE IDRICO LITOSFERA AMBIENTE FISICO BIOSFERA AMBIENTE UMANO Settori ambientali 1. Aria 2. Clima 3. Acque superficiali 4. Suolo e assetto idrogeologico 5. Rumore 6. Flora e Vegetazione 7. Fauna 8. Ecosistemi 9. Salute e benessere 10. Paesaggio 11. Beni culturali 12. Assetto territoriale 123

125 Linee d impatto Con il termine Linee d impatto si intendono i fattori primari d interferenza sull ambiente e costituiscono le modalità con cui l ambiente viene modificato in relazione al progetto in esame. Facendo riferimento alle linee guida V.I.A., redatte dall A.N.P.A. e dal Ministero dell Ambiente e pubblicate con D.M. 1 aprile 2004, sono state estrapolate le seguenti voci di impatto potenziale con effetti sia positivi sia negativi adattandole, in parte, al contesto in cui si colloca il progetto. Linee d impatto in relazione ai settori ambientali considerati SETTORI AMBIENTALI ARIA - CLIMA ACQUE SUPERFICIALI ACQUE SOTTERRANEE effetti positivi Riduzione delle emissioni di gasserra (e dei conseguenti contributi al global change) rispetto alla situazione attuale LINEE D IMPATTO - - ACQUE MARINE - - SUOLO, SOTTOSUOLO, ASSETTO IDROGEOLOGICO RUMORE VIBRAZIONI - - RADIAZIONI NON IONIZZANTI RADIAZIONI IONIZZANTI FLORA E VEGETAZIONE FAUNA effetti negativi Produzioni significative di inquinamento atmosferico (polvere ecc.) durante la fase di cantiere - Deviazione temporanea di corsi d acqua per esigenze di cantiere ed impatti conseguenti Deviazioni permanenti di corsi d acqua ed impatti conseguenti Rischi di inquinamento di corpi idrici da sversamenti incidentali di sostanze pericolose da automezzi Alterazioni dell assetto attuale dei suoli Impatti da rumore durante la fase di cantiere Impatti diretti da rumore su ricettori sensibili in fase di esercizio da elementi tecnologici (turbine ecc.) realizzati con il progetto Danneggiamento (o rischio di danneggiamento) di attività agroforestali Danni o disturbi su animali sensibili in fase di cantiere 124

126 ECOSISTEMI - SALUTE E BENESSERE PAESAGGIO BENI CULTURALI - - Perdita complessiva di naturalità nelle aree coinvolte Intrusione nel paesaggio visibile di nuovi elementi potenzialmente negativi sul piano esteticopercettivo ASSETTO TERRITORIALE Miglioramento dell'offerta di servizi Offerta di nuove opportunità occupazionali Risparmi nell'utilizzo complessivo di combustibili fossili, e dei rischi energetici conseguenti Impegno temporaneo di viabilità locale da parte del traffico indotto in fase di cantiere - - Ogni elemento d impatto è stato analizzato, indagato e valutato nei successivi capitoli e sarà, infine, caratterizzato secondo i seguenti aspetti: Aspetti di caratterizzazione degli impatti PRESENZA/ASSENZA; SEGNO: positivo o negativo SIGNIFICATIVITA : ininfluente, impatto basso, medio e alto TIPO DI PRESENZA: temporanea, continua DURATA: breve, medio e lungo termine REVERSIBILITA : reversibilità o irreversibilità PERSISTENZA: persistente o in diminuzione col tempo PREVEDIBILITA : stimabile o accidentale. 125

127 Criteri di significatività Ai fini dell accettabilità ogni impatto considerato è associata prima e dopo le misure di mitigazione una valutazione in termini di significatività. Infatti anche qualora dall analisi dei livelli dell inquinamento di fondo risultino ancora consistenti margini di ricettività ambientale, non possono di regola essere considerati accettabili nuovi impatti che si traducono in peggioramenti significativi della situazione esistente. Pur essendoci margini di soggettività in tale percorso, si offre comunque alla valutazione un riferimento per stimare le variazioni intervenute. A tal fine un impatto è di regola considerato: non significativo (ininfluente) se il suo effetto sull ambiente non è distinguibile dagli effetti preesistenti; scarsamente significativo (impatto basso) se le stime effettuate portano alla conclusione che esso sarà chiaramente apprezzabile sulla base di metodi di misura disponibili; significativo (impatto medio) se la stima del suo contributo alla situazione esistente porta a livelli che implicano un peggioramento o un miglioramento significativo. molto significativo (impatto alto) se il suo contributo alla situazione esistente porta a livelli superiori a limiti stabiliti per legge. 126

128 3.2. ARIA Normativa vigente in tema di inquinamento atmosferico In tema di inquinamento atmosferico, la normativa italiana si riferisce ai criteri indicati dai seguenti testi legislativi: Direttiva C.E.E. n. 80/779 del 15/07/80 D.P.C.M. n. 30 del 28/03/83 D.P.R. n. 203 del 24/05/88 L.R. n. 43 del 7/4/2000 Per quanto riguarda le particelle sospese il primo riferimento normativo indica i valori guida intesi come limiti di esposizione ritenuti tollerabili per la salute umana e la salvaguardia dell ambiente secondo le indicazioni dell O.M.S, mentre il secondo fissa le concentrazioni massime ammissibili indicate nella seguente tabella. Riferimenti normativi in materia di inquinamento atmosferico da particelle sospese Riferimento normativo DPCM n. 30 del 28/03/83 DPR n. 203 del 24/05/88 * fumo nero equivalente Standard Concentrazione [µg/m 3 ] Concentrazione massima ammissibile per un determinato tempo di esposizione Valore guida Media delle concentrazioni medie di 24 ore rilevate 150 nell arco dell anno 95 percentile delle concentrazioni medie di 24 ore 300 rilevate in un anno Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 ore 40-60* rilevate nell arco di un anno Valore medio delle 24 ore * Si ritiene opportuno ricordare che, a livello della Regione Piemonte, la materia è disciplinata dalla legge regionale 7 aprile 2000, n. 43 Disciplina per la tutela dell ambiente in materia di inquinamento atmosferico, Prima attuazione del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell aria che mantiene invariati i valori guida di qualità dell aria sopra elencati. 127

129 Qualità dell aria In assenza di dati puntuali, al fine di caratterizzare sull area vasta, il livello di qualità ambientale dell aria, si è fatto riferimento ai dati pubblicati dalla Regione Piemonte su base comunale per il territorio dei Comuni di Lesegno e San Michele Mondovì. La Regione Piemonte ha redatto nel 2005 l Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) nel quale sono riportate le emissioni da fonti naturali ed antropiche, secondo la metodologia europea Corinair, per ciascun comune relativamente agli inquinanti, PM 10, NO x, CO; tali dati consentono di stimare i livelli di concentrazione dei principali inquinanti sul territorio dei Comuni di Lesegno e San Michele Mondovì. Ai fini del presente studio, la caratterizzazione della qualità dell aria nella situazione ante-operam dell area interessata dalle operazioni di realizzazione dell impianto per la produzione di energia idroelettrica, non può avvalersi di dati reali rilevati. 128

130 Comune di Lesegno Livelli di concentrazione dei principali inquinanti

131 Comune di San Michele Mondovì Livelli di concentrazione dei principali inquinanti

132 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale ATMOSFERA sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Rimozione della coltre vegetazionale e pedologica Scavi e sbancamenti Movimentazione delle terre Costruzione dei manufatti Modellamento morfologico Opere di rinaturalizzazione Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / negativo Produzioni significative di inquinamento atmosferico (polvere ecc.) durante la fase di cantiere. Le azioni di progetto sopra citate generano impatti negativi ma temporanei (per la durata della fase realizzativa), reversibili e mitigabili attraverso una corretta pianificazione dei lavori, che prevede l adozione di alcuni accorgimenti in fase di cantierizzazione per ridurre l emissione di inquinanti in atmosfera. L impatto attribuibile all opera sull ambiente atmosferico è dato dall inquinamento generato dai mezzi utilizzati durante la fase di cantiere (cioè nelle diverse azioni di progetto), in quanto questi emettono nell ambiente gas inquinanti e in grado di innalzare quantità significative di polveri durante gli spostamenti e le movimentazioni di terre, anche durante la fase che prevede la rimozione della coltre vegetazionale e il modellamento morfologico. L impatto è però temporaneo e può essere ridotto in modo consistente adottando misure di mitigazione rispetto all innalzamento delle polveri ed attraverso una corretta pianificazione dei lavori in grado di sottoporre a tale condizione il minor numero possibile di ricettori sensibili. 131

133 Produzioni significative di inquinamento atmosferico (polvere ecc.) durante la fase di cantiere Individuazione dei ricettori sensibili potenzialmente interessati Ad un esame preliminare l area oggetto di intervento appare come un territorio articolato di fondovalle e prevalentemente libero da costruzioni. Il fabbricato più prossimo all area di lavoro è la Cascina dell Isola che si trova nei pressi dell opera di presa. In direzione sud-ovest sorge l abitato di San Michele Mondovì (circa abitanti). L area di intervento è accessibile attraverso la Viabilità statale in destra orografica e utilizzando la viabilità comunale per gli accessi sulla sponda opposta del Torrente Corsaglia. Dalle due strade principali che corrono parallelamente sulle due sponde si accede alle aree di cantiere utilizzando le strade vicinali di accesso ai fondi agricoli. Convenzionalmente per ricettori sensibili s intendono quei luoghi nei quali si può prevedere una presenza umana stabile (edifici destinati a residenza o a servizi sociali stabili, ecc.) o una permanenza prolungata di persone (edifici destinati a servizi sociali, edifici destinati a sede di attività produttive, ecc.). I ricettori sensibili per quanto riguarda il rischio di inquinamento atmosferico da polveri generate dalle operazioni di cantiere e dal transito degli autocarri sono individuati negli agglomerati rurali più vicini alle aree di cantiere con particolare riferimento a Cascina dell Isola, Cascina Meronda, Cascina Bonetto e Cascina Bertini. La Tavola n. 3.1 Sensibilità ambientale (scala 1:10.000) indica il progetto con cantiere di tipo mobile per la condotta forzata e di tipo fisso per le opere di presa e per la centrale di produzione idroelettrica. Tav. 3.1 Sensibilità ambientale riportata nell allegato SIA 3 132

134 L analisi effettuata è riassunta nella Tavola n. 3.1 Sensibilità ambientale (scala 1:10.000) e nella Tavola n. 3.2 Impatti (scala 1:10.000) e permette quindi di dedurre che i ricettori individuati nell area di interesse sono rappresentati da: recettori ad alta sensibilità: NON PRESENTI; recettori a media sensibilità: vegetazione rappresentata dalle formazioni arboree di tipo misto e ripariale posti nelle vicinanze della centrale in progetto; Recettori a bassa sensibilità: le operazioni di cantiere interessano oltre che formazioni forestali, anche prati stabili di fondovalle e terreni coltivati. Tav. 3.2 Impatti riportata nell allegato SIA 3 L emissione di particolati nell atmosfera è esclusivamente connessa alla fase di costruzione, quindi alla durata del cantiere, che può essere allestito ed operante soltanto in assenza di neve o di terreno gelato, ovvero in un periodo dell anno durante il quale in le attività di cantiere possono interessare alcuni ricettori potenzialmente sensibili. Si necessario precisare che i ricettori sensibili non saranno interessati durante la fase di esercizio dell impianto. 133

135 Effetti sulla qualità dell aria in fase di realizzazione dell opera La realizzazione dell opera comporta operazioni di scavo e transito di mezzi di cantiere principalmente su strade asfaltate ma anche su tratti di strada e piste con fondo naturale che possono provocare la dispersione di polveri, di pulviscolo o di gas nell ambiente circostante. Le sorgenti significative di particolato si suddividono in due categorie per le quali sono stati presi in considerazione i dati ricavati da pubblicazioni specializzate: particolato emesso dagli scarichi dei motori dei mezzi in transito; particolato sollevato dalle ruote dei mezzi; Stima dei livelli di concentrazione indotti presso i ricettori Le concentrazioni di particolato prodotte dai cantieri operanti nelle fasi realizzative del progetto, sono state valutate attraverso un operazione di comparazione con quelle prodotte da cantieri del tutto simili (per tipologia, uomini e mezzi impiegati), misurate con strumenti di precisione, e quindi riportate nelle pubblicazioni specializzate. I dati ottenuti sono stati successivamente messi a confronto con i valori limite previsti dalla normativa regionale in funzione alle diverse situazioni meteorologiche, di localizzazione delle lavorazioni e di concentrazione delle emissioni. Il valore delle concentrazioni indotte dalle attività di costruzione presso i ricettori posti ad una distanza inferiore a 250 m è indicato nelle seguenti tabelle dove sono, per completezza, riportati anche i risultati di elaborazioni tipo, con valori arrotondati in eccesso, per punti fino a 1000 m di distanza dalle fonti di inquinamento. Il calcolo delle concentrazioni previste è stato condotto con il modello matematico DIMULA 2.1 (ENEA Cirillo & Manzi 1991; Cirillo et al. 1993), e con riferimento ad una griglia di valutazione quadrata, costituita da 20 x 20 maglie, ciascuna di 100 m di lato (estensione complessiva 2 x 2 km) I valori delle concentrazioni a distanza di 50 metri è stato stimato pari al doppio del valore calcolato per distanza di 100 metri. Definizione della condizione peggiore Si tratta della combinazione di emissioni (scarichi dei mezzi e produzione di polveri per le lavorazioni) e di condizioni meteorologiche (vento costante nelle 24 ore alla velocità di 1,5 ml/sec) che determinano la maggiore concentrazione di particelle sospese inquinanti. Definizione della condizione media annua: Si tratta della combinazione di emissioni (scarichi dei mezzi e produzione di polveri per le lavorazioni) e di condizioni meteorologiche che si registrano mediamente in un anno tipo (ricavato dall analisi delle annate meteorologiche registrate alla stazione meteorologica più vicina all area di indagine). Concentrazione delle emissioni in fase di costruzione Nelle seguenti tabelle si indicano i risultati dei calcoli sopra citati, riguardanti cantieri di tipo edile che, per tipologia e numero di mezzi impiegati, sono assimilabili ai cantieri previsti in progetto. La comparazione dei dati consente di stimare la concentrazione di particolati, con riferimento all ipotetica distanza dei recettori sensibili dalla sorgente di emissione, durante la fase di costruzione dell opera. I dati riportati in tabella sono quelli ottenuti in condizioni ambientali sfavorevoli condizione peggiore e quelli ricavati dalla comparazione di valori misurati in un anno condizione media annua. 134

136 Stima della condizione peggiore Stima di previsione della concentrazione totale di particolati nella condizione peggiore in relazione alla distanza dalla sorgente di emissione distanza dalla sorgente di emissione [m] condizione peggiore con calma di vento [µg/m 3 ] Condizione peggiore con vento a velocità 1,5 m/sec [µg/m 3 ] Stima della condizione media del periodo di cantiere: Stima di previsione della concentrazione totale di particolati nella condizione media in relazione alla distanza dalla sorgente di emissione distanza dalla sorgente di emissione [m] Condizione media annua [µg/m 3 ]

137 Valutazione dei risultati La stima della condizione media annua è stata eseguita per poter comparare i dati con i limiti di legge, che sono nettamente superiori a quelli sopra elaborati. A tale proposito, si osserva che il fenomeno può agevolmente essere tenuto sotto controllo applicando le normali precauzioni preventive tipiche dei cantieri edili anche in considerazione dei seguenti elementi favorevoli: Il cantiere di lavoro ipotizzato è principalmente di tipo mobile, cioè con fonte di emissione che interessa gli eventuali ricettori soltanto per un periodo di tempo limitato; Le aree di cantiere sono servite in gran parte da una strada camionabile (Strada Comunale di San Michele di Mondovì) asfaltata che, per tipologia costruttiva, può sopportare il transito di mezzi pesanti nei due sensi di marcia. Le strade sterrate di accesso alle zone di scavo sono brevi si sviluppano in aree agricole e sono ad oggi utilizzate per l accesso agli appezzamenti agricoli a margine del corso d acqua; Le elaborazioni per la definizione dei valori calcolati di concentrazione di particelle sospese nell aria (particolati) indotte dalle attività di cantiere, sono state condotte con riferimento alla situazione peggiore ed alla situazione media annua. Nel primo caso sono state ipotizzate le condizioni che risultano più gravose (nel senso di condizioni in grado di determinare le condizioni più elevate) in termini meteorologici e di emissioni di particolato per ciascuna tipologia costruttiva. Tali condizioni peggiori prevedono in particolare che si mantengano costanti durante l intera giornata la direzione/velocità del vento e la classe di stabilità atmosferica. Stante le ipotesi assunte, dalla lettura dei risultati si evince che esiste la possibilità, nelle condizioni meteoclimatiche e di emissioni congiuntamente sfavorevoli, di conseguire presso i ricettori prossimi alle aree di lavorazione valori di concentrazione dello stesso ordine di grandezza dei limiti normativi per il 95 percentile delle concentrazioni medie di 24 ore rilevate in un anno, fissato pari a 300 µg/m 3. Al riguardo si ricorda che il non rispetto del suddetto limite normativo (D.P.C.M. n. 30 del 28/03/83) si verifica quando tale concentrazione viene superata per un numero maggiore al 5% delle rilevazioni sulle 24 ore in un anno. In questo senso la considerevole distanza dei recettori dai luoghi in cui si concentrano le attività di cantiere, riduce ulteriormente la probabilità che si verifichino congiuntamente le condizioni meteorologiche e di emissioni sfavorevoli per una durata da determinare il superamento delle indicazioni normative. In considerazione soprattutto dell eventualità peggiore, saranno comunque previste, nell ambito delle attività di cantiere, azioni opportune per il controllo delle concentrazioni di particolati come l interruzione delle attività lavorative nel caso di sussistenza delle condizioni maggiormente critiche descritte in precedenza. In linea generale non si prevedono ordinarie situazioni di rischio per quanto riguarda l inquinamento atmosferico da particelle sospese. Durante la fase di esercizio l impianto non ha alcuna interferenza con la qualità dell aria in quanto l impianto non produce emissioni di sostanze gassose o di particolati nell atmosfera. Anche per la manutenzione e la guardiania il passaggio dei mezzi di servizio si riduce ad uno per settimana, e le emissioni relative sono del tutto trascurabili nel contesto locale e generale. 136

138 Stima degli impatti potenziali Potenziali effetti negativi Produzioni significative di inquinamento atmosferico (polvere ecc.) durante la fase di cantiere. Durante la fase di esercizio, l opera in progetto non avrà alcuna interferenza con la qualità dell aria in quanto non produrrà emissioni gassose o di particolati nell atmosfera ma, anzi, contribuirà al risparmio complessivo di combustibili fossili, e quindi alla riduzione delle emissioni in generale. Per la stima degli impatti potenziali sono state prese in considerazione le caratteristiche qualitative e morfologiche dell ambiente, la presenza di ricettori sensibili e le scelte preliminari progettuali relative alla fase di cantierizzazione: dall analisi di tali caratteristiche emerge che l impatto dell opera sul settore ambientale aria è negativo ma temporaneo (si riferisce solamente alla durata dei lavori di realizzazione), completamente reversibile e mitigabile. Infatti, gli impatti potenziali generati durante la fase di realizzazione, riconducibili in gran parte al sollevamento di polveri ed in minima parte alle emissioni dei mezzi impiegati (questi ultimi pressoché trascurabili), si afferma che saranno di entità moderata e con effetti trascurabili sull atmosfera se accompagnati dalle preventive azioni di cantiere per il controllo delle concentrazioni. In tema di salute degli operatori di cantiere si deve prevedere l aspersione di acqua sulle linee di transito dei mezzi adibiti al trasporto terra durante i periodi più siccitosi. Per quanto riguarda la componente Aria, l impatto attribuibile all opera è dato dall inquinamento generato dai mezzi utilizzati durante la fase di cantiere per l innalzamento di polveri e per l emissione di gas di scarico. L impatto è però temporaneo e legato strettamente alla durata dei cantieri; inoltre, può essere ridotto in modo consistente adottando misure di mitigazione rispetto all innalzamento delle polveri ed attraverso una corretta pianificazione dei lavori. stima di impatto su Qualità e utilizzo dell ATMOSFERA FASE breve periodo IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo Breve periodo periodo periodo periodo 1. Cantiere X X 2. Esercizio X X 3. Abbandono X X ininfluente nel breve e nel lungo periodo lungo periodo 137

139 3.3. CLIMA Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale clima sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Fase di esercizio dell'impianto idroelettrico Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo Riduzione delle emissioni di gas-serra (e dei conseguenti contributi al global change) rispetto alla situazione attuale negativo / Le azioni di progetto sopra citate generano impatti positivi e temporanei di lunga durata (intera durata della fase di esercizio). L impatto attribuibile all opera sul clima è dovuto al fatto che l impianto produce energia da fonti rinnovabili e permette di sostituire una quota di energia da fonti fossili in piena sintonia con i principi del Protocollo di Kyoto. 138

140 Riduzione delle emissioni di gas-serra (e dei conseguenti contributi al global change) rispetto alla situazione attuale Nell ambito globale degli effetti sul Clima l impianto produce energia da fonti rinnovabili e non produce in alcun modo gas capaci di incrementare l effetto serra. In particolare, tenuto conto che ad ogni GWh/anno corrispondono circa 732 t/anno di CO 2 potenzialmente non emesse da impianti termoelettrici, la produzione prevista dell impianto in progetto, pari a 7,29 GWh nell arco di un anno di produzione, permetterà di rimpiazzare una quota di energia da fonti fossili equivalente alla non emissione in atmosfera di t/anno di CO 2 in piena sintonia con i principi di tutela ambientale stabiliti con il Protocollo di Kyoto Stima degli impatti potenziali L impatto potenziale a livello di clima del progetto è da considerarsi ininfluente in fase di cantiere e positivo con grado di significatività apprezzabile in fase di esercizio. stima di impatto sul CLIMA FASE breve periodo 1. Cantiere X 2. Esercizio X IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo 3. Abbandono X Ininfluente in fase di cantiere Positivo in fase di esercizio lungo periodo 139

141 3.4. AMBIENTE IDRICO Idrografia Il progetto si colloca nell ambito del bacino idrografico Alto Tanaro nei pressi di San Michele Mondovì, in Provincia di Cuneo. Più in particolare l intervento interessa il sottobacino del Torrente Corsaglia. Il bacino di alimentazione dell impianto idroelettrico Il progetto dell impianto idroelettrico si basa sull utilizzo delle acque convogliate dal Torrente Corsaglia, alla sezione di chiusura di quota 398,00 m s.l.m. Le superfici di deflusso del bacino sono le seguenti: Bacino Torrente Casotto 77,8 km 2 Bacino Torrente Corsaglia 153,9 km 2 Totale Bacino Corsaglia a San Michele M.vì 231,7 km 2 Il bacino del Torrente Corsaglia si estende per 231,7 km 2 a monte della sezione di chiusura di San Michele Mondovì e comprende i sottobacini dei Torrenti Casotto e Corsaglia. Gli aspetti idrologici complessivi dell area sono trattati nella Relazione idrologica (elaborato di progetto n. 1.2), redatta dall ing. Sergio Sordo, mentre per gli aspetti idrogeologici della zona interessata dalla costruzione dell impianto idroelettrico si fa 140

142 riferimento alla Relazione geologica (elaborato di progetto n. 1.3) del dott. geol. Luca Bertino. Le caratteristiche idrologiche e idrogeologiche del Bacino del Torrente Corsaglia non inducono a presupporre danni ambientali significativi indotti dalle fasi di costruzione e di esercizio dell impianto in progetto. Nella Tavola n. 1.4 Reticolo idrografico (scala 1:10.000) è indicata la rete idrografica che evidenzia il corso meandriforme del Torrente Corsaglia e l assenza di affluenti nel tratto sotteso dall impianto idroelettrico. Tavola n. 1.4 Reticolo idrografico riportata nell allegato SIA Caratteristiche della derivazione Noto il dimensionamento dell'impianto è possibile ricavare le portate effettivamente utilizzate che si discostano dalle portate derivabili per due ragioni: non viene effettuata alcuna derivazione in presenza di una portata in arrivo inferiore alla somma della minima portata turbinabile (1,2 m 3 /s al di sotto della quale il rendimento della turbina è troppo basso) e del DMV; la portata massima derivata è limitata alla portata massima di dimensionamento dell'impianto (10 m 3 /s); 141

143 Considerazioni sulle modalità di rilascio dell impianto in progetto Le portate di rilascio a valle della traversa, nel tratto di alveo sotteso, sono pienamente conformi alla normativa vigente, in particolar modo al Regolamento Regionale 8/R Disposizioni per la prima attuazione delle norme in materia di deflusso minimo vitale L.R. 29/12/2000 n 61. Oltre al rilascio minimo indipendente dalle portate presenti in alveo (il DMV di base è pari a 9,6 m 3 /s), il sopraccitato regolamento prevede un ulteriore rilascio modulato che eccede il DMV di base ed è corrispondente al 10% della portata rimanente e che segue l equazione: Qr = DMV + 10%(Qt DMV) Il rapporto di modulazione non è costante, ma dipende dalla geometria dei dispositivi di rilascio del DMV e dell opera di presa. Il rapporto di modulazione in particolare aumenta al diminuire della portata, favorendo in questo modo i rilasci maggiori nei periodi di minore presenza idrica. La variabilità della modulazione in funzione della portata implica che il rapporto sia compreso tra il 14,9% (condizione di derivazione minima) ed il 10,1% (situazione di derivazione massima). Di seguito si riportano le simulazioni del calcolo della modulazione nelle tre condizioni caratteristiche di portata derivata: portata minima d esercizio Q min = 1,2 m 3 /s; portata media annua derivabile Q med = 6,2 m 3 /s; portata massima d esercizio Q max = 10,0 m 3 /s. Nelle condizioni attuali il Torrente Corsaglia presenta condizioni di deflusso le cui portate sono sempre superiori al DMV calcolato al Cap

144 Qualità delle acque (schede IBE) La valutazione della qualità delle acque è stata effettuata attraverso la valutazione dell indice biotico esteso (I.B.E.). Sono stati presi in considerazione i seguenti punti: 1. Punto captazione - Zona corrispondente alla captazione in progetto. 2. Punto centrale - all interno dell area sottesa alla derivazione 3. Punto di restituzione - a valle della restituzione. Sono poi stai rilevati una serie di parametri chimico-fisici in situ attraverso l utilizzo di una sonda multiparametrica, (T acqua, ph, conducibilità, O 2 %, O 2 ppm, Redox), per meglio caratterizzare le condizioni in cui è stato effettuato il prelievo IBE. Tab 1. Condizioni dei principali parametri chimico fisici al momento del campionamento I.B.E Parametro Punto captazione Punto centrale Punto di valle T.acqua ( C) 12,40 12,42 12,44 ph 8,78 8,76 8,72 cond.(ηs) O 2 % 93,50 93,10 92,70 O 2 ppm 9,87 9,82 9,79 Redox mv I dati rilevati mettono in evidenza una sostanziale omogeneità di valori indicante quindi la mancanza di macroscopiche alterazioni all interno del tratto di fiume sotteso alla captazione. Le lievissime differenze sono attribuibili a piccoli cambiamenti di esposizione, velocità. Nelle pagine seguenti si riportano le schede relative al rilievo dell indice I.B.E. effettuato nel mese di maggio 2004 nei siti indicati dal piano di monitoraggio. 143

145 scheda IBE n. 1 Scheda di rilevamento Punto captazione Corso d acqua: Comune: Corsaglia San Michele Mondovì Data: 20/10/2010 Plecotteri Leuctra X Efemerotteri Baetis Ecdyonurus X X Tricotteri Hydropsychidae X Ditteri Odonati Bivalvi Coleotteri Eterotteri Oligocheti Irudinei Tricladi Crostacei Chironomidae Limonidae Simulidae Gomphus Calopterix Tubificidae Lumbriculiae X X X X X X X Gasteropodi Ancylidae X Altri 144

146 scheda IBE n. 2 Scheda di rilevamento Punto centrale Corso d acqua: Comune: Corsaglia San Michele Mondovì Data: 20/10/2010 Plecotteri Leuctra X Efemerotteri Baetis Ecdyonurus X X Tricotteri Hydropsychidae X Ditteri Odonati Bivalvi Coleotteri Eterotteri Oligocheti Irudinei Chironomidae Limonidae Simulidae Gomphus Calopterix Tubificidae Lumbriculiae X X X X X X X Tricladi Dina X Crostacei Gasteropodi Ancylidae X Altri 145

147 scheda IBE n. 3 Scheda di rilevamento Punto di restituzione Corso d acqua: Comune: Corsaglia Lesegno Data: 20/10/2010 Plecotteri Leuctra X Efemerotteri Baetis Ecdyonurus X X Tricotteri Hydropsychidae X Ditteri Chironomidae Limonidae Simulidae Ceratopogonidae X X X X Odonati Calopterix X Bivalvi Coleotteri Eterotteri Oligocheti Tubificidae X Irudinei Dina X Tricladi Crostacei Gasteropodi Ancylidae X Altri 146

148 COMMENTO Punto di captazione Il Corsaglia in questo punto presenta una discreta comunità macrobentonica, sono infatti presenti 12 unità sistematiche. Non si evidenziano specie di particolare pregio. Le 12 unità sistematiche individuate, danno un valore di IBE pari a 8, la classe di qualità è la II, caratteristica di ambienti i cui sono evidenti alcuni effetti dell inquinamento. COMMENTO Punto centrale. Il Corsaglia qui presenta una comunità macrobentonica con una unità sistematica in più (ai fini IBE) rispetto alla stazione di monte. La comunità di macroinvertebrati è anche in questo caso caratteristica di ambienti i cui sono evidenti alcuni effetti dell inquinamento. Il valore di IBE è qui pari a 8. La classe di qualità è la II. COMMENTO Punto di restituzione Il punto di valle presenta 12 unità sistematiche valide ai fini dell indice, non manifestando sostanziali differenze rispetto ai punti che lo precedono. il valore di IBE resta pari a 8. La classe di qualità è la II. Nel complesso i punti segnalano una sostanziale omogeneità di valori che, per il tratto di asta torrentizia individuata, identificano un corso d acqua in classe di qualità II. 147

149 Piano di monitoraggio delle acque Visto e considerato quanto sopra, si ipotizza, per questa tipologia di captazione, il seguente piano di monitoraggio. Tab 8 Tipologia indagini Parametro Metodo analitico Unità di misura Ossigeno disciolto Sonda % Ossigeno disciolto Sonda ppm- mg/l Temperatura Sonda C Conducibilità Sonda µs/cm ph Sonda - Redox Sonda mv I.B.E Ghetti - Le indagini andranno effettuate per un periodo ante operam, precedente di un anno l inizo dei lavori a livello conoscitivo, e dovranno durare con il seguente calendario, fino a tre anni successivi il completamento dei lavori. La localizzazione dei prelievi, dovrà coincidere con quella segnata nella carta indicante i punti IBE. Tab.9. Calendario indagini Parametro Ossigeno disciolto % Ossigeno disciolto ppm Temperatura Conducibilità ph Redox I.B.E Frequenza Stagionale Stagionale Stagionale Stagionale Stagionale Stagionale Stagionale 148

150 Il calendario delle indagini andrà concordato con gli organi competenti e comunicata con anticipo la data precisa dei rilievi. Per quanto riguarda le valutazioni relative alla portata, si ritiene adeguato, utilizzare quelle fornite dalla centrale. Eventuali altre indagini saranno da concordare con le autorità responsabili, prima dell avvio del monitoraggio e in conseguenza di accertamenti di anomalie riscontrate nel monitoraggio Analisi delle interferenze con l ambiente idrico In questo paragrafo sono evidenziati i potenziali fattori di interferenza sull ambiente dovute alle attività di costruzione e di esercizio dell opera. In particolare si segnala che il progetto prevede l adeguamento di uno sbarramento esistente ed efficiente al servizio del Consorzio irriguo Molino Vecchio, attualmente privo si scala di rimonta per ittiofauna, la cui realizzazione prevista in progetto ha un indubbia valenza dmigliorativa delle caratteristiche ambiantali del corso d acqua nel tratto interessato. Per quanto riguarda la variazione delle portate, risulta evidente come la diminuzione della portata, non determina un proporzionale restringimento del letto bagnato; il fiume poi conserverà tratti a corrente rapida (riffles) e tratti a corrente lenta (ovviamente dominanti vista la scarsissima pendenza media). Un continuo controllo della qualità dell ambiente idrico, permetterà di bloccare sul nascere eventuali imprevisti Valutazione dei risultati Visto, in progetto, il buon quantitativo di acqua rilasciata, non si prevede che il Corsaglia possa subire impatti in grado di alterarne la qualità delle acque. Non si prevede che le lavorazioni previste per la costruzione dell impianto idroelettrico abbiano la possibilità di interferire direttamente sull ambiente idrico in quanto sono previste tutte le precauzioni per evitare rischi di inquinamento. A tale proposito si segnala che non si prevede l utilizzo di materiali potenzialmente inquinanti nella realizzazione delle opere civili in progetto, pertanto la probabilità di inquinamento delle acque si può verificare soltanto in seguito al malfunzionamento accidentale dei mezzi d opera, con dispersione nell ambiente di oli e carburanti. Gli effetti negativi del progetto relative alla diminuzione di portata nel tratto di asta torrentizia sottesa (1,5 km) sono certamente assorbibili dal corso d acqua che manterrà la variabilità stagionale grazie alla strategia di prelievo e al dimensionamento dell impianto. La costruzione della scala di rimonta per ittiofauna su una struttura di derivazione esistente che ne è priva, rappresenta un adeguamento di una struttura esistente alle recenti normative regionali con forte impatto positivo sulla continuità biologica del Torrente Corsaglia. Il valore di deflusso minimo veitale, superiore a quello stabilito dal PTA, sarà una maggiore garanzia di tutela del corso d acqua, per cui gli effetti negativi della derivazione risulteranno essere fortemente attenuati. 149

151 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale ambiente idrico sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Rimozione della coltre vegetazionale e pedologica Scavi e sbancamenti Movimentazione delle terre Costruzione dei manufatti Modellamento morfologico Opere di rinaturalizzazione Fase di esercizio dell impianto idroelettrico Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / negativo Deviazione temporanea di corsi d acqua per esigenze di cantiere ed impatti conseguenti Derivazioni permanenti di corsi d'acqua ed impatti conseguenti Rischi di inquinamento di corpi idrici da sversamenti incidentali di sostanze pericolose da automezzi Le azioni di progetto sopra citate generano impatti negativi dovuti all attività di cantiere (di tipo temporaneo) e, soprattutto, alla derivazione di parte della portata del Torrente Corsaglia, il che risulta imprescindibile nella realizzazione di una centrale idroelettrica, peraltro tale impatto è continuativo essendo connesso alla fase di esercizio della centrale. 150

152 Deviazione temporanea di corsi d acqua per esigenze di cantiere ed impatti conseguenti Il cantiere potrà prevedere lo spostamento temporaneo di corsi d acqua o comunque un impegno significativo degli alvei attuali. Azioni di questo tipo possono essere causa di alterazioni di ecosistemi acquatici. Lo spostamento del corso d acqua riguarderà le operazioni di realizzazione della traversa, degli attraversamenti della condotta in subalveo nei punti indicati in planimetria e per la realizzazione del punto di restituzione. I lavori previsti sono paragonabili e quelli tipici della realizzazione di difese spondali per i quali si prevede di far defluire la portata disponibile in alveo su un lato dello stesso, incanalandola con la creazione di un solco laterale più profondo che interessa l alveo attivo del corso d acqua. Si tratta quindi di movimenti di materiali prevalentemente lapidei con ammasso degli stessi in alveo. Questa operazione provoca uno stravolgimento temporaneo dell alveo con intorpidimento dell acqua. Il corso d acqua nel tratto sotteso dall impianto idroelettrico e più a valle dello stesso, non è interessato da prelievi idrici di tipo idropotabile, quindi si escludono rischi di inquinamento di acquedotti. Viceversa, alcune decine di metri a valle dell opera di restituzione è attiva una stazione di pompaggio per l approvvigionamento di acqua per uso industriale da parte delle Acciaierie del Tanaro. A questo proposito sarà necessario coordinare le lavorazioni in alveo con la società proprietaria della derivazione idrica al fine di evitare che fanghi possano danneggiare l impianto di aspirazione, la condotta idrica e le vasche di accumulo esistenti. Dal punto di vista ambientale, con particolare riferimento all ecosistema acquatico, l inevitabile annullamento localizzato degli equilibri ecologici non potrà produrre effetti destabilizzanti dell intero corso d acqua, viste le limitate porzioni di alveo interessate dai lavori Derivazione permanente del corso d'acqua ed impatti conseguenti Ai fini della trattazione degli effetti del progetto sull ambiente idrico, è necessario premettere che nel processo di produzione d energia idroelettrica non vengono emesse sostanze gassose o liquide che possano inquinare l'acqua, per cui le possibili fonti di inquinamento dell ambiente idrico sono esclusivamente relative alle fase di costruzione, durante la quale macchine, mezzi ed attività di cantiere possono venire a contatto con i corpi idrici. L opera in progetto prevede la derivazione a scopo idroelettrico di parte della portata del Torrente Corsaglia, in un tratto di torrente che solca il Comune di Castello di Annone. L impianto, dello sviluppo di circa 100 metri, interessa un equivalente tratto sotteso ed è classificabile in funzione delle proprie caratteristiche come impianto ad acqua fluente a salto concentrato. L impianto idroelettrico progettato non possiede capacità d invaso, se non per i piccoli volumi d acqua contenuti nelle varie opere idrauliche che compongono la centrale, che non possono essere sfruttate in modo proficuo per la modulazione della portata. Gli effetti sull ambiente idrico sono riconducibili prevalentemente alla variazione della quantità d acqua presente nel corpo idrico piuttosto che alla qualità della stessa, che può essere alterata soltanto in caso di eventi casuali o accidentali, del tutto imprevedibili a priori. Per quanto riguarda la qualità ambientale del corso d acqua, essa è strettamente correlata sia alla portata defluente in alveo sia alle relative fluttuazioni stagionali. Il regime dei deflussi idrici influisce su tutte le principali condizioni ecologiche che 151

153 caratterizzano un corpo idrico ad acque correnti: qualità dell acqua, natura e dislocazione dei substrati di erosione-deposito, vegetazione riparia, termodinamica, ecc.. La realizzazione dell impianto ha come obiettivo il rispetto di tutte le condizioni ecologiche affinché si mantengano la funzionalità e la qualità dell ecosistema fluviale. L analisi delle portate naturali di un corso d acqua dipende strettamente dalla disponibilità di misurazioni di portata in sezioni rappresentative. A tal fine sono stati effettuati i calcoli relativi alla portata media annua, al regime ideologico medio e al deflusso minimo vitale (DMV) applicando le direttive regionali. Gli impatti dell opera di derivazione idroelettrica sull ambiente idrico sono concentrati in particolar modo sull ittiofauna e sul rischio di creare una soluzione di continuità biologica del corso d acqua. Il rischio di perturbazione degli equilibri ecosistemici acquatici viene affrontato con l inserimento di una scala di rimonta per l ittiofauna che costituisce un importante elemento di mitigazione degli impatti dovuti alla costruzione della traversa fluviale. Ulteriori considerazioni devono essere effettuate per quanto riguarda il rilascio in alveo di una portata sufficiente a garantire la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi presenti, e quindi la funzionalità dell ecosistema idrico, già prevista nel progetto ed esplicata nel quadro progettuale (rilascio del DMV) e per quanto concerne l utilità di un impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili, e quindi il fine ultimo di un ulteriore risparmio energetico rispetto alle fonti di inquinamento, in armonia con quanto previsto dagli accordi internazionali e per uno sviluppo sostenibile Aspetti del prelievo idrico e deflusso minimo vitale (DMV) L impianto idroelettrico in progetto prevede l utilizzo di parte della portata del Torrente Corsaglia per uso idroelettrico. Per gli aspetti idrologici si rimanda alla Relazione idrologica di progetto, redatta dall Ing. Sergio Sordo, dalla quale si evidenzia la metodologia di calcolo adottata per la quantificazione del DMV rilasciato a valle delle opere di derivazione. La strategia di prelievo adottata nasce dalla volontà e dalla necessità di rispettare le esigenze dell ecosistema fluviale e la naturalità dell ambiente idrico rappresentato dal Torrente Corsaglia in modo da mantenere la variabilità delle portate stagionali. Il deflusso minimo vitale (DMV) è la minima portata d acqua che deve essere rilasciata nel corpo idrico a valle dello sbarramento o dell'opera di presa per garantire un deflusso a valle sufficiente per altri utilizzi (ambientale, approvvigionamento idrico, pesca); costituisce un parametro di valutazione per la stima della effettiva incidenza che hanno le derivazioni sui corpi idrici assoggettati. Sarà lasciato defluire un DMV modulato. La portata rilasciata in alveo è sempre al di sopra della soglia calcolata per il deflusso minimo vitale base, pari a 625 l/s, con un minimo di modulazione pari al 10% della rimanente portata. Il rapporto tra l opera e gli ecosistemi dell area oggetto d intervento è un aspetto fondamentale, che è stato esaminato nella progettazione dell impianto idroelettrico, soprattutto in considerazione del fatto che esistono due aspetti strettamente collegati con il prelievo di acque superficiali e che possono generare impatti di due diversi ordini: impatto relativo alla variazione (diminuzione) della quantità dell'acqua, con possibili conseguenze per gli utilizzatori ed effetti sulla fauna acquatica; impatto relativo alla variazione di qualità dell'acqua in conseguenza di variazioni di quantità ed anche in conseguenza di possibili modificazioni della vegetazione riparia. La diminuzione della portata d acqua nel Torrente Corsaglia, non prescinderà dal rilascio del DMV maggiorato di una quota integrativa variabile, in modo da consentire alla fauna 152

154 ittica di continuare a vivere e a riprodursi senza alcuna difficoltà, inoltre la traversa di derivazione sarà dotata di una scala di rimonta per ittiofauna che garantirà la continuità biologica nel torrente permettendo ai pasci di percorrere il torrente da valle verso monte e viceversa. La scala di risalita per ittiofauna sarà realizzata a vasche successive ed è dimensionata in modo tale che al suo interno l acqua non scorra a velocità superiore a 1,15 m/s, inoltre gli scalini della vasca avranno altezza non superiore ai 30 cm in modo da non costituire un ostacolo al transito dei pesci Rischi di inquinamento di corpi idrici da sversamenti incidentali di sostanze pericolose da automezzi L impianto in esercizio non ha alcuna possibilità di inquinare il corso d acqua. L acqua viene convogliata alle turbine e viene restituita al Fiume con le medesime caratteristiche chimico-fisiche. Durante la realizzazione del progetto, quindi in fase di cantiere, il frequente passaggio di mezzi per il movimento terra transitanti sulla viabilità ordinaria, comporta rischi ambientali non prevedibili quali l accidentale sversamento di gasolio nei suoli o in corpi idrici adiacenti in caso di ribaltamento di mezzi d opera. L eventualità, seppur remota, potrebbe determinare effetti negativi sulle componenti ambientali coinvolte Stima degli impatti potenziali Gli effetti dell opera sull Ambiente idrico (acque superficiali) sono riconducibili prevalentemente alla variazione della quantità d acqua presente nel corpo idrico piuttosto che alla qualità della stessa, che non può essere alterata dalle strutture e dagli impianti in progetto. La rete idrica superficiale dell area sarà modificata in modo continuo e a lungo termine (per il periodo di esercizio), ma reversibile: tuttavia, la restituzione nel Torrente Corsaglia della portata prelevata avverrà m a valle del punto di prelievo. Si può quindi affermare che la rete di drenaggio superficiale principale, rappresentata dall asta del Torrente Corsaglia, subirà un impatto moderato dovuto alla sottrazione parziale di acqua dall alveo con modalità compatibili con gli equilibri ambientali. Per quanto riguarda la qualità ambientale del corso d acqua, strettamente correlata sia alla portata defluente in alveo sia alle relative fluttuazioni stagionali, la realizzazione dell impianto ha come obiettivo il rispetto di tutte le condizioni ecologiche affinché si mantengano la funzionalità e la qualità dell ecosistema fluviale: a tal fine, è previsto il rilascio del DMV maggiorato e la modulazione stagionale delle portate prelevate. La presenza della scala di rimonta per l ittiofauna, dimensionata in modo tale che i pesci possano superare agevolmente lo sbarramento, impedisce che tra il tratto a valle dello sbarramento e quello di monte possa crearsi un punto di discontinuità nell alveo che potrebbe creare alcuni inconvenienti al sistema ecologico che regola la vita dell ittiofauna. 153

155 stima di impatto su Qualità e utilizzo dell AMBIENTE IDRICO IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo FASE Breve periodo lungo periodo breve periodo lungo periodo breve periodo lungo periodo 1. Cantiere X 2. Esercizio X 3. Abbandono X negativo nel lungo periodo ininfluente a breve scadenza in fase di esercizio e di abbandono 154

156 3.5. SUOLO, SOTTOSUOLO, ASSETTO IDROGEOLOGICO Individuazione di unità litologiche e dissesti Come risulta dalla Tavola n. 2.3 Unità litologiche e dissesti (scala 1:10.000), che riporta i dati diffusi dalla Regione Piemonte, il progetto si colloca su un territorio con matrice litologica caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali a prevalenti ghiaie, sabbie e limi. La carta inoltre non evidenzia la presenza di fenomeni franosi attivi o quiescenti nella zona su cui sorgeranno la vasca di carico ed il locale turbine e nella zona dove verrà interrata la condotta forzata. La carta evidenzia alcuni fenomeni franosi dovuti a crollo/ribaltamento lungo le sponde del torrente Corsaglia nel tratto sotteso alla condotta forzata. Si precisa che il tracciato della condotta non interessa direttamente le zone soggette a questi fenomeni. La carta di Unità litologiche e dissesti riportata nell allegato SIA 2 * Regione Piemonte - Direzione servizi tecnici di prevenzione Settore studi e ricerche geologiche Sistema informativo prevenzione rischi. 155

157 Aspetti litologici L area oggetto d intervento giace su una matrice litologica uniforme, costituita da depositi alluvionali che per la maggior parte, sono rappresentati da ghiaie sabbie e limi. Tale matrice litologica alluvionale ha origine recente (Olocene) ed è caratteristica delle zone di pianura e di fondovalle, si infatti originata in seguito ai continui apporti di materiale dovuti al trasporto solido operato dai corsi d acqua. La geolitologia dell area in oggetto è quindi legata soprattutto ai fenomeni di deposito fluviale per cui si sono costituiti coltri di sabbie ghiaiose e ghiaie grossolane con ciottoli e massi centimetrico-decimetrici, scarsamente addensate e con coesione pressoché nulla. Il materasso alluvionale presenta spessori variabili da 2 ad oltre 8-10 metri nelle zone di maggiore accumulo e risulta delimitato alla base dal sistema dei terrazzi a depositi argilloso-limoso-sabbiosi del Pleistocene. Il Torrente Corsaglia si è incuneato in questi sedimenti con percorso a meandri che hanno portato alla luce formazioni rocciose di tipo sedimentario che risultano tagliate in modo netto dal fenomeno erosivo con pareti verticali ed anche strapiombanti. Per ulteriori e più precisi chiarimenti si rimanda alla Relazione Geologico-tecnica allegata al progetto, redatta dal Dott. Luca Bertino Aspetti idrogeologici Il tema dell assetto idrogeologico è stato studiato nel dettaglio ed i risultati principali dell indagine risultano ben evidenziati dalla cartografia dei rischi idrogeologici che riguarda l individuazione delle scarpate di erosione spondale, l alveo del torrente, l alveo di piena, il limite del campo di inondazione dell alluvione del 94 e i processi franosi per saturazione e fluidificazione del terreno superficiale. I fenomeni idrogeologici sono stati determinanti nella scelta del tracciato della condotta forzata con percorso sotterraneo e nella collocazione degli elementi di progetto emergenti rispetto al piano di campagna che sono previsti in aree esterne rispetto all alveo di piena. Legenda della carta dei rischi idrogeologici Estratto della carta dei rischi idrogeologici parte alta dell impianto 156

158 157

159 Estratto della carta dei rischi idrogeologici parte bassa dell impianto 158

160 Aspetti pedologici Da un punto di vista podologico i suoli dell area di indagine si presentano per la maggior parte di neoformazione e possiedono un profilo tipico dei suoli poco evoluti. Il continuo apporto di materiale litoide dovuto alle periodiche alluvioni del Torrente Corsaglia dà origine a suoli caratterizzati da un orizzonte superficiale scarsamente evoluto a granulometria medio-grossa, costituito in prevalenza da, ghiaia, sabbie e limi Difesa e conservazione dei suoli La difesa e la conservazione dei suoli si basano sulla ricostruzione del cotico erboso, là dove questo è stato distrutto, a causa dei lavori di scavo. La ricostruzione sarà effettuata con la sistemazione del terreno di riporto, rendendolo compatto in modo uniforme (per evitare un eccessiva erosione) ed allo stesso tempo soffice (per una buona penetrazione delle radici): tali accorgimenti sono utili a stimolare una crescita del cotico erboso più veloce e più naturale possibile, evitando importanti perdite di suolo dovute all erosione data dall effetto battente della pioggia e dal vento. Per favorire ciò, sono previsti degli inerbimenti, semine, recinzione di siti, concimazioni ed irrigazioni di soccorso Capacità d uso dei suoli ai fini agricoli e forestali Nella Tavola n. 2.4 Capacità d uso del suolo (scala 1:10.000) sono riportate le Classi di capacità d uso dei suoli, così come individuate dalla Regione Piemonte Direzione servizi tecnici di prevenzione Settore studi e ricerche geologiche Sistema informativo prevenzione rischi. La base cartografica di riferimento è la cartografia vettoriale della Capacità d uso dei suoli disponibile on-line sul sito internet relativo al repertorio cartografico della Regione Piemonte. 159

161 La carta della Capacità d uso dei suoli ai fini agricoli e forestali riportata nell all. SIA 2 La classificazione della capacità d uso dei suoli ha lo scopo di fornire una serie di indicazioni utili e prontamente comprensibili per il miglior uso del territorio per i fini agrosilvo-pastorali da un punto di vista produttivo. La realizzazione della carta di capacità d uso è stata fatta seguendo la metodologia della Land Capability Classification (LCC) elaborata nel 1961 dal Soil Conservation Service del Dipartimento dell Agricoltura degli Stati Uniti d America (USDA). Il metodo non considera la potenzialità dei suoli rispetto ad usi particolari o a specifiche colture, ma assegna ad ogni tipo pedologico una capacità d uso generica che tiene conto di tutti i suoi parametri permanenti e non modificabili da interventi antropici. I suoli dell area di studio, sulla base delle principali caratteristiche descritte, possono essere inseriti nella classe 4 della classificazione proposta dalla LAND CAPABILITY CLASSIFICATION, elaborata dall USDA. Nel caso specifico la cartografia di vasta scala mostra come l intervento si inserisca in un area dove i suoli appartengono alla Classe 4, definiti rispettivamente Suoli con molte limitazioni. In particolare la sigla s1 indica che le limitazioni sono dovute alla ridotta potenza del suolo che ostacola l approfondimento radicale. Di seguito è descritta la classe di uso suolo sopra evidenziata. Classe 4: Suoli con molte limitazioni Si tratta di suoli con molte limitazioni che restringono la scelta delle colture e richiedono accurate pratiche agronomiche. Se coltivati è necessaria una gestione più accurata e le pratiche di conservazione sono più difficili da applicare e mantenere. Possono essere usati per colture agrarie (erbacee e arboree), pascolo, arboricoltura da legno e bosco. Sono suoli anche fertili ma posti generalmente su pendici con media acclività. 160

162 L utilizzazione per le colture è limitata a causa degli effetti di una o più caratteristiche permanenti quali: pendenza, forte suscettibilità all erosione idrica e agli smottamenti, forti effetti delle erosioni pregresse, superficialità del suolo, bassa capacità di ritenuta idrica, umidità eccessiva anche dopo interventi di drenaggio, clima moderatamente sfavorevole per molte colture agrarie. Particolari trattamenti e pratiche colturali sono richiesti per evitare l erosione del suolo, per conservarne l umidità e mantenerne la produttività con applicazioni più intense e frequenti che nei suoli delle classi inferiori Atlante cartografico Regione Piemonte L'atlante cartografico dei suoli è costituito dalla raccolta delle cartografie pedologiche realizzate dal Settore Suolo dell'ipla per conto della Regione Piemonte. La carta dei suoli a scala 1: costituisce attualmente lo strumento di maggior dettaglio per la divulgazione delle conoscenze sui suoli piemontesi. Questa cartografia fornisce un inventario dei suoli a livello sufficientemente dettagliato da essere un valido strumento di riferimento per la pianificazione agraria, forestale ed ambientale e costituisce la base attuale delle conoscenze per eventuali approfondimenti a scala di maggior dettaglio su temi specifici. I suoli sono classificati nell ordine degli Entisuoli (indicati nella Carta dei suoli). Questo ordine comprende suoli poco o nulla evoluti. Sono suoli molto giovani, in cui i processi pedogenetici non hanno ancora avuto tempo sufficiente per produrre una differenziazione in orizzonti. L'utilizzazione degli entisuoli risente del fatto che si trovano in ambienti inospitali, fredde, estremamente umide; la vegetazione naturale è spesso la loro destinazione d'uso più frequente. Il grado di erodibilità dei suoli individuati nell area d intervento risulta essere moderatamente basso secondo la scala adottata a livello regionale ma occorre evidenziare che il Torrente Corsaglia ha un bacino che complessivamente è classificato ad alta erodobilità, pertanto il trasporto solido del corso d acqua può essere rilevante in caso di fenomeni meteorologici con precipitazioni particolarmente intense. Nella carta della Capacità d Uso dei Suoli a scala di semidettaglio (1: ) l Atlate gcartografico evidenzia che l intervento ricade in un area di Classe IV, ovvero suoli con molte limitazioni, che restringono la scelta di colture agrarie e richiedono specifiche pratiche agronomiche. Nelle pagine seguenti si riportano estratti delle seguenti carte regionali: Carta dei suoli Carta delle capacità d uso dei suoli Carta dell erodibilità dei suoli 161

163 Area di intervento Carta dei suoli Legenda 162

164 Area di intervento Carta dell erodibilità dei suoli Legenda 163

165 Area di intervento Carta della Capacità d Uso dei Suoli - Legenda 164

166 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale litosfera sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Rimozione della coltre vegetazionale e pedologica Scavi e sbancamenti Movimentazione delle terre Costruzione dei manufatti Modellamento morfologico Opere di rinaturalizzazione Fase di esercizio dell impianto idroelettrico Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / negativo Alterazioni dell assetto attuale dei suoli Le azioni di progetto citate in precedenza generano impatti negativi di breve durata, di tipo reversibile. L effetto negativo è riferito alla fase di cantiere; la realizzazione del progetto prevede una reversibile alterazione dell assetto attuale del suolo. Si tratta comunque di aree agricole e forestali prive di infrastrutture il cui assetto litologico è determinato dall azione erosiva del Torrente Corsaglia, mentre quello pedologico è influenzato da aspetti idrogeologici e agricoli in un contesto in cui l agricoltura ha spinto la sua influenza in aree di difficile gestione colturale con molte limitazioni all uso agricolo del suolo 165

167 Alterazione dell attuale assetto dei suoli I prevedibili effetti negativi della costruzione dell opera consistono nell occupazione permanente del suolo in corrispondenza delle opere strutturali da realizzare, nell occupazione temporanea delle aree e piste di cantiere. Durante la fase progettuale si è cercato di ridurre al minimo l impatto dell opera sulle superfici naturali dell area, attraverso una razionale localizzazione delle struttura e, soprattutto, attraverso la scelta di superfici già compromesse per il tracciato delle piste di servizio al cantiere, pianificando nel dettaglio gli interventi di ripristino delle superfici interessate dai lavori Stima degli impatti potenziali L impatto potenziale negativo dell opera sul Suolo è principalmente riferito all occupazione permanente del suolo in corrispondenza delle opere strutturali in progetto e nell occupazione temporanea delle aree e delle piste di cantiere: entrambi gli intereventi risultano compatibili con la tutela complessiva del suolo. In particolare si osserva che il progetto prevede il completo recupero della fertilità e della funzionalità dei suoli non occupati dalle opere fuori terra attraverso il posizionamento del suolo fertile accantonato durante le fasi di interramento delle strutture ed il modellamento delle superfici. In base alle informazioni raccolte si ritiene che una buona organizzazione delle operazioni di cantiere, riferite ai movimenti terra relativi allo strato superficiale di suolo da conservare e riutilizzare, possano essere sufficienti per limitare al massimo gli effetti sul suolo sopra citati. stima di impatto su Qualità e utilizzo della LITOSFERA FASE IMPATTO PREVISTO Positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo breve periodo 1. Cantiere X X 2. Esercizio X 3. Abbandono X X Ininfluente a breve e lunga scadenza, Negativo nel breve periodo in fase di cantiere. lungo periodo 166

168 3.6. RUMORE Per lo studio degli effetti sull ambiente, generati dalle fonti di rumore dovute alla fase di costruzione ed alla fase di esercizio della centrale idroelettrica, si è adottato il seguente metodo di studio articolato in fasi: Delimitazione dell area di studio ed individuazione dei ricettori; Determinazione del livello di rumore attuale; Analisi della zonizzazione acustica dell area di studio (o attribuzione delle classi di zonizzazione); Analisi delle attività costruttive e determinazione delle relative emissioni acustiche generate; Analisi delle attività di esercizio e determinazione delle relative emissioni acustiche generate; Calcolo dei livelli di rumore indotti presso i ricettori Comparazione dei livelli previsti presso i ricettori con limiti indicati dalla normativa. Dall analisi delle attività previste, gli elementi in grado di determinare effetti negativi significativi sull ambiente sono costituiti da sorgenti rumorose: a tali elementi corrisponde l analisi dei riferimenti normativi, delle attività progettuali e dei determinati livelli di emissione Individuazione dei limiti di legge In tema di inquinamento acustico, la normativa italiana definisce rumore qualunque emissione sonora che provochi sull'uomo effetti indesiderati, disturbanti o dannosi o che determini un qualsiasi deterioramento qualitativo dell'ambiente e si riferisce ai criteri indicati dai seguenti testi legislativi: Direttiva del consiglio C.E.E. n. 337/85 D.P.C.M. n. 377 del 10/08/88 D.P.C.M. del 27/12/88 D.P.C.M. del 01/03/91 Legge Quadro sul Rumore n. 447 del 26/10/95 D.P.C.M. del 14/11/97 In data 1/3/91 è stato emanato il D.P.C.M. Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell ambiente esterno. Nell allegato B vengono invece riportati i limiti massimi di rumorosità ammessa in funzione della destinazione d uso del territorio che vengono confermate e integrate dal D.P.C.M. del 14/11/97. Nella seguente tabella sono riportate le soglie di disturbo ammissibili, in relazione all uso del territorio valori dei limiti massimi del livello sonoro equivalente (L eq A) relativi alle classi di destinazione d uso del territorio di riferimento. 167

169 Soglie di disturbo ammissibili, in relazione all uso del territorio Valori dei limiti massimi del livello sonoro equivalente (L eq A) relativi alle classi di destinazione d uso del territorio di riferimento Classe Destinazione d uso del territorio Descrizione Diurno dalle 6 alle 22 [L eq in db(a)] Notturno Dalle 22 alle 6 [L eq in db(a)] I Aree particolarmente protette ospedali, scuole, luoghi di cura e di riposo, parchi pubblici, parchi residenziali rurali II Aree prevalentemente residenziali area residenziale con pochi negozi III Aree di tipo misto aree urbane con attività commerciali e uffici IV V VI Aree di intensa attività umana Aree prevalentemente industriali Aree esclusivamente industriali aree urbane con traffico intenso, attività artigiane e piccole industrie scarse abitazioni e molte industrie solo industrie L applicabilità dei limiti suddetti è subordinata alla zonizzazione del territorio, che compete ai singoli comuni; in assenza di tale zonizzazione valgono, comunque, i limiti provvisori basati sulla zonizzazione urbanistica di seguito indicati. Soglie di disturbo ammissibili, limiti provvisori in relazione alle zonizzazione del territorio Uso del territorio Diurno dalle 6 alle 22 [dba] Notturno Dalle 22 alle 6 [dba] Tutto il territorio nazionale Zona urbanistica A (DM 1444/68) Centri storici Zona urbanistica B (DM 1444/68) Aree residenziali di completamento Zona esclusivamente industriale il Comune di San Michele Mondovì sul cui territorio sono localizzate l opera di presa e gran parte della condotta forzata, quindi la maggior parte delle attività di cantiere, e il Comune di Lesegno, sul cui territorio è prevista la realizzazione della centrale di produzione idroelettrica con le relative attività legate all esercizio dell impianto, sono dotati di PRG conforme al citato D.M. n del 1968, pertanto è soggetto a zonizzazione acustica. Il Piano di Zonizzazione Acustica del territorio comunale è stato elaborato ai sensi della Legge Quadro n. 447/95 e del D.P.C.M 14 novembre L area oggetto di intervento si trova in Classe III Aree di tipo misto. 168

170 Delimitazione dell area di studio L area di studio corrisponde alla porzione di territorio circostante l area di attività (cantiere) oltre la quale gli effetti del rumore diventano trascurabili. La trascurabilità degli effetti del rumore va interpretata in modo cautelativo prendendo in considerazione come limiti di accettabilità quelli previsti dal D.P.C.M 14/11/1997. L area di studio viene quindi identificata come l area oltre la quale i livelli di rumore prodotti dai cantieri scendono al di sotto del limite più restrittivo previsto che risulta pari a 40 db(a) (periodo notturno). L area di studio risulta quindi essere quella porzione di territorio racchiusa dalla linea isofonica 50 db(a), calcolata con riferimento alle emissioni prodotte dalle lavorazioni sul fronte di avanzamento dei lavori o dalle attività di cantiere. In base alle fonti di rumore relative al cantiere si è misurato che tale soglia corrisponde a tutti i punti che si trovano ad una distanza maggiore di 150 m dalle macchine operatrici. Facendo riferimento a cantieri stradali paragonabili in parte al cantiere in oggetto si possono ipotizzare i seguenti livelli sonori sul fronte di avanzamento dei lavori, che sono da considerarsi massimi e corrispondenti a punte di attività lavorative con somme di più fonti sonore relative a particolari macchine (generatori di corrente) o al lavoro dell elicottero. Cantiere Carta tipo delle linee isofoniche relative al fronte avanzamento lavori nella situazione con maggiori livelli sonori scala 1:

171 Impatti da rumore durante le fasi di cantiere Individuazione dei ricettori Sono considerati recettori sensibili i nuclei abitativi nei pressi degli impianti; nel caso specifico le abitazioni più vicine alla centrale di produzione di energia si trovano a distanze ragguardevoli (> 280 m) dalla potenziale fonte di disturbo permanente, mentre lungo il tracciato della condotta sono presenti abitazioni rurali a distanze comunque superiori a 50 metri dalle aree individuate per il cantiere. In particolare, dall alto verso il basso, i ricettori sensibili sono la Cascina dell Isola, la Cascina Santi, la Cascina Bertini e la Cascina La Gatta. I cantieri di costruzione dell impianto per la produzione di energia idroelettrica interagiscono dunque su superfici scarsamente abitate (bassissima densità di popolazione), trattandosi di una zona a carattere prettamente agricolo. Altri ricettori potenzialmente sensibili, sono costituiti dagli animali domestici e selvatici presenti sporadicamente nella zona, che potrebbero essere disturbati dalle attività di cantiere ma che hanno autonome capacità di movimento che permettono loro di difendersi naturalmente da una fonte di rumorosa eventualmente fastidiosa, tanto più se questa fonte è di tipo mobile come quelle ipotizzate per le attività in progetto. Si evidenzia l assenza di costruzioni di qualsiasi genere nelle immediate vicinanze delle opere in progetto. La carta delle Emissioni acustiche riportata nell all. SIA 3 170

172 Analisi ante-operam del territorio all interno dell area di studio L analisi ante-operam relativa al territorio è stata eseguita prendendo come riferimento i parametri contenuti nei paragrafi precedenti ed adottati per definire le linee isofoniche dell opera in esercizio. Ai ricettori individuati viene quindi assegnato il livello di rumore ante-operam corrispondente, desunto dalle considerazioni sopra citate, per cui nella Classe Acustica III è stato attribuito un livello sonoro diurno di 60 db(a) e notturno di 50 db(a). A tale proposito si registra che il Torrente Corsaglia, produce in prossimità delle sponde, una pressione sonora che raggiunge i 55 db(a) in condizioni medie di portata dell asta torrentizia. In relazione a quanto previsto dalle normative vigenti, già analizzati nel paragrafo individuazione dei limiti di legge, ai ricettori presenti nell area di studio è stata così assegnata la classe di zonizzazione in base alla destinazione d uso del territorio Modello e metodologia dei calcoli impiegati La trattazione del tema rumore in questo capitolo si basa sulla constatazione che il suono che si propaga attraverso l atmosfera decresce generalmente di intensità all aumentare della distanza tra la sorgente sonora e il ricettore; questa attenuazione è il risultato di numerosi meccanismi quali: (A div ) divergenza geometrica a partire dalla sorgente, compreso l effetto di restrizioni dovuto a superfici riflettenti; (A barriera ) (A atm ) (A suolo ) interposizione di un ostacolo fra la sorgente e il ricettore; assorbimento da parte dell aria in cui le onde sonore si propagano; effetto suolo dovuta alla propagazione sul terreno. Il livello sonoro L causato da una sorgente sonora ad una certa distanza r si calcola utilizzando la formula: L = L rif (A divergenza A barriera A atmosfera A suolo ) db dove il pedice rif al livello noto a una piccola distanza r rif dalla sorgente sonora. Il livello sonoro teorico di un punto lontano dalla sorgente si ricava considerando il livello di riferimento noto in qualche punto vicino alla sorgente e sottraendo da questo livello il totale di tutte le attenuazioni prese una per una. Cautelativamente nel presente studio si sono considerate soltanto alcune di queste componenti scartando le meno rilevanti per il conteggio totale; l equazione applicata è quindi la seguente: L = L rif (A divergenza A barriera ) db Per il calcolo dei livelli sonori si è fatto riferimento alla seguente tabella che indica il livello delle emissioni sonore riferiti alla sorgente e il livello di riferimento L rif ad una distanza di 15,2 metri e indicativamente le ore di effettivo funzionamento delle macchine all interno delle attività lavorative. 171

173 Livelli di rumorosità dei macchinari e dei mezzi di trasporto Tipo emissione sonora massima Lpmax [db] livello sonoro di riferimento [db (A) a 15,2 m] Effettivo funzionamento [ore/giorno] Escavatori Autocarri Betoniere e pompe cls Argani e gru Generatori Martelli pneumatici Vibratori Seghe Motoseghe Combinazione di livelli sonori Nel calcolo dei livelli sonori si sono effettuate delle combinazioni di livello elaborate secondo il seguente procedimento. Il livello di suoni combinati, in effetti, non è la somma dei singoli livelli, ciò è dovuto al fatto che il livello sonoro in db non è in scala lineare bensì logaritmica; al fine di trovare il valore del livello di suoni combinati si suppone che L 1 sia il livello dovuto a una sorgente sonora ed L 2 il livello dovuto a una seconda sorgente di intensità minore alla prima; il livello della combinazione delle due sorgenti C è uguale a (L 1 + A), dove A si ricava dal digramma sotto riportato ed è il numero di db da aggiungere al maggiore dei due livelli in relazione alla differenza D in db esistente fra i due livelli (L 1 - L 2 ). I valori in campo sono quindi: L 1 = livello in db della sorgente sonora maggiore L 2 = livello in db della sorgente sonora minore C = (L 1 + A) = livello di combinazione delle sorgenti sonore A = numero di db da aggiungere al livello maggiore D = (L 1 - L 2 ) = differenza in db esistente tra i due livelli 172

174 Diagramma per combinare due livelli sonori (L1 > L2) Attenuazione dovuta a divergenza Il valore dell attenuazione dovuta alla divergenza da una sorgente puntiforme è stato calcolato basandosi sul presupposto che se il livello sonoro di riferimento L rif espresso in db è conosciuto a una distanza di riferimento r rif, allora si può calcolare il livello sonoro L a qualsiasi distanza r come segue dove A div viene calcolato come segue: L = (L rif A divergenza ) db A divergenza = 20 log10 (r/ r rif ) db Il termine 20 log10 r/r rif sta ad indicare un livello sonoro che diminuisce di 6 db a ogni raddoppio della distanza dalla sorgente; questo equivale ad una diminuzione di 20 db ogni volta che la distanza aumenta di 10 volte Attenuazione dovuta a barriere In questo studio si intende per barriera, naturale o artificiale, un qualsiasi corpo solido opaco alla trasmissione sonora, che impedisce la vista in linea retta da sorgente sonora a ricettore; può trattarsi quindi di recinzioni, muri, terrapieni, macchie vegetali, file di case e anche di cambi di livello del terreno come specificatamente si verifica nel caso dei lavori in trincea al di sotto del piano di campagna. Nel caso specifico si osserva che la fonte sonora di maggiore entità, rappresentata dalle turbine e dai generatori di corrente, posti all interno della centrale idroelettrica, è attutita prima dalle strutture murarie dell edificio e, all esterno, da terrapieni, muri e scarpate che diminuiscono ulteriormente l effetto dell emissione sonora nell ambiente seguendo i criteri dell attenuazione sonora dovuta a barriera analizzata nel presente paragrafo. 173

175 Attenuazione sonora dovuta a barriera h = altezza barriera d = distanza del ricettore dalla barriera r = distanza della sorgente sonora dalla barriera S = sorgente sonora con frequenza 500 Hz R = ricettore se d = r i valori di attenuazione devono essere aumentati di 3 db La vegetazione presente in progetto pur costituendo anch essa una barriera con attenuazione per effetto di schermo; benché la vegetazione possa procurare uno schermo visuale, tuttavia essa causa un effetto schermante soltanto ad alte frequenze (di solito sopra i 2000 Hz, cioè quando la lunghezza d onda del suono è dell ordine di grandezza della circonferenza del fogliame) e per grandi distanze; un valore tipico di attenuazione per effetto è di 1 db ogni dieci metri con un massimo di 10 db per distanze superiori a 100 metri. Nello studio in oggetto si considera, quindi, che il fogliame abbia un effetto trascurabile sul livello sonoro dell ambiente anche se effettivamente concorre ad una generale attenuazione soprattutto se si tratta di piante a foglia larga (latifoglie) Analisi delle emissioni sonore e della sensibilità al rumore Per una corretta analisi delle emissioni sonore si sono prese in considerazione le seguenti problematiche riferite ai cantieri tipo descritti precedentemente: fasi di lavoro e organizzazione del cantiere; livelli massimi di emissione sonora delle sorgenti; localizzazione delle sorgenti di rumore; definizione della carta della sensibilità al rumore; definizione della carta della diffusione delle emissioni acustiche. 174

176 Seguendo una logica precauzionale, nonostante le sorgenti sonore siano tutte di tipo mobile, e quindi sia lecito considerarle diluite nel tempo in riferimento al periodo di effettivo funzionamento (mediamente 4-8 ore giornaliere), in questa analisi si sono sempre considerate le emissioni sonore relative alla contemporaneità di emissione di tutte le sorgenti prese in considerazione. Per quanto riguarda la determinazione delle linee isofoniche si fa riferimento sia ai calcoli effettuati, sia a studi specifici e a pubblicazioni, individuando livelli di riferimento basati sempre sulle ipotesi peggiori e quindi sui massimi livelli possibili di emissione sonora; si è preso come riferimento a situazioni standard caratterizzate dalla presenza contemporanea dei macchinari necessari per ciascuna fase di lavoro. I dati sono stati comparati con calcoli specificamente adattati ai cantieri in oggetto valutando le emissioni dovute ai macchinari e la loro, le emissioni relative al trasporto degli inerti e quindi la probabile emissione acustica dovuta all intera attività. Si è quindi determinata una zona di influenza che comprende tutti i punti che si trovano ad una distanza inferiore a 250 metri dalle sorgenti di rumore poiché, sulla base delle simulazioni effettuate, si osserva che questa è la distanza oltre la quale i livelli di rumore prodotti dalle attività di costruzione si attestano a valori comunque inferiori a 50 dba scendendo al di sotto dei livelli di accettabilità previsti dalla normativa vigente. I risultati delle analisi sono riassunti nella cartografia allegata che individua le sensibilità al rumore e i livelli di diffusione delle emissioni acustiche Valutazione emissioni sonore in fase di costruzione Le superfici sulle quali vengono eseguite le fasi di realizzazione dell opera, la presenza sporadica di ricettori sensibili, il carattere mobile del cantiere ed il tipo di macchine operatrici utilizzate in continuo (escavatori, autocarri, martelli demolitori), permettono di paragonare il cantiere ad un normale cantiere stradale, con livelli di rumorosità alla fonte stimati nella seguente tabella, ricavata da valutazioni e misurazioni riconosciute dalla bibliografia specializzata. Livelli di rumorosità dei macchinari e dei mezzi di trasporto Tipo emissione sonora massima Lp max [db] livello sonoro di riferimento [db (A) a 15,2 m] Effettivo funzionamento [ore/giorno] Escavatori Autocarri Generatori Martelli pneumatici Motoseghe Sulla base dei dati sopra elencati, si è proceduto al calcolo del livello di rumorosità delle diverse squadre di lavoro identificate come segue: Squadra movimenti terra Squadra edile Squadra montaggio carpenteria metallica Squadra ripristino ambientale 175

177 La fase di realizzazione del progetto prevede inevitabilmente l impiego di mezzi meccanici di grosse cilindrate quali macchine escavatrici, autocarri, betoniere ecc.. mezzi che per le loro caratteristiche sviluppano potenze sonore notevoli. Per la descrizione dei valori di pressione sonora prodotti durante questa fase, si fa riferimento al livello sonoro medio relativo ad una giornata lavorativa tipo (L8h), ovvero al livello sonoro continuo equivalente ponderato (A) mediato nel tempo su un periodo di otto ore. Per quantificare le emissioni acustiche che si manifestano durante otto ore lavorative si è ipotizzata la presenza di cinque squadre, ognuna attrezzata con mezzi specifici. Utilizzando la formula L = L1 + A si è attribuito ad ogni squadra un Lc 8h rappresentativo, derivante dalla combinazione dei livelli prodotti dai mezzi meccanici impiegati nelle condizioni più critiche. Ottenuti i valori Lc8h relativi alle cinque squadre si è proseguito secondo la procedura prevista dalla norma ISO/DP 4872 Misura del rumore emesso e trasmesso per via aerea dalle attrezzature cantieristiche d impiego esterno, impiegando la relazione: ne deriva: Lc8h = Lp + 10 Log10 (S0/S) db Emissioni sonore in fase di costruzione Lc8h Squadra LwA db(a) [db (A)] Raggio emisfero di riferimento 50 m 100 m 150 m 200 m 250 m Movimento terra 101, Montaggio carpenteria metallica 95, Ripristino ambientale LwA - Livello di potenza sonora ponderato A della sorgente - LwA = Lc8h + 10 Log 10 (S0 / S) db Lc8h - Livello sonoro combinato, ponderato di tipo A, su una superficie ipotetica S0 - Superficie di riferimento 1 mq S - Superficie emisfero ipotetico di raggio r I valori LwA, riferiti ad ipotetici emisferi di riferimento di raggio noto, sono stati messi a confronto con i livelli di pressione sonora (Lp) che rappresentano le soglie di rumorosità ammissibili, relative alle classi di destinazione d uso del territorio di riferimento. 176

178 Emissioni sonore in fase di costruzione Interpolazione tra livelli di rumorosità prodotti e soglie di disturbo diurne ammissibili Fonte rumorosa: Fronte avanzamento lavori [db(a)] 80 Livelli di pressione sonora Aree prevalentemente industriali 50 2 Aree di intensa attività umana Aree di tipo misto 40 3 Aree prevalentemente residenziali Aree particolarmente protette Distanza dalla sorgente [m] 1 - Squadra movimento terra 2 - Squadra montaggio carpenteria metallica 3 - Squadra ripristino ambientale Dall interpolazione fra i valori Lwa e Lp si evince che le emissioni sonore prodotte durante la fase di realizzazione delle opere raggiungono picchi acustici notevoli ma, se si considera che il cantiere è in perenne movimento, che la fase di realizzazione ha una durata limitata nel tempo, che l esposizione al rumore ha una durata giornaliera di otto ore e che non sono presenti ricettori sensibili rilevanti, si deduce che la dose di rumore prodotta giornalmente non andrà ad impattare negativamente sull ambiente circostante e che potrà interessare esclusivamente le attività interne al cantiere con effetti sui lavoratori mitigabili attraverso l uso di dispositivi di protezione individuale Impatti diretti da rumore su ricettori sensibili in fase di esercizio da elementi tecnologici (turbine ecc.) realizzati con il progetto Individuazione dei ricettori La Tavola n. 2.7 Emissioni acustiche (scala 1:5.000) mostra graficamente quali saranno i prevedibili effetti delle emissioni acustiche, derivanti dall attività di produzione di energia idroelettrica, sull ambiente circostante. 177

179 Dalla lettura della carta si deduce che l impatto acustico è modesto, infatti le emissioni sonore prodotte dal movimento delle turbine, grazie alle qualità della struttura che le ospita, si diffondono nell ambiente esterno a livelli molto bassi. Osservando la carta è inoltre evidente che, nelle immediate vicinanze della centralina in progetto, dove i db prodotti saranno circa 60, non sono presenti recettori sensibili. I valori dei livelli sonori prodotti sono calcolati in decibel, secondo la scala di ponderazione A; i suddetti valori emergono dallo sviluppo di apposite equazioni logaritmiche che, tenendo conto delle caratteristiche tecniche dell impianto adottato e della tipologia della struttura che lo contiene, permettono di stimare con relativa precisione le emissioni sonore prodotte dagli impianti, in termini di db(a). In carta sono riportati livelli di pressione sonora pari a 60 db, 21 db e 15 db rispettivamente percepibili nel raggio di metri dalla centrale, valori contenuti se si considera che in un bosco il livello di rumorosità è pari a 15 db Valutazione emissioni sonore in fase di esercizio Nella fase di esercizio le emissioni rumorose derivano da due situazioni ben distinte; una prima, di produzione di energia elettrica, dovuta all attività di rotazione delle turbine e una seconda, di transito dell acqua nel canale di adduzione. Negli impianti idroelettrici la maggiore fonte di rumore è costituita dall attività delle turbine poste all interno della centralina, all interno della quale, in determinate condizioni possono svilupparsi livelli di potenza sonora che possono superare i 100 db(a); nel caso in questione il progetto prevede l impiego di due turbine Kaplan che saranno installate in locale semi-interrato. La turbina Kaplan per sue caratteristiche strutturali sviluppa all interno della struttura un Lp pari a 70 db(a). Per valutare le emissioni acustiche di esercizio prodotte dalle turbine, si è scelto di utilizzare una relazione logaritmica proposta da C.M. Harris, che consente di calcolare il livello di pressione sonora in funzione della distanza dalla sorgente, quando è noto il livello di potenza sonora, per cui: ne deriva: Lp = Lw 20 log 10 r 10.9 Emissione sonora in fase di esercizio FONTE RUMOROSA: Turbina Francis all'interno di un edificio con muri in cls intonacato (Ca 0,65) Lw db(a) 70 Distanza dalla fonte Lp db(a) Lp - Livello di pressione sonora espressa in decibel secondo la relazione Lp = Lw - 20 log10 r - 10,9 Lw - Livello di potenza sonora della sorgente espressa in decibel r - Distanza dalla sorgente Ca - Coefficiente di abbattimento Nell impiego della suddetta formula, oltre a valutare le caratteristiche tecniche delle turbina si è posta particolare attenzione all utilizzo di un appropriato coefficiente di abbattimento del rumore (Ca), che consente di valutare la quantità di onde sonore assorbite dalla struttura in cui sono racchiusi gli impianti. 178

180 Emissioni sonore in fase di esercizio Interpolazione tra livelli di rumorosità prodotti e soglie di disturbo notturne ammissibili (Ca= 0,65) Ca Coefficiente di abbattimento I valori di pressione sonora ottenuti sono stati successivamente confrontati con Lp che rappresentano le soglie di rumorosità ammissibili, relative alle classi di destinazione d uso del territorio di riferimento; dal confronto è emerso che l impianto di produzione idroelettrica in progetto sviluppa, nella fase di esercizio, livelli di pressione sonora che rientrano nelle norme. L area scelta per la realizzazione dell opera, rientra nella classe di destinazione III (Aree di tipo misto), l interpolazione dei dati mostra come i livelli di pressione sonora prodotti dalla centrale idroelettrica risultino decisamente inferiori a quelli previsti dalle norme vigenti (D.P.C.M. del 14/11/97). Inoltre, si ricorda che l area oggetto dell intervento è situata in prossimità del Torrente Corsaglia che, per la sua morfologia, è in grado di produrre Lp pari a 55 db(a), una sorgente di rumore continua che avvolge l intera fascia torrentizia. Per una corretta valutazione degli effetti del rumore sull ambiente si è ritenuto opportuno valutare il livello di pressione sonoro prodotto dalla combinazione fra le emissioni del torrente e quelle prodotte dalla centrale idroelettrica in fase di esercizio, in base alla relazione: L = L1 + A da cui si costruisce la seguente tabella: 179

181 Livello sonoro combinato della sorgente (centrale idroelettrica) con il rumore di fondo (torrente) Torrente a morfologia irregolare naturale Livello sonoro delle fonti rumorose Lw [db(a)] Distanza dalla fonte (m) Livello di pressione sonora Lp torrente [db(a)] Turbine tipo Kaplan Lw all'interno di un edificio [db(a)] 70 Distanza dalla fonte (m) Livello di pressione sonora turbina Kaplan Lp [db(a)] Livello sonoro combinato di una sorgente con rumore di fondo Differenza tra i due livelli sonori Valore A 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 Distanza dalla fonte (m) Livello sonoro combinato (Lptot) [db(a)] 39,1 33,1 30,1 27,1 25,1 24,1 22,1 21,1 20,1 19,1 Lp - Livello di pressione sonora espressa in decibel secondo la relazione Lp = Lw - 20 log10 r - 10,9 Lw - Livello di potenza sonora della sorgente espressa in decibel r - Distanza dalla sorgente Dalla combinazione degli Lp prodotti dal Torrente Corsaglia e dalla centrale si ricavano valori di esposizione totali relativamente contenuti che, dal punto di vista dell impatto acustico, non pregiudicano l area di intervento. 180

182 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale ambiente fisico - rumore sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Rimozione della coltre vegetazionale e pedologica Scavi e sbancamenti Movimentazione delle terre Costruzione dei manufatti Modellamento morfologico Opere di rinaturalizzazione Fase di esercizio dell impianto idroelettrico Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / negativo Impatti da rumore durante le fasi di cantiere. Impatti diretti da rumore su ricettori sensibili in fase di esercizio da elementi tecnologici (turbine ecc.) realizzati con il progetto Le azioni di progetto citate in precedenza generano impatti negativi nel breve periodo, temporanei mitigabili reversibili quando si tratta del rumore prodotto durante le fase di cantiere. Mentre per quanto riguarda gli effetti derivanti dall attività di produzione di energia idroelettrica sull ambiente circostante, dall analisi effettuata si può tranquillamente affermare che l impatto acustico è permanente ma assai modesto, infatti le emissioni sonore prodotte dal movimento delle turbine, grazie alle qualità della struttura che le ospita, si diffondono nell ambiente esterno a livelli molto bassi; inoltre nelle immediate vicinanze della centralina non sono presenti recettori sensibili. 181

183 Stima degli impatti potenziali In tema di Rumore Le attività relative alla realizzazione dell opera in oggetto sono, per la maggior parte, caratterizzate da un continuo spostamento delle sorgenti sonore lungo lo sviluppo delle vie di accesso al cantiere e alla costruzione puntuale dell opera; soprattutto la parte di lavoro riferita alla costruzione della centrale presenta una componente di temporaneità degli impatti acustici in un ambiente privo di ricettori sensibili. Si può dunque affermare che la quantità di rumore prodotto in fase di realizzazione è compatibile con le attività svolte nel territorio circostante, soprattutto grazie alla temporaneità dell impatto, che prevede una durata massima di otto ore al giorno, e quindi ne aumenta il limite di sopportazione. Per ciò che riguarda invece gli effetti derivanti dall attività di produzione di energia idroelettrica sull ambiente circostante, dall analisi effettuata si può prudentemente affermare che l impatto acustico è permanente ma modesto, infatti le emissioni sonore prodotte dal movimento delle turbine, grazie alle qualità della struttura che le ospita, si diffondono nell ambiente esterno a livelli molto bassi in un area dove, nelle immediate vicinanze della centrale di produzione di energia, non sono presenti recettori sensibili. stima di impatto sulla Salute pubblica relativa al RUMORE AREA IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo breve periodo 1. Cantiere X 2. Esercizio X 3. Abbandono X Assente nel breve periodo Influente nel breve e nel lungo periodo lungo periodo 182

184 3.7. FLORA E VEGETAZIONE Descrizione della vegetazione dell area vasta L area interessata dall interevento è compresa in un settore collinare caratterizzato dalla presenza di prati e campi coltivati e da nuclei di vegetazione arborea lungo i canali e le sponde del Torrente Corsaglia. Dove le opere in progetto non interessano le strade o i greti dei torrenti, le situazioni vegetazionali prevedibili sono: Presenza di seminativi irrigui; Presenza di vegetazione d invasione (robinieti) e di greto (saliceti). Estratto carta dell Uso del suolo riportata nell allegato SIA Seminativi irrigui e coltivi L area d intervento interessa superfici agricole irrigue attualmente coltivate con seminativi avvicendati per la produzione di foraggio, frumento e mais ed anche superfici coltivate a prato stabile che si trovano nelle aree più elevate rispetto al torrente. 183

185 Vegetazione d invasione e di greto Al margine dei campi coltivati e lungo i canali irrigui si nota la presenza di frassini, aceri e salici, mentre sulle alte scarpate incise del Corsaglia, sul difficile e poco ospitale substrato marnoso tufaceo si è diffusa spontaneamente la robinia sostituendo, in passato, le specie climax appartenenti al querco-carpineto Lungo il corso d acqua si notano le cenosi riconducibili al saliceto arbustivo ripario che hanno una distribuzione discontinua, stabile ma erratica in quanto parzialmente e ciclicamente distrutta dalle piene e riformantesi altrove; è localizzata prevalentemente sui greti ciottolosi relativamente stabili delle zone di pianura. Sono formazioni monoplane, discontinue a gruppi, con elevata densità locale di soggetti policormici arbustivi, d altezza media variabile dai 2 ai 6 metri, il cui sviluppo è ciclico a periodi brevi, scanditi dalle piene che sfoltiscono od eliminano la parte epigea, e talora l intera cenosi; la rigenerazione avviene in modo spontaneo per ricacci, radicamento di soggetti trasportati dalla corrente e da seme. Le specie più frequenti sono i salici (Salix eleagnus, Salix purpurea, Salix daphnoides, Salix alba), i pioppi (Populus nigra) e gli ontani (Alnus glutinosa); abbastanza frequente è la presenza di nocciolo (Corylus avellana) e di acero di monte (Acer pseudoplatanus) che forma nuclei sporadici. Queste formazioni sono fortemente irregolari e caratterizzano alcuni tratti spondali del Torrente Corsaglia Boscaglie pioniere e Acero-tiglio-frassineti d invasione Colonizzano in varie forme i versanti ed i prati di fondovalle, sono formazioni forestali marginali insediatesi su superfici un tempo regolarmente utilizzate ed oggi abbandonate. La composizione di questi popolamenti è fortemente variabile in funzione delle condizioni ecologiche microstazionali e del grado di evoluzione: sono infatti coperture transitorie a carattere invasivo, di preparazione per la formazione di boschi stabili di latifoglie miste. Le specie caratteristiche sono il frassino maggiore (Fraxinus excelsior), accompagnato generalmente da acero di monte (Acer pseudoplatanus), betulla (Betula pendula); salicone (Salix caprea); pioppo tremolo (Populus tremula) e da arbusti minori come il nocciolo. Le formazioni insediatesi da più tempo si trovano nello stadio di perticaia, la cui composizione e struttura varia puntualmente a formare boschi disomogenei e discontinui. Non investono alcun interesse di tipo produttivo e per cui vengono (nella maggior parte dei casi) semplicemente abbandonati a loro stessi: per questo motivo sono da considerarsi formazioni naturaliformi Robinieti La composizione specifica dei Robinieti risulta costituita per circa 2/3 da robinia (Robinia pseudoacacia) in termine di volume, quota che sale a quasi il 75% per numero di alberi/ha; tuttavia dove la ceduazione è mantenuta a regime con turni medio-brevi sono molto frequenti formazioni quasi in purezza. Una quota del 10% è costituita da specie quercine, in particolare farnia (Quercus robur) e rovere (Quercus petrea), spesso con soggetti di grosse dimensioni in qualità di matricine/riserve; meno del 5% è costituito da castagno (Castanea sativa), che talvolta può essere considerato relittuale in popolamenti degradati e successivamente infiltrati dalla robinia. Le latifoglie mesofile come ciliegio selvatico (Prunus avium), frassino maggiore (Fraxinus excelsior), olmo campestre (Ulmus minor) possono essere presenti accanto alla robinia in boschi di neoformazione, cui talora partecipa anche la farnia. 184

186 La destinazione prevalente è quella produttiva, che diviene polifunzionale produttivoprotettiva per le aree collinari sottoposte a vincolo idrogeologico; la superficie destinata alla produzione risulta per estensione inferiore solo a quella dei Castagneti e delle Faggete. La robinia è presente nell area e ha la tendenza ad espandersi a danno delle formazioni forestali tipiche del luogo ed è facilitata dai prelevi disordinati e sporadici altre che dall abbandono dei prati e campi coltivati Qurceti mesofili Al di sopra della fascia della vegetazione riparia a prevalenza di salice e pioppo, sulle scarpate di collegamento tra il greto del Torrente Corsaglia e la pianura soprastante, esiste una cenosi a farnia (Quercus robur), mista alle specie mesofile caratteristiche della fascia vegetazionale riparia, (Salix eleagnus, Salix purpurea, Salix daphnoides, Salix alba,populus nigra, Alnus glutinosa, Corylus avellana, Acer pseudoplatanus). Questa cenosi è presente nall area d intervento interessata dalla costruzione dell edificio della centrale idroelettrica e sulle restanti parti di scarpata dove si nota anche la presenza invasiva della robinia (Robinia pseudoacacia) che, nelle zone limitrofe, maggiormente soleggiate risulta essere maggiormente invadente, conolizzando ampie parti di territorio, compresi alcuni coltivi abbandonati a morfologia pianeggiante. I Querco-carpineti sono, per estensione, la nona Categoria forestale del Piemonte, con una diffusione che interessa circa il 60% delle Aree Forestali. Si tratta di formazioni ad ambito prevalentemente planiziale e collinare dove, accanto ai boschi planiziali più rilevanti, nuclei generalmente di limitata estensione si sono conservati in stazioni favorevoli lungo i corsi d acqua principali al di là delle golene, sulle scarpate e sommità dei terrazzi fluvio-glaciali meno fertili, nell alta pianura negli impluvi e fondovalle collinari. Per quanto riguarda l attitudine dei suoli alla coltivazione della farnia (Quercus robur L.) individuati dalla Regione Piemonte attraverso l Atlante cartografico dei suoli, si osserva che l area d intervento è sita in Terza classe di attitudine, quindi è classificata scarsamente adatta alla coltivazione della farnia Descrizione e quantificazione della vegetazione direttamente interessata dall intervento. La superficie forestale direttamente interessata dall intervento è pari a circa m 2 di cui m 2 di acero tiglio frassineto con presenza di pioppi e robinie e m 2 di vegetazione spondale a prevalenza di salice. Considerando che la densità complessiva dei popolamenti è stimata in piante/ha di cui soltanto 250 piante/ha di diametro maggiore di 17,5 cm si stima che le piane adulte interessate dall intervento possano esser stimate con il seguente calcolo. 16 ha x 250 p/ha = alberi maturi Dal punto di vista del volume di legname presente nell area d intervento si stima che siano presenti circa 100 m 3 /ha, pertanto la stima complessiva della massa legnosa che sarà abbattuta per permettere l intervento è pari a: 16 ha x 100 m 3 /ha = m 3 185

187 186 Area di intervento

188 Area di intervento Carta del Carbonio organico nei suoli - Legenda 187

189 Area di intervento Carta degli ambiti per l arboricoltura - Legenda 188

190 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale flora e vegetazione sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Rimozione della coltre vegetazionale e pedologica Scavi e sbancamenti Movimentazione delle terre Costruzione dei manufatti Modellamento morfologico Opere di rinaturalizzazione Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / negativo Danneggiamento (o rischio di danneggiamento) di attività agro-forestali L impatto generato dalle azioni di progetto è negativo a breve termine e di tipo reversibile. Si tratta dell impatto dovuto alla rimozione della coltre vegetazionale in fase di cantiere per la realizzazione dei manufatti che interessa prevalentemente terreni agricoli marginali e formazioni forestali in aree impervie o esondabili. La ricostruzione dello strato superficiale di terra coltivabile è tutelato dalle modalità di esecuzione dei lavori con accantonamento dello strato superficiale di terreno vegetale e di riposizionamento dello stesso a fine lavorazione. Gli accorgimenti previsti per questo tema permettono di prevedere una rapida ricostruzione della situazione ante operam soprattutto sui terreni attualmenti utilizzati per l agricoltura. 189

191 Danneggiamento (o rischio di danneggiamento) di attività agroforestali Le opere in progetto interferiscono per la maggior parte su superfici agricole e di greto caratterizzate dalla presenza sporadica di vegetazione riparia sulle quali sono previste operazioni di scoticamento del terreno e di movimentazione del suolo. Le operazioni di cantiere e di esercizio non interferiscono in modo significativo sull attività agricola anche se, inevitabilmente, il progetto induce una sottrazione temporanea di suolo coltivabile su una superficie di circa dieci ettari ( m 2 ) considerando tutte le aree soggette ad occupazione in fase di cantiere per la maggior parte destinate all accumulo dei materiali di scavo e allo stoccaggio del terreno e dei materiali da costruzione. Per quanto riguarda, invece, l occupazione stabile di terreni agricoli o forestali, la superficie effettivamente interessata è limitata al fabbricato della centrale (circa 500 m 2 ) e alle strade di accesso all opera di presa, alla centrale idroelettrica e alla linea di condotta forzata, per complessivi m Stima degli impatti potenziali Per quanto riguarda l interferenza dell opera con la Flora e vegetazione, si può realisticamente prevedere che l impatto negativo sarà contenuto e mitigabile attraverso le previste operazioni di accantonamento di suolo fertile e di ripristino delle superfici erbose e delle formazioni vegetali, con il parziale recupero della situazione ante-operam nel breve e medio periodo. Nell area interessata, con particolare riferimento alle sponde del Torrente Corsaglia nei punti di attraversamento in subalveo del torrente è prevista la ricostruzione della copertura vegetale attraverso l infissione diffusa di talee di salice, mentre in corrispondenza delle fasce boscate si prevedono ripristini utilizzando piantine di specie appartenenti all acero-tiglio-frassineto. Considerata la presenza diffusa di robinia nell ambito di intervento e la complessa situazione delle formazioni forestali assai rimaneggiate dall azione antropica, l impatto complessivo dell opera sulla vegetazione si deve ritenere sostanzialmente ininfluente con aspetti positivi dovuti alla introduzione di specie autoctone nei rimboschimenti. stima di impatto su FLORA E VEGETAZIONE FASE IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo Breve periodo 1. Cantiere X 2. Esercizio X X 3. Abbandono X lungo periodo Negativo a breve scadenza per la realizzazione dell impianto Positivo a lungo termine (rimboschimento) 190

192 3.8. FAUNA Descrizione della fauna direttamente coinvolta nell intervento. Dal punto di vista faunistico l alta Valle Corsaglia presenta un andamento non dissimile da quello delle altre valli delle Alpi Occidentali caratterizzate da clima continentale con inverni rigidi ed estati miti. Il progetto interessa la fascia fitoclimatica della quercia e del carpino, caratterizzata da rari boschi climax di latifoglie (querco-carpineti) sostituiti spesso da robinieti misti a latifoglie con presenza di pioppi; dal punto di vista faunistico è una zona nella quale si possono trovare animali il cui habitat principale è la foresta. La popolazione di mammiferi selvatici vede in primo piano il cinghiale, diffuso in tutta la valle, così come dimostrano i danni sempre più diffusi alle superfici foraggiere ed ai coltivi; nella fascia interessata dalla costruzione dell impianto idroelettrico, è da segnalare la presenza di volpe, capriolo, lepre comune, scoiattolo, ghiro, riccio e mustelidi, tra cui il tasso e la faina. Considerando la fascia ecosistemica maggiormente legata al corso d acqua, nell ambito dell avifauna si evidenzia la presenza di merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) e ballerina gialla (Motacilla cinerea), nell ambito dell erpetofauna di salamandra pezzata (Salamandra salamandra), rana rossa (Rana temporaria) e rospo comune (Bufo bufo) tra gli anfibi, di lucertola, orbettino e biscia d acqua (Natrix maura) tra i rettili. Non si prevede che la fauna selvatica possa avere ripercussioni negative in conseguenza della realizzazione dell impianto idroelettrico, in considerazione soprattutto dell ampiezza delle aree naturali disponibili in zona, le cui caratteristiche non saranno sostanzialmente modificate in fase di costruzione e di esercizio dell impianto. L opera in progetto, infatti, non crea barriere fisiche che limitino lo spostamento degli animali; le zone di rifugio e i siti riproduttivi nel complesso non subiranno alterazioni significative Mammiferi Nella zona di intervento sono presenti alcune specie selvatiche naturali che hanno il loro habitat nelle zone più ricche di vegetazione o di zone boscate. Tra questi si ricordano le specie autoctone, cioè appartenenti alla fauna tipica locale come il cinghiale (Sus scrofa), il tasso (Meles meles), la faina (Martes foina), la volpe (Vulpes vulpes), lo scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), che subisce la presenza dello scoiattolo grigio di origine americana (Sciurus carolinensis), il riccio (Erinaceus europaeus). Animali comuni sono i ratti, di cui il rappresentante più diffuso è il ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus), facilmente confondibile con il ratto nero (Rattus rattus) e il topo (Mus musculus). All interno del parco sono anche presenti specie esotiche quali minilepre (Sylvilagus floridanus), nutria (Myocastor coypus), scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis), che comportano problemi gestionali e negli ultimi anni ci sono state segnalazioni relative ad avvistamenti di caprioli (Capreolus capreolus) in zone tipicamente planiziali Uccelli L'avifauna presente sul Torrente Corsaglia è particolarmente abbondante in quanto il fiume ha sempre rappresentato un punto preferenziale per la nutrizione, la nidificazione e lo svernamento di molti uccelli che vi trovano un ambiente riparato da forti escursioni termiche e ricco di fauna ittica. 191

193 Fra le anatre di superficie svernanti sono regolarmente censite le alzavole (Anas crecca), i codoni (Anas acuta), i fischioni (Anas penelope), le canapiglie (Anas strepera). Tra i canneti nidifica il tuffetto (Podiceps ruficollis) lo svasso maggiore (Podiceps cristatus) il germano reale (Anas platyrhynchos), la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus). L'ambiente di fiume è infatti luogo ideale per la nutrizione e la riproduzione di specie di Ardeidi quali l'airone cenerino (Ardea cinerea), la nitticora (Nycticorax nycticorax), la garzetta (Egretta garzetta) e l'airone bianco maggiore (Egretta alba). Nell area nidificano la marzaiola (Anas querquedula), il porciglione (Rallus aquaticus), la folaga (Fulica atra), l'usignolo di fiume (Cettia cetti). Nei pioppeti limitrofi al fiume nidifica il falco lodolaio (Falco subbuteo) e di gufo comune (Asio otus) che hanno occupato i vecchi nidi delle numerosissime cornacchie grigie (Corvus corone cornix). Si segnala inoltre la presenza di Picidi (Picchio rosso minore, Dendrocops minor) e di uccelli legati agli ecosistemi forestali come il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), l'allocco (Strix aluco), il colombaccio (Columba palumbus), il rigogolo (Oriolus oriolus) e la ghiandaia (Garrulus glandarius). Gli ampi greti sono frequentati in primavera ed estate dai fraticelli (Sterna albifrons), dalla sterna comune (Sterna hirundo) e dai corrieri piccoli (Charadrius dubius). L'ambiente ripariale in presenza di rive non arginate con ampi ghiaioni ospita specie quali il martin pescatore (Alcedo atthis), e le ballerine (Motacilla cinerea e Motacilla alba). Tra gli abitatori degli spazi aperti dei greti si trovano il saltimpalo (Saxicola torquata), l'ortolano (Emberiza hortulana), la tortora (Streptopelia turtur). La boscaglia di salici e sambuchi è abitata da usignoli (Luscinia megarynchos), capinere (Sylvia atricapilla) e scriccioli (Troglodytes troglodytes) cui si aggiungono in piena estate cannaiole verdognole (Acrocephalus palustris) e canapini (Hippolais polyglotta). Ubiquitari per nutrizione, ma legati ad ambienti alberati, tra i rapaci si ricorda la presenza del nibbio bruno (Milvus migrans) e della poiana (Buteo buteo) Ittiofauna Il corso d acqua, nei tratti interessati dal progetto, risulta all interno della cosiddetta zona a barbo secondo la classificazione di Huet, che definisce i tratti di fiume in funzione di pendenza e larghezza dell alveo. Il tratto di fiume interessato, presenta infatti un dislivello di circa 15 metri in circa 1,6 Km, con una pendenza di circa 9 metri per kilometro ed una larghezza che in questa periodo si aggira sui 45 m. La zona a Barbo in bibliografia si caratterizza per la presenza di Barbo (Barbus plebejus), Vairone (Leuciscus souffia muticellus), lasca (Chondrostoma toxostoma) e cavedano (Leuciscus cephalus). Caratteristica è la dominanza del genere Barbus. E questa infatti la zona ittica La Carta ittica relativa al territorio della regione piemontese, definisce questa come zona a ciprinidi reofili e fornisce dati per il torrente Corsaglia anche all interno del comune di Lesegno Si riporta qui il risultato delle indagini fatto durante la preparazione della carta ittica nella sezione di Lesegno nel 1989 riportato sul volume. 192

194 Tab. 2 - Rilievo effettuato sul Corsaglia presso Lesegno, riportato sulla carta ittica relativa al territorio piemontese Specie Salmo trutta Leuciscus cephalus Leuciscus souffia Phoxinus phoxinus Gobio gobio Barbus barbus plebejus Barbus meridionalis Cobitis taenia Frequenza presente abbondante abbondante presente presente presente presente abbondante Non limitandosi a studi bibliografici per poter definire un indice semiquantitativo è stata effettuato un campionamento dell ittiofauna. con il sistema della pesca elettrica. Questa tecnica consente di pescare efficacemente in un ampio tratto di fiume ed in tempi brevi senza nuocere al pesce che può essere rilasciato subito dopo le operazioni di riconoscimento sistematico. I limiti della pesca elettrica vanno viceversa ricercati nella sua non efficacia in presenza di grandi volumi di acqua e nella difficoltà a catturare le specie e gli individui di piccole dimensioni. L indagine tenendo conto di questo fattore è avvenuta cercando di censire tutti i possibili microhabitat. L apparecchiatura per la pesca elettrica è costituita da una batteria, da un generatore, da una parte elettronica di comando e regolazione e da due elettrodi, l anodo, positivo ed il catodo, negativo, posti in acqua. Se si applica una differenza di potenziale (d.d.p.) tra i due elettrodi, si genera un campo elettrico con le linee di forza che vanno dall uno all altro. L anodo è costituito da un asta di materiale isolante che reca all estremità un anello metallico (diam. 40 cm), munito di una rete. Esso viene manovrato direttamente dall operatore. Il catodo è invece costituito da una treccia di rame o altro metallo immerso in acqua. Un oggetto che si trova all interno del campo elettrico viene sottoposto ad una d.d.p. che dipende dal punto del campo in cui si trova. La tensione a cui è sottoposto dipende quindi: dalla sua lunghezza; dall orientamento e dalla posizione nel campo elettrico; dalla vicinanza con gli elettrodi; dalla tensione tra gli elettrodi. Applicando in acqua una d.d.p., ogni pesce che viene in contatto con il campo elettrico generato va incontro alle seguenti reazioni: ai limiti del campo elettrico il pesce si allarma e fugge; se la differenza di potenziale cresce rapidamente nel corpo del pesce la fuga non è più possibile e quando supera i 0,4 volts comincia a vibrare; dopo questa fase vibratoria il pesce nuota attivamente verso l elettrodo positivo (galvanotassi); quando, nuotando verso l anodo, il potenziale corporeo raggiunge valori critici (2 volts per un pesce delle dimensioni di una trota) e il pesce rimane paralizzato (galvanonarcosi) e si capovolge o si pone su un fianco. 193

195 In presenza di un campo elettrico troppo elevato o a causa di una eccessiva permanenza al suo interno il pesce viene ucciso. Se un pesce si trova trasversalmente alle linee di forza aumentano le sue possibilità di fuga, perché viene attraversato da una minore differenza di potenziale. I pesci di maggiori dimensioni "assorbono" più corrente rispetto a quelli più piccoli e possono ricevere uno shock elettrico molto forte. Ai fini dell efficacia della cattura, è importante la velocità con cui si instaura la d.d.p. corporea sufficiente ad indurre il fenomeno della galvanotassi. Se viene impiegato troppo tempo il pesce ha modo di sfuggire ed uscire dal campo elettrico. Un altro fattore che influisce notevolmente sull efficacia della pesca elettrica è la conducibilità dell acqua. Se l acqua è troppo povera (acqua distillata) o troppo ricca di sali (acqua di mare) la pesca elettrica perde di efficacia. La condizione migliore si verifica quando l acqua ed il pesce presentano la stessa conducibilità. In queste condizioni è massima la quantità di corrente che attraversa il pesce. Durante le fasi di pesca elettrica sono state attentamente valutate le reazioni del pesce per catturalro durante la fase di galvanotassi ed interrompere il campo elettrico quando si verifica la galvanonarcosi. Durante il campionamenti inoltre è stata posta la massima attenzione a non toccare il pesci con l anodo a campo elettrico inserito per non provocare lesioni superficiali e traumi interni. Nelle indagini per l ittiofauna è stato utilizzato un elettrostorditore a corrente continua, pulsata ed a voltaggio modulabile ( V), lo strumento è stato utilizzato a voltaggi differenti in funzione della tipologia ambientale (profondità) e delle specie potenzialmente presenti, al fine di catturare anche gli individui di taglia minore, su cui l'effetto della corrente è inferiore. I pesci catturati sono stati determinati dal punto di vista sistematico e successivamente reimmessi in acqua. È stata compilata una scheda di rilevamento, su cui sono state annotate le specie ittiche rinvenute. La valutazione effettuta è di tipo semiquantitativo, espressa tramite un Indice di Abbondanza (IA) secondo la scala di abbondanza di Moyle & Nichols (1985) definita in Tabella 3. Tab 3. - Indice di abbondanza Classe di abbondanza Abbondanza Definizione individui x 50 m lineari di corso d acqua Raro individui x 50 m lineari di corso d acqua Scarso individui x 50 m lineari di corso d acqua Presente individui x 50 m lineari di corso d acqua Frequente 5 > 100 individui x 50 m lineari di corso d acqua Abbondante Il campionamento è avvenuto su un tratto di Corsaglia di 100 m, durante il quale sono stati sondati i vari microhabitat presenti. Il tratto prescelto inizia a monte della futura restituzione delle acque ed è proceduto, risalendo la corrente. I risultati dell indagine effettuata il 20 Ottobre 2010 sono stati i seguenti. 194

196 Tab 4 - Esiti rilievo ittiofauna. Specie Classe di abbondanza Barbus barbus plebejus 3 Barbus meridionalis 2 Leuciscus cephalus 3 Gobio gobio 1 Cobitis taenia 2 Al burnus al burnus alborella 3 Leuciscus souffia 1 Le specie rinvenute sono quindi tendenzialmente quelle segnalate in queste zone in bibliografia. Non sono state rinvenute specie quali Salmo trutta e Phoxinus phoxinus, per altro segnalate solo come presenti in passato. Si segnala una buona struttura della popolazione di Barbus barbus plebejus. Si sottolinea che per avere un giudizio esauriente sulle caratteristiche dell ittiofauna sarebbero necessari ripetute indagini in un discreto periodo di tempo. Si fornisce per le principali specie ospitate in Piemonte il periodo riproduttivo (G. Forneris). Tab 4. - Periodi riproduttivi ittiofauna. Specie Periodo riproduttivo Trota fario Trota iridea 11-4 Trota mormorata Salmerino 10 Coregone 1 Lavarello 12-3 Temolo 3-5 Luccio 2-5 Carpa 4-7 Tinca 5-8 Carassio 5-7 Cobite 4-6 Pesce gatto 4-6 Anguilla Una volta in mare Persico reale 3-5 Barbo comune 5-7 Barbo meridionale

197 Essendo qui caratteristica la presenza del barbo con periodo riproduttivo tendenzialmente tardo primaverile,i lavori di realizzazione dell opera dovranno evitare questo periodo. La messa in funzione dell impianto ha un indubbia interferenza sull ecosistema acquatico che deve essere tutelato con tutti gli accorgimenti possibili, al fine di mantenerne l equilibrio ambientale ed in particolar modo per la salvaguardia dell attuale componente ittica e di macrofauna bentonica nell area interessata dal progetto. Non alterando di per se le componenti chimiche e biologiche dell acqua risulta di particolare importanza il rilascio di un adeguato DMV Analisi delle interferenze con la fauna e valutazione dei risultati Per quanto riguarda i possibili impatti sulla componente animale, non si ritiene che in fase di esercizio l opera possa influire sulla presenza o sul comportamento delle popolazioni dei vertebrati terrestri o degli uccelli, poiché non comporterà perdite di alcun genere di ambienti potenziali, né sono previsti impatti di altro tipo. L attività di cantiere potrà essere causa di interferenze con la presenza di comunità animali, in misura tuttavia limitata e reversibile a breve termine; le popolazioni di mammiferi ed uccelli sono infatti ampiamente distribuite sul territorio circostante. Possibili interferenze negative sulla componente animale dovute alla realizzazione ed alla messa in funzione dell opera progettata riguarderanno solo la fauna ittica e macrobentonica, giacché quella terreste e l avifauna non verranno in alcun modo disturbate. In riferimento all avifauna, le specie caratterizzate dalla più elevata sensibilità nei confronti dei disturbi provocati dall attività antropica sono tipiche degli ambienti alpini, quindi non presenti nell area in esame, mentre per le specie presenti si ritiene siano più adattabili ad un ambiente antropizzato e che i lavori in oggetto rientrino nei condizionamenti alle quali il comportamento di tali specie è completamente assuefatto. Le specie che, invece, vivono abitualmente nell area come il cinghiale, non vedranno modificato il proprio habitat, poiché sono dotati di un elevata adattabilità saranno agevolati da un area molto vasta e potranno facilmente spostarsi e raggiungere superficie boscate ben rappresentate. Per quanto riguarda l ambiente acquatico, la sua riduzione fisica, la minore ossigenazione e la diminuzione delle capacità trofiche potranno determinare un calo di densità nelle popolazioni di trote. Occorre sottolineare tuttavia che a valle dell opera di presa esistente, il corso d acqua è gia antropizzato e condizionato dalla presenza stessa della traversa ora priva di scala di rimonta per pesci, che non permette una continuità biologica. La realizzazione di una scala di risalita per l ittiofauna potrà dare dei pesci al corso d acqua, almeno fra i tratti immediatamente a monte e a valle delle opere di presa una continuità per il passaggio dell ittiofauna. Il principale disturbo che si potrà arrecare alle comunità ittiche sarà comunque durante la fase riproduttiva, periodo che vede le femmine della specie Salmo trutta deporre le uova, in numero di per Kg di peso corporeo, in tratti di alveo ghiaiosi o ciottolosi, ove sono fecondate dal maschio. Questa operazione avviene fra ottobre-novembre e gennaio-febbraio (Gandolfi et al., 1991). Dopo la schiusa ed il riassorbimento del sacco vitellino, le trotelle escono dai piccoli cumuli di ghiaia sotto i quali erano state poste le uova e stazionano a lungo nei pressi. Solo dopo un anno i giovani cominciano ad allontanarsi, tendono, quando possibile, a spingersi verso rami del torrente con maggiori quantità d acqua. Gli impatti sulla componente saranno mitigati mediante il rilascio di un deflusso minimo vitale. 196

198 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale fauna sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Rimozione della coltre vegetazionale e pedologica Scavi e sbancamenti Movimentazione delle terre Costruzione dei manufatti Modellamento morfologico Opere di rinaturalizzazione Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / negativo Danni o disturbi su animali sensibili in fase di cantiere L impatto generato dalle azioni di progetto sulla fauna sono ininfluenti e temporanei perché legati alle attività di cantiere e riconducibili ad un generale disturbo da rumore dato dalla presenza di uomini e macchine operatrici per il periodo necessario alla realizzazione delle opere. Gli effetti sono inoltre reversibili e cessano in coincidenza con il termine dei lavori. 197

199 Danni o disturbi su animali sensibili in fase di cantiere L opera in progetto non crea barriere fisiche permanenti che limitino lo spostamento degli animali, ma interferisce con essi solamente durante le fasi realizzative. I mezzi impiegati nella messa in opera sono, infatti, fonti di rumore che possono arrecare disturbo alle popolazioni di animali selvatici, provocando, al limite, uno spostamento delle stesse verso zone meno frequentate dall uomo, ovvero una modificazione temporanea del territorio occupato. Ciò è valido sia per gli ungulati selvatici, sia per la fauna ittica presente nei tratti del Tanaro interessati rispettivamente dalle opere di presa e di restituzione. Non si prevede che la fauna selvatica possa risentire di ripercussioni negative nel lungo periodo in conseguenza alla realizzazione dell opera, in considerazione soprattutto dell ampiezza delle aree naturali disponibili in zona, le cui caratteristiche non saranno sostanzialmente modificate in fase di esercizio, della durata dei lavori di realizzazione dell impianto, e del ripristino delle superfici interessate. La presenza del cantiere provocherà un disturbo marginale agli ungulati selvatici (soprattutto ai cinghiali ed ai caprioli) ed alle altre specie terrestri che già oggi frequentano l area: anch essi saranno in grado di spostarsi temporaneamente (durante l arco temporale definito dalle operazioni di realizzazione) ed in modo spontaneo in altre zone a carattere naturale. Per quanto riguarda l avifauna, i lavori non prevedono strutture in elevazione, quindi non possono ostacolare il volo degli uccelli. La temporanea sottrazione di suolo implicherà una temporanea diminuzione di zone di rifugio e di approvvigionamento di cibo da parte delle specie stanziali o dei rapaci, che si stima siano del tutto trascurabili visto l ampio raggio di azione delle specie interessate Stima degli impatti potenziali L opera non produce effetti apprezzabili sulla componente ambientale Fauna, se non alcuni spostamenti temporanei delle popolazioni animali locali. Analoghe esperienze relative alla realizzazione di impianti per la produzione di energia idroelettrica ci permettono di affermare, con ragionevole certezza, che la componente faunistica terrestre e avicola non subirà disturbi rilevanti ma solo un interferenza contenuta e temporanea dovuta all interferenza con le attività di cantiere, che sarà in grado di affrontare in modo naturale modificando le proprie abitudini territoriali con spostamenti verso zone meno disturbate. Gli impatti sulla popolazione ittica del Torrente Corsaglia saranno minimizzati grazie al rilascio di un consistente Deflusso Minimo Vitale Modulato e dalla realizzazione della scala di rimonta per l ittiofauna che garantisce la continuità biologica del torrente. stima di impatto sulla FAUNA FASE IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo Breve periodo 1. Cantiere X X 2. Esercizio X X 3. Abbandono X X Negativo a breve scadenza per la presenza di personale e mezzi lungo periodo 198

200 3.9. ECOSISTEMI Quadro ecosistemico La Tavola n. 2.5 Ecosistemi (scala 1:10.000) ha la finalità di indicare gli areali utili alla individuazione degli ecosistemi presenti nell area di indagine. La carta dei Settori Eco-geografici riportata nell allegato SIA 2 L area circostante alla zona di intervento è caratterizzata da una modesta antropizzazione. Il sito infatti si trova in una zona in cui gli insediamenti umani sono rappresentati solamente da alcuni nuclei sparsi di abitazioni rurali. Accanto alla modesta presenza di zone antropizzate, si possono individuare i seguenti ecosistemi: - Ecosistema fluviale e ripario: caratteristico delle fasce marginali dei principali corsi d acqua; - Ecosistema forestale: tipico delle zone a copertura di latifoglie (in prevalenza robinia, farnia e carpino) - Ecosistema agricolo: caratterizzato da prati stabili di pianura, colture erbacee (cerealicole) ed arboree (frutteti, vigneti e impianti di arboricoltura da legno) 199

201 Interazione dell opera con gli ecosistemi Le scelte progettuali preliminari hanno avuto come obiettivo base la conservazione delle risorse naturali dell area in esame, attraverso una scelta razionale del sito in cui localizzare l impianto idroelettrico in tutte le sue parti. Partendo dal presupposto che le aree maggiormente sensibili sotto il profilo ambientale sono le aree naturali non antropizzate si è scelto di prediligere quale ambito di intervento le aree appartenenti all ecosistema agricolo, utilizzando in parte aree boscate in evidente stato di abbandono. La localizzazione dell impianto risponde a criteri di conservazione degli ecosistemi, alpino e acquatico e ripario, al fine di evitare impatti negativi sul particolare ambiente caratterizzato da notevole valenza naturalistica e così poco condizionato dalle attività umane. Il progetto proposto interferisce in fase di costruzione con l ecosistema montano, mentre in fase di esercizio interferisce soprattutto con l ecosistema acquatico e ripario. La diminuzione della portata di acqua prevista permette di rispettare il valore del deflusso minimo vitale (DMV), in modo tale da non recare danni alla deposizione, incubazione, alla crescita ed al transito dei pesci; per quanto riguarda quest'ultimo aspetto le opere previste garantiscono il movimento dei pesci che risalgono la corrente e di quelli che la discendono. Sul paramento di valle degli sbarramenti delle due opere di presa sono previste scale di risalita per pesci che permettono di evitare la divisione fisica dell ecosistema acquatico, e garantiscono la continuità allo stesso. L habitat dell ittiofauna e l ecosistema acquatico-ripario saranno parzialmente e temporaneamente alterati in fase di costruzione dell impianto, in conseguenza dei lavori relativi alla realizzazione delle opere di presa e degli attraversamenti in subalveo previsti sul Torrente Corsaglia, che provocheranno intorbidimento delle acque e modifica morfologica dell alveo senza creare interferenze permanenti. In fase di esercizio della centrale idroelettrica l effetto sull ecosistema è dovuto alla semplice diminuzione delle portate idriche dei corsi d acqua, che non va ad interferire in modo significativo con le biocenosi che popolano l ecosistema. Durante il funzionamento della centrale idroelettrica non si prevedono interferenze né sulla morfologia degli alvei interessati, fatta eccezione per l area, peraltro estremamente localizzata, dei punti di captazione e di rilascio, né sulla buona qualità chimico-fisica delle acque, indispensabile per ospitare biocenosi equilibrate ed articolate, garantita dall elevato grado di piovosità del bacino, dalla presenza di sorgenti a portata costante di medio versante che contribuiscono ad alimentare il corso d acqua anche durante il periodo estivo, dalla relativa turbolenza delle acque legata alla conformazione geomorfologia della vallata nel tratto interessato dall opera, dal contributo dei rii secondari che continueranno ad alimentare il sistema idrico, dalla naturalità delle sponde, dall assenza di insediamenti agricoli e industriali e dall affluenza turistica limitata. In sintesi, in base ad analoghe esperienze relative alla realizzazione di opere idrauliche in corsi d acqua analoghi, si può affermare che l ecosistema acquatico non subisca alterazioni importanti sia in fase di costruzione, sia in fase di esercizio dell opera in progetto. 200

202 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale ecosistemi sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Rimozione della coltre vegetazionale e pedologica Scavi e sbancamenti Movimentazione delle terre Costruzione dei manufatti Modellamento morfologico Opere di rinaturalizzazione Fase di esercizio dell impianto idroelettrico Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / negativo Perdita complessiva di naturalità nelle aree coinvolte - Impatti negativi sugli ecosistemi acquatici conseguenti alla diminuzione di portata del corso d acqua L impatto generato dalle azioni di progetto sugli ecosistemi terrestri sono ininfluenti sia a breve sia a lungo termine e temporanei perché legati alle attività di cantiere e riconducibili a locali interferenze sul suolo e sulla vegetazione in fase di cantiere. Sono più influenti sugli ecosistemi acquatici in fase di esercizio dell impianto per la diminuzione di portata del tratto sotteso del torrente. Questo impatto risulta, comunque tollerabile e poco influente sugli equilibri ecologici. 201

203 Perdita complessiva di naturalità nelle aree coinvolte - Impatti negativi sugli ecosistemi acquatici conseguenti alla diminuzione di portata del corso d acqua L opera in progetto interferirà, in fase di esercizio, con l ecosistema acquatico e ripario del Torrente Corsaglia; l effetto è dovuto alla semplice diminuzione delle portate idriche dei corsi d acqua, che comunque non va ad interferire in modo significativo con le biocenosi che popolano l ecosistema. La diminuzione della portata di acqua prevista permette di rispettare il valore del deflusso minimo vitale (DMV) di tipo modulato, in modo tale da non recare danni alla deposizione, incubazione, alla crescita ed al transito dei pesci; per quanto riguarda quest'ultimo aspetto le opere previste garantiscono il movimento dei pesci che risalgono la corrente e di quelli che la discendono. Al fine di evitare la divisione fisica dell ecosistema acquatico e garantire la continuità dello stesso, sul paramento di valle degli sbarramenti dell opera di presa è prevista una scala di rimonta per l ittiofauna Stima degli impatti potenziali In sintesi, in base ad analoghe esperienze relative alla realizzazione di opere idrauliche in corsi d acqua analoghi, si può affermare con prudente previsione, che l ecosistema acquatico non subisca alterazioni importanti, anche tenendo conto del fatto che gli interventi non determinano significative modificazioni della morfologia dell alveo. L interferenza dell opera sugli Ecosistemi e modesta. Gli impatti generati sugli Ecosistemi terrestri sono sostanzialmente ininfluenti sia a breve sia a lungo termine e temporanei perché legati alle attività di cantiere e riconducibili a locali interferenze sul suolo e sulla vegetazione in fase di cantiere. Sono più influenti sugli Ecosistemi acquatici in fase di esercizio dell impianto per la diminuzione di portata del tratto sotteso del torrente. Questo impatto risulta, comunque tollerabile e poco influente sugli equilibri ecologici anche in considerazione del fatto che gli interventi non determinano significative modificazioni della morfologia dell alveo. stima di impatto sull equilibrio degli ECOSISTEMI FASE IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo Breve periodo 1. Cantiere X 2. Esercizio X 3. Abbandono X Negativo nel breve periodo ma tollerabile dagli ecosistemi acquatici ininfluente a lunga scadenza lungo periodo 202

204 3.10. SALUTE E BENESSERE Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale salute e benessere sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Scavi e sbancamenti Movimentazione delle terre Fase di esercizio dell impianto idroelettrico Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / negativo / 203

205 Stima degli impatti potenziali Data l assenza di ricettori sensibili che possano essere danneggiati direttamente dall intervento, localizzato in un area scarsamente abitata, e la carenza di emissioni potenzialmente dannose, visti gli effetti positivi delle operazioni di ripristino e la possibilità di ridurre l immissione di CO 2 in atmosfera, si stima che gli impatti su Salute e benessere, nel breve e lungo periodo, non siano rimarchevoli in senso negativo ma anzi abbiano la prospettiva di essere positivi in relazione alla ricaduta socio-economica che l impianto può rappresentare in termini di nuova occupazione e di incremento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. stima di impatto su SALUTE E BENESSERE AREA IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo breve periodo 1. Cantiere X 2. Esercizio X 3. Abbandono X Ininfluente in fase di cantiere di eventuale abbandono Positivo nel lungo periodo in fase di esercizio lungo periodo 204

206 3.11. PAESAGGIO Paesaggi agrari e forestali La Tavola n. 2.2 Paesaggi agrari e forestali (scala 1:10.000) individua e localizza le differenti tipologie di paesaggio presenti nella zona. La Carta dei Paesaggi Agrari e forestali della Regione Piemonte è stata realizzata da IPLA secondo un metodo impostato su tecniche di LAND SYSTEM che consentono di partire dal paesaggio per giungere a delimitare le Unità di terre (FAO 1976), basandosi sul presupposto che un determinato paesaggio può essere la risultante di fattori naturali (clima, processi geomorfologici, evoluzione dei suoli, della vegetazione ecc ) e di fattori antropici (uso delle terre per scopi agrari, forestali, urbani ecc ). La carta dei Paesaggi agrari e forestali riportata nell allegato SIA 2 L opera in progetto si colloca nel sistema di paesaggio O definito come Rilievi montuosi e valli alpine (latifoglie) e, in particolare, il sito di intervento rientra nel sottosistema OI denominato Monregalese. Si tratta di versanti a profilo ondulato, crinali arrotondati, valli a V aperta caratterizzati da difformità litologiche che definiscono paesaggi differenti con estese coperture boscate (conifere e latifoglie) su formazioni rocciose inadatte al coltivo accanto a rocce tenere ed a suoli prevalentemente coltivati. Nell insieme, il rilievo di questo sottosistema è modesto e minoritario rispetto alla più consistente ed elevata montuosità di altri paesaggi. 205

207 In particolare, la carta indica che la zona interessata dal progetto fa parte della sovranità di paesaggio OI3 che individua ambienti forestali e agrari in cui al prevalere dei coltivi nella prima fascia montana si accompagnano diffusi insediamenti sui più morbidi e meglio esposti rilievi. Il prato stabile o il bosco irregolare di castagno ceduo o ad alto fusto degradato anticipano la ben più densa copertura boschiva dei rilievi più interni Intervisibilità La Tavola n. 2.8 Intervisibilità (scala 1:10.000) permette di avere la percezione di quali sono le porzioni di territorio dalle quali è possibile avere una visuale diretta delle parti del progetto che emergono al di sopra del piano di campagna. Le strutture potenzialmente visibili ad opera ultimata sono il canale di captazione e il locale adibito ad ospitare la turbina, in quanto la condotta forzata verrà totalmente interrata. Il canale di presa e la vasca di carico avranno impatto visivo modesto in gran parte attenuato dalla copertura boscata circostante e dalla ridotta altezza dal suolo dei manufatti. Il locale turbine risulterà potenzialmente più visibile (date le dimensioni), tuttavia esso si inserirà perfettamente nel contesto paesaggistico poiché verrà realizzato nel pieno rispetto delle tipologie edilizie tradizionali e si inserirà perfettamente nel contesto rurale tipico della zona. Inoltre i luogo su cui sorgerà questo fabbricato risulta particolarmente protetto alla vista dalla cortina vegetale costituita delle superfici boscate che lo circondano. La carta dell intervisibilità riportata nell allegato SIA 2 206

208 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale paesaggio sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Fase di esercizio dell impianto idroelettrico Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / / negativo Intrusione nel paesaggio visibile di nuovi elementi potenzialmente negativi sul piano estetico-percettivo. L impatto generato dalle azioni di progetto ha un prevalente segno negativo a causa dell intrusione di opere nel contesto esistente. Esse però hanno una notevole capacità di inserimento paesaggistico prevedendo tipologie architettoniche caratteristiche del luogo e utilizzo di materiali tradizionali per la costruzione. La scarsissima intervisibilità delle opere da realizzare facilità ancora di più l inserimento delle stesse nel paesaggio. Il sito d intervento si trova in una porzione di paesaggio poco esposta alla fruizione sia diretta sia indiretta. 207

209 Intrusione nel paesaggio visibile di nuovi elementi potenzialmente negativi sul piano estetico-percettivo Il progetto prevede la realizzazione di nuove opere emergenti dal piano campagna che risultano visibili e pertanto, il loro inserimento nell ambiente potrebbe rappresentare una fonte di impatto; queste comprendono: centrale di produzione con locale turbine Locale tecnico (trasformatori e sala controllo) Le suddette opere sono connesse alla fase di esercizio e pertanto la loro presenza modificherà il paesaggio nel periodo di attività della centrale, ovvero un lasso di tempo stimabile in alcuni decenni. L edificio contenente le turbine sarà inserito in area pianeggiante alla base del versante ed avrà una intervisibilità assai ridotta. Inoltre, al fine del corretto inserimento paesaggistico, le parti emergenti del progetto hanno forme e materiali utilizzati nella tipologia costruttiva locale appositamente scelti per rendere gradevole la presenza anche se l ambito di percezione del fabbricato è ridotto alle immediate vicinanze Stima degli impatti potenziali L impianto è facilmente inseribile nel Paesaggio senza comprometterne la qualità: data la durata breve dei lavori di realizzazione e la pianificazione delle operazioni di cantiere si può affermare che, in generale, la fase di realizzazione arrecherà al paesaggio un disturbo minimo e trascurabile (per la breve durata dei lavori). Invece, per quanto riguarda la fase di esercizio, la bassissima intervisibilità delle strutture emergenti è garanzia di inserimento paesaggistico dell opera che, comunque, sarà realizzata con l impiego di materiali ed elementi architettonici rispettosi delle tipologie costruttive locali e con l utilizzo di vegetazione autoctona come schermo naturale per la percezione visiva. Il ripristino repentino delle superfici interessate dall opera e gli interventi di rimboschimento dei versanti e di rinaturalizzazione delle sponde del torrente, permetterà in modo pieno e soddisfacente di mantenere inalterata la percezione paesaggistica dei luoghi interessati dal progetto. stima di impatto su Qualità e utilizzo del PAESAGGIO AREA IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo breve periodo 1. Cantiere X 2. Esercizio X 3. Abbandono X lungo periodo Negativo in fase di cantiere Ininfluente a breve e lunga scadenza 208

210 3.12. BENI CULTURALI Beni culturali ambientali La Tavola n. 2.1 Beni culturali ambientali (scala 1:10.000) individua e localizza le emergenze architettoniche, culturali e ambientali dell area di studio. I beni culturali, architettonici, urbanistici ed archeologici della Regione Piemonte sono stati rilevati, per conto della stessa Regione, da un gruppo di lavoro della Facoltà di Architettura di Torino, coordinato dal Prof. G. Vigliano, negli anni , e resi noti attraverso il Settore Cartografico dell Assessorato Pianificazione e Gestione Urbanistica regionale, quindi diffusi con il disciplinare per la consultazione e la cessione in copia dei documenti fotocartografici disponibili presso il Settore Cartografico, approvato con DGR n del 23/01/90 e s.m.i., con le variazioni introdotte dalla DGR n del 01/03/2000. Osservando la cartografia emerge che il tracciato della condotta forzata in progetto non passa nelle vicinanze di beni culturali e ambientali. Pertanto si precisa che l opera in progetto non interferirà negativamente con tali beni sia in fase di cantiere, sia in fase di esercizio. Lo scavo per l interramento della condotta non coinvolgerà bene culturale e ambientale l interramento della stessa permetterà un impatto paesaggistico pressoché nullo. La carta dei Beni culturali ambientali riportata nell allegato SIA 2 209

211 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale beni culturali sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto / / / Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Linee d impatto positivo / negativo / Le azioni di progetto non hanno alcuna interferenza diretta con beni culturali ambientali. 210

212 Stima degli impatti potenziali L indagine conoscitiva svolta non ha individuato la presenza di Beni culturali nell area di intervento e sulla viabilità di accesso al cantiere. L assenza di elementi architettonici, archeologici ed ambientali tutelati o segnalati esclude qualsiasi interferenza del progetto con gli stessi. stima di impatto su BENI CULTURALI AREA IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo breve periodo 1. Cantiere X 2. Esercizio X 3. Abbandono X lungo periodo Ininfluente a breve e lunga scadenza 211

213 3.13. ASSETTO TERRITORIALE Uso del suolo La Tavola n. 2.5 Uso del suolo (scala 1:10.000) è ricavata dai Piani Forestali Territoriali (PFT) - Area forestale n. 32 Valli di Lanzo, redatti dall IPLA, Istituto per le Piante da Legno e l Ambiente per conto della Regione Piemonte nel 2001; la scala di rilievo è 1: per cui il livello di dettaglio è particolarmente adatto all analisi qui presentata. Come evidenziato nella tavola sopra citata, l intervento in progetto si sviluppa prevalentemente su superfici definite a livello di Categoria come Seminativi, Impianti per arboricoltura da legno e Robinieti. Estratto carta dell Uso del suolo riportata nell allegato SIA Infrastrutture La Tavola n. 2.9 Infrastrutture (scala 1:10.000) descrive le infrastrutture presenti. Non si segnalano in loco particolari infrastrutture, fatto salvo la presenza della strada comunale che collega San Michele Mondovì a Codovilla che percorre la sinistra orografica del torrente Corsaglia e la Strada Statale n. 28 del Colle di Nava, situata in destra orografica. 212

214 La carta dell infrastrutture riportata nell allegato SIA 2 Il sito è raggiungibile percorrendo le suddette strade dalle quali si dipartono strade interpoderali che si avvicinano all asta del Torrente Corsaglia, alcune delle quali sono state individuate come accessi al cantiere e messe in evidenza sulla Tavola n. 8.1 Aree di cantiere e accessi. Tavola n. 8.1 Aree di cantiere e accessi 213

215 Quadro delle interazioni tra l opera e il settore ambientale Facendo riferimento allo schema adottato si è proceduto nell individuare come sorgente d impatto la fase di costruzione con le relative attività di cantiere, evidenziando che gli effetti d impatto potenziale sulla categoria ambientale assetto territoriale sono conseguenti alle modalità di messa in atto delle azioni di progetto previste: Azioni di progetto Rimozione della coltre vegetazionale e pedologica Scavi e sbancamenti Movimentazione delle terre Costruzione dei manufatti Modellamento morfologico Opere di rinaturalizzazione Fase di esercizio dell impianto idroelettrico Le linee d impatto potenziale che si ripercuotono sul settore ambientale in questione sono identificabili con le voci: Miglioramento dell offerta di servizi Linee d impatto positivo Offerta di nuove opportunità occupazionali Risparmi nell utilizzo complessivo di combustibili fossili, e dei rischi energetici conseguenti negativo Impegno temporaneo di viabilità locale da parte del traffico indotto in fase di cantiere. L impatto generato dalle azioni di progetto ha un prevalente segno positivo. L impiego temporaneo della viabilità locale durante le fasi di cantiere genera un impatto negativo sull assetto territoriale ma localizzato e limitato alla durata dei lavori e quindi completamente reversibile ed in diminuzione con il tempo. Per quanto riguarda le linee d impatto positive, il loro effetto è continuo e persistente a lungo termine. Nei paragrafi che seguono si approfondisce il tema riferito alle linee di impatto potenziale individuate. 214

216 Miglioramento dell offerta di servizi La realizzazione del progetto è finalizzata alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, quindi è destinato ad aumentare la quota di energia prodotta con miglioramento dell offerta di energia sul mercato idroelettrico con ricadute positive sul sistema territoriale complessivo Offerta di nuove opportunità occupazionali Le fasi realizzative comporteranno un afflusso di tecnici e di operai tale da avere una ricaduta positiva reale sull economica dell area, che vedrà la presenza costante di personale e quindi una richiesta costante di servizi (di ristorazione, pernottamento, ) per tutta la durata dei lavori e presumibilmente anche in fase di esercizio dell impianto Risparmi nell utilizzo complessivo di combustibili fossili, e dei rischi energetici conseguenti. L opera in oggetto si inserisce in un ambito di interesse collettivo in quanto influisce sulla riduzione complessiva dell utilizzo dei combustibili fossili, e quindi sul benessere generale dell ecosistema terrestre. L impianto è in grado di generare 7,29 GWh/anno, pari ai consumi annui di circa persone, pur rispettano appieno le priorità d uso delle acque (il DMV e le portate irrigue ed idropotabili), con una riduzione di circa t/anno di CO2, 23 t/anno di ossidi di azoto oltre a kg/anno di particolati vari rispetto alla medesima produzione derivata da altre fonti inquinanti come idrocarburi ed altri combustibili fossili. In particolare la produzione prevista dell impianto, pari a 7,26 GWh nell arco di un anno di produzione, permette di sostituire una quota di energia da fonti fossili equivalente alla non emissione in atmosfera di t/anno di CO 2. La produzione di energia elettrica da una fonte di tipo rinnovabile, permette di evitare di immettere nell atmosfera ingenti quantità di gas serra e di composti derivati dalla combustione di oli fossili, in grado di generare effetto serra e di incrementare la concentrazione (peraltro già critica) di anidride carbonica nell atmosfera. Tale aspetto è di grande importanza e si inserisce perfettamente negli obiettivi intrapresi in ambito internazionale (Protocollo di Kyoto) che mirano alla conservazione delle risorse fondamentali per la vita terrestre Impegno temporaneo di viabilità locale da parte del traffico indotto in fase di cantiere L impegno temporaneo della viabilità locale da parte del traffico indotto in fase di cantiere non prevede l interruzione della rete viaria di interesse pubblico. Soltanto la viabilità secondaria, di tipo interpoderale subirà un traffico inusuale di mezzi e macchine operatrici la cui presenza sulle strade stese è comunque esigua con induzione di problemi puntuali risolvibili con semplici accordi con i proprietari dei terreni limitrofi. 215

217 Stima degli impatti potenziali Per quanto riguarda i potenziali impatti sull Assetto territoriale l impatto generato dalle azioni di progetto ha un prevalente segno positivo. L impiego temporaneo della viabilità locale durante le fasi di cantiere genera un impatto negativo ma poco rilevante e limitato alla durata dei lavori e quindi completamente reversibile ed in diminuzione col tempo. Per quanto riguarda le linee d impatto positive, il loro effetto è continuo e persistente a lungo termine. I potenziali impatti negativi dovuti alla cantierizzazione dell area durante le fasi realizzative (impatti temporanei legati all utilizzo della viabilità esistente) possono essere giustificati dalle caratteristiche strategiche dell intervento, finalizzate alla riduzione delle immissioni derivate dalla combustione dei combustibili fossili, e compensati dalle ricadute positive dirette e indirette sull economia locale. stima di impatto su ASSETTO TERRITORIALE AREA IMPATTO PREVISTO positivo ininfluente negativo lungo breve lungo breve periodo periodo periodo periodo breve periodo 1. Cantiere X 2. Esercizio X 3. Abbandono X lungo periodo Ininfluente in fase di cantiere e di eventuale abbandono Positivo nel breve e lungo periodo in fase di esercizio 216

218 3.14. ANALISI DELLA SENSIBILITÀ AMBIENTALE Individuazione delle aree sensibili Alla luce di quanto emerso nella prima fase dell analisi di impatto ambientale, nel processo di individuazione della sensibilità ambientale, e quindi delle aree sensibili, sono state prese in considerazione le indicazioni fornite dall analisi dei differenti settori ambientali, considerati nel loro insieme come caratteristici per le aree interessate dal progetto Determinazione degli indici di sensibilità ambientale Al fine di definire anche quantitativamente gli effetti del progetto sull ambiente in senso lato, si è proceduto all attribuzione di una maggiore o minore valenza, in termini di sensibilità, a ciascun elemento ambientale considerato. L analisi della sensibilità ambientale intende mettere a fuoco l effettiva fragilità degli ambienti interessati nei confronti della realizzazione delle opere in progetto, attraverso l attribuzione di indici di sensibilità ambientale. Questo metodo di analisi permette, in modo empirico, di prevedere e localizzare, in cartografia, le aree entro le quali il complesso delle componenti ambientali sarebbe messo potenzialmente a rischio, nel caso di realizzazione delle opere in progetto, ovvero le aree nelle quali la sensibilità dell ambiente nei confronti di eventuali impatti è maggiore. Nell analisi d impatto ambientale, a ciascuna area sensibile è stato attribuito un indice di sensibilità caratterizzato da un valore numerico compreso tra 1 (minimo) e 6 (massimo); in questo modo si è quantificata la maggiore o minore predisposizione di ciascun elemento ambientale ad essere influenzato negativamente dal progetto. Tabella riassuntiva degli Indici di sensibilità ambientale Settori ambientale ARIA ACQUE SUPERFICIALI SUOLO, SOTTOSUOLO, ASSETTO IDROGEOLOGICO RUMORE FLORA e VEGETAZIONE FAUNA ECOSISTEMI SALUTE E BENESSERE PAESAGGIO ASSETTO TERRITORIALE Indice di sensibilità ambientale Alto Medio Basso X X X X X X X X X X I settori ambientali di maggiore sensibilità nei confronti delle fonti d impatto indotte dal progetto, sono le acque superficiali (rete di drenaggio superficiale), suolo e l assetto idrogeologico, la vegetazione ed il paesaggio. La componente meno sensibile alla realizzazione dell opera è quella faunistica che, grazie alla facoltà di spostamento rispetto 217

219 alle aree di intervento, dispone di un area vasta caratterizzata da ambienti diversificati e ricchi, nelle quali abbondano le riserve trofiche Individuazione cartografica delle aree sensibili agli impatti negativi La Carta della sensibilità ambientale sintetizza il risultato dell analisi effettuata sui differenti settori ambientali e integra le informazioni ottenute con le caratteristiche relative alle aree interessate dal progetto: per ognuna di esse vengono perciò considerati i differenti settori ambientali ed i relativi indici di sensibilità. Il risultato ottenuto è l attribuzione, per ogni superficie interessata dal progetto, di un valore sintetico di sensibilità ambientale (basso, medio e alto) rispetto all opera in progetto. Nell area oggetto di studio la sensibilità bassa è attribuita alle superfici agricole, quella media alle aree boscate e il valore alto alle aree edificate. La carta della Sensibilità ambientale riportata nell allegato SIA 3 Nel suo complesso, l area d intervento occupa una superficie ridotta all interno di un area a bassa e media sensibilità ambientale. Sulla base della carta della sensibilità ambientale e dell analisi ambientale complessiva contenuta nel presente elaborato si è costruita la Carta degli impatti che evidenzia che il immette nell ambiente fattori di impatto medio e basso con particolare riferimento alle aree interessate dalla condotta forzata interrata nelle quali si prevede un impatto basso, mentre laddove il progetto inserisce elementi in emergenza rispetto al piano di campagna l impatto complessivo va considerato medio anche se localizzato sostanzialmente nell area della centrale idroelettrica. 218

220 La carta degli impatti riportata nell allegato SIA 3 219

221 3.15. QUALITÀ E CAPACITÀ DI RIGENERAZIONE DELLE RISORSE NATURALI DELLA ZONA L impianto in progetto si prefigge di razionalizzare sia la produzione di energia, sia l inserimento paesaggistico e territoriale dei manufatti in progetto Capacità di carico dell'ambiente circostante A tutela della naturalità e della conservazione del suolo fertile, prima delle operazioni di scavo del terreno, si provvederà all accantonamento temporaneo dello strato vegetale superficiale che sarà successivamente impiegato nel ripristino delle aree di cantiere marginali alle opere e per gli interventi di compensazione e mitigazioni previsti. Questa metodologia di intervento consentirà di trasferire il terreno vegetale ricco si sostanze organiche dall area di cantiere alle aree che saranno rinaturalizzate in modo tale da facilitare il processo di attecchimento della componente erbacea e di quella arbustiva. L analisi del progetto e degli impatti positivi e negativi dello stesso sulle componenti ambientali, permette di stabilire preventivamente che l opera in progetto possa essere assorbita dal contesto ambientale dell area Utilizzazione di risorse naturali Per produrre energia elettrica l impianto idroelettrico ad acqua fluente sfrutta l energia cinetica prodotta dal salto idraulico dall acqua che scorre naturalmente nell alveo del torrente; questa tipologia di impianto non necessità di invasi per l accumulo idrico e non modifica in alcun modo le caratteristiche chimico-fisiche dell acqua. L impianto idroelettrico in progetto prevede la derivazione di una portata massima di 10 m 3 /s dal Torrente Corsaglia a quota 400,00 m s.l.m. con restituzione nel medesimo corpo idrico compreso a quota 375,00. L opera può essere definita un impianto idroelettrico ad acqua fluente, in quanto l acqua viene prelevata dal Torrente Corsaglia mediante opera di presa con capacità di accumulo irrilevante ai fini della regolazione. La quantità d acqua derivata è normata dalle leggi vigenti in materia ed è sempre garantito il Deflusso Minimo Vitale. La portata massima effettivamente derivabile dall impianto idroelettrico è pari a 10,0 m 3 /s, mentre la portata derivata è mediamente di circa 0,96 m 3 /s e garantisce il deflusso minimo vitale (DMV) di base al quale viene aggiunta la modulazione di compresa tra 10% e 16.2% del prelievo. La strategia di produzione dell impianto prevede un prelievo proporzionale alle portate naturali del Torrente Corsaglia che garantisce la naturalità di deflusso idrico nel tratto sotteso. Per gli aspetti idrologici si rimanda alla relazione idrologico-idraulica di progetto. Il progetto si propone di conservare l insieme significativo di territori agricolo forestali, soprattutto attraverso la razionale localizzazione della condotta forzata, che segue prevalentemente aree prative e tracciati di piste di accesso a i boschi e di strade sterrate oppure aree di greto quando si rendono necessari gli attraversamenti in subalveo dei corsi d acqua. La seguente tabella indica l occupazione temporanea di suolo della soluzione progettuale adottata considerando tutte le aree individuate come aree di cantiere.

222 Tabella 5 - Occupazione di suolo del progetto per Categoria d uso del suolo Categoria d uso del suolo area m 2 % Prati e coltivi % boschi % greto % Viabilità forestale e vicinale 450 1% TOTALE % Le tipologie ambientali maggiormente interessate sono i prati e coltivi (71%) e i boschi (21%) essendo l intervento localizzato in un comprensorio prevalentemente agricolo e pianeggiante solcato dall alveo del Torrente Corsaglia. Le superfici di greto interessate dal progetto riguardano l 8% della superficie totale coinvolta dagli interventi in progetto mentre molto bassa è l occupazione di viabilità forestale e vicinale. Grafico 7 - Occupazione di suolo del progetto per Categoria d uso del suolo Produzione di rifiuti, inquinamento e disturbi ambientali Le caratteristiche tecniche dell impianto e dei lavori di costruzione non lasciano prevedere produzione di rifiuti di nessun tipo legate all opera finita; l unica fase che può creare disturbi ambientali localizzati con accidentale e temporaneo inquinamento è quella di cantiere legata alla presenza di macchine operatrici. L esperienza maturata in cantieri similari fa presumere che il disturbo ambientale sia legato maggiormente ai movimenti di terreno in sé (e quindi all innalzamento di polveri nell atmosfera ed al traffico indotto sulla rete viabile locale), piuttosto che ai rumori o ai gas di scarico delle macchine operatrici. 221

223 Si tratta tuttavia di disturbi ambientali temporanei, facilmente attenuabili con semplici accorgimenti da attuare in fase operativa. Si ricorda inoltre che l impianto in attività funge anche da raccoglitore dei rifiuti trasportati dal corso d acqua che attraverso l azione dello sgrigliatore posto all imbocco del la vasca di carico che è predisposto per estrarre gli elementi solidi trasportati dalla corrente e di accumularli sul piazzale di manovra della centrale attraverso un nastro trasportatore, per poter essere conferiti a discarica. In questo modo l impianto funziona da filtro per la portata turbinata, quindi per una quota considerevole della portata complessiva del fiume, contribuendo significativamente alla ripulitura delle acque dagli inquinanti solidi Rischio di incidenti Nel quadro delle eventuali condizioni di rischio che possono venirsi a creare con riferimento alle fasi di costruzione, di esercizio ed eventualmente di dismissione dell opera, si può osservare che, ad esclusione dei normali rischi per l incolumità personale degli addetti al cantiere costruttivo, paragonabili ad un qualunque cantiere edile, i lavori in progetto non implicano rischi specifici di incidente grave per l ambiente. 222

224 3.16. STIMA DEGLI EFFETTI CUMULATIVI DEGLI IMPATTI NEL TEMPO E CON ALTRE FONTI D IMPATTO PRESENTI SUL TERRITORIO Valutazione delle pressioni ambientali preesistenti Al fine di verificare l attuale livello di pressione ambientale insistente sul territorio di progetto è stata effettuata un indagine sulla presenza o assenza di fonti di pressione, cioè di azioni antropiche da cui si originano pressioni che interagiscono sulla qualità ambientale. Le principali tipologie di fonti d impatto ambientale presenti nell area di studio sono suddivisibili secondo le caratteristiche d impatto e riguardano tutte le possibili azioni antropiche che interagiscono sulla qualità ambientale. Per l individuazione dei fattori determinanti una pressione sul territorio in esame, sono state prese in considerazione le attività derivanti dai bisogni individuali, collettivi, sociali, economici, da stili di vita e processi economici produttivi e di consumo da cui si originano pressioni sull ambiente. Per rappresentare questi fattori sono stati impiegati i seguenti indicatori, ciascuno caratterizzato da una serie di parametri: 1. Insediamenti abitativi (tipologia urbana, turismo e attività ricreative) 2. Agricoltura (tipologia di coltivazioni agricole, zootecnia) 3. Settore industriale (superficie industriale, attività minerarie estrattive, captazioni idriche) 4. Trasporti (vie di comunicazione, infrastrutture) 5. Servizi (infrastrutture interrate, infrastrutture fuori terra, sistemi di trattamento e smaltimento rifiuti, impianti di termodistruzione) 6. Settore energetico (produzione di energia, canalizzazioni, linee di trasporto dell energia) 223

225 Lista di controllo della presenza di PRESSIONI AMBIENTALI Ambito socioeconomico Ambito strutturale Fattore di pressione ambientale Presenza nell area d indagine 1 INSEDIAMENTI ABITATIVI 2 AGRICOLTURA 3 TRASPORTI 4 SETTORE INDUSTRIALE Tipologia urbana Turismo e attività ricreative Coltivazioni agricole Zootecnia Vie di comunicazione Infrastrutture Superficie industriale Attività minerarie estrattive Captazioni idriche Assenza di abitazioni - Case sparse X Piccolo aggregato - Area urbana X Area metropolitana - Assenza di turismo - Occasionale - Stagionale - Continuo - Attività venatoria X Attività di pesca X Assenza di attività agricole - Selvicoltura - Coltivazioni marginali con incolti - Prato stabile X Pascolo - Arboricoltura (pioppeti) X Coltivazioni intensive X Assenza di zootecnia - Zootecnia intensiva - Zootecnia estensiva - Assenza di percorsi veicolari - Strada vicinale o di servizio X Strada agro-silvo-pastorale - Strada comunale X Strada provinciale - Strada statale X Autostrada, tangenziale - Linea ferroviaria - Assenza di infrastrutture X Impianti a fune - Ponti - Porti - Aeroporti - Eliporto - Assenza di industria - Superficie < m 2 - Superficie > m 2 - Assenza attività estrattive X Cava a fossa - Cava su versante - Trivellazioni - Assenza di captazioni idriche - Dighe - Pozzi (potabile/irriguo) - Captazione acque superficiali X Captazione sorgenti - 224

226 5 SERVIZI 6 SETTORE ENERGETICO Infrastrutture interrate Infrastrutture fuori terra Sistemi di trattamento e smaltimento rifiuti Impianti di termodistruzione Produzione di energia Assenza di infrastrutture interrate X Acquedotti - Fognature - Metanodotti e oleodotti - Elettrodotti X Assenza di infrastrutture fuori terra - Elettrodotti X Antenne per telecomunicazione - Canali - Condotte in pressione - Sistemazioni idrauliche - Assenza di discariche X Discariche - Impianti selezione e trattamento rifiuti - Sito inquinato ai sensi LR 42/00 - Assenza inceneritore X Inceneritore < 100 t/giorno - Inceneritore > 100 t/giorno - Assenza di attività Centrale idroelettrica - Centrale a combustibili fossili - X La pressione ambientale generata da altre fonti d impatto nell area in oggetto è bassa ed è riconducibile (data l assenza di industrie, di impianti e sistemi di smaltimento di rifiuti, di infrastrutture di grande portata e di centri urbani) a quella delle pianure piemontesi. L impianto per la produzione di energia idroelettrica proposto non interferisce con altri progetti o con opere esistenti che possano essere ostativi alla sua realizzazione o incompatibili con lo stesso. 225

227 3.17. DEFINIZIONE DELLE MATRICI DI IMPATTO AMBIENTALE (VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI CUMULATIVI) Metodologia Le matrici d impatto ambientale sono state costruite con lo scopo di riassumere, per mezzo di uno schema grafico, la procedura seguita al fine di delineare quali siano, rispetto all intervento in analisi, le linee d impatto significative. Con il nome matrici sono definite le tabelle utilizzate nello Studio di Impatto Ambientale per visualizzare graficamente la corrispondenza tra gruppi diversi di elementi sensibili oppure di fonte di pressione ambientale. Sono state utilizzate matrici tra loro concatenate e definite matrici coassiali in quanto collegate da un elemento o un aspetto comune. Il sistema di matrici utilizzato combina le categorie d informazioni, sequenzialmente collegate, che si acquisiscono nella procedura di analisi d impatto: Per mezzo della Matrice A si mettono in relazione le linee d impatto con gli aspetti di caratterizzazione dell impatto ; si definisce così il carattere dell impatto determinato sulle linee d impatto potenziale individuate con la check list; Per mezzo della Matrice B si mettono in relazione le linee d impatto con i settori ambientali ; si valutano così quali indicatori (settori) coinvolti dal progetto, risultano impattate dalle linee d impatto, secondo quanto indicato nella precedente matrice e, mediante valori numerici, si individua la significatività o valore d impatto Nella Matrice B, in base agli aspetti individuati si è proceduto alla valutazione degli impatti utilizzando le seguenti tabelle di decodificazione. Valore e Peso degli impatti Aspetti di caratterizzazione dell impatto descrizione valore SEGNO SIGNIFICATIVITA + positivo - negativo Peso 0 ininfluente 1 impatto basso 2 3 impatto medio 4 5 Impatto alto 6 226

228 227

229 228

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