ASUR Zona territoriale n 2 URBINO. Dipartimento di prevenzione Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche
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- Sebastiano Novelli
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1 ASUR Zona territoriale n 2 URBINO Dipartimento di prevenzione Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Direttore: Dr. Adelchi Vaccaro *** Utilizzo agronomico della pollina ********** Il settore avicolo italiano costituisce una realtà produttiva di rilievo con un indotto significativo. Il saldo import/export di carni avicole ed uova risulta sostanzialmente in attivo per le carni e quasi in pareggio per le uova. L allevamento avicolo, così come quello suinicolo, raramente dispone di una S.A.U proporzionata alla quantità dei reflui prodotti. L allevamento bovino senza S.A.U si può considerare inesistente. L allevamento ovino, essenzialmente brado o semibrado, con periodi limitati di stabulazione fissa, non comporta, di norma, grosse problematiche ambientali. I problemi correlati agli allevamenti avicoli si possono sostanzialmente ricondurre a: emissione in atmosfera di gas meleodoranti stoccaggio ed utilizzo dei reflui
2 diffusione di mosche smaltimento delle carcasse I punti di cui sopra richiedono una particolare attenzione da parte degli imprenditori avicoli, finalizzata alla minimizzazione dell impatto ambientale, raggiungibile tramite una corretta gestione dei processi produttivi. Tutti gli interventi devono essere integrati in modo da assicurare che i miglioramenti si traducano in un beneficio complessivo senza spostare il problema da uno stadio del processo ad un altro. Gli interventi e le pratiche di buona gestione ambientale devono inoltre esplicarsi in modo che gli effetti benefici si riflettano anche sul benessere animale e quindi sul miglioramento delle performances. Uno dei problemi principali riguarda la messa a punto di tecniche finalizzate all ottenimento di lettiere asciutte (> 70% di sostanza secca) con un buon tenore di principi nutritivi per le colture agricole. Ciò significa che le perdite di azoto per volatilizzazione devono essere ridotte con beneficio anche per l ambiente. Le tecniche dovranno essere basate sul controllo ambientale degli edifici (temperatura, umidità e ventilazione), sulle caratteristiche costruttive ( materiali e coibentazioni), sui sistemi di controllo e di monitoraggio del microclima. Caratteristiche ricoveri a) scelta del terreno: i migliori terreni sono quelli di natura calcarea e silicea;sconsigliati quelli argillosi. b) preparazione del sito: drenaggio, sopraelevazione di alcuni centimetri con vespaio in ghiaia; canalette di scolo perimetrali. c) orientamento: l asse maggiore va orientato ad est (climi temperati); sud (climi freddi); ovest (climi caldi) tenendo sempre presente la
3 direzione dei venti dominanti. d) distanza dalle abitazioni e) capacità (volume): in funzione del numero di animali ospitati f) superficie: in funzione del tipo di stabulazione. g) forma: rettangolare è la più economica e razionale. h) materiale da costruzione: refrattari all umidità, permeabili all aria, isolanti, ignifughi, resistenti, leggeri, economici, ecc. i) pavimentazione: cemento battuto l) luminosità: illuminazione naturale o artificiale, da preferire la prima soprattutto se diffusa e non diretta o abbagliante m) temperatura: in relazione allo stadio produttivo degli animali n) umidità relativa: ottimale 50% 80% o) lettiera p) abbeveratoi q) ventilazione e ricambio d aria (forzata o naturale): indispensabile per l allontanamento di CO2, NH3 e pulviscolo; riduzione carica batterica ambientale; raffrescamento ecc. r) deposito foraggi / mangimi s) concimaia
4 Lettiera 1) temporanea 2) permanente: a) sufficientemente ampia e correttamente dimensionata per limitare il carico di deiezioni; b) gestita correttamente con l aggiunta periodica di materiale fresco (paglia trinciata, segatura); c) qualità del materiale (segatura di buona qualità legno no da truciolati di mobili, ecc., asciutta 85/90% di sostanza secca per evitare fermentazioni già nello stoccaggio, paglia asciutta non ammuffita ecc.). Raffrescamento: con questo termine si intendono tutti quegli interventi diretti o indiretti atti a ridurre la temperatura ambientale e corporea dell animale. Sistemi di allevamento 1) In batteria a più piani sovrapposti (utilizzato per le galline ovaiole) prevede vari sistemi di raccolta delle deiezioni : a) in fosse sottostanti di dimensioni ridotte, munite di raschiatoio a ruspetta per la frequente rimozione delle feci; b) in fosse sottostanti sufficientemente ampie da accogliere la pollina di un intero ciclo (12 16 mesi); c) su nastri trasportatori posti al di sotto di ciascuna fila di gabbie. 2) batteria modificate, con o senza accesso all esterno (ovaiole)
5 3) a terra (in capannoni ) su lettiera permanente che può essere rimossa dopo uno o più cicli (broilers). Ciascuno dei sistemi sopra citati comporta vantaggi e svantaggi ai fini dell emissione di ammoniaca (frutto della demolizione dell acido urico, dell urea e di vari composti azotati presenti nelle feci). Nell allevamento di galline ovaiole il livello di emissione è legato soprattutto ai sistemi di gestione delle deiezioni ed al sistema di ventilazione. Ai fini del contenimenmto delle emissioni all interno dei ricoveri si rivelano efficaci sia l allontanamento frequente delle deiezioni (spostamento del problema), sia,soprattutto, la riduzione dell umidità della pollina. E possibile ridurre ad un terzo la quantità di ammoniaca prodotta ricorrendo alla disidratazione forzata della pollina su nastro, rispetto al classico stoccaggio in fossa sottostante le gabbie. Nei broilers il livello di emissione è influenzato: a) Dal tipo di pavimento ( isolato o no ); b) Dal controllo del microclima indirizzato alla riduzione dell umidità della lettiera (gestione sistemi di raffrescamento). In tutti i tipi di allevamento è necessario tenere sotto controllo il sistema di distribuzione dell acqua di bevanda ed i sistemi di raffrescamento. Le frequenti perdite o mal funzionamenti degli impianti incidono sognificativamente sul grado di umidità della pollina favorendo sia la formazione di ammoniaca che lo sviluppo di insetti, con conseguenze negative sia sul benessere animale che sulla qualità delle emissioni e quindi anche sulle performances produttive.
6 Predisidratazione della pollina di ovaiole in allevamento Vantaggi: 1) riduzione delle emissioni odorigene in tutte le fasi di: allevamento, stoccaggio, spandimento; 2) aumento delle possibilità di valorizzazione agronomica; 3) facilità ed economicità di trasporto; 4) migliore utilizzo per eventuale compostaggio; 5) riduzione significativa della proliferazione di insetti. Svantaggi: 1) difficoltà e costi per l adeguamento/modifica di impianti già esistenti, 2) aumento dei costi di impianto e di manutenzione. Stoccaggio della pollina: Lo stoccaggio, come già detto, si differenzia a seconda che si tratti di broilers o di galline ovaiole in batteria. Nel primo caso lo stoccaggio avviene all interno dei ricoveri fino alla fine del ciclo/i a seconda del sistema gestionale adottato e della durata del ciclo di produzione (pollo, galletto, tacchini ecc.), a fine ciclo/i si provvede alla pulizia e disinfezione/disinfestazione dei ricoveri, previa rimozione della lettiera che di solito viene contestualmente allontanata. In caso contrario è necessario prevedere: 1) una platea esterna per lo stoccaggio provvisorio con regimazione delle acque piovane e/o adeguata copertura con telo o altro sistema.
7 2) una vera e propria concimaia avente tutte le caratteristiche tecniche necessarie, nel caso si intendesse procedere ad una ulteriore maturazione. Nel secondo caso lo stoccaggio può avvenire all interno del ricovero (fossa sottostante le gabbie), in vasche a tenuta poste all esterno del ricovero (pollina rimossa periodicamente a mezzo raschiatoi), depositata in locale adiacente (pollina parzialmente disidratata). Rischi sanitari (contaminazioni da microrganismi) Anche in questo caso bisogna distinguere tra lettiera e pollina, ed ancora tra pollina umida e pollina disidratata: Nella lettiera permanente dei polli allevati a terra, i processi di decomposizione e di innalzamento termico iniziano già all interno dei ricoveri, per cui si ritiene che il processo di autosterilizzazione, al momento della rimozione, risulta già a buon punto. Discorso a parte meritano le deiezioni delle galline allevate in batteria, dove un eccesso di umidità e la mancanza di porosità, difficilmente consentono il raggiungimento di temperature superiori ai 30/40 C, D altro canto la pollina sufficientemente disidratata (U.R < al 30%) limita in modo significativo l eventuale crescita batterica. Sia la lettiera che la pollina tal quale e/o parzialmente disidratata, possono essere convenientemente utilizzate negli impianti di compostaggio, (in passato anche le carcasse potevano essere aggiunte, oggi è necessario smaltirle attraverso ditte autorizzate rendering -). Buone pratiche di gestione e di utilizzazione agronomica della pollina Criteri generali: 1) La pollina può costituire una risorsa;
8 2) E necessario pianificarne l utilizzo in relazione ai fabbisogni colturali 3) La concimazione va impostata in base al bilancio dei nutrienti necessari per le diverse colture e non in base a schemi fissi 4) Effettuare la rotazione delle colture evitando le monocolture 5) Lo schema di concimazione azotata deve essere predisposto tenendo sotto controllo la meteorologia autunno-invernale, con particolare attenzione alle precipitazioni Gestione della pollina: 1) Adeguare la capacità di stoccaggio al piano colturale aziendale 2) Munirsi di strutture (contenitori e/o locali) idonee e proporzionate allo stoccaggio anche in funzione dello stato fisico della pollina (fluida, palabile, essiccata lettiera ecc.), per limitare emissioni odorigene (NH3), proliferazione di insetti, dilavamento ecc. 3) Adeguare la razione alimentare degli animali in funzione dei reali fabbisogni (azoto, fosforo, rame, zinco ecc.) per limitarne la loro eliminazione con le deiezioni 4) Curare la manutenzione degli impianti idrici e di raffrescamento, nonchè quelli di rimozione, stoccaggio e di aventale preessicazione della pollina 5) L eventuale accumulo della pollina all esterno dovrà avvenire su platea con raccolta del colaticcio e possibilmente coperta con telo semipermeabile 6) Il deposito provvisorio su campo in attesa di utilizzo dovrà avvenire nel rispetto delle buone pratiche agronomiche ed in base a quanto eventualmente disposto in merito dalle autorità sanitarie locali 7) Determinare a mezzo di analisi e stime la composizione del refluo Utilizzazione agronomica della pollina: 1) Commisurare gli apporti nutritivi in funzione delle necessità colturali 2) Effettuare analisi dei terreni e del refluo da utilizzare per valutarne la compatibilità in funzione delle colture 3) Valutare correttamente l effetto residuo delle precedenti concimazioni
9 4) Ritardare il più possibile la rottura delle stoppie o associarvi una coltura intercalare, ove le risorse idriche lo consentano 5) Interrare i residui colturali (senza apportare azoto aggiuntivo se non strettamente necessario) o trinciarli e lasciarli in superficie piuttosto che bruciarli o asportarli 6) Mantenere una copertura vegetale durante la stagione invernale, soprattutto nei terreni leggeri ( a tessitura grossolana) e dove la coltura precedente residui molti nitrati. In tal caso può essere opportuno ridurre la dose totale e frazionare gli interventi di spandimento 7) Evitare spandimenti su terreni saturi di acqua, gelati ed a rischio di ruscellamento 8) Se possibile sdoppiare le fasi di trasporto da quelle di spandimento per non danneggiare la struttura del terreno con mezzi troppo pesanti 9) Interrare la pollina contestualmente alla sua distribuzione. Quale futuro per gli allevamenti intensivi? Nella filieva avicola si sta sperimentando l applicazione del Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione ed audit (EMAS : Eco Management and Audit Scheme) (Reg. CE 19/3/2001 n 761) Si tratta di uno strumento di prevenzione ambientale dell Unione Europea, al quale possono aderire le organizzazioni (imprese ed enti) per valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico ed agli altri soggetti interessati, le informazioni pertinenti. L obiettivo di EMAS è quello di promuovere miglioramenti continui mediante: a) introduzione ed attuazione di sistemi gestione ambientali secondo la norma ISO 14001; b) la valutazione sistematica, obiettiva e periodica dell efficacia di tali sistemi;
10 c) l informazione sulle prestazioni ambientali ed il dialogo con l esterno; d) la partecipazione e la condivisione dei dipendenti. In sostanza si propone una sorta di sistema di autocontrollo indirizzato alla corretta gestione ambientale. Si parla di SGA (sistema di gestione aziendale ) che rappresenta la parte del sistema complessivo di gestione,comprendente la struttura organizzativa, le attività di pianificazione, le responsabilità, le pratiche, le procedure, i processi e le risorse per sviluppare, mettere in atto, realizzare, mantenere la politica ambientale. L organizzazione che adotta un sistema di gestione deve individuare i compiti e le relative responsabilità per quelle funzioni che durante lo svolgimento delle attività possono provocare un impatto ambientale. Tutto il lungo processo, che parte dall analisi del contesto ambientale, dall individuazione dei livelli di responsabilità, dalle azioni di verifica e relative eventuali azioni correttive ecc., dovrà essere documentato, accreditato e reso pubblico. Per concludere, anche in alcuni settori zootecnici (avicolo e suinicolo), sempre più organizzato in filere, saranno molto probabilmente rese obbligatorie le certificazioni dei sistemi di gestione ambientale, EMAS, ISO 14001, fino alle autorizzazioni ambientali integrate (IPPC INTEGRATED POLLUTION PREVENTION CONTROL ) di cui alla Direttiva del Consiglio sulla prevenzione e la riduzione integrate dell inquinamento ( Dir. 24/9/1996 n 96/61).
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