NEUROPAIDEIA DIDATTICA, LINGUE E CULTURE



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Transcript:

NEUROPAIDEIA DIDATTICA, LINGUE E CULTURE 4

Direttori Giuseppa COMPAGNO Università degli Studi di Palermo Floriana DI GESÙ Università degli Studi di Palermo Comitato scientifico Maria Vittoria CALVI Università degli Studi di Milano Giuseppa COMPAGNO Università degli Studi di Palermo Floriana DI GESÙ Università degli Studi di Palermo Alessandra LA MARCA Università degli Studi di Palermo Patrizia LENDINARA Università degli Studi di Palermo Covadonga LÓPEZ ALONSO Universidad Complutense de Madrid Ángel LÓPEZ GARCÍA MOLINS Universitat de València María MATESANZ DEL BARRIO Universidad Complutense de Madri Félix SAN VICENTE SANTIAGO Alma Mater Studiorum Università di Bologna Montserrat VEYRAT RIGAT Universitat de València Giuseppe ZANNIELLO Università degli Studi di Palermo

NEUROPAIDEIA DIDATTICA, LINGUE E CULTURE La collana intende raccogliere contributi finalizzati alla co costruzione di conoscenza accogliendo i paradigmi formativi che propone la Neuroeducation o la Neurodidattica. Si auspica che, nell intersezione con le Neuroscienze, l area psico pedagogica, l area didattica, l area linguistico filologica e quella letteraria possano invitare alla riflessione epistemologica sulla possibilità di esplorare i percorsi educativi, i fatti di lingua, i testi letterari Il tutto ricorrendo anche all ausilio dell Educational Technology come veicolo di trasmissione di contenuti. S intende porre attenzione, da una parte, al dialogo tra Neurodidattica, pedagogia e didattiche disciplinari, mediante la presa in esame delle coordinate principali del discorso educativo, dall altra parte, alle connessioni tra lingua, psiche e cultura letteraria, grazie alla convergenza dell indagine filologica, di quella semiotico letteraria nonché alle relazioni tra linguistica percettiva, contrastiva, cognitiva, didattica della lingua, nonché analisi del discorso. La collana adotta un sistema di valutazione dei testi basato sulla revisione paritaria e anonima (blind peer review). I criteri di valutazione riguarderanno il rigore metodologico, la qualità scientifica e didattica e la significatività dei temi proposti.

Giuseppa Cappuccio Cartoons di qualità nella prima infanzia I bambini e la media education Prefazione di Alessandra La Marca

Copyright MMXIV Aracne editrice int.le S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Quarto Negroni, 15 00040 Ariccia (RM) (06) 93781065 ISBN 978-88-548-8009-2 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: dicembre 2014

Indice 9 Prefazione 11 Introduzione 17 Capitolo I Educare ai media. I Bambini e la TV 1.1. È possibile una definizione della media education?, 14 1.2. La new media education, 20 1.3. La televisione e i bambini: lo schermo che attrae, 22 1.4. La tv e i suoi effetti sui bambini, 27 1.5. TV-EDUCATION per non arrendersi alla tv, 31 Conclusioni, 33 39 Capitolo II I cartoons tra racconti e immagini 2.1. La nascita del cartoon, 37 2.2. Lo schema dei cartoon tra passato e presente, 39 2.3. Cartoni giapponesi e cartoons americani a confronto, 42 2.4. I cartoni animati di produzione italiana, 46 2.5. Le tecniche di animazione di un cartone animato, 47 Conclusioni, 50 55 Capitolo III Scegliere e valutare i cartoni animati 3.1. Neurodidattica e cartoons, 54 3.2. Valutare i cartoni animati, 57 3.3. La tutela dello spettatore ingenuo, 59 3.4. Gli elementi di qualità dei cartoons per i bambini, 62 3.5. I valori veicolati dal cartone animato, 66 3.6. La rappresentazione della realtà, 7

8 Indice 68 3.7. Guardare per valutare: la scheda del cartone animato, 70 Conclusioni, 94 97 Capitolo IV Cartonando a scuola dell infanzia 4.1. Progettazione e stesura del piano operativo, 97 4.2. La rilevazione iniziale degli alunni, 100 4.3. L intervento formativo di media education nella scuola dell infanzia, 102 4.4. La scelta dei cartoni animati, 104 4.5. Le attività del percorso di media education, 105 4.6. La valutazione delle attività, 110 4.7. La discussione dei risultati, 112 Conclusioni, 114 Le 6 attività di Cartonando a scuola dell infanzia, 116 143 Conclusione 147 Bibliografia

Prefazione Educare i bambini ad un utilizzo idoneo dei media, vuol dire insegnare loro non solo a divertirsi con i media ma a utilizzarli e a comunicare in maniera autonoma e responsabile fin dalla prima infanzia. La scuola può assumere un ruolo strategico nell orientare gli alunni ad assumere comportamenti positivi e responsabili nell uso dei media, all interno e attraverso una prospettiva disciplinare volta a promuovere una nuova sensibilità nei confronti dei media intesi come testi da decostruire e analizzare; una posizione che indica nella media education un ambito che ha per oggetto tutto ciò che riguarda la realtà della comunicazione come risorsa e opportunità di formazione attraverso le lenti di tipo strumentale (educazione con i media) e critico (educazione ai media). Nel mondo odierno la televisione rimane il più attuale nella vita dei bambini. Essa offre messaggi e conoscenze in forme tali da omogeneizzare i comportamenti dei ragazzi perché incide profondamente nella loro struttura conoscitiva. In questo quadro di riferimento vanno collocate le proposte di ricerca didattica presenti nel volume. La scelta dell autrice di focalizzare l attenzione su un prodotto televisivo quale è il cartone animato deriva dalla consapevolezza e dalla osservazione che, oltre ad essere facilmente accessibili, i cartoni animati sono i prodotti prediletti dai bambini. 9

10 Prefazione I cartoni animati propongono storie fantastiche e surreali, ma sono anche capaci di promuovere prospettive etiche precise. Essi possono essere strumento per incoraggiare già nei bambini di scuola dell infanzia la consapevolezza delle loro preferenze e dei loro gusti, la capacità di elaborare quanto visionato in modo creativo e personale. L autrice, dopo aver discusso sulle teorie della media education e individuato gli elementi chiave di un educazione alla televisione, illustra il processo di costruzione e validazione di una scheda per la valutazione della qualità pedagogica di un cartone animato svolto nell a.s. 2013/2014 grazie al lavoro di 26 docenti di scuola del infanzia della provincia di Palermo e Caltanissetta e 154 studenti del corso di laurea in Educazione di Comunità, dell Università di Palermo, che frequentavano le lezioni di Didattica Generale. Infine il testo descrive in modo molto attento tutte le fasi della ricerca finalizzata alla costruzione di un percorso di media education centrato sul prodotto cartone animato e condotto con 310 alunni di scuola dell infanzia e 31 docenti della provincia di Caltanissetta. Il processo di costruzione del percorso è stata laborioso ma ha visto la collaborazione operosa dei docenti coinvolti sia nella costruzione della scheda di valutazione sia nel percorso di media education a scuola. Il volume offre alcuni esempi di schede di valutazione di cartoni animati pedagogicamente validi e le attività del percorso di media education nella scuola dell infanzia, a disposizione di tutti gli insegnanti che vogliano provare a fare una esperienza di media education. Alessandra La Marca

Introduzione I media si affiancano da tempo alle agenzie educative formali imponendosi ai singoli e alla comunità in forme nuove e talvolta coercitive. Essi hanno la capacità di presentare valori, stili di vita e di consumo, mentalità e frammenti di immaginario. Senza ombra di dubbio, i più grandi consumatori della cultura mediale sono i bambini e i ragazzi, che dimostrano grande familiarità con i linguaggi e le tecnologie dei media. Per queste ragioni, così come a scuola si studiano l arte, la letteratura e la storia quali espressioni comunicative dell umanità di ieri e di oggi, allo stesso modo può risultare utile conoscere i media quali forme di comunicazione, dotate di strutture e caratteristiche proprie. La cultura dei media ha a che fare con tutte le dimensioni della persona umana: la socialità, gli affetti, la partecipazione alla vita civile, l immagine della salute, l autonomia dei singoli, l incontro con le altre culture. L innovazione tecnologica consente oggi di utilizzare molti strumenti mediali in maniera semplice ed economica, rendendo così accessibili a molti quelle forme di comunicazione che in passato erano riservate a pochi. La televisione, così come le altre tecnologie comunicative, propone messaggi e conoscenze in forme tali da stimolare modalità di elaborazione e di coinvolgimento nuove, capaci di incidere profondamente sulla struttura conoscitiva e sugli stili di pensiero delle persone, in particolar modo dei bambini, i quali vengono sempre di più attratti e affascinati da questo media. 11

12 Introduzione Un campo molto gradito ai bambini e ai ragazzi è quello dei cartoni animati, le cui tecniche di realizzazione sono molteplici così come svariati sono i generi; ma indipendentemente da queste differenze, i bambini guardano i cartoni animati che distinguono in base ad una semplice classifica di gradimento della storia e dei personaggi. I cartoni animati propongono spesso storie fantastiche e surreali, ma sono anche capaci di trasmettere prospettive etiche attraverso messaggi spesso celati e comunque incisivi. Essi possono essere strumento per promuovere nei bambini la consapevolezza delle loro preferenze e dei loro gusti, la capacità di rielaborare quanto percepito in modo creativo e personale. Ma cosa viene concretamente fatto nelle scuole per educare i bambini ad uno sguardo critico verso la televisione? Quando le tecnologie e i media entrano nella scuola succedono, o possono succedere molte cose, le più diverse: i bambini si entusiasmano; cambiano i modi di lavorare delle classi; si scatenano stati d animo differenti. Anche dal punto di vista didattico, gli impieghi che gli insegnanti possono fare dei media sono alquanto variegati, perché spaziano dalla lettura del quotidiano alla visione di un documentario, dalla scrittura con il computer alla realizzazione di un video. Ci sono due grandi categorie di attività didattiche che gli insegnanti possono realizzare in classe: l educazione con i media e l educazione ai media. Della prima categoria fanno parte quelle attività in cui le tecnologie entrano in termini strumentali, cioè come oggetti o linguaggi che facilitano l azione di insegnare e apprendere: si può far vedere sullo schermo qualcosa che a parole non si riuscirebbe a descrivere in maniera chiara o qualcosa che non è realmente presente in aula; si riescono reperire informazioni usando internet o un cd-rom; si possono mettere in collegamento attraverso la posta elettronica gruppi di alunni che risiedono in posti lontani e molte altre cose ancora. In tutti questi casi, ciò che l insegnante vuol far imparare non riguarda i media ma i contenuti della storia, delle scienze, dell arte o di qualunque altra disciplina: dunque, né gli obiettivi principali né i contenuti di questa attività hanno a che vedere con i media, i

Introduzione 13 quali entrano nella programmazione sotto la voce strumenti utilizzati. L educazione ai media, pone questi ultimi a oggetto dell azione didattica, facendo sì che ciò che si insegna e si apprende riguarda specificamente il mondo della comunicazione e dei media. Anche in questo caso gli esempi possono essere moltissimi: studiare i modi con cui un cartone animato viene prodotto; capire come si può dire con la fotografia un idea che abbiamo in mente; raccontare una storia attraverso un fumetto, scoprire quali valori ci sono dietro un cartone animato. Da questo punto di vista è chiaro che i media non solo vengono utilizzati, ma c è uno sforzo di comprensione dei media stessi, visti non tanto, o non solo, come strumenti, ma come veri e propri oggetti culturali: i media fanno parte del nostro mondo, della nostra cultura e, come tali, vanno conosciuti, studiati e adeguatamente utilizzati. Lo studio dei fenomeni comunicativi e mediali in ambito educativo è ciò che precisamente chiamiamo media education. Le ragioni che ci spingono a parlare di educazione con e ai media e a proporla nella scuola sono legate alla loro presenza sempre più forte e invadente all interno della società. I media stanno cambiando il modo di vivere di milioni di persone su tutto il pianeta, facilitando la comunicazione, diffondendo informazioni, rovesciando i rapporti di potere e fanno cultura, affiancandosi alle agenzie educative tradizionali e proponendosi all attenzione dei singoli e delle comunità in forme sempre nuove, con la capacità di presentare valori, stili di vita e di consumo, mentalità, frammenti di immaginario. È necessario che chi opera in campo educativo, non solo conosca tutti i mezzi possibili per svolgere il proprio lavoro, ma anche sappia valutare e scegliere ciò che può servire al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per quanto riguarda la televisione, è necessario che l insegnante di scuola dell infanzia conosca i programmi che intrattengono i bambini, sia in grado di analizzarli per verificarne l adeguatezza e progetti attività didattiche in sintonia con le famiglie in modo da costruire un circuito triangolare di lavoro che

14 Introduzione abbia come protagonisti bambini, genitori ed insegnanti. La tv, infatti, può aiutare docenti e genitori se è utilizzata in modo adeguato e se è affiancata da altre attività parallele a quanto gli alunni/figli vedono sullo schermo. Certamente tutti i bambini vedono cartoni animati televisivi. Partendo da tali riflessioni il presente volume focalizza l attenzione sul cartone animato e sul ruolo che esso riveste nella vita dei bambini che frequentano la scuola dell infanzia. Il cinema di animazione nasce in Europa all inizio del Novecento, ma si impone negli Stati Uniti attraverso le grandi industrie cinematografiche. La parola cartoon, letteralmente, significa fumetto e, proprio i fogli di cartone di vario spessore e grandezza sono stati i primi supporti per il disegno animato. La gag dei cartoni discende dalle grandi comiche del cinema muto, che a loro volta, sono figlie dei pagliacci e dei clown che si rincorrono sulla pista del circo. Le prime produzioni di animazione erano cartoni animati molto brevi, con un finale chiaramente esplicitato e spesso erano fondati su un equivoco banale che generava una gag comica. Il volume è il risultato della ricerca svolta negli anni 2012-2014 partendo dai risultati di due ricerche già svolte nella scuola primaria negli anni 2006-2008 e nella scuola secondaria di primo grado negli anni 2011-2012. Tra i vari programmi e prodotti per bambini offerti dal palinsesto televisivo italiano abbiamo focalizzato l attenzione sui cartoni animati studiandone la nascita, l evoluzione e i generi. Abbiamo cercato di individuare, attraverso lo studio delle teorie e delle ricerche sulla media education già realizzate, quale è il rapporto tra i bambini di scuola dell infanzia e la tv e gli effetti che essa può produrre su di loro e come, in un contesto mediale, e come possono risultare utili gli studi di neurodidattica. Ci siamo anche chiesti quale metodo possono utilizzare docenti e genitori per scegliere i cartoni pedagogicamente più validi per bambini di scuola dell infanzia. Infine abbiamo progettato e realizzato nella scuola dell infanzia un percorso educativo-didattico centrato sui cartoni animati.

Introduzione 15 Il presente lavoro è diviso in quattro capitoli. Nel primo, ci si sofferma a illustrare le principali teorie sulla media education e a individuare i termini del rapporto tra bambini e tv. Nel secondo capitolo si focalizza l attenzione sulla nascita e l evoluzione del cartone animato, definendone le caratteristiche e individuandone le tipologie. Nel terzo capitolo prima viene proposto un metodo per la valutazione pedagogica dei cartoni animati, poi, nella seconda parte vengono offerti alcuni esempi di cartoni animati ritenuti validi per bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni. Nel quarto capitolo si presenta un esempio di progettazione didattica di attività sui cartoni animati realizzata presso un circolo didattico della provincia di Caltanissetta e rivolto a insegnanti e bambini di scuola dell infanzia.

Capitolo I Educare ai media. I Bambini e la TV Nel mondo di oggi non c è esperienza più comune, condivisa e omogeneizzante a tutti i bambini del mezzo televisivo. Dovunque la guardino, nella loro stanza, nel soggiorno, in classe, la televisione fa parte dell esperienza quotidiana di quasi tutti i bambini. I media, in pochi decenni, sono diventati parte integrante della nostra vita, sono continuamente attorno a noi e in tutto l arco della giornata ci trasmettono migliaia di messaggi di ogni tipo cambiando profondamente il modo in cui le persone si rapportano al mondo, agli altri, a se stesse. La tv e, in particolar modo, internet stanno producendo i più notevoli ed allarmanti effetti: molti bambini e ragazzi, che li utilizzano per svariate ore ogni giorno, non hanno ancora acquisito la capacità di difendersi, distinguendo il vero dal falso con il risultato che tali media formano la loro mentalità più della scuola e della famiglia e, non sempre, in modo positivo. Un ipotesi di intervento adatta a queste circostanze viene da una disciplina chiamata media education, letteralmente educazione con, ai, per i media, il cui obiettivo è quello di sviluppare in bambini e adulti un atteggiamento critico e un autonomia di giudizio nei confronti dei media, affinché da spettatori passivi diventino protagonisti attivi realmente capaci di scegliere. Ciò si realizza attraverso un educazione, non volta ad una censura dei media, bensì ad una comprensione profonda dei 17

18 Cartoons di qualità nella prima infanzia meccanismi e dei linguaggi che li regolano, in relazione anche ai contesti sociali e culturali di riferimento. Mettere un limite temporale giornaliero per l uso dei media non è censura, ma tutela della salute mentale e fisica della persona in età evolutiva. I nuovi linguaggi introdotti dai new media modificano i processi di apprendimento e la qualità delle relazioni umane, per cui senza un adeguata formazione si corre il rischio che essi, anziché essere al servizio delle persone, giungano a strumentalizzarle e a condizionarle pesantemente. Ciò si riferisce, in modo particolare, ai giovani che manifestano una naturale propensione alle innovazioni tecnologiche e che, pertanto, hanno ancor più bisogno di essere orientati all utilizzo responsabile e critico dei media. Questo lavoro nasce dal desiderio di cercare di comprendere se, e in che modo, la scuola italiana abbia recepito la sfida della media education, prendendo in considerazione, nello specifico, il rapporto dei bambini con la tv. All interno dell ampio campo di questa disciplina, (la media education si rivolge, infatti, a tutti i media e a tutte le fasce d età), si è scelto di approfondire il tema del rapporto dei bambini con i cartoni animati televisivi. Il presente capitolo descrive la nascita e lo stato degli studi sulla media education e l avvento della new media education, riflette sull importanza della socializzazione e dell alfabetizzazione ai media e, al contempo, focalizza l attenzione sul rapporto dei bambini con la televisione. 1.1. È possibile una definizione della media education? È difficile trovare una definizione di media education che aiuti a segnarne i confini, i contenuti e il ruolo all interno delle scienze dell educazione. A livello internazionale si è cercato di elaborare una definizione completa e ufficiale attraverso un itinerario complesso e ancor non del tutto definito. La prima for-

I. Educare ai media. I bambini e la tv 19 mula ufficiale di media education 1 si ebbe nel 1973 ad opera del Consiglio Internazionale del Cinema e della televisione (CICT), il quale la riconobbe come lo studio, l insegnamento e l apprendimento dei mezzi di comunicazione ed espressione considerati come autonoma disciplina, opponendosi all uso di questi mezzi come sussidi didattici per le varie aree del sapere, come le scienze, la geografia, etc. Il CICT nel 1979, modifica tale definizione aggiungendo che la media education comprende lo studio della storia, della creatività, dell uso, della valutazione dei media e del loro ruolo svolto nella società e tutto ciò non solo nell ambito dell istruzione primaria, ma anche a livello secondario, post-secondario e nell educazione continua 2. La media education viene identificata da Buckingham (2006, 2013) come un processo di insegnamento/apprendimento finalizzato non solo all alfabetizzazione dei linguaggi mediali ma, anche e soprattutto, a favorire lo sviluppo di abilità critiche importanti per una fruizione attiva dei media, e la possibilità di produrre e riutilizzare le forme comunicative e gli strumenti dei media in modo creativo. Essa viene situata tra le scienze dell educazione e della comunicazione: la progettazione, le tecniche didattiche e le metodologie di valutazione provengono dall ambito educativo; la strumentazione per l analisi dei testi e le tecniche di indagine del consumo provengono dall ambito della comunicazione. Seguendo la definizione data dalla National Leadership Conference on Media Literacy (1992), la media education è quel processo finalizzato a potenziare le abilità di accedere, analizzare, valutare e produrre messaggi in tutti i formati della comunicazione mediale. Questa definizione, pur così sintetica, contiene alcune idee fondamentali: l educazione ai media può essere intesa come educazione al possesso di linguaggi dell immagine, 1 Per ulteriori approfondimenti si vedano: Pavlic (1987) e Rivoltella (2005). 2 Nel 1990, alla conferenza di Toulouse (con la quale iniziano i congressi internazionali della media education) viene data una terza definizione secondo la quale un educazione ai media è un processo educativo che deve permettere ai membri di una collettività di partecipare in modo creativo e critico all uso dei mezzi elettronici.

20 Cartoons di qualità nella prima infanzia del cinema, della tv, del fumetto, della radio, del cartoon, dell ipertestualità, di internet, del videogioco; questi linguaggi vanno posseduti, non solo in termini di capacità di leggere, ma come capacità di accedere, di analizzare, di valutare e di produrre messaggi. La traduzione italiana del termine media education sottolinea la centralità dei media sia come strumento da utilizzare nei processi di insegnamento/apprendimento ed intervento educativo in genere (educazione con i media), sia come oggetto, con un riferimento più ampio alla capacità critica, alla responsabilità etica, alla gestione democratica del sistema dei media, oltre cha all analisi del consumo (educazione ai media), e anche come fine (educazione per i media) (Giannatelli, 2002, 3). L educazione con i media, la medium literacy (alfabetizzazione al mezzo), si riferisce alla dimensione strumentale, ha come oggetto di attenzione preferenziale le tecnologie, considerate risorse utili al docente per promuovere una didattica efficace all interno dei processi di apprendimento-insegnamento e raccoglie metodi e strumenti per integrare i media nelle pratiche di insegnamento-apprendimento delle singole discipline per rendere più efficace l apprendimento. L educazione ai media, definita anche media content literacy (alfabetizzazione ai contenuti mediali), fa riferimento alla dimensione tematica e di contenuto; i media diventano oggetto dell intervento educativo; sono i loro messaggi ad interessare gli educatori che applicano ad essi metodologie e tecniche per promuoverne una comprensione critica. L educazione per i media o dentro i media, la media grammar literacy (alfabetizzazione alla grammatica dei media), rappresenta il settore meno indagato della media education, si riferisce ai linguaggi e mette in gioco una doppia sfida: la prima riguardante la formazione di figure specifiche che operino nel settore dei media; (è sempre più urgente per gli educatori occuparsi dei media con una decisione maggiore e con una reale competenza; la seconda considera la dimensione etica delle professioni mediali). A ciò si aggiunge che l intervento di alfabetizzazione ai media, ha lo scopo di creare quelle abilità che