LO SVILUPPO, IL BAMBINO, L AMBIENTE



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Transcript:

URIE BRONFENBRENNER E L APPROCCIO ECOLOGICO - PRIMA PARTE PROF. BARBARA DE CANALE

Indice 1 LO SVILUPPO, IL BAMBINO, L AMBIENTE ------------------------------------------------------------------------- 3 2 IL MICROSISTEMA ED I SUOI ELEMENTI -------------------------------------------------------------------------- 8 2 di 9

1 Lo sviluppo, il bambino, l ambiente Bronfenbrenner ha definito lo sviluppo come quel processo attraverso il quale l individuo che cresce acquisisce una concezione dell ambiente ecologico più estesa, differenziata e valida, e diventa motivato e capace di impegnarsi in attività che lo portano a scoprire le caratteristiche di quell ambiente, e ad accettarlo o ristrutturarlo, a livelli di complessità che sono analoghi o maggiori, sia nella forma che nel contenuto 1. Il focus dell attenzione è posto sull interazione tra individuo e ambiente, in collisione con tanta psicologia precedente che si era concentrata sulle caratteristiche dell individuo concettualizzando l ambiente, nei migliori casi, nei termini di una struttura statica. Anche quegli studi, apnenti all ambito della psicologia sociale, che si erano concentrati sull influenza che le relazioni interpersonali e le dinamiche dei piccoli gruppi esercitano sul comportamento, avevano tralasciato di considerare l influsso di tutti gli aspetti non sociali dell ambiente ed inoltre avevano circoscritto la loro indagine alla situazione immediata in cui si trova il soggetto, trascurando l impatto di altri possibili contesti e delle relazioni tra di essi. Molta della psicologia dell età evolutiva si era limitata a studiare il comportamento del bambino collocato in situazioni non familiari, artificiali, per breve durata e con adulti sconosciuti. I risultati pertanto erano relativi a comportamenti inusuali e come tali non erano generalizzabili a contesti differenti. Seppur in opposizione a tali metodi sperimentali erano stati adottati dei metodi di tipo naturalistico che avevano riconosciuto l impossibilità di manipolare le variabili che incidono sullo sviluppo e avevano perciò preferito la strategia dell osservazione, tali studi tuttavia, nati in ambito etologico, si rivelavano adatti ad osservare il comportamento di uno o massimo due individui collocati in uno stesso luogo. Ciò che invece mette in evidenza Bronfenbrenner è che anzitutto l individuo è attivo e dinamico all interno dell ambiente in cui cresce e che contribuisce a ristrutturare. Ne deriva che la relazione individuo-ambiente è caratterizzata da reciprocità. In secondo luogo, l ambiente rilevante ai fini dei processi di sviluppo, non è circoscritto alla situazione immediata, ma comprende altre situazioni ambientali di cui l individuo può essere più o 1 Cfr. U. BRONFENBRENNER, Ecologia dello sviluppo umano, tr. it. Il Mulino, Bologna 1986, p. 63. 3 di 9

meno cipe, ed anche le interconnessioni tra di esse. Importante poi, è l ambiente così come è percepito e non come è nella realtà oggettiva; sono soprattutto gli eventi che hanno significato per l individuo in una data situazione ad esercitare una notevole influenza sulla crescita psicologica 2. Tale distinzione tra ambiente oggettivo ed ambiente percepito non è di poco conto se si pensa che lo sviluppo del bambino presso altre culture è stato spesso valutato collocando il soggetto in situazioni sperimentali organizzate secondo parametri occidentali e con materiali loro non familiari. In tali situazioni si è dato per scontato che le modalità di percezione di ambiente, strumenti, attività e relazioni fossero per così dire universali: i soggetti sperimentali avrebbero percepito e concettualizzato adottando gli stessi criteri del ricercatore. È stato così che spesso, avvalendosi dei risultati di tali ricerche, si è potuto affermare che i bambini di altre culture fornissero prestazioni inferiori rispetto ai bambini occidentali. Si è trascurato, in tali casi, di interrogarsi sui modi di percepire e di concettualizzare la realtà presso culture diverse, andando ad indagare preliminarmente gli assunti culturali presenti nelle situazioni ambientali tipiche di quelle culture e sulla base dei quali viene perciò attribuito significato ad attività, relazioni e ruoli 3. Ovviamente tale attenzione al modo in cui l ambiente è percepito dal soggetto che al suo interno è collocato è fondamentale anche nella organizzazione di contesti deputati allo svolgersi di processi educativi. Anche in questi casi, si è talvolta erroneamente assunto che i modi di proporre interventi educativi validi in occidente si sarebbero parimenti rivelati efficaci in altre culture, salvo poi verificare l infondatezza di tali assunti ed il fallimento dei programmi. L ecologia dello sviluppo umano, nelle parole dell autore, Implica lo studio scientifico del progressivo adattamento reciproco tra un essere umano attivo che sta crescendo e le proprietà, mutevoli, delle situazioni ambientali immediate in cui l individuo in via di sviluppo vive, anche 2 L autore riprende la sua posizione da Kurt Lewin e dal suo costrutto relativo allo spazio di vita o campo psicologico. Già Lewin aveva messo in evidenza come l ambiente che ha maggiore rilevanza per la comprensione scientifica del comportamento e dello sviluppo è quello percepito dagli esseri umani e non il mondo oggettivo. Di tale ambiente ciò che maggiormente attrae la persona sono le attività in atto in cui essa è impegnata o sono impegnati gli altri e le relazioni intercorrenti tra i cipanti alla situazione ambientale. 3 Cfr. M. COLE, J. GAY, J. GLICK, Some experimental studies of Kpelle quantitative behaviour, in Psychonomic Monograph Supplements, Vol. 2, num. 10, 1968, pp. 173-190. 4 di 9

nel senso di definire come questo processo è determinato dalle relazioni esistenti tra le varie situazioni ambientali e dai contesti più ampi di cui le prime fanno 4. L ambiente ecologico perciò, è rappresentato da una serie ordinata di strutture concentriche collocate l una nell altra e definibili con i termini di microsistema, mesosistema, esosistema, macrosistema secondo lo schema seguente (figura 1.2). Figura 1.2 Il microsistema è ogni situazione ambientale di cui l individuo ha esperienza diretta, caratterizzata da interazioni faccia a faccia e i cui elementi costitutivi sono le attività, le relazioni interpersonali, i ruoli. Esempi di microsistema sono la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, ecc. Il mesosistema è rappresentato dalle interconnessioni esistenti tra situazioni ambientali a cui l individuo in crescita cipa attivamente. Ne sono esempio le relazioni tra casa e scuola, tra casa e gruppo dei pari, tra scuola e gruppo dei pari, ecc. L esosistema comprende tutte quelle situazioni di cui il soggetto in via di sviluppo non ha diretta esperienza, ma in cui si verificano eventi che condizionano ciò che accade nella situazione ambientale di cui il soggetto fa o sono da essa condizionati. Si può pensare al luogo di lavoro o al gruppo di amici dei genitori del bambino, alle dinamiche familiari dei suoi insegnanti, alla classe frequentata da un fratello, ecc. 4 U. BRONFENBRENNER, Ecologia dello sviluppo umano, op. cit., p. 55. 5 di 9

Infine, il macrosistema, è composto da quelle congruenze di forma e di contenuto e dai sistemi di credenze ed ideologie sottostanti che si riscontrano nei sistemi di livello più bassi (ossia il microsistema, il mesosistema, l esosistema) e che sono caratteristici di una cultura o subcultura. Il riferimento va agli schemi, alle credenze, agli stili di vita secondo cui sono costruite ed organizzate le varie situazioni ambientali all interno di una cultura o all interno di un gruppo socio-economico, etnico, religioso. Sono proprio tali schemi, credenze, ideologie a differenziare tra loro le varie culture o i vari gruppi sopra accennati. L effettivo sviluppo del bambino, pertanto, sarà il risultato non solamente delle sue attività, dei suoi ruoli e delle relazioni con le figure di accudimento all interno di una situazione ambientale; esso sarà parimenti influenzato da altri fattori esterni, quali ad esempio le condizioni di lavoro dei suoi genitori, il sostegno che essi ricevono nei loro compiti parentali, l adeguatezza delle soluzioni di cura del bambino, la qualità dei servizi sociali, le politiche della famiglia e dell infanzia, ecc. Ben si comprende come tutti questi aspetti possano essere profondamente diversi presso le più svariate culture e come da tale diversità derivino differenti esiti di sviluppo. La scuola dell infanzia, dunque, non soltanto dovrà accogliere un bambino considerandolo quale esito dell intrecciarsi di tutti gli aspetti sopra riportati, ma dovrà essa stessa porsi quale situazione ambientale in armonia ed in continuità con gli schemi, le credenze, le ideologie tipiche della cultura in cui opera. Bronfenbrenner ritiene che si verifichi una transizione ecologica ogni qualvolta ci sia una modifica nella posizione dell individuo all interno dell ambiente ecologico, per effetto di un cambiamento di ruolo, di situazione ambientale o di entrambi. Una transizione ecologica è funzione tanto di modificazioni biologiche, quanto di variazioni nelle condizioni ambientali e testimonia pertanto del processo di adattamento tra l organismo e l ambiente. Ogni transizione è sia conseguenza che causa di sviluppo. Anche l ingresso del bambino nella scuola dell infanzia rappresenta una transizione ecologica che richiede pertanto le opportune attenzioni e riflessioni al fine di favorire l adattamento. Condurre una ricerca ecologica significa considerare le proprietà della persona, le proprietà dell ambiente, la struttura di ogni situazione ambientale, i processi che vi hanno luogo, le 6 di 9

interconnessioni tra situazioni differenti; il tutto secondo un ottica di interdipendenza e con approccio sistemico 5. 5 Una ricerca è ecologicamente valida non solo quando è condotta in situazioni ambientali naturali e quando ha a che fare con oggetti ed attività propri della vita quotidiana; la validità ecologica è data dal grado in cui l ambiente esperito dai soggetti durante l indagine scientifica possiede le caratteristiche ipotizzate o assunte dal ricercatore. Tale validità rappresenta, di conseguenza, un idea guida che orienta l indagine scientifica, che va continuamente perseguita nonostante non possa mai essere raggiunta completamente. Ogni qualvolta vi sia discrepanza tra la percezione della situazione sperimentale da del soggetto e le condizioni ambientali che il ricercatore si era proposto di ottenere, il lavoro scientifico non potrà ritenersi valido da un punto di vista ecologico. 7 di 9

2 Il microsistema ed i suoi elementi Bronfenbrenner ritiene che ogni situazione ambientale possa essere definita da tre elementi: le attività molari, le relazioni, i ruoli. Per attività molari egli intende sia i comportamenti esibiti dal bambino e che manifestano il suo sviluppo, sia i comportamenti esibiti da altre persone e che su tale sviluppo esercitano un influenza diretta. Esse si differenziano da quelle che l autore definisce attività molecolari in quanto non sono eventi momentanei, bensì processi che permangono e che implicano più di un inizio e di una fine. Sono caratterizzate dall avere un momento loro proprio, un sistema di tensioni che fa sì che vi sia persistenza nel tempo e resistenza all interruzione sino al completamento di attività ritenute interessanti o considerate mezzi in vista di un fine. Altra peculiarità delle attività molari è il fatto che esse siano percepite come dotate di significato o di intenzione da quanti cipano alla situazione ambientale. Le attività molari variano in relazione al livello ed alla complessità dei fini per il cui raggiungimento sono messe in atto. Esse sono definite da chi agisce sulla base di due fattori percettivi: la prospettiva temporale, secondo la quale un attività può situarsi nell immediato presente o al contrario svolgersi nel tempo ed essere perciò di una traiettoria più ampia che comprende passato, presente e futuro; la struttura finalistica, a seconda della quale un attività può implicare una singola linea d azione e procedere in modo diretto verso il fine, o al contrario, comprendere una serie di stadi parziali, intermedi, pre-programmati. Altra caratteristica di differenziazione è rappresentata dal grado in cui le attività molari evocano oggetti, persone, eventi non presenti nella situazione ambientale immediata. Attraverso il contatto con i genitori ed in particolare con la madre, il bambino diventa via via più capace di esibire più di un attività molare alla volta; il suo stato evolutivo si riflette nella varietà dei contenuti e nella complessità strutturale di tali attività, ossia nell evolversi degli scopi, nel differenziarsi dell ambiente ecologico percepito e nella capacità via via crescente di manipolare e modificare l ambiente in modo conforme ai propri bisogni e desideri. 8 di 9

Lo sviluppo del bambino è parimenti funzione della varietà dei contenuti e della complessità strutturale delle attività molari da altri esibite. 9 di 9