Definizione e classificazione erariale



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Definizione e classificazione erariale Le imposte indirette colpiscono INDIRETTAMENTE la capacità contributiva del contribuente attraverso l applicazione di aliquote al momento dello scambio di un bene o trasferimento di un attività patrimoniale. La classificazione amministrativa delle imposte erariali (bilancio dello Stato) distingue le imposte indirette in 4 categorie: 1. IMPOSTE SUGLI AFFARI*: (IVA, registro, bollo, sostitutiva assicurazioni, ECC.) 2. IMPOSTE SULLA PRODUZIONE (ACCISA su olii minerali) 3. MONOPOLI 4. LOTTO e LOTTERIE (*L IRAP non è presente tra le imposte sugli affari perché è un entrata regionale) Vediamole singolarmente 1) Imposte sugli affari 1.a) Imposta Valore Aggiunto (la 1 Imposte indiretta per gettito, la 2 in assoluto dopo IRPEF). IVA è un imp. GENERALE sugli scambi di beni e servizi ed AD VALOREM, che grava sul CONSUMO. 1.b) Imposte che si prelevano al momento in cui si stipulano contratti e atti giuridici. Sono storicamente le più antiche forme di imposizione, hanno alcune caratteristiche che potrebbero far considerare delle tasse. Le principali sono: 1.b.1) imposte di registro 1.b.2) imposte di bollo 1

1) Imposte sugli affari (continua) Imposta di registro è un imp. REALE che viene applicata alla registrazione di atti di natura (negoziale, amministrativa, giudiziaria) (ad es. cessioni di immobili, contratti di locazione, atti societari) può essere fissa o commisurata al valore del trasferimento. Per privati che acquistano immobile destinato ad abitazione: 7% registro (3% prima casa) 2% ipotecaria ( 168 fissa prima casa) 1% catastale ( 168 fissa prima casa) Imposta di bollo viene applicata a tutti gli atti civili e commerciali, giudiziali e stragiudiziali indicati in un elenco previsto dalla legge. Il bollo può essere in misura proporzionale (ad es. cambiale) o fissa. Vi sono in questa categoria anche le tasse di concessioni governative, imp. Successione e Donazione (reintrodotta nel 2006). 2) Imposte sulla produzione IMPOSTE SULLA PRODUZIONE: (16% del gettito totale delle imposte indirette nel 2005). Si tratta di un sistema di tributi con aliquote differenziate la cui base imponibile è in genere determinata in unità fisiche (accise). La più importante è quella sugli oli minerali. Vi è anche l imp. di consumo sul Gas metano per usi industriali, imp. sull Energia elettrica, l accise su alcolici. 3) MONOPOLI e 4) LOTTO e LOTTERIE MONOPOLI E LOTTO: (Tabacchi, lotto e lotterie: 12,4% del gettito totale delle imposte indirette nel 2005). Nel caso di monopolio fiscale la differenza tra i prezzi di vendita ed i costi di produzione costituiscono un entrata fiscale. Nel caso del lotterie la parte di montepremi non distribuito tra i partecipanti. Nel caso di lotto la differenza tra probabilità statistica di vincita ed il moltiplicatore applicato alla scommessa. 2

Imposte GENERALI sulle VENDITE Seguendo una classificazione NON di tipo erariale, la categoria di imposta indiretta più importante è costituita dalle IMPOSTE GENERALI SULLE VENDITE. Esse sono classificabili in base a 2 criteri fondamentali: I) Riferimento ECONOMICO: A) VALORE PIENO - l imposta sulle vendite colpisce l intero valore del bene; B) VALORE AGGIUNTO l imposta sulle vendite colpisce l incremento di valore che si manifesta in un determinato stadio della produzione e/o distribuzione. II) Modalità di APPLICAZIONE dell IMPOSTA nel ciclo Produttivo e Distributivo 1) MONOFASE l imposta è applicata 1 sola volta nell arco del ciclo produttivo 2) PLURIFASE l imposta è applicata ripetutamente 3) PLURIFASE e CUMULATIVA quando colpisce più volte la stessa base imponibile. Imposte GENERALI sulle VENDITE Combinando i criteri I) e II) si ottengono le tipologie più rilevati di imposte sulle vendite: 1.A) IMPOSTA MONOFASE sul VALORE PIENO (ad es. imposte sulle vendite al dettaglio che colpiscono l intero valore del bene al momento del consumo). Applicate a livello statale negli USA. 2.A) IMPOSTA PLURIFASE sul VALORE PIENO colpisce l intero valore del bene ad ogni scambio. Questa era l IGE (imposta generale di vendita) applicata in Italia prima dell introduzione dell IVA. L IGE era anche Cumulativa. 2.B) IMPOSTA PLURIFASE sul VALORE AGGIUNTO colpisce l incremento di valore realizzato ad ogni stadio del processo produttivo o distributivo. E applicata in tutti i Paesi sviluppati ad esclusione degli USA. 3

Imposte GENERALI sulle VENDITE: IVA L Imposta sul Valore Aggiunto è un imposta Plurifase cumulativa che è stata introdotta nel 1974, sostituendo l IGE, anche per armonizzare il sistema di imposizione indiretta italiano con quello europeo. Al fine di realizzare la tassazione del solo incremento di valore verificatosi nello scambio si possono applicare 2 metodi: 1) Imposta da Imposta 2) Base da Base IVA metodo di applicazione Imposta da Imposta: L aliquota si applica all intero valore del bene. Il venditore detrae l imposta pagata sugli acquisti da quella incassata sulle vendite e versa periodicamente la differenza In simboli: Vi Valore delle vendite effettuate dall impresa i-esima t v aliquota dell imposta sulle vendite Ai Valore degli acquisti effettuati dall impresa i-esima t a aliquota dell imposta sugli acquisti Ti Imposta versata dall impresa i-esima Ti = tv v i taai Base da Base: La base imponibile è data alla differenza fra il valore delle vendite ed il valore degli acquisti in ogni stadio della produzione. Sul valore così calcolato si applica l aliquota τ. In simboli: T = τ V A ( ) i i i Se l aliquota è costante ed uniforme in tutti i settori produttivi ed in tutti gli stadi della produzione i metodi sono equivalenti. 4

IVA metodo di applicazione Differenze tra i 2 metodi Imposta da Imposta: - L ammontare d imposta versata è proporzionale al valore complessivo del bene; - Solo l aliquota dell ultimo stadio concorre alla determinazione del prezzo finale Base da Base: Il prezzo del bene è funzione di tutte le aliquote applicate durante: - il processo produttivo - La ripartizione del valore aggiunto. Commento Le imposte Cumulative sul VALORE PIENO NON sono NEUTRALI rispetto all integrazione verticale. Le imposte PLURIFASE Cumulative sul VALORE AGGIUNTO sono preferibili perché NEUTRALI L IVA con il metodo Imposta da Imposta è preferibile anche perché è facilmente calcolabile in ogni stadio produttivo. Questo è importante per il rimborso sulle esportazioni. Esempio ipotesi IVA 1 stadio iva pagata (a credito) iva riscossa (a debito) costo beni acquistati 0 0 prezzo output 100 20 prezzo di vendita 120 saldo iva (da versare) 20 Ipotesi IGE IGE = 8% 1 stadio 10 2 stadio 15 3 stadio 25 50 2 stadio iva pagata (a credito) iva riscossa (a debito) costo beni acquistati 100 20 prezzo output 150 30 prezzo di vendita 180 saldo iva (da versare) 10 3 stadio iva pagata (a credito) iva riscossa (a debito) costo beni acquistati 150 30 prezzo output 250 50 prezzo di vendita 300 saldo iva (da versare) 20 IVA pagata dal consumatore 50 IVA incassata dall'erario 50 5

IVA classificazione operazioni 1) Operazioni Imponibili: Sono -- le operazioni assoggettate ad imposta sul loro intero valore con l aliquota prevista dalla legge. 2) Operazioni NON Imponibili (ad aliquota zero): Sono -- le operazioni in cui la legge prevede l applicazioni di un aliquota nulla all ultimo stadio produttivo e le imposte versate nei precedenti stadi è rimborsata. L esempio tipico di operazioni non imponibili sono le esportazioni. 3) Operazioni Esenti: Sono -- le operazioni che non prevedono l applicazione dell imposta allo studio finale per cui non c è il diritto al rimborso dell imposta pagata per l acquisto dei beni intermedi. Questo tipo di operazioni quindi non trasla sul consumatore finale l imposta ma rimane a carico dell impresa che vende al consumatore finale (ad es. servizi assicurativi, finanziari, sanità, trasporto urbano). IVA BASE IMPONIBILE La base imponibile può essere di 3 tipi in funzione del trattamento degli INVESTIMENTI. Applicando il metodo IMPOSTA da IMPOSTA, l IVA può essere: 1) Reddito LORDO Se NON è ammessa in detrazione l IVA versata sugli investimenti. 2) Reddito NETTO Se è ammessa in detrazione l IVA in proporzione all AMMORTAMENTO dei beni capitali utilizzati nel periodo d imposta. 3) CONSUMO Se è ammessa in detrazione l IVA in misura integrale all importo degli investimenti acquistati nel periodo d imposta. In Ipotesi di ECONOMIA CHIUSA senza PRODUZIONE di SERVIZI PUBBLICI (esenti) l assoggettamento ad imposta dei beni di consumo e dei beni di investimento porta alla coincidenza della base imponibile dell IVA al PIL. Quando invece è consentita la detrazione dell imposta pagata sui beni di investimento (caso IVA italiana) la base imponibile IVA coincide con l aggregato di contabilità nazionale Consumi Nazionali da cui il nome di imposta di tipo Consumo 6

IVA Riferimento Finanziario/Reale Ulteriore distinzione per le imposte sul valore aggiunto è tra imposte che hanno: 1. Riferimento Finanziario: l IVA colpisce solo operazioni che hanno dato luogo a transazioni MONETARIE (la base imponibile è incassipagamenti). 2. Riferimento Reale: l obbligo di versamento prescinde dall effettivo movimento monetario. Il rif. Finanziario è compatibile con il metodo IMPOSTA da IMPOSTA. Il rif. Reale è compatibile metodo BASE da BASE. La differenza è giustificata dal diverso trattamento delle scorte e prodotti in corso di lavorazione. Le variazioni di questi 2 aggregati di bilancio (non finanziarie) sono rilevabili solo con il metodo base da base. Sintesi - IVA Imposta di tipo CONSUMO Calcolo metodo IMPOSTA da IMPOSTA Riferimento di tipo FINANZIARIO L IVA si applica alle: Cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato è nell esercizio di impresa e di arti e professioni. Importazioni di Beni EXTRA-UE (da chiunque effettuate) Acquisti INTRA-UE nell esercizio di attività d impresa, acquisto di mezzi di trasporto, vendita per corrispondenza. Il versamento è cumulativo con cadenza periodica e dichiarazione annuale Vi è obbligo di rivalsa poiché il venditore o prestatore deve aggiungere l IVA che è traslata in avanti al consumatore-utente finale. 3 aliquote 4%, 10% beni di prima necessità e agricoli, 20% tutti gli altri L IVA è applicata agli acquisti intermedi della P.A. mentre non è tassato il V.A. della P.A. (che è = alle retribuzioni dei dip. Pubblici). 7

Imposte sulle vendite in un contesto internazionale Nell applicazione dell imposte sulle vendite i problemi più rilevanti nascono in contesti di Economie aperte agli scambi internazionali. Vi sono 2 tipi di problemi relativi alla tassazione: 1. NEUTRALITA ed EFFICIENZA: L imposizione non deve distorcere i flussi commerciali, garantendo un allocazione efficiente delle risorse. 2. RIPARTIZIONE del GETTITO: Si devono evitare DOPPIE imposizioni. Stante la natura di imposta sui consumi il gettito dovrebbe essere attribuito al Paese ci il consumo è localizzato Con riferimento a questi problemi si distinguono 2 principi con effetti diversi sull allocazione efficiente e ripartizione del gettito: Principio di Destinazione e Principio di Origine. Principio di DESTINAZIONE 1. Principio di DESTINAZIONE: Un impresa esportatrice dal Paese A al Paese B è assoggettata ad imposizione secondo l aliquota del Paese B (Paese di DESTINAZIONE) Un consumatore residente nel Paese B effettua l acquisto di beni nel Paese A in esenzione mentre viene assoggettato ad imposta se introduce o acquista nel Paese di residenza (B). o ESPORTAZIONI sono NON IMPONIBILI nel Paese di Origine o IMPORTAZIONI da chiunque effettuate sono IMPONIBILI secondo l aliquota del Paese di Destinazione Conclusioni: Il principio di Destinazione presuppone l attivazione di controlli Doganali Il P.D. NON produce DISTORSIONI e modificazioni nell allocazione delle risorse quindi è NEUTRALE (non modifica prezzi relativi). Il P.D. attribuisce tutto il Gettito al Paese in cui il bene è consumato, ovunque sia collocata la Produzione 8

Principio di ORIGINE 2. Principio di Origine: Un impresa esportatrice dal Paese A al Paese B è assoggettata ad imposizione secondo l aliquota del Paese A (Paese di ORIGINE) Il Paese di destinazione B (Importatore) applicherà l imposta limitatamente all incremento di valore che eventualmente il bene subisce nel paese B. Conclusioni: Il principio di Origine produce DISTORSIONI e modificazioni all allocazioni delle risorse quindi NON è NEUTRALE. (modifica prezzi relativi). Il P.O. attribuisce il Gettito al(ai) Paese(i) in cui il bene è prodotto. Produzione interna Importazioni Prezzi relativi Prezzo no Tax P B P A P B / P A Prin. Destinazione P B (1+t B ) P A (1+t B ) P B / P A NEUTRALE Principio Origine P B (1+t B ) P A (1+t A ) P B (1+t B )/P A (1+t A ) NON NEUTRALE SCAMBI Internazionali (1) REGIME TASSAZIONE DEGLI scambi PRE-1993 gli Scambi INTRA- ed EXTRA-Comunitari prevedevano l applicazione del medesimo principio: DESTINAZIONE Questi beni venivano assoggettati ad imposizione nel momento di passaggio della frontiera secondo l aliquota del Paese importatore. Dopo il 1993 abolendo le dogane il PD è applicato solo ai beni EXTRA-Comunitari Per gli scambi INTRA-UE si è proposto un: REGIME DEFINTIVO DI TASSAZIONE DEGLI scambi INTRA comunitari 9

SCAMBI Internazionali (2) REGIME DEFINTIVO DI TASSAZIONE DEGLI scambi INTRA comunitari Si basa sul: 1. Principio di Origine: Tutto il gettito va ai Paesi di produzione e non a quello di consumo. 2. Istituzione di una stanza di compensazione: Per superare il problema di ripartizione del gettito è prevista una stanza di compensazione (clearing house) con il compito di raccogliere il gettito relativo alle esportazioni ed assegnarlo ai Paesi importatori a RIMBORSO delle imposte pagate sui beni importati. L imposta applicata al bene importato è destinata al Paese in cui è consumato. 3. Armonizzazione delle aliquote d imposta Per ridurre le distorsione le aliquote devono essere molto simili (t B, t A ). Problemi Politici/amministrativi: 1. Introduzione del regime in tutti i Paesi (riforme dei sistemi di imposizione). 2. Complessità dei controlli per la stanza di COMPENSAZIONE. 3. Perdita autonomia governi nazionali per quanto riguarda le politiche fiscali. SCAMBI Internazionali (3) I problemi hanno portato all attuazione di un: REGIME TRANSITORIO DI TASSAZIONE degli scambi INTRA comunitari 1. Le importazioni fra soggetti passivi d imposta continuano ad essere NON Imponibili. Le importazioni sono quindi tassate al momento della Vendita con aliquota del Paese Importatore. Con il metodo imposta da imposta l aliquota dell importatore colpisce l intero valore del bene (Ti = t B V B -0A A ). 2. Le importazioni fra soggetti NON passivi d imposta (consumatori) si utilizza il principio di Origine. I beni importati dai consumatori sono quindi tassati al momento dell acquisto con aliquota del Paese Esportatore. Problemi: 1. Competizione fiscale: sono introdotti regimi speciali (vendita per corrispondenza, acquisti autovetture per cui vale principio destinazione). 2. Evasione fiscale: Vi è incentivo per i produttori di dichiarare come vendita intra-ue dei beni destinati al mercato nazionale. (soluz.: obbligo comunicazione P.IVA acquirente) 10

Sistema PRE-1993 (Extra-UE) Esportatore (A) Valore vendite ( 40) Iva 0% su Export Gettito IVA In A = 0 40 Dogana Iva su Import in B 15% =15% di 40 = 6 46 Importatore (B) Prezzo finale vendita = 100 +15% = 115 Calcolo IVA: IVA debito = 15 IVA credito = 6 IVA saldo(versare)= 9 Gettito IVA In B = 15 115 Sistema DEFINITIVO Esportatore (A) Valore vendite = 40 +25%iva= 50 Iva 25% su Export Gettito IVA In A = 10 50 Stanza di compensazione da A 10 a B Importatore (B) Prezzo finale vendita = 100 +15% = 115 Calcolo IVA: IVA debito = 15 IVA credito = 10 IVA saldo(versare)= 5 Gettito IVA In B = 15 115 Sistema TRANSITORIO Esportatore (A) Valore vendite = 40 Iva 0% su Export Gettito IVA In A = 0 40 Importatore (B) Prezzo finale vendita = 100 +15% = 115 Calcolo IVA: IVA debito = 15 IVA credito = 0 IVA saldo(versare)= 15 Gettito IVA In B = 15 115 Il sistema transitorio scadeva il 31/12/1997. Le difficoltà amministrative, di coordinamento e dei controlli del regime Definitivo hanno indotto ad utilizzare ancora il regime transitorio. 11

Imposta Regionale Attività Produttive (1) L IRAP è stata introdotta nel 1998 (Visco) quale strumento della fiscalità regionale. Essa è un imposta INDIRETTA che si applica al Valore della Produzione NETTA delle attività dirette alla Produzione, Scambio di beni e prestazione di Servizi. Soggetti passivi sono gli imprenditori individuali, le società, gli enti commerciali e non commerciali, gli esercenti arti e professioni, le Amministrazioni Pubbliche, enti e società non residenti per il valore aggiunto prodotto nel territorio nazionale. L IRAP. Imposta Regionale Attività Produttive (2) Presupposto è l esercizio abituale di un attivit attività diretta alla produzione o allo scambio di beni e alla prestazione di servizi. Il presupposto è uno dei principali elementi che differenzia l IRAP dalle imposte dirette come IRPEF ed IRES (percezione di redditi) o da imposte indirette sugli scambi come l IVA (cessione di beni e servizi). Base Imponibile è costituita dal valore aggiunto di tipo Reddito NETTO prodotto nel territorio regionale. 12

Imposta Regionale Attività Produttive (3) I metodi di calcolo del valore aggiunto netto (base imponibile) sono 2: 1) Come Differenza: + Valore della Produzione (Ricavi, variaz. rimanenze e prodotti in corso di lav.) - Costi di produzione (acquisto materie prime, beni intermedi, ammortamenti). Sono INDEDUCIBILI: interessi passivi, costo del personale al netto INAIL. Gli unici costi del personale deducibili sono quelli relativi ai contratti di formazione lavoro e apprendistato. 2) Come somma delle remunerazioni dei fattori produttivi: + Salari e stipendi (Capitale Umano - Lavoro) + Interessi passivi (Capitale di Prestito) + Profitti (Capitale di Rischio) Fanno eccezione per il calcolo della base imponibile (ad es. interessi passivi deducibili) le Banche, le Assicurazioni. Ma anche Pubbliche Amministrazioni, esercenti arti e professioni, Imprese agricole. Imposta Regionale Attività Produttive (4) Sono previste 2 tipologie di deduzioni dalla base imponibile : 1 alternativa a) A favore di piccole imprese: 8.000 per imprese con base imponibile fino a 180.759,91. b) A favore dell impiego di lavoratori a tempo indeterminato (dal 2007): deduzione di 5000 per ciascun lavoratore TEMPO INDETERMINATO ( 10.000 al Sud); 2 alternativa per imprese con valore della produzione fino a 400.000 a) 2.000 per ogni lavoratore a tempo indeterminato impiegato b) Fino al 2008 20.000 per ogni nuovo lavoratore a tempo indeterminato (in + rispetto al 2004). i. Che diventano 60.000 e 100.000 se operano in particolari zone depresse del Paese ii. Che diventano 100.000 e 140.00 se donne svantaggiate in queste zone depresse o se personale di ricerca. 13

Territorialità dell IRAP Per i soggetti residenti non è considerata imponibile la quota di valore della produzione realizzata all estero. Per i NON residenti è imponibile la quota del valore della produzione realizzata nel territorio dello Stato Italiano. Aliquota 3,90%. Alle regioni è attribuito il potere di variare l aliquota in aumento o diminuzione fino ad un massimo di un punto percentuale, di differenziarla per categorie, settori, soggetti passivi. Attribuzione Regioni L imposta è dovuta alla Regione nel cui territorio è realizzata la produzione. Se l attività è esercitata in più regioni la produzione netta è ripartita in proporzione all ammontare delle retribuzioni del personale (per le Banche l ammontare dei depositi; per le assicurazioni l ammontare dei premi raccolti) Versamento dell Imposta E simile alle imposte Dirette. Autotassazione, rate di acconto ed eventualmente a saldo. Finalità dell IRAP 1. Semplificare e razionalizzare il sistema tributario. Aboliti Contributi sanitari, tassa salute, Imposta locale sui redditi (ILOR), imposta incremento valore immobili (INVIM), tasse di concessioni comunali, tassa di concessione partita IVA. 2. Allargare la base imponibile per applicare bassa aliquote e ridurre l evasione. 3. Spostare l onere del finanziamento della spesa sanitaria dalle retribuzioni alle attività produttive. 4. Aumentare l autonomia tributaria delle regioni. L IRAP è il tributo più importante per le regioni ed era previsto come fondamentale per il federalismo fiscale. 5. Contribuire alla neutralità del sistema fiscale rispetto alle scelte di investimento (capitale a rischio e capitale in prestito) tramite indeducibilità interessi passivi. 14

Carattere Metodo Aliquota Base imponibile BASE da BASE Uniforme 3,90% Reddito NETTO Confronto con l IVA IRAP REALE (include anche le variazioni delle scorte) Tassazione attività Pubb.Amm. Tassazione Esportazioni Esenti Importazioni IVA FINANZIARIO (rilevano i movimenti monetari) IMPOSTA da IMPOSTA Differenziate 20% - 10% - 4% CONSUMO Esente attività Pubb.Amm. Tassazione Importazioni Esenti Esportazioni E importante sottolineare che poiché l IRAP è indeducibile dalla base imponibile IRES un impresa in Utile può, dopo aver pagato IRES ed IRAP, essere in perdita. Questo è possibile quando l indebitamento dell impresa è rilevante (causa indeducibilità interessi passivi dalla base imponibile). Tassazione Prodotti Energetici (1) In Italia è realizzata essenzialmente attraverso le ACCISE (imposte in valore commisurate all unità fisica prodotta o venduta) sugli oli minerali, imposte di consumo dell energia elettrica, sul metano ed attraverso l IVA. Questo tipo di imposizione persegue 3 finalità: 1. Produrre GETTITO RILEVANTE: A) Base imponibile estremamente rilevante; B) Ridotti effetti distorsivi a causa dell elevata rigidità della domanda C) I costi di esazione, i controlli anti-evasione sono semplici e concentrati poiché le imprese sono visibili e controllabili. I prodotti energetici sono sottoposti ad ACCISE ed IVA. Nel caso di consumo nazionale esse gravano sul consumatore. Per le esportazioni: mentre l IVA viene restituita al produttore) per cui non incide sul prezzo finale) l Accisa rimane a carico dell impresa produttrice creando distorsione. Per evitare questo fenomeno si è proposto a livello europeo un armonizzazione delle accise. 15

Tassazione Prodotti Energetici (2) 2. Perseguire finalità PRODUTTIVE e REDISTRIBUTIVE: A)Politica INDUSTRIALE: incentivare o limitare l uso di alcune risorse rispetto ad altre, aiutare la competitività di alcuni settori attraverso aliquote agevolate, ecc. B) Politiche REDISTRIBUTIVE: utilizzare tariffe agevolate o IVA ridotta per alcune fasce di reddito o categorie svantaggiate (ad es. IVA consumo di energia elettrica). C) Politiche di Tutela AMBIENTALE: Tassare prodotti o produzioni che utilizzano processi particolarmente inquinanti. (Ad es. Carbon Tax) 16