L integrazione degli adolescenti stranieri in Italia



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L integrazione degli adolescenti stranieri in Italia

Università degli Studi di Trieste Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea: Scienze e Tecniche dell Interculturalità Tesi in Sociologia dei Processi Culturali Il processo di integrazione degli adolescenti stranieri in Italia attraverso l esperienza del Progetto Coriandolo a Milano Tesi di Laurea di Barbara Charo Segré Matricola 34500488 Relatore: Professoressa Rosella Delaidini Correlatore: Professor Paolo Sorzio ANNO ACCADEMICO 2003-2004

Gli esseri indaffarati gironzolando per i prati uno solo sta in disparte e non fa niente ammicca al ronzìo con ansia aspetta il gran momento tanto atteso con gli ultimi raggi di sole il grigio insetto coi colori del tramonto si tramuta da bruco a farfalla... (versi di F., 14 anni, di origine eritrea) 3

Sommario Presentazione 8 PRIMA PARTE IL NUOVO VOLTO DELL IMMIGRAZIONE: LE FAMIGLIE E GLI ADOLESCENTI 1 Il fenomeno immigratorio in Italia 11 1.1 L Italia, paese di immigrazione 11 1.2 L immigrazione in numeri oggi 12 1.2.1 La provincia di Milano 13 1.2.1.1 Ripartizione per età 13 1.2.2 I minori 13 1.2.2.1 La scuola 15 1.2.2 I motivi della migrazione 16 1.3 La legislazione 17 1.3.1 I ricongiungimenti 18 1.3.2 L inserimento dei minori stranieri nella scuola 19 2 Nuove famiglie, nuovi bisogni 21 2.1 Le nuove famiglie 21 2.1.1 La famiglia costituita in emigrazione 22 2.1.2 La famiglia che migra simultaneamente 22 2.1.3 La famiglia ricostituita con il ricongiungimenti 22 2.1.3.1 I ricongiungimenti al maschile 22 4

2.1.3.2 I ricongiungimenti al femminile 23 2.1.3.3 Altre modalità di ricongiungimento 23 2.2 Problematiche della famiglia che migra 24 2.2.1 Il disagio della migrazione 24 2.2.2 Problematiche della coppia ricongiunta 26 2.2.2.1 Problematiche relative al ricongiungimento al maschile 27 2.2.2.2 Problematiche relative al ricongiungimento al femminile 28 3 Adolescenti figli dell immigrazione 30 3.1 Definizioni 30 3.2 Gli adolescenti e la migrazione 31 3.2 Tipologie di minori 32 3.3.1 I minori non accompagnati 32 3.3.2 La seconda generazione 33 3.3.3 Adolescenti ricongiunti 35 3.3.3.1 Ridefinizione dei ruoli 36 3.3.3.2 L inadeguatezza dei genitori 38 4 Integrazione 40 4.1 Apprendimento della lingua 40 4.2 Inserimento nella scuola 41 4.3 Identità in bilico tra due culture 44 4.4 Strategie identitarie 47 5

SECONDA PARTE IL PROGETTO CORIANDOLO 5 Aspetti metodologici 55 5.1 Oggetto dell indagine 55 5.2 I paradigmi alla base delle scelte metodologiche 55 5.2.1 Il positivismo 56 5.2.2 Il postpositivismo 57 5.2.3 Il costruttivismo 58 5.3 Strategie di ricerca 59 5.3.1 Metodi della ricerca quantitativa 59 5.3.2 Metodi della ricerca qualitativa 60 6 Il Progetto Coriandolo: le scelte metodologiche 63 6.1 Obiettivi di ricerca 63 6.2 Strategie di ricerca 63 6.2.1 Interviste e colloqui 63 6.2.1.1 La fase della raccolta dei dati 64 6.2.1.2 La fase dell interpretazione dei dati 65 6.2.2 Osservazioni sul campo 66 6.2.3 I documenti 67 6.3 Presentazione dei casi 69 7 Il Progetto Coriandolo 70 7.1 La storia 70 7.1.1 La cooperativa La Strada 70 7.1.2 La Fondazione L Aliante 71 6

7.2 Il progetto 72 7.2.1 Gli obiettivi del progetto 72 7.2.2 I destinatari del progetto 73 7.2.3 Il gruppo di lavoro 73 7.2.4 La metodologia di intervento 74 7.2.4 Le attività proposte 76 8 I ragazzi del Progetto Coriandolo 78 8.1 Giovani filippini 78 8.1.1 La sua lingua non è l italiano e non è il filippino 81 8.1.2 Se non ti comporti bene ti rimando nelle Filippine 85 8.2 Giovani egiziani 89 8.2.1 Una messa alla prova del Tribunale 91 8.3 Giovani peruviani 94 8.3.1 Lenti a contatto azzurre 95 8.4 Giovani eritrei ed etiopi 98 8.4.1 Due fratelli italiani 101 8.5 Il Progetto Coriandolo e l integrazione degli adolescenti stranieri 102 Conclusioni 110 Appendice 114 La ricerca di Synergia: I figli dell immigrazione a Milano 114 Riferimenti normativi su scuola e alunni stranieri 116 Progetto educativo personalizzato, un esempio 121 Bibliografia 123 7

PRESENTAZIONE In questi anni il volto dell immigrazione in Italia è mutato sensibilmente: ai numerosi bambini e ragazzi stranieri nati in Italia se ne sono aggiunti altri in seguito all attuazione della legge sul ricongiungimento famigliare. Il numero degli adolescenti stranieri è cresciuto velocemente e diventa necessario interrogarsi sul modo in cui si possa facilitare la loro integrazione nella nostra società per evitare che essi vengano marginalizzati come sta accadendo in altri paesi europei. Per progettare interventi volti a favorire l integrazione è necessario riflettere sulla condizione in cui si trovano questi ragazzi per il fatto di essere figli di immigrati, tenendo presente la cultura da cui provengono e la modalità di interazione che il loro gruppo di appartenenza instaura con la società ospitante. L obiettivo del presente lavoro è contribuire a mettere in luce quali siano le problematiche presentate dagli adolescenti stranieri e quali gli interventi necessari. La tesi è suddivisa in due parti. Nella prima parte è delineato brevemente il quadro generale sul fenomeno immigratorio in Italia e vengono descritte le nuove famiglie che si stanno formando o ricongiungendo in Italia e le loro problematiche. La famiglia, infatti, svolge un ruolo decisivo nel processo di integrazione. In particolare mi soffermo sulle difficoltà che incontrano gli adolescenti stranieri nella costruzione di una propria identità tra due culture. Nella seconda parte riporterò la ricerca che ho condotto durante un anno di servizio civile volontario presso il Progetto Coriandolo di Milano. Si tratta di un progetto che si prefigge di accompagnare il percorso di integrazione di adolescenti e preadolescenti stranieri (dai 12 ai 18 anni) tramite un tutoraggio individualizzato. Inizialmente la mia ipotesi di lavoro prevedeva l analisi degli interventi educativi del 8

Progetto Coriandolo; ma l impossibilità di accedere ai documenti relativi alla descrizione dei singoli interventi, ha imposto, invece, una modifica alla ricerca: attraverso la presentazione di alcune storie paradigmatiche ho cercato di individuare le problematiche degli adolescenti stranieri presenti al Coriandolo per comprendere quali siano gli ambiti di intervento del Progetto. Per la descrizione dei casi mi sono avvalsa dei documenti prodotti dagli educatori; questa scelta metodologica permette di cogliere il modo in cui gli operatori leggono le problematiche poste dai ragazzi. Le storie sono precedute da un introduzione che offre un quadro generale sul processo di integrazione dei giovani di ogni popolazione straniera cui i ragazzi appartengono 1. Verranno prese in considerazione quattro gruppi: i filippini, gli egiziani e i peruviani perché insieme ai cinesi (attualmente non rappresentati al Progetto) costituiscono le popolazioni maggiormente presenti a Milano 2 (i giovani filippini, egiziani, cinesi e peruviani costituiscono il 60% dei minori stranieri residenti.) Il quarto gruppo considerato è quello eritreo perché si tratta di una delle popolazioni storiche presenti a Milano 3. 1 Farò riferimento principalmente alla ricerca condotta nel 2001 dall Istituto Synergia sui giovani stranieri presenti a Milano. (I dati sulla ricerca sono consultabili in Appendice) 2 I Filippini a Milano sono 21.200, gli egiziani 15.657, i cinesi 10.919 e i peruviani 9.372. (cfr. paragrafo 1.2.2, tabella dei dati elaborata da Synergia in base ai dati del 2002 forniti dal Comune di Milano - Ufficio Stranieri/ Settore Statistica.) 3 Gli eritrei presenti a Milano sono 1.646 (dati del 2002, Comune di Milano -Ufficio Stranieri/ Settore Statistica.) 9

PRIMA PARTE IL NUOVO VOLTO DELL IMMIGRAZIONE: LE FAMIGLIE E GLI ADOLESCENTI 10

1. IL FENOMENO IMMIGRATORIO IN ITALIA 1.1 ITALIA, PAESE DI IMMIGRAZIONE L Italia, storicamente, non è mai stata un paese di immigrazione. Quando, nel dopoguerra, il boom economico attirò verso l Europa lavoratori in cerca di fortuna, l Italia non figurava certo tra i paesi di destinazione. Al contrario, erano gli italiani a emigrare, insieme a greci, spagnoli, portoghesi e turchi, verso l Europa centrosettentrionale. Nel 1973, a causa della recessione economica, l Europa centrosettentrionale assunse politiche immigratorie più restrittive. Per questa ragione i flussi migratori provenienti dalle ex-colonie si diressero verso i paesi dell Europa del Sud. L Italia si presentava come una buona soluzione di ripiego, in parte per la minor rigidezza normativa, in parte a causa delle sue frontiere difficilmente controllabili. A partire dal 1973 il numero degli immigrati in Italia supera quello degli emigranti. L Italia diventa ufficialmente un paese di immigrazione, ma presenta un quadro molto diverso da quello degli altri paesi del Nord Europa. Infatti, per quanto in Gran Bretagna, Francia e Germania l integrazione degli immigrati sia stata difficoltosa 1, la loro presenza era comunque frutto di una scelta consapevole da parte del governo. Diversamente dagli altri paesi, l Italia per anni non ha adottato alcuna particolare politica migratoria. I primi inserimenti avvengono quindi inevitabilmente nei settori marginali delle attività produttive, alimentando la cosiddetta economia sommersa. 1 Celebre in questo senso l osservazione dello scrittore svizzero Max Frisch del 1965 riguardo all ondata in migratoria in Svizzera, ma che si può estendere anche ad altri paesi: Un piccolo popolo di signori si vede in pericolo: abbiamo chiamato braccia e sono venuti uomini, 11

Il carattere puramente emergenziale della politica migratoria italiana ha fatto sì che la gestione del fenomeno immigrazione fosse sostanzialmente affidata al volontariato, legittimando un approccio di tipo assistenziale. Questa situazione si è protratta fino agli anni Ottanta. La figura predominante dell immigrato era allora quella del lavoratore o lavoratrice senza prole al seguito. Invisibili all opinione pubblica e alle istituzioni, gli immigrati non erano soggetti ad alcuna strategia di inclusione od esclusione. Dalla metà degli anni Ottanta si evidenzia un nuovo fenomeno: l arrivo in Italia delle donne per il ricongiungimento familiare. Si trattava soprattutto di donne provenienti dai Paesi Arabi (egiziane, tunisine, marocchine). Ma è a partire dal 1990 che l immigrazione in Italia subisce la svolta che comporta cambiamenti importanti sul piano demografico, sociale, culturale: con la legge n. 39 del 1990 verrà infatti regolamentato il percorso burocratico che definisce il ricongiungimento delle famiglie spezzate. Dalla metà degli anni Novanta, in concomitanza della legge sul ricongiungimento familiare, sono giunti anche i minori e sono ormai molti i bambini stranieri che nascono qui. 1.2 IMMIGRAZIONE IN NUMERI OGGI La composizione della popolazione immigrata è eterogenea, sia per quanto riguarda i paesi di provenienza che per il livello di istruzione e per i motivi che hanno determinato la scelta d immigrare. Gli immigrati regolari in Italia sono quasi 2.500.000 (Dati del XIII Rapporto Immigrazione 2003 della Caritas-Migrantes). Nel 2003 la crescita è stata del 10,8% (pari a 149.164 persone) a livello nazionale, ma nel Nord Est l aumento registrato è stato quasi il doppio, ossia il 19,4% 2. 2 La stima della popolazione immigrata regolare tiene conto dei 1.512.324 permessi ufficialmente registrati dal ministero dell interno il primo gennaio 2003; dei 600 mila nuovi regolari a seguito della legge Bossi-Fini; dei 230 mila minori non conteggiati perché iscritti nel permesso di soggiorno dei genitori; degli 82 mila permessi registrati in ritardo; dei 45 mila nuovi nati nel 2002 da entrambi genitori stranieri. Tuttavia, il rapporto segnala che nel 2002, a differenza degli anni precedenti, si è scesi al di sotto di 100 mila nuovi permessi annui. 12

L incidenza degli stranieri sulla popolazione italiana giunge così al 4,2%, con punte di oltre il 7% nel Lazio e intorno al 6% in Lombardia, Umbria, Emilia Romagna. Un incidenza che conferma l Italia ad un livello di immigrazione fra i più bassi in Europa: si spazia dal valore record del 36,9% nel Lussemburgo all 8-9% in Austria, Belgio, Germania, mentre nei paesi mediterranei non si raggiunge il 3%. 1.2.1 La provincia di Milano La provincia di Milano registra come comunità più numerosa quella filippina, con 17.165 soggiornanti (pari al 30% del totale nazionale) e non quella africana come avviene in Lombardia e nel resto dell Italia 3. Ancora in provincia di Milano, molto alto è il numero di soggiornanti egiziani che costituiscono il secondo gruppo per provenienza con 14.466 presenze: si tratta del 63,5% dei connazionali presenti in Italia. La distribuzione per nazionalità assume tuttavia delle caratteristiche diverse a seconda della fascia di età, del genere e della regione considerata. 1.2.1.1 Ripartizione per età Il 18,5% degli stranieri residenti a Milano ha al massimo 19 anni, il 51,5% è nella fascia compresa tra i 20 e 39, il 25,1% ha dai 40 ai 59 anni e gli ultrasessantenni sono il 4,9%. I minori provengono in prevalenza dal gruppo asiatico (45%) e da quello africano (27%) (Dossier statistico immigrazione 2003, Caritas Ambriosana). Nella città di Milano il 21% dei bambini che viene al mondo è di nazionalità straniera. 1.2.2 I minori La presenza dei minori è in continuo aumento, non solo a causa dell incremento delle nascite, ma anche per via dei numerosi ricongiungimenti che si sono intensificati in questi ultimi anni. Nel 2002 la presenza dei minori stranieri in Italia è stata stimata intorno alle 230.000 3 In Lombardia la nazionalità più numerosa è quella marocchina (con 172.834 soggiornanti, pari all 11,4% del totale della popolazione immigrata) che precede di poco quella albanese (168.963, pari all 11,2%). Al terzo posto si colloca il gruppo romeno (95.834), seguito dai filippini (65.257) e dai cinesi (62.314) (Dossier Caritas 2003). 13

presenze. Si tratta di minori non registrati nell archivio di soggiorno in quanto riportati sul permesso di soggiorno dei genitori. Per quanto riguarda l incremento del loro numero tra il 2002 e il 2003 vengono stimati 45.000 soggetti tra i nati in Italia e i minori venuti a carico di un familiare e non conteggiati tra i permessi. A Milano tra il 1995 e il 2002 la popolazione dei minori stranieri è quasi triplicata (Elaborazione di Synergia su dati Comune di Milano -Ufficio Stranieri / Settore Statistica). Principali nazionalità straniere residenti a Milano (2002) Nazionalità Popolazione di cui minori Incidenza % Incidenza % totale minori sul totale minori sul totale della popolazione dei minori Filippine 21.200 4.840 22,83 20,14 Egitto 15.657 3.939 25,16 16,39 Cina 10.919 3.090 28,30 12,86 Perù 9.372 1.909 20,37 7,94 Sri Lanka 7.853 1.602 20,40 6,67 Marocco 5.943 1.175 19,77 4,89 Ecuador 3.151 751 23,83 3,12 Albania 3.239 600 18,52 2,50 Salvador 1.931 440 22,79 1,83 Romania 2.490 373 14,98 1,55 Eritrea 1.646 183 11,12 0,76 Mauritius 1.173 272 23,19 1,13 Etiopia 1.109 133 11,99 0,55 Tot.stranieri 134.719 24.036 17,84 100,00 Tot. italiani 1.164.080 148.076 12,72 Totale residenti 1.298.799 172.112 13,25 (Elaborazione di Synergia su dati Comune di Milano -Ufficio Stranieri / Settore Statistica). 14

Le popolazioni straniere che contano il maggior numero di minori sono i filippini, gli egiziani e i cinesi e con un grande distacco i peruviani, cioè le collettività maggiormente presenti sul territorio milanese: insieme costituiscono quasi il 60% dei minori stranieri presenti sul territorio (Elaborazione di Synergia su dati Comune di Milano -Ufficio Stranieri / Settore Statistica). Tra il 1995 e il 1999 sono stati soprattutto i gruppi di più antica immigrazione ad aumentare (Filippine, Cina, Sri Lanka e Marocco) con un notevole incremento di peruviani. Nel triennio 1999-2002 i gruppi di antica immigrazione mostrano un certo assestamento, anche se la crescita resta comunque elevata, soprattutto per lo Sri Lanka; emergono invece i gruppi di più recente immigrazione come Ecuador, Albania e Romania. (Dossier statistico immigrazione 2003, Caritas Ambriosana) 5. 1.2.2.1 La scuola I minori stranieri sono soprattutto visibili all interno delle scuole. La loro presenza è sempre più numerosa e le scuole italiane possono ormai dirsi multietniche: nell ultimo anno hanno ospitato 232.766 alunni stranieri, il 30% in più rispetto all anno precedente. In alcune scuole milanesi, soprattutto elementari, ma anche negli istituti professionali, il numero degli alunni stranieri sfiora addirittura il 50%. Dal 1983 ad oggi, gli alunni stranieri continuano ad aumentare, con un ritmo che è cresciuto notevolmente a partire dall anno scolastico 1996/7 (non a caso l anno in cui è passata la legge sul ricongiungimento). Negli ultimi tre anni si può parlare di un vero e proprio boom: nel 2000/2001 gli alunni stranieri erano 147. 406 (28mila in più rispetto l anno precedente), per diventare 181.767 nel 2001/2002. Incremento ulteriormente superato lo scorso anno, quando sono aumentati di ben 50mila unità. 5 Le forti variazioni che si sono registrate periodicamente per ogni nazionalità sono strettamente connesse alle catene migratorie e al progetto migratorio dei vari componenti. Le sanatorie hanno contribuito in modo rilevante a queste crescite improvvise e cospicue delle presenze 15

Tra il 1999 ed il 2003 gli alunni stranieri sono quindi quasi raddoppiati. I paesi di provenienza sono diversi, Albania, Marocco, ex Jugoslavia e Romania, ma è ben rappresentato anche il resto del mondo: tra i banchi di scuola siedono alunni provenienti da 189 stati del pianeta (dati Ministero dell Istruzione). Il Ministero dell Istruzione stima che nel 2010 il numero di alunni stranieri dovrebbe essere compreso tra 488 e 566 mila, per arrivare a circa 710 mila nel 2017. 1.2.3 I motivi della migrazione I motivi del soggiorno, secondo il rapporto della Caritas Migrantes 2003, sono nel 55,2% dei casi legati al lavoro (in un caso su due riguarda attività subordinata) mentre per il 31,7% legati a motivi familiari, che riguardano nella quasi totalità dei casi immigrati entrati in Italia per ricongiungimento familiare (si tratta per lo più di donne e minori). Motivazioni del soggiorno 16

Gli altri motivi per un inserimento stabile sono di tipo religioso (54.128, con un incidenza di circa il 13% sul totale), per studio (43.058) e per residenza elettiva (48.001), questi ultimi soprattutto diffusi per chi proviene dai paesi più ricchi, così come i motivi di lavoro lo sono per chi proviene dai paesi in via di sviluppo. Minoritarie rimangono invece le quote di soggiornanti per asilo politico o comunque per richiesta di asilo (1,1%). In particolare, nel 2002, i soggiornanti che hanno richiesto asilo a fine anno sono stati 8.210, una cifra inferiore di oltre 1.400 casi rispetto al 2001. 1.3 LA LEGISLAZIONE In Italia, la prima normativa specifica sugli stranieri viene approvata solo a metà degli anni Ottanta, prima di allora l immigrazione si configurava come problema di polizia, regolata dal testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza del 1931. La legge del 1986, Norme in materia di collocamento e di trattamento dei lavoratori extracomunitari immigrati e contro le immigrazioni clandestine, rappresenta il primo segno di una presa di coscienza legislativa del fenomeno in un clima d indifferenza sia da parte del Parlamento che della popolazione. Risponde alla necessità di una regolarizzazione dei flussi migratori e al problema della parità dei diritti. Tuttavia manifesta i suoi limiti fin dal principio, in particolare in sede applicativa, per l insufficienza amministrativa e per l interpretazione quasi sempre restrittiva delle norme. Nel 1990 viene approvata la cosiddetta Legge Martelli (n. 39/1990), la quale pur permettendo di recuperare alcuni ritardi in materia dei diritti dei rifugiati, e pur cercando di affrontare in maniera più organica il problema dei permessi di soggiorno solleva ancora molte perplessità. Le misure prese dal governo Dini (D.L. n. 489/1995 del 18 Novembre 1995) possono essere, infatti, considerate come l espressione della conclusione di un periodo di disimpegno a livello operativo e dell indecisione tra una politica dell accoglienza o dell esclusione. Il decreto Dini regolamenta i flussi d ingresso, il lavoro stagionale, i ricongiungimen- 17

ti familiari e la regolarizzazione degli stranieri presenti in Italia che svolgono un attività lavorativa in nero, ma è una normativa che considera, ancora, l immigrazione come un fatto emergenziale. 1.3.1 Il ricongiungimento Nonostante le nostre politiche per l immigrazione abbiano da sempre contemplato il ricongiungimento famigliare come un diritto per lo straniero, soltanto a partire dal 1998, con la legge Turco-Napolitano, tale diritto è stato pienamente garantito.il fenomeno migratorio verso il nostro paese non viene più considerato una realtà transitoria, ma viene riconosciuto come strutturale e inevitabile (Capaccioni G., 2001). Per quanto riguarda i ricongiungimenti, la legge n. 40/1998 Disciplina dell immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, all art. 26 specifica che Il diritto a mantenere o a riacquistare l unità familiare nei confronti nei confronti dei familiari stranieri è riconosciuto ( ) agli stranieri titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un anno rilasciato per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per asilo, per studio, per motivi religiosi ecc. 6 Come conseguenza diretta di questa nuova legislazione aumentano le richieste di politiche d integrazione e di inserimento, l immigrazione in Italia da fenomeno individuale è diventato familiare, aspetto che ha nettamente modificato i progetti degli stranieri residenti qui e ha posto nuove articolazioni del fenomeno. Aumentano le richieste di garanzie economiche previdenziali, di alloggi e di abitazioni idonee a ricevere nuclei familiari ricomposti, gli inserimenti nella scuola. Nel 2002, però, la legge Bossi-Fini (n.189) Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo, pur lasciando inalterata la struttura della legge precedente 6 All art.27 la legge 40/1998 recita: Lo straniero può chiedere il ricongiungimento per i seguenti familiari: a) coniuge non legalmente separata; b) figli minori a carico, anche del coniuge o nati fuori del matrimonio, non coniugati ovvero legalmente separati, a condizione che l altro genitore, qualora esistente abbia dato il suo consenso; c) genitori a carico; d) parenti entro il terzo grado, a carico, inabili al lavoro, secondo la legislazione italiana. 18

(legge n.40, 1998) introduce significative modifiche in senso restrittivo alla normativa in materia di immigrazione (Morrone A., Mereu F., 2003), in particolare riguardo ai ricongiungimenti 7. Infatti oggi, lo straniero che richiede il visto per il ricongiungimento, a meno che non sia un rifugiato politico, deve dimostrare la disponibilità di un alloggio adeguato e di un reddito sufficiente a mantenere la famiglia. Il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare ha una durata massima di due anni e può essere in seguito convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. 1.3.2 Inserimento dei minori stranieri nella scuola italiana Il diritto all istruzione è tendenzialmente garantito allo straniero regolarmente soggiornante sul territorio italiano in condizioni di parità con il cittadino italiano (art. 38, comma 1, del Testo Unico sull immigrazione, D. Lgs. 286/98). In particolare, prevede che tutti i minori stranieri presenti sul territorio italiano, indipendentemente dalla regolarità della loro posizione rispetto alle norme sul soggiorno, siano soggetti ad obbligo scolastico (ciò anche in ossequio all art. 28 della Convenzione sui diritti del fanciullo, stipulata a New York il 20.11.1989, ratificata e resa esecutiva in Italia con la legge n. 176 del 27.5.1991) ed abbiano quindi diritto di iscriversi alle scuole elementari e medie, se sono in età scolare. Vengono applicate ai minori stranieri tutte le norme che riguardano il diritto all istruzione, l accesso ai servizi educativi, la partecipazione alla vita della scuola, a parità di condizioni con gli italiani. L effettività del diritto allo studio deve inoltre essere garantita dallo Stato, dalle regioni e dagli enti locali anche mediante l attivazione di corsi di apprendimento della lingua italiana (art. 38, co. 2, T.U.) Un accento particolare è posto 7 All art.23, ricongiungimento familiare, la legge 189/2002 riporta al comma 1 le seguenti modifiche in senso restrittivo: - l aggiunta della lettera b-bis) figli maggiorenni a carico, qualora non possano per ragioni oggettive provvedere aproprio sostentamento a causa del loro stato di salute che comporti invalidità totale; - un aggiunta alla lettera c) genitori a carico qualora non abbiano altri figli nel paese di origine o di provenienza ovvero genitori ultrasessantacinquenni qualora altri figli siano impossibilitati al loro sostentamento per documentati gravi motivi di salute; -abrogazioni della lettera d) parenti entro il terzo grado, a carico, inabili al lavoro, secondo la legislazione italiana. 19

dalla nuova legge sull importanza dell educazione interculturale. Gli stessi principi vengono ribaditi dall art. 45 del regolamento di attuazione (D.p.r. 394/99), che affida al collegio dei docenti il compito di stabilire i criteri per l inserimento nelle classi degli alunni stranieri e gli eventuali adattamenti dei programmi di insegnamento, nonché le modalità di comunicazione con le famiglie degli alunni (anche valendosi di mediatori culturali) L iscrizione degli alunni stranieri alle scuole italiane avviene nei modi ed alle condizioni previste per i minori italiani e può avvenire in qualunque periodo dell anno scolastico. Secondo le disposizioni del regolamento di attuazione (art. 45, co. 2), l alunno straniero viene inserito nella classe corrispondente all età anagrafica. Si tiene conto però anche dell ordinamento degli studi nel Paese di provenienza, del titolo di studi eventualmente conseguito e delle abilità individuali. I minori stranieri irregolari o privi di documentazione anagrafica sono iscritti con riserva, che viene sciolta in senso positivo dopo il conseguimento del titolo di studio o diploma di scuola secondaria superiore. Il conseguimento del titolo di studi (che viene rilasciato all interessato con i dati indicativi acquisiti al momento dell iscrizione) non costituisce, comunque, titolo per la regolarizzazione della presenza sul territorio nazionale. Grazie alla possibilità di ricorrere all autocertificazione, secondo quanto chiarito dalla circolare del Ministero della Pubblica Istruzione n. 3 del 5 gennaio 2001, la pratica di iscrizione del minore straniero è ora ancora più semplice. Trattandosi di minori la richiesta di iscrizione deve essere presentata dal genitore o dall adulto di riferimento (tutore, affidatario, ecc ) dell allievo. Per quanto riguarda la scuola secondaria superiore e l univeristà, tutti gli stranieri già regolarmente presenti sul territorio nazionale possono avervi accesso. Per i minorenni, la possibilità di iscriversi alle scuole secondarie superiori é riconosciuta indipendentemente dalla titolarità di un permesso di soggiorno (art. 45, regolam.) 20

2. NUOVE FAMIGLIE, NUOVI BISOGNI Quando il progetto migratorio coinvolge l intero nucleo familiare comporta domande e bisogni di tipo nuovo che evidenziano problemi nella relazione con la società ospitante e nei rapporti tra le generazioni. Se il singolo immigrato poteva permettersi di vivere in condizioni di isolamento o anche di marginalità sociale, la famiglia deve invece tessere legami con la nuova comunità. L esistenza di un nucleo familiare, infatti, richiede soluzioni diverse: la presenza di un figlio costringe i genitori a rivolgersi ai servizi preposti alla politica sociale, perché i bisogni, le domande di servizi e di prestazioni diventano più urgenti. È proprio la presenza dell intero nucleo familiare ad accellerare il processo di integrazione nella nuova realtà: la presenza delle donne accanto ai mariti e dei loro bambini inevitabilmente spinge ad una maggiore frequentazione del nuovo contesto eco-culturale, quindi ad una maggiore possibilità di incontro e scambio con la società italiana. La presenza della famiglia favorisce perciò l aumentare dei contatti interculturali, ed avvia un auspicabile percorso transculturale (Tognetti Bordogna M., 1996). Dall invisibilità si passa alla visibilità, un passaggio importante che necessita di un adeguato appoggio istituzionale, che fin ora in Italia non è stato garantito, se non come risposta all emergenza o per opera di associazioni di volontariato. 2.1 LE NUOVE FAMIGLIE Per delineare politiche sociali e azioni finalizzate ad includere l immigrato come membro attivo all interno della nostra società diviene fondamentale comprendere con quali modalità si costituiscono le nuove famiglie, come la società si relaziona con esse e, 21

in particolare, quali domande queste nuove famiglie pongano in termini di servizi. È importante dunque ricostruire il percorso e il progetto migratorio che hanno portato alla formazione di queste famiglie. 2.1.1 La famiglia costituita in emigrazione Molti giovani immigrati oggi residenti in Italia avevano affrontato il percorso migratorio pensando fosse un esperienza litata nel tempo, progetto che si é dilazionato nel tempo fino a diventare un sogno e un mito. Diventa sempre più forte la necessità di rivedere il progetto iniziale, di riprendere in mano la propria vita e di non rimandare ulteriormente importanti decisioni. Una di queste, la più carica di conseguenze e di ricadute sul progetto di permanenza nel paese ospite, è quella di costruire qui la propria famiglia attraverso i matrimoni celebrati in Italia fra immigrati provenienti dalla stessa nazione o da Paesi diversi, o attraverso i matrimoni con uomini e donne italiani. 2.1.2 La famiglia che migra simultaneamente I casi in cui un intera famiglia migra simultaneamente sono piuttosto rari. Generalmente si tratta di una vera e propria fuga da condizioni di guerra, di pericolo, di fame che rendono impossibile per la famiglia l inserimento a tappe. I figli sono spesso affidati ad istituti socio assistenziali, poiché le famiglie non possono occuparsene. 2.1.3 La famiglia ricostituita con il ricongiungimento 2.1.3.1 I ricongiungimenti al maschile Nella storia delle migrazioni e nell analisi della catena migratoria, si ritrova quasi sempre la figura maschile all inizio della partenza e dell esodo. La donna e i figli rimangono al paese d origine come garanti del ritorno, perpetuando una tradizione ben radicata, che vede l uomo percorrere il mondo e occupare lo spazio esterno e la donna attendere, preparando il suo rientro, custodendo la casa. In Italia questa dinamica migratoria definita tradizionale ha caratterizzato soprattutto l immigrazione proveniente dall Africa settentrionale, occidentale e sub-sahariana, 22