leviedelsacro Progetto di uno spazio per l incontro multireligioso e multietnico

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leviedelsacro Progetto di uno spazio per l incontro multireligioso e multietnico

progetto di ludovicomicara con fernandocipriani ettorelicursi danielamanzoli christiannardini veronicasalomone e chiaratrapanà simonavalente render christiannardini modello danielamanzoli grafica editoriale veronicasalomone leviedelsacro Progetto di uno spazio per l incontro multireligioso e multietnico

leviedelsacro Progetto di uno spazio per l incontro multireligioso e multietnico In una società oggi sempre più globalizzata e secolarizzata la ricerca di spazi per l incontro e la riflessione sul sacro risulta difficile e problematica. A questa esigenza sono state date finora due tipi di risposte prevalenti. La prima, nell alveo delle tradizioni religiose affermatesi nel tempo, privilegia gli spazi dedicati alle singole religioni attraverso architetture riconoscibili che esaltano gli specifici credo, le diverse appartenenze culturali e sociali, le varie esperienze e storie religiose, attraverso i simboli, i dispositivi spaziali, le liturgie. La seconda, riconoscibile nei tanti ambienti per la preghiera multireligiosa negli aeroporti o in altri luoghi pubblici interpreta questo tema nel modo più asettico e minimale per non incorrere nel rischio di privilegiare alcune fedi rispetto ad altre. Ne risultano spazi e architetture anonime in cui il carattere di sacralità dello spazio, comune a gran parte delle religioni, non è espresso e difficilmente viene colto anche da chi cerca solo un momento di riflessione e di distanza dal mondo. Eppure non è difficile trovare nel passato architetture e spazi che esprimono una sacralità indipendentemente dai culti per cui sono stati costruiti. Penso a edifici che hanno cambiato nel tempo la loro caratterizzazione religiosa nell ambito di una certa fede per mutamenti politici o conquiste militari e che sono stati adattati e interpretati dalle nuove fedi. E il caso di citare, tra i più famosi, moschee divenute chiese come la Grande Moschea di Cordova, o di chiese divenute moschee come 04 05

Santa Sofia a Costantinopoli-Istanbul, o di templi dell antichità romana divenuti chiese come S. Stefano Rotondo a Roma. Credo che ci sia molto da imparare da questi edifici, come da tanti altri che hanno subito queste vicessitudini, poiché la loro spazialità esprimeva un carattere di sacralità indipendente dalla loro originaria identità religiosa tanto da poter essere accolta e interpretata anche da un credo diverso. E dunque importante capire quali aspetti e caratteri del loro spazio hanno fatto sì che potessero esser ritenuti adatti e significativi, tanto da divenire religiosamente identitari, anche per i nuovi fedeli. Si prescinde qui dal ruolo svolto dalle diverse liturgie nel rendere parlanti tali spazi alle comunità religiose attraverso i processi semiotici (simboli, riti, messaggi verbali o figurativi, icone) propri di ciascuna fede. La liturgia interviene, infatti, in un secondo momento, quando la riconosciuta e condivisa sacralità di uno spazio è piegata a comunicare i valori di una particolare fede. Se dunque ci chiediamo perché uno spazio è stato interpretato come sacro da culture e religioni diverse, quali suoi aspetti hanno concorso a una tale identificazione, credo che uno di essi, forse il principale, è la qualità della luce che illumina lo spazio interno, il suo apparire diffuso o concentrato, ombroso o risplendente, cristallino o avvolgente. Un aspetto determinante nella percezione e nella valutazione di uno spazio è anche la sua dimensione prevalente con i significati ad essa connessi. Uno spazio può essere percepito come orizzontale, verticale, obliquo Nel caso di uno spazio sacro l orizzontalità predispone ad un adesione, una condivisione e partecipazione ai valori terreni di un luogo, di una comunità, di un ambito sociale. La verticalità orienta a una ricerca di valori più generali, meno legati al qui e oggi, forse ancora da scoprire. La spirale quadrata che è alla base del progetto esprime l idea di una ricerca. La sua forma sempre aperta (non si chiude mai su se tessa), dinamica, dà forma ad un percorso, una tensione, un apertura, presente in tutte le religioni, verso valori più ampi e condivisi che predispongano all incontro e a una più ampia solidarietà tra gli uomini. Ludovico Micara 06 07

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