La Politica di Coesione europea

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Transcript:

La Politica di Coesione europea 2007 2013 Cagliari, T Hotel 10 giugno 2009

Patrick Amblard Commissione Europea DG Politica Regionale I. i princìpi II. lo scenario italiano III. la crisi IV. la programmazione degli interventi del FESR Cagliari, T Hotel 10 giugno 2009

I. I PRINCIPI II. lo scenario italiano III. la crisi IV. la programmazione degli interventi del FESR Cagliari, T Hotel 10 giugno 2009

I. I PRINCIPI DELLA POLITICA DI COESIONE Serve a ridurre le disparità sociali ed economiche nell Unione Europea - Grandi disparità : 1 regione su 4 ha un PIL per abitante inferiore al 75% della media UE Base giuridica - Art. 2 del Trattato CE : La Comunità ha il compito di promuovere uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile dell insieme della Comunità e la coesione economica e sociale e la solidarietà tra Stati membri. - Art. 158 del Trattato CE : La Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite o insulari, comprese le zone rurali. 4

I. I PRINCIPI DELLA POLITICA DI COESIONE Convergenza: per gli Stati membri e regioni con un PIL procapite <75% del PIL medio dell UE (81,5% risorse) - Phasing out: regioni il cui PIL procapite supera la soglia a causa dell effetto statistico dell UE allargata Competitività regionale e occupazione: le altre regioni, al fine di rafforzarne la competitività, l attrattività e l occupazione (16% risorse) - Phasing in: regioni con PIL procapite >75% che nel periodo 2000-2006 avevano lo status di Regione Obiettivo 1 Cooperazione territoriale europea: per un rafforzamento della cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale (2,5% risorse) 5

I. I PRINCIPI DELLA POLITICA DI COESIONE ALLOCAZIONE RISORSE (prezzi 2004) Regioni in ritardo di sviluppo Regioni più sviluppate Stati Regioni Regioni Phasing out Criterio ammissibilità PIL pc sotto 90% media europea PIL pc sotto 75% media europea PIL pc sotto 75% media europea EU15 Popolazione Risorse finanziarie euro/anno pro capite Milioni % Miliardi 166.0 20.0 61.6 53.0 153.7 57.5 177.1 164.6 16.4 4.1 12.5 109.1 Totale - 206.4 81.6 251.2 173.9 Regioni Phasing in Regioni PIL pc sopra 75% ma Ob.1 nel 2000-2006 Regioni non incluse in categorie precedenti 19.0 3.4 10.4 78.1 295.3 12.5 38.7 18.7 Totale - 314.3 15.9 49.1 22.3 6

I. I PRINCIPI DELLA POLITICA DI COESIONE Addizionalità Complementarietà, sviluppo sostenibile e pari opportunità Partenariato Gestione compartecipata Proporzionalità 7

I. i princìpi II. LO SCENARIO ITALIANO III. la crisi IV. la programmazione degli interventi del FESR Cagliari, T Hotel 10 giugno 2009

II. LO SCENARIO ITALIANO 1. Disegno politico ambizioso (pianificazione, progetti integrati, condizionalità) 2. Concentrazione su innovazione ed energia - RTDI & IS (36,4%), RES + EE (8,7%) 1. Potenziamento del ruolo delle Regioni MA 1. Volume contenuto degli investimenti nazionali 2. Debole capacità amministrativa 3. Vincoli di bilancio (debito pubblico, patto di stabilità interno) 9

II. LO SCENARIO ITALIANO Nel Mezzogiorno : meno risorse per investimenti 10

II. LO SCENARIO ITALIANO L opposto in Germania e Spagna Spagna (2000-2005) Germania (2000-2005) 11

I. i princìpi II. lo scenario italiano III. LA CRISI IV. la programmazione degli interventi del FESR Cagliari, T Hotel 10 giugno 2009

III. LA CRISI ECONOMICA Gli effetti, le risposte dell Italia e della Commissione CARATTERISTICHE : eterogenea per settore e per territorio (caduta dei livelli produttivi e più marcata in alcune zone) RISPOSTE DELL ITALIA : due pacchetti anticrisi (novembre 2008 e febbraio 2009) pari allo 0,7% del PIL RISPOSTE DELL UNIONE EUROPEA : ricorso a misure temporanee, modifica regolamenti, ampliamento campo d intervento del FESR 13

III. LA CRISI ECONOMICA IN ITALIA Variazione del PIL (1 trimestre 2009) - 2,4 sul 4 trimestre 2008-5,9 sul 1 trimestre 2008 14

III. LA CRISI ECONOMICA IN ITALIA Produzione industriale 15

III. LA CRISI ECONOMICA IN ITALIA Trend dell Italia in rapporto alla Euro-zona a. Trend reale peggiore delle previsioni b. Ritorno del PIL in terreno positivo previsto a metà 2010 16

III. LA CRISI ECONOMICA IN ITALIA Dati macroeconomici % 2008 2009 2010 Deficit/PIL - 2,7-4,5-4,8 Debito/PIL 105,8 113,0 116,1 Disoccupazione 6,8 8,8 9,4 Dal 2009, si assiste : - ad un aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile - alla riduzione dei consumi e degli investimenti 17

III. LA CRISI ECONOMICA IN SARDEGNA Eterogenea per settore e per territorio caduta brutale dei livelli produttivi, soprattutto nei settori dell industria e delle costruzioni conseguentemente più marcata in alcune zone, come Carbonia-Iglesias e Nuoro aumento della disoccupazione a 222 mila unità (incremento di un quarto fra settembre 2008 e marzo 2009) 18

III. LA CRISI ECONOMICA Le misure nazionali Novembre 2008 (0,6% PIL) - Ammortizzatori sociali - Accelerazione degli investimenti con la messa in cantiere di alcune infrastrutture - Bonus fiscale per le società Febbraio 2009 (0,1% PIL) - Incentivi per l acquisto di prodotti che promuovono l efficienza energetica (mezzi mobili, apparecchiature e accessori domestici) 19

III. LA CRISI ECONOMICA Le iniziative della Commissione Proroga della programmazione 2000-2006 Incremento del prefinanziamento agli Stati membri Semplificazione nella gestione degli interventi Maggior ricorso a strumenti di ingegneria finanziaria Ampliamento del campo di intervento del FESR Misure temporanee (Temporary Framework) 20

III. LA CRISI ECONOMICA temporary framework Sostegno pubblico calibrato alle imprese : 1 aiuti limitati e compatibili sino a 500 mila euro 3 estensione della gamma degli aiuti concessi sottoforma di garanzia 5 aiuti sottoforma di interessi agevolati 7 aiuti per la realizzazione di prodotti verdi 8 supporto al capitale di rischio per la creazione/attrazione di nuove imprese 21

I. i princìpi II. lo scenario italiano III. la crisi IV. LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DEL FESR Cagliari, T Hotel 10 giugno 2009

IV. LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DEL FESR Attuazione del POR SARDEGNA 2000-2006 Situazione degli interventi del FESR al 28.02.2009: Pagamenti: 2,436 mld (94% delle risorse assegnate) 1. Risorse naturali: 104% 2. Risorse culturali: 93% 5. Risorse umane: 60% 6. Sviluppo Locale: 87% 8. Città: 82% 9. Reti e nodi: 97% 10. Assist. Tecnica: 86% Progetti conclusi: 5.460 (62% dei progetti approvati) 23

IV. LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DEL FESR Attuazione del POR SARDEGNA 2007-2013 Situazione degli interventi del FESR al 30.04.2009: - impegni : 1.849.052 (0,11% delle risorse) - pagamenti: 119.200 (0,01% delle risorse) Una sfida da vincere: avviare un volume di investimenti tale da poter certificare entro il 31.12.2009 almeno 273 milioni di euro, in modo da evitare di perdere una parte di risorse comunitarie in applicazione della regola N+2 (disimpegno automatico) 24

IV. LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DEL FESR cosa ci si attende dalla Regione nei prossimi mesi (1) Programmazione 2000-2006 1. utilizzare la totalità delle risorse comunitarie disponibili 2. fare uno sforzo affinché tutti gli enti, a tutti i livelli, si impegnino per la chiusura delle operazioni entro il 30 giugno 2009 3. rendere operativi tutti i progetti che sono stati finanziati 25

IV. LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DEL FESR cosa ci si attende dalla Regione nei prossimi mesi (2) Programmazione 2007-2013 1. seguire con efficacia e metodo il processo di attuazione attraverso uno scadenzario delle attività procedurali (cronoprogramma delle attività) 2. individuare le attività del POR che contribuiscono al rilancio economico e al mantenimento dell occupazione privilegiando quelle che si possono attuare rapidamente 26

IV. LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DEL FESR cosa ci si attende dalla Regione nei prossimi mesi (3) Programmazione 2007-2013 3. impegnare presto almeno il 50% delle risorse e portare il programma a regime entro la fine del 2009 4. accelerare le procedure per la messa in cantiere dei progetti previsti dal programma operativo 5. sfruttare le nuove opportunità offerte dalla normativa comunitaria per meglio rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini e delle imprese 27