LA POLITICA ECONOMICA DELL UNIONE EUROPEA IN AMBITO REGIONALE
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- Adamo Boscolo
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1 LA POLITICA ECONOMICA DELL UNIONE EUROPEA IN AMBITO REGIONALE Perché una politica regionale? Colmare le disparità economiche e sociali L'Unione europea comprende 27 Stati membri che costituiscono una comunità e un mercato interno di 493 milioni di cittadini. Fra questi Stati e le loro 271 regioni, tuttavia, si riscontrano profonde disparità economiche e sociali. Una regione su quattro ha un PIL (prodotto interno lordo) pro capite inferiore al 75% della media dell'unione europea a Ventisette. Essere solidali restando competitivi La politica regionale europea mira a realizzare concretamente la solidarietà dell'unione, favorendo la coesione economica e sociale e riducendo il divario di sviluppo fra le regioni. Adottando un approccio specifico, la politica regionale europea fornisce valore aggiunto alle azioni realizzate sul campo e contribuisce a finanziare progetti concreti a favore delle regioni, delle città e dei cittadini. Si tratta di creare un potenziale che consenta alle regioni di svolgere appieno il loro ruolo nel garantire una maggiore crescita e competitività, promuovendo al contempo lo scambio di idee e di "buone pratiche".l intera politica regionale è in linea con le priorità definite dall Unione europea in materia di crescita e occupazione. I FONDI STRUTTURALI Per il periodo , la politica regionale è finanziata dai fondi strutturali e dal Fondo di coesione. I fondi strutturali hanno due componenti: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che fornisce dal 1975 un sostegno finanziario allo sviluppo e all'adeguamento strutturale delle economie regionali, alla trasformazione economica, a una maggiore concorrenzialità e alla cooperazione territoriale in tutta l'ue, e il Fondo sociale europeo (FSE), istituito nel 1958, che cerca di favorire l'adattabilità di lavoratori e imprese, l'accesso all'occupazione e la partecipazione al mercato del lavoro, l'integrazione sociale delle persone svantaggiate, la lotta a tutte le forme di discriminazione e l'avvio di collaborazioni per gestire le riforme nel settore occupazionale. OBIETTIVI POLITICA REGIONALE E FONDI STRUTTURALI I fondi strutturali (Fondo europeo di sviluppo regionale FESR- e Fondo sociale europeo FSE), insieme con il Fondo di coesione, contribuiscono al conseguimento di tre obiettivi - «Convergenza», «Competitività regionale e Occupazione» e «Cooperazione territoriale europea» - nel seguente modo:
2 La ragione di fondo dell obiettivo Convergenza è promuovere condizioni che favoriscano la crescita e fattori che portino a una convergenza reale per gli Stati membri e le regioni meno sviluppate. In un Unione Europea a 27 questo obiettivo interessa in 18 Stati membri 84 regioni con una popolazione di 154 milioni di persone, il cui PIL pro capite è inferiore a 75% della media comunitaria nonché su una base di esclusione progressiva (phasing-out) altre 16 regioni con 16,4 milioni di abitanti il cui PIL supera soltanto di poco la soglia a causa dell effetto statistico dell UE allargata. L importo disponibile contestualmente all obiettivo Convergenza è di 282,8 miliardi, pari all 81,5% del totale ed è ripartito come segue: 199,3 miliardi per le regioni Convergenza, mentre 14 miliardi sono riservati alle regioni phasing-out e 69,5 miliardi al Fondo di coesione, il quale interessa 15 Stati membri. Al di fuori delle regioni Convergenza, l obiettivo Competitività regionale e occupazione intende rafforzare la competitività e l attrattività delle regioni nonché l occupazione a livello regionale mediante un duplice approccio. In primo luogo, i programmi di sviluppo saranno intesi ad aiutare le regioni ad anticipare e a promuovere il cambiamento economico mediante l innovazione e la promozione della società della conoscenza, l imprenditorialità, la protezione dell ambiente e il miglioramento della loro accessibilità. In secondo luogo, la creazione di migliori e più numerosi posti di lavoro sarà promossa mediante iniziative di adattamento della forza lavoro e di investimento nelle risorse umane. In una UE di 27 Stati saranno complessivamente ammesse a fruire di tali finanziamenti 168 regioni, le quali rappresentano 314 milioni di abitanti. Tra di esse, 13 regioni, in cui vivono 19 milioni di abitanti, rappresentano le cosiddette aree di phasing-in e sono oggetto di stanziamenti speciali in virtù del loro precedente status di regioni Obiettivo 1. L importo di 55 miliardi dei quali 11.4 miliardi destinati alle regioni phasing-in corrisponde a poco meno del 16% dello stanziamento totale. Sono interessate a questo obiettivo regioni site in 19 Stati membri. L obiettivo di Cooperazione territoriale europea rafforzerà la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte a livello locale e regionale, la cooperazione transnazionale volta a uno sviluppo territoriale integrato e la cooperazione e lo scambio di esperienze a livello interregionale. La popolazione che vive nelle zone transfrontaliere corrisponde a 181,7 milioni (37,5% della popolazione complessiva dell UE), mentre tutte le regioni e tutti i cittadini dell UE rientrano in uno dei 13 ambiti attuali di cooperazione transnazionale. 8,7 miliardi (2,5% del totale) disponibili per questo obiettivo sono ripartiti come segue: 6,44 miliardi per la cooperazione transfrontaliera, 1,83 miliardi per l elemento transnazionale e 445 milioni per la cooperazione interregionale.
3 LE FASI DELLA POLITICA REGIONALE Il bilancio dei Fondi strutturali e le regole che ne disciplinano l utilizzo vengono decisi dal Consiglio e dal Parlamento europeo su proposta della Commissione europea. In stretta collaborazione con gli Stati membri, la Commissione propone gli «Orientamenti strategici comunitari in materia di coesione», fondamento della politica che le conferisce una dimensione strategica. Tali orientamenti garantiscono che gli Stati membri adattino la loro programmazione in funzione degli obiettivi prioritari dell Unione: promuovere l innovazione e l imprenditorialità, favorire la crescita dell economia basata sulla conoscenza e creare posti di lavoro più numerosi e qualitativamente migliori. Ogni Stato membro elabora quindi un «Quadro di riferimento strategico nazionale» (QRSN), conforme agli Orientamenti strategici, nell ambito di un dialogo permanente con la Commissione. Il regolamento prevede che entro cinque mesi dall adozione degli Orientamenti strategici, lo Stato membro debba presentare alla Commissione il proprio QRSN. Tale quadro definisce la strategia scelta dallo Stato e propone un elenco dei «programmi operativi» che esso intende attuare. Una volta ricevuto il QRSN, la Commissione dispone di tre mesi per formulare commenti e richiedere eventuali complementi di informazione allo Stato membro interessato. La Commissione convalida alcune parti del QRSN che richiedono una decisione, nonché ogni singolo programma operativo (PO). I Programmi operativi illustrano le priorità dello Stato (e/o delle regioni) ed il modo in cui esso intende gestire la propria programmazione. Esiste tuttavia un obbligo: per i paesi e le regioni interessati dell obiettivo Convergenza, il 60% delle spese deve essere destinato alle priorità derivanti dalla strategia dell Unione a favore della crescita e dell occupazione (la cosiddetta «strategia di Lisbona»); per i paesi e le regioni dell obiettivo «Competitività e Occupazione», tale percentuale sale al 75%. Per quanto riguarda il periodo , la Commissione europea adotterà all incirca 450 programmi operativi. Le parti economiche e sociali nonché gli organismi rappresentativi della società civile partecipano alla programmazione e alla gestione dei PO. Una volta adottata la decisione della Commissione in merito ai Programmi operativi, allo Stato membro e alle regioni spetta il compito di attuare i programmi, ossia di selezionare le migliaia di progetti, nonché di controllarli e di valutarli. Questo lavoro viene svolto dalle «autorità di gestione», proprie di ciascun paese e/o regione. La Commissione impegna le spese (per permettere allo Stato di varare i programmi). La Commissione paga le spese certificate dallo Stato membro. La Commissione affianca i singoli Stati membri nel processo di sorveglianza di ciascun programma operativo. Durante l intero periodo di programmazione , la Commissione e gli Stati membri presentano relazioni strategiche. I FONDI STRUTTURALI IN DETTAGLIO IL FONDO SOCIALE EUROPEO (FSE) L'FSE si dedica alla promozione dell'occupazione nell'ue, aiutando gli Stati membri a preparare al meglio la forza lavoro e le aziende di fronte alle nuove sfide globali. In breve:
4 il finanziamento viene fornito in particolare a Stati membri e regioni in cui lo sviluppo economico è più arretrato; si tratta di un elemento chiave della strategia europea per la crescita e l'occupazione, la cui finalità è migliorare la vita dei cittadini comunitari offrendo loro nuove competenze e maggiori opportunità di lavoro; si pensi che tra il 2007 e il 2013 regioni e Stati membri dell'ue si divideranno un totale di 75 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi prefissati. La strategia e il budget dell'fse vengono decisi congiuntamente da Stati membri, Parlamento europeo e Commissione europea. Su queste basi e in collaborazione con la Commissione, gli Stati membri definiscono programmi operativi di durata settennale. Tali programmi vengono poi attuati tramite un ampio ventaglio di organizzazioni attive nel settore pubblico o privato, tra le quali troviamo autorità nazionali, regionali e locali, enti di istruzione e formazione, ONG e il settore del volontariato, parti sociali (come sindacati e organismi di rappresentanza), l'industria, associazioni di categoria e le singole aziende. Come partecipare alle azioni dell'fse? I finanziamenti dell'fse sono disponibili tramite gli Stati membri e le regioni: l'fse non finanzia i progetti direttamente da Bruxelles. Ciascuno Stato membro concorda, insieme alla Commissione europea, uno o più programmi operativi per i finanziamenti dell'fse durante il periodo , così come le regioni che dispongono di programmi operativi propri (non tutte). I programmi operativi definiscono le priorità di intervento dell'fse e i relativi obiettivi. I programmi operativi vengono attuati tramite progetti individuali gestiti dalle organizzazioni partecipanti (dette beneficiari). Un beneficiario crea un progetto, richiede il finanziamento e, se lo riceve, attua il progetto. I beneficiari dei progetti FSE possono essere di vario genere, ad esempio amministrazioni pubbliche, ONG e parti sociali attive nei campi dell'occupazione e dell'inclusione sociale. I potenziali beneficiari delle azioni dell'fse devono contattare l'autorità incaricata della gestione del fondo nel proprio paese o regione. Per individuare l'indirizzo di contatto appropriato, consultare la sezione dedicata agli Stati membri. I partecipanti ai progetti FSE sono individui che prendono parte ai progetti e ne beneficiano, ad esempio ricevendo formazione per apprendere nuove abilità o consulenza su come trovare un'occupazione. Anche le organizzazioni e le aziende possono partecipare ai progetti FSE, ad esempio offrendo corsi di formazione su nuove competenze per la propria forza lavoro o assistenza alla gestione di nuove prassi operative. Ulteriori informazioni sulla gestione dell'fse Il Fondo sociale europeo si basa sui principi del cofinanziamento e della gestione condivisa. Cofinanziamento significa che il sostegno economico dell'ue viene sempre fornito in concomitanza a una forma di finanziamento nazionale pubblico o privato. Il livello di intervento dell'ue dipende ovviamente dalla situazione esistente: a seconda di un certo
5 numero di fattori socio-economici, infatti, il cofinanziamento può variare fra il 50% e l'85% del costo totale degli interventi. Gestione condivisa significa invece che le linee guida per le azioni dell'fse vengono stilate a livello europeo, mentre la loro attuazione viene gestita dalle pertinenti autorità nazionali o regionali in ciascuno Stato membro. Tali autorità definiscono i programmi operativi e in seguito selezionano e monitorano i progetti. Il campo d'azione dell'fse: un quadro più ampio Il finanziamento dell'fse è organizzato in due vasti obiettivi: Obiettivo Convergenza: Include tutte le regioni UE con un prodotto interno lordo (PIL) pro capite inferiore al 75% della media comunitaria. I paesi e le regioni ammissibili all'obiettivo di convergenza riceveranno più dell'80% dei finanziamenti UE. Obiettivo Competitività regionale e occupazione: Copre tutte le regioni UE non ammissibili all'obiettivo di convergenza. In tutta l'unione, nell'ambito di entrambi gli obiettivi, l'fse fornirà sostegno in cinque aree di azione chiave: Accrescere l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese. Migliorare l'accesso all'occupazione e l'inserimento nel mercato del lavoro. Potenziare l'inclusione sociale combattendo ogni forma di discriminazione e promuovendo l'integrazione delle persone svantaggiate nel mondo del lavoro. Promuovere partenariati per le riforme nei settori dell'occupazione e dell'integrazione. Espandere e migliorare gli investimenti nel capitale umano, migliorando in particolare i sistemi di istruzione e formazione. Nelle regioni e negli Stati membri meno ricchi che rientrano nell'obiettivo Convergenza, l'fse sosterrà inoltre: gli sforzi volti a espandere e migliorare gli investimenti nel capitale umano, migliorando in particolare i sistemi di istruzione e formazione; un'azione mirata al rafforzamento della capacità istituzionale e dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni a livello nazionale, regionale e locale. Regioni ammissibili Il livello dei finanziamenti dell'fse varia da una regione all'altra a seconda della loro ricchezza relativa. Le regioni europee sono divise in quattro categorie in base al PIL regionale pro capite messo a confronto con la media UE (a 25 o 15 Stati membri). L'obiettivo Convergenza include: regioni di convergenza con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-25 (nel periodo );
6 regioni di phasing-out con un PIL pro capite maggiore del 75% della media ue-25 ma inferiore al 75% della media UE-15 (nel periodo ). L obiettivo Competitività regionale e occupazione comprende: regioni di phasing-in con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-15 nel periodo ma maggiore del 75% della media UE-15 nel periodo ; regioni di competitività e occupazione: tutte le regioni che non rientrano nel phasing-in. IL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE (FESR) Istituito nel 1975, il FESR fornisce un sostegno finanziario allo sviluppo e all'adeguamento strutturale delle economie regionali, alla trasformazione economica, a una maggiore concorrenzialità e alla cooperazione territoriale in tutta l'unione europea. Il FESR mira a consolidare la coesione economica e sociale dell Unione europea correggendo gli squilibri fra le regioni. In sintesi, il FESR finanzia: aiuti diretti agli investimenti nelle imprese (in particolare le PMI) volti a creare posti di lavoro sostenibili; infrastrutture correlate ai settori della ricerca e dell innovazione, delle telecomunicazioni, dell ambiente, dell energia e dei trasporti; strumenti finanziari (fondi di capitale di rischio, fondi di sviluppo locale ecc.) per sostenere lo sviluppo regionale e locale ed incentivare la cooperazione fra città e regioni; misure di assistenza tecnica. Il FESR può intervenire nell ambito dei tre nuovi obiettivi della politica regionale: Convergenza; Competitività regionale e Occupazione; Cooperazione territoriale europea. Convergenza Nelle regioni dell obiettivo «Convergenza», il FESR concentra il proprio intervento sul potenziamento e la diversificazione delle strutture economiche nonché sulla tutela o la creazione di posti di lavoro sostenibili finanziando azioni nei seguenti settori: ricerca e sviluppo tecnologico (RST), innovazione e imprenditorialità; società dell informazione; protezione dell ambiente; prevenzione dei rischi; turismo;
7 cultura; trasporti; energia; istruzione; sanità. Competitività regionale e Occupazione Per quanto riguarda l obiettivo «Competitività regionale e Occupazione», le priorità si concentrano in tre principali ambiti: innovazione e economia basata sulla conoscenza consolidamento delle capacità regionali in materia di ricerca e sviluppo tecnologico, promozione dell innovazione e dell imprenditorialità e rafforzamento dell ingegneria finanziaria, in particolare per le imprese legate all economia della conoscenza; protezione dell ambiente e prevenzione dei rischi recupero dei terreni contaminati, efficienza energetica, promozione di trasporti urbani puliti ed elaborazione di piani volti a prevenire e gestire i rischi naturali e tecnologici; accesso ai servizi di trasporto e telecomunicazione di interesse economico generale. Cooperazione territoriale europea Rispetto all obiettivo «Cooperazione territoriale europea», il FESR incentra il proprio sostegno su tre principali assi di intervento: sviluppo di attività economiche e sociali transfrontaliere; creazione e sviluppo della cooperazione transnazionale, compresa la cooperazione bilaterale fra le regioni marittime; potenziamento dell efficacia della politica regionale mediante e la cooperazione interregionale, la creazione di reti e lo scambio di esperienze fra le autorità regionali e locali. Specificità territoriali Il FESR accorda inoltre particolare attenzione alle specificità territoriali. Il fondo interviene nelle aree urbane per ridurre i problemi economici, ambientali e sociali. Le zone che presentano svantaggi geografici naturali (regioni insulari, aree montuose scarsamente popolate) godono di un trattamento specifico. Nell ambito del FESR è inoltre previsto un aiuto specifico per le zone ultraperiferiche per affrontare i possibili svantaggi dovuti al loro isolamento. Autore: Filippo Ponz de Leon (Tirocinante Università di Messina, Facoltà di Scienze Politiche)
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