Conclusioni Ogni realtà socioeconomica che si sostiene sulla logica consumistica si trova prima o poi a dover considerare alcuni effetti secondari negativi dell aumento dei consumi e del bisogno indotto all acquisto. Il fenomeno del sovraindebitamento è uno di questi effetti collaterali, poiché, per sua naturale sussistenza, il sistema consumistico richiede una dinamica continua lungo l asse del credito-debito. Quando la tendenza al consumo va al di là delle concrete possibilità di restituzione del credito, il sovraindebitamento diventa una condizione ad alto rischio che può, in caso di criticità del sistema (individuale; famigliare; sociale), sfociare in usura. Il fenomeno dell usura non trova nella linearità causa-effetto la sua chiave di comprensione. Emerge infatti dal presente lavoro quanto riduttivo, oltre che pericoloso nella lotta all usura, possa essere attribuire la responsabilità del ricorso al prestito illegale unicamente alla crisi o allo stile di vita dell individuo. I mezzi di comunicazione ci espongono a stimoli di consumo, proponendoci modelli molto attraenti ed accessibili, benché difficilmente sostenibili: ciò di cui non avevamo bisogno diventa d un tratto necessario per raggiungere un identità sociale illusoriamente carica di significati positivi. Tutto e subito non è più uno slogan, ma una realtà: solo che a lungo termine i costi (economici, psicologici e sociali) non sono quelli prospettati. Attraverso la pubblicizzazione delle carte di credito revolving e quindi dell accesso facile al prestito (senza garanzie e con procrastinazione del pagamento), le rate si allontanano, assieme alla preoccupazione immediata, fino al momento in cui pagarle tutte insieme sarà un peso difficilmente sostenibile per quei redditi già in difficoltà (affitto, assicurazione auto, bollette, ecc.). I dati raccolti e le interviste realizzate ci presentano un distretto pratese in grande sofferenza per la crisi economica; lavoratori disoccupati o in cassa integrazione; una oggettiva difficoltà di accesso al credito attraverso le banche. In assenza di una rete di sostegno famigliare o sociale (attraverso la solidarietà e la tutela dello Stato), l'usura entra nella rosa delle possibilità che possono essere considerate dai soggetti in condizione di grave bisogno. Il sovraindebitamento segnalato dagli operatori ascoltati per questa indagine, che sia per crisi di impresa o per uso poco consapevole del denaro, è a rischio usura pur avendo differenti origini. Quel che sembra accomunare tutti i percorsi che portano all'usura è la difficoltà della denuncia.
A conclusione dell indagine, abbiamo incontrato l Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Prato, Loredana Ferrara 1, da anni fortemente impegnata nella lotta all usura: Un limite della legge 108/96 consiste nel fatto che essa si riferisce in maniera prioritaria all erogazione di fondi ministeriali messi a disposizione, per riattivare dei percorsi di attività, in maniera esclusiva per industriali, piccoli imprenditori, liberi professionisti escludendo dal beneficio dell erogazione del finanziamento, che consente di ritornare nella società civile, il singolo cittadino. Relativamente al singolo cittadino, la legge esplicita all articolo 15 che il cittadino può attingere a questo fondo attraverso i punti di ascolto e prevenzione all usura, solo se non ha sporto denuncia. Nella legge c è, quindi, una sorta di incitazione a non denunciare. Il cittadino è legittimato a pensare <<se io denuncio non ho diritto ad essere tutelato e quindi sostenuto da questi fondi>>. Questo rimane un punto nodale anche perché chi subisce usura, estorsione rimane in questo limbo. La lacuna legislativa è un elemento che anche Prefettura, Questura e Associazioni descrivono come altamente correlato alla mancanza di denunce da parte dei cittadini vittime di usura. Le parole dell'assessore aiutano a sintetizzare in che modo questo vuoto legislativo abbia un peso sulla possibilità di fare emergere il fenomeno dell'usura. Le associazioni di Prato sono molto attive su questo problema. Dal centro di ascolto della Fondazione Monte dei Paschi è stata infatti formulata una proposta per la modifica della legge che poi è stata accolta da tutte le altre associazioni. La finalità di molte associazioni è quella di sostenere le famiglie e accompagnarle alla denuncia, ma qui scatta il limite 1 Loredana Ferrara è nata a Napoli il 15 settembre 1951. Diplomata ed attualmente in pensione, è stata per oltre trent'anni sindacalista all'interno della Telecom. E' responsabile delle politiche di prevenzione dell'usura dell'italia dei Valori ed è stata assessore a Personale e Organizzazione del Comune di Prato dal 2004 al 2007. Da anni impegnata nella lotta contro l'usura e l'estorsione, è la responsabile Regionale dell'associazione Airp (Associazione Italiana Riabilitazione Protestati) ed è la responsabile nazionale del dipartimento anti - usura dell'italia dei Valori.
della legge: molte associazioni si sono fatte indietro rendendosi conto che accompagnando il cittadino alla denuncia, questo, il giorno dopo non ha alcun sostentamento. Finché il cittadino rimane legato all usuraio ha del denaro per i propri bisogni primari. Nel momento in cui il cittadino viene spinto a denunciare l usuraio, l accesso al credito legale è chiuso, e chiudendosi anche il rapporto con l usuraio, egli non ha di che vivere. Le associazioni vivono veramente il rapporto con gli esseri umani ed esse portano alla luce il problema psicologico dell usurato che si sente vittima, ma viene visto dalla società come correo. Un esempio calzante: la persona usurata, che vive questi drammi, è vista come una donna che subisce violenza: fino a che punto sei responsabile o corresponsabile di questo percorso di illegalità? Questo chiaramente non aiuta. Occorre perciò una maggiore tutela da parte dello Stato verso chi denuncia ed in merito alle iniziative di prevenzione all usura attraverso l educazione del cittadino all uso consapevole del denaro, l'assessore Ferrara precisa: Questi progetti mettono al centro il principio di sperpero, mentre non è così. Chi è vittima di usura non è solo colui che ama vivere sopra le sue possibilità. Rispetto al variegato mondo di chi accede al prestito illegale, quello è solo uno dei possibili percorsi. Spingere sull uso consapevole del denaro è giusto, ma non è solo quello. È necessario fare emergere quante famiglie vivono percorsi di usura, per motivi diversi, per motivi di sopravvivenza. Oggi viviamo in un mondo dove il denaro non circola, il lavoro non c è, il precariato ha sovvertito l ordine della tranquillità economica, per cui la gente che in passato poteva anche prevedere di spendere dei soldi ad oggi non può più farlo. Oggi abbiamo i giovani che non riescono a progettare il futuro, rispetto alla loro casa, al loro matrimonio, alla convivenza. [ ] Per citare solo un dato, all'emporio della Solidarietà della Caritas di Prato hanno accesso 512 famiglie. Non sono poche. E queste famiglie, che per accedere
all'emporio devono avere una reale necessità, come pagano le bollette? [..] L'uso non consapevole del denaro è uno dei problemi ma non è il problema. Rimane il fatto che questi sono progetti importanti nelle scuole perché ragazzi che fino a qualche anno fa sono stati abituati ad avere delle cose che la famiglia non si può più permettere è bene che abbiano un momento di riflessione su quello che accade per potersi anche autogestire. [ ] Con i ragazzi è necessaria la prevenzione allo spreco. È importante proporre dei progetti nelle scuole estendendoli anche alle fasce scolastiche più basse rispetto alle superiori. Occorre iniziare dalle medie, anche dalle elementari. Contemporaneamente è opportuno attivare dei possibili percorsi di conoscenza perché i ragazzi conoscano i modi in cui è possibile cadere in percorsi di usura. Rispetto al sistema di erogazione di fondi da parte delle Associazioni antiusura, l'assessore individua alcuni grossi limiti d aiuto al cittadino vittima di usura: I centri di ascolto Montepaschi funzionano sulla falsa riga degli sportelli bancari e questo a mio avviso è un po' contraddittorio. Questi fondi sono erogati dalle banche che decidono se dare il prestito o no. Il ragionamento che viene fatto è prettamente bancario. Ma se una persona avesse le garanzie da dare a una banca non si rivolgerebbe alle associazioni. C è da rivisitare questa procedura: capisco che sono soldi dello Stato e che vadano seguiti affinché siano restituiti, ma non si possono mettere dei paletti a prescindere. In alcuni casi se la domanda viene accettata ed inoltrata dagli sportelli, poi è la banca a respingerla. La banca non dovrebbe entrare nel merito della gestione di questi fondi. Credo che le Istituzioni debbano cambiare l approccio: quando si parla di denaro messo a disposizione per il sostegno si deve anche mettere in conto che questo possa essere anche perso. Sono contraria a soldi che vengono dati esclusivamente per
sostegno, perché non servono a nulla, quindi anche alle persone che vivono percorsi dolorosi, legati all usura e all estorsione, bisogna far capire che il rientro di questi soldi serve per far ripartire processi di legalità. Il ruolo di istituzioni ed associazioni dovrebbe essere quello di passare il messaggio <<ti sostengo in un momento, per uscire da una difficoltà transitoria, tu però mi devi aiutare a fare in modo che questi soldi possano servire ad aiutare altre persone>>. Ma finché lo Stato non aiuta nei fatti il cittadino a rientrare in un circuito di legalità ed a ricreare percorsi di dignità dell individuo questo non può avvenire. Ho seguito diversi casi di vittime di usura e ho notato due cose. La prima è che il tempo medio per maturare la scelta di fare una denuncia è 2-3 anni perché denunciare non è facile a causa di tutto ciò che è stato detto. La seconda è che in molti poi si sono pentiti di averla fatta perché poi si sono trovati soli. Io ho seguito un caso di una signora di Prato che era entrata in un giro di estorsione e che, oltre ad avere subito l'incendio della sua attività, è stata picchiata a morte. Ha denunciato e ha ricevuto protezione dalla questura, ma ci sono voluti 11 anni per farle avere i soldi del fondo. Come si fa a dire ad una persona, un imprenditore, che se denuncia ci vorranno anni ed anni per avere l'aiuto che gli occorre. Le riforme della legge e del modo in cui vengono erogati i fondi sono indispensabili. È inoltre necessario attuare un lavoro con gli istituti di credito e riattivare con la prefettura il tavolo per rilanciare un percorso con le banche. Abbiamo finora parlato di un certo tipo di usura, ma c è anche il discorso dell usura bancaria. C'è poi un altro problema. Quando si accede allo sportello della fondazione viene fatto uno screening della situazione familiare e questo spesso non tiene conto del fatto che le persone hanno cercato di tener fuori la famiglia da questi drammi. Dire in famiglia determinate situazioni non è facile. Chi gestisce questi sportelli, invece, pretende un coinvolgimento tout court della famiglia e spesso questo non agevola la
persona a chiedere aiuto ma la allontana dalla fonte di aiuto stessa. A conclusione, utilizzando le informazioni raccolte nell indagine, è possibile tracciare un ipotetico intervento multilivello antiusura. Le linee di intervento percorribili dovrebbero considerare le seguenti criticità: il problema delle denunce e la lacuna legislativa; la cultura del debito e l'uso non consapevole del denaro; la non conoscenza del reato di usura e la mancata sensibilizzazione verso la vittima; la difficoltà di accesso al credito e modalità contraddittorie di erogazione dei fondi antiusura da parte dello Stato; la difficoltà psicologica ed il senso di isolamento della vittima di usura. Le strategie ipotizzabili per agire sulle suddette criticità si possono così delineare: la riforma della legge secondo le proposte effettuate dalle associazioni che si occupano di dare aiuto alle vittime di usura; interventi di prevenzione che abbiano come obiettivo la promozione di un uso più consapevole del denaro e il contrasto della cosiddetta cultura del debito, da attuare non solo nelle scuole superiori ma anche nelle fasce più basse di età come le scuole medie ed elementari; convegni pubblici e giornate di riflessione tra Istituzioni, Associazioni e cittadini in modo da sensibilizzare le persone al fenomeno dell'usura e a introdurle in percorsi di conoscenza finalizzati all'abbattimento delle barriere del preconcetto; una modifica del funzionamento dell'erogazione del prestito da parte degli sportelli di ascolto e una differente gestione dei fondi stessi (tempi più rapidi e minore richiesta di garanzie sulla restituzione del prestito). Da rivedere anche il coinvolgimento obbligatorio della famiglia della vittima da parte degli sportelli di ascolto; sostegno psicologico, gruppi di auto-aiuto per contrastare il senso di incomunicabilità della vittima con l'esterno e la sua sensazione di vergogna e isolamento.
La tabella sottostante sintetizza quanto detto: Difficoltà presenti Obiettivo Strategia Assenza di denuncia per Ricorso alla denuncia e Riforma della legge 108/96 paura di correità tutela della vittima Sovraindebitamento e cultura del debito Scarsa conoscenza del reato di usura e preconcetti circa le vittime Problema di accesso al credito Problemi psicologici delle vittime (vergogna, senso di isolamento, ecc.) Uso consapevole del denaro Maggior conoscenza del reato di usura e abbattimento dei preconcetti circa le vittime Favorire l'accesso al credito Uscita dall'isolamento e riconquista del benessere psicologico Prevenzione al sovraindebitamento attraverso progetti su l'uso consapevole del denaro Convegni pubblici e campagne informative Confronto con banche e diversa gestione dei fondi messi a disposizione dallo stato Sostegno psicologico attraverso colloqui o gruppi confrontativi Le vie di contrasto al fenomeno dell usura possono così seguire tre traiettorie: quella preventiva, attraverso una informazione ed educazione dei soggetti potenzialmente a rischio; quella supportiva attraverso una maggior tutela da parte dello Stato; ed infine quella riabilitativa attraverso l aiuto degli sportelli antiusura che, fornendo sostegni professionalmente competenti e diversificati, favoriscono in un percorso di legalità l affrancamento della vittima dall usura su un piano sia psicologico che sociale. Un simile intervento risulta da subito complesso e per essere attuato deve contare sulla partecipazione e la collaborazione di Istituzioni, Enti ed Associazioni a livello locale oltre che nazionale. L obiettivo primario deve essere quello di ridurre sensibilmente la percezione di solitudine non solo delle vittime di usura ma anche di chi nella rete usuraia non è ancora fortunatamente caduto e di incidere sulla disattenzione verso l implicita cultura del debito che allontana da altre riflessioni e scelte di vita alternative.