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Organizzazione dei Servizi Sociali - parte prima Scienze dell educazione Anno Accademico 2009 2010 Prof. Mauro Serio 19 marzo 2010

2 La riforma dei Servizi Sociali 328/2000 Una prospettiva di promozione e prevenzione, volta ad intercettare il disagio nel suo proporsi lungo i percorsi di vita, nei gruppi sociali, sul territorio, per contenerne lo sviluppo, gestirlo, anche riconoscendo e valorizzando le risorse proprie delle persone, delle famiglie, delle comunità sociali. Livelli Essenziali (LIVEAS) I Distretti Socio Sanitari I Piani di Zona Il terzo Settore Autorizzazione e Accreditamento Il Voucher La Carta dei Servizi L ISEE Sino ad oggi l attuazione della legge quadro è stata piuttosto ridotta rispetto all insieme dei suoi contenuti, agli obiettivi posti, e alle aspettative sollevate. In varie realtà locali la 328 ha attivato processi di innovazione e sviluppo. Nel complesso, però, i passi compiuti sono limitati. Cristiano Gori, La riforma dei servizi sociali in Italia, Carocci

3 Come si organizza una rete di servizi? Individuazione di bisogni Gestione di risorse (economiche e di altro genere) Definizione di norme Attività di controllo Processi di partecipazione Prassi comunicative istituzionalizzate Attività di informazione e orientamento

4 Government: Max Weber Divisione del lavoro rigidamente determinata da norme e definizione delle qualificazioni (leggi e regolamenti) La divisione del lavoro consente lo sfruttamento di economie di specializzazione. Gerarchia degli uffici, che determina gli ambiti di autorita e i flussi di comunicazione (sistema rigido di subordinazione, con poteri di verifica e controllo) La rigida definizione di diritti e doveri e la gerarchia permettono una maggiore rapidita di risposta. Un sistema di regole generali che governano ogni azione e decisione. Tali regole costituiscono la base di una competenza di tipo specialistico. Il ricorso a regole scritte e rigide assicura precisione, uniformita, prevedibilita. Il coordinamento e agevolato dal ricorso a regole. POSSIAMO GOVERNARE LE RETI SECONDO QUESTI PRINCIPI?

5 Government e la rete servizi migranti Divisione del lavoro: I diversi nodi (associazioni, enti, uffici) in molti casi si occupano di attività simili se non propriamente sovrapposte, e appaiono spesso in competizione tra loro per ottenere quote di risorse disponibili. (Contributi, convenzioni e appalti) Gerarchia: non esistono chiare linee di subordinazione tra i diversi nodi, istruzioni e comandi impartiti da un nodo, non sembrano poter avere buone probabilità di essere eseguiti, se non per convinzione di ogni singolo nodo. Sistema di regole: molte azioni e comunicazioni che vengono scambiate tra i nodi della rete non seguono regole esplicite e non appaiono formalizzate (istituzionalizzate). Negli scambi tra i nodi della rete le norme sono informali, appartengono piuttosto ad una conoscenza comune di sfondo, spesso non accessibile alla consapevolezza. Senza government come possiamo organizzare e gestire?

6 Oltre la government Divisione del lavoro: non per specializzazioni professionali o tecniche, ma per interessi e bisogni. Ogni nodo rappresenta uno stakeholder, una persona, istituzione o settore sociale che si identifica e si pone come portatore di interessi specifici. Gerarchia: i professionisti non sono portatori della sola verità tecnica, incontestabile, e i politici non sono i soli rappresentanti degli interessi della collettività. Ogni nodo conserva il diritto di criticare le pretese e ragioni espresse da altri nodi, e di proporre pretese alternative e ragioni che le sostengono. Ogni nodo arruola tecnici e politici per costruire e sostenere le proprie pretese e ragioni. Sistema di regole: devono essere condivise prima di essere istituzionalizzate (in norme o leggi), in caso diverso i nodi non le riconosceranno come legittime e si organizzeranno per contestarle, eluderle, modificarle. Quali modi possono essere leciti ed efficaci per governare la rete?

7 Governance: una definizione Processo con il quale vengono collettivamente risolti i problemi rispondendo ai bisogni di una comunità locale. Si ha una buona governance quando nella comunità sociale le azioni del governo (come strumento istituzionale) si integrano con quelle dei cittadini e le sostengono. La governance si attua con processi di democrazia attiva e si basa sull integrazione di due ruoli distinti: quello di indirizzo programmatico (governo) e quello di gestione e fornitura di servizi (strutture operative ed amministrative). dal sito http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/autonomie/ sezioni_home/documentazione/glossarioinprogress.htm Indirizzo e fornitura di servizi possono veramente essere nettamente distinti?

8 Governo della rete Bisogni Programmazione GOVERNANCE Frames Agire Orientato Scopo Autorità Norme e Controllo Agire Orientato Intesa Definizione scopo Progettazione partecipata Coordinamento Finanziamento

9 LIVEAS Bisogni per legge: diritti? Legge 320/2000 art 22 comma 2 (estratto) Gli interventi di seguito indicati costituiscono il livello essenziale delle prestazioni sociali erogabili sotto forma di beni e servizi. a) misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito; b) misure economiche per favorire la vita autonoma e la permanenza a domicilio; c) interventi di sostegno per i minori in situazioni di disagio; d) misure per il sostegno delle responsabilità familiari; e) misure di sostegno alle donne in difficoltà; f) integrazione delle persone disabili; g) interventi per le persone anziane e disabili per favorire la permanenza a domicilio, nonché per l accoglienza e la socializzazione presso strutture residenziali e semiresidenziali; h) prestazioni integrate di tipo socio-educativo per contrastare dipendenze da droghe, alcol e farmaci; i) informazione e consulenza alle persone e alle famiglie per favorire la fruizione dei servizi e per promuovere iniziative di auto-aiuto. I LIVEAS sono dei diritti? Sono esigibili da chiunque?

10 LIVEAS - Emilia Romagna LR 2/2003 Art. 5 commi 4 e 5. a) consulenza e sostegno alle famiglie; b) sostegno della domiciliarità c) accoglienza familiare di persone prive di adeguate reti familiari; d) servizi ed interventi residenziali e semiresidenziali e) affiancare, anche temporaneamente, le famiglie f) case e centri antiviolenza, finalizzati a fornire consulenza, ascolto, sostegno ed accoglienza a donne, anche con figli, minacciate o vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica e di costrizione economica; g) prevenzione, ascolto, sostegno ed accoglienza per minori vittime di abuso, maltrattamento ed abbandono; h) promuovere opportunità per adolescenti e giovani nei loro ambienti di vita, anche attraverso l'utilizzo di spazi di ascolto, aggregazione e socializzazione; i) servizi ed interventi di prima necessità rivolti a persone a rischio di emarginazione; j) inserimento e reinserimento lavorativo delle persone disabili ed in stato di svantaggio; k) informazione, di ascolto ed orientamento; l) misure di contrasto delle povertà e di sostegno al reddito. 5. interventi tali da garantire risposte di pronto intervento sociale. Ogni distretto socio-sanitario è obbligato a fornire questi servizi?

11 LIVEAS - Emilia Romagna LR 2/2003 Art. 6 - Livelli essenziali delle prestazioni sociali 1. Costituiscono livelli essenziali delle prestazioni sociali, come previsto all'articolo 22 della legge n. 328 del 2000, i servizi e gli interventi indicati all'articolo 5, commi 4 e 5. 2. Il Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali definisce, sulla base del fabbisogno rilevato, le caratteristiche quantitative e qualitative dei servizi e degli interventi, che costituiscono i livelli essenziali delle prestazioni sociali da garantire, tenuto conto dei livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni individuati dallo Stato. La definizione dei livelli avviene sulla base dei bisogni rilevati, nel rispetto dei criteri di equità, efficacia ed appropriatezza, tenuto conto delle risorse del Fondo sociale regionale di cui all'articolo 46 e della compartecipazione degli utenti al costo delle prestazioni. Quindi, quali servizi i distretti sono obbligati a fornire?

12 Bisogni o diritti? Occorre operare delle scelte per la prima definizione dei LIVEAS, relativamente a: 1) quali funzioni e prestazioni considerare; 2) quali beneficiari privilegiare, in termini di accesso esclusivo o di accesso gratuito; 3) quali indicatori di prestazioni correlabili con le risorse del primo triennio Il livello essenziale, infatti, può essere definito come un diritto individuale, con pari opportunità, all accesso e alla fruizione di interventi e prestazioni appropriate e anche come uno standard di prestazioni da garantire su un determinato territorio, per una determinata popolazione. Come possiamo rilevare i bisogni e definire i servizi essenziali?

13 Emilia Romagna : Piano sociale e sanitario 2008-2010 3.2 La partecipazione delle formazioni sociali e delle organizzazioni sindacali alla funzione di programmazione Nella logica della costruzione di un sistema di interventi e di servizi che sappia intercettare i bisogni dei cittadini laddove si manifestano, ponendosi l obiettivo di valorizzare, nella costruzione delle risposte assistenziali, le risorse della comunità locale, il principio della sussidiarietà verticale si deve innestare sul principio della partecipazione delle formazioni sociali all esercizio della funzione sociale (sussidiarietà orizzontale): con il primo si stabilisce che spetta alle istituzioni più vicine ai cittadini, il compito di garantire le risposte ai bisogni, con il secondo si afferma che, nella costruzione di tali risposte, le istituzioni pubbliche devono valorizzare ed incentivare l azione delle formazioni sociali che condividono, con le stesse istituzioni, gli obiettivi della programmazione. Si tratta di un riconoscimento della funzione pubblica in ambito sociale a soggetti privati la cui missione o finalità coincide con le finalità delle istituzioni pubbliche nel settore: un riconoscimento necessario non solo per realizzare una vera partecipazione, ma anche per far fronte a nuovi e rilevanti bisogni sociali che, senza una sinergia delle risposte assistenziali, rischiano di restare senza risposta.