Organizzazione dei Servizi Sociali - parte prima. Scienze dell educazione Anno Accademico Prof. Mauro Serio 05 marzo 2010
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1 Organizzazione dei Servizi Sociali - parte prima Scienze dell educazione Anno Accademico Prof. Mauro Serio 05 marzo 2010
2 2 Rete rappresentazioni 2 Il sistema viene denominato, oggi anche nei servizi, Hub & Spoke. Esiste un perno che funge da centro della rete, e le comunicazioni arrivano sempre al perno che le distribuisce.
3 3 L. 833/78 - Decentramento Il trasferimento delle competenze in materia sociale e sanitaria alle autonomie locali (DPR 616/1977 e seguenti) è stata la condizione necessaria per l introduzione, nella L. 833/78, dell UNITA SANITARIA LOCALE, come complesso dei presidi, degli uffici e dei servizi gestiti dai Comuni singoli e associati e dalle Comunità montane. Leggi correlate: Legge 675/75 Tossicodipendenze Legge 180/78 Riforma Psichiatrica Nuovi Servizi: Consultori familiari Servizi distrettuali Medicina del lavoro CTST (tossicodipendenze) Servizi infanzia: Asili nido Tempo pieno scolastico Principi: Lotta all emarginazione Prevenzione Programmazione Decentramento Partecipazione Esperienza Consorzi: Assistenza domiciliare Centri ricreativi giovanili Progetti Giovani Informagiovani Centri Sociali Anziani Orti Sociali Anziani Lavori socialmente utili Università terza età
4 4 Le esperienze dei consorzi a Bologna Rafforzamento dell autorità del comune oppure Rafforzamento dell autonomia gestionale e dell USL a scapito dei comuni e dei quartieri. Nella relazione degli assessori comunali del 27 maggio 1977 si constata che si sono delineati nella realtà dell esperienza motivi di conflittualità soprattutto fra Consorzi e Quartieri in ordine ai rispettivi ruoli. Le difficoltà per comporre in una mediazione accettabile razionalità e democrazia, partecipazione ed efficienza, sono molte e molto consistenti, né pare che il testo istitutivo del Servizio sanitario nazionale le abbia affrontate in un sistema normativo organico. Ivo Coluzzi, Sebastiano Porcu, Funzioni, problemi e conflitti nelle esperienze dei consorzi socio-sanitari del comune di Bologna, Franco Angeli
5 5 Tecnici e Politici: Governo dell USL Con i decreti legislativi 502/92 e 517/92 le USL non sono più organismi strumentali dei Comuni (sottoposte al controllo e indirizzo delle assemblee elettive) ma sono trasformate in Aziende Sanitarie Locali. Anche i grandi ospedali vengono scorporati dalle ASL e divengono Aziende Ospedaliere. La gestione delle USL ha posto due problemi fondamentali: i rapporti tra indirizzo e controllo (politici) e di gestione (tecnici e amministrativi) hanno visto ampie zone di sovrapposizione, confusione e conflitto. L aumento dei costi e molte situazioni clientelari hanno scosso la credibilità del sistema, e legittimato i politici ad interventi correttivi.
6 6 Stato e mercato - bisogni e risorse La spinta a correggere le degenerazioni e alcune involuzioni gestionali irresponsabilità finanziaria e lottizzazione dei comitati di gestione delle USL si saldava agli orientamenti che dall Inghilterra thatcheriana stavano imponendo anche in Itala la formula del managed competition. In realtà, la <<competizione regolata>> tra settore pubblico e privato altro non era che una robusta iniezione di mercato nel modello universalistico del Servizio sanitario Nazionale. Rosy Bindi, La salute impaziente, JacaBook Il fulcro della riforma inglese poggiava sulla separazione tra acquirenti (le strutture locali amministrative) e produttori di servizi ospedalieri e territoriali, trasformati in aziende autonome (Trust). Un diritto costituzionalmente garantito si trasformava in un bisogno finanziariamente condizionato. Il fine delle aziende sanitarie si identificava con l efficienza della gestione economica-finanziaria e prescindeva dai risultati di salute.
7 7 La riforma Sociale Legge 328/2000 Una prospettiva di promozione e prevenzione, volta ad intercettare il disagio nel suo proporsi lungo i percorsi di vita, nei gruppi sociali, sul territorio, per contenerne lo sviluppo, gestirlo, anche riconoscendo e valorizzando le risorse proprie delle persone, delle famiglie, delle comunità sociali. Livelli Essenziali (LIVES) I Distretti Socio Sanitari I Piani di Zona Il terzo Settore Autorizzazione e Accreditamento Il Voucher La Carta dei Servizi L ISEE Sino ad oggi l attuazione della legge quadro è stata piuttosto ridotta rispetto all insieme dei suoi contenuti, agli obiettivi posti, e alle aspettative sollevate. In varie realtà locali la 328 ha attivato processi di innovazione e sviluppo. Nel complesso, però, i passi compiuti sono limitati. Cristiano Gori, La riforma dei servizi sociali in Italia, Carocci
8 8 Integrazione Socio - Sanitaria Le funzioni e le attività sociosanitarie devono essere programmate congiuntamente da Comuni e ASL, con scelte concordate e coerenti espresse tanto nei Piani di Zona quanto nei programmi delle attività territoriali dei distretti sanitari, dato che tanto i Comuni che le ASL debbono impegnare risorse di varia natura per attuare interventi di tal genere. Programmatoria (Politica) Gestionale Professionale Sino ad oggi l attuazione della legge quadro è stata piuttosto ridotta rispetto all insieme dei suoi contenuti, agli obiettivi posti, e alle aspettative sollevate. In varie realtà locali la 328 ha attivato processi di innovazione e sviluppo. Nel complesso, però, i passi compiuti sono limitati. Cristiano Gori, La riforma dei servizi sociali in Italia, Carocci
9 9 Advocacy Associazioni Utenti - Sindacati Sviluppo Ente Pubblico Controllo Programmazione Finanziamento Gestione diretta Autorizzazione Piano Socio Sanitario Nazionale Regionale Piano di Zona Contributi Appalto Convenzione Concessione Accountability Bilancio Sociale Accreditamento Progettazione Partecipata Accordi di programma Welfare Mix (Enabler State) Professionale Istituzionale
10 10 La programmazione Quali sono i bisogni dei cittadini? Chi li rileva e come facciamo a rilevarli? Quali sono i livelli essenziali (non livelli minimi) di servizio? Esistono bisogni indotti non essenziali? Come facciamo a distinguerli? Le risorse devono essere proporzionate ai bisogni? Definiti i bisogni e le risorse, cosa significa programmare? Come possiamo programmare senza definire bisogni e risorse? La programmazione è essenzialmente un processo di comunicazione tra livelli istituzionali diversi, tra cui sono distribuite le competenze. Invece di una programmazione dall alto verso il basso, si è andato a costituirsi una specie di rapporto dialogico tra i diversi livelli, in cui le indicazioni vanno sia dall alto verso il basso che viceversa.
11 11 Il finanziamento Il finanziamento delle prestazioni ha evidenziato la caratteristica di non avere alcuna capacità di controllare lo sviluppo di bisogni indotti e quindi dei costi. Per molto tempo si è fatto affidamento praticamente solo al finanziamento per orientare lo sviluppo dei servizi, con effetti esplosivi da un lato (sanità) e arretratezza dall altro (sociale) Gara d appalto Oggi il sistema più diffuso di finanziamento. Ha contribuito molto alla riduzione dei costi, sorgono perplessità sulla capacità di sviluppo della qualità. Convenzione Orientata alla standardizzazione dei costi e delle prestazioni (DRG in Sanità). E risultata poco efficace nel controllo dei costi, tende a favorire lo sviluppo di bisogni indotti. Concessione Ancora poco utilizzata, sta prendendo piede. Viene ipotizzata come la modalità di rapporto idonea a seguito di accreditamento (che non esclude la gara di appalto o la convenzione)
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