LIBERA UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ MILAZZO ANNO BARTOLO CANNISTRÀ

Documenti analoghi
I principali temi della Macroeconomia

15 Economie dualiste

La questione salariale

1. La grande trasformazione

L osservatorio economico

Uno scenario economico: quando soffia il vento del cambiamento, costruire ripari o mulini a vento?

Campobasso - 10 giugno Presentazione del Rapporto. L economia del Molise

Inflazione, produttività e salari

Capitolo 18 Introduzione alla macroeconomia e contabilità nazionale

Osservatorio & Ricerca

5.2 gli anni cinquanta: una stagione di riforme; 5.3 il boom economico: la prima fase ; 5.5 il boom economico: la seconda fase

L osservatorio economico

La congiuntura. italiana. La stima del Pil

LO SCENARIO DELLA RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE Direttivo Comparto Chimico FEMCA CISL - Roma, 9 aprile Gabriele OLINI Ufficio Studi CISL

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)

Bensì anche da settori caratterizzati da dimensione aziendale minore e da: bassa intensità capitale flessibilità produttiva design qualità

Osservatorio sull economia e il lavoro in provincia di Parma Numero 7. Valerio Vanelli

Nel rispetto dei reciproci ruoli e responsabilità

Capitolo 3. Occupazione e disoccupazione

Bollettino Mezzogiorno Basilicata

Bollettino Mezzogiorno Abruzzo

Osservatorio & Ricerca

IL QUADRO SOCIO-ECONOMICO LIGURE ATTUALE

L'EUROPA DAL 1820 AL1980

Incontri con gli studenti sulle principali funzioni della Banca d Italia

LO SCENARIO DELLA RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE Comitato Esecutivo FIM CISL - Roma, 31 marzo Gabriele OLINI Ufficio Studi CISL

Roma, 14 MAGGIO 2007

FRIULI VENEZIA GIULIA I CAMBIAMENTI INDOTTI DALLA CRISI Un approfondimento sul quadriennio

La Toscana oltre la crisi

Bollettino Mezzogiorno Campania

Commissione Speciale sull'emergenza occupazionale

Raffaele Borriello Direttore Generale ISMEA. Roma, 24 luglio 2018

UN APPROCCIO ALLA STORIA ECONOMICA. Corso di formazione per docenti ISRPt

Bollettino Mezzogiorno Calabria

Bollettino Mezzogiorno Molise

Bollettino Mezzogiorno Sicilia

PRIMA PARTE: POLITICHE MACROECONOMICHE

CAP 2 IL DOPOGUERRA E LA RICOSTRUZIONE. La rincorsa frenata

Bollettino Mezzogiorno Sardegna

L osservatorio economico

CONTESTO ECONOMICO-SOCIALE DEL TRENTINO

3.a STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO

Capitolo I. Un viaggio intorno al mondo

Economia Politica H-Z Lezione 18

RAPPORTO SVIMEZ 2013 SULL ECONOMIA DEL MEZZOGIORNO. Adriano GIANNOLA Presidente della SVIMEZ

Presentazione di Giovanna Altieri (Direttore Ires Cgil) Roma, 5 marzo 2007

Bollettino Mezzogiorno Sardegna

La crisi finanziaria si sta trasformando in crisi reale con molta rapidità. La recessione che sta investendo le economie occidentali è ancora

Cruscotto congiunturale

IMPERIA: REPORT MERCATO DEL LAVORO E OCCUPAZIONE APRILE 2006

Bollettino Mezzogiorno Sicilia

Bollettino Mezzogiorno Sardegna

L economia del Piemonte

6014 Principi di Economia Domanda e Offerta aggregate (Cap. 33)

Bollettino Mezzogiorno Basilicata

OSSERVATORIO ECONOMICO DI ISOLA DEL GIGLIO E DEL MONTE ARGENTARIO. Aspetti strutturali e congiunturali dell economia locale

Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Bollettino Mezzogiorno Sardegna

L economia della Lombardia

La situazione congiunturale e previsionale dell economia meridionale. Salvio Capasso Responsabile Ufficio Economia delle Imprese e del Territorio

Bollettino Mezzogiorno Puglia

Napoli, 15 novembre Presentazione alla stampa

Bollettino Mezzogiorno Basilicata

L agricoltura nell Europa industrializzata. Lezioni d'autore

L economia dell Umbria Aggiornamento congiunturale. Perugia, 20 novembre 2018

Le sfide della politica economica Per rafforzare la crescita italiana SERGIO DE NARDIS ISAE

Bollettino Mezzogiorno Sardegna

INTEGRAZIONE INTERNAZIONALE E OCCUPAZIONE IN ITALIA

Bollettino Mezzogiorno Puglia

Bollettino Mezzogiorno Sardegna

Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Nuovi strumenti finanziari per lo sviluppo d impresa

La crisi ed il mercato del lavoro in Toscana

Cruscotto congiunturale

Bollettino Mezzogiorno Basilicata

A che punto è la crisi. Fedele De Novellis. Bergamo, 1 dicembre 2009

La congiuntura. italiana. I contributi alla crescita

Scenari Globali, prospettive di impresa - Assemblea e Ceo Conference di Centromarca

Bollettino Mezzogiorno Campania

Il ciclo economico fra crisi e ripresa

Bollettino Mezzogiorno Mezzogiorno

Bollettino Mezzogiorno Sicilia

Politica industriale e strategie globali

CAPITOLO XXIV Cambiamento e aggiustamento strutturale

Forma finanziaria di una crisi reale. Cagliari, 16 dicembre 2011 Maurizio Donato

Dati strutturali, andamento dell economia locale e previsioni

L andamento dell economia di Parma nel 2017 e le prime previsioni per il 2018

Il mercato del lavoro

CONFINDUSTRIA CERVED: RAPPORTO PMI MEZZOGIORNO

Bollettino Mezzogiorno Sardegna

L economia delle Province autonome di Trento e di Bolzano. Trento, 13 giugno 2018

VERSO UN RIPENSAMENTO DEL SISTEMA SOCIO-ECONOMICO ED IMPRENDITORIALE PIEMONTESE

Aggregati macroeconomici e soggetti istituzionali

Bollettino Mezzogiorno Campania

Occupati - Totale economia livello, migliaia

Bollettino Mezzogiorno Abruzzo

Transcript:

LIBERA UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ MILAZZO ANNO 2016-17 BARTOLO CANNISTRÀ Economia, società e cultura nell Italia degli Anni Sessanta

4 LA CONGIUNTURA E LA RIPRESA

FINE DEL MIRACOLO?

FINE DEL MIRACOLO? 1963 Dopo più di un decennio -di crescita ininterrotta, -di stasi inflazionistica, -di fluidità monetaria, -di crescita dei profitti, l economia sembra entrata in crisi.

FINE DEL MIRACOLO? Si ha Decremento del PIL Forte incremento dell inflazione Aumento della disoccupazione: è la «CONGIUNTURA»

LA CRISI DEL 1963 Perché, raggiunto il vertice del boom, comincia declino?

FINE DEL MIRACOLO? 1965 Il PIL torna a crescere, l inflazione comincia a scendere: è la «RIPRESA»

FINE DEL MIRACOLO? Come si ottiene la ripresa? Con quali conseguenze?

I NUMERI DEL BOOM: 1962 Incr. Pil Disocc. Inflaz. Auto. X1000 1960 +5,82 4,1 % +2,3 1.870 1961 +6,81 3,3 % +2,1 2.500 1962 +6,01 2,8 % +4,7 3.000 1963 +5,19 2,4 % +7,5 3.910 1964 +2,47 2,6 % +5,9 4.674 1965 +3,40 3,6 % +4,6 5.471 1966 +5,42 3,9 % +2,3 6.350

I NUMERI DEL BOOM: 1963 Incr. Pil Disocc. Inflaz. Auto. X1000 1960 +5,82 4,1 % +2,3 1.870 1961 +6,81 3,3 % +2,1 2.500 1962 +6,01 2,8 % +4,7 3.000 1963 +5,19 2,4 % +7,5 3.910 1964 +2,47 2,6 % +5,9 4.674 1965 +3,40 3,6 % +4,6 5.471 1966 +5,42 3,9 % +2,3 6.350

I NUMERI DEL BOOM: 1964 Incr. Pil Disocc. Inflaz. Auto. X1000 1960 +5,82 4,1 % +2,3 1.870 1961 +6,81 3,3 % +2,1 2.500 1962 +6,01 2,8 % +4,7 3.000 1963 +5,19 2,4 % +7,5 3.910 1964 +2,47 2,6 % +5,9 4.674 1965 +3,40 3,6 % +4,6 5.471 1966 +5,42 3,9 % +2,3 6.350 1967 +7,2 3,3 % +3,7 7.300

I NUMERI DEL BOOM: 1965 Incr. Pil Disocc. Inflaz. Auto. X1000 1960 +5,82 4,1 % +2,3 1.870 1961 +6,81 3,3 % +2,1 2.500 1962 +6,01 2,8 % +4,7 3.000 1963 +5,19 2,4 % +7,5 3.910 1964 +2,47 2,6 % +5,9 4.674 1965 +3,40 3,6 % +4,6 5.471 1966 +5,42 3,9 % +2,3 6.350 1967 +7,2 3,3 % +3,7 7.300

LA CONGIUNTURA

LA CONGIUNTURA LE CAUSE DELLA CRISI: I PROTAGONISTI Raggiunto il vertice del boom sarebbe necessaria una fase di rinnovamento. MA Olivetti, Eni, Fiat che hanno spinto l Italia del Nord, hanno consumato la loro intera capacità di mobilitazione Mancano i protagonisti per progettarlo e realizzarlo. 1960 muore Adriano Olivetti 1962 muore Mattei 1963 Valletta compie 80 anni

LA CONGIUNTURA LE CAUSE DELLA CRISI: I NUOVI EQUILIBRI POLITICI Il governo di centro-sinistra «programmatico» di Fanfani avvia riforme apertamente osteggiate dal padronato: -la nazionalizzazione dell energia elettrica -la cedolare secca sui redditi finanziari -la riforma urbanistica

LA CONGIUNTURA LE CAUSE DELLA CRISI: LE SCELTE POLITICHE Inflazione e stretta di freni della Banca d Italia e contrazione del credito a imprese e a consumi. Imposte sulla benzina e sulle auto. Cedolare secca sui proventi azionari. Fiscalizzazione di parte degli oneri sociali. Aumento dei depositi bancari.

LA CONGIUNTURA LE CAUSE DELLA CRISI: I SALARI Per tutti gli Anni Cinquanta e all inizio degli Anni Sessanta, a causa della abbondanza di forza lavoro, l incremento dei salari nell industria è inferiore all incremento della produzione, della produttività operaia e all accumulazione di capitale. E i salari reali diminuiscono, anche a causa delle nuove esigenze di consumo.

LA CONGIUNTURA LE CAUSE DELLA CRISI: SINDACATO E SCIOPERI Con l esaurirsi della forza lavoro in eccesso cresce la forza contrattuale dei Sindacati. Richieste FIOM: aumenti salariali, settimana lavorativa di 40 ore in 5 giorni, terza settimana di ferie. Il ruolo dei lavoratori giovani e meridionali. Dopo cinque-sei anni di relativa pace sociale, ondata di scioperi (Mirafiori, Michelin) e manifestazioni. Le cariche della polizia a Torino.

LA CONGIUNTURA LA REAZIONE DELLE IMPRESE Negli Anni Sessanta i salari crescono più della produzione: fra il 1962 e 63 aumenti del 14% nell industria manifatturiera e successivamente nella pubblica amministrazione. Le imprese intendono recuperare quanto hanno perduto con l erosione dei profitti.

LA CONGIUNTURA LA REAZIONE DELLE IMPRESE 1 Aumento dei prezzi di vendita sul mercato interno. Conseguenza: nuova inflazione + 7,5.

LA CONGIUNTURA LA REAZIONE DELLE IMPRESE Ma sui mercati internazionali è impossibile aumentare i prezzi per la necessità di contenere i costi dei prodotti in modo da continuare ad essere competitivi. (Aumento del passivo della bilancia commerciale. Le esportazioni erano state stimolo agli investimenti.)

LA CONGIUNTURA LA REAZIONE DELLE IMPRESE 2 Contrazione degli investimenti. Conseguenze: calo della produzione, recessione, e aumento della disoccupazione.

LA CONGIUNTURA LA REAZIONE DELLE IMPRESE 3 Fuga di capitali all estero Anche contro la politica economica del Governo. Conseguenze: difficoltà del nuovo governo di centro-sinistra

LA CONGIUNTURA LE CONSEGUENZE: LA DEPRESSIONE La stretta creditizia per arginare la ripresa dell inflazione venne innescata dalle autorità monetarie per - arrestare l espansione della produzione, - aumentare la disoccupazione, - ridurre la combattività sindacale, - bloccare l aumento dei salari, - ripristinare un livello più elevato dei profitti

LA CRISI DEL 1963 LE CONSEGUENZE: LA DEPRESSIONE INFATTI generò una violenta caduta degli investimenti seguita da un crollo dell occupazione ed una caduta della domanda di beni di consumo.

I NUMERI DEL BOOM: 1964 Incr. Pil Disocc. Inflaz. Auto. X1000 1960 +5,82 4,1 % +2,3 1.870 1961 +6,81 3,3 % +2,1 2.500 1962 +6,01 2,8 % +4,7 3.000 1963 +5,19 2,4 % +7,5 3.910 1964 +2,47 2,6 % +5,9 4.674 1965 +3,40 3,6 % +4,6 5.471 1966 +5,42 3,9 % +2,3 6.350 1967 +7,2 3,3 % +3,7 7.300

LA RIPRESA

I NUMERI DEL BOOM: 1965 Incr. Pil Disocc. Inflaz. Auto. X1000 1960 +5,82 4,1 % +2,3 1.870 1961 +6,81 3,3 % +2,1 2.500 1962 +6,01 2,8 % +4,7 3.000 1963 +5,19 2,4 % +7,5 3.910 1964 +2,47 2,6 % +5,9 4.674 1965 +3,40 3,6 % +4,6 5.471 1966 +5,42 3,9 % +2,3 6.350 1967 +7,2 3,3 % +3,7 7.300

LA CRISI DEL 1963 LE BASI PER LA RIPRESA La situazione poteva essere peggiore se non ci fossero state alcune compensazioni: - l aumento veloce delle esportazioni, perché gli altri paesi erano ancora in fase di congiuntura elevata; - gli aumenti dei consumi interni conseguenti all aumento delle retribuzioni del pubblico impiego

LA CRISI DEL 1963 LE STRATEGIE DELLE IMPRESE Per realizzare cospicui aumenti di produttività a basso incremento occupazionale e salariale le imprese attuano -ristrutturazioni tecnologiche -modifiche all organizzazione del lavoro, -estensione del lavoro straordinario.

LA CONGIUNTURA LE STRATEGIE DELLE IMPRESE Ma gli imprenditori usano gli investimenti per la modernizzazione degli impianti e l aumento della produttività o solo per aumentare i loro profitti?

I LIMITI DELLO SVILUPPO

I LIMITI DELLO SVILUPPO Inadeguatezza dello Stato: inefficienza burocratica e arretratezza della pubblica amministrazione Carenza di servizi pubblici: scuole, ospedali e altre infrastrutture civili. Questione meridionale : persistenza (ed anzi aumento) della «forbice» fra Nord e Sud

I LIMITI DELLO SVILUPPO Problemi strutturali : dualismo della struttura produttiva economica fra settori industriali trainanti e settori arretrati : agricoltura, piccola industria, edilizia, piccolo commercio, rimasti serbatoio di manodopera sotto-occupata e sotto-remunerata, con elevati indici di occupazione precaria e bassi livelli salariali

I LIMITI DELLO SVILUPPO Problemi strutturali : dualismo della struttura produttiva industriale fra grande e media industria beneficiaria degli aiuti statali e piccola impresa estranea dai settori chiave della produzione e fra settori dinamici ad alto tasso di innovazione orientati all esportazione (industrie automobilistiche, chimiche e siderurgiche) e settori arretrati e tradizionali destinati alla domanda interna (settore tessile, alimentare ed edile)

IL CONSUMISMO

IL CONSUMISMO I CONSUMI PRIVATI La percentuale di reddito dedicata all alimentazione. La diffusione dei beni di consumi durevoli. Le strategie di marketing, la pubblicità, le vendite a rate. Gli elettrodomestici e la «liberazione della donna». La televisione e i miti del consumismo capitalista. I beni come status symbol

IL CONSUMISMO IL MUTAMENTO DEI COSTUMI I mezzi di trasporto, soprattutto privati (biciclette, scooter, automobili) consentono spostamenti più veloci e vacanze di massa. La contrazione della settimana lavorativa aumenta il tempo libero La televisione produce una rapida unificazione culturale del Paese.

IL CONSUMISMO LA DISTORSIONE DEI CONSUMI Crescita senza una programmazione politica ma secondo le logiche del mercato, piegata all iniziativa dei grandi gruppi industriali (es. autostrade, non ferrovie). Notevole crescita dei beni di consumo privati e diffusa disattenzione verso i beni pubblici (scuole, ospedali, trasporti pubblici)

L AMBIENTE

L AMBIENTE 1963 Vajont: tragedia naturale e responsabilità umane. orgoglio per l ingegneria civile nazionale, ma dissennato sfruttamento della natura per interessi privati: zona a rischio sismico e assenza di manutenzione del territorio. 1966 Esondazione dell Arno e alluvione Firenze. attenzione verso i temi dell ecologia (nascita del WWF) mobilitazione di migliaia di giovani

L AMBIENTE Mancata cura delle terre di collina e di montagna spopolate. Disinteresse per il regime dei fiumi e l acqua dei fiumi. Cementificazione di territorio agricolo. Speculazione edilizia e saccheggio dei centri storici.

FINE