Comunicazione 1 Il Piano Regolatore Generale Dott. Maurizio Francesco ERRIGO Arch. Nicola TUCCI

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Corso di Fondamenti di Urbanistica Corso di Fondamenti di Pianificazione Settoriale Docenti Prof. Domenico PASSARELLI Dott. Maurizio Francesco ERRIGO

Il Piano regolatore generale (P.R.G.) è lo strumento urbanistico che fissa le direttive generali di sistemazione della totalità del territorio di un comune, è efficace a tempo indeterminato (fino alla approvazione di un nuovo P.R.G.). Il piano regolatore generale deve prevedere: 1. La rete delle principali vie di comunicazione stradale, ferroviaria e navigabile e dei relativi impianti; 2. La divisione in zone del territorio comunale con la precisazione delle zone destinate all espansione e la determinazione delle prescrizioni tipologiche e volumetriche da osservare per ciascuna zona; 3. Le aree destinate a spazi di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù; 4. Le aree da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico, nonché ad opere ed impianti di interesse collettivo o sociale; 5. Prescrizioni di vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale e paesistico; 6. Norme per l attuazione del piano medesimo. Le prescrizioni contenute nel piano regolatore generale possono essere classificate nell ambito di due grandi categorie: a) zonizzazioni, cioè divisioni del territorio comunale in grandi aree omogenee, caratterizzate dalla tipologia (caratteristiche tecniche costruttive) e dalla volumetria (densità edilizia) degli edifici; b) localizzazioni, cioè individuazioni delle opere di urbanizzazione primaria e di urbanizzazione secondaria. Il PRG in genere, si compone, di: 1. una relazione sulla struttura e sulla funzione di esso, che ne costituisce la motivazione e descrive la situazione geografica ed ambientale del territorio comunale, le esigenze economiche, demografiche e sociali della popolazione, i criteri che hanno ispirato la redazione del piano e gli scopi che esso intende perseguire; 2. di una parte tavolare, consistente in una serie di planimetrie del territorio comunale che ne inquadrano la posizione geografica, individuano la zonizzazione generale e riproducono singole zone aventi caratteristiche peculiari; 3. di una parte normativa, che stabilisce i caratteri e le prescrizioni riguardanti ciascuna zona con una specificazione degli interventi ammessi, degli indici di fabbricabilità e delle destinazioni d uso consentite.

Il PRG in genere, si compone, di: una relazione sulla struttura e sulla funzione di esso, che ne costituisce la motivazione e descrive la situazione geografica ed ambientale del territorio comunale, le esigenze economiche, demografiche e sociali della popolazione, i criteri che hanno ispirato la redazione del piano e gli scopi che esso intende perseguire; di una parte tavolare, consistente in una serie di planimetrie del territorio comunale che ne inquadrano la posizione geografica, individuano la zonizzazione generale e riproducono singole zone aventi caratteristiche peculiari; di una parte normativa, che stabilisce i caratteri e le prescrizioni riguardanti ciascuna zona con una specificazione degli interventi ammessi, degli indici di fabbricabilità e delle destinazioni d uso consentite.

In relazione agli elementi richiamati nel suddetto art.7, il P.R.G. è, di norma, costituito dai seguenti elaborati: 1) tavola di inquadramento regionale o infraregionale; 2) stralcio del Piano territoriale infraregionale o del Piano territoriale regionale; 3) tavola dello stato di fatto del territorio comunale; 4) schema generale organizzativo del territorio comunale; 5) planimetrie varie relative allo stato di fatto (consistenza, destinazione ed altezza degli edifici, consistenza dei servizi e delle attrezzature, destinazioni d uso, valenze architettoniche ed ambientali, ecc.), che consentano una completa lettura del territorio ; 6) tavola delle zone territoriali omogenee (ai sensi del D.I 2 aprile 1968); VEDI FIGURA 7) progetto di P.R.G. (piano di azzonamento, piano della viabilità, piano delle infrastrutture); 8) quantificazione delle aree residenziali e produttive e di quelle di uso pubblico, per verificare gli standard; 9) tabelle di verifica degli standard urbanistici; 10) planimetria delle aree assoggettate a pianificazione attuativa obbligatoria, di iniziativa pubblica o privata; 11) planimetrie particolari per zone soggette a speciali vincoli, sistemazioni o trasformazioni; 12) norme urbanistico edilizie di attuazione; 13) relazione tecnica illustrativa.

Sono obbligati a dotarsi di P.R.G.: i Comuni compresi in elenchi formati dal ministero dei lavori pubblici tra il 1954 e l 1.4.1972; i Comuni iscritti in appositi elenchi approvati con decreto del Presidente della Giunta regionale (D.P.R. 15 gennaio 1972, n.8); i Comuni dichiarati stazioni di cura, soggiorno e turismo (l.765/1926), indipendentemente dalla inclusione negli elenchi ministeriali e regionali. Tutti gli altri Comuni ne hanno solo la facoltà. I Comuni che decidono di non dotarsi di un piano regolatore generale devono, comunque, dotarsi di un programma di fabbricazione (art.36 della Legge urbanistica).

fasi principali elaborazione tecnica acquisizione, nel progetto di piano, dei pareri previsti delibera di adozione del piano, emanata dal Consiglio Comunale e che diventa esecutiva 10 giorni dopo la pubblicazione. A decorrere da tale data si applicano le c.d. misure di salvaguardia pubblicazione del piano adottato, mediante deposito nella segreteria comunale per la durata di trenta giorni consecutivi possibilità di presentare osservazioni Deliberazione del Consiglio Comunale, in ordine alle osservazioni Presentazione del piano all organo regionale (o provinciale delegato) competente per l approvazione; Approvazione da parte della Regione o Provincia Pubblicazione del decreto di approvazione del piano nella G.U. (oggi anche nel BUR) e deposito di una copia di tale decret nella segreteria del Comune modalita' di attuazione del piano Il Piano Regolatore Generale si attua in due modi: tramite intervento urbanistico preventivo e tramite intervento edilizio diretto. a) l'intervento urbanistico preventivo è richiesto per le zone residenziali di espansione e per le zone produttive di espansione, nonchè per quegli interventi in zone di completamente in cui si riscontri una forte carenza di opere di urbanizzazione o il carattere particolare e straordinario induca il Sindaco a subordinare il rilascio delle concessioni ad edificare alla preventiva approvazione dello strumento urbanistico preventivo. I piani urbanistici attuativi devono comprendere tutta l'area inclusa nella perimetrazione dell ambito territoriale prevista dal P.R.G., che può essere modificata esclusivamente con la formazione del Programma Pluriennale di Attuazione o con una specifica deliberazione del Consiglio Comunale. b) l'intervento urbanistico diretto si attua in tutte le restanti zone tramite concessione edilizia, subordinatamente all osservanza delle previsioni di P.R.G. e delle norme di disciplina urbanistica in esso contenute.

ALCUNI ELEMENTI TECNICI INDICI DI FABBRICAZIONE - densità edilizia fondiaria: rapporto tra il volume massimo costruibile e la superficie fondiaria del lotto ad esso corrispondente - densità edilizia territoriale: rapporto tra il volume massimo costruibile e la superficie della totalità del territorio interessato - rapporto di copertura: rapporto percentuale tra la superficie coperta dell'edificio e la superficie fondiaria del lotto - superficie territoriale: aree per l'urbanizzazione primaria e secondaria e la superficie fondiaria DEFINIZIONE E METODI DI MISURAZIONE DEGLI ELEMENTI GEOMETRICI a) Superficie fondiaria: è la superficie reale del lotto. b) Superficie coperta: è la superficie della massima sezione orizzontale del fabbricato, con esclusione di scale a giorno, di aggetti a giorno. c) Altezza del fabbricato: è la differenza tra la quota media del terreno e la quota dell intradosso del soffitto dell'ultimo piano praticabile. d) Volume del fabbricato: è il volume del solido emergente ad eccezione dei porticati soggetti ad uso pubblico, dei volumi tecnici (torri di scale ed ascensori, sottotetti non praticabili, camini, ecc. Sono da considerare "volumi tecnici" il volume del tetto, se non è abitabile o praticabile, i serbatoi idrici, l'extracorsa degli ascensori,i vasi di espansione dell'impianto di termosifone, le canne fumarie e di ventilazione. e) Numero dei piani: è il numero totale dei piani abitabili o agibili, compreso l'eventuale piano in ritiro (attico, mansarda). f) Distanza dalle strade: è la distanza minima, misurata in proiezione orizzontale, della superficie coperta dal ciglio stradale. g) Distanza dai confini: è la distanza minima, misurata in proiezione orizzontale, della superficie coperta dai confini di proprietà. i) Distacco tra i fabbricati: è la distanza minima, misurata in proiezione orizzontale tra le superfici coperte definite nel presente articolo. Corso di Fondamenti di Urbanistica Docente Prof. Domenico PASSARELLI

DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE DEI FABBRICATI PREVALENTI tipologie estensive: Isolata: è quel tipo di costruzione che presenta generalmente distanze da tutti i confini ma può avere anche un lato in aderenza; si configura con una volumetria media variabile dai 600 mc. ai 1.500 mc. ed è tipico della categoria catastale del villino. Binata: è quel tipo di costruzione che si configura volumetricamente e prospetticamente come insieme di due edifici simmetrici o ripetitivi; per quanto riguarda la volumetria mediamente non supera i 2000 mc.. Schiera: è quella sequenza di edifici che si configura chiaramente come ripetizione o assemblaggio di un modulo tipo, del quale peraltro può presentare varianti, ma con caratteristiche formali unitarie. tipologie intensive: A blocco: è generalmente costituito da vano scala centralizzato dal quale avviene l'accesso ai vari appartamenti. In linea: è quel tipo di costruzione in cui, per quanto riguarda la configurazione prospettica, risulta prevalente la lunghezza delle fronti, rispetto ad altri parametri; è generalmente costituito da più vani scala, a distanze più o meno regolari, Composta: è quel tipo di costruzione costituito da corpi di fabbrica a blocco ed in linea, accostati in modo vario;

DIVISIONE DEL TERRITORIO COMUNALE IN ZONE Il territorio comunale è diviso in zone secondo le seguenti classificazioni: Il territorio comunale è diviso in zone secondo le seguenti classificazioni: Zona A - Immobili soggetti a vincolo conservativo Zona Al - Vincolo archeologico Zona A2 - Vincolo ambientale-paesaggistico/strade militari sterrate Zona B- Completamento Zona B2 - Semiestensiva esistente Zona C - Espansione Zona C1A - Piano per l'edilizia Economica e Popolare Zona C1B - Residenziale con piano attuativo approvato Zona C2 - Semiestensiva di progetto Zona D- Produttiva/Industriale Zona E - Agricola Zona F - Attrezzature di interesse comune Zona F1 - Istruzione Zona F3A - Verde pubblico Zona F3B - Verde sportivo attrezzato Zona F4 - Parcheggi