Indagini monografiche - Agricoltura Panel Aziende Agricole Ismea Zootecnia da carne: i canali di sbocco delle produzioni agricole Marzo 2007 Introduzione Attraverso le aziende del Panel Aziende Agricole Ismea afferenti al settore della zootecnia da carne (1) è stata condotta, nel primo semestre del 2006, un indagine sui canali di sbocco della produzione aziendale, i cui risultati sono illustrati nel seguente report. Composizione e caratteristiche del Panel Il campione utilizzato per l indagine è composto da 346 aziende del settore della zootecnia da carne, ripartite territorialmente sulle quattro aree geografiche del Paese secondo le seguenti percentuali: il 52% delle aziende intervistate è localizzato nel Nord Italia (Nord Ovest: 32%; Nord Est: 20%), il 18% al Centro ed il restante 30% al Sud e nelle Isole (tabella 1). Il Piemonte è la regione dove è localizzato il maggior numero di aziende (9), seguito dal Veneto (53 aziende) Sotto il profilo dimensionale risulta predominante la presenza di imprese di oltre 16 UDE, che rappresentano il 70% del campione; molto ridotta è, invece, la presenza delle aziende più piccole di meno di 4 UDE (7% del campione) (2). Tabella 1 - Composizione del campione Area geografica Classi di UDE num. % num. % Nord Ovest 1 31,8 Meno di 4 26 7,5 Nord Est 70 20,2 4-8 35,1 Centro 62 17,9 8-16 44 12,7 Sud e Isole 55 15,9 Oltre 16 241 69,7 Isole 49 14,2 - - - Totale 346 0,0 346 0,0 Dal punto di vista organizzativo, sulla base delle risposte degli intervistati è emerso che nel 53% dei casi le aziende appartengono a strutture associative. Questo dato cresce nelle regioni del Nord Est e del Centro, attestandosi, in entrambi i casi, al 60% Nelle Isole, invece, si registra la percentuale più bassa di associazionismo (43%). Secondo il 60% degli operatori del Panel, negli ultimi tre anni il numero di capi allevati è rimasto stazionario; per il 20%, invece, è aumentato e per un 18% è diminuito. In tutte le aree è predominante la presenza di allevamenti bovini. Ciò è maggiormente riscontrabile nelle Isole (67% degli allevamenti complessivi). Al Centro e al Sud, il secondo tipo d'allevamento più praticato è quello ovicaprino; mentre, nel Nord Ovest e nelle Isole è quello dei suini; nel Nord Est è l avicolo (grafico 1).
Grafico 1 Ripartizione del campione per area geografica e allevamento prevalente 80 (% di risposta) 70 60 50 40 30 20 0 67 63 61 60 56 51 23 22 19 19 16 15 14 16 8 6 7 5 3 3 4 2 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 1 1 Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole Totale Bovino Suino Avicolo Cunicolo Ovicaprino Bufalino Equino Cani Api Risultati dell indagine In primo luogo, dall analisi dei dati emerge che nell ambito della zootecnia da carne le vendite sono maggiormente rappresentate dalle negoziazioni di animali vivi. Ciò è confermato dal 91% degli operatori del Panel, percentuale questa che si ripete analoga sia a livello di analisi nazionale, sia a livello di singola macro area territoriale. I semilavorati (carne) vengono venduti dal 6% degli intervistati; le uova dall 1% e i prodotti trasformati (salumi, miele, altro) dal 2% (grafico 2). Com è ovvio, la tipologia di prodotto venduta dipende molto dal tipo di capo allevato. Così, nel segmento dell allevamento equino e canino le vendite sono rappresentate esclusivamente da animali vivi. Mentre, nel segmento dell allevamento delle api, la produzione venduta è rappresentata solo dal prodotto trasformato (miele). Nel segmento avicolo, sul quantitativo complessivamente venduto, le uova incidono per il 12% e gli animali vivi per l 84%. Grafico 2 Tipologia di produzione venduta per allevamento (valori medi) 7% 6% 2% 12% 3% 6% 6% 2% 1% 25% 2% 93% 92% 84% 75% 94% 0% 0% 0% 91% Bovino Suino Avicolo Cunicolo Ovicaprino Bufalino Equino Cani Api Totale Animale vivo Carne (semilavorati) Uova Prodotto trasformato (salumi, miele, altro)
Dati interessanti emergono analizzando la geografia dei mercati di sbocco (tabella 2). Sempre alta, per qualsiasi tipologia di produzione venduta, rimane la preferenza che le aziende danno ai mercati limitrofi della stessa provincia o al massimo di province vicine. Questo forte legame con il territorio locale è particolarmente accentuato se osserviamo la situazione degli animali vivi e della carne : in questi due casi, i due canali di sbocco di prossimità totalizzano, rispettivamente, l 86% e il 96% delle vendite complessive. La situazione si profila leggermente diversa solo per le uova, dato che per questa tipologia di produzione le vendite nella stessa provincia di produzione raggiungono una quota particolarmente significativa (80%) e le vendite nelle province limitrofe risultano affatto assenti a tutto vantaggio della commercializzazione realizzata sul resto dell intero territorio nazionale. Soltanto 3 imprese del panel dichiarano di vendere prevalentemente la loro produzione agli operatori dei Paesi UE: più da vicino, 2 di queste imprese vendono animali vivi (bovino e avicolo) e una il prodotto trasformato (miele). In nessun caso, infine, la destinazione verso Paesi extra UE risulta essere preponderante. Tabella 2 - La destinazione geografica prevalente della produzione aziendale per tipologia di allevamento (%) Animale vivo Stessa Province Altre zone Paesi extra Paesi UE provincia limitrofe d Italia UE Non so, n.r. Totale Bovino 69,6 18,5,6 0,4 0,0 0,9 0,0 Suino 53,8 30,8 15,4 0,0 0,0 0,0 0,0 Avicolo 54,3 22,9 20,0 2,9 0,0 0,0 0,0 Cunicolo 42,9 42,9 14,3 0,0 0,0 0,0 0,0 Ovicaprino 72,5 15,0,0 0,0 0,0 2,5 0,0 Bufalino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Equino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cani 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Api 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 65,3 21,0 12,5 0,5 0,0 0,8 0,0 Carne (semilavorati) Bovino 80,0 13,3 0,0 6,7 0,0 0,0 0,0 Suino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Avicolo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cunicolo 33,3 66,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Ovicaprino 75,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Bufalino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Equino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cani 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Api 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 75,0 20,8 0,0 4,2 0,0 0,0 0,0 Uova Bovino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Suino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Avicolo 80,0 0,0 20,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cunicolo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Ovicaprino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Bufalino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Equino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cani 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Api 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 80,0 0,0 20,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Prodotto trasformato (salumi, miele, altro) Bovino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Suino 75,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Avicolo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cunicolo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Ovicaprino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Bufalino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Equino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cani 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Api 40,0 20,0 20,0 20,0 0,0 0,0 0,0 Totale 63,6 18,2 9,1 9,1 0,0 0,0 0,0 Panel aziende agricole Ismea Nell ambito degli animali vivi, con una quota pari al 49%, come ovvio, il canale di vendita Industrie di prima trasformazione si conferma quello prevalente (tabella 3). Tale percentuale risulta leggermente più elevata nelle regioni del Sud (52%) e nelle Isole (57%). In ordine, quindi, anche se con un certo distacco, seguono il canale degli intermediari commerciali e quello associativo, con quote, rispettivamente, del 14% e del 12%. Nel segmento dei semilavorati (carne), la vendita diretta è il sistema distributivo più utilizzato (41%), seguito dalla commercializzazione alle industrie di prima trasformazione (27%) e, quindi, dalla vendita al dettaglio (23%). La vendita delle uova, invece, avviene attraverso 4 canali (negoziazione diretta, GDO, dettaglio e industrie di prima trasformazione) che, a parere degli operatori intervistati, hanno un eguale importanza (ogni canale copre una quota del 25% delle vendite). La vendita al dettaglio e la vendita diretta, infine, si confermano i canali privilegiati nel caso delle esitazioni del prodotto trasformato (entrambe coprono il 40% delle risposte) Se si considerano congiuntamente i dati relativi all appartenenza o meno a strutture associative e quelli relativi alla scelta del canale di vendita, i due fenomeni appaiono non condizionati l uno dall altro: infatti solo il 13% delle imprese che si dichiarano iscritte a qualche tipo di struttura associativa sceglie la medesima come sbocco commerciale; mentre, il 44% di esse vende la propria produzione prevalentemente alle industrie di prima trasformazione. Tabella 3 - Principali canali di sbocco della produzione agricola per tipologia di allevamento (%) Animali vivi Bovino Suino Avicolo Cunicolo Ovicaprino Bufalino Equino Cani Api Totale Cooperativa, Associazione, OP, 11,5,0 25,9 50,0 3,1 0,0 0,0 0,0 0,0 12,3 Consorzio Industria di prima trasf.zione* 50,5 58,0 37,0 50,0 37,5 0,0 50,0 0,0 0,0 49,0 Industria di seconda trasf.zione** 2,6 12,0 3,7 0,0 12,5 0,0 0,0 0,0 0,0 5,2 Intermediari comm. *** 12,0,0 14,8 0,0 37,5 0,0 0,0 0,0 0,0 14,2 GDO 2,6 0,0 3,7 0,0 3,1 0,0 0,0 0,0 0,0 2,3 Dettaglio tradiz./spec.,9 2,0 3,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 7,4 Horeca 0,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,3 Vendita diretta 5,7 6,0 7,4 0,0 3,1 0,0 50,0 0,0 0,0 6,1 Altri 1,6 2,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,3 Non so, n.r. 2,1 0,0 3,7 0,0 3,1 0,0 0,0 0,0 0,0 1,9 Totale 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Carne (semilavorati) Cooperativa, Associazione, OP, 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 4,5 Consorzio Industria di prima trasf.zione* 33,3 0,0 0,0 0,0 33,3 0,0 0,0 0,0 0,0 27,3 Industria di seconda trasf.zione** 6,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 4,5 Intermediari comm. *** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 GDO 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Dettaglio tradiz./spec. 20,0 0,0 0,0 50,0 33,3 0,0 0,0 0,0 0,0 22,7 Horeca 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Vendita diretta 40,0 0,0 0,0 50,0 33,3 0,0 0,0 0,0 0,0 40,9 Altri 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Non so, n.r. 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Uova Cooperativa, Associazione, OP, 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Consorzio Industria di prima trasf.zione* 0,0 0,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 25,0 Industria di seconda trasf.zione** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Intermediari comm. *** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 GDO 0,0 0,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 25,0 Dettaglio tradiz./spec. 0,0 0,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 25,0 Horeca 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Vendita diretta 0,0 0,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 25,0 Altri 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Non so, n.r. 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Prodotto trasformato (salumi, miele, altro) Cooperativa, Associazione, OP, 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 25,0,0 Consorzio Industria di prima trasf.zione* 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Industria di seconda trasf.zione** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Intermediari comm. *** 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 GDO 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Dettaglio tradiz./spec. 0,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 25,0 40,0 Horeca 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Vendita diretta 0,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 50,0 40,0 Altri 0,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0,0 Non so, n.r. 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 *Macelli, stoccaggio, lavorazione, confezionamento, etc. ** Salumifici,etc. ***Grossista, commerciante, importatore estero, esportatore nazionale Panel aziende agricole Ismea La scelta del canale di vendita è risultata, nella maggioranza dei casi (62%), dettata dalla volontarietà e, quindi, né forzata e/o obbligata. Nella considerazione dei risultati per macro area, emerge che l assenza di condizionamenti è ancora più marcata nelle
regioni del Nord Ovest (la quota delle risposte attestanti ciò: 70%). Tra i vari segmenti per tipologia di allevamento, invece, risalta l univocità di pareri delle 4 aziende apicoltrici, tutti attestanti la totale libertà nella scelta dei propri interlocutori commerciali per le vendite. Per le aziende che si sentono condizionate nella scelta distributiva, la causa di tale mancanza di libertà commerciale è stata ravvisata principalmente nell assenza di alternative a livello locale, e questo tanto nel caso delle vendite di animali vivi, come in quello delle vendite di carne e uova. Per le uova, tuttavia, oltre alla causa appena detta in precedenza, è stata indicata anche quella legata alla limitatezza della produzione aziendale. Infine, circa le aziende che vendono prodotto trasformato, è la stessa tipologia di produzione trattata ad essere indicata come causa prevalente condizionante la scelta del canale di vendita. D altronde, risultano differenti, per ogni segmento analizzato, i fattori che più hanno influenzato positivamente la scelta del canale di sbocco prevalente. Più da vicino, nel caso degli animali vivi sono stati indicati l affidabilità del cliente e la garanzia di conseguire un prezzo in linea con le quotazioni di mercato (in entrambi i casi, la quota dei consensi è stata del 22%); nel caso delle aziende che vendono carne, in primo luogo l elevata qualità dei prodotti da loro offerti (33%) e, quindi, l affidabilità del cliente (22%); per le aziende che commercializzano uova, invece, la garanzia di assorbimento dei quantitativi prodotti e l elevata qualità dei prodotti offerti raccolgono, parimenti, ciascuna il 50% delle risposte. Grafico 3 Fattori che hanno favorito la scelta del canale di sbocco (%) La produzione dell'azienda è di grandi dimensioni 3 6 La produzione dell'azienda è limitata 18 17 20 Affidabilità del cliente Garanzia di conseguire un livello di prezzo in linea con il mercato 6 22 22 22 20 Garanzia di continuità di assorbimento dei quantitativi prodotti 13 11 50 Prodotti offerti di elevata qualità 33 50 Scarsa qualità dei prodotti offerti Altro fattore 3 6 30 Non so, n.r. 8 Animali vivi Carne (semilavorati) Uova Prodotto trasformato (salumi, miele, altro) Risposta multipla Base di riferimento: aziende non condizionate nella scelta del canale di sbocco (215 casi) Le vendite vengono effettuate in prevalenza a fronte di accordi verbali (contratti non scritti): 73% dei casi nell ambito degli animali vivi, 77% nell ambito dei semilavorati (carne), 50% in quello delle uova e 80% in quello dei semilavorati (salumi, miele, altro)
(tabella 4). Trasversalmente, si può affermare che le forme contrattuali non scritte sono più presenti nelle regioni del Centro e un po meno diffuse in quelle del Nord Est. Osservando, poi, i dati relativi alla parte minoritaria di aziende che commercializzano mediante la sottoscrizione di contratti, si evidenzia che la durata degli stessi è prevalentemente annuale o per periodi inferiori all anno, ad eccezione del segmento degli animali vivi nell ambito del quale aziende hanno dichiarato di stipulare contratti pluriennali. Secondo le dichiarazioni degli intervistati, il prezzo di vendita viene fissato nel 55% dei casi in base alle quotazioni dei principali mercati di riferimento (locale, nazionale o estero). Tale percentuale cresce, per conseguire la totalità dei casi, nell ambito delle uova (0%). Per un altro 29% di operatori del Panel, invece, il prezzo di vendita viene fissato in base a trattative tra le parti. Il momento, poi, nel quale viene fissato il prezzo di vendita, nella maggioranza dei casi (51%) è quello del contratto/accordo verbale, con possibilità di modifiche alla consegna, talvolta (32% dei casi), dopo una valutazione della qualità delle merci negoziate. Tabella 4 - La modalità di vendita prevalente per segmento produttivo (%) Contratti pluriennali Contratti annuali Animali vivi Contratti inferiori ad un anno Senza contratto scritto Altro Non so, n.r. Bovino 1,0 6,3,4 78,1 0,0 4,2 Suino 2,1 20,8 8,3 66,7 0,0 2,1 Avicolo 23,1 38,5 0,0 38,5 0,0 0,0 Cunicolo 0,0 16,7 0,0 83,3 0,0 0,0 Ovicaprino 3,1 0,0 18,8 75,0 0,0 3,1 Bufalino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Equino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cani 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Api 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 3,3,7 9,8 73,0 0,0 3,3 Carne (semilavorati) Bovino 0,0 20,0 6,7 73,3 0,0 0,0 Suino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Avicolo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cunicolo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Ovicaprino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Bufalino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Equino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cani 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Api 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 0,0 18,2 4,5 77,3 0,0 0,0 Uova Bovino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Suino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Avicolo 0,0 25,0 25,0 50,0 0,0 0,0 Cunicolo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Ovicaprino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Bufalino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Equino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cani 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Api 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 0,0 25,0 25,0 50,0 0,0 0,0
Prodotto trasformato (salumi, miele, altro) Bovino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Suino 0,0 25,0 0,0 75,0 0,0 0,0 Avicolo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cunicolo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Ovicaprino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Bufalino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Equino 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cani 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Api 0,0 25,0 0,0 75,0 0,0 0,0 Totale 0,0 20,0 0,0 80,0 0,0 0,0 Prospettive future Infine, circa la situazione commerciale futura, questa, per gli operatori della zootecnia da carne, si profila sostanzialmente statica. Risulta, infatti, preponderante la propensione delle aziende del campione a non modificare la geografia dei canali di sbocco: esattamente, 262 aziende su 346 hanno dichiarato che non intendono variare la destinazione territoriale della propria produzione. In termini percentuali, tale staticità è totale nel caso delle uova (0% dei casi), piuttosto evidente nel caso dei prodotti trasformati (80%) e degli animali vivi (74%) e un po meno marcata in quello dei semilavorati (68%). A conferma di ciò, l intenzione diffusa di non modificare, in un futuro, la tipologia dei canali commerciali di sbocco cui si ricorre (animali vivi: 75% dei casi; semilavorati: 77%; uova: 0%; prodotti trasformati: 80%). (1) Si fa presente che le produzioni afferenti al settore della zootecnia da carne analizzate in questo report riguardano i seguenti allevamenti :bovino, suino, avicolo, cunicolo, ovicaprino, bufalino, equino, cani, api. Di seguito vengono riportati i codici delle classificazioni statistiche nell ambito dei quali le suddette produzioni trovano riscontro: OTE Descrizione OTE Descrizione 41 Bovini da latte specializzato 71 Erbivori da latte parz. dom. 4120 Bov. da latte con allevamento latte 7120 Erbiv. non da latte parz. dom. 42 Bov. allev./carne con riprod. 72 Granivori/Bovini da latte 4220 Bov. allev./carne da Ingrasso 7220 Graniv./Altri erb. non lattif. 43 Bov. da latte con allev. carne 7230 Granivori parz. dom. 4320 Bov. allev./carne con latte 81 Agricolt. gener./bovini latte 44 Ovini 8120 Bovini latte/agricolt. gener. 4420 Bovini e ovini 8130 Agric. gener./altri erb.non latte 4430 Caprini 8140 Altri erb.non latte/agric. gener. 4440 Erbivori diversi 82 Agricoltura generale/granivori 5011 Suini allevamento 8220 Coltiv. permanenti/erbivori 5012 Suini ingrasso 8231 Apicoltura specializzazione 5013 Suini misti 8232 Coltivazioni/Allevam. diversi 5021 Galline ovaiole 5022 Volatili da carne 5023 Galline ovaiole/volat. carne 5031 Suini e volatili 5032 Granivori diversi Codice Ateco_2002 Deccrizione 01.21.0 Allevamento di bovini e bufalini, produzione di latte crudo 01.22.1 Allevamento di ovini e caprini 01.22.2 Allevamento di equini
01.23.0 Allevamento di suini 01.24.0 Allevamento di pollame e altri volatili 01.25.1 Allevamento di conigli 01.25.3 Apicoltura 01.25.5 Allevamento di altri animali n.c.a. (2) L Unità di Dimensione Economica (UDE) viene adottata a livello comunitario per esprime la dimensione economica delle aziende agricole. Segnatamente, 1 UDE corrisponde a 1.200,55; ad esempio, quindi, 16 UDE corrispondono a circa 19,2 mila euro. Ismea Direzione Mercati e Risk Management Ufficio Statistico e Modelli Econometrici Responsabile: Antonella Finizia (+39) 06.855.68.569 Giovanna Maria Ferrari (+39) 06.59.60.2821 Valerio Torriero (+39) 06.855.68.485 H