Treviglio 6 ottobre Dr.ssa Mara Ghilardi UO Oncologia Medica. Direttore Sandro Barni

Documenti analoghi
Terapia del dolore: L opportunità di linee guida trasversali alle diverse aree specialistiche nell ottica di un approccio terapeutico appropriato

Le cure simultanee: un esempio di gestione integrata dei pazienti oncoematologici in un ospedale universitario romano

DISPOSIZIONI PER GARANTIRE L ACCESSO ALLE CURE PALLIATIVE E ALLA TERAPIA DEL DOLORE (*)

ONCOEMATOLOGIA E CURE PALLIATIVE Da fine vita a cure simultanee I tumori solidi. Dr.ssa Aurora Miedico Oncologia Magenta

LE CURE DI FINE VITA: ASPETTI ETICI E CLINICO ASSISTENZIALI 9 giugno 2016

DISPOSIZIONI PER GARANTIRE L'ACCESSO ALLE CURE PALLIATIVE E ALLA TERAPIA DEL DOLORE LEGGE 15 MARZO 2010, N. 38

ESPERIENZA DI MODELLI DI INTEGRAZIONE

La continuità assistenziale

Continuità di cura e cure simultanee: PDTA TUMORE DELLA MAMMELLA. Padova 21 Marzo 2016

LE CURE PALLIATIVE DOMICILIARI:

Dalla riorganizzazione della rete locale di cure palliative all'accreditamento. Esperienza della Regione Emilia Romagna

COMMISSIONE NAZIONALE

LEGGE 38/2010. Catania 17 Ottobre Sergio Mameli U.O. MEDICINA DEL DOLORE OSPEDALE ONCOLOGICO - CAGLIARI

Ma ste r. Alta formazione e qualificazione in cure palliative. Master universitario di secondo livello

Il modello della REGIONE VENETO per le Cure Palliative

Il paziente oncologico tra oncologo e medico di medicina generale: complessità ed integrazione

7 Incontro: LUNEDI 23 MAGGIO ORE TAVOLA ROTONDA MMG, SIMONA CODEVILLA, BONIZELLA BIAGIOLI: QUALE LUOGO DI CURA ALLA FINE DELLA VITA?

QUAVIO CORSO PER VOLONTARI. Incontriamo la vita DOTT. MARCO BROGI LEGISLAZIONE RIGUARDANTE LA MEDICINA PALLIATIVA. Siena, 14 marzo 2016

Scuola di Specializzazione in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie A.A. 2015/2016 Coorte di iscritti 01/11/2016

MODELLO CURE PALLIATIVE ZONA ELBA

Le competenze da trasferire

La Continuità Assistenziale nelle Cure Palliative

LA CONTINUITA DELLE CURE NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE OSPEDALIERO: IL MONITORAGGIO DEL DOLORE E L APPLICAZIONE DELLA LEGGE 38/2010

CONTENUTI SPECIFICI PSICOLOGO SPECIALISTA

PROPOSTA DI MISSIONE VALUTATIVA N. 1

CASE MANAGEMENT IN ONCOLOGIA

Le Cure Palliative erogate in Rete

Chiara Volpone. I PDTA: A come Assistenziale

Il Ruolo della Direzione Sanitaria

PDTA. Gruppi Multidisciplinari. Continuità assistenziale tra servizi ospedalieri e territoriali (cure palliative,mmg).

Le nuove normative sulla terapia del dolore: opportunità per l integrazione delle MNC?

Integrazione ospedale territorio: l esperienza di una Azienda Ospedaliero Universitaria e una Azienda Sanitaria Locale Romana.

CURE SIMULTANEE IN ONCOLOGIA E INTEGRAZIONE OSPEDALE- TERRITORIO :la realizzazione di un progetto

Cure Palliative nel percorso di malattia del malato oncologico

Corso Periferico di 1 Livello per Professionisti delle Reti Locali di Cure Palliative

Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute. Tavolo Tecnico Oncologia 20 Marzo 2014

Dott.ssa A. Calorio Cure Palliative ASL Città di Torino

ASSISTENTI SOCIALI IN CURE PALLIATIVE: FRIULI VENEZIA GIULIA-AGGIORNAMENTI

REGIONE.LAZIO.REGISTRO UFFICIALE.U

WORKSHOP. Corsi Periferici di 1 livello per professionisti delle Reti Locali di Cure Palliative

Il ruolo del Medico di Medicina Generale nella rete assistenziale. Renato Fanelli MMG ASL RM1

LA MALATTIA DI ALZHEIMER Dalla ricerca di base all'assistenza

LA PERCEZIONE DEL PAZIENTE

The Patient Journey: Relief is Possible Hotel Paradiso - Via Catullo, 11, Napoli 31 maggio 01 giugno 2019

ESSERE INFERMIERA IN HOSPICE. Corso di formazione Donatella Piazza San Vito al T. 24 marzo 2015

Convegno Regionale SICP Emilia Romagna COMPETENZE E QUALITA IN CURE PALLIATIVE

La continuità assistenziale fra ospedale e territorio. Modena 21 settembre 2006

LA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE: IL MODELLO PAI

Per un ospedale senza dolore : legge 38/2010. Dott. A. Zagari

Alimentazione e presa in carico globale del malato oncologico in setting di early palliative care

PROGRAMMA REGIONALE DI FORMAZIONE TRIENNALE IN TERAPIA DEL DOLORE

Terapia del dolore e cure palliative

Implementazione del PDTA per i tumori del colon retto nella provincia di Ferrara

CURE PALLIATIVE: CRITERI DI ACCESSO

CONOSCERE IL PROPRIO TERRITORIO SOCIO- SANITARIO

DOSSIER FORMATIVO (DF) PER SVILUPPARE PERCORSI FORMATIVI CAPACI DI GARANTIRE COMPETENZE IN CURE PALLIATIVE PERSONALI E DI GRUPPO.

La gestione del dolore nell integrazione ospedale e territorio: il ruolo del Medico di Medicina Generale

Stato di attuazione legge 38/2010

CONTENUTI COMUNI per i PROFESSIONISTI che operano nella RETE DELLE CURE PALLIATIVE DELL ADULTO

Il percorso diagnosticoterapeutico-assistenziale. per le demenze della Regione Emilia- Romagna

Unità di Psicologia Clinica Responsabile: Prof. Carlo Pruneti

PRP Prevenzione e riduzione delle recidive dello Scompenso Cardiaco Cronico (SCC) secondario a patologie cronico-degenerative

IL CONTRIBUTO DELL INFERMIERE NELLA PIANIFICAZIONE DELLA DIMISSIONE DIFICILE

MMG e CAS: tipologia di referto atteso. Il referto della prestazione CAS per migliorare i rapporti con il territorio

SCLEROSI MULTIPLA A BRESCIA LA CONTINUITÀ DELLE CURE È REALTÀ

Cagliari, 16/10/2015 Dr EMILIO MONTALDO

La continuità assistenziale tra Ospedale e territorio nel paziente oncologico. Mercoledì 21 novembre 2018

A CASA SENZA DOLORE. Monitoraggio e gestione via web del dolore nei pazienti oncologici in fase avanzata assistiti a domicilio dalla Fondazione ANT

L INTEGRAZIONE TRA I SERVIZI PER LA CONTINUITA ASSITENZIALE DELLA PERSONA FRAGILE

10 Congresso Nazionale SIMIT Sardegna, La Maddalena - 5 ottobre L attività del Gruppo di Studio SIMIT Cure Palliative in Malattie Infettive

Le Cure Palliative. La Riorganizzazione della Rete Locale di Cure Palliative in Emilia Romagna: il modello regionale

Sabato 21 Febbraio 2015 TITOLO DEL CORSO: Novità nella gestione e nella terapia di alcune patologie croniche

Supporto e cure palliative in oncologia; la centralità degli aspetti qualitativi della cura.

Chemioterapia o Cure Palliative: come decidere? Il punto di vista del palliativista. Emanuela Burchielli Cure Palliative uslumbria2

U.O. di Geriatria Scuola di Specializzazione in Geriatria Direttore Prof M. Bertolotti

U.L.S.S. n LEGNAGO DIPARTIMENTO DISTRETTO U.O.C. CURE INTERMEDIE NUCLEO DI CURE PALLIATIVE CARTA DEI SERVIZI

SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Unità Sanitaria Locale di Ferrara

CONTENUTI COMUNI per i PROFESSIONISTI che operano nella RETE DELLE CURE PALLIATIVE DELL ADULTO

Volontariato e sofferenza adulta

Luisa Fioretto Roberto Labianca CIPOMO

Dr. Francesco Ghisoni

EQUIPE TERRITORIALE. DIPARTIMENTO CURE PRIMARIE U.O. ASSISTENZA SANITARIA Via Montescaglioso Matera Tel. 0835/ Fax 0835/253538

Reti (Assistenziali) IL RUOLO DI TERRITORIO, OSPEDALE, RETI E MMG NELLA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE ONCOLOGICO

Convegno IL DOLORE E LA SOFFERENZA Lugo (RA), 2-4 ottobre Il progetto regionale di ricerca MACONDO

Le esperienze dell AUSL Romagna. F. Boschi Centro per Disturbi Cognitivi e Demenze AUSL Romagna sede operativa di Forlì U.O.

L INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA CON I MALATI DI DEMENZA. Prof. Guido Giarelli Facoltà di Medicina e Chirurgia Università Magna Græcia - CZ

OSPEDALE,TERRITORIO E CURE PALLIATIVE SIMULTANEE 19 Aprile 2016

Centro Sanitario Amianto Impatto epidemiologico del mesotelioma e presa in carico globale del paziente

LEGGE 38 / 2010 tre anni dopo - Quali novità? -

RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE LOCALE DI CURE PALLIATIVE

L infermiere punto d unione tra il Paziente, il MMG ed il Diabetologo

I dati dell Emilia-Romagna sul fine vita in pazienti oncologici

I PERCORSI DEI PAZIENTI E I PDTA: GLI ESEMPI DELLE MALATTIE NEUROMUSCOLARI E DELLE MALATTIE EMORRAGICHE CONGENITE

La gestione infermieristica nella continuità di cure. Rita Marson Coordinatore Didattico Hospice Via di Natale, Aviano

LA RETE OSPEDALE-TERRITORIO PER LA LOTTA AL DOLORE

OSPEDALE-TERRIOTORIO DIS-CONTINUITA' ASSISTENZIALE IN ONCOLOGIA. 15 giugno 2017

Transcript:

La continuità del percorso di cura attraverso l integrazione dei diversi ambiti assistenziali (domiciliari, ambulatoriali, a ciclo diurno, di ricovero) e nei vari setting di cura (casa, Hospice, ospedale, strutture residenziali) Dr.ssa Mara Ghilardi UO Oncologia Medica Direttore Sandro Barni Treviglio 6 ottobre 2012

La gestione del pz oncologico: ieri E S O R D I O Screening Diagnosi MMG Specialista Terapia Adiuvante Oncologo Radioterapista Chirurgo Ortopedico Terapia specifica Palliativa Terapia di supporto e antalgica E X I T U S Oncologo Radioterapista Palliativista Anestesista

La gestione del pz oncologico: ieri Una gestione frammentata e confusa

I BISOGNI DEL MALATO APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE (Integrazione di più professionisti) PRESA IN CARICO GLOBALE (Valutazione multidimensionale dei bisogni) CONTINUITA DI CURA (Territorio-ospedale-territorio)

Aspetti spirituali Supporto socioeconomico Comorbidita, funzioni cognitive Stato funzionale, dolore, autonomia, aspetti psicologici Riabilitazione Nutrizione

SIMULTANEOUS CARE Ottimizza la qualità della vita in ogni fase della malattia, attraverso una meticolosa attenzione agli innumerevoli bisogni, fisici, funzionali, psicologici, spirituali e sociali del malato e della sua famiglia. Garantisce la continuità di cura attraverso una gestione flessibile del malato e dei suoi bisogni, con appropriati obiettivi in ogni singola situazione. Evita il senso di abbandono nella fase avanzataterminale. ASCO Special Article JCO 16:1986, 1998.; Meyers JCO 21, 2003; Maltoni Ann Oncol 19, 2008.

La gestione del pz oncologico: oggi Le cure palliative riguardano la prevenzione, la identificazione, la valutazione e il trattamento dei sintomi fisici, funzionali e dei problemi psicosociali e spirituali del malato nella fase avanzata-terminale di malattia, quando l outcome non è più la sopravvivenza. http.www.who.org March 2009

La gestione del pz oncologico: oggi Le cure palliative hanno come outcome la qualità di vita del malato e della sua famiglia http.www.who.org March 2009

La gestione del pz oncologico: oggi Le terapie di supporto, cure palliative e cure di fine vita rappresentano un continuum lungo tutto il percorso di malattia del malato oncologico

La gestione del pz oncologico: oggi Screening Diagnosi Potenzialmente curabile Non-curabile Terminale Terapie antitumorali Terapie di supporto e palliative Riabilitazione Elaborazione del lutto

La gestione del pz oncologico: oggi Integrazione precoce nel percorso di cura delle terapie palliative e riabilitazione, a seconda dei bisogni del malato, per ottimizzare la qualità della vita Cure palliative

Temel JS. N Engl J Med 2010;363:733-42.

Terapia palliativa precoce I pazienti che hanno ricevuto una attivazione precoce delle cure palliative hanno avuto una Miglior qualità di vita [p. 0.03] Minor incidenza di depressione [p. 0.01] Sopravvivenza mediana più lunga [p. 0.02] Temel JS. N Engl J Med 2010;363:733-42.

Terapia palliativa precoce MEDIAN SURVIVAL: ---11.6 m (95% CI 6.4-16.9) --- 8.9 m (95%CI 6.3-11.4) p. = 0.02 Temel JS. N Engl J Med 2010;363:733-42.

L oncologo e la terapia palliativa

400 oncologi Uomini 54%; donne 46% Età mediana 49 aa x gli uomini 39.5 x le donne Barni S. Support Care Cancer. 2011;19(3):381-9

Attitudine degli oncologi italiani alle cure palliative Coinvolti nella gestione del dolore 78% Gestione complicanze da CT 61% Trattamento dei pazienti terminali 60% Barni S. Support Care Cancer. 2011;19(3):381-9

Attitudine degli oncologi italiani alle cure palliative Circa il 40% degli oncologi riferisce di essere coinvolto direttamente nella gestione dello stress dei pz e delle problematiche religiose. Barni S. Support Care Cancer. 2011;19(3):381-9

Attitudine degli oncologi italiani alle cure palliative Tuttavia solo l 8.5% collabora con gli psichiatri per il sostegno emotivo e psicologico dei pazienti Barni S. Support Care Cancer. 2011;19(3):381-9

L oncologo oggi deve SAPERE GESTIRE POLITICAMENTE SAPER FARE L ONCOLOGO SAPER ESSER..CI

L oncologo oggi deve SAPERE L ONCOLOGO

Cosa ci vorrebbe Due livelli di competenza in medicina palliativa: un livello base, che deve far parte del curriculum formativo di tutti gli oncologi medici; un livello superiore, per coloro che operano esclusivamente nel settore delle cure palliative nella fase avanzata-terminale di malattia Ahmedzai SH Eur J Cancer. 2004;40(15):2192-200

L oncologo oggi deve Saper riconoscere il dolore Saperlo valutare in modo oggettivo Saper distinguere il dolore di base dal Break Through Pain

Protocollo IOPS Protocollo osservazionale relativo al riconoscimento e al trattamento precoce del breaktrough pain (esacerbazione transitoria di dolore che interviene in un paziente con dolore oncologico di base stabile e ben controllato- VAS 0-3)

L oncologo oggi deve SAPERE SAPER FARE L ONCOLOGO

a significant part of patients with moderate-severe pain were not receiving appropriate medication, patients being predominantly administered non-opioid drugs Mercadante S., Support Care Cancer. 2008;16(11):1203-11

Conclusion: The results of this survey indicate a need for continuing educational and informative program in pain management for oncologists and more generally for any physician dealing with cancer patients. Mercadante S., Support Care Cancer. 2008;16(11):1203-11

L oncologo oggi deve Saper utilizzare gli oppiacei Saper utilizzare i farmaci ancillari Saper dedicare più tempo al malato

se ne parlava già nel 2001

Modificare la mentalità degli oncologi Sviluppare linee guida sulle terapie palliative Ricerca Educazione Responsabilità Maltoni M. Ann Oncol. 2001;12(4):443-50.

Sviluppare programmi di integrazione tra medici palliativisti ed oncologi Valutazione dei sintomi psico-sociali e QoL all interno dei protocolli di studio Sviluppare e promuovere corsi di medicina palliativa per gli oncologi Maltoni M. Ann Oncol. 2001;12(4):443-50.

L oncologo oggi deve SAPERE SAPER FARE L ONCOLOGO SAPER ESSER..CI

A casa propria Maggiore collaborazione e integrazione con i medici palliatori sin dalla presa in carico del paziente Un oncologo in ogni equipe che si occupi in modo specifico della gestione del dolore

e a Treviglio cosa facciamo per mettere in pratica queste direttive? Coinvolgiamo precocemente i nostri Palliativisti nel percorso di malattia del paziente chiedendo consulenze in Dh o inviandoli all Ambulatorio di Terapia del dolore Formiamo uno specialista oncologo che sta seguendo il Master in Cure Palliative

L oncologo oggi deve SAPERE GESTIRE POLITICAMENTE SAPER FARE L ONCOLOGO SAPER ESSER..CI

LA LEGGE N 38, 2010 Legge: 15-03-2010 N 38 GU: 19-03-2010 Gli Oppioidiper la terapia del dolore possono essere prescritti con la ricetta SSN normale per una durata di terapia di 30 giorni Semplificazione delle procedure di accesso ai medicinali impiegati nella terapia del dolore - modifiche al DPR 309/90 Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza

LA LEGGE N 38, 2010 Legge 15 marzo 2010, n. 38 recante Disposizioni per garantire l accesso alle cure palliative ed alla terapia del dolore : Abolizione dell obbligo di registrare gli oppiacei nel registro di carico e scarico ospedaliero (eccezion fatta per la buprenorfina sublinguale ed iniettiva, il metadone e la morfina in fiale) I farmaci di cui all allegato III-bis per il trattamento di pazienti affetti da dolore severo possono essere prescritti utilizzando l usuale ricettario del SSN (eccezion fatta per la buprenorfina sublinguale ed iniettiva, il metadone e la morfina in fiale)

LA LEGGE N 38, 2010 Il MMG è un interlocutore molto importante Legge: 15-03-2010 N 38 GU: 19-03-2010 E sottolineata l importanza del MMG per garantire al paziente una continuità assistenziale ininterrotta

LA LEGGE N 38, 2010 ASSISTENZA CONTINUA Legge: 15-03-2010 N 38 GU: 19-03-2010 d) «reti»: la rete nazionale per le cure palliative e la rete nazionale per la terapia del dolore, volte a garantire la continuita' assistenziale del malato dalla struttura ospedaliera al suo domicilio e costituite dall'insieme delle strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali, e assistenziali, delle figure professionali e degli interventi diagnostici e terapeutici disponibili nelle regioni e nelle province autonome, dedicati all'erogazione delle cure palliative, al controllo del dolore in tutte le fasi della malattia, con particolare riferimento alle fasi avanzate e terminali della stessa, e al supporto dei malati e dei loro familiari; E sottolineata l esistenza di reti nazionali volte a garantire la continuità assistenziale del malato

LA LEGGE N 38, 2010 FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO Legge: 15-03-2010 N 38 GU: 19-03-2010 In sede di attuazione dei programmi obbligatori di formazione continua in medicina, si prevede l aggiornamento periodico del personale medico e sanitario impegnato nella terapia del dolore prevede che l'aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e socio-sanitario, impegnato nella terapia del dolore connesso alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative e nell'assistenza nel settore delle cure palliative, e in particolare di medici ospedalieri, medici specialisti ambulatoriali territoriali, medici di medicina generale e di continuità assistenziale e pediatri di libera scelta, si realizzi attraverso il conseguimento di crediti formativi su percorsi assistenziali multidisciplinari e multiprofessionali.

LA LEGGE N 38, 2010 CARTELLA CLINICA Legge: 15-03-2010 N 38 GU: 19-03-2010 All'interno della cartella clinica, nelle sezioni medica ed infermieristica, in uso presso tutte le strutture sanitarie, devono essere riportati le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione nel corso del ricovero, nonché la tecnica antalgica e i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato antalgico conseguito. Si ha l obbligo di riportare la rilevazione del dolore all interno della cartella clinica

CONCLUSIONI(1) A garanzia della continuità assistenziale è importante che venga mantenuto un costante coinvolgimento del MAP, in particolare quando viene ipotizzata l assistenza domiciliare, con disponibilità ad incontri concordati in ospedale fissati in modo da favorire la sua partecipazione, oppure almeno attraverso contatti telefonici e/o posta elettronica.

CONCLUSIONI (2) Lo specialista che ha in carico il paziente, qualora non vi siano più indicazioni per la terapia attiva, insieme al palliativista e al MAP e a partire dai bisogni dell assistito e del suo nucleo familiare proporrà il setting di cura più idoneo, coinvolgendo nel percorso di scelta il malato e la sua famiglia.