Anna Fermani DIDATTICA CONVERSAZIONALE Tutto come prima, solo leggermente diverso L idea sottesa a questo concetto non pretende di aprire la strada ad una nuova forma di didattica un approccio conversazionale, una didattica conversazionale si appoggia sulle pratiche e sulle competenze che già ci sono ma si propone di introdurre alcuni piccoli cambiamenti all interno della propria didattica di riferimento 1
Ciascun insegnante è portatore di esperienze, di sperimentazioni fatte nel corso degli anni, di prove riuscite o fallite, di tutto quanto ha contribuito a creare uno stile d insegnamento personale, del quale si ha più o meno coscienza. Una delle prime cose che la didattica conversazionale richiede è questa presa di coscienza, questa metacognizione sul comeun insegnante insegna ed in parallelo un indagine per conoscere come ciascun alunno impara. La conversazione deve diventare la chiave di volta dell applicazione di queste conoscenze per migliorare la relazione di insegnamento/apprendimento in classe: migliorare il nostro modo d insegnare significa crescere professionalmente ed aumentare la soddisfazione quotidiana; migliorare l apprendimento nei ragazzi significa aumentarne l autostima e di conseguenza la motivazione e favorire un clima sereno; migliorare la relazione fra questi due concetti significa anche che i ruoli si scambiano e, allo stesso tempo, mentre l insegnante insegna, apprende e mentre l alunno apprende, insegna. 2
Ma cosa vuol dire conversazione? Tutti gli insegnanti più o meno conversano con i propri alunni Ma la conversazione di cui parliamo non sono le chiacchiere, le confidenze e neppure le discussioni CONVERSARE NON E COMUNICARE, E QUALCOSA DIMENO E QUALCOSA DIPIU MODIFICARE LA DOMANDA Non dobbiamo chiederci: come ottenere risposte corrette? Dobbiamo chiederci: è possibile istituire delle pratiche conversazionali, dei modelli di facilitazione, che portino alla comprensione? 3
progettare le parole non inventare parole nuove, ma ripercorrere un cammino in modo leggermente diverso; utilizzare parole condivise facendone un uso ragionato sulla base di chi si ha di fronte. Non è scontato che il rapporto fra insegnante e alunno esista: deve essere costruito passo dopo passo proprio attraverso la condivisione di domini d azione, fra i quali quello linguistico occupa un posto preminente. progettazione e immediatezza la categoria del progetto non può prevedere tutto; l imprevedibile, l imprevisto è quotidiano; bisogna prendere la direzione dell immediatezza, dell imprevisto; cogliere il passivo che prende forma e crea apprendimento. 4
accoglienza come esplorazione dei mondi degli alunni (dei tempi e dei modi) come accoglienza disciplinare, per valorizzare le differenze e apprendere le somiglianze, e far crescere la fiducia nei ragazzi. teach-back, O INSEGNAMENTO DI RITORNO è il punto di forza della didattica conversazionale, è l elemento di retroazione che, in quanto omeostato, regola l intero processo di insegnamento/apprendimento: non c è conversazione senza il teach-back. è un uso intenzionale della facoltà di domandare, è un chiedere per sapere, per uscire dal compromesso delle risposte corrette che non portano alla comprensione, ma alla banalizzazione della scuola e di chi la vive. aspettarsi che i ragazzi ci insegnino qualcosa è riconoscersi incompetenti; e riconoscersi incompetenti è il primo passo per diventare insegnanti competenti. 5
stili di studio pluralità delle intelligenze Vanno individuati attraverso l esplorazione dei tempi e dei modi dei ragazzi; valorizzando le differenze e apprezzando le somiglianze mettendo in primo piano il noi. coppie di aiuto reciproco in cui la diversità di approccio alle varie situazioni proposte potrà essere da stimolo per un esame critico delle situazioni stesse e per sperimentare nuove strategie di soluzione. 6
errore visto in positivo, come ipotesi, come punto di partenza del processo di insegnamento/apprendimento, l errore che deve portare l insegnante ad avvalersi dell abilità del domandare. domande illegittime/domande legittime Le domande illegittime, come le definisce von Foerster, sono quelle le cui risposte sono preconfezionate: l insegnante vuole sentirsi dare la risposta corretta (l out-put corrispondente all in-put fornito) e se l alunno devia, sbaglia. Le domande legittime chiedono per sapere, non hanno una risposta, ma l attendono, e sono più interessate al percorso che un alunno ha compiuto per arrivare alla risposta che non alla correttezza della stessa. Questo porta allo sviluppo della creatività, alla formazione della capacità critica e alla comprensione. Questo porta alla considerazione dell alunno come una macchina non banale, non più regolata da in-put che producono out-put prevedibili, ma capace di incontro fra intelligenze diverse. 7
imparare a perdere tempo Il tempo non esiste Dobbiamo liberarci dalla schiavitù del tempo Dobbiamo imparare a perdere il nostro tempo di insegnanti, per permettere ai nostri alunni di trovare il proprio. Per permetterci di aiutarli a trovare se stessi. Attraverso la scuola. Pubblicazioni dell Istituto Centro 3 di Brescia Paolo Perticari, La scuola che non c è. Riflessioni ed esperienze per un insegnamento aperto, inclusivo e universalista. Il caso del 2 Istituto Comprensivo di Brescia, Armando Editore Paolo Perticari, Alla prova dell inatteso, scuola e crisi educativa: dalla malaripetizioneagli insegnamenti profondi, Armando Editore 8
e-mail delle docenti Bottari e Fermani federicabottari@gmail.com feranrubre@hotmail.it 9