PROGETTO EDUCATIVO UN ANNO INSIEME PER SOGNARE IN GRANDE

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PREMESSA: COS È IL PROGETTO EDUCATIVO PROGETTO EDUCATIVO UN ANNO INSIEME PER SOGNARE IN GRANDE A.S.2017-2018 Il Progetto Educativo è il documento che espone l orientamento culturale e l indirizzo pedagogico - didattico della nostra scuola. È un documento previsto dalla legge sulla parità e dalla circolare ministeriale n.31 del 2003. È inserito nel Piano Triennale dell Offerta Formativa e nasce proprio a partire dai principi fondanti del Progetto Educativo, nel quale si espone la missione della scuola e la sua collocazione nella cultura e nella storia della comunità in cui opera; definisce lo stile di rapporto con il bambino, la sua famiglia e tutto il personale che partecipa alla vita della scuola. CHI SIAMO La nostra è una scuola dell infanzia paritaria parrocchiale a orientamento cristiano e federata Fism. La scuola dell Infanzia è la risposta al diritto all educazione e alla cura di ogni bambino di età compresa fra i tre e i sei anni. Ha la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell identità, dell autonomia, delle competenze, come specificato nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo di istruzione 1 La scuola paritaria è una scuola non statale che soddisfa tutti requisiti per la parità 2, in particolare il rispetto dei principi di libertà stabiliti dalla Costituzione. La scuola paritaria svolge quindi un servizio pubblico, accogliendo chiunque, accettandone il progetto educativo, richieda di iscriversi. La scuola paritaria inoltre garantisce una struttura conforme alle vigenti norme di sicurezza e assicura personale docente fornito di titolo di abilitazione. La scuola di ispirazione cristiana ha fra le sue finalità la promozione di un quadro valoriale tipico della cultura cristiano-cattolica. Il suo modello pedagogico si rifà agli insegnamenti di Gesù Cristo cercando di unire la dimensione dei valori tipicamente umani legati alla verità, alla giustizia, all amore universale e alla libertà 1 D.M. 254 del 16 novembre 2012 in G.U. n. 30 del 5 febbraio 2013 2 Legge 10 marzo 2000, n.62 (in GU 21 marzo 2000, n.67)

secondo gli insegnamenti del Vangelo. In questo quadro educativo è messa al centro la persona umana e la sua dignità. La nostra scuola aderisce alla Federazione Italiana Scuole Materne Cattoliche (FISM): un associazione non a scopo di lucro che si occupa di orientare e sostenere le scuole non statali ad essa federate. La Fism garantisce il sostegno all autonomia delle scuole, in particolar modo per ciò che riguarda la qualità delle attività didattiche e la formazione del personale, il tutto in un ottica cristiana-cattolica. La nostra scuola dell'infanzia è dunque la scuola dell'accoglienza e dell inclusione, del bambino, della sua famiglia e di tutte le persone che in essa ci lavorano. Queste caratteristiche implicano apertura verso l'altro che è sempre diverso da me e dalle mie aspettative, richiedono intesa e benessere, coinvolgimento psicologico personale di tutti gli adulti interni ed esterni alla scuola (coordinatrice, insegnanti, personale ausiliario e volontari, genitori, nonni, comunità) nei confronti dei bambini. Occorre UN PATTO DI CORRESPONSABILITA CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA Bambini, famiglie, insegnanti, scuola... in relazione per la formazione del domani... LA COMUNITÀ EDUCANTE L educazione non è un processo lineare e a senso unico fra due soggetti (chi educa e chi viene educato) ma piuttosto è un processo che coinvolge l intero sistema dei soggetti dell educazione. Quando parliamo di soggetto intendiamo colui che agisce, che compie un azione e all interno del processo educativo i soggetti sono i bambini, le insegnanti, la famiglia, la scuola e la comunità. Possiamo quindi immaginare il processo educativo come un cerchio o meglio una spirale, dove ad ogni giro si guadagna consapevolezza e sapienza che va a toccare e coinvolgere ogni soggetto. Tutte queste componenti sono impegnate responsabilmente, secondo il proprio ruolo e competenze nella realizzazione del progetto educativo. Educare : e-ducere, tirare fuori ciò che già c è attraverso l accoglienza dell altro inteso come dono da conoscere e valorizzare. Educare significa concedere un tempo per l ascolto di sé (io) e per l altro (tu) e valorizzare le proprie qualità (io) oltre a quelle dei bambini (tu) considerando la realtà. A proposito sarebbe opportuno sottolineare l importanza del dono che ognuno di noi ha ricevuto, la vita, e che ognuno quotidianamente riceve, l altro. Educare è quindi un atto di responsabilità e un atto di fede. Riconoscere che c è Qualcuno che trascina e abbraccia tutta la nostra vita, che ha in serbo per noi un destino buono, al quale tutti tendiamo. Più che mai andare a Scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. La scuola é importante perché sinonimo di apertura alla realtà; infatti andare a scuola significa conoscere contenuti, ma imparare anche abitudini, valori. Si educa per conoscere tante cose, cioè tanti contenuti importanti, per avere certe abitudini e anche per assumere i valori. Tuttavia la scuola é anche e soprattutto luogo di incontro e noi abbiamo bisogno di questa cultura dell'incontro per conoscerci, crescere e amarci 3. Stare insieme é bagaglio fondamentale per ogni persona, in contrasto con una cultura che isola e che promuove l'individualismo. 3 E. Musi Educare in prospettiva: una responsabilità, un compito. Direzioni di senso e orientamenti educativi per i nidi e le scuola e FISM di Parma e provincia, ottobre 2013.

IL BAMBINO La nostra scuola promuove un idea di bambino competente, unico, ricco, in relazione, in movimento. Con una propria storia e un bagaglio (valigia) di esperienze. Piccolo filosofo, curioso, aperto alla scoperta e alla novità, tendente al trascendente. Costruttore di percorsi, di narrazioni, di novità... Alla base dei progetti educativi è necessario riconoscere la centralità della PERSONA. Parliamo quindi di persona al centro, non un centro assoluto ma al centro della relazione. Bambino quindi che non è isolato ma all interno di un gruppo e parte integrante di esso. Fondare l intervento educativo sui principi della centralità della persona e di una pedagogia attiva significa: Saper ascoltare (i tempi del bambino, le sue emozioni ) Prestare attenzione (alla sua storia, ai suoi bisogni ) Accompagnare a nuove forme di conoscenza La scuola dell infanzia allora diviene il luogo nel quale ogni bambino impara a conoscere se stesso e gli altri e inizia a conoscere e riconoscere le proprie emozioni e i propri sentimenti esprimendoli e ad ascoltarli; dove riesce a fare esperienze cariche di significato e di messaggi educativi, divenendo attore e riuscendo a modulare in modo armonico la sua crescita. Diventa costruttore del suo sapere condividendo strategie con i suoi amici e gradualmente gli è permesso di imparare ad imparare. Il distacco dalla famiglia è un momento delicato che va compreso poiché possono emergere situazioni di disagio, di paura sia nei bambini che nei genitori. Accogliere il bambino richiede il sorriso, l'abbassarsi per poter incontrare il suo sguardo e rassicurarlo di una presenza buona. Significa, se lui lo permette, prenderlo serenamente dalle braccia dei genitori, facendogli sentire la sicurezza di quelle braccia "nuove" che lo avvolgono, delle mani che lo accarezzano, di una persona che lo ascolta. Accogliere il bambino infine significa aver pensato per lui ad un luogo che educhi alla bellezza! Lo spazio è ben studiato per lui: gli angoli per il gioco sono a sua misura con l'intento di favorire l'osservazione dell'insegnante che è la prima a riconoscere i bisogni del bambino e ad offrirgli stimoli per l'autonomia e l'apprendimento. L accoglienza si dipana ogni giorno dell anno nell incontro quotidiano: ci sono i giorni felici e quelli tristi, i giorni divertenti e quelli più faticosi Il bambino, la sua famiglia e l altro è tesoro e fonte di ricchezza sia nei momenti più propizi che in quelli meno semplici. Dunque il bambino é al centro della relazione con chi educa nella scuola e si tiene conto delle sue riflessioni dalle sue conoscenze e dalla sua ricchezza. Sarà solo il passo successivo quello di affiancare i suoi pensieri con quelli dell'adulto e dei suoi coetanei per ampliare le sue conoscenze sulla realtà. Particolare attenzione é sempre posta alla sfera emotiva. Soprattutto con il tempo dell'accoglienza. Esso inizia prima ancora dell'incontro con il bambino. Ciascuno fin dal tempo dell'iscrizione è pensato e conosciuto con il desiderio di offrire il maggior benessere possibile. I genitori nel primo colloquio con l'insegnante presentano il loro bambino, le attese, le paure, le qualità, le caratteristiche distintive. Il desiderio che muove è quello di star bene a scuola quasi come a casa nel rispetto dei tempi e dei ritmi di ciascuno, in una parola ci viene chiesto di "educare senza fretta". Accogliere il bambino significa realizzare un ponte tra ciò che il piccolo porta con sé come potenzialità, bisogni, aspettative e le situazioni, i giochi, gli incontri che la scuola può promuovere. Concedere al bambino il tempo per vivere a fondo le esperienze, rielaborandole secondo ritmi personali. Ma poi durante l'anno ogni occasione può essere di stimolo per soffermarsi sul riconoscere le emozioni che ogni bambino vive e imparare a gestirle.

LA FAMIGLIA La famiglia ha il calore di un nido, le dinamiche di una piccola comunità ed è primo ambiente di apprendimento. Si basa sui legami affettivi ma, in quanto comunità, ha un quadro valoriale e normativo (regole). La famiglia è la prima educatrice del bambino e i genitori sono i primi responsabili dell educazione dei figli: nell orizzonte della scuola cristiana la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante 4. Infatti l educazione è sì una relazione personale ma non un fatto privato. L ingresso alla scuola dell infanzia è una grande occasione per prendere più chiaramente coscienza della responsabilità genitoriali 5. Le famiglie, scegliendo consapevolmente l istituzione che maggiormente rispecchia il loro modo di sentire e condividendone l indirizzo educativo, devono lavorare in stretto rapporto con la scuola dando la propria competenza specifica e rifiutando deleghe educative. Le famiglie e la scuola collaborano alla costruzione delle prime esperienze di vita dei bambini. Si configura così una CORRESPONSABILITA educativa tra scuola e famiglia che comporta per i genitori alcuni diritti e doveri riassumibili in: CONOSCERE/CONDIVIDERE pareri e proposte Linee educative della scuola L offerta formativa I regolamenti PARTECIPARE/COLLABORARE Realizzazione del progetto formativo (iniziative della scuola come feste, merende, canti, incontri formativi per i genitori, collaborazione alla costruzione di allestimenti, ecc...) Elezione rappresentanti di classe ESPRIMERE/ASCOLTARE Entrare in dialogo con le insegnanti e la coordinatrice nel rispetto dei metodi didattici e nei tempi e luoghi opportuni (assemblee generali, colloqui individuali, riunioni di sezione) per evitare fratture fra interventi scolastici e familiari La continuità educativa fra scuola e famiglia e la condivisione di regole e valori vanno a creare un ambiente educativo armonico in cui il bambino può trovare senza contraddizioni i punti di riferimento che gli permetteranno una crescita serena e un pieno sviluppo di sé. Il primo compito della scuola e della famiglia è instaurare legami di fiducia e reciproca conoscenza. Tra la scuola e la famiglia c'è uno scambio continuo a diversi livelli: segreteria, coordinatrice, insegnanti nella quotidianità. È bene trovare il giusto equilibrio tra la distanza professionale e la relazione intima che permette di raccontare e raccontarsi le fatiche, i timori, le incomprensioni, le conquiste. Con i genitori si è in cammino tutto l'anno, avendo cura del dialogo e della capacità di svincolarsi dalla propria posizione e sperimentare altri punti di vista. 4 Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla Vita buona del Vangelo Orientamenti pastorali dell Episcopato italiano per il decennio 2010-2020. 5 Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell infanzia e del primo ciclo di istruzione.

La famiglia é il primo nucleo di relazioni: la relazione con la madre, il padre e i fratelli é la base e ci accompagna sempre nella vita. La scuola é la prima società che integra la famiglia. La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte ma sono complementari, dunque é importante che collaborino nel rispetto reciproco. Il pensiero delle nostre famiglie é prima di tutto ascoltato. È importante che a loro volta i genitori ascoltino, riconoscano e si fidino del pensiero della coordinatrice e delle docenti. Fin dal primo colloquio di conoscenza del bambino la famiglia si racconta e così fin da subito emergono informazioni ed emozioni quali: paure, ansie, perplessità e gioie. Anche durante i diversi momenti di incontro lungo l'anno le famiglie sono partecipi e collaborano con le loro iniziative e proposte. Questo patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia richiama ad una collaborazione e stima reciproca. LE INSEGNANTI E LA COORDINATRICE L insegnante è un professionista dell istruzione e dell educazione. L insegnante ama i bambini che le sono affidati e se ne prende cura, promuovendone la crescita e creando ambienti e situazioni in cui ogni singolo bambino, all interno del gruppo, possa esprimersi al massimo delle sue capacità. L insegnante deve essere motivato, attento alle specificità dei bambini e dei gruppi. Il suo stile educativo si ispira a criteri di ascolto, accompagnamento, osservazione del bambino e presa in carico del suo mondo. La sua progettualità si concretizza nel dare senso e intenzionalità alle proposte e esperienze compiute nella scuola. La coordinatrice, professionista della relazione, si prende cura delle insegnanti con le quali collabora in modo assiduo (didattica, supervisione, andamento dei bambini). Il suo ruolo diventa luogo di incontro tra i diversi agenti della scuola: docenti, CdA, famiglie. A lei è affidato lo scambio comunicativo e la cura delle relazioni nella scuola. La coordinatrice è una psicologa e ha il compito importante di accompagnare oltre le insegnanti anche le famiglie nel delicato cammino educativo offrendo sostegno e supporto psicologico laddove richiesto. L insegnante e la coordinatrice, come ogni educatore, sono esempio e testimonianza; hanno una visione cristiana della persona, della vita, della realtà, dell educazione e concepiscono l essere umano come persona che trascende ogni realtà; sono chiamate a essere capaci di ascolto delle esperienze che ogni bambino porta con sé, accostandosi a lui con umiltà, rispetto e disponibilità. Alla competenza professionale si affiancano quindi anche valori peculiari dell ispirazione cristiana quali spirito di servizio, rispetto, carità (che significa anche comprensione reciproca, pazienza, disponibilità a collaborare...) 6. L insegnante diventa quindi regista e promotore di un processo di apprendimento che, iniziato in famiglia, si estende e arricchisce nella scuola dell infanzia per poi proseguire nelle successive tappe della vita. LA SCUOLA Noi sosteniamo un idea di scuola inclusiva (a tutti e a ciascuno, alle famiglie, al territorio) e accogliente. La metafora che meglio descrive questa idea è quella del viaggio: l'accoglienza è come un viaggio che non finisce mai, in cui i viaggiatori aprono le proprie valigie piene di sorprese e di segreti... Accogliere il collega è come intraprendere un viaggio in cui i pensieri, le emozioni di ciascuno si incontrano e/o si scontrano con altri pensieri, esperienze e si uniscono e si modificano. L'accoglienza imputa un'azione reciproca in cui avviene uno scambio tra colleghi che entrano in relazione e avviene qualcosa: in positivo, in negativo, che accomuna o che diversifica. Accogliere consapevolmente il collega è un percorso che si sviluppa 6 Don Aldo Basso La Fism in cammino con la Chiesa Italiana, X congress nazionale FISM.

nel tempo. Questa azione influenza non solo i soggetti che si accolgono, ma chi vive all'interno di questa situazione. Instaurare un rapporto di fiducia con la coordinatrice e tutto il personale significa prima di tutto rispettare i ruoli di ciascuno, saper riconoscere i propri sbagli, valorizzare le risorse individuali, aprire al dialogo e saper condividere tutte le fatiche accettando di avere dei limiti. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore rispetto alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni Queste parole le ha pronunciate Papa Francesco durante la festa delle scuole a Roma 10 maggio 2014 proseguendo: Se uno ha imparato a imparare è questo il segreto: imparare a imparare!- questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà!. Parole a cui hanno fatto eco nella stessa occasione anche quelle pronunciate dal Ministro dell Istruzione riferendosi al significato del legame fra insegnante e allievo: insegnare e imparare, insegnare ai giovani e ai giovanissimi a entrare nella vita e imparare, da parte loro, a leggerla e interpretarla, con spirito autonomo e coscienza critica. La scuola insomma affianca al compito dell insegnare ad apprendere quello dell insegnare a essere. Come dice papa Francesco, La scuola è un luogo di incontro perché tutti noi siamo in cammino, avviando un processo, una strada. Noi abbiamo bisogno di questo incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme. (...) La famiglia è il primo nucleo di relazioni (...) e la scuola è la prima società che integra la famiglia. IL TERRITORIO La comunità della scuola non può essere considerata estranea a ciò che succede attorno ad essa. La nostra scuola è inserita in un contesto sociale più ampio e tiene conto di questo aspetto nella sua proposta educativa. La scuola intende quindi sviluppare rapporti di collaborazione con le altre realtà presenti sul territorio quali ad esempio: comunità parrocchiale, biblioteca, altre agenzie educative, diocesi, ecc. CONCLUSIONE Compito di chi lavora nella scuola é quello di non stancarsi mai di imparare ad imparare! Gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtá e alla conoscenza. La nostra scuola, come dice papa Francesco, ha come missione quella di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. Questo avviene attraverso un cammino ricco fatto di tanti ingredienti: l intelligenza, la coscienza, l affettività, il corpo I bambini sono attratti da chi ha un pensiero aperto "incompiuto" che cerca sempre un di piú. Questa passione diviene contagiosa verso i bambini le famiglie e tutti coloro che operano nella scuola. Le tre dimensioni del vero, del bene e del bello non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una cosa è vera, é buona ed é bella; se é bella, é buona ed é vera; e se é buona é vera ed é bella. Insieme questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita. La vera educazione ci apre alla pienezza della vita. Maresso, 01 SETTEMBRE 2017 Il Collegio Docenti