Quanto è liberalizzato il mercato dell arte italiano?

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Transcript:

Quanto è liberalizzato il mercato dell arte italiano? Uno sguardo alla sua regolamentazione Filippo Cavazzoni CESCOT Padova 7 febbraio 2013

Premesse Perché analizzeremo la regolamentazione del mercato dell arte? Quale ruolo hanno le regole e le istituzioni nell influenzare il suo andamento? Esiste una correlazione positiva fra il grado di libertà economica di un Paese e l andamento della sua economia? Il mercato dell arte è un mercato come tutti gli altri o è un mercato «speciale»?

Liberalizzare significa? Concorrenza è un processo caratterizzato da Libertà ingresso; Libertà organizzazione; Libertà uscita; Liberalizzare creare condizioni concorrenziali; Misurare le liberalizzazioni significa ragionare sul quadro di regole.

Conseguenze della liberalizzazione Le liberalizzazioni sono associate a: Crescita economica; Minori prezzi; Migliore qualità; Diversificazione prodotti / innovazione; Crescita occupazione.

Indice delle liberalizzazioni 2012 Metodologia 16 settori; Indicatori qualitativi e quantitativi Ostacoli legali, regolatori, fiscali, ecc. Rendite Indici di concentrazione Presenza incumbent pubblici Sussidi Ecc. Benchmarking internazionale Cfr Italia vs. La migliore Europa ; Indice liberalizzazione economia italiana.

Indice complessivo

Cosa pensano gli italiani delle liberalizzazioni?

Dove liberalizzare?

Il mercato dell arte: Andamento / 1 Period Trade Flow Reporter Partner Code Trade Value 2006 Import Italy World 97 $100,666,375 2007 Import Italy World 97 $165,851,873 2008 Import Italy World 97 $161,454,993 2009 Import Italy World 97 $99,870,617 2010 Import Italy World 97 $137,842,419 Period Trade Flow Reporter Partner Code Trade Value 2006 Export Italy World 97 $161,807,448 2007 Export Italy World 97 $227,102,879 2008 Export Italy World 97 $264,255,299 2009 Export Italy World 97 $138,239,739 2010 Export Italy World 97 $288,734,390

Il mercato dell arte: Andamento / 2 Period Trade Flow Reporter Partner Code Trade Value 2006 Import United Kingdom World 97 $4,365,382,110 2007 Import United Kingdom World 97 $5,893,594,134 2008 Import United Kingdom World 97 $4,978,740,059 2009 Import United Kingdom World 97 $3,057,455,296 2010 Import United Kingdom World 97 $4,516,550,520 Period Trade Flow Reporter Partner Code Trade Value 2006 Export United Kingdom World 97 $5,169,280,618 2007 Export United Kingdom World 97 $6,561,544,484 2008 Export United Kingdom World 97 $5,165,884,110 2009 Export United Kingdom World 97 $3,323,370,127 2010 Export United Kingdom World 97 $5,245,116,323

Il mercato dell arte: Andamento / 3 Period Trade Flow Reporter Partner Code Trade Value 2006 Import Switzerland World 97 $1,242,244,341 2007 Import Switzerland World 97 $1,945,036,266 2008 Import Switzerland World 97 $1,741,747,497 2009 Import Switzerland World 97 $1,280,230,820 2010 Import Switzerland World 97 $1,662,777,361 Period Trade Flow Reporter Partner Code Trade Value 2006 Export Switzerland World 97 $1,270,926,145 2007 Export Switzerland World 97 $1,815,589,978 2008 Export Switzerland World 97 $1,589,279,315 2009 Export Switzerland World 97 $1,058,175,130 2010 Export Switzerland World 97 $1,304,144,523 Svizzera: IVA sull arte 7,6% sugli acquisti in galleria o da professionisti; aliquota nulla dello 0% in caso di vendita diretta dall artista; Importazioni 7,6%. Non è presente il diritto di seguito.

Fatturato delle aste per paese

Indice 2012 Mercato dell arte Per misurare il livello di apertura del mercato dell arte nel nostro Paese sono stati adottati cinque macro-indicatori: proprietà, diritto di seguito, circolazione, regime fiscale e accesso alla professione. Tranne che per il regime fiscale, sono stati poi individuati dei sotto-indicatori. A ogni indicatore e sotto-indicatore è stato attribuito un peso, in quanto alcuni indicatori hanno un impatto maggiore sul mercato. La situazione normativa è stata fotografata al 31 dicembre 2011.

Indice Impostazione L Indice di liberalizzazione del mercato dell arte italiano è creato prendendo come benchmark il Paese dell Unione Europea più liberalizzato in questo specifico settore e che sia «raffrontabile» con l Italia. Assumendo che il Paese benchmark faccia registrare il massimo del punteggio (100%) in ogni indicatore preso in esame, l Indice per l Italia è una cifra data dalla media pesata dei risultati dei singoli indicatori. Il Paese benchmark utilizzato è il Regno Unito, Paese che, per caratteristiche legate alle dimensioni, alla popolazione e alle performance economiche, può ben prestarsi a essere paragonato al nostro.

Proprietà Italia 40% Regno Unito 100% Peso 10% La normativa italiana è molto inclusiva nel porre sotto l ombrello della categoria di «bene culturale» una vasta gamma di cose mobili e immobili (artt. 10, 11 CdBC). Sono escluse a priori le opere di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni. I possessori di questi beni di interesse culturale subiscono delle forti limitazioni nell esercizio dei loro diritti di proprietà (ad esempio, il rispetto di «obblighi conservativi», art. 30). Lo Stato si riserva la facoltà di una ingerenza diretta nel caso in cui intenda dare attuazione ad alcuni istituti giuridici quali la prelazione (art. 60 ss.) o l acquisto coattivo (art. 70) («acquisti privilegiati in tema di beni culturali»). Nel Regno Unito, un chiaro orientamento volto a distinguere fra beni culturali immobili e beni artistici mobili, ha prodotto invece una maggiore libertà e un maggior dinamismo in quest ultimo settore. Nel Regno Unito (a differenza che in Italia) è possibile l alienazione di opere facenti parte di collezioni pubbliche. Questo testimonia la volontà di non ingessare il settore e di voler mantenere un approccio pragmatico, volto a consentire la possibilità di decidere di volta in volta in base alla specificità delle situazioni. Italia, art. 64 Codice

Diritto di seguito Italia 50% Regno Unito 100% Peso 15% In Italia come nel Regno Unito, il diritto di seguito è stato introdotto in attuazione della direttiva europea 2001/84/CE, tuttavia le modalità di applicazione e di gestione presentano, nei due Paesi, caratteristiche diverse. Tale specifica forma di diritto d autore stabilisce che all artista (o ai suoi eredi, per settanta anni dalla sua morte) spetti un compenso sul prezzo di ogni vendita successiva alla prima cessione dell opera. Fino al 31/12/2010, nel Regno Unito l Artist s Resale Right si applicava unicamente agli artisti viventi diversamente da quanto accade invece in Italia dove il diritto è esteso anche agli eredi per un periodo di 70 anni dopo la scomparsa dell autore. Per quanto riguarda il sistema delle provvigioni per l intermediazione del diritto d autore, in Italia vige il monopolio legale della SIAE, nel Regno Unito ci troviamo di fronte a un sistema più concorrenziale di collecting society. La difformità dei due sistemi si rispecchia sulle diverse provvigioni corrisposte agli enti che gestiscono il diritto di seguito: in Italia la SIAE percepisce il 20% del valore oggetto di riscossione mentre in UK tale quota si attesta in media intorno al 15%. Il prezzo di vendita minimo, al netto dell imposta, sul quale si applica il diritto di seguito, sul mercato italiano tale prezzo è di 3.000 euro mentre Oltremanica è di 1.000 euro.

Applicazione del diritto di seguito in Italia Scaglioni prezzo di vendita Aliquota diritto di seguito 0 3000 euro 0% 3001 50.000 euro 4% 50.001 200.000 euro 3% 200.001 350.000 euro 1% 350.001 500.000 euro 0,5% 501.000 euro e oltre 0,25%

Siamo al cospetto di una norma giusta? I risultati di un indagine Secondo l 81% delle gallerie e il 71% delle case d asta intervistate, il diritto di seguito avvantaggia gli artisti più affermati e famosi, che ne hanno meno bisogno, e provoca una redistribuzione della ricchezza a discapito degli artisti più giovani o meno noti; secondo l 86% delle gallerie e l 88% delle case d asta, il diritto di seguito incentiva lo sviluppo del mercato sommerso, aumentando l elusione e l evasione del compenso spettante agli autori; secondo il 76% delle gallerie e il 94% delle case d asta, il diritto di seguito favorisce i mercati dei Paesi che non lo adottano, incentivando di conseguenza un inefficiente trasferimento del commercio tra piazze diverse. [Guido Candela - Antonello Scorcu (a cura di), Il maestro e il suo diritto. Temi e problemi del diritto di seguito, Torino, Umberto Allemandi & C., 2010]

Le «ragioni» del diritto di seguito Fare partecipare l artista delle arti visive all incremento di valore delle sue opere; Rimuovere la disparità di trattamento tra gli autori e gli artisti di arte visiva.

Perché esiste la SIAE? L intermediazione si rende in genere utile, se non necessaria, ad ovviare alle difficoltà di negoziazione che altrimenti si porrebbero tra il singolo titolare dei diritti d autore e ciascun utilizzatore dell opera oggetto di tutela. Le caratteristiche dei servizi erogati dagli intermediari, dati gli elevati costi fissi e i contenuti costi variabili, tendono a favorire la costituzione di una situazione di monopolio, tanto che spesso si parla di monopolio naturale (come ad esempio per le ferrovie), nonostante alcune eccezioni alla regola suggerirebbero una maggiore e crescente cautela. Il legislatore si può quindi muovere tra diverse opzioni, per stabilire, da un lato, se 1) rendere legale il monopolio o se consentire l esercizio delle attività di raccolta dei proventi mediante il 2) rilascio di una o più autorizzazioni, dall altro per 3) calibrare il livello di regolazione necessario a tutelare gli interessi diversi da quelli rappresentati dal monopolista.

Circolazione Italia 35% Regno Unito 100% Peso 35% Circolazione internazionale: in generale, con l eccezione degli Stati Uniti, la gran parte dei Paesi, oltre 150 nel mondo, applica una qualche forma di restrizione al commercio d arte, sia questo basato su criteri relativi all età dei beni o al loro valore economico anche se l intensità, e i conseguenti effetti, possono variare enormemente. La regolamentazione del commercio dei beni culturali è prodotta sia a livello statale sia sovranazionale: dalle norme delle convenzioni Unesco all ordinamento comunitario Sia in ITA che in UK occorre richiedere una licenza di esportazione (qualora l opera sia stata realizzata da più di cinquant anni), diversi sono i meccanismi che regolano questo passaggio. Nel caso italiano, il rifiuto della concessione della licenza può portare alla notificazione dell interesse culturale dell opera. Qualora l opera venga notificata, non sussistendo l obbligo da parte dello Stato di acquistare l opera, il possessore si vede penalizzato economicamente: la vendita può realizzarsi unicamente nel mercato italiano, con conseguenze non secondarie sul livello del prezzo di acquisto.

Ancora sulla circolazione Un oggetto d arte ritenuto di interesse culturale è sottoposto a limitazioni pure nella circolazione interna, per ragioni legate alla sua salvaguardia. Le stesse procedure di richiesta della licenza di esportazione definitiva presentano caratteristiche di opacità e discrezionalità non presenti Oltremanica. Nel Regno Unito esistono pochi e dichiarati criteri per giudicare il valore culturale di un oggetto (i cosiddetti Waverley Criteria ). Sempre nel Regno Unito è di pubblico dominio, attraverso la pubblicazione di Report annuali, l operato dei soggetti preposti a concedere le licenze ed, eventualmente, a valutare il bene che si trovano davanti. Anche nel caso in cui vengano ravvisate caratteristiche di eccezionalità dell opera, in Gran Bretagna il detentore del bene non viene penalizzato qualora gli venga temporaneamente negata la facoltà di completare una transazione commerciale oltre i confini britannici. Trascorso un periodo di alcuni mesi in cui l opera viene messa all asta in cerca di un acquirente nazionale, qualora non venga trovato un compratore interno, l opera potrà essere comunque venduta all estero senza che il possessore subisca perdite economiche come accade invece in Italia.

Fiscalità Italia 70% Regno Unito 100% Peso 20% L Italia è svantaggiata sia sul fronte delle compravendite in galleria o attraverso professionisti con un aliquota del 21% contro quella al 20% in vigore nel Regno Unito, sia su quello delle importazioni (10%), dove il livello del prelievo fiscale è doppio rispetto a quello di Oltremanica, nonché uno dei più alti in Europa. L esistenza, in Italia, di un aliquota ridotta al 10% per le cessioni di oggetti d arte direttamente da parte degli autori o dei loro eredi non modifica sostanzialmente lo status quo, visto che la parte largamente più rilevante degli scambi avviene attraverso intermediari. Nel 2011 le aliquote massime Iva hanno subito una variazione, essendo passate in Italia al 21% (dal 20%) e nel Regno Unito al 20% (dal 17,5%). Va tenuto presente che il Regno Unito non rappresenta lo Stato con il regime fiscale più favorevole per gli scambi di oggetti d arte, essendovi altri Paesi (ad esempio la Germania) con aliquote meno distorsive.

Effetti indesiderati di elevate imposte sul valore aggiunto Le imposte indirette sui consumi determinano un aumento dei prezzi di beni e servizi e quindi possono essere causa di inflazione. Una conseguenza dell aumento dei prezzi è spesso rappresentata dalla diminuzione dei volumi scambiati. Paradossalmente, aliquote troppo elevate riducono il gettito. Aliquote elevate possono poi ingenerare fenomeni di evasione, ovvero il contribuente può non adempiere ai propri obblighi fiscali (l IVA è l imposta che, per le sue caratteristiche di pagamento, più si presta ad essere evasa).

Regolamentazione professioni Italia 100% Regno Unito 100% Peso 20% I soggetti attivi nel mercato dell arte sono numerosi: si va dall artista al gallerista, dall antiquario alla casa d aste, dall art advisor al critico. L indicatore prende in esame solamente i tre principali operatori economici del settore: galleristi, antiquari e case d asta. Per quanto riguarda l esercizio di tali professioni, in Italia come nella maggior parte dei paesi europei, Regno Unito compreso, l accesso è libero, non occorrono licenze e non vi sono albi od ordini a cui doversi iscrivere.

Quadro riassuntivo

Andamento «storico»

Il mercato dell arte è un mercato «speciale»? / 1 Le norme restrittive sul patrimonio artistico-culturale hanno motivazioni molteplici: da quelle di natura identitaria a quelle legate alle supposte esternalità positive della fruizione pubblica del nostro patrimonio. L assunto di base è che i beni che costituiscono il patrimonio culturale non possono essere completamente assimilati a merci. Di qui ne consegue il fatto che le limitazioni alla circolazione in ambito comunitario sono consentite in deroga al principio della libera circolazione dei beni. In ogni caso, viene lasciata al legislatore nazionale l individuazione di quali cose costituiscono il patrimonio artistico e culturale di un Paese. Principi in materia di circolazione internazionale : «i beni costituenti il patrimonio culturale non sono assimilabili a merci» (Capo V, art. 64-bis). Se tale passaggio è rappresentativo di una concezione che isola il bene culturale da qualsiasi ragionamento di natura commerciale, sarebbe inoltre anche in parziale contrasto con quanto stabilito dal diritto comunitario e da quello internazionale, per i quali i beni culturali sono invece considerati come merci, pur rispondenti a un regime particolare.

Il mercato dell arte è un mercato «speciale»? / 2 I trattati istitutivi del WTO e della Comunità Europea proibiscono misure protezionistiche sull esportazione di beni. La stessa Corte Europea di Giustizia, nella sentenza Commissione vs Italia (10 dicembre 1968) ha incluso i beni artistici fra quelli sottoposti a tale normativa. Tuttavia, i due trattati (art. 130 WTO e art. 30 CE) permettono misure per la protezione del patrimonio culturale nazionale di particolare valore artistico, storico o archeologico. Ma tale eccezione non riguarda la totalità del patrimonio culturale, serve a salvaguardare i suoi elementi fondamentali e essenziali. L articolo 29 del Trattato che istituisce la Comunità Europea proibisce le restrizioni quantitative sulle esportazioni e tutte le misure aventi effetti equivalenti tra gli Stati membri.

GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE